NUOVI ORIENTAMENTI NELLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DELLA LINEA FANGHI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "NUOVI ORIENTAMENTI NELLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DELLA LINEA FANGHI"

Transcript

1 NUOVI ORIENTAMENTI NELLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DELLA LINEA FANGHI G. Bertanza Dipartimento di Ingegneria Civile, Università degli Studi di Brescia, via Branze 38, 2123 Brescia, I 1. INTRODUZIONE Il fango di supero rappresenta il prodotto del trattamento biologico dei liquami: circa il 6% del carico organico influente si concentra nel fango di supero primario e secondario. Tuttavia, dal momento che il principale obiettivo del trattamento dei liquami è il raggiungimento degli standard di qualità all effluente, nella progettazione e gestione di un impianto di depurazione si pone, in genere, maggiore attenzione alla linea acque piuttosto che alla linea fanghi. D altra parte, lo smaltimento dei fanghi rappresenta una delle voci principali dei costi di gestione: per tale ragione, da un lato dovrebbe essere data maggiore importanza alla linea fanghi in fase progettuale, valutando anche la possibilità di introdurre tecnologie innovative, dall altro lato, in sede gestionale dovrebbero essere adottate procedure per verificare l efficienza del processo e quindi ottimizzarne le condizioni di funzionamento. Nel presente lavoro si riportano alcune riflessioni, senza alcuna pretesa di completezza, circa i nuovi orientamenti nella progettazione e nella gestione della linea fanghi degli impianti di depurazione. Per quanto riguarda la progettazione, tra le diverse fasi di trattamento dei fanghi, si è posta particolare attenzione all essiccamento termico, descrivendone i recenti sviluppi tecnologici e, soprattutto, il livello di applicazione attuale. Questi aspetti sono stati esaminati attraverso una indagine condotta presso impianti di depurazione e costruttori o licenziatari di tecnologie di essiccamento. Per quanto riguarda la gestione, si riporta una rassegna di procedure di verifica, focalizzando in particolare l attenzione sulla disidratazione meccanica dei fanghi: le prove sperimentali condotte su un fango di depurazione per l ottimizzazione della suddetta fase di processo sono presentate come caso di studio, al fine di evidenziare come, in alcuni casi, si possa raggiungere lo scopo prefissato attraverso l applicazione di semplicissime procedure. 2. SVILUPPI TECNOLOGICI NEL TRATTAMENTO DEI FANGHI: ISPESSIMENTO E DISIDRATAZIONE Per quanto riguarda l ispessimento dei fanghi, le più recenti innovazioni tecnologiche riguardano l adattamento di macchine originariamente progettate per la disidratazione

2 meccanica. Tra gli esempi che possono essere citati si riportano i seguenti (per eventuali approfondimenti si rimanda a Lotito, 2): - centrifuga decantatrice: si tratta di un apparecchiatura del tutto analoga alla centrifuga utilizzata per la disidratazione, ma con alcuni accorgimenti tecnici che ne consentono l impiego per l addensamento del fango sedimentato; - tavola gravitazionale: consiste, sostanzialmente, in una nastropressa semplificata, ovvero ridotta alla sola sezione iniziale di drenaggio; - setacci cilindrici: questo sistema è costituito da una serie progressiva di setacci cilindrici rotanti. La maglia dei setacci diviene sempre più grossolana man mano che si procede dall alimentazione verso l uscita della macchina (e quindi man mano che aumenta la concentrazione di sostanza secca nel fango). Il fango rimane all interno dei cilindri mentre l acqua viene eliminata attraverso i fori. Gli sviluppi tecnologici che hanno interessato, negli ultimi anni, i sistemi di disidratazione meccanica dei fanghi sono stati rivolti al conseguimento dei seguenti obiettivi (Lotito, 2): - lo sviluppo di apparecchiature funzionanti in continuo e capaci di ottenere livelli di disidratazione caratteristici delle filtropresse a camere; si tratta ad esempio delle apparecchiature HIP (High Intensità Press) e Burger Press, che adottano sistemi differenti per comprimere due tele filtranti tra le quali è realizzata una tenuta lungo i bordi; - il miglioramento dei rendimenti di disidratazione raggiungibili con macchine centrifughe: le centrifughe ad alta concentrazione, il cui costo peraltro è del - 1% superiore a quello della macchine convenzionali, consentono un incremento del tenore di secco rispetto a queste ultime di -8 punti percentuali; è stata inoltre sviluppata una macchina (Centipress) che riesce a ottenere un secco fino al 3%; - la messa a punto di apparecchiature in grado di ottenere elevate percentuali di secco grazie ad una particolare efficienza della fase di compressione finale: è il caso ad esempio della EIMCO Expressor Press, che consiste in un filtro a nastro di nuova generazione in cui viene appunto massimizzata l azione di compressione finale. Altri sistemi di disidratazione oggi disponibili sul mercato si basano su tecniche diverse rispetto a quelle adottate nelle apparecchiature convenzionali ma, in diversi casi, sono stati sviluppati per applicazioni particolari (Lotito, 2). 3. L ESSICCAMENTO TERMICO DEI FANGHI L essiccamento termico, posto a valle della disidratazione meccanica, consente la drastica riduzione del quantitativo di acqua contenuta nel fango, mediante evaporazione. Il fango essiccato presenta un grado di umidità molto basso (< 2%), il che determina una riduzione di peso da 3 a 6 volte rispetto a un fango disidratato meccanicamente. Dal punto di vista tecnico, i principali vantaggi che si possono conseguire con l essiccamento termico dei fanghi, oltre alla riduzione significativa dei quantitativi da movimentare, sono i seguenti: per lo smaltimento in discarica: a) migliore manipolabilità del prodotto: questa caratteristica rende di fatto un fango essiccato più gradito da parte dei gestori delle discariche;

3 b) igienizzazione del prodotto: il processo termico garantisce la distruzione degli agenti patogeni; c) possibilità di impiego per la copertura giornaliera dei rifiuti, in luogo del materiale inerte convenzionalmente utilizzato. Per il riutilizzo in agricoltura: a) migliore manipolabilità del prodotto (in particolare se il fango è in forma granulare e insaccato); b) igienizzazione del prodotto; c) possibilità di stoccaggio nei mesi in cui non è ammesso lo spandimento, grazie ai ridotti volumi e al buon grado di stabilizzazione (l eliminazione pressoché totale dell acqua esclude la successiva insorgenza di fenomeni putrefattivi); d) potere ammendante: non trattandosi di un processo di combustione, l essiccamento mantiene inalterato il contenuto di sostanza organica nel fango. Per l incenerimento: a) migliore manipolabilità del prodotto; b) elevato potere calorifico, conseguito grazie all eliminazione dell acqua. Le prime applicazioni dell essiccamento termico in Italia per il trattamento dei fanghi di depurazione risalgono ai primi anni 8 (Collivignarelli & Urbini, 1981). A distanza di soli dieci anni già si erano avuti molti sviluppi a livello tecnologico ed era sensibilmente cresciuto il numero di impianti (Collivignarelli et al., 1993). Nel corso di una recente indagine (Collivignarelli et al., 2) si sono delineati i recenti sviluppi tecnologici ed il livello di applicazione attuale, confrontandoli con la situazione rilevata nel corso del precedente studio. Di seguito si riportano i principali risultati di questo lavoro. 3.1 Recenti sviluppi tecnologici L indagine condotta sugli impianti di nuova costruzione ha evidenziato che, dal 93 ad oggi, non sono sopravvenuti significativi sviluppi tecnologici. L indirizzo generale sembra essere quello di apportare migliorie, intervenendo su specifiche fasi del trattamento, senza comunque discostarsi dagli schemi convenzionali. In particolare, vengono adottati nuovi accorgimenti per migliorare il sistema di movimentazione dei fanghi, che in passato ha procurato problemi di gestione e manutenzione (dovuti soprattutto ad occlusioni, intasamenti, cedimenti degli organi in movimento, usura per abrasione, ecc.), e si diffondono sempre più i sistemi che prevedono il ricircolo dei gas esausti e il recupero energetico, con il vantaggio di semplificare la linea di depurazione dell aria (almeno per la fase di deodorizzazione) e ridurre i consumi di energia. Un altro obiettivo perseguito dai costruttori di impianti è quello di migliorare il contatto fango-mezzo riscaldante all interno degli essiccatori (in particolare in quelli indiretti), attraverso particolari conformazioni degli organi interni. Una nota a parte riguarda un particolare processo di essiccamento, detto a freddo (Moreschini, 1997), che presenta applicazioni, anche di rilievo, soprattutto in Germania. Questo trattamento utilizza l aria esterna che, mediante una macchina frigorifera che lavora come deumidificatore, viene riscaldata (con il calore prodotto dalla macchina frigorifera stessa) a circa 4- C e deumidificata (contenuto di umidità del 1-2%). Quest aria viene poi convogliata in un sistema a nastri (sui quali è posto il fango) e

4 assorbe l umidità fino a raggiungere il grado di saturazione; l aria umida viene quindi ricircolata alla macchina frigorifera. Questo trattamento è in grado di fornire un tenore di secco dell 8-9%. 3.2 Applicazione dell essiccamento termico in Italia Gli impianti di essiccamento termico in Italia, di cui gli scriventi sono a conoscenza, sono oltre trenta, dei quali la netta maggioranza (~8%) a servizio di impianti di depurazione municipali, e i restanti di impianti di depurazione industriali. Di seguito si riportano i principali dati di funzionamento di alcuni impianti di essiccamento termico italiani, forniti dai gestori degli impianti stessi; il primo paragrafo riguarda gli impianti già considerati nel corso di una precedente indagine (Collivignarelli et al., 1993), con l obiettivo di evidenziare eventuali problematiche e variazioni nei dati di processo, così da tracciare una sorta di bilancio dopo alcuni anni di funzionamento; nel secondo paragrafo vengono illustrati alcuni impianti avviati dopo il 1993 o attualmente in fase di costruzione Impianti funzionanti al 1992 In Tab. 1 sono riassunti i principali dati relativi agli impianti oggetto della precedente indagine. Da un primo esame si vede che, dal 1993 ad oggi, impianti su 1 sono stati fermati e uno ha funzionato, nel corso dell ultimo anno, a regime ridotto (solamente 31 h/y). Per gli altri impianti non sono sopravvenute sostanziali variazioni nei parametri di funzionamento. La discussione degli aspetti che hanno determinato l arresto di alcuni impianti è riportata nei paragrafi seguenti.

5 Tab. 1 - Dati di funzionamento degli impianti di essiccamento considerati nella precedente indagine (Collivignarelli et al., 1993) Cesena (FO) Località Potenzialità depuratore Liquami trattati Tipologia essiccatore Acqua evaporata (kgh 2 O ev /d) (A.E.) urbani (% ind.) Anno di avvio Stato di funzionamento diretto in funzione (parzialmente) Collecchio (PR) 8. 2 urbani (7% ind. alimentare) 2 Cremona 12. urbani (4% ind.) diretto ~ fermo diretto ~22. ~ fermo Imola (BO) - urbani indiretto smantellato Robecchetto (MI) 8. urbani (1% conciari + 6% tessili) diretto in funzione 199 in funzione Rovereto (TN) 1. 3 urbani indiretto kg/h * Sassari. urbani (% ind.) diretto fermo Schio (VI) - urbani (6% tessili) diretto * 1991 in funzione Turbigo (MI) - urbani (2 % conciari) Verona urbani (1% ind.) misto fermo indiretto in funzione Nell accezione del D. lgs. 12/99 con il termine urbano si intende un liquame misto di provenienza civile e industriale. * Dati forniti dal costruttore dell impianto. 1 L impianto di essiccamento tratta circa il 7% del fango prodotto. 2 Oggi il contributo industriale non è più presente. 3 L impianto riceve i fanghi di più impianti di depurazione per una potenzialità complessiva di 1. A.E. 4 L impianto di essiccamento tratta circa il 6% del fango prodotto Impianti di recente costruzione Si riportano di seguito (Tab. 2) le principali informazioni relative ad alcuni impianti di essiccamento costruiti in Italia a partire dal 1993; la tabella non riguarda la totalità degli impianti presenti sul territorio, ma rappresenta comunque un significativo riferimento per valutare l attuale applicazione del processo di essiccamento e le principali tipologie di essiccatori adottate (con le relative potenzialità).

6 Tab. 2 - Dati di funzionamento di alcuni impianti di essiccamento costruiti dal 1993 ad oggi Località Liquami trattati Tipologia essiccatore Capacità evaporativa (kgh 2 O ev /h) Anno di avvio Stato di funzionamento Arborea (OR) industria indiretto fermo alimentare Arzignano (VI) industria diretto 2 x in funzione conciaria Bergamo urbani indiretto in funzione Coriano (RI) urbani indiretto 2.7 / in funzione Mondello (PA) urbani diretto fermo Pozzuolo Martesana industria diretto 1994 fermo (MI) alimentare Reggio Emilia urbani diretto 2 x fermo Roma Sud urbani indiretto 2 x in funzione Rovereto (TN) urbani indiretto in allestimento Empoli (FI) industria indiretto in funzione alimentare S. Giorgio di Nogaro urbani indiretto in funzione (UD) Termeno (BZ) urbani diretto in funzione Thiesi (SS) industria indiretto fermo alimentare Villa Agnedo (TN) urbani indiretto in funzione Nell accezione del D. lgs. 12/99 con il termine urbano si intende un liquame misto di provenienza civile e industriale. 1 La capacità evaporativa può variare in funzione dei parametri operativi (pressione del vapore). La Tab. 2 sottolinea che esistono diversi impianti attualmente non in funzione. Le cause che hanno portato a questa situazione non sono tanto di tipo tecnologico, dato che gli essiccatori risultano affidabili in questo senso, quanto di ordine amministrativo ed economico: si rimanda ai paragrafi successivi per una discussione più ampia di questi argomenti. Esistono poi (o sono in fase di realizzazione) altri impianti di essiccamento nei seguenti comuni: Bassano del Grappa (VI), Coriano (RI), Brunico (BZ), Erba-Merone (CO), Fusina (VE), Biella, Marghera (VE), Vasto (CB).

7 3.2.3 Considerazioni generali Di seguito vengono illustrate alcune elaborazioni dei dati relativi agli impianti elencati in Tabb. 1 e 2. In Fig. 1 sono stati suddivisi, a seconda della data di avviamento, gli impianti di essiccamento che oggi risultano in funzione oppure fermi al 1986 N impianti di essiccamento dal 1999 oggi in funzione oggi non in funzione Intervallo di tempo (anni) Fig. 1 - Numero di impianti di essiccamento realizzati/avviati nei diversi anni Dalla figura precedente si osserva che: - nel periodo si è verificato un notevole incremento del numero di impianti rispetto agli anni precedenti; - dal 1993 la diffusione degli impianti ha avuto un lieve decremento; - la percentuale di impianti fermati, superiore al 4%, non dipende dall anno di avvio, ad indicare che le ragioni dell arresto non sono necessariamente legate all invecchiamento delle apparecchiature. In Tab. 3 sono stati suddivisi, in base alla tipologia di essiccatori, gli impianti costruiti prima e dopo il Tab. 3 - Tipologie di impianti di essiccamento Tipologia di Installati al 1992 Installati dal 1993 essiccatori Totale Oggi in funzione Totale Oggi in funzione Totale Oggi in funzione diretti indiretti misti 1 1

8 Dall analisi della Tab. 3 emergono alcune considerazioni: gli impianti più diffusi sono quelli di tipo diretto e indiretto, mentre esiste solo un impianto misto (peraltro non più in funzione); dal 1993 hanno avuto una maggiore applicazione gli essiccatori indiretti; la percentuale di impianti di tipo diretto oggi dismessi è superiore rispetto a quella relativa agli impianti di tipo indiretto. In Fig. 2 sono stati suddivisi, a seconda della capacità evaporativa, gli impianti di essiccamento che oggi risultano in funzione oppure fermi. 9 8 N impianti di essiccamento oggi in funzione oggi non in funzione < > 7 Classi di potenzialità (kgh 2 O ev /h) Fig. 2 - Numero di impianti in funzione della loro potenzialità Dalla Fig. 2 si osserva che: - fra gli essiccatori di potenzialità non superiore a 1. kgh 2 O ev /h, solo uno è attualmente in funzione, mentre per potenzialità più elevate, la percentuale di impianti fermi è decisamente inferiore; - gli essiccatori con potenzialità nell intervallo kgh 2 O ev /h sono i più diffusi; - gli essiccatori installati hanno una capacità evaporativa massima di 4. kgh 2 O ev /h; per raggiungere valori maggiori si adottano più linee in parallelo. Per quanto riguarda le problematiche gestionali, le informazioni raccolte hanno portato alle seguenti considerazioni: - per quanto riguarda gli impianti in funzione da più anni, non sono stati riscontrati particolari problemi di gestione/manutenzione. In questo senso è risultata di notevole importanza la fase di regolazione iniziale dei parametri di funzionamento, la quale deve essere condotta con scrupolo: una cattiva taratura può portare infatti a

9 un eccessiva usura o al surriscaldamento degli organi meccanici e a problemi di impaccamento del fango o di produzione di polveri (quest ultima situazione può causare soprattutto problemi nella gestione della sezione di trattamento dei gas esausti: intasamento dei filtri); - dal punto di vista economico, il punto debole dell essiccamento è il costo energetico, dovuto in particolare al consumo di metano. Una possibile alternativa all uso del metano consiste nell utilizzo del biogas prodotto in fase di digestione anaerobica (naturalmente nei casi in cui questa è presente), che, però, solitamente è utilizzato per altri scopi (riscaldamento del digestore, produzione di acqua calda, ecc.). Un ulteriore possibilità da valutare è la eliminazione dei transitori di avviamento e di arresto (con la conseguente riduzione di sperperi energetici, oltre che di un eccessiva usura degli organi meccanici) negli impianti che li prevedono: in questo caso, comunque, va attentamente valutato il costo aggiuntivo di manodopera legato al funzionamento in continuo dell essiccatore. Naturalmente tutti questi aspetti devono essere valutati in relazione alle condizioni di smaltimento, notoriamente variabili nel tempo e da caso a caso (ad es. in Emilia Romagna il costo per lo smaltimento in agricoltura è oggi molto basso, in confronto alla discarica; in alcuni casi viene praticato un costo diverso a seconda che il fango sia solo disidratato oppure essiccato); ciò richiede, per ogni situazione, una specifica valutazione (Bertanza & Gorini, 1997); - numerose sono le cause di tipo burocratico/amministrativo che hanno comportato l arresto di diversi impianti di essiccamento, tra cui: a) norme locali particolarmente restrittive (un esempio è la normativa della Regione Sardegna, che, secondo quanto comunicato dai gestori dell impianto di Sassari, assimilerebbe gli impianti di essiccamento agli inceneritori richiedendo, pertanto, un integrazione del sistema convenzionale di depurazione dei gas esausti); b) necessità di rinnovo del contratto di gestione, quando la stessa è affidata in appalto a terzi; c) disponibilità da parte degli impianti di smaltimento (discariche, inceneritori) a ricevere fanghi semplicemente disidratati; d) disponibilità di terreni agricoli ove smaltire i fanghi anche nei mesi invernali (es. nei pioppeti) con costi molto inferiori alle altre tipologie di smaltimento (es.: Emilia Romagna). 4. VERIFICA DI FUNZIONALITA DELLE FASI DI TRATTAMENTO DEI FANGHI 4.1 Monitoraggio e bilanci di massa L effettuazione di un monitoraggio a livello delle diverse sezioni dello schema di trattamento consente di calcolare l efficienza del processo. I punti di campionamento e le relative frequenze devono essere scelti in funzione del comparto in esame (per esempio, l ispessimento o la digestione) e della dimensione dell impianto. I parametri da considerare sono, nella maggior parte dei casi, la portata e la concentrazione dei solidi sospesi volatili e totali (SST), poiché il rendimento viene calcolato in termini di perdita di sostanza organica e/o di umidità (bilancio di massa). I parametri di processo devono essere parimenti misurati (per esempio, la temperatura,

10 l ossigeno disciolto, il ph, la produzione di biogas ecc.) o calcolati (per esempio, il tempo di ritenzione idraulica e l età del fango), a seconda del comparto considerato, al fine di correlare l efficienza dell impianto alle condizioni di funzionamento. Infine, l analisi dei dati relativi al surnatante può fornire importanti informazioni circa l efficienza del trattamento dei fanghi e il carico ricircolato in testa all impianto. Il calcolo del bilancio di massa è necessario anche ai fini di una verifica dei parametri di progetto, così da valutare eventuali sovraccarichi dell impianto. Accanto al monitoraggio e all analisi dei dati, si rivela talvolta necessaria l effettuazione di prove sperimentali specifiche: per esempio qualora i dati non siano sufficienti a spiegare i fenomeni osservati o le condizioni operative debbano essere modificate (per esempio, in conseguenza a variazioni delle caratteristiche del liquame influente o a causa del cambiamento dei reagenti dosati). 4.2 Prove sperimentali Numerose prove possono essere effettuate in funzione della specifica fase del processo e degli obiettivi di volta in volta prefissati (Gorini, 1997). Si riportano, di seguito, alcuni esempi al proposito. Caratteristiche di sedimentabilità dei fanghi. Le prove (generalmente effettuate con cilindri o coni Imhoff) è finalizzata a studiare il comportamento del fango biologico e della miscela fango biologico-fango primario, in termini di caratteristiche di sedimentabilità e di efficienza di rimozione dei solidi sospesi. Caratteristiche di ispessimento dei fanghi. Le prove in cilindro consentono di evidenziare la capacità di ispessimento del fango in condizioni controllate di laboratorio fornendo indicazioni, per esempio, circa il ruolo del tempo di ritenzione, della miscelazione lenta, del dosaggio di reagenti ecc. Stabilizzazione biologica dei fanghi. L effetto di differenti condizioni di processo (tempo di ritenzione del fango, temperatura, ph, concentrazione di ossigeno disciolto nei processi aerobici ecc.) può essere valutato attraverso l esecuzione di prove batch a scala di laboratorio. Comportamento idrodinamico. Il comportamento idrodinamico di un reattore assume un ruolo fondamentale nell ambito dell efficienza del processo. L effettuazione di prove sperimentali basate sulla determinazione della curva RTD (distribuzione dei tempi di ritenzione) (Collivignarelli et al., 199) consente di definire lo schema di flusso (per esempio, flusso a pistone o miscelazione completa), di evidenziare eventuali by-pass, volumi morti ecc. (Collivignarelli et al., 1997). Disidratazione dei fanghi. Un esempio di prova di laboratorio, basata sulla filtrazione a vuoto e finalizzata alla definizione delle condizioni di trattamento ottimali, è riportato nei paragrafi successivi. Al medesimo fine può essere eseguita anche la centrifugazione (Acaia e Ragazzi, 199). Per verificare i risultati ottenuti durante le prove di laboratorio, può rivelarsi necessario ripetere le stesse a scala reale, su impianti di depurazione.

11 . PROVE SPERIMENTALI DI DISIDRATAZIONE MECCANICA DEI FANGHI L impianto di depurazione studiato tratta acque reflue urbane e ha una potenzialità di 8. a.e. Esso è dotato di sedimentazione primaria (alla quale è inviato solo il 3% della portata in ingresso) e di un comparto biologico secondo lo schema di predenitrificazione. Il fango biologico di supero ritorna in testa alla sedimentazione primaria, dalla quale viene estratto il fango misto primario e secondario. La linea dei fanghi si articola nelle seguenti fasi: digestione aerobica, ispessimento, disidratazione con filtropressa. Le prove sperimentali effettuate erano finalizzate all ottimizzazione della fase di disidratazione meccanica dal punto di vista tecnico ed economico, focalizzando l attenzione sulla tipologia e sul dosaggio dei reagenti impiegati..1 Materiali e metodi Prove di disidratazione. Sono stati utilizzati i seguenti reagenti condizionanti: calce, cloruro ferrico e policloruro di alluminio. Le prove (Tab. 4) sono state condotte su campioni di fango digerito aerobicamente e ispessito e, rispettivamente: A. senza dosaggio di condizionanti; B. con aggiunta di calce e cloruro ferrico (soluzione al 4% p/p); C. con aggiunta di calce e policloruro di alluminio (soluzione al 18% p/p); D. con aggiunta di calce, cloruro ferrico ferrico e policloruro di alluminio. Tab. 4 - Reagenti condizionanti utilizzati nelle prove di filtrazione a vuoto e relativi dosaggi (g reagente/1 gss) Serie di prove: A B C D Reagente condizionante Calce - 2,, 1, 2, 4, 6 2,, 1, 2, 4, 6 2, 4, 6 Cloruro ferrico - 2,, 1-2, 1 Policloruro di alluminio - - 2,, 1,, 1,, 3, Le prove di filtrazione a vuoto (con filtri aventi diametro dei pori di,4 µm) sono state svolte secondo le modalità riportate nei metodi IRSA-CNR (1984). La durata della fase di filtrazione (2 e 3 minuti) è stata determinata in seguito a prove preliminari. La filtrazione veniva preceduta dai seguenti passaggi: - dosaggio dei reagenti condizionanti (coagulante e calce, con la medesima sequenza adottata nell impianto reale); - agitazione lenta per -1 minuti; - completamento della reazione per 1 minuti. Il fango ottenuto in seguito alle prove di filtrazione è stato caratterizzato attraverso la determinazione del volume totale e della concentrazione di solidi totali. Analisi economica. Sulla base dei risultati delle prove di disidratazione (relative a un tempo di filtrazione pari a 3 minuti), è stata condotta un analisi economica approssimata (considerando cioè esclusivamente il costo dei reagenti e dello

12 smaltimento dei fanghi). Sono stati quindi assunti i seguenti costi per i rispettivi reagenti (riferiti al reattivo secco): calce,,66 /kg; cloruro ferrico,,12 /kg; policloruro di alluminio,149 /kg. Per quanto concerne invece lo smaltimento del fango, si è assunto un costo di,67 /kg..2 Risultati e discussione Efficienza di trattamento. I risultati ottenuti sul fango non condizionato e condizionato (con calce e cloruro ferrico) sono riportati in Fig. 3. Si omettono le elaborazioni grafiche relative alle prove con policloruro di alluminio, essendo stati ottenuti analoghi risultati. Dall esame dei risultati riportati in Fig. 3, è possibile avanzare le seguenti considerazioni: - la disidratazione del fango non condizionato sortisce un esito non soddisfacente (Fig. 3A); - al fine di ottenere un rendimento sufficiente (SS>2%) l aggiunta di calce (in quantità almeno pari al 2%) è necessaria; - l effetto dell aggiunta di cloruro ferrico è significativo in corrispondenza di dosaggi di calce minori o uguali al 4%; - elevati dosaggi di condizionanti consentono di raggiungere la massima efficienza di disidratazione già dopo 2 minuti di filtrazione (Fig. 3F, 3G). L efficienza di disidratazione risulta incrementata dall impiego simultaneo dei tre reagenti: per esempio, aggiungendo policloruro di alluminio (al 3%) al fango condizionato con calce (2%) e cloruro ferrico (1%) la concentrazione di sostanza secca è passata dal 28,% al 3,3%.

13 Sostanza secca nel fango disidratato (% p/p) Fango non condizionato Tempo di filtrazione (min) A) Sostanza secca nel fango disidratato (% p/p) Sostanza secca nel fango disidratato (% p/p) Dosaggio di calce: 2% 1% FeCl 3 % FeCl 3 2% FeCl Tempo di filtrazione (min) Sostanza secca nel fango disidratato (% p/p) B) C) Dosaggio di calce: 1% 1% FeCl 3 % FeCl 3 2% FeCl Tempo di filtrazione (min) Sostanza secca nel fango disidratato (% p/p) Dosaggio di calce: % 1% FeCl 3 % FeCl 3 2% FeCl Tempo di filtrazione (min) Dosaggio di calce: 2% 1% FeCl 3 D) E) % FeCl 3 2% FeCl Tempo di filtrazione (min) Sostanza secca nel fango disidratato (%p/p) Dosaggio di calce: 4% 1% FeCl 3 % FeCl 3 2% FeCl Tempo di filtrazione (min) Sostanza secca nel fango disidratato (%p/p) % FeCl 3 % FeCl 3 1% FeCl 3 Dosaggio di calce: 6% Tempo di filtrazione (min) F) G) Fig. 3 - Risultati delle prove di filtrazione a vuoto; fango condizionato con calce e cloruro ferrico

14 Analisi economica. Si riporta, in Fig. 4, la stima dei costi relativi a differenti condizioni di trattamento (impiego di calce e cloruro ferrico come condizionanti). I risultati ottenuti nel caso del policloruro di alluminio sono analoghi. 1, Costo specifico totale (Euro/kg SS prodotto),9,8,7 FeCl3 = %,6,,4,3 FeCl3 = 1%,2,1, Dosaggio di calce (%) Fig. 4. Stima dei costi per il consumo dei reagenti e per lo smaltimento dei fanghi in corrispondenza di differenti condizioni di trattamento Si osserva che le condizioni ottimali di trattamento (dal punto di vista economico) corrispondono ai seguenti dosaggi: calce 2%, cloruro ferrico 1%. Le medesime condizioni ottimali sono state individuate per il policloruro di alluminio. Utilizzando congiuntamente i tre condizionanti, i costi minori sono stati ottenuti in corrispondenza dei seguenti dosaggi: calce 2%, cloruro ferrico 1%, policloruro di alluminio 2, %. Sulla base di tali risultati, è stato effettuato un confronto economico fra le tre situazioni migliori (relative alle prove effettuate utilizzando, come coagulanti, rispettivamente cloruro ferrico, policloruro di alluminio o entrambi): si riporta quanto emerso in Tab., ove si evidenzia la convenienza della terza soluzione (impiego congiunto di tutti i condizionanti). Tab. - Confronto economico tra differenti condizioni di trattamento Dosaggio (g/1 gss) Calce Cloruro ferrico 1-1 Policloruro di alluminio - 1 2, Costi ( /kg SS fango),31,32,28 Sebbene i dati in questione debbano essere considerati ancora come risultati preliminari (l efficienza di disidratazione e i costi effettivi dovrebbero essere confermati infatti da prove condotte a scala reale) forniscono comunque utili indicazioni per una prima definizione delle condizioni di processo.

15 6. CONCLUSIONI Da quanto riportato nel presente lavoro, in merito ai nuovi orientamenti nella progettazione e gestione della linea fanghi di impianti di depurazione, possono essere tratte alcune considerazioni riassuntive. Criteri progettuali - Sebbene le novità in questo ambito non siano di particolare di rilievo, si possono ricordare le seguenti tecnologie innovative: gli addensatori dinamici (apparecchiature basate sul principio di funzionamento delle macchine tradizionalmente utilizzate per la disidratazione meccanica), le apparecchiature di filtropressatura in continuo, le centrifughe e le nastropresse ad elevata efficienza; - Tra le tecnologie che, già alcuni anni fa, sembravano delineare una tendenza di sviluppo va ricordato l essiccamento termico. Invero, oggi, nonostante ben impianti dei 1 descritti dagli autori in una precedente indagine del 1993 non siano attualmente in funzione (due per ragioni di ordine economico, due per ragioni burocratico/amministrative, uno per necessità di completa ristrutturazione per invecchiamento), il processo di essiccamento si è ulteriormente diffuso in Italia: gli scriventi sono a conoscenza di oltre trenta impianti presenti. Gli impianti sono tuttavia fermi in oltre il 4% dei casi considerati. - L ulteriore diffusione dell essiccamento termico appare legata ad una serie di fattori tra loro interconnessi: - dal punto di vista normativo, la tendenza è quella di ricercare soluzioni alternative allo smaltimento in discarica, anche se le bozze di norme tecniche per le discariche sembrerebbero ammettere lo smaltimento dei fanghi disidratati, almeno a certe condizioni, e il D. lgs. 22/97 sembra ammettere il conferimento in discarica di fango essiccato (p.to D9, All. B). Dovendosi privilegiare il recupero della risorsa (riutilizzo in agricoltura o incenerimento), l essiccamento comporta indubbi vantaggi operativi. Esso, infine, consentirebbe l impiego del fango come materiale di copertura dei rifiuti in discarica. Alla normativa nazionale si aggiungono poi le norme regionali che possono influire in maniera determinante sull opportunità/necessità di adottare l essiccamento; - dal punto di vista economico, si tratta di valutare attentamente, nelle diverse condizioni, i costi associati alle possibili alternative di trattamento/smaltimento dei fanghi. Il costo di smaltimento è naturalmente un parametro determinante e può spostare di molto la soglia di convenienza dell essiccamento (in termini di potenzialità minima dell impianto); - per quanto riguarda gli aspetti tecnologici, vanno ricordati gli importanti vantaggi che l essiccamento offre a livello di caratteristiche quali-quantitative del fango (riduzione spinta del volume, migliore manipolabilità, prodotto igienizzato e stabilizzato, ecc.) a cui però si accompagna un maggiore onere impiantistico oltre che gestionale. Criteri gestionali - Numerose prove consentono di verificare la funzionalità dei comparti della linea fanghi negli impianti di depurazione. Esse dovrebbero essere adottate a completamento dell attività di monitoraggio, al fine di meglio comprendere alcuni

16 aspetti concernenti il funzionamento e le prestazioni dell impianto e di ottimizzarne la gestione. - Nel presente lavoro è stato presentato un esempio relativo alla definizione delle condizioni ottimali per la disidratazione meccanica di fanghi digeriti e ispessiti. E stato dimostrato che, mediante semplici prove sperimentali ed elaborazioni, questo obiettivo può essere conseguito. In particolare, sono stati sperimentati alcuni dosaggi di tre diversi condizionanti (calce, cloruro ferrico, policloruro di alluminio) mediante l effettuazione di prove batch di filtrazione a vuoto. E emerso che, per ottenere un soddisfacente contenuto di sostanza secca nel fango trattato, è necessario dosare calce, in quantità almeno pari al 2%. Inoltre, si è osservato che i coagulanti (cloruro ferrico o policloruro di alluminio) svolgono un ruolo significativo in corrispondenza di dosaggi di calce minori o uguali al 4%. Un confronto economico approssimato (basato sulla stima dei costi per il consumo dei reagenti e per lo smaltimento dei fanghi) tra le diverse condizioni di trattamento ha infine evidenziato che la soluzione più conveniente (dal punto di vista economico) consiste nell impiego congiunto della calce (dosaggio pari al 2%), del cloruro ferrico (dosaggio pari al 1%) e del policloruro di alluminio (dosaggio pari al 2,%). CONTRIBUTO DEGLI AUTORI Carlo Collivignarelli ha coordinato il lavoro e ne ha curato la supervisione scientifica. Giorgio Bertanza ha curato l indagine e l attività sperimentale.

17 BIBLIOGRAFIA Acaia C., Ragazzi M. (199). Proprietà chimiche, fisiche e biologiche dei fanghi di depurazione. In proceedings of Seminar Trattamento e smaltimento dei fanghi, Bari (Italy), 1-13 December, Bertanza G., Gorini R. (1997). Raffronto tecnico-economico di alternative per il trattamento finale e lo smaltimento dei fanghi di depurazione: il caso di un impianto di media potenzialità. IA Ingegneria Ambientale, 26 (4), Collivignarelli C., Bertanza G., Vaccari M. (2). Essiccamento termico. Atti del 2 Corso di aggiornamento in Ingegneria Sanitaria-Ambientale Sviluppi nelle tecniche di depurazione delle acque reflue, Politecnico di Milano, ottobre, Collivignarelli C., Baldi M., Bertanza G., Conio O., Gorini R., Lasagna C., Riganti V. (1997). Verifica del comportamento idrodinamico di reattori di digestione anaerobica dei fanghi di depurazione. In Proceedings of SIDISA, Simposio Internazionale di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, Ravello, 3-7 June, Collivignarelli C., Bertanza G., Bina S. (199). La verifica idrodinamica nel trattamento delle acque - Basi teoriche, procedure di applicazione, esempi. Vol. 8, Collana Ambiente, ed. CIPA, Milano, ISSN Collivignarelli C., Riganti V., Andreottola G., Bertanza G., Canziani R., Ragazzi M. (1993). Essiccamento termico dei fanghi di depurazione: aspetti tecnico-economici, normativi e ambientali. Quaderno n. 18, di IA Ingegneria Ambientale, Inquinamento e depurazione. Collivignarelli C., Urbini G. (1981). Essiccamento termico dei fanghi urbani. IA Ingegneria Ambientale, 1 (3). Gorini R. (1997). Verifiche della funzionalità della linea fanghi. In Proceedings of 3 Seminario di Studio di Ingegneria Sanitaria-Ambientale La gestione e l upgrading degli impianti a fanghi attivi, Engineering Faculty, University of Brescia (Italy), 4- December, IRSA-CNR (1984). Metodi analitici per i fanghi. Vol. 2 Parametri Tecnologici. Quaderno n. 64, Istituto di Ricerca sulle Acque. Lotito V. (2). Sviluppi nelle tecniche di addensamento e disidratazione. Atti del 2 Corso di aggiornamento in Ingegneria Sanitaria-Ambientale Sviluppi nelle tecniche di depurazione delle acque reflue, Politecnico di Milano, ottobre, Moreschini E. (1997). Gli impianti utilizzati nel processo di essiccamento ad aria. ICP, rivista dell industria chimica, anno XXV, Novembre,

FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT

FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT ESPERIENZE INNOVATIVE IN ITALIA SUGLI ASPETTI DEPURATIVI: UN FOCUS SUI FANGHI Bologna, 22 ottobre 2014 FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT Ing. Marco ACRI Direttore Generale SOCIETÀ METROPOLITANA

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

BIOSONATOR. La tecnologia ad Ultrasuoni applicata agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane

BIOSONATOR. La tecnologia ad Ultrasuoni applicata agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane BIOSONATOR La tecnologia ad Ultrasuoni applicata agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane Principio di funzionamento Il BIOSONATOR è un sistema di trattamento ad ultrasuoni in grado di produrre

Dettagli

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE ESERCITAZIONI CALCOLO DELLA LINEA DI TRATTAMENTO DEI FANGHI DI UN IMPIANTO BIOLOGICO A FANGHI ATTIVI AL SERVIZIO DI UNA CITTA DI 200.000 ABITANTI Si chiede di

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DEI SOLVENTI E DELLE POLVERI

UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DEI SOLVENTI E DELLE POLVERI UNA NORMA ITALIANA PER GLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO DEI SOLVENTI E DELLE POLVERI E stata pubblicata la norma tecnica UNI che regolamenta la costruzione degli impianti per l abbattimento dei VOC e delle

Dettagli

Relazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3)

Relazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3) Relazione Tecnica Allegato n 1 Valutazione Impatto Ambientale Impianto IPPC SEDAMYL S.p.A. AIA n.1018 del 12/10/2007 in fase di rinnovo Comune SALUZZO CENTRALE DI COGENERAZIONE IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE

Dettagli

1. PREMESSE. 1.53.11.1_Piano_gestione_fase_avviamento_E.doc 1

1. PREMESSE. 1.53.11.1_Piano_gestione_fase_avviamento_E.doc 1 1. PREMESSE Il presente documento costituisce il piano con le modalità operative da seguire per la gestione della fase di avvio e collaudo delle nuove opere di progetto per evitare disservizi nel funzionamento

Dettagli

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi: LA COGENERAZIONE TERMICA ED ELETTRICA 1. Introduzione 2. Turbine a Gas 3. Turbine a vapore a ciclo combinato 4. Motori alternativi 5. Confronto tra le diverse soluzioni 6. Benefici ambientali 7. Vantaggi

Dettagli

MESSA A PUNTO DI UN PROGRAMMA DI ANALISI DEI DATI STORICI DI FUNZIONAMENTO DI UNA CENTRALE TERMOELETTRICA DI COGENERAZIONE. (riassunto) Luca Bianchini

MESSA A PUNTO DI UN PROGRAMMA DI ANALISI DEI DATI STORICI DI FUNZIONAMENTO DI UNA CENTRALE TERMOELETTRICA DI COGENERAZIONE. (riassunto) Luca Bianchini MESSA A PUNTO DI UN PROGRAMMA DI ANALISI DEI DATI STORICI DI FUNZIONAMENTO DI UNA CENTRALE TERMOELETTRICA DI COGENERAZIONE (riassunto) Luca Bianchini SOMMARIO In questo lavoro di tesi presento un applicazione

Dettagli

LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI LE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO DI BACK-UP E/O IN DOPPIO

LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI LE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO DI BACK-UP E/O IN DOPPIO LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI LE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO DI BACK-UP E/O IN DOPPIO INDICE LA PREMESSA PAG. 2 DIMENSIONAMENTO DELLE APPARECCHIATURE DI BACK-UP E/O IN DOPPIO PAG. 2 CONCLUSIONI

Dettagli

RIDURRE I COSTI ENERGETICI!

RIDURRE I COSTI ENERGETICI! Otto sono le azioni indipendenti per raggiungere un unico obiettivo: RIDURRE I COSTI ENERGETICI! www.consulenzaenergetica.it 1 Controllo fatture Per gli utenti che sono o meno nel mercato libero il controllo

Dettagli

SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema

SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema Il modulo Ventilazione Standard permette di effettuare la progettazione integrata (disegno e calcoli) in AutoCAD di reti di canali aria (mandata e ripresa). Il disegno

Dettagli

4. VALUTAZIONI ECONOMICHE E ANALISI DEL SISTEMA TARIFFARIO

4. VALUTAZIONI ECONOMICHE E ANALISI DEL SISTEMA TARIFFARIO 4. VALUTAZIONI ECONOMICHE E ANALISI DEL SISTEMA TARIFFARIO 4.1. Costi totali In Veneto il costo 2 medio pro capite per il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel 21 è pari a 127,91. Rispetto ai 124,71

Dettagli

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata: 10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo Prima di organizzare un programma di allenamento al fine di elevare il livello di prestazione, è necessario valutare le capacità

Dettagli

REGIONE PUGLIA Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l attuazione delle opere pubbliche

REGIONE PUGLIA Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l attuazione delle opere pubbliche AMMISSIBILITA DEI RIFIUTI IN DISCARICA AI SENSI DEL DECRETO MINISTERIALE 27/09/2010 PRIMI INDIRIZZI APPLICATIVI REGIONALI Il Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Dettagli

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce

Dettagli

Dati delle prove effettuate e schema di processo. Processo Hydrowaste

Dati delle prove effettuate e schema di processo. Processo Hydrowaste Dati delle prove effettuate e schema di processo 2010 Processo Hydrowaste Premessa Il problema dello smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani è molto sentito in tutta Europa. Oltre ai tradizionali metodi

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Digestione ed impiego di fanghi di depurazione in agricoltura

Digestione ed impiego di fanghi di depurazione in agricoltura Digestione anaerobica da biomasse, scarti agroindustriali e riduzione dell azoto dai digestati Udine, 22 settembre 2011 Digestione ed impiego di fanghi di depurazione in agricoltura Prof. Ing. Daniele

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA)

PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA) PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA) Il presente documento descrive le modalità di coordinamento tra gestori

Dettagli

PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO

PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO VIII Incontro EXPERT PANEL EMISSIONI DA TRASPORTO STRADALE Roma, 5 novembre 2003 PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO Massimo Capobianco, Giorgio Zamboni

Dettagli

INGEGNERIA CHIMICA 1 Sede di Milano - Leonardo

INGEGNERIA CHIMICA 1 Sede di Milano - Leonardo POLITECNICO DI MILANO 2002/2003 III Facoltà di Ingegneria di Milano - Leonardo ANNO ACCADEMICO 2002/2003 Regolamenti Didattici dei Corsi di Studio in INGEGNERIA CHIMICA 1 Sede di Milano - Leonardo Corso

Dettagli

Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009

Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009 Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009 1 ANALISI DEI DATI PREGRESSI Serie storica delle produzioni del periodo 2002-2008 (t/anno)

Dettagli

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA Sommario I principi di riferimento... 2 Misurazione dei risultati delle strutture ante D.L. n. 78/2010...

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici 1. Introduzione Vengono oggi pubblicate sul sito dell ANVUR e del MIUR 3 tabelle, deliberate nel CD dell ANVUR del 13 agosto 2012, relative

Dettagli

UPGRADE DI DIGESTORI ANAEROBICI PER LA STABILIZZAZIONE DI FANGHI DI DEPURAZIONE E ALTRE MATRICI ORGANICHE

UPGRADE DI DIGESTORI ANAEROBICI PER LA STABILIZZAZIONE DI FANGHI DI DEPURAZIONE E ALTRE MATRICI ORGANICHE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE CHIMICHE SPIN-OFF Risa S. r. l. AMGA-NET ricerche UPGRADE DI DIGESTORI ANAEROBICI PER LA STABILIZZAZIONE DI FANGHI DI DEPURAZIONE E

Dettagli

Sintesi dei risultati

Sintesi dei risultati Sintesi dei risultati La ricerca commissionata dal Dipartimento della Funzione pubblica e realizzata da Datamedia si compone di due sezioni: a una prima parte indirizzata, tramite questionario postale,

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

(Approvato dall Assemblea dei Sindaci ATI 3 con Deliberazione n. 1 del 19/01/2015)

(Approvato dall Assemblea dei Sindaci ATI 3 con Deliberazione n. 1 del 19/01/2015) Atto di indirizzo alla VUS spa sul contenimento dei costi del personale in attuazione dell art. 18 comma 2 bis della legge n. 133 del 2008, come modificato dall art. 19 della l. 102/2009, dall art. 1 comma

Dettagli

LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI VITA UTILE DELLE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO E FORNITURE IN SERVICE

LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI VITA UTILE DELLE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO E FORNITURE IN SERVICE LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI VITA UTILE DELLE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO E FORNITURE IN SERVICE INDICE LA PREMESSA PAG. 2 VITA UTILE RESIDUA E DURATA DELLA FORNITURA: LE APPARECCHIATURE RICONDIZIONATE

Dettagli

Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici

Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici Metodologia di monitoraggio Impianti fotovoltaici Per effettuare il monitoraggio degli impianti fotovoltaici è stato scelto il metodo di acquisizione dati proposto dal Dott. Ing. F. Spertino, Dott. Ing.

Dettagli

Programma di sperimentazione

Programma di sperimentazione Programma di sperimentazione 1 GENERALITÀ Dopo avere valutato quanto indicato nel Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 22/10/97 con riferimento alla Guida ai programmi di sperimentazione allegata

Dettagli

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione

Dettagli

ALLEGATO TECNICO 1B PER IL RECUPERO ENERGETICO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

ALLEGATO TECNICO 1B PER IL RECUPERO ENERGETICO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO ALLEGATO TECNICO 1B PER IL RECUPERO ENERGETICO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO Milano, 23 luglio 2001 1) DETERMINAZIONE QUANTITA' E CORRISPETTIVO. a) Il materiale oggetto del presente allegato viene inteso

Dettagli

La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi.

La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi. INTRODUZIONE La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi. Nel corso di alcuni mesi del 2008 sono state distribuite delle schede anonime, da

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

Biogas Leachate Recovery. Progetto Life+ 2009

Biogas Leachate Recovery. Progetto Life+ 2009 S.p.A. www.gaia.at.it Biogas Leachate Recovery Progetto Life+ 2009 PROGETTO BIOLEAR : costruzione, coltivazione, chiusura e recupero ambientale della discarica Progetto BioLeaR: idea, obiettivi e risultati

Dettagli

Università degli Studi Roma Tre

Università degli Studi Roma Tre Università degli Studi Roma Tre FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA MECCANICA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA MECCANICA LABORATORIO DI TERMODINAMICA APPLICATA AI SISTEMI ENERGETICI

Dettagli

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT INDICE - Premessa Pag 1 1 Tipologia dei controlli 1 1a Controlli di gestione 1 1b Controlli di ammissibilità

Dettagli

Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica

Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica Esame sezione Brevetti 2003-2004 Prova Pratica di meccanica OGGETVO: Brevettazione dl un perfezionamento riguardante I pressatori per mescolatori dl gomma Egregio dottore, Le invio una breve relazione

Dettagli

TUTELA ED UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE IN AMBITO PRODUTTIVO : GESTIONE DI UN REFLUO INDUSTRIALE Verona, 22 Ottobre 2009 Relatore: dott.ssa Bacuzzi Lorena ... CHI SIAMO opera nel settore della depurazione

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione

Dettagli

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE ESERCITAZIONI CALCOLO DELLA LINEA DI TRATTAMENTO DEI LIQUAMI DI UN IMPIANTO BIOLOGICO A FANGHI ATTIVI AL SERVIZIO DI UNA CITTA DI 200.000 ABITANTI Si chiede di

Dettagli

VOMM FOOD WASTE DRYING TEST. D 2.2.1 Laboratory test report

VOMM FOOD WASTE DRYING TEST. D 2.2.1 Laboratory test report VOMM FOOD WASTE DRYING TEST D 2.2.1 Laboratory test report Pg 1/5 Commessa: 520 Progetto LIFE10 ENV/IT/367 - Sustainable Cruise Data del test: 15/05/2012 Operatore: PD PRODOTTO Rifiuto da ristorazione.

Dettagli

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati 2.02.4 - Svolgimento di campagne di misura sul campo I dati raccolti all interno del Progetto Eur-eau-pa sono stati organizzati in due differenti

Dettagli

INVESTIRE IN NUOVE TECNOLOGIE PER UN RITORNO ECONOMICO NELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE

INVESTIRE IN NUOVE TECNOLOGIE PER UN RITORNO ECONOMICO NELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE INVESTIRE IN NUOVE TECNOLOGIE PER UN RITORNO ECONOMICO NELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE Settala (MI), 18 Ottobre 2005 Relatore: Medolago Albani Alessandro ... CHI SIAMO P.I.ECO opera nel settore della

Dettagli

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia Report a cura del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni Dirigenziali Settembre 2014 1 Premessa Il Report Il sistema di misurazione

Dettagli

Impianti di propulsione navale

Impianti di propulsione navale Motori diesel 4T Sistemi per ridurre la fumosità e le emissioni La sempre più continua attenzione alle problematiche ambientali e l inasprirsi di alcune normative regionali in tema di fumosità ed emissioni,

Dettagli

RELAZIONE DEI CONSIGLIERI QUESTORI AL PROGETTO DI BILANCIO PER L ESERCIZIO FINANZIARIO 2014

RELAZIONE DEI CONSIGLIERI QUESTORI AL PROGETTO DI BILANCIO PER L ESERCIZIO FINANZIARIO 2014 RELAZIONE DEI CONSIGLIERI QUESTORI AL PROGETTO DI BILANCIO PER L ESERCIZIO FINANZIARIO 2014 L elemento caratterizzante di questo bilancio di previsione 2014 è rappresentato indubbiamente dal rinnovo dell

Dettagli

Elaborazione ed Analisi. del Sistema di Rilevazione dei. Carichi di Lavoro per il. Servizio Infermieristico Territoriale

Elaborazione ed Analisi. del Sistema di Rilevazione dei. Carichi di Lavoro per il. Servizio Infermieristico Territoriale Elaborazione ed Analisi del Sistema di Rilevazione dei Carichi di Lavoro per il Servizio Infermieristico Territoriale 1 Sommario: 1. Premessa; 2. Riferimenti normativi; 3. Le Linee di attività; 4. Gli

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI CAPITOLO NONO COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI Esempi applicativi Vengono di seguito esaminati alcuni componenti di macchine termiche che possono essere considerati come sistemi aperti A) Macchina termica

Dettagli

LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA

LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA ALLEGATO 4 LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA I dati sui quali si basa la presente elaborazione statistica fanno riferimento al numero di partecipazioni

Dettagli

PICCOLI IMPIANTI: POTENZIAMENTO O DISMISSIONE? DUE CASI

PICCOLI IMPIANTI: POTENZIAMENTO O DISMISSIONE? DUE CASI PICCOLI IMPIANTI: POTENZIAMENTO O DISMISSIONE? DUE CASI DI STUDIO Ing. L. Falletti PICCOLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE: UPGRADE, OTTIMIZZAZIONE GESTIONALE O DISMISSIONE? Verona, 26 Ottobre 2011 I piccoli impianti

Dettagli

vosges di Moreno Beggio

vosges di Moreno Beggio vosges di Moreno Beggio tel. 0444-387119 r.a. Divisione catalizzatori magnetici telefax 0444-264228 Via Roma, 133 mail : commerciale@vosges-italia.it 36040 - TORRI DI QUARTESOLO - (VI) http://www.vosges-italia.it

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10 STABILIMENTO DI TARANTO Febbraio 2007 Analisi energetica dello Stabilimento Siderurgico ILVA di Taranto Lo stabilimento siderurgico di Taranto consuma, nel suo assetto attuale, c.a. 181.000 Tj/anno in

Dettagli

Emissioni in atmosfera

Emissioni in atmosfera Seminario Il Testo Unico Ambientale D. Lgs n. 152/06 alla luce delle modifiche apportate dai recenti correttivi D. Lgs n. 128/10, D. Lgs n. 205/10, D. Lgs n. 219/10 Emissioni in atmosfera La parte V del

Dettagli

Impianto di depurazione

Impianto di depurazione SCAVI RABBI DI RABBI GIORGIO & C. S.a.s. Località Buse, Valeggio sul Mincio (VR) Integrazioni a seguito richiesta Commissione VIA, verbale n 390 del 24/10/2014 Discarica rifiuti inerti e area terre rocce

Dettagli

Ciclo di raccolta e recupero della materia in impianti a trattamento meccanico. 22 maggio 2015

Ciclo di raccolta e recupero della materia in impianti a trattamento meccanico. 22 maggio 2015 Ciclo di raccolta e recupero della materia in impianti a trattamento meccanico 22 maggio 2015 La Strategia Europea di gestione dei rifiuti Restando valido l assunto che «il miglior rifiuto è quello non

Dettagli

Cagliari 12 Marzo 2009. Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it

Cagliari 12 Marzo 2009. Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it Dessì Alessandro Cagliari 12 Marzo 2009 Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it IL LABORATORIO BIOMASSE E BIOCOMBUSTIBILI Il laboratorio è stato realizzato nell ambito del Cluster Tecnologico

Dettagli

Mercato dei Titoli di Efficienza Energetica

Mercato dei Titoli di Efficienza Energetica Mercato dei Titoli di Efficienza Energetica Rapporto di monitoraggio semestrale I semestre 2012 Pubblicato in data 17 luglio 2012 1 INDICE 1. Introduzione...3 2. Situazione Operatori...3 3. TEE emessi...3

Dettagli

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS RELAZIONE TECNICA BIO-DESOLF ECOCHIMICA 1 di 14 ECOCHIMICA SYSTEM s.r.l. - 36051 CREAZZO (VI) - Via Zambon 23

Dettagli

LE TERRE DA SPAZZAMENTO STRADALE. Stima del costo di trattamento e recupero

LE TERRE DA SPAZZAMENTO STRADALE. Stima del costo di trattamento e recupero LE TERRE DA SPAZZAMENTO STRADALE Stima del costo di trattamento e recupero Febbraio 2011 1 Redazione a cura di: Dott. Riccardo Civera, Ing. Vita Tedesco, Ing. Palma Urso 2Er 2 Indice 1 CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE...

Dettagli

La riforma del servizio di distribuzione del

La riforma del servizio di distribuzione del CReSV Via Röntgen, 1 Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore 20136 Milano tel +39 025836.3626 La riforma del servizio di distribuzione del 2013 gas naturale In collaborazione con ASSOGAS Gli ambiti territoriali

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

ristrutturazione centrali termiche comunali dei comuni di Trezzo d Adda (MI), Vaprio d Adda (MI), Pozzo d Adda (MI), Grezzago (MI) PROGETTO:

ristrutturazione centrali termiche comunali dei comuni di Trezzo d Adda (MI), Vaprio d Adda (MI), Pozzo d Adda (MI), Grezzago (MI) PROGETTO: Studio di consulenza, ingegneria, progettazione e certificazione ING s.r.l. Via G. D'Alzano, 10-24122 Bergamo Tel. 035.215736 - F ax 035.3831266 info@ingsrl.it - www.ingsrl.it P.IVA. 03124050166 PROGETTO:

Dettagli

RELAZIONE DI SINTESI

RELAZIONE DI SINTESI Progetto Sergan INTERREG III A SARDEGNA / CORSICA / TOSCANA Progetto SERGAN Reti locali del gas RELAZIONE DI SINTESI Studio sulle reti locali del gas Domanda prevedibile di gas nei prossimi dieci anni

Dettagli

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE 27 luglio 2006 Le osservazioni al presente documento di consultazione dovranno pervenire entro il 7 agosto 2006 al

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

Progettaz. e sviluppo Data Base

Progettaz. e sviluppo Data Base Progettaz. e sviluppo Data Base! Progettazione Basi Dati: Metodologie e modelli!modello Entita -Relazione Progettazione Base Dati Introduzione alla Progettazione: Il ciclo di vita di un Sist. Informativo

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

Alternanza scuola lavoro: a che punto siamo?

Alternanza scuola lavoro: a che punto siamo? Alternanza scuola lavoro: a che punto siamo? Esiti monitoraggio nazionale a.s. 2012/2013 1 Dati in sintesi e trend L alternanza scuola lavoro è una metodologia didattica innovativa del sistema dell istruzione

Dettagli

Uso delle attrezzature di lavoro

Uso delle attrezzature di lavoro COORDINAMENTO TECNICO PER LA PREVENZIONE DEGLI ASSESSORATI ALLA SANITA DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO Decreto Legislativo n 626/94 D O C U M E N T O N 11 LINEE GUIDA SU TITOLO III

Dettagli

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA DCO 2/08 AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA (Articolo 2, comma 3, dei decreti ministeriali 20 luglio 2004) Documento per

Dettagli

Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011

Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011 Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011 In vista della scadenza del 21 febbraio 2012 per la prestazione delle garanzie fideiussorie,

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Il presente capitolo continua nell esposizione di alcune basi teoriche della manutenzione. In particolare si tratteranno

Dettagli

RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO PRESSO I LABORATORI E I SERVIZI DELL UNIVERSITÀ DI TRENTO

RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO PRESSO I LABORATORI E I SERVIZI DELL UNIVERSITÀ DI TRENTO SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO PRESSO I LABORATORI E I SERVIZI DELL UNIVERSITÀ DI TRENTO - ANALISI PRELIMINARE SULLA PRESENZA DI AGENTI CHIMICI - 1. PRESENZA E AGGIORNAMENTO

Dettagli

Azienda USL n.4 - Nuovo presidio ospedaliero di Prato Prato Ugo Foscolo snc Edoardo Michele Majno

Azienda USL n.4 - Nuovo presidio ospedaliero di Prato Prato Ugo Foscolo snc Edoardo Michele Majno Via Giovanni Pisano, 1-59100 Prato Tel. 0574 5341 Fax 0574 53439 Pag.1 AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA AI SENSI DELL ART.69, MMA, DEL D.LGS.15/006 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE EMISSIONI : (valori

Dettagli

A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY. Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO

A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY. Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO Associata al sistema Confindustria A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO ai sensi del D.Lgs 156/06 s.m.i. e della

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

COSTI DI PUBBLICITÀ. Attivo SP B.I.2

COSTI DI PUBBLICITÀ. Attivo SP B.I.2 4 COSTI DI PUBBLICITÀ Attivo SP B.I.2 Prassi Documento OIC n. 24; Comitato consultivo per le norme antielusive, pareri 19.2.2001 n. 1; 24.2.2004 n. 1; 5.5.2005 n. 8 e 7.3.2006 n. 5; R.M. 5.11.74 n. 2/1016;

Dettagli

PO 01 All. 01 Scheda di caratterizzazione del rifiuto ai sensi della D.G.R. Regione Lombardia n X/2031 del 01/07/2014

PO 01 All. 01 Scheda di caratterizzazione del rifiuto ai sensi della D.G.R. Regione Lombardia n X/2031 del 01/07/2014 PO 01 All. 01 Scheda di caratterizzazione del rifiuto ai sensi della D.G.R. Regione Lombardia n X/2031 del 01/07/2014 ELENCO DELLE REVISIONI REV. N Descrizione Revisioni DATA Preparato RI Verificato RQ

Dettagli

8.10: CONFRONTO SCENARIO TENDENZIALE CANTIERE B VISTA SUD EST

8.10: CONFRONTO SCENARIO TENDENZIALE CANTIERE B VISTA SUD EST Tavola 8.10: CONFRONTO SCENARIO TENDENZIALE CANTIERE B VISTA SUD EST - Flussi di traffico sulla rete viaria locale. Fascia oraria 7:30 8:30. Veicoli equivalenti Pagina 135/145 Tavola 8.11: CONFRONTO SCENARIO

Dettagli

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI Pagina:1 di 6 MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI INDICE 1. INTRODUZIONE...1 2. ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL INIZIO DELLE VERIFICHE...2 3. PIANO OPERATIVO DELLE ATTIVITÀ...2

Dettagli

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti Esperienze censite, destinate ad uno o più ordini di scuola. Le esperienze censite nella regione sono 2246. Nella figura che segue è, però, riportato

Dettagli