Verifiche ispettive nei luoghi di lavoro con presenza di rischio esplosione: Esperienze nelle piccole e medie aziende

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1 Venezia, 3 aprile 2012 Verifiche ispettive nei luoghi di lavoro con presenza di rischio esplosione: Esperienze nelle piccole e medie aziende Relatore : Dr. Paolo Mingardo- Tecnico della Prevenzione ARPAV 1

2 Il rischio esplosione: un rischio spesso dimenticato.. Il rischio esplosione non interessa solo grandi impianti petrolchimici. Ogni anno segnalate circa 50 esplosioni nelle piccole e medie aziende, con solo qualche morto e feriti. Troppo poco per passare all attenzione dei media nazionali. 2

3 Peculiarità del rischio esplosione Il rischio esplosione ha alcune peculiarità che lo differenziano dalle altre tipologie di rischio trattate dal D.Lgs.81/08: L entità del danno è quasi sempre elevata sia in termini di perdita di vita umana che di perdita economica. Un evento esplosivo con infortuni è mortale ogni 55 eventi registrati, contro una media di 1 su 500 per tutti gli altri infortuni registrati.* Gli effetti del danno sono difficilmente prevedibili, per questo di fatto non vi sono molte misure di mitigazione che possono contenere il danno, ma solo misure che in qualche modo possono limitare gli effetti dell esplosione a dimensioni meno pericolose. ** Non esistono di fatto dispositivi di protezione individuali che proteggono dagli effetti dell esplosione ( gli indumenti antistatici neutralizzano solo una specifica sorgente di innesco) Tuta antistatica * tratto da elaborazione su banca dati Inail -ISPESL Infor.MO anni **(tratto da Guida di buona prassi alla Direttiva 99/92/CE -cap.3.3 3

4 Il rischio esplosione : gli impianti e i luoghi di lavoro sono sicuri? tutte le fonti legislative, guide di buona prassi e norme tecniche insistono sulla necessità di attuare in via prioritaria tutte le misure atte a impedire la formazione dell atmosfera esplosiva e solo successivamente evitarne l accensione. Nella realtà delle piccole e medie aziende ci si limita spesso ad una sommaria classificazione delle zone con ausilio di software specializzati. Motore Ex-d in uno stabilimento a Rischio incidente Rilevante Falegnameria con livello di pulizia dichiarato buono 4

5 Il rischio esplosione : il percorso tortuoso del Datore di lavoro (e del professionista) Individuare norme di legge e norme tecniche applicabili Classificare le zone a rischio esplosione Valutare il rischio esplosione Misure per impedire/limitare la formazione di atmosfere esplosive Individuare attività e lavorazioni a rischio esplosione (sostanze, processi, sorgenti emissione) Elaborare il documento sulla protezione contro le esplosioni ed altri documenti previsti da norme tecniche e leggi Misure per impedire/limitare la accensione di atmosfere esplosive Misure organizzative di prevenzione Misure tecniche di prevenzione Misure per limitare gli effetti dell esplosione 5

6 A proposito di complessità normativa /1 Elenco cronologica di parte delle norme CEI elaborate dal SC31J-CEI per classificare, progettare e verificare in zona pericolosa. In totale circa 80 norme del CT31 attualmente in vigore; negli ultimi 4 anni ben 51 norme nuove o sostitutive delle precedenti (70%!) 6

7 A proposito di complessità normativa./2 Altre norme che si intersecano e che devono essere note a chi classifica, progetta, installa e verifica impianti in zone con rischio esplosione. Norme di legge dello stato Italiano (D.Lgs.81/08 ; DPR462/01; DM37/08 Direttive Europee ATEX (94/9/CE e 99/92/CE) e altre direttive che possono interferire su alcuni aspetti (Es Direttiva Macchine, Direttiva PED, Direttiva Seveso ) e Guide di buona prassi ed elenchi di norme armonizzate emesse dalla Commissione Europea. Norme tecniche di prodotto del CT31 (alcune possono dare specifiche prescrizioni aggiuntive- Es. EN si sistemi a sicurezza intrinseca. Altre Norme Tecniche del CEI che possono interferire su alcuni aspetti ( es. CEI 64-8 ; CEI EN (fulminazione, scaricatori) CEI Guide tecniche del CEI : ; 31-56; 31-93; 0-14 Norme tecniche UNI ( in particolare EN1127-1; EN e EN ) Guide CEN e CENELEC su specifici aspetti ( es. CEN/TR 15281:2006 sui sistemi di inertizzazione e CLC/TR 50404:2007 sulla elettricità statica) 7

8 quanto incide l impianto elettrico quale causa di innesco di una esplosione? L autorevole istituto inglese Health & Safety Laboratory ha pubblicato uno studio ove si confrontano i risultati di vari studi Inglesi e americani. La tabella riassume i risultati. (incendio doloso) Fonte: HLS - Review of unidentified ignition sources of unplanned flammable releases - Comparison of Offshore and Onshore data Report Number HSL/2006/09 8

9 Fonte di innesco di esplosioni : le statistiche che ci interessano... In sintesi.. Elettricità e impianti elettrici in generale sono indicativamente causa del 10% di esplosioni. Le scariche elettrostatiche sono la causa di circa il % delle esplosioni Circa il 60% delle esplosioni avvengono in occasione dei lavori di manutenzione (lavori a caldo) Per una corretta prevenzione del rischio esplosione non si devono trascurare le sorgenti di innesco non elettriche, dovute ad attrito, superfici calde, ecc. in macchine ed impianti (vedasi norme UNI EN 1127 e UNI serie EN 13463), nonché le procedure organizzative (permessi di lavoro a caldo) 9

10 Importanza della verifica ispettiva nella prevenzione del rischio esplosione. L attività di verifica ispettiva nei luoghi di lavoro costituisce un punto di osservazione privilegiato per definire un quadro generale sullo stato di attuazione della prevenzione del rischio esplosione nelle aziende. Ci interessa in particolare... Individuare, raggruppare, analizzare le principali non conformità riscontrate i in ambienti di lavoro con aree a rischio esplosione e rilevate nell attività di verifica ispettiva di installazioni elettriche in zone ATEX. Valutare se le verifiche ispettive previste dal DPR462/01 siano uno strumento efficace nella prevenzione del rischio in zone a rischio esplosione. (o inutile spreco di risorse pubbliche come ha scritto qualcuno) 10

11 Importanza della verifica ispettiva nella prevenzione del rischio esplosione. Il livello della sicurezza percepita in azienda è molto spesso diverso da quello reale rilevato sul luogo di lavoro : con la verifica ispettiva è possibile un confronto e una risposta chiara. La verifica ispettiva di un ente pubblico costituisce una valutazione indipendente e permette di ottenere evidenze e di valutare con obiettività il reale stato della sicurezza dell azienda. L analisi delle evidenze rilevate in fase ispettiva permette di individuare e raggruppare in modo chiaro le criticità e attraverso analisi tecniche (esempio analisi di Pareto) inquadrare i problemi rilevanti e dare una priorità agli interventi di miglioramento. La verifica ispettiva deve essere vista come uno strumento operativo del processo di miglioramento nella prevenzione del rischio di esplosione e non come una gabella dovuta allo Stato!!!! 11

12 Importanza della verifica impianti a rischio esplosione. Cosa dice la legge Il D.Lgs.81/08 dà molta importanza alle verifiche in aree a rischio esplosione Allegato L- Parte A: prescrizioni minime per il miglioramento.. Art Anteriormente all'utilizzazione per la prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possano formarsi atmosfere esplosive, è verificata la sicurezza dell'intero impianto per quanto riguarda le esplosioni... La verifica del mantenimento di dette condizioni è effettuata da persone che, per la loro esperienza e formazione professionale, sono competenti nel campo della protezione contro le esplosioni. Art Il datore di lavoro provvede affinché le installazioni elettriche nelle aree classificate come zone 0, 1, 20 o 21 ai sensi dell' ALLEGATO XLIX siano sottoposte alle verifiche di cui ai capi III e IV del decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n Vedasi in ALLEGATO I le principali norme di legge concernenti le verifiche.. 12

13 Importanza della correttezza ( e completezza) della documentazione prevista in zone a rischio esplosione Se da una parte vi è la necessità che la documentazione prevista sia semplice, breve e comprensibile, dall altra i documenti devono contenere tutte le informazioni richieste da specifici articoli di legge e di norme, in modo da rispettarne le finalità..e importante seguire riferimenti autorevoli e chiari quali quelli indicati in guide di buona prassi, norme tecniche del CEI, UNI ecc. Una documentazione corretta, completa,snella è uno strumento imprescindibile per la corretta gestione dell impianto, delle manutenzioni e delle operazioni di verifica. 13

14 il documento sulla protezione contro le esplosioni L articolo 294 del D.Lgs.81/08 precisa quali devono essere i contenuti del documento sulla protezione contro le esplosioni :in mancanza di uno o più punti richiesti è immediatamente contestabile la regolarità del documento stesso. Inoltre il DPE deve dare indicazioni sulla idoneità di impianti e attrezzature messi in servizio all interno di zone classificate a rischio esplosione: Allegato L : art. 2.4 :Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio soltanto se dal documento sulla protezione contro le esplosioni risulta che possono essere utilizzati senza rischio in un'atmosfera esplosiva. Non è sufficiente presentare la classificazione delle zone a rischio esplosione, è necessario siano precisate tutte le informazioni richieste. Vedasi ALLEGATO II un elenco sintetico delle documentazioni previste dalle norme vigenti in materia di impianti installati in zone a rischio esplosione 14

15 Il ruolo dei progettisti di impianti e valutatori / classificatori di zone a rischio esplosione Nella valutazione del rischio esplosione e classificazione zone : la corretta classificazione determina il livello di sicurezza delle misure tecniche e organizzative che saranno adottate. Il professionista che effettua la classificazione delle zone ATEX è un progettista dei luoghi e dei posti di lavoro chiamato a rispondere del rispetto dei principi di prevenzione in materia di salute e sicurezza art.22 D.Lgs.81/08 Aree pericolose generate da Valvola di sicurezza non convogliata in quota. A progettisti e valutatori di rischio- classificatori compete in primis l obbligo di applicare, per conto del datore di lavoro, il concetto di eliminazione alla fonte dei rischi prevenendo la formazione di atmosfere esplosive mediante scelte progettuali. Obbligo frequentemente disatteso. 15

16 Il ruolo dei progettisti di impianti e valutatori / classificatori di zone a rischio esplosione il progetto dell impianto deve essere elaborato secondo la regola d arte. DM37/08 - art.5 comma 3 Si considerano redatti secondo la regola d arte i progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e alle guide e norme dell UNI, del CEI e di altri enti di normazione. La progettazione a regola d arte non è solo concettuale, ma prevede anche la produzione degli elaborati con le informazioni espressamente richieste. Si ricorda che tutte le attività di installazione, ampliamento, modifica e trasformazione delle tipologie di impianto previste dal DM37/08 in zone a rischio esplosione sono sempre soggette a progettazione. 16

17 Il ruolo di installatori di impianti e attrezzature in zone a rischio esplosione Negli ambienti di lavoro la responsabilità dell installatore in caso di non conformità dell impianto va oltre la violazione del DM 37/08; si può configurare la violazione dell art. 24 del D.Lgs.81/08. L impianto /l installazione deve sempre essere effettuata a regola d arte seguendo il progetto del professionista. L installatore deve rilasciare sempre la dichiarazione di conformità dell impianto non solo per nuovi impianti, ma anche per modifiche, ampliamenti e lavori di manutenzione straordinaria. L installatore ha obbligo di rilasciare specifiche istruzioni per uso e manutenzione dell impianto realizzato. In generale per aziende strutturate senza un ufficio manutenzione con responsabile tecnico qualificato, i manutentori interni alle aziende possono effettuare solo interventi di manutenzione ordinaria.(dm37/08) 17

18 Il ruolo dei verificatori di impianti Il verificatore deve accertare anche la correttezza documentale e cioè se la documentazione tecnica richiesta da norme di legge e norme tecniche è disponibile, è corretta, è completa ed aggiornata. L esame della documentazione tecnica è parte integrante dell attività di verifica di un impianto (Guida CEI 0-14 art.4.1) QUINDI In mancanza di documentazione tecnica sufficiente la verifica non può ritenersi positiva. La verifica della documentazione non deve limitarsi ad una semplice conta dei documenti disponibili. Il verificatore deve limitarsi a chiedere alla ditta solo la documentazione tecnica con le informazioni e le parti previste da Norme di legge e norme tecniche applicabili e non personalizzazioni aggiunte. Al termine della verifica il verificatore rilascia un Verbale di verifica e un Rapporto di verifica ( Guida CEI 0-14) 18

19 Modalità di esecuzione della verifica: le liste di controllo Importanza delle liste di controllo : devono essere efficaci, attendibili e ripetibili. limiti delle classiche liste di controllo a crocetta utilizzate nella prevenzione : la forma dicotomica delle domande comporta solo risposte Si-NO. Vengono indotti molti errori definiti dalle metodologia di ricerche sociali di osservazione. Chi compila la lista se non è adeguatamente formato e informato può decidere di rispondere nel verso che ritiene più corretto o che crea meno problemi al momento. Esempio: ad una domanda del tipo: L impianto elettrico è realizzato a regola d arte? con risposta Si/NO L intervistato risponderà molto probabilmente di si. Si rischia di segnalare non conformità banali immediatamente visibili e tralasciare criticità importanti meno evidenti. 19

20 Modalità di esecuzione della verifica: le liste di controllo. Norma CEI la norma propone delle utili CHECK LIST sui punti specifici da controllare in funzione del modo di protezione delle apparecchiature. le schede di verifica proposte possono essere immediatamente utilizzate come liste di controllo operative. 20

21 Modalità di esecuzione della verifica: Norma CEI : esami ravvicinati e dettagliati La Norma CEI EN dà indicazioni sul grado della verifica, che può essere a vista, ravvicinato o dettagliato. Verifica a vista : si individuano difetti ad occhio nudo, senza utilizzo di attrezzi. Verifica ravvicinata: si individuano difetti anche con uso di attrezzi, ma non si aprono custodie verifica dettagliata o approfondita: si individuano i difetti rilevabili solo aprendo custodie. Le verifiche a vista e ravvicinate possono essere effettuate con gli apparecchi sotto tensione. I risultati di tutte le verifiche iniziali, periodiche e a campione devono essere registrati. 21

22 Verifica ispettiva DPR 462/01 in aree classificate a rischio esplosione:altri rischi connessi E opportuno che in fase di verifica di installazioni elettriche in zone pericolose sia acquisita documentazione relativa a: valutazione rischio fulminazione e verbali di verifica protezioni da scariche atmosferiche ( se installate). valutazione rischio elettrico e/o verbali di verifica periodica impianti di messa a terra Classificazione di ambienti a maggior rischio incendio e/o Certificato di prevenzione incendi o attestazione di presentazione SCIA ai fini antincendio (se l attività rientra tra quelle soggette ai controlli di prevenzione incendi -DPR 151/11) In mancanza di verbale di verifica periodica/ omologazione messa a terra non può essere emesso verbale di verifica delle istallazioni elettriche in luoghi pericolosi. Vedasi ALLEGATO III informazioni specifiche su altri rischi connessi 22

23 Verifica ispettiva DPR 462/01 in presenza di impianti obsoleti Art. 295 D.Lgs.81/08: Le attrezzature da utilizzare nelle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive, già utilizzate o a disposizione dell'impresa o dello stabilimento per la prima volta prima del 30 giugno 2003, devono soddisfare, a decorrere da tale data, i requisiti minimi di cui all' ALLEGATO L, partea Si stima che oltre il 60% degli impianti elettrici installati in aree a rischio esplosione sia stato messo in servizio antecedentemente la data del 30/06/03 Oltre ai problemi di valutazione dello stato di conservazione dei prodotti elettrici installati si consideri che: Le norme per la classificazione delle aree sono cambiate Le norme di riferimento per l idoneità dei prodotti elettrici e degli impianti in zone a rischio esplosione sono cambiate. 23

24 Verifica di idoneità di apparecchi, componenti, dispositivi di protezione installati prima del 30/06/203 Apparecchi rispondenti direttive vecchio approccio installati prima del giugno Dispositivi di sicurezza (barriera sic. Intrinseca) componenti (selettore a chiave) rispondenti direttiva ATEX 94/9/CE Vedasi ALLEGATO IV per informazioni specifiche sui requisiti di idoneità impianti esistenti 24

25 Indagine su aziende soggette a verifica periodica di installazioni elettriche in luoghi a rischio di esplosione Tipo attività ispettiva : 1 verifica verifica periodica Numero aziende ispezionate Campione di indagine: classificazione in base al tipo di attività produttiva Industria chimica = 3 (3031 app.) Cabina decompressione gas metano =16 (434 app.) Depositi GPL = 3 (558 app.) Impianti stradali distribuzione carburanti =22 (1100 app.) Impianti stradali distribuzione GPL =11 (666 app.) Impianti distribuz. Metano per auto =3 (456 app.) industria metalmeccanica =1 (189 app.) Centrale prod. Elettrica a turbogas =2 (1250 app.) Aziende prod. Sostanze esplosive =4 (732 app.) 25

26 Indagine su aziende soggette a verifica periodica di installazioni elettriche in luoghi a rischio di esplosione Metodologie utilizzate nell indagine: Metodo quantitativo. Punteggio per Non Conformità - (NC) rilevate a seguito di : Esame di oltre il 90% dei prodotti **soggetti a direttiva ATEX 94/9/CE e impianti installati nelle zone classificate a rischio nelle aziende. Esame completo documentazione tecnica disponibili. Conteggiate separatamente le non conformità tecniche e non conformità documentali rilevate nelle aziende. Individuato un indicatore univoco per piccoli e per grandi aziende: NC unitarie -definito come rapporto tra Numero totale NC /Numero totale prodotti **controllati **Sono definiti prodotti ai sensi della direttiva 94/9/CE l insieme di Apparecchi, componenti, sistemi di protezione, dispositivi di sicurezza, vedasi anche linee guida atex al sito ec.europa.eu 26

27 Individuazione di indicatori rappresentativi della complessità di impianto Numero aziende ispezionate raggruppate per tipo attività Numero apparecchi controllati nelle aziende, raggruppate per tipo attività L indicatore apparecchi controllati esprime il numero totale dei prodotti ATEX per azienda ed esprime la complessità impiantistica delle aziende. Valutare il numero di Non Conformità rilevate per ditta non consente un confronto corretto con altre aziende ; è meglio riferirsi al numero di NC unitario per prodotto ATEX installato. Il numero di NC unitarie rappresenta un indice di regolarità impiantistica univoco per tutti gli impianti. 27

28 Analisi dei dati raccolti nell indagine Indicatore di irregolarità impiantistica per tipologia di attività L indicatore esprime efficacemente lo stato di regolarità indipendentemente dalla complessità dell impianto. (nel grafico le industrie chimiche ispezionate, nonostante siano le più complesse, sono quelle che presentano in proporzione il minor numero di anomalie impiantistiche ). 28

29 Suddivisione delle Non conformità rilevate in Ispezioni di 1 verifica Ispezioni di 1 verifica -Distribuzione Non Conformità Impiantistiche Ispezioni di 1 verifica -Distribuzione Non Conformità documentali La rispondenza alla regola d arte è data dall insieme della regolarità degli impianti alle norme tecniche e della documentazione prevista a norme tecniche e norme di legge. 29

30 Correlazione tra Non Conformità di tipo documentale e Non Conformità Impiantistiche Ispezioni di 1 verifica. Correlazione tra Non Conformità documentale e Impiantistico Nelle aziende ove ci sono molte anomalie sui documenti sono frequenti anche molte anomalie sull impianto. La correttezza documentale è fondamentale per il raggiungimento e il mantenimento della regola d arte negli impianti. Un esame d ufficio della correttezza documentale può essere utilizzato per l individuazione delle aziende più critiche in cui intensificare l attività di vigilanza. 30

31 Analisi dei dati raccolti nell indagine Confronto tra Non Conformità di tipo "impiantistico" rilevate in 1 verifica e in verifica periodica verifica Periodica NC per cattiva progettazione impianto di processo NC per errata classificazione NC per Apparecchi non Atex NC per installazione non idonea NC per manutenzione non idonea Numero NC La maggior parte delle NC Impiantistiche è dovuta ad installazione non idonea

32 Tipiche Non conformità riscontrate nella documentazione tecnica Riferimento di progettazione /valutazione /classificazione a norme tecniche superate o non applicabili al caso specifico.( esempio norme tecniche armonizzate tipo C.) Mancanza di informazioni ( o informazioni incomplete) e/o di documentazioni espressamente previste da specifiche norme tecniche. Nella classificazione non sono esaminate le situazioni ragionevolmente prevedibili, quali ad esempio operazione di avvio e arresto impianto, operazioni di manutenzione, ecc. in impianti con sistemi o provvedimenti di bonifica non sono adeguatamente descritte le modalità con cui si garantisce il mantenimento della concentrazione di sostanze pericolose al di sotto del LEL. Le relazioni/ classificazioni delle zone a rischio esplosione dell azienda non sono complete in quanto non riguardano tutte le zone pericolose o tutti gli impianti. 32

33 4- Mancanza di informazioni e documentazioni relativi ad impianti o sistemi con provvedimenti di bonifica L idoneità di sistemi /provvedimenti di bonifica deve essere supportato con relazioni tecniche e descrizioni puntuali. E opportuno un riferimento esplicito a guide di buona prassi e guide CEI. Tipiche anomalie documentali rilevate: Non si considerano, oltre al funzionamento ordinario, anche le fasi di avvio /arresto del sistema di bonifica. Non viene dimostrata l efficacia del sistema / provvedimento, che in generale deve essere sorvegliato in continuo. Le procedure organizzative dichiarate non sono di fatto seguite nella realtà, né registrate Falegnameria artigianale con dichiarato livello di pulizia buono 33

34 Frequenti Non conformità di tipo impiantistico legate alla scelta e installazione del prodotto: Norma EN Il prodotto è stato correttamente scelto in funzione della zona classificata ma non è stato installato correttamente : Non sono rispettate le regole generali previste dalla EN ed EN ed altre norme di prodotto Mancanza giunto di bloccaggio in esecuzioni Ex-d Cablaggio non corretto di sistemi a sicurezza intrinseca Non seguendo le prescrizioni aggiuntive indicate nel certificato di prova (individuabili dalla lettera X finale riportata nella siglatura). Non seguendo le prescrizioni del costruttore: Pressacavi Ex-d non idonei al cavo specifico Giunto di bloccaggio non adeguatamente sigillato 2-Il prodotto non è idoneo in funzione della zona classificata in cui è installato. Non adatto in quanto di tipo normale Non adatto perché con caratteristiche sbagliate (per errata sostanza pericolosa (G /D) o massima temperatura superficiale) 34

35 Il ruolo di professionisti e installatori nella messa in servizio di impianti a regola d arte. Riconducibilità delle non conformità rilevate nell indagine L 85% delle aziende ispezionate in fase di 1 verifica presenta più di una non conformità : Se ne deduce che gli impianti sono messi in servizio con anomalie documentali e impiantistiche. Le irregolarità impiantistiche sono riconducibili (nel 14%dei casi) a errori progettuali o come conseguenze di errate classificazioni di zone a rischio esplosione. 35

36 La competenza dei progettisti di impianti in zone a rischio esplosione Criteri di individuazione delle competenze professionali La Norma EN prevede una specifica competenza per i progettisti di impianti in zona ATEX: Appendice F.3.4 I progettisti devono essere in grado di dimostrare le proprie competenze e fornire evidenza di aver conseguito la conoscenza e le abilità specificare in F.2.3 relative ai modi di protezione e/o tipi delle apparecchiature coinvolte. Essi devono anche essere in grado di dimostrare le proprie competenze con evidenze documentali.. Sono indicate nella stessa norma i criteri di valutazione delle competenze La competenza delle Persone Responsabili, degli Operativi e dei Progettisti deve essere verificata ed attribuita ad intervalli stabiliti.. su basi che forniscano sufficienti evidenze che la persona abbia le capacità richieste.. 36

37 La competenza di installatori di impianti e attrezzature e manutentori in zone a rischio esplosione La Norma EN prevede una specifica competenza per gli installatori e manutentori di impianti in zona ATEX: ( definiti OPERATIVI. vedi app.f.3.3 Gli Operativi devono essere in grado di dimostrare le proprie competenze e fornire evidenza di aver conseguito la conoscenza e le abilità specificare in F.2.2 relative ai modi di protezione e/o tipi delle apparecchiature coinvolte. Essi devono anche essere in grado di dimostrare le proprie competenze con evidenze Documentali. 37

38 La qualità della verifica : casistica dei più frequenti errori dei verificatori ** Non adeguata analisi della documentazione tecnica (documento protezione esplosioni, classificazione delle zone, relazione progettuale sugli impianti realizzati in zone a rischio esplosione) Percentuale di campionamento di apparecchiature e impianti ispezionati troppo bassa. Mancata ispezione approfondita dei prodotti installati in zona pericolosa Richiedere la messa in sicurezza della parte di impianto e effettuare un esame approfondito quando possibile. Molte anomalie sono rilevabili solo con esame approfondito. **Informazioni rilevate da scambio di opinioni tra tecnici verificatori con esperienza 38

39 La formazione specifica del personale ispettivo Formazione finalizzata alla sicurezza sul lavoro: Il personale ispettivo è equiparato ai lavoratori e deve essere formato e informato come previsto dal D.Lgs.81/08 art. 294-bis: Spesso non vi è una specifica formazione per il lavoratore-ispettore che accede alle aree classificate a rischio esplosione presenti negli ambienti di lavoro. 39

40 Chi controlla i controllori? Formazione finalizzata alla qualità dell attività ispettiva: La formazione dei verificatori di enti pubblici e privati è sempre adeguata?? Estratto da Guida CEI 0-14 La guida CEI 0-14 Guida all'applicazione del DPR 462/01 prevede per i tecnici verificatori in luoghi a rischio esplosione un corso di formazione di 24 ore teoriche e addestramento per affiancamento per 6 verifiche.. Assolutamente insufficienti allo scopo!!!! 40

41 La formazione specifica del personale ispettivo: Norma CEI EN CEI EN art 4.2 Qualificazione del personale La verifica e la manutenzione degli impianti devono essere eseguite da personale con esperienza...omissis.. La preparazione o addestramento continui del personale devono essere seguiti dal personale mediante regolari corsi di aggiornamento. La prova dell esperienza e della formazione dichiarate deve essere disponibile. L allegato B della EN da indicazioni dettagliate sulle Conoscenze, capacità e competenze del personale responsabile, personale tecnico con funzioni esecutive e personale operativo 41

42 Riflessioni conclusive La progettazione, installazione messa in servizio di impianti a regola d arte costituiscono il presupposto di base per un successivo avvio di un processo di miglioramento continuo della sicurezza. Impianti che nascono con errori progettuali o di installazione costituiscono una palla al piede inaccettabile per le aziende, che devono poi reinvestire per sanare le anomalie grossolane evitabili fin dall inizio. Norme tecniche e guide di buona prassi costituiscono una fonte di informazioni autorevoli (in molti casi riportano esempi pratici) ma sono poco conosciute e/o male applicate da molti progettisti di impianti e attrezzature, valutatori del rischio esplosione, installatori. 42

43 Riflessioni conclusive La documentazione tecnica prevista da leggi e norme tecniche non è un optional, ma uno strumento operativo per un corretto esercizio del impianto. La documentazione tecnica emessa da progettisti, valutatori di rischio,costruttori di attrezzature, installatori di impianti, di manutentori) spesso è errata e/o insufficiente. Nella verifica ispettiva degli impianti molte volte si chiude un occhio sulla insufficiente documentazione tecnica disponibile. Il problema non è risolto ma solo rimandato. I criteri di redazione della documentazione devono essere gli stessi del DVR : semplicità, brevità, comprensibilità, completezza, idoneità (art. 28 D.Lgs.81/08) 43

44 Riflessioni conclusive: le verifiche ispettive Allo stato attuale il DPR 462/01 costituisce l unico strumento operativo con cui lo Stato controlla (in parte) l efficacia delle misure di prevenzione e protezione nelle aziende con rischio esplosione. (se si esclude la normativa per aziende a rischio incidente rilevante) Importanza delle verifiche ispettive nei luoghi con presenza di atmosfere esplosive quale momento di regolarizzazione documentale e impiantistica per avviare un reale ciclo di miglioramento continuo della prevenzione. Fare sconti sulle non conformità rilevate durante la verifica ispettiva non è nell interesse né dell azienda né del verificatore: i problemi di sicurezza rimangono irrisolti. 44

45 Riflessioni conclusive: la mancanza di coordinamento Manca molto spesso un coordinamento tra le varie figure professionali coinvolte nella progettazione e realizzazione dei posti di lavoro e degli impianti. Il classificatore di zone ATEX può essere una figura diversa dal valutatore di rischio, ma deve comunicare al cliente i limiti del proprio lavoro. Il datore di lavoro e/o il dirigente delegato molto spesso non conoscono ( nemmeno a grandi linee) i contenuti della documentazione fornita propria azienda. I professionisti incaricati non informano il committente del contenuto del proprio lavoro tanto non ci capisce niente. Le figure professionali coinvolte nella progettazione e realizzazione di impianti non leggono le istruzioni allegate alle apparecchiature, agli impianti e ai componenti che vengono installati. 45

46 Riflessioni conclusive E necessario un approccio multidisciplinare per avere una visione globale della sicurezza in ambienti a rischio esplosione. Un singolo errore di un professionista (classificatore di zone, valutatore di rischio, progettista di impianti, installatore, manutentore) può compromettere in modo totale la sicurezza rendendo inutile il lavoro di tutte le altre figure professionali. Il verificatore deve avere elevata professionalità ed un approccio multidisciplinare per poter inquadrare il problema del rischio esplosione nella sua globalità. 46

47 Grazie dell attenzione 47

48 ALLEGATO I: Norme di legge inerenti la verifica ispettiva e nome di prodotto applicabili in luoghi con pericolo di esplosione 48

49 ALLEGATO I -Norme di legge sulle verifiche di impianti in zone a rischio esplosione. Il D.Lgs.81/08 ATTENZIONE : Agli impianti elettrici in zone ATEX sono pienamente applicabili gli articoli del Capo III del D.lgs81 art.80 Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica...omissis.. derivati da: innesco di esplosioni; art.81 requisiti di sicurezza tutti i macchinari, le apparecchiature, gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d arte. art.86 verifiche..., il datore di lavoro provvede affinché gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente.. 49

50 ALLEGATO I- Norme di legge sulle verifiche di impianti in zone a rischio esplosione. Il DPR 462/01 Il DPR 462/01 per gli impianti elettrici installati in luoghi con pericolo di esplosione prevede che : La messa in servizio dell impianto elettrico sia effettuata solo dopo la verifica della conformità dell impianto da parte dell installatore che poi emette la dichiarazione di conformità ai sensi del DM37/08. ASL /ARPA siano i soggetti che devono procedere all omologazione dell impianto (1 verifica); le verifiche periodiche successive possono essere effettuate da organismi notificati con cadenza biennale. La mancata comunicazione di messa in servizio di impianti nuovi, modificati o ampliati comporta l impossibilità di effettuare l omologazione dell impianto stesso e la conseguente violazione art. 296 D.Lgs.81/08 50

51 ALLEGATO I -DPR 462/01: Quando devono essere denunciati gli impianti installati in zone a rischio esplosione? 1 STEP - Il datore di lavoro valuta la possibile formazione di atmosfera esplosiva nel luogo di lavoro. 2 STEP- In presenza di impianti elettrici installati in zone classificate 0,oppure 1 (per i gas e vapori) o 20;21 (per polveri), ll datore di lavoro comunica ad ASL /ARPA la messa in servizio dell impianto mediante presentazione della dichiarazione di conformità. Sono soggetti inoltre agli obblighi di verifica del DPR 462/01 i luoghi nei quali vengono prodotte, manipolate, lavorate e depositate materie esplosive considerate tali dal regolamento al T.U. delle leggi di pubblica sicurezza del R. D. 6 maggio 1940 n. 635 (tabella A punto 51 del DM del Ministero dal Lavoro 22 dicembre 1958). Se non ci sono impianti elettrici installati nelle zone classificate non si deve denunciare nulla UN documento informativo completo e la modulistica di supporto è disponibile sul sito di ARPAV : 51

52 Norme tecniche di riferimento: le norme di prodotto (tipo C) Oltre alle norme elencate si deve far riferimento alle norme armonizzate di riferimento per la specifica direttiva 94/9/CE Sono inserite sia le norme relative agli specifici modi di protezione, ma anche norme tecniche relative a impianti e macchine (esempio: impianti di verniciatura, di aspirazioni di polveri di legno, per la stampa, ecc). In fase di classificazione l utilizzo della norma EN non è corretto: la norma specifica di prodotto è preminente rispetto alla regola generale (Norma tipo C) e ad essa si deve far riferimento. L elenco delle norme armonizzate di riferimento per la direttiva 94/9 è aggiornato continuamente e facilmente reperibile in internet 52

53 Elenco ( non completo) di norme di prodotto (norme tipo C) applicabili in zone a rischio esplosione UNI EN 1539:2003: Essiccatoi e forni nei quali si sviluppano sostanze infiammabili - Requisiti di sicurezza UNI EN 1953:2000: Apparecchiature di polverizzazione e spruzzatura per prodotti di rivestimento e finitura - Requisiti di sicurezza UNI EN 12215:2005: Impianti di verniciatura - Cabine di verniciatura per l applicazione di prodotti vernicianti liquidi - Requisiti di sicurezza UNI EN 12581:2006: Impianti di verniciatura - Macchinario per l applicazione di prodotti vernicianti liquidi organici per immersione ed elettroforesi Requisiti di sicurezza UNI EN 12621:2006: Macchine per l alimentazione e la circolazione sotto pressione di prodotti vernicianti - Requisiti di sicurezza EN :2006: Argani e paranchi ad azionamento motorizzato Argani ad azionamento motorizzato tratto da comunicazione della Commissione nell ambito della direttiva 94/9/CE 53

54 ALLEGATO II: Norme di legge e norme tecniche che prevedono una specifica documentazione 54

55 Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme di legge che prevedono specifica documentazione tecnica DM 37/08 Riordino disposizioni in materia installazione impianti.. Obbligo di progetto elaborato a regola d arte Obbligo di emissione di dichiarazione di conformità dell impianto Obbligo di consegnare al committente istruzioni per uso e manutenzione dell impianto ( art.8 comma2 DM 37/08) D.Lgs.81/08 Testo unico salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Documento sulla protezione contro le esplosioni (DPE) art. 294 D.Lgs.81/08. Valutazione del rischio elettrico art. 80 D.Lgs.81/08 e art.85 D.Lgs.81/08 Verbalizzazioni dei controlli eseguiti sull impianto elettrico (art.86 D.Lgs.81/08) Altre informazioni sul DPE sono riportate anche nella direttiva 1999/92/CE e nella guida di buona pratica all attuazione della direttiva 1999/92/CE DPR 462/01 regolamento di semplificazione denuncia impianti Verbali di precedenti ispezioni periodiche 55

56 il documento sulla protezione contro le esplosioni Tratto da Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l'attuazione della direttiva 1999/92/CE 56

57 Esame della documentazione : la classificazione delle zone a rischio esplosione Contenuto minimale della documentazione di classificazione (riferimento: Norma EN e guida CEI 31-35) dati generali di progetto elenco sostanze pericolose e loro caratteristiche ( preferibilmente desunte da Schede di sicurezza, e quantità e ubicazione delle stesse nei vari reparti. descrizione ambienti e dati ambientali, compresi i sistemi di ventilazione e bonifica presenti. per ciascun ambiente : elenco ed identificazione delle sorgenti di emissione, con relativo grado e modalità di emissione. tipo ed estensione delle zone ATEX generate, con informazioni sulle aperture presenti negli ambienti e le estensioni delle zone a valle delle aperture. Indicazioni sulle misure attuate per eliminare / ridurre le sorgenti di emissione. Definizione delle caratteristiche (categoria, classe di temperatura,) dei prodotti idonei nelle varie zone. tratto da EN

58 Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme di legge che prevedono specifica documentazione tecnica DM 37/08 Riordino disposizioni in materia installazione impianti.. Obbligo di progetto di impianto da parte di professionista iscritto negli albi professionale per la specifica competenza tecnica. Il progetto deve essere elaborato secondo la regola d arte. I contenuti della documentazione di progetto sono indicati all art.5 DM37/08 e nella Guida CEI 0-2. Il progetto deve essere quello esecutivo ( as built ) Nel progetto di ampliamenti deve essere verificata la compatibilità con gli impianti esistenti. Obbligo di emissione di dichiarazione di conformità dell impianto alla regola d arte da parte di installatore abilitato. Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito - da una dichiarazione di rispondenza. La dichiarazione di conformità deve essere emessa per nuovo impianto,ma ANCHE per ampliamenti e manutenzione straordinaria. La relazione tecnica sulla tipologia dei materiali installati è parte integrante della dichiarazione e NON PUO ESSERE OMESSA. 58

59 Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme tecniche che prevedono specifica documentazione tecnica Norme e guide di buona prassi sulla classificazione delle aree EN : Classificazione dei luoghi - Atmosfere esplosive per la presenza di gas. EN :2010..Classificazione dei luoghi - Atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili. Guida CEI 31-35:2012: Guida alla classificazione dei luoghi con di atmosfere esplosive per la presenza di gas Guida CEI 31-56:2007 e 2012: guida alla classificazione x polveri La classificazione delle zone deve essere rivista in occasione di variazioni del ciclo produttivo e di modifiche alla specifica norma tecnica. Gli elaborati prodotti da software tecnici specialistici non possono considerarsi esaustivi di tutta la documentazione richiesta. 59

60 Impianti in luoghi classificati a rischio esplosione : Norme tecniche che prevedono specifica documentazione tecnica Norme di progettazione e installazione impianti in zone classificate EN :2010 progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici Elenco dettagliato del contenuto della documentazione è riportato al punto 4.2 della norma. La documentazione richiesta nella EN rientra a pieno titolo nella relazione sulla tipologia dei materiali utilizzati, DM 37/08 Norme di verifica e manutenzione di impianti in zone classificate EN :2008 progettazione, scelta e installazione degli impianti elettrici Norme di prodotto per specifici modi di protezione EN :2012 Sistemi elettrici a sicurezza intrinseca.. EN :2008 apparecchiature con modo di protezione a sicurezza aumentata 60

61 Norme tecniche di prodotto che prevedono una specifica documentazione tecnica Molte norme tecniche (e norme di prodotto) prevedono una ulteriore specifica documentazione : ad esempio la EN (..Sistemi a sicurezza intrinseca) prevede la redazione di un Documento descrittivo del sistema a sicurezza intrinseca con ben precisi contenuti. L Allegato E della EN propone un modello per la progettazione di sistemi descrittivi a sicurezza intrinseca Nelle piccole e medie aziende spesso tale documento è assente o incompleto o errato. Di chi è la responsabilità? 61

62 ALLEGATO III: altri rischi connessi in aree a rischio esplosione 62

63 Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione: Rischio fulminazione: valutazione obbligatoria in tutti gli ambienti di lavoro. (D.Lgs.81/08 art. 84 e 80) Obbligo di aggiornamento della valutazione di rischio fulminazione (D.Lgs.81/08 art.29) La norma EN62305 protezione contro i fulmini - 2 ediz. ha introdotto importanti novità per i luoghi a rischio esplosione: Ai fini della valutazione di rischio fulminazione vanno considerati ora anche le aree classificate zona 1-21 e 2-22; Obbligo di valutare nelle aree a rischio esplosione anche le perdite per danno materiale Lf (oltre che le perdite per tensioni elevate di passo e contatto e per guasti ai circuiti interni). Valutare la corretta scelta, coordinamento e installazione di dispositivi di protezione da sovratensioni da fulminazione (D.Lgs. 81/08 art.80) 63

64 Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione: Rischio elettrico (impianti elettrici installati nelle aree classificate a rischio esplosione) In tutte le aree classificate a rischio esplosione obbligo di protezione da cortocircuiti di tutti i circuiti elettrici (anche per condutture lunghezza < 3m) Nelle zone 0-1 e attenzione alle temperature dei cavi in condizioni di cortocircuito: non devono superare la temperatura di accensione delle sostanze pericolose. La nuova EN ( in vigore dal 07/2011) ammette per le zone citate solo installazioni in tubo o cavi armati o schermati. Vietati sistemi TN-C e TN-S ibridi (collegamenti a terra del neutro in punti diversi dal centro stella del trasformatore). Il comando di emergenza deve interrompere anche il conduttore di neutro. 64

65 Altri rischi da valutare in Aree rischio esplosione: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio L area classificata a rischio esplosione può essere contemporaneamente un ambiente a maggior rischio incendio per presenza di materiale combustibile in notevole quantità. (carico di incendio specifico di progetto q(f,d) > di 450Mj/m 2 ) Devono essere verificate sia le prescrizioni normative sia della norma En (Atmosfere esplosive:progettazione, scelta ed installazione degli impianti elettrici) sia quelle della Norma CEI 64-8 parte 7. Ad esempio: Obbligo di protezione con interruttore differenziale con Idn<=0,3A per i circuiti terminali 65

66 ALLEGATO IV: la verifica di impianti esistenti 66

67 Classificazione aree pericolose in luoghi precedentemente classificati secondo la Norma CEI 64-2 o secondo altre norme superate CLASSIFICAZIONE IN IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 Per le atmosfere di gas, vapori e nebbie la classificazione delle aree pericolose deve essere stata rivista applicando la EN in una delle edizioni precedenti. (ed ed.2007) oppure en Per atmosfere di polveri combustibili : la classificazione delle aree deve essere stata rivista applicando la EN oppure la EN oppure la EN CLASSIFICAZIONE IN IMPIANTI PRESISTENTI OGGETTO DI TRASFORMAZIONE /AMPLIAMENTI DOPO IL 30/06/2003 Per trasformazioni/ampliamenti radicali : rivedere l intera classificazione delle aree utilizzando la norma EN (per i gas) o EN (polveri) Per trasformazioni/ ampliamenti NON radicali: rivedere la classificazione della sola parte modificata utilizzando la Norma EN (gas) o EN (polveri) (riferimento: Guida CEI sezione 6) 67

68 Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di gas -vapori IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI. Gli impianti esistenti devono garantire un livello di sicurezza equivalente agli impianti nuovi. Gli impianti realizzati in ogni parte conformemente alla vecchia norma CEI 64-2 in buono stato di conservazione sono ritenuti di sicurezza equivalente a quelli realizzati secondo la vigente EN secondo lo schema: Per zona 0: idonei impianti previsti per la vecchia zona C1Z0 Per Zona 1: idonei impianti previsti per vecchie zone C1Z1 e C3Z1 Per zona 2: idonei impianti previsti per vecchia zona C1Z2 ATTENZIONE: Vecchi Impianti in esecuzione AD-FT utilizzati in vecchie zone C3Z2 e C1ZR non sono più accettati e devono essere sostituiti tenendo conto della classificazione effettuata secondo le norme EN Riferimento: guida CEI parte 6 68

69 gas- vapori- Impianti esistenti al 30/06/03 valutazione delle classificazioni aree secondo CEI 64-2 La vecchia norma 64-2 prevedeva luoghi di classe 1, con presenza di zone classificate C1Z0 ( per zona 0); C1Z1(zona1)- C1Z2(zona2) e C1ZR (zona di rispetto), e Luoghi di classe 3 - zone C3z1(zona1) e C3Z2(zona2). L estensione delle zone era calcolata tenendo conto di distanze fisse tabellate. 69

70 Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di polveri combustibili IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI. La vecchia Norma CEI 64-2 prevedeva : Temperatura max di 165 C per componenti elettici non sovraccaricabili e 120 C per componenti sovraccaricabili (motori) e Temperatura in occasione di guasti: 80% Temp.accens. nube Impianti con grado di protezione >di IP44 per polveri non conduttrici e IP 55 per polveri conduttrici. Si consideri che: La temperatura superficiale non era indicata nelle apparecchiature elettriche installate in zone con la presenza di polveri combustibili. La maggior parte degli impianti era realizzato in esecuzione AD-FT, con grado di protezione IP 44-o IP55 CONCLUSIONE: Molte parti dell impianto, ed in particolare quelle realizzate in esecuzione AD-FT non possiedono i requisiti minimi previsti dal allegato L- D.Lgs.81/08 70

71 Requisiti di idoneità di impianti esistenti in luoghi precedentemente classificati secondo la Norma CEI 64-2: atmosfere di polveri combustibili IMPIANTI INSTALLATI PRIMA DEL 30/06/2003 CHE NON HANNO SUBITO TRASFORMAZIONI/ AMPLIAMENTI. La guida Cei da indicazioni sui requisiti minimi che debbono avere gli impianti elettrici esistenti. Zona 20 : I prodotti elettrici devono essere sostituiti con nuovi conformi EN (accettati solo Ex-ia anche se per gas) Zona 21 : Si consiglia la sostituzione dei prodotti elettrici.(accettati Ex-ia e ib; Ex-d,Ex-e e Ex-m se hanno almeno protezione IP6X e temperatura adeguata. Zona 22: Possono essere mantenuti i prodotti elettrici se soddisfano ai criteri indicati nella tabella 3.1 della CEI CONCLUSIONE: E opportuno che la verifica dei requisiti minimi degli impianti esistenti sia effettuata da persona esperta. Deve essere predisposta una documentazione specifica che prevede tra l altro: documentazione di verifica delle tenute alla polvere e documentazione di valutazione delle temperature superficiali dei prodotti 71

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