Mirare al bersaglio. La preparazione psicologica nel tiro a volo

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1 FOTO ARCHIVIO FIS AUGUSTO BIZZI Mirare al bersaglio La preparazione psicologica nel tiro a volo Alberto Cei Eventuale affiliazione, Scuola dello Sport, Coni Servizi S.p.A. l tiro a volo richiede un elevato impegno psicologico e l abilità di prestare attenzione solo a quegli stimoli che sono rilevanti per effettuare un movimento corretto e, di conseguenza, rompere il piattello. Le specialità olimpiche sono, inoltre, tra loro diverse, e ognuna richiede lo sviluppo di competenze attentive specifiche. Pertanto, è necessario conoscere quali siano le implicazioni psicologiche di questo sport partendo dalla conoscenza di come si svolge una competizione. La fiducia costituisce un fattore fondamentale nello sviluppo del tiratore e viene definita in termini di grado di certezza di possedere le abilità necessarie per avere successo nella propria disciplina. Si basa sulla convinzione di: sapere padroneggiare l azione di tiro, saperlo fare in gara, sentirsi preparati mentalmente, percepirsi in forma, essere sostenuti dal proprio ambiente sociale, sentirsi guidati dall allenatore e sentirsi a proprio agio sui campi di gara. Scopo di un programma di preparazione psicologica consiste nel determinare lo sviluppo ottimale delle abilità necessarie per gestire lo stress agonistico. Ciò avviene in un duplice modo, attraverso lo sviluppo di un dialogo costruttivo con se stessi e la scelta di una routine pre-tiro orientata, in una prima fase, a recuperare energia fisica e mentale e, in un secondo tempo, a rifocalizzarsi sul bersaglio successivo. Infine, la preparazione psicologica prevede specifiche esercitazioni per migliorare la concentrazione del tiratore, che variano in funzione della disciplina praticata e che vanno effettuate con perseveranza e intensità durante gli allenamenti. I 33

2 PSICOLOGIA DELLO SPORT 34 SDS-SCUOLA DELLO SPORT 114 INTRODUZIONE La rilevanza che i fattori attentivi e psicologici svolgono nell influenzare la prestazione tiravolistica è ampiamente riconosciuta dagli atleti e dagli allenatori (Terry, Cei 2014, Taylor 1997). A questo riguardo, nel mondo del piattello è frequente sentire affermare dai tiratori che Sarebbe meglio non avercela affatto la testa quando si è in pedana. Questo pensiero è frutto della speranza di evitare quegli errori, spesso fatali, determinati dall essersi fissati per qualche istante di troppo su un piattello che poi si è sbagliato, perdendo anche la concentrazione su quello successivo, o dal volerlo rompere a tutti costi, con il rischio così di tirare in maniera affrettata, o ancora dall incorrere nella situazione opposta, quando ci si vuole assicurare il piattello per essere sicuri di romperlo, ritardando così la fase di tiro, con il risultato che il piattello diventa irraggiungibile. Alcuni sostengono che se non si avesse la mente non si farebbero questi errori in quanto l esecuzione del gesto tecnico non verrebbe influenzata da alcun pensiero. Il tiro a volo richiede, al contrario, un elevato impegno psicologico e l abilità di prestare attenzione solo a quegli stimoli che sono rilevanti per effettuare un movimento corretto e, di conseguenza, rompere il piattello. Inoltre, va ricordato che le specialità olimpiche sono tra loro diverse, e ognuna richiede lo sviluppo di competenze attentive specifiche. Pur se gli atleti hanno tutti lo stesso obiettivo, che consiste nel rompere tutti i piattelli, le situazioni di gara sono diverse. Nella fossa olimpica, ad esempio, ogni tiratore spara circa ogni 50 secondi, mentre nello skeet il tempo di attesa può essere anche di 2 minuti. Questa differenza nella lunghezza del periodo di attesa richiede che i tiratori delle due specialità affrontino questa situazione con un differente approccio mentale. Ancora, nello skeet i tiratori conoscono in anticipo la traiettoria dei piattelli, mentre nella fossa esiste sempre un certo grado d imprevedibilità. Nella fossa ogni tiratore ha a sua disposizione due colpi per un piattello mentre nello skeet si ha sempre a disposizione un colpo solo per ogni piattello, anche se ogni serie di 25 piattelli prevede l uscita di piattelli singoli e doppi. LE CARATTERISTICHE DEL TIRO A VOLO Lo psicologo che volesse attuare un programma d incremento della concentrazione dei tiratori dovrebbe per prima cosa identificare gli elementi distintivi di ogni singola specialità del tiro. A titolo esemplificativo, in questo articolo si farà principalmente riferimento alla fossa olimpica. CARATTERISTICHE DELLE SPECIALITÀ DEL TIRO A VOLO 1. Dopo che il tiratore ha sparato passano circa 50 secondi prima che ritorni il suo turno; 2 questa condizione si ripete per 25 piattelli e, con sei tiratori in pedana, la durata complessiva di una serie è di circa 25 minuti; 3. il tiratore ha il fucile imbracciato, due colpi a disposizione e tempi di uscita del piattello certi e immediati; 4. vi è incertezza nella determinazione della direzione del piattello (traiettoria, angolazione e altezza); 5. le condizioni metereologiche possono condizionare la prestazione; 6. la competizione si svolge di solito nell arco di due giornate (tre serie la prima giornata e due serie la seconda, più la finale); 7. tra una serie e l altra trascorre almeno un ora durante la quale il tiratore deve: nella prima parte recuperare l energia fisica e psicologica e nella seconda ri-attivarsi per entrare in pedana nella sua condizione migliore; 8. in finale si ha disposizione un solo colpo per ogni piattello, al termine della serie il tiratore con il punteggio più basso viene eliminato e si procede per esclusione di un tiratore ogni 5 piattelli sino a che gli ultimi due atleti tirano gli ultimi 10. Il vincitore è colui che avrà colpito nella finale (50 piattelli complessivi) il maggior numero di bersagli. L identificazione delle caratteristiche della fossa evidenzia come il tiratore debba essere in grado di gestire l imprevedibilità dell uscita del piattello, mantenendo nel contempo la fluidità e la precisione del gesto tecnico. Inoltre, il tiratore deve essere sufficientemente calmo da gestire le pause di 50 secondi con sicurezza, ma dovrà essere altrettanto pronto e reattivo una volta imbracciato il fucile e chiamato il piattello. Maggiore sarà la sua capacità di passare con facilità da una condizione psicologica all altra, maggiore sarà la probabilità di fornire una prestazione al meglio delle sue capacità. Per ogni tiratore diventa così necessario ridurre/eliminare qualsiasi tipo di pensiero inutile e auto-svalutante, e incrementare ogni forma di azione costruttiva che lo metta in condizione di esprimere il meglio di sé come atleta. In sintesi, l osservazione di Giovanni Pellielo (figura 1), probabilmente il migliore tiratore nella storia della fossa olimpica, nell atto di eseguire il colpo, illustra meglio di ogni altra spiegazione il processo mentale collegato al colpire il bersaglio durante la fase di volo. Consiste nell avere la fiducia di permettere al piattello, un disco di 110 mm che viaggia a 100 km/ora, d iniziare il suo volo, di osservarlo seguendone la traiettoria prima di tirare il grilletto, eseguendo questa azione in un tempo di decimi di secondo. La gestione del tempo durante la serie è un fattore critico per la prestazione. Possedere una routine efficacie tra un piattello e l altro rappresenta la base per mantenere la concentrazione ed è universalmente riconosciuto come uno dei tratti distintivi dei tiratori di livello assoluto. FIGURA 1 Giovanni Pellielo: corpo, sguardo e arma costituiscono un unico insieme guidato dall abilità tecnica, fisica e mentale.

3 114 SDS-SCUOLA DELLO SPORT LA FIDUCIA Sembrerebbe quasi scontato sottolineare che la fiducia in se stessi gioca un ruolo fondamentale nel favorire le prestazioni sportive, perché ogni individuo conosce gli effetti devastanti sulla propria attività che comporta l agire in modo insicuro, mentre al contrario l agire in modo fiducioso è fortemente correlato al successo. La fiducia può essere definita in termini di grado di certezza di possedere le abilità necessarie per avere successo nello sport che pratica. È la convinzione che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico, in questo caso quello proposto dal tiro a volo. Alla base della fiducia vi sono otto variabili che la sostengono, alimentandone la stabilità nel tempo: 1. Padroneggiare il tiro: implica il raggiungimento delle mete scelte, l aver sviluppato delle competenze sportive specifiche e il sentirsi impegnati in un processo di continuo miglioramento. Significa aver condotto un programma di allenamento efficace che ha permesso di raggiungere gli obiettivi di miglioramento che ci si era proposti. 2. Dimostrare di saperlo fare: implica la capacità di esibire in allenamento e in gara le competenze possedute, mostrando in quest ultima situazione la propria superiorità sugli avversari. La fiducia si basa quindi non solo sul saper fare, relativo alla padronanza acquisita, ma sul saperlo mettere in pratica in gara, in una situazione in cui la condizione emotiva può ostacolare la messa in atto della propria azione di tiro che in allenamento era così fluida e armonica, mentre magari in gara la si tende a ritardare o ad affrettare per timore di sbagliare. 3. Essere preparati mentalmente: implica la convinzione di sentirsi preparati mentalmente e totalmente concentrati sulla prestazione da fornire. Comprende anche quelle strategie d incitamento che servono a mobilizzare l energia e l impegno necessari a fornire prestazioni ottimali. È parte integrante del processo di allenamento del tiratore esperto, che sentendosi fiducioso in relazione alla sua preparazione psicologica può servirsene per manifestare con pienezza una prestazione efficace. 4. Percepirsi in forma: implica come l atleta percepisce la sua immagine corporea e la sua condizione fisica e atletica. Se, ad esempio, un tiratore si percepisse di essere in sovrappeso e avvertisse che è proprio a causa di questa condizione che ha difficoltà a concentrarsi solo sulla prestazione, questi sarebbero dei validi motivi per non considerarsi in maniera positiva o per attribuire gli eventuali errori a questa condizione fisica. Risultato opposto si ottiene, invece, quando il tiratore si sente a suo agio con il suo corpo, sapendo anche che questo risultato non è casuale ma deriva dall aver seguito un alimentazione adeguata. 5. Essere sostenuti nel proprio ambiente sociale: implica il ricevere riconoscimenti positivi e incoraggiamenti dalle persone che il tiratore considera importanti. Non siamo cresciuti in un isola deserta ma all interno di una fitta rete di rapporti sociali dai quali non è possibile prescindere. Non è un caso che si dica: Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, infatti, noi siamo anche i nostri rapporti sociali e l attività agonistica si nutre pure di una vita sociale soddisfacente. 6. Sentirsi guidati dall allenatore: implica la convinzione che l allenatore sta facendo un buon lavoro e che questa collaborazione sarà fruttuosa. Nel tiro a volo la presenza sul campo di un allenatore non è molto frequente, ogni tiratore dovrebbe comunque collaborare con un tecnico di sua fiducia almeno nella fase iniziale di programmazione dell attività. 7. Sentirsi a proprio agio sui campi di gara: implica lo sviluppare un feeling positivo, ad esempio, con l ambiente dove si svolgerà la competizione, o essere convinti di seguire un regime alimentare adeguato anche se ci si trova in un altro continente. Nel tiro a volo è, ad esempio, importante percepire le condizioni ambientali nelle quali si gareggerà come favorenti la propria personale prestazione e non come ostacolanti. Bisogna, a questo proposito, imparare a restare il più possibile indifferenti agli agenti atmosferici allo scopo di non introdurre ulteriori stress e di non fornire un vantaggio psicologico ai propri avversari. 8. Accettare gli errori commessi in gara: implica che quanto sta accadendo durante la competizione in cui si è impegnati deve essere sempre valutato come a proprio favore e allo scopo di aumentare le probabilità di successo. Vi sono tiratori che quando si blocca il campo durante una serie, a causa di un guasto alle macchine che sganciano i piattelli, ritengono che questo evento sicuramente li penalizzerà e li distrarrà. Bisogna, viceversa, assumere l atteggiamento esattamente opposto restando concentrati, proprio perché ci si è allenati ad affrontare positivamente anche queste situazioni, che non sono poi neanche rare non solo nelle competizioni nazionali ma anche in quelle internazionali. In sostanza, ogni evento deve essere interpretato in termini di situazione che serve a valorizzare le qualità agonistiche personali. Ogni atleta deve prendere in esame queste otto dimensioni ed esprimere una valutazione personale sulla sua capacità di essere almeno sufficiente in ognuna di esse. Minore è il punteggio che si attribuisce, maggiore dovrà essere il suo impegno nel migliorarsi in relazione a questa dimensione psicologica della fiducia (tabella 1). DIMENSIONI DELLA FIDUCIA COME COME DEL TIRATORE MI VALUTO OGGI VOGLIO ESSERE Padroneggiare l azione di tiro 8 9 Dimostrare di saperlo fare in gara 7 9 Essere preparati mentalmente 7 9 Percepirsi in forma 8 8 Essere sostenuti dal proprio ambiente sociale 6 8 Sentirsi guidati dall allenatore 6 8 Sentirsi a proprio agio sui campi di gara 5 9 Accettare gli errori commessi in gara 5 9 TOTALE (minimo 40 massimo 80) TABELLA 1 Esempio di valutazione della propria fiducia come tiratore. 35

4 SDS-SCUOLA DELLO SPORT 114 PSICOLOGIA DELLO SPORT Se ottiene un punteggio inferiore a 56 significa che si valuta globalmente come tiratore a livello medio, è in grado di esprimersi positivamente nei casi in cui vi è un numero ridotto di situazioni stressanti ma quando queste aumentano, incrementa anche il numero degli errori. Per stress agonistico s intende quello che viene percepito in ogni gara e che può comprendere: l interruzione di una serie per un guasto alle macchine, condizioni meteorologiche difficili, gli avversari, lo sparare in un momento della giornata poco consono al tiratore, lo stress mentale personale e così via. Sono tutte situazioni che possono ridurre in modo notevole la prestazione di tiro. Effettuata questa valutazione, si è in grado di sapere dove migliorare. Il questionario ha chiaramente un valore indicativo, utile a orientare la scelta degli obiettivi di miglioramento e le sedute di allenamento, poiché i punteggi che vengono attribuiti derivano da una riflessione dell atleta sui suoi punti di forza e di debolezza in relazione a una dimensione veramente importante qual è la fiducia. Va sempre ricordato che anche le valutazioni migliori non sono date una volta per sempre. La fiducia va allenata così come l azione di tiro, si può avere vinto le Olimpiadi ma ugualmente, l anno seguente, si deve ritornare ad allenarsi con la stessa intensità e qualità sui campi da tiro. Lo stesso vale per la fiducia, i grandi successi sono una fonte eccezionale d incremento e di sostegno della propria autostima, ma lo sport di alto livello richiede ogni anno di mettersi in discussione attraverso le competizioni e così, anche per la fiducia si tratta di saperla continuamente alimentare con stimoli efficaci. Dopo il raggiungimento di un obiettivo riparto da zero. Usando un linguaggio attuale direi che mi resetto. Passate le emozioni, i festeggiamenti, torno in campo proponendomi degli obiettivi intermedi, come per esempio la vittoria in una gara internazionale. Per capirci meglio, è come se mi trovassi alla base di una scala, pronto per salire sino al piano superiore. Mi concentro quindi nell affrontare il primo gradino della scala che, alla fine, gradino dopo gradino mi porterà al piano superiore, il mio obiettivo finale. Francesco D Aniello 1 ISTRUZIONI PER L EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE Per attribuire i punteggi: 5 = abilità posseduta in modo insufficiente; 6 = abilità posseduta in modo appena sufficiente; 7 = abilità posseduta a livello medio ed errori in situazione di stress agonistico; 8 = abilità posseduta a un buon livello nella maggior parte delle situazioni agonistiche; 9 = abilità posseduta sempre a un ottimo livello; 10 = abilità posseduta a livello di eccellenza. LA GESTIONE DELLA PRESSIONE PSICOLOGICA DURANTE LA SERIE Che fare per gestire la notevole pressione psicologica che i tiratori sperimentano durante le gare più importanti? Cosa fare durante la serie per mantenere la concentrazione dal primo all ultimo piattello? Michael Diamond 2 afferma: M impegno a restare in contatto con il ritmo e il timing perché il timing è assolutamente tutto nel nostro sport. Tan 2012 Ogni atleta di alto livello sa, per esperienza personale, che si deve sparare un piattello per volta; proprio come se fosse l unico, senza pensare che è il primo piattello delle Olimpiadi, il 14 della seconda serie o quello che lo può far entrare in finale. Tecnicamente si può sparare solo un piattello per volta, ma il senso di questa richiesta di concentrarsi solo su un piattello ha un valore esclusivamente psicologico. Infatti, il potere dell atleta sulla sua prestazione si manifesta eseguendo correttamente la propria azione tecnica, nell eseguire cioè in maniera efficace solo quanto serve per rompere il piattello che sta per uscire. Pensare ad altro non solo è inutile ma distoglie l attenzione da quello che si sta per fare. Infatti, se in quei momenti il tiratore avesse la mente occupata anche 36

5 solo per il 10% da pensieri o stimoli esterni non rilevanti (la voce del tiratore precedente, rumori dietro di lui o la preoccupazione per la pedana successiva) e per il 90% da quello che sta per fare, queste preoccupazioni potrebbero avere un effetto negativo sulla prestazione. In questi momenti, il dialogo con se stessi è di grande rilevanza poiché è quasi impossibile realizzare una condizione di vuoto mentale che annulli ogni pensiero, e nel contempo ogni persona conosce per esperienza diretta quanta influenza negativa abbia sulle prestazioni lo sviluppare pensieri negativi e svalutanti. Viceversa, il dialogo positivo con se stessi determina una condizione psicologica che consente prestazioni efficaci. Il dialogo interno si manifesta nel modo seguente: 1. Evento attivante: è rappresentato da una situazione sportiva che stimola lo sviluppo di pensieri specifici. Esempio: Ultimi 5 piattelli della serie che sono decisivi per entrare in finale. 2. Credenza personale ostacolante: Potevo tirare meglio nelle serie precedenti, così non sarebbero stati così decisivi. Non devo fare errori. Il cuore mi pulsa nelle orecchie. 3. Credenza personale costruttiva: Ho l opportunità di chiudere bene la serie. Concentrati solo su quello che devi fare, lascia uscire il piattello e tira. 4. Conseguenze emotive del pensiero ostacolante: stress e ansia eccessiva; sentimento d incapacità, scarsa concentrazione sull azione tecnica. 5. Conseguenze emotive del pensiero costruttivo: sostegno emotivo energizzante che stimola percezione di competenza, concentrazione solo sul gesto tecnico. Per sviluppare questo atteggiamento costruttivo è necessario concentrarsi sull esecuzione della propria prestazione. Il tiratore esercita il massimo del suo potere focalizzandosi su quanto dipende da lui, ciò consiste nella sua azione sportiva. Secondo, l atleta deve sempre restare concentrato sulla prestazione e non sul risultato che vuole ottenere. Quando il pensiero corre su quest ultimo aspetto lo stress agonistico aumenta, insieme alla probabilità di commettere degli errori. Non bisogna mai pensare Devo rompere il piattello, bisogna invece mantenere la propria focalizzazione sull esecuzione o come dicono nel tiro a volo in modo sintetico: Chiama e tira il grilletto. Infatti, pensare alla prestazione vuol dire essere pronti a fare ciò per cui ci si è allenati e non qualcosa di diverso. Terzo, prima d iniziare una gara gli atleti dovrebbero concentrarsi nel ricreare quelle condizioni psicologiche per loro ottimali e che gli permetteranno di sentirsi pronti al momento della partenza della gara. Si evidenzia, quindi, che il riscaldamento non ha soltanto un significato fisico ma serve a attivare quelle sensazioni fisiche e mentali che forniscono all atleta la consapevolezza relativa alla sua condizione di quel momento. Se vi sarà una coincidenza fra ciò che prova e la sua idea di condizione pre-gara ottimale avrà raggiunto il suo primo obiettivo, quello di sentirsi preparato a gareggiare. Gli errori più comuni che ostacolano la focalizzazione su un solo piattello sono i seguenti: 1. pensare ai piattelli che si devono ancora rompere; 2. continuare a pensare a un piattello che si è sbagliato; 3. contare i piattelli (nella fossa olimpica) per conoscere la direzione di quello successivo; 4. pensare agli avversari, lasciandosi condizionare dal loro ritmo di tiro, dalla voce e dai piattelli sbagliati; 5. pensare che in allenamento si è avuto qualche problema sulla pedana in cui si sta per andare a tirare; 6. lasciarsi intimorire dalle condizioni meteorologiche (vento, nuvole, angolazione del sole, caldo, pioggia); 7. pensare al risultato che si sta ottenendo sia esso positivo o negativo; 8. pensare che si è ancora a punteggio pieno; 9. tormentarsi perché si è fatta una seconda canna o si è rotto appena un pezzetto del piattello; 10.pensare che gli altri stanno facendo degli zeri. Infine, il tiratore deve essere consapevole delle cause dei suoi errori, per quanto possano essere pochissimi come accade agli atleti che partecipano alle manifestazioni internazionali più importanti. Una tipologia di errori nel tiro riguarda l accelerare o il ritardare troppo la fucilata. Senza entrare nel merito delle questioni tecniche, dal punto di vista psicologico quando si accelera il tempo di azione si tende a comportarsi in modo più impulsivo e si manifesta la volontà di uscire il più rapidamente possibile dalla pedana. In genere, questa velocizzazione della propria azione di tiro non avviene improvvisamente, ma si consuma nel giro di qualche pedana sino a quando la velocità che ci si è imposti diventa disfunzionale rispetto all efficacia di tiro e si fa uno zero. I tiratori avrebbero, quindi, il tempo nelle pedane precedenti di accorgersi di questa progressiva accelerazione, evitando di giungere al punto di non ritor- Alberto Cei A llenarsi per incere LIBRO PAGINE ,00 EURO Alberto Cei mette a disposizione di atleti e sportivi tutta la sua esperienza per lo sviluppo di una mentalità vincente, per poter affrontare con determinazione qualsiasi situazione agonistica. Il libro è dedicato agli sgobboni e non ai bravi per un giorno. Questo libro è per chi vuole correre il rischio di diventare un professionista e non si accontenta dei successi facili. È per chi ritiene che le imprese eccezionali siano il frutto dell impegno quotidiano; è per chi si allena anche quando piove e il traguardo è ancora lontano. È dedicato anche a chi, pur non avendo più il tempo o l età per diventare un atleta di alto livello, vuole comunque coltivare la sua passione sportiva e allenarsi per migliorare quelle abilità psicologiche che gli permetteranno di conoscersi meglio e di sviluppare quelle competenze mentali che gli faranno vivere questo impegno in maniera gratificante e positiva. PER INFORMAZIONI E ORDINI tel info@calzetti-mariucci.it

6 PSICOLOGIA DELLO SPORT 38 SDS-SCUOLA DELLO SPORT 114 no, che è quello in cui si è affrettata la propria azione sino a renderla inefficace, tirando in modo impulsivo. In queste situazioni, è usuale per un osservatore vedere che il tiratore chiama il piattello ancora prima di avere fermato le canne per 2-3 secondi sul punto di uscita del piattello. L altra situazione negativa è di carattere opposto e si riferisce, invece, a quando il tiratore vuole assicurarsi il piattello. Significa volere avere la certezza di romperlo, ritardando il tempo fra la chiamata e il tiro, così facendo si aumenta la probabilità di lasciare allontanare troppo il bersaglio. Rappresenta un segnale d insicurezza che non si traduce come nel caso precedente in una progressiva accelerazione bensì è di segno contrario: il tiratore attende perché vuole essere sicuro. Anche per questa modalità di azione vale quanto detto prima, di solito non avviene di colpo ma è determinata da un rallentamento progressivo già presente nei tiri immediatamente precedenti. Talvolta la stessa voce diventa meno decisa, meno forte e, comunque, diversa da quella che si ha quando si esegue nei tempi giusti la propria azione. Un altra condizione negativa che può manifestarsi in pedana riguarda il deprimersi dopo che si è commesso uno o più zeri. Talvolta i tiratori diventano sfiduciati, non reagiscono positivamente all errore, ne commettono altri subito dopo, fanno la famosa bicicletta, commettono due errori consecutivi, si potrebbe dire che è il modo per impantanarsi in gara e di procedere da un piattello all altro con insicurezza. Questa condizione psicologica è difficile da affrontare per l atleta, poiché sono gli stessi suoi pensieri ad averlo messo in questa condizione di sconforto. In questi momenti negativi l atleta deve avere un solo pensiero: Devo tenere la serie perché i conti si fanno solo alla fine. Vuol dire ripartire dal piattello successivo come se fosse il primo di una nuova serie, riappropriandosi della propria routine di tiratore, che commettendo quegli errori ha evidentemente abbandonato. Frasi del tipo: Concentrati solo sulla tua azione. Stai fermo e chiama. Respira profondamente, ora c è il prossimo piattello, la prossima pedana, unitamente alla ripetizione mentale dell azione tecnica, permettono di riportare la mente a concentrarsi solo sulla propria. Questo vuole dire tenere la serie, mentre molte volte si sente dire dai tiratori: Ecco, se dopo quella bicicletta non mi fossi lasciato andare, avrei potuto ancora entrare in finale. È quindi necessario che i tiratori si allenino nella pratica quotidiana e anche mentalmente, al di fuori dell allenamento sul campo, a superare questi momenti di crisi. Un modo per evitare queste trappole mentali consiste nell allenarsi a raggiungere il massimo della concentrazione nei 10 secondi che precedono ogni esecuzione, e di mettersi in una condizione che si può chiamare di attesa nei successivi 40 secondi, così da economizzare l energia psicologica necessaria per esprimersi al meglio sulla pedana successiva. Lo schema di eventi temporali che si susseguono nella fossa olimpica e nel double trap nei 50 secondi che trascorrono tra una pedana e l altra, dopo che è stato eseguito il colpo e che i tiratori devono rispettare, è il seguente: 1. sbossolare (3 secondi circa); 2. esecuzione di un respiro profondo (10-15 secondi); 3. concentrazione su una sensazione fisica (15 secondi) (esempio: mano che stringe il calcio del fucile, sentire la propria voce chiamare il piattello), oppure routine comportamentale (15 secondi) (esempio: sistemarsi le cuffie, strofinarsi una mano sul giacchetto, sistemarsi gli occhiali); 4. chiudere il fucile imbracciare chiamare il piattello tirare (entro 10 secondi). Seguendo questa routine, il tiratore guida la propria mente su un percorso che riduce le trappole mentali e orienta in maniera costantemente positiva la sua azione competitiva. Ogni atleta, una volta appresa questa routine potrà modificarla a seconda delle sue esigenze, purché rispetti il timing richiesto di circa 40 secondi di attesa e 12 secondi di preparazione al tiro. L altro approccio mentale che il tiratore deve mettere in atto dopo un errore consiste nell agire come se il piattello seguente fosse il primo e non quello successivo allo zero. È lui che deve guidare la sua mente oltre l errore, e il modo migliore per raggiungere questo scopo è di concentrarsi così come è stato appena descritto, come se non esistesse altro che il prossimo piattello. Questo modo di pensare e di agire centrato solo sul presente non viene appreso durante le competizioni ma deve essere perfezionato durante le sedute di allenamento. Solo in questa maniera potrà diventare un sistema che appartiene alla routine di gara. Ecco cosa ha pensato Giovanni Pellielo 3 prima e durante la finale olimpica di Rio: TECNICHE PER IL MIGLIORAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE Vengono proposte alcune delle esercitazioni svolte abitualmente con i tiratori per migliorare la loro concentrazione. Si preferisce fornire questi esempi allo scopo di dare al lettore la possibilità di sapere come viene svolto in pratica un programma di allenamento psicologico nel tiro. Quanto presentato è parte di un programma più ampio (Cei 2008) costruito sulla base della mia esperienza in questo sport ma che trova comunque le sue basi sui dati forniti dalla ricerca psicologica. Esercizio di focalizzazione sull uscita del piattello Il tiratore fermo e senza avere l arma è in pedana, si concentra per 10 secondi sul punto di uscita del piattello. Al termine di questo periodo si muove distogliendo lo sguardo da quel punto per circa 15 secondi. In seguito si rimette in pedana e ripete l esercizio. Può effettuare 10 ripetizioni di questo tipo. In totale trascorrerà circa 5 minuti. Specialità: fossa olimpica e double-trap. Esercizio di mantenimento della concentrazione sino all uscita del piattello Il tiratore osserva un target posto a circa 10 metri di distanza. I primi 3-4 giorni si concentra su questo bersaglio per 30 secondi per poi distogliere l attenzione per altri 30 secondi. Ripete questa sequenza per 10 volte consecutive. In seguito per altri 3-4 giorni si concentra sullo stesso o su un altro oggetto, sempre distante almeno 10 metri, per 20 secondi per poi distogliere l attenzione per altri 20 secondi. Ripete questa sequenza sino a completare un tempo totale di 10 minuti per un totale di 15 ripetizioni. Per altri 3-4 giorni riduce ulteriormente il tempo di concentrazione, passando a 15 secondi e distogliendola per altri 15 secondi. Il tempo complessivo è sempre di 10 minuti per un totale di 20 ripetizioni. In seguito abbrevia a 10 secondi la concentrazione sull oggetto e a 20 secondi la fase di distrazione dall oggetto. Per un totale sempre uguale a 20 ripetizioni Mi sono sentito tranquillo per avere conquistato la finale, una sensazione di benessere ma nello stesso tempo avevo paura, quella di affrontare una cosa ancora più difficile. A quel punto dovevo arrivare alla finale bilanciando tra loro la gioia e la paura. Volevo vivere il momento, al di là del risultato che si poteva raggiungere. Ho fatto in questo modo piattello per piattello, un errore poteva venire in qualsiasi momento ma sapevo di affrontare una difficoltà alla volta. Lo stesso ho fatto durante lo shot-off per l oro, ho preso il primo piattello e lui poteva sbagliare dopo di me, poi siamo arrivati al 6 piattello, io l ho sbagliato, lui l ha preso e ha vinto. Per me è stato un successo arrivare fino a quel momento e vincere l argento. Giovanni Pellielo

7 114 SDS-SCUOLA DELLO SPORT Infine dovrebbe concentrarsi per soli 5 secondi sull oggetto distogliendo l attenzione per altri 15 secondi, per un totale di 30 ripetizioni in 10 minuti. Specialità: skeet. Questa esercitazione è particolarmente adeguata per lo skeet. poiché potenzia la competenza di restare concentrati in quel brevissimo periodo di tempo che intercorre tra la chiamata e l uscita del piattello, che avviene tra 0 e 3 secondi. Esercizio di visualizzazione della serie Visualizzare la serie serve a sviluppare la competenza di mantenere la concentrazione sulla prestazione per un periodo di tempo piuttosto lungo, come è richiesto dal tiro a volo (circa 25 minuti). Il tiratore deve immaginarsi di essere in pedana e si ripeterà mentalmente tutta la sequenza di tiro nonché il periodo di attesa del suo turno successivo proprio come se stesse realmente in quella situazione. Il tiratore inizia l esercizio immaginandosi che sia il suo turno ed esegue mentalmente tutta la sua routine di tiro, della durata di non più di 10 secondi. Immagina esattamente ciò che fa, chiama nella sua mente il piattello e spara. Subito dopo trascorre un periodo di 40 secondi durante il quale si trova in una condizione di attesa. Quando visualizza che colui che lo precede sta per sparare si prepara per eseguire nuovamente la sua routine di 10 secondi e così di seguito. La prima settimana che esegue questo esercizio di ripetizione mentale si può fermare dopo che ha immaginato di sparare le prime cinque pedane. In tal modo nel double-trap e nella fossa olimpica questo esercizio dovrà avere la durata di circa 4 minuti. Successivamente, ogni settimana seguente aumenta di un giro completo la sua ripetizione, sino a giungere dopo circa cinque settimane dall inizio a visualizzare la serie completa. Per quanto riguarda lo skeet il metodo di visualizzazione è sempre lo stesso; quindi l atleta visualizza se stesso in pedana nell azione di tiro e poi visualizza l attesa che è determinata dal tempo necessario ai cinque avversari di completare una pedana. Varia il contenuto specifico delle ripetizioni e i tempi di attesa sono differenziati a seconda della pedana. In ogni caso la visualizzazione deve essere realistica e rispettare, pertanto, i tempi dello skeet. Anche per i tiratori dello skeet è, comunque, necessario un periodo di tempo di cinque settimane per giungere alla ripetizione completa della serie. Potranno suddividere la progressione settimanale di questo allenamento mentale in sequenze di circa cinque minuti l una. Esercizio di concentrazione pre-gara In gara Scopo di questo esercizio è di migliorare la concentrazione nei minuti che precedono l inizio di una serie. Terminata la fase di riscaldamento, il tiratore si mette le cartucce in tasca, il berretto, gli occhiali, le cuffie e si prepara il fucile. Già in questa fase vi è un progressivo isolamento da quanto succede nell ambiente, parla nel caso con il tecnico ma esclude le altre persone, chiunque esse siano. La fase della chiusura del tiratore diventa determinante. Molti in questi momenti eseguono dei piccoli rituali comportamentali che li aiutano a concentrarsi e precedono l andare sul campo. Bisogna giungere sul campo in tempo per abituare gli occhi alla luce di quel momento della giornata, per verificare un ultima volta l adeguatezza delle lenti che si sono scelte, per vedere i piattelli. Si sta in disparte al di fuori del passaggio di altri, si evita d incontrare con lo sguardo chiunque stia passando o sia vicino, perché forse potrebbe volere scambiare anche solo una battuta, dare un in bocca al lupo, stimoli inutili che distraggono in questa fase di concentrazione finale. In questa fase, ogni tanto si ripete mentalmente la propria azione di tiro. Si possono eseguire anche uno o due respiri profondi. Quando finisce la serie in corso, si entra per primi e ci si sistema nella pedana di partenza. In allenamento Il tiratore si deve allenare ad entrare in questa condizione mentale di completa chiusura verso l ambiente esterno, fatta eccezione ovviamente per quegli stimoli che sono pertinenti per la prestazione. Per raggiungere questo scopo, anche in allenamento deve eseguire una routine simile a quella di gara. Questo lo farà essenzialmente prima di quelle serie in cui simula di essere a una competizione. Questa esercitazione è poco rilevante nella prima parte della preparazione annuale, quando l allenamento è orientato prevalentemente sulla parte tecnica della sua azione e il tiratore spara molti piattelli anche per ritrovare quell unione armoniosa con il suo attrezzo sportivo, in questo caso il fucile. In seguito, quando si avvicina il periodo delle prime gare importanti e si comincia a fare qualche gara minore, diventa centrale il sapersi mettere nella condizione pre-gara ottimale. Pertanto, anche in allenamento, dovrà cominciare a svolgere quella routine fatta di azioni, pensieri e sensazioni che deve precedere l inizio della serie di almeno 15/20 minuti. Questo esercizio non deve essere svolto prima di ogni serie, ma sarà programmato in determinate giornate del ciclo di allenamento. Nelle quattro settimane che precedono l inizio della prima gara dovrà comunque venire eseguito almeno una volta alla settimana (o più volte in funzione del numero di allenamenti settimanali). Inoltre, dovrà essere effettuato anche nelle gare minori a cui eventualmente si partecipa durante i fine settimana. L obiettivo è di potenziare la competenza nel sapersi concentrare e chiudersi, come dicono i tiratori, nei momenti che precedono la gara, di mantenere un livello di tensione psicologica adeguato e di avere allenato dei modi di fare, pensare e sentire che con relativa facilità potrà mettere in atto nelle gare per lui più significative. Questo tipo di preparazione vale per tutte le specialità del tiro a volo. NOTE 1. Argento a alle Olimpiadi Pechino e due volte campione del mondo nel doubletrap. 2. Tiratore australiano per due volte oro nella fossa olimpica alle Olimpiadi. 3. Vincitore di quattro medaglie olimpiche e quattro campionati del mondo nella fossa olimpica. B ibliografia Cei A., La preparazione psicologica nel tiro a volo, Roma: Edizioni Luigi Pozzi, Tan G., 2012 Olympic profile: Michael Diamond. Wall Street Journal, 2012, Retrieved from wsj.com/news/articles/sb Taylor M. H., Clay target shooting: The mental game, Tucson, AZ: STP Book, Terry P. C., Cei A., Shooting in India, in Terry P. C., Li- Wei Z., YoungHo K., Morris T., Hanrahan S. (a cura di). Secrets of Asian sport psychology. University of Southern Queensland, 2014, Retrieved from peterterry.wix.com/books L autore: Alberto Cei, docente della Scuola dello Sport del Coni Servizi S.p.A. In qualità di psicologo ha partecipato alle ultime 5 Olimpiadi estive lavorando con atleti vincitori di numero medaglie olimpiche. Svolge attività di ricerca e valorizzazione del talento, di consulenza nell ottimizzazione delle prestazioni sportive e manageriali. xxxxxxx 39

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