Effetti finanziari: da imposta di soggiorno a tassa di scopo a cura dell Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno di JFC

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1 Effetti finanziari: da imposta di soggiorno a tassa di scopo a cura dell Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno di JFC La legge n. 42/2009 sul federalismo fiscale ha aperto, in Italia, nuovi scenari di autonomia per gli enti locali; in questo contesto il settore turistico è stato da subito interessato al mutamento in atto. Infatti, con l approvazione del decreto legislativo n.23 disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale, approvato in data 14 marzo 2011, gli enti locali hanno subito preso in considerazione la possibilità di applicare la nuova imposta di soggiorno. Nel testo si legge che i Comuni (..) potranno istituire un'imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive del proprio territorio. L'imposta sarà applicata con gradualità, fino a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno, in proporzione al prezzo. Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali. Alcuni Comuni hanno deciso di rinunciare a questa possibilità, altri invece hanno colto quest opportunità per generare nuove entrate nelle casse comunali. Con riferimento alle città d arte italiane la prima ad istituire l imposta di soggiorno con delibera comunale è stata la città di Roma, con una normativa entrata in vigore dal 1 gennaio 2011 (Legge n. 122 del 2010). A Roma hanno fatto seguito numerose altre città d arte, tra cui Firenze (1 luglio 2011), Venezia (23 agosto 2011), Catania (1 settembre 2011), Pisa (1 gennaio 2012), Siena (1 marzo 2012), Torino (2 aprile 2012), Vicenza (1 maggio 2012), Verona (1 agosto 2012), etc., ma anche moltissime località balneari, montane e lacuali, come pure piccoli e medi Comuni. I Comuni che in Italia hanno istituito la tassa di soggiorno hanno usato formule, modalità applicative, esenzioni tra loro molto diverse. Ciò ha creato una situazione a macchia di leopardo davvero poco professionale per il sistema turistico italiano. L applicazione della tassa di soggiorno non segue un modello unico di calcolo, anzi: si va dal Comune che fissa una quota fissa differenziata per tipologia di struttura ricettiva e categoria (la formula più diffusa) a chi indica una quota differenziata in base al costo della camera, sino al Comune che definisce una quota unica, uguale per tutti gli alberghi. In sostanza, i regolamenti approvati dalle diverse Amministrazioni Comunali variano moltissimo, sia per quanto riguarda le strutture ricettive i cui ospiti vengono tassati, la durata del soggiorno soggetta ad imposta, ma anche per eventuali esenzioni dal contributo (bambini fino ad una certa età, portatori di handicap, etc.): pertanto l imposta di Soggiorno, odiata dagli albergatori ma considerata da molte Amministrazioni Comunali come l ultima opportunità a loro concessa per fare cassa, permette agli stessi Comuni di far pagare ai turisti che soggiornano nelle strutture

2 ricettive della località una quota per ogni notta trascorsa, in maniera molto variabile da località a località. Per quanto riguarda i regolamenti, infatti, c è un assoluta disomogeneità: vi sono località che pongono quale limite al periodo di pernottamento soggetto ad imposta la 30 notte, mentre in altre località si paga la tassa solo per le prime 5 notti, ma capita anche che in molti regolamenti non vi sia menzione a un limite massimo di pernottamenti consecutivi tassati. Sulle esenzioni notiamo che alcuni Comuni sono risultati più generosi nell ampliare il raggio dei beneficiati dal non pagamento, altri ben meno: in alcuni Comuni sono esenti dal pagamento i diversamente abili (che devono presentare idonea documentazione), mentre in altri si allarga l esenzione anche agli ultrasettantenni. Naturalmente una forma di esenzione è quella relativa ai pernottamenti in bassa stagione, praticata in prevalenza dalle località balneari stagionali. Un tratto comune a molte destinazioni è l esenzione ai minori, ma anche qui si notano diverse differenze nell età. Si va da esenzione per i bambini sotto i 10 anni sino a località dove paga solo chi ha raggiunto la maggiore età. Ma anche i tempi ed i modi di riscossione sono molto fantasiosi e diversi: chi pretende il versamento mensile, da effettuare il 15 giorno del mese successivo, chi in tranche di tre mesi in tre mesi, chi al termine della stagione estiva: insomma, anche in questo ogni Amministrazione Comunale gestisce a modo suo la questione. Poi vi è chi fornisce moduli cartacei per la riscossione, chi apposito software, mentre in alcuni Comuni gli operatori indicano la tassa di soggiorno in fattura, a margine. Si può affermare che nel 2012 oltre 300 Amministrazioni Comunali hanno istituito la Tassa di Soggiorno, con una netta prevalenza per le località balneari, i cui amministratori hanno colto l occasione della stagione estiva per ottenere facili incassi. Tuttavia emerge come la maggior parte delle amministrazioni comunali abbia fatto previsioni errate sui potenziali incassi: a tal proposito emerge che una buona parte dei Comuni si trova ad avere incassato dalla tassa di soggiorno una cifra inferiore a quanto previsto. Questo risultato è dovuto in prevalenza ad un fattore su tutti: l elusione alla tassa, in considerazione del fatto che l operatore turistico, non essendo sostituto d imposta (sentenza del TAR del Veneto n 653 del 10/05/2012), continua ad eludere il fisco dichiarando il non versamento della tassa da parte del cliente; tassa il cui recupero costerebbe all Amministrazione Comunale molto di più di quanto sia il suo reale valore. E, molto spesso, l albergatore invece incassa tale tassa. Risulta così che, dopo una prima fase di correttezza nella riscossione della tassa, in diverse località soprattutto di tipo stagionale una buona quota di operatori turistici trova la maniera per eludere. Si calcola che l elusione della tassa di soggiorno possa raggiungere,

3 soprattutto nelle località con vocazione balneare e montana, quote vicine al 20%, naturalmente al netto degli esenti che, di diritto, non rientrano tra coloro sottoposti a tassazione. Diversi Comuni hanno introdotto la tassa di soggiorno nella seconda metà dell anno; altri l hanno introdotta poi ritirata per la protesta degli operatori; altri ancora hanno rinviato diverse volte l introduzione, posticipandola al Tuttavia, se questo è il numero dei Comuni che in variazione giornaliera hanno in qualche modo ottenuto incassi dalla tassa di soggiorno, ve ne sono almeno altrettanti che stanno discutendo al proprio interno, con i rappresentanti delle categorie in primis, per l introduzione della stessa tassa. La loro modalità è la stessa seguita sino ad oggi dagli altri Comuni: si prende un regolamento affine, si rielabora in base alla concertazione territoriale e si procede tentando l approvazione e l introduzione, calcolando un bilancio preventivo che, spesso, non corrisponderà a quello consuntivo. Si ricorda, a tal proposito, che la prima previsione di Roma Capitale indicava 71 Milioni di Euro di incassi nel 2011, derivanti dalla tassa di soggiorno, ma in realtà gli incassi dell anno passato non hanno superato i 53 Milioni di Euro. A fine 2012 la tassa di soggiorno ha portato alle casse delle Amministrazioni Comunali che l hanno istituita complessivi 163milioni di euro circa, con una riduzione di circa 29milioni di euro (riduzione del 15% del consuntivo rispetto al preventivo 2012 di 192milioni di Euro). Ma quali sarebbero gli effetti finanziari della sostituzione dell attuale tassa di soggiorno assolutamente disomogenea in tutto con l introduzione di una tassa ad aliquota percentuale fissa da calcolare sul costo del soggiorno? L analisi prende avvio utilizzando un modello di analisi utile a definire la possibile aliquota percentuale ritenuta più corretta, e per fare ciò ci si basa su tre tipi di valutazione: 1. l incidenza dell attuale imposta di soggiorno sul costo della camera, prendendo in analisi alcuni Comuni simbolo e definendo tale incidenza su un panel il più possibile rappresentativo. Fatti salvo i molteplici distinguo tra località e località, verificando i prezzi medi delle sole strutture ricettive, differenziate per categoria e per localizzazione, ed al fine di definire il coefficiente percentuale più corretto, emerge che al netto delle distinzioni esistenti tra località d arte e cultura, balneari, montane o lacuali la tariffa della tassa di soggiorno incide, se trasformata in percentuale, in maniera massima variabile tra il 2,8% ed 4,5%. Le variazioni sono notevoli non solo tra località e località, ma anche nella stessa struttura a seconda dei periodi, perché l imposta di soggiorno incide, soprattutto per le strutture stagionali, in maniera forte in bassa stagione (dove le tariffe praticate sono spesso molto basse), mentre è meno rilevante nei periodi di alta stagione. Questo perché tale imposta è fissa e non varia per periodo stagionale, se non in pochi Comuni;

4 2. la quota % applicata sul costo della camera dalle località che hanno seguito questa metodologia di applicazione in Italia (Ancona, Vicenza, Bologna, oltre ai Comuni della Valle d Aosta che si sono uniformati sotto un unico regolamento regionale: Aosta, Cogne, Gressoney La Trinitè, Gressan, Saint Vincent, La Thuile, Saint Nicolas), considerando che il loro coefficiente è basato su fasce di prezzo e non su una % applicata sul costo totale del soggiorno. Da questa analisi emerge che, mentre per le località della regione Valle d Aosta la percentuale varia dall 1% al 2% circa (a seconda se il prezzo praticato dall albergo è all inizio della fascia di prezzo o alla fine del suo valore: ad esempio si pagano 2 euro per i prezzi compresi tra i 100 ed i 200 euro), per le altre località non è mai inferiore al 2%, ma tocca anche punte del 6% a Vicenza; 3. l aliquota percentuale applicata sul costo complessivo del soggiorno già introdotta in altri Paesi Europei. In questo caso gli altri Paesi Europei, che hanno introdotto l applicazione della tassa di soggiorno calcolata come aliquota percentuale sul totale del costo del soggiorno, hanno definito percentuali variabili tra il 3% ed il 5%. Sulla base di queste considerazioni, è stato approntata un analisi che tenesse in considerazione diverse ipotesi: l applicazione della nuova aliquota percentuale a tre diversi quote: il 3%, il 2,5% ed il 2%. Ovviamente il calcolo è stato realizzato avendo come base gli incassi previsti per il 2012, e su tale riferimento si concentrano le comparazioni quantitative. APPLICAZIONE ATTUALE TASSA DI SOGGIORNO INCASSI 2012 (previsioni aggiornate) ,00 Modalità di tassazione varia APPLICAZIONE NUOVA "ALIQUOTA PERCENTUALE" INCASSI 2012 (base Comuni con tassa introdotta) ,67 Modalità di tassazione 3,00% INCASSI 2012 (base Comuni con tassa introdotta) ,22 Modalità di tassazione 2,50% INCASSI 2012 (base Comuni con tassa introdotta) ,78 Modalità di tassazione 2,00% Emerge pertanto che, se nell anno 2012 l attuale tassa di soggiorno fosse stata sostituita dall aliquota percentuale, anche con il 2% di tassazione si sarebbero raggiunti risultati migliori di quelli che si avranno a consuntivo. Procedendo poi nell analisi, si è inteso quantificare gli effetti finanziari che l applicazione dell aliquota percentuale avrebbe generato nei confronti delle Amministrazioni Comunali, dell Enit e delle Regioni nel caso in cui gli incassi fossero

5 stati suddivisi rispettivamente all 85%, 5% e 10%. Questo calcolo è stato effettuato sempre tenendo fede alle tre diverse ipotesi di aliquota (3%, 2,5% e 2%). UTILIZZO INCASSI NUOVA "ALIQUOTA PERCENTUALE" con aliquota percentuale al 3% AMMINISTRAZIONI COMUNALI (85%) ,67 con aliquota percentuale al 2,5% ENIT (5%) ,33 REGIONI (10%) ,67 AMMINISTRAZIONI COMUNALI (85%) ,39 con aliquota percentuale al 2% ENIT (5%) ,61 REGIONI (10%) ,22 AMMINISTRAZIONI COMUNALI (85%) ,11 ENIT (5%) ,89 REGIONI (10%) ,78 Risultano quindi evidenti i vantaggi di una formulazione della tassa che sia in grado di seguire un impostazione ad aliquota percentuale da calcolare sul costo del soggiorno, in quanto: non vi è bisogno di differenziare la tassa per periodi di alta e bassa stagione (come capita per le località con caratteristiche di stagionalità): situazione che crea confusione e scarsa chiarezza negli ospiti che si trovano una tassa che varia a seconda della giornata (nel momento in cui si passa dalla bassa all alta stagione o viceversa); il conteggio della tassa risulta semplicissimo, in quanto diventa un semplice calcolo matematico sul totale del costo del soggiorno, senza avere problemi per quanto riguarda esenzioni, benefici, limitazioni, etc., ed in tale conteggio si applica in maniera naturale il principio di coerenza: chi spende di più perché soggiorna in un hotel 5 stelle paga di più; si recupera la quota di elusione esistente e che, mantenendo l attuale sistema e col passare del tempo, tenderà sempre di più ad aumentare, perché gli operatori turistici, dopo una prima fase di aggiustamento, troveranno il sistema per eludere (copie di moduli, dichiarazioni verbale dei clienti di violazione di privacy, etc.); si snellisce tutta la parte burocratica legata alla gestione dell attuale tassa di soggiorno (moduli vari, etc.), diventando tutto molto più semplice per l operatore turistico; decisamente importante anche la questione del fatturato del settore. Con l utilizzo della forma di tassazione attraverso l aliquota percentuale risulta matematico anche calcolare quale sia il reale fatturato delle imprese del sistema ospitale italiano, e quanto esso genera sul PIL nazionale. Il fatturato del settore

6 ospitale diventa quindi un fatto certo e non basato su valutazioni di vario genere; rende trasparente la politica turistica nazionale anche nei confronti del sistema dell intermediazione commerciale internazionale, in quanto i Tour Operator sapranno esattamente, già in fase di programmazione, quale sarà la tariffa della tassa senza doversi trovare sorprese dell ultimo minuto. E infatti chiaro che un TO internazionale che programma la destinazione Italia lo faccia nel periodo estivo dell anno precedente alla vendita, ma è successo che le Amministrazioni Comunali di molte località inserite nella programmazione di questi TO deliberino ed applicano la tassa di soggiorno anche 15 giorni prima della stagione estiva, creando problemi enormi allo stesso TO; ci si allinea alle formule applicative della tassa di soggiorno che hanno utilizzato alcuni Paesi Europei gli ultimi che l hanno introdotta come ad esempio la Germania. A Berlino si paga il 5% del costo del soggiorno, come ad Amsterdam, mentre a Budapest il 3% (in Ungheria il coefficiente massimo può raggiungere il 4% del costo del soggiorno). Senza contare l utilizzo di tali incassi, che allo stato attuale vengono destinati alle attività più varie, anche di spesa corrente, scarsamente in linea con le finalità turistiche. Ad oggi queste sono le prime tre priorità dei Comuni per quanto riguarda gli investimenti effettuati con gli incassi dell imposta di soggiorno più in linea con l attività turistica: 1. organizzazione di eventi: 32%; 2. restauro e manutenzione monumenti: 24%; 3. servizi per gli ospiti (navette, servizi in spiaggia, wifi, etc.): 20%. Per il 2013 l Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno prevede un notevole incremento dei Comuni che applicheranno l imposta: si stima infatti che toccherà quota il numero delle Amministrazioni Comunali che introdurranno e/o confermeranno la tassa di soggiorno in Italia per il 2013, con un incasso complessivo che potrebbe superare i 500milioni di Euro. L Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno è realizzato da: JFC srl Palazzo Bandini - Via XX Settembre Faenza (Ra) tel info@jfc.it Diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo, sono riservate per tutti i Paesi. Per eventuali richieste contattare: info@jfc.it

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