PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE
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- Dario Benedetto Valli
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1 COMUNE DI BENEVENTO Assessorato all ambiente PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE RELAZIONE TECNICA Parte I Dicembre 2010 Assessore all Ambiente e Mobilità: Enrico Castiello Il Dirigente del Settore Ambiente: Dott.ssa Lorena Lombardi Progettazione: Dott. Geol. Massimo Romito Consulenza: Arch. Pasquale Fiore Il Sindaco: Ing. Fausto Pepe 1/15
2 1.PREMESSA L odierno Piano di Protezione Civile (PPC), su mandato specifico dell Amministrazione Civica di Benevento, è stato redatto e aggiornato, con riferimento al suo territorio e con la finalità di individuare i rischi certi cui la collettività può andare incontro. Un piano non teorico, rivolto a fronteggiare concretamente i rischi reali cui la comunità ed il territorio sono soggetti e che non mostrasse limiti al momento della sua applicazione pratica in caso di calamità naturali o di emergenze indotte. Tale idea di Piano presuppone che siano chiari alcuni punti fermi, tra i quali: a. disporre di una precisa valutazione dei rischi naturali cui il territorio è soggetto per poter sviluppare gli strumenti più idonei ed efficaci a fronteggiarli quando si presentasse il pericolo reale; b. disporre di un preciso ed aggiornato elenco delle strutture, pubbliche e private, che all'occasione siano in grado di prestare la loro opera in tempo reale e con la necessaria efficienza; c. predisporre l'organigramma delle risorse tecnologiche ed umane che dovranno essere impegnate nell'emergenza, il loro grado gerarchico e le rispettive competenze. Così come stabilito dalla legge istitutiva del Servizio Nazionale della Protezione Civile, L. 225/92, dal Regolamento di attuazione dell'art.18 della legge stessa e dalle successive circolari. In mancanza di chiarezza sui sopra ricordati elementi diventa difficile elaborare un PPC aderente alle reali problematiche del territorio. In accordo con l'amministrazione si è quindi deciso di affrontare il tema in quattro fasi distinte: FASE 1 - Acquisizione degli elementi conoscitivi di cui ai tre punti sopra espressi; FASE 2 - Elaborazione del Piano vero e proprio sulla base della Fase precedente; FASE 3 Massima sinergia con la Prefettura di Benevento circa la comunicazione e gestione del nuovo Piano Comunale di Protezione Civile; FASE 4 - Elaborazione di un SIT specifico per la rappresentazione, valutazione e gestione continua dei rischi; La FASE 1 si è conclusa con la presentazione raccolta di tutti i dati necessari volti alla redazione dell aggiornamento del Piano di Protezione Civile. Nella FASE 2 è stato elaborato il Piano Esecutivo del territorio comunale che comprende una relazione composta da quattro parti ed elaborati cartografici. La FASE 3 prevede la trasmissione del nuovo Piano Comunale di Protezione Civile alla Prefettura di Benevento con l eventuale aggiornamento dati in loro possesso. La FASE 4 prevede la redazione un SIT (Sistema Informativo Territoriale) comunale specifico avente come finalità la gestione dei dati alfanumerici e cartografici georeferiti, atti alla valutazione e controllo dei rischi in funzione dei processi in atto sul territorio comunale, in particolare per la zona di contrada Pantano per il rischio esondazione. Per l elaborazione del documento, è stata mantenuta una stretta e continua collaborazione con l Assessore al ramo Enrico Castiello, con il dirigente del settore 2/15
3 Ambiente la dott.ssa Lorena Lombardi e il RUP. Arch. Elena Cavuoto. Il Piano è stato redatto e aggiornato tenendo conto delle linee guida per la compilazione del Piano Comunale di Protezione Civile in conformità dello schema tipo di Piano redatto dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, nonché della O.P.C.M. 3606/2007, la quale costituisce l elemento di maggior rilievo dell attuale Piano. 2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Le fonti normative che regolano l attività di Protezione Civile sono le seguenti: Legge n. 996/1970 (Norme sul soccorso ed assistenza); DPR n. 66/81 (Regolamento esecuzione L. 996/70); Legge n. 142/90 (Prevenzione delle calamità Compiti della programmazione); Legge n. 66/91 (Legge quadro sul Volontariato); Legge n. 225/1992 (Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile); D. Lgs n. 112/1998 (Conferimento funzioni e compiti alle Regioni ed Enti locali); Legge n. 265/1999 (Disposizioni in materia d autonomia e ordinamento degli Enti Locali, nonché modifiche alla L. 142/90); D.P.R. n. 194/2001 (Disciplina della partecipazione delle OO.d.V. dell attività di P.C.); Legge n. 401/2001 (Conversione in legge Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle ); Legge Regionale n. 9/93 Normativa per la valorizzazione del Volontariato e regolamentazione dei rapporti con Regione ed Enti); O.P.C.M. 3606/2007; Sulla base del Decreto Legislativo 343 del 7 settembre 2001, convertito nella Legge n. 401 del 9 novembre 2001, tutti i poteri di gestione del Servizio Nazionale di Protezione Civile sono stati assegnati al Presidente del Consiglio e, per delegati questo ultimo, al Ministro dell Interno e, di conseguenza, al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Il Dipartimento ha un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali, ovvero per gli eventi denominati di tipo C, ma non solo. Può essere, infatti, attivato dal Prefetto, dal Presidente della Provincia e dalla Regione per le emergenze definite di tipo B, cioè di livello provinciale, e in casi particolari anche per gli eventi di tipo A, cioè di livello locale. In tale contesto il Prefetto, in ambito Provinciale, rappresenta la figura istituzionale di riferimento del sistema operativo della Protezione Civile, unitamente alle Province e alle Regioni, Istituzioni cui la legislazione attribuisce un ruolo determinante della gestione degli eventi, con grande autonomia d intervento. In particolare la Regione assume un ruolo importante nella fase della prevenzione e previsione, della gestione delle emergenze e della fase di ritorno alle normali condizioni di vita, agendo soprattutto su cinque fattori: 3/15
4 1. prevenzione a lungo termine, da intervenire mediante normative sui fattori urbanistici e territoriali, attuando politiche rigorose di protezione e conoscenza del territorio e dei suoi rischi ed incrementando una cultura della protezione civile e la formazione a tutti i livelli, dai corsi di base e d aggiornamento alle esercitazioni e simulazione d evento; 2. prevenzione a breve medio termine, attraverso l attività di pianificazione e realizzando, anche tramite altri Enti, le opere di difesa del suolo, ed ingegneria naturalistica e sismica, per mitigare il rischio in modo concreto, il monitoraggio dei rischi e cooperando nella pianificazione d emergenza degli Enti locali; 3. previsione a brevissimo termine, compiuta utilizzando i più ampi e affidabili sistemi di previsione e monitoraggio dei rischi, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento per eventi calamitosi attesi, da pochi giorni a poche ore prima dell evento; 4. gestione delle emergenze, collaborando con la Prefettura e le diverse componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile; 5. ritorno alla normalità, predisponendo assieme agli altri Enti territoriali piani di ripristino riguardante il ritorno alle normali condizioni di vita. Nel contesto normativo in questione, la Provincia assume sempre maggiore importanza nel quadro di riferimento istituzionale, riguardo ai livelli di competenza trasferiti dalla vigente legislazione sia in emergenza, sia nelle fasi di pianificazione preventiva e successiva all evento. In ambito comunale il Sindaco è la figura istituzionale principale della catena operativa della Protezione Civile, dall assunzione delle responsabilità connesse alle incombenze di Protezione Civile, all organizzazione preventiva delle attività di controllo e di monitoraggio, fino all adozione dei provvedimenti d emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana. 4/15
5 3. VALUTAZIONE DEI RISCHI Il Territorio del Comune di Benevento, situato nella Provincia di Benevento, si estende per circa 134 Kmq. Le caratteristiche idrografiche, geologiche e geomorfologiche sono le seguenti: il Comune è situato nella vallata a ridosso del versante tirrenico dell Appennino Sannita del tratto Campano ove corrono i fiumi Sabato e Calore a cavallo dei quali si è sviluppata l area urbana del capoluogo. Oltre ai fiumi citati i principali corsi d acqua che lo attraversano sono il fiume Tammaro, il torrente San Nicola, il torrente Serretelle e Malecagna. Secondo la geomorfologia, l assetto strutturale del territorio comunale è molto variabile. I paesaggi collinari sono costituiti prevalentemente da termini litologici di natura sabbiosa o sabbioso-argillosa o conglomeratici ed attribuibili al periodo miocenico e pliocenico. Il fondovalle è prevalentemente costituito da depositi ciottoloso-ghiaioso alternati a livelli di sabbie, sabbie-limose e limi argillosi che definiscono, in una caratteristica stratificazione incrociata dovuta alla interdigitazione degli elementi psefitici con quelli psammitici, i periodi di piena e di magra dei fiumi. Esso confina, da EST verso OVEST ed in senso orario, con i territori dei Comuni di Pietrelcina, Paduli, Apice, San Nicola Manfredi, S. Angelo a Cupolo, San Leucio del Sannio, Apollosa, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Torrecuso, Ponte, Pesco sannita e Pago Veiano. Il Comune, dal punto di vista altimetrico è compreso, per tutti i suoi 134 Kmq, tra metri 123 e metri 930 sul livello del mare. Il Palazzo Comunale si trova a circa 139 m. s.l.m. Il Centro Storico è geograficamente situato a di latitudine nord e di longitudine ovest rispetto al meridiano di Roma Monte Mario. La direzione prevalente del vento, secondo i dati storici forniti dall ARPA, è SW- NE. Il Comune, dai dati statistici rilevati, ha una popolazione residente al 31 Luglio 2007 pari a abitanti, divisi in nuclei familiari. Il territorio del Comune è suddiviso in 9 Zone o Rioni, nel capoluogo e 109 contrade.il territorio al di fuori del tessuto urbano è caratterizzato da un paesaggio prevalentemente agricolo esso è caratterizzato da urbanizzazione per lo più dispersa, con diversi agglomerati a nuclei. Le aree libere, boscate, sono limitate. Le aree industriali sono concentrate in aree specifiche periferiche al centro abitato (contrada Olivola, contrada Roseto, contrada Ponte Valentino). Per le sue caratteristiche strutturali, strategiche, produttive e socio culturali il Comune di Benevento, secondo memoria storica degli ultimi anni ed in previsione futura, presenta sul suo territorio alcune fonti di rischio. a) Rischio sismico; b) Rischio idraulico, per la presenza di diversi corsi d acqua; c) Rischio idrogeologico, per la potenziale predisposizione alla franosità dei litotipi costituenti i rilievi collinari beneventani; d) Rischio industriale; e) Rischio Incendi; 5/15
6 Il PPC in accordo con le Linee Guida Regionali, è stato predisposto quindi per affrontare la fase d emergenza legata a suddetti tipi di rischio. Ogni scenario descrive gli effetti che un ipotetico evento calamitoso provocherebbe sul territorio comunale. In rapporto a tali effetti sono state predisposte misure operative descritte in questo piano. In conformità con le disposizioni impartite dal Dipartimento della Protezione Civile, gli scenari prendono in considerazione il massimo evento atteso, in modo che, a fronte della diversa intensità ed estensione e del diverso livello di gravità delle sue conseguenze, il piano è stato strutturato ipotizzando il più elevato grado d intensità, la maggiore estensione e le peggiori conseguenze. Sono stati considerati anche altri eventi calamitosi o da configurare come situazioni d emergenza, che hanno interessato il territorio Comunale e che potrebbero ripresentarsi in futuro. Tali situazioni possono essere definite come microemergenze: PIOVASCHI VIOLENTI E TROMBE D ARIA CON ALLAGAMENTI; GRANDI NEVICATE; EMERGENZA SANITARIA E VETERINARIA; INCIDENTI FERROVIARI; INCIDENTI AEREI; INCIDENTI STRADALI CON VERSAMENTO DI SOSTANZE PERICOLOSE; INTERRUZIONE IMPROVVISA DI FORNITURA IDRICA, ELETTRICA O GAS; PARALISI DEL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO COLLEGATO ALLA CHIUSURA DELLA VIABILITÀ AUTOSTRADALE; EVENTI INDOTTI, QUALI GRANDI MANIFESTAZIONI CULTURALI, POPOLARI, SPORTIVE, ECC.; RINVENIMENTO ORDIGNI BELLICI. 6/15
7 4. STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE OPERATIVE SUL TERRITORIO DI BENEVENTO. a) Generalità Per la predisposizione e l aggiornamento del PPC è stata necessaria l acquisizione di notizie relative alle risorse materiali disponibili ed utilizzabili e alle strutture di Protezione civile già operanti sul territorio e immediatamente fruibili in caso di calamità. Secondo l Art.11 della Legge 225 del 24/04/1992, sono considerate strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile: a) il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, quale componente fondamentale della protezione civile; b) le Forze Armate; c) le Forze di Polizia; d) il Corpo Forestale dello Stato; e) i Servizi Tecnici nazionali; f) i Gruppi nazionali di ricerca scientifica, l Istituto nazionale di Geofisica ed altre istituzioni di ricerca; g) la Croce Rossa Italiana; h) le strutture del Servizio Sanitario Nazionale; i) il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino CNSA (CAI); j) le Organizzazioni di Volontariato. In base all Art.8 di suddetto D.P.R. le associazioni, ciascuna nel proprio ambito territoriale forniscono al Prefetto ed al Sindaco ogni possibile e fattiva collaborazione. Ai fini della partecipazione alla predisposizione dei piani di protezione civile le associazioni sono tenute a comunicare la loro organizzazione, in particolare: il numero di volontari ed il numero di dipendenti; la specialità individuale e il grado di responsabilità nell ambito del gruppo operativo; la dotazione di mezzi, delle attrezzature d intervento, delle risorse logistiche, di comunicazione e sanitarie, nonché la reperibilità dei vari responsabili; capacità e tempi di mobilitazione; ambito territoriale di operatività. Tali informazioni permettono al volontariato di essere inserito come strumento attivo di partecipazione all attuazione del piano di protezione civile, secondo istruzioni e modalità che saranno previste e stabilite dal piano stesso. E comunque utile ricordare che all attività di Protezione civile devono concorrere anche i singoli cittadini, nonché gli Ordini e i Collegi professionali (Art. 6 Legge /02/92). La predisposizione e attuazione del PPC è rappresentato dalla definizione e dall organizzazione della struttura operativa, attraverso: 7/15
8 istituzione e organizzazione del C.O.C., Centro Operativo Comunale, necessario per la gestione e il coordinamento degli interventi esecutivi di P.C. in sede locale; istituzione e organizzazione del C.O.M., Centro Operativo Misto, necessario per la gestione e il coordinamento degli interventi esecutivi di P.C. in sede intercomunale; nomina del Disaster Manager, funzionario deputato alla gestione delle crisi da calamità, a cui provvede coordinando, in sede C.O.C. e/o C.O.M., i soccorsi e fornendo consulenza e assistenza in tempo reale al gruppo operativo e alle autorità responsabili. Sia il C.O.C. che il C.O.M. fanno capo al C.C.S., Centro Coordinamento Soccorsi che viene istituito presso la Prefettura, e al DI.COMA.C., Direzione di Comando e Controllo, attivato dal Di.P.C. Nazionale, una volta accertata una situazione di pubblica calamità. b) Individuazione delle strutture di P.C. e delle risorse disponibili sul territorio Per acquisire il quadro conoscitivo delle strutture operative locali cui fare riferimento in caso di calamità e delle risorse disponibili in termini materiali, mezzi vettovagliamenti ecc., sono stati avviati contatti con le varie realtà esistenti ed operanti sul territorio comunale di Benevento. Il locale Comando dei Vigili del Fuoco è stato uno dei primi enti ad essere contattato, tenuto conto del fondamentale ruolo che ricopre nell organizzazione e nell attuazione del PPC. Relativamente ai Servizi Tecnici Nazionali, la Provincia e l ANAS, responsabili e competenti per parte della viabilità esistente sul territorio comunale, hanno risposto di non avere predisposto alcun piano di protezione civile in caso di calamità naturali, demandando tale compito alle amministrazioni comunali territorialmente competenti. E stato contattato il Genio Civile e il Provveditorato alle Opere Pubbliche per le necessarie informazioni riguardo all opera di monitoraggio che questo Ente svolge. Sul territorio comunale di Benevento operano varie associazioni di volontariato, ognuna delle quali è stata contattata ed invitata a riunioni collegiali con lo scopo di conoscerne l organizzazione, le dotazioni e le potenzialità operative. Il coinvolgimento della struttura comunale è stata una fonte importante di informazioni utili per il PPC. Gli uffici interpellati hanno fornito gli elementi necessari al completamento delle schede informative standard previste dalle norme vigenti ed hanno contribuito, nei limiti dei dati disponibili, in modo cospicuo a formare l ossatura della parte II Strutture di Protezione Civile e Risorse presenti sul Territorio. Per il quadro delle risorse e delle strutture disponibili sul territorio, tramite l Ufficio Commercio e Ufficio Statistica del Comune di Benevento, sono state raccolte le necessaria informazioni relativamente alle strutture ricettive private e i panifici e mulini esistenti sul territorio. Sono state altresì raccolte informazioni riguardo le ditte e/o imprese di fiducia del comune in grado di svolgere lavori di movimentazione terra, scavi e in grado di fornire mezzi d opera, le farmacie e i produttori di generi alimentari. 8/15
9 Contatti con l Azienda ASL BN 1 hanno permesso di conoscere l organizzazione e il numero di strutture sanitarie presenti sul territorio. Sempre nell ambito di ricerca delle risorse disponibili è stata contattata la Napoletanagas, azienda che opera sul territorio nel settore fornitura gas, la Gesesa S.p.a. azienda che opera sul territorio nel settore acquedottistico, igiene del territorio e depurazione e che quindi ha a disposizione un notevole numero di automezzi di servizio, magazzini e materiali di pronto utilizzo in caso di calamità; Tutte le informazioni acquisite sono riportate nella parte II del PPC. Il documento è soggetto a continue integrazioni e aggiornamenti atti a renderlo sempre più efficace ed esaustivo e richiede quindi periodiche revisioni da organizzare tempestivamente a cura dell Amministrazione Comunale. Nei previsti aggiornamenti del Piano sarà opportuno completare le parti attualmente non disponibili. 9/15
10 5. CRITERI GUIDA E STRUTTURA DEL P.P.C DEL COMUNE DI BENEVENTO Si è detto in precedenza che un PPC non è solo organizzazione dei soccorsi, gestione dell emergenza, interventi straordinari successivi, ma è e deve essere capacità di previsione, attuazione di misure di prevenzione, e informazione ai cittadini. Per tutto ciò è necessaria la più completa conoscenza dello scenario di base, vale a dire: individuazione dei rischi a cui è soggetto, direttamente o indirettamente, il territorio comunale; l indicazione delle risorse esistenti, l individuazione delle aree per l ammassamento dei soccorritori e dei mezzi di soccorso, delle aree per l allestimento di tendopoli e il ricovero delle persone, il censimento di edifici da adibire a ricovero materiali, derrate alimentari e/o persone, di eliporti ecc.; organizzazione delle risorse umane immediatamente fruibili in caso di calamità; l individuazione delle procedure d emergenza per far fronte ai rischi individuati, degli itinerari di soccorso e delle vie di fuga in caso d evacuazione, gli avvisi alla popolazione ecc. Le varie informazioni riguardo alle risorse esistenti e alla struttura comunale, sono state raccolte in un Data Base, aperto e espandibile, per lo più organizzato per schede, seguendo per quanto possibile lo schema proposto dalla Direzione Generale Protezione Civile e S.A., concepite per essere inserite nel sistema informatico di protezione civile. In particolare le informazioni hanno riguardato: 1) Elenco numeri telefonici e indirizzi utili; 2) Elenco scuole comunali, statali e private; 3) Elenco strutture universitarie; 4) Elenco strutture sportive; 5) Elenco Associazioni di Volontariato; 6) Stazioni di collegamento; 7) Strutture di ricettività; 8) Locali utilizzabili come magazzini di raccolta effetti e materiali; 9) Strutture sanitarie; 10) Detentori di risorse (mezzi e attrezzature, materiali, effetti ecc.); 11) Elenco automezzi e attrezzature comunali; 12) Elenco personale comunale. L Amministrazione comunale ha indicato come Area per l allestimento di tendopoli ed il ricovero delle persone 5 siti, oltre le aree di attesa, le cui caratteristiche strutturali ed infrastrutturali sono dettagliate nella parte III, e rappresentate nella tavola 6.1. Queste aree sono attualmente le più idonee e disponibili, sia per estensione e collegamenti, sia per strutture già esistenti. Ha inoltre individuato lo spazio verde alle spalle della stazione ferroviaria (Pezzapiana) come area di raccolta bestiame, anch essa è la migliore attualmente disponibile, per estensione, collegamenti e strutture già esistenti, l ubicazione è riportata nell elaborato 5. 10/15
11 I siti per atterraggio elicotteri sono individuati presso lo stadio Santa Colomba e nei pressi dell Ospedale Civile alla via Aldo Moro. La loro ubicazione è riportata nell elaborato 6.1 L analisi dei rischi e l organizzazione del piano d intervento è stata fatta seguendo le recenti linee guida adottate per la redazione dei diversi piani già elaborati in diverse realtà quali Empoli, Milano, Reggio Emilia ecc compilando le apposite schede e cartografie necessarie, in particolare riguardanti: 1. Descrizione Territoriale ed elenco frazioni presenti nel comune; 2. Rilevazioni idrometriche; 3. Scenari di Evento per Rischio sismico, Rischio inondazione e Rischio frana; 4. Scenario di rischio: Rete delle infrastrutture di Trasporto interessata dall evento; 5. Manufatti lungo viabilità principale; 6. Itinerari di soccorso e individuazione relativi cancelli ; 7. Rete delle infrastrutture di servizio interessata dall evento; 8. Popolazione ed attività produttive, con individuazione degli edifici strategici, abitati, infrastrutture ecc. a rischio; 9. Assistenza alla popolazione: individuazione aree ammassamento soccorritori, mezzi e ricovero popolazione; 10. Schede riassuntive scenari di rischio. Il Piano è stato accompagnato, per una immediata visualizzazione dei dati ed informazioni raccolte, da un adeguata cartografia, con rimandi alle corrispondenti schede. 11/15
12 L elenco delle carte prodotte è il seguente: Tav. Titolo scala 1 Inquadramento generale Il territorio provinciale e localizzazione dei C.O.M Inquadramento generale - Il territorio comunale e le contrade Inquadramento generale - Carta dell uso agricolo del suolo Inquadramento generale - Rilevamento delle infrastrutture di collegamento Inquadramento ambito urbano - Rilevamento strutture ricettive e operative Rilevamento infrastrutture - Aree d emergenza e attendamenti Infrastrutture viarie Circolazione d emergenza e cancelli Rilevamento delle infrastrutture e reti di servizio - GESESA Rilevamento delle infrastrutture e reti di servizio - NAPOLETANAGAS Inquadramento regionale - Carta Geologica Inquadramento comunale Carta Geolitologica 7.3 Inquadramento regionale Carta complessi idrogeologici Inquadramento comunale - Carta dei bacini idrografici dei principali corsi d acqua Inquadramento regionale Carta dei Geositi 8.1 Inquadramento regionale - Tavola del rischio sismico - Carta classificazione sismica Inquadramento comunale - Tavola del rischio sismico Carta della pericolosità sismica Inquadramento comunale - Tavola del rischio sismico Rilevamento attività produttive Inquadramento comunale - Tavola del rischio sismico Popolazione coinvolta Inquadramento comunale - Tavola del rischio sismico Rilevamento edifici privati Inquadramento interprovinciale Tavola del rischio idraulico Carta con individuazione delle situazioni a rischio molto elevate Inquadramento comunale - Tavola del rischio idraulico Carta delle aree inondabili Inquadramento comunale - Tavola del rischio idraulico Carta delle aree inondabili - Popolazione coinvolta Inquadramento Ambito Urbano - Tavola del rischio idraulico zona "- Carta della vulnerabilità specifica, delle antropizzazioni, degli accessi, aree di attesa e vie di fuga 10.1 Inquadramento regionale - Tavola del rischio geomorfologico Progetto IFFI 10.2 Inquadramento regionale Tavola del rischio geomorfologico Carta della pericolosità di frana Inquadramento comunale - Tavola del rischio geomorfologico Carta dei dissesti Inquadramento comunale - Tavola del rischio geomorfologico Abitati instabili e Popolazione coinvolta Inquadramento comunale - Tavola del rischio geomorfologico Infrastrutture pubbliche e private Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Catasto incendi Inquadramento comunale - Carta delle aree boschive Ubicazione del patrimonio boschivo Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Perimetrazione delle fascie e delle aree di interfaccia Inquadramento Generale Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Perimetrazione delle fascie e delle aree di interfaccia Inquadramento Ambito Urbano Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Valutazione della pericolosità in rapporto alla vegetazione Inquadramento Ambito Urbano Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Valutazione della pericolosità in rapporto alla pendenza Inquadramento Ambito Urbano Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Tavola riassuntiva della pericolosità Inquadramento Ambito Urbano Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Analisi della vulnerabilità Inquadramento Ambito Urbano Inquadramento comunale - Carta del rischio incendi Valutazione del Rischio Inquadramento Ambito Urbano /15
13 Sulla base della sovrapposizione delle informazioni ricavate dalla carta del rischio sismico, dalla carta delle aree inondabili e/o dei Dissesti e delle frane attive, dalla carta delle reti infrastrutturali di trasporto e di servizio, della distribuzione e tipologia della popolazione e delle attività produttive, è stato possibile eseguire una differenziazione dei livelli di rischio per le diverse zone in cui il territorio è stato suddiviso. Le diverse situazioni e scenari sono state aggregate in quattro classi di rischio a gravosità crescente, alle quali sono attribuite le seguenti definizioni: Rischio moderato R1: per il quale i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale, sono marginali; Rischio medio R2: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, che non pregiudicano l'incolumità delle persone, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche; Rischio elevato R3: per il quale sono possibili pericoli per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, l'interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale; Rischio molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche. Completato il quadro conoscitivo di base, tenuto conto dei vari possibili scenari delineati in base ai vari rischi individuati per il territorio comunale, sarà approntata la Pianificazione dell Organizzazione delle Fasi Operative per competenze e strutture. Si passerà successivamente alla definizione delle competenze e dei compiti specifici del Sindaco, della struttura del C.O.C. e delle relative funzioni di supporto, con individuazione dei vari responsabili e all organizzazione della Sala Operativa Comunale, da cui opererà il C.O.C. e/o il C.O.M. Sarà definito il Modello d Intervento con le varie fasi di attività ed i relativi compiti attribuiti ad ogni funzione di supporto del C.O.C. Il Modello d Intervento sarà riferito alle Procedure d Emergenza predisposte sia per eventi sismici sia d inondazione sia per eventi franosi. Unitamente alle Procedure d Emergenza saranno definite alcune norme di prevenzione e/o di comportamento, da attuare durante le varie fasi d Intervento e da trasmettere ai cittadini, attraverso campagne d informazione e/o esercitazioni. Il PPC risulta quindi composto dai seguenti volumi: Parte I Relazione tecnica; Parte II Strutture di protezione civile e risorse presenti sul territorio; Parte III Piano D emergenza; Parte IV Pianificazione dell organizzazione nella fase operativa; 13/15
14 La cartografia tematica, componente integrante del PPC, è stata redatta e informatizzata in formato DWG e DWF L aerofotogrammetria, che funge da base ad alcuni elaborati è anch essa in formato.dwg, raggruppata in una cartella apposita, viene caricata tramite riferimenti esterni. I raster che compongono le basi topografiche alle diverse scale sono in formato.tif. Ciascun file.dwg è posto in una directory omonima accompagnato dai rispettivi raster. E stato utilizzato il metodo del multi-layer per distinguere in modo appropriato i diversi strati tematici relativi a ciascuna carta. I layer congelati vanno mantenuti tali, in quanto contenenti elementi da non visualizzare. La scala adottata nello spazio modello è 1:1 (unità in metri), con base topografica raster georeferenziata nel sistema di coordinate piane Gauss-Boaga. Per la visualizzazione, consultazione e/o scambio dati e informazioni con altri Enti o struttuture pubbliche tutti gli elaborati grafici sono stati prodotti in formato.dwf (Design Web Format), la loro visualizzazione avviene grazie al programma Autodesk Express Viewer, fornito insieme ai file cartografici. Mentre i documenti word sono stati prodotti in formato Pdf. 14/15
15 Indice pagina Premessa 2 Quadro normativo di riferimento 3 Valutazione dei rischi 5 Strutture di protezione civile operative sul territorio di Benevento 7 Criteri guida e struttura del P.P.C. del Comune di Benevento 10 15/15
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.
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