AUTISMO ED INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Strategie operative per favorire l integrazione scolastica e sociale.
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- Geronima Manfredi
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1 AUTISMO ED INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Strategie operative per favorire l integrazione scolastica e sociale. 4 MAGGIO 2012 ISTITUTO A. GRAMSCI CAMPONOGARA (VE) RELATRICE dott.ssa Elisa D Amato-Psicologa dell età evolutiva 1
2 Argomenti della lezione Definizione teorica di autismo Principali manifestazioni legate alla triade sintomatologica Autismo o autismi?: classificazione e caratteristiche dei disturbi pervasivi dello sviluppo Principali teorie esplicative 2
3 DEFINIZIONE L autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita. Leo Kanner (1943) 3
4 L AUTSMO NON E NON è colpa della distorta relazione madre bambino. La distorsione della relazione da parte delle figure di attaccamento è frequente, ma è l effetto, non la causa! NON è colpa della madre frigorifero. 4
5 Non è una Psicosi, ma una forma di handicap Non è sinonimo di isolamento È una disabilità permanente anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un espressività variabile nel tempo. 5
6 L'autismo è determinato da fattori biologici che influiscono sullo sviluppo cerebrale in epoca precoce, cioè durante lo sviluppo fetale o nei primi tre anni di vita. Soltanto alcune cause sono note. Tra queste la maggior parte è di natura genetica (frequenza in fratelli di soggetti autistici intorno ai 3%). Si scoprono sempre nuove associazioni con dati di laboratorio: clamoroso il caso dell X-fragile 6
7 Anomalie neurologiche: 1. Funzionali: il SNC processa le informazioni attivando circuiti neuronali distinti da quelli dei neurotipici (es.per stimoli socialmente rilevanti) 2. Anatomiche: riduzione circonferenza cranica alla nascita ed improvviso ed eccessivo accrescimento (2-3 mesi e 6-14 mesi); incremento volumetrico nella sostanza bianca e decremento delle strutture corticali (cervelletto, lobo frontale, strutture limbiche, amigdala e ippocampo) 7
8 Comorbilità e disturbi associati Adhd (18-20%) Depressione (4-58%) per solitudine, difficoltà comunicative, lutti. Anxiety disorder (7-84%) per cambiamenti, fobie, emozioni forti Epilessia (11-39%) difficile da distinguere da comportamenti bizzarri o tipici dell autismo (sguardo fisso) monitoraggio EEG ambulatoriale Disturbi del sonno e della alimentazione Altre patologie psichiatriche: disturbo ossessivo compulsivo, deficit di attenzione, sindrome di Tourette, disturbo bipolare, Schizofrenia. 8
9 - 75% ritardo mentale - 10% Savant abilities (isole di competenze speciali ) - Di recente sono state formulate anche ipotesi eziologiche cognitive: Teoria della coerenza centrale, Teoria della mente
10 Incidenza casi per (DISTURBO AUTISTICO) casi per (SPETTRO AUTISTICO) 10
11 AUTISMO O AUTISMI? L autismo è un contenitore di patologie a diversa eziologia che attendono di essere definite e di trovare una più corretta sistemazione (!!) 11
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13 Manifestazioni principali 13
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17 La triade sintomatologica (Wing) Interazione sociale Interazione Sociale Comunicazione Comunicazione Attività e Interessi
18 Mancata reciprocità sociale ed emotiva Interazione sociale Interazione Sociale Ridotta capacità di sviluppare relazioni con i coetanei Compromissione nell uso di: sguardo diretto, contatto oculare postura corporea mimica facciale uso dei gesti che regolano l interazione sociale Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi, obiettivi con altre persone 18
19 Totale mancanza o ritardo di acquisizione del linguaggio parlato Ridotta capacità di iniziare o sostenere una conversazione Comunicazione Comunicazione Linguaggio stereotipato, ripetitivo o eccentrico Assenza o riduzione del gioco di simulazione e imitazione sociale. 19
20 Dedizione assorbente a uno o più ambiti di interessi ristretti, ripetitivi, anomali per intensità o per focalizzazione Adesione rigida a inutili routine o rituali Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo) o complessi (movimenti di tutto il corpo) Attività e Interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati 20
21 Le caratteristiche cliniche sono disposte lungo un continuum VARIABILITÀ Ogni persona e unica e diversa Diversità nelle sue varie manifestazioni, comportamenti caratteristici della triade della disabilità. 21
22 Interazione sociale Totale indifferenza. Ignora il contatto sociale, fisico eccetto per soddisfare un bisogno Accettano di essere coinvolti, rigidi e poco creativi Approcci sociali stravaganti e inappropriati, linguaggio e comportamento bizzarri 22
23 Trovo molto difficile capire le situazioni sociali e posso superare tale problema solo se ogni minimo passo, regola e idea mi vengono scritti e numerati in sequenza, in una colonna che devo guardare e riguardare molte volte per impararla tutta. Ma anche in questo modo non ho alcuna garanzia di sapere sempre come, quando e dove applicare le regole, perché il contesto, che è sempre diverso da quello in cui le ho imparate, mi confonde. La vita è sconcertante, una confusa interazione fra una massa di persone, fatti, cose e luoghi senza alcun confine. La vita sociale è difficile perché non sembra seguire uno schema. Quando mi sembra di aver cominciato a capire un idea, se le circostanze cambiano anche solo leggermente, all improvviso quell idea non sembra più seguire lo stesso modello. Mi sembra che ci sia sempre troppo da imparare. Gli autistici si arrabbiano moltissimo 23 perché la frustrazione di non riuscire a capire
24 Ho passato gran parte della mia vita da sola nella mia stanza ed ero felice quando la porta era chiusa e restavo da sola. Mi mettevo, e lo faccio ancora, un grande lenzuolo scuro sulla testa. Questo desiderio aumenta quando sono con estranei e in un ambiente non familiare. Farlo mi fa sentire molto più al sicuro. Gli esseri umani sono complicati da capire, perché non si deve affrontare solo il problema di vederli. Si muovono quando meno te l aspetti, fanno rumori di tutti i generi e, in più, fanno un sacco di domande sul tuo conto, assolutamente 24 impossibili da capire. Non appena cominci a
25 Comunicazione sociale 1- Assenza di desiderio di comunicare 2- Espressione dei bisogni ma non c è comunicazione verbale 3- Commenti irrilevanti rispetto al contesto ma senza scambio sociale 4- Linguaggio sufficiente ma manca la reciprocità e la spontaneità (domande ripetitive, monologhi) 25
26 Quando ero molto giovane, mi ricordo che il linguaggio sembrava non avere maggiore importanza degli altri suoni. Ho cominciato a comprendere qualche parola isolata quando ho potuto vederle scritte. Il suono delle parole era così confuso e la gente si aspettava che io comprendessi il linguaggio. Talvolta io so nella mia testa quali sono le parole, quello che voglio dire, ma finisco per confondere sempre i nomi di oggetti vicini, come sandali e scarpe, coltello e forchetta, vestito e gonna. Mi è difficile ripetere le parole con suoni similari. Le persone non sembrano affatto rendersi conto che quando parlano ci sono in ogni frase delle parole che faccio fatica a comprendere. Ma con un certo sforzo, posso arrivare ad indovinare queste parole, aiutandomi con il contesto della frase. 26
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28 Presumere che io conosca le cose che in realtà non capisco ha portato spesso gli altri a pensare che non riesco a imparare cose che in realtà so già. Tale presunzione quasi mi ha portato a essere internato in un istituto. Dal momento che fino all età di dodici anni non usavo il linguaggio per comunicare, vi erano fondati dubbi per credere che non sarei stato capace di essere indipendente. Nessuno poteva sapere quanto io capissi, perché non riuscivo a dire quello che sapevo e nessuno pensava alla cosa che non sapevo, a quella connessione mancante da cui tutto dipende: non comunicavo con le parole non perché ero incapace di apprendere l uso del linguaggio, ma semplicemente perché non sapevo a cosa servisse parlare. Apprendere a parlare segue il conoscere perché si parla e fino a quando non ho imparato che le parole avevano un significato non c era motivo 28
29 Una volta mi fu chiesto perché ripetessi la stessa frase esattamente come l avevo sentita, con la stessa voce di chi l aveva detta. Innanzi tutto, bisogna lavorare in maniera così dura per capire i discorsi, che quando le parole entrano nella mente sembra che rimangano impresse esattamente nel modo in cui sono state sentite. In secondo luogo, dal momento che parlare è quasi uno sforzo, tutto quello che si può fare è provare a riprodurre ciò che si trova nella memoria. Terzo, linguaggio e parlare comportano un tale sforzo che si è portati a credere che la voce usata dalla persona per dire certe parole sia il modo in cui debbano venire dette. Non si sa che le parole possono essere pronunciate usando vari tipi di voce e che ci sono molti modi per esprimere le cose. Quando per la prima volta ho cominciato a ripetere alcune 29 frasi come le avevo sentite credo di averlo fatto perché in
30 Mamma diceva che la facevo impazzire; il mio rifiuto di mangiare e le mie idee la facevano impazzire. Potevo dire di volere qualcosa e poi rifiutare di mangiarla. Però non capivo. Io potevo rispondere si ad una domanda senza pensare alle conseguenze. Le mie risposte erano concrete. Puoi? rispondevo con un si che voleva dire si, posso. Che quel si potesse significare anche si, voglio oppure si, devo, mi sembrava strano. Dicendo si, posso intendevo dire quello e nient altro. Quindi, gli effetti del mio si, posso alla domanda puoi mettere in ordine la tua stanza? non erano quelli sperati. 30
31 Immaginazione 1- Gioco e imitazione assenti 2- Imitazione senza reale comprensione di significato e scopi 3- Imitazione ripetitiva e stereotipata senza empatia o variazioni (personaggi della tv) 4- Riconoscono e differenziano le manifestazioni emotive ma al livello intellettivo più che emotivo 31
32 Pensare con il linguaggio e le parole mi è estraneo. Io penso interamente per immagini. E come guardare nella mia immaginazione una serie di videocassette sullo schermo di un videoregistratore. Ero convinta che tutto il mondo pensasse per immagini prima di interrogare moltissime persone sui loro meccanismi di pensiero. Per recuperare un informazione che mi è stata comunicata verbalmente devo ripassare la videocassetta della persona mentre parla. (Temple Grandin) 32
33 Per comprendere le relazioni interpersonali, devo legare un rapporto particolare a qualcosa che ho letto o vissuto. Per esempio, una lite fra i miei vicini somiglia al conflitto tra gli U.S.A. e l Europa a causa dei diritti doganali. Tutti i miei ricordi sono immagini visive di avvenimenti precisi. 33
34 Interessi e attività 1- No spontaneità, medesima postura o collocazione 2- movimenti semplici e stereotipati provocati da stimoli sensoriali 3- movimenti e attività complesse ma senza variazioni creative (danza, brani musicali) 4- rituali in determinate azioni 5- dedicarsi costantemente ad attività verbali/intellettuali 34
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36 Mi piaceva la ripetitività. Quando accendevo la luce sapevo che cosa sarebbe successo: se giravo l interruttore la luce si accendeva e questo mi dava una bellissima sensazione di sicurezza, perché avveniva sempre la stessa cosa. A volte c erano due interruttori e questo mi piaceva ancora di più, perché mi chiedevo quale luce si sarebbe accesa schiacciando i due pulsanti. Anche quando lo sapevo era eccitante farlo ripetutamente. Era sempre lo stesso. Le persone mi annoiavano perché non sapevo a che cosa servissero e che cosa mi avrebbero fatto. Non erano mai le stesse e non provavo alcuna sicurezza a stare con loro. Persino una persona che era sempre carina con 36
37 Non mi piacevano le sorprese, mai. Potevo essere felice di ricevere dei regali, ma non sopportavo di non sapere in cosa consistessero. Per questo motivo il mio regalo preferito era quello che ricevevo ogni Natale e che potevo riconoscere facilmente dal pacchetto. Riconoscevo da lontano il pacchetto quando stava sotto l albero, la forma non poteva ingannarmi. Inoltre, dato che il contenuto mi piaceva, sicuramente quel regalo stava lì Natale dopo Natale. Era un grande barattolo di ananas. Se avessi potuto avrei vissuto solo di ananas e ogni Natale ne ricevevo un barattolo intero tutto per me 37
38 AUTISMO O AUTISMI 38
39 AUTISMO Assenza/ritardi di linguaggio Ritardo nello sviluppo cognitivo nel 70% Carenza nella motivazione ad interagire prevalgono i manierismi motori, l attenzione circoscritta a parti di oggetti e il marcato disagio nei confronti del cambiamento ASPERGER Hans Asperger(1944) Linguaggio ben sviluppato anche se insolito per la fissazione su certi argomenti o verbosità Livello cognitivo nella norma con discrepanza tra QI verbale (+) e perfomance (-) motivazione a rivolgersi all altro ma in modo estremamente eccentrico, unilaterale, verboso e insensibile prevale l interesse nei confronti di argomenti sui quali l individuo spende una gran quantità di tempo 39 a raccogliere informazioni e fatti.
40 HFA ASPERGER Qi totale più basso Qi verbale e totale più alto le capacità motorie sembrano migliori Prestazioni basse alle storie figurate, comprensione, ricostruzione di oggetti e somiglianze. Prestazioni medio-alte al disegno con cubi. Qi di performance più alto di quello verbale. il vocabolario sembra migliore Qi verbale più alto di quello di performance, Qi totale spesso più alto della media Prestazione buona nella comprensione Prestazione ugualmente carente agli HFA nelle storie figurate Prestazione bassa ricostruzione di oggetti Prestazione variabile disegno con i cubi 40
41 AUTISMO RETT Stereotipie motorie varie le mani sono interessate da tipiche stereotipie manipolazione finalistica degli oggetti la manipolazione finalistica degli oggetti è praticamente assente disturbi dell interazione sociale i disturbi dell interazione sociale sono generalmente transitori quadro neurologico povero e variabile il quadro neurologico è più ricco e patognomonico 41
42 Tre aree di ricerca: 1. Modelli interpretativi della clinica (patogenesi) 2. Basi neurobiologiche (anatomia patologica) 3. Fattori causali (etiologia) Gravidanza e periodo neonatale; Ereditarietà e geni; Immunologia e Vaccini. 42
43 1. Teoria della Mente (Baron Cohen) Abilità di inferire gli stati mentali degli altri (i loro pensieri, opinioni, desideri, intenzioni ) e di usare tali informazioni per interpretare ciò che essi dicono, dando significato al loro comportamento e prevedendo ciò che faranno in seguito (4 anni: paradigma della falsa credenza, 1983 Wimmer e Perner ) 43
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45 Compito di Sally e Anne Baron-Cohen et al. (1985) 45
46 Le persone con Autismo sembrano non sviluppare adeguatamente anche alcuni precursori della teoria della mente: ATTENZIONE CONDIVISA INTENZIONE COMUNICATIVA DICHIARATIVA (indicare, mostrare, commentare, chiedere informazioni) 46
47 LA LETTURA DELLA MENTE CONSENTE DI COMPRENDERE LA COMUNICAZIONE quando cerchiamo di dare un significato a ciò che qualcuno ha detto, immaginiamo quale possa essere il suo intento comunicativo 47
48 Implicazioni e deficit espressione mimica e corporea attenzione condivisa: sono capaci di prendere nota della prospettiva visiva dell altra persona, ma non di ciò che pensa o sente imitazione gioco simbolico comunicazione intenzionale 48
49 tenere conto di ciò che gli altri sanno e delle ragioni che motivano le loro azioni fare amicizia anticipare ciò che gli altri possono pensare delle nostre azioni leggere il livello di interesse dell ascoltatore scoprire il significato espresso dall interlocutore capire i fraintendimenti/metafore/inganni Urlavo ogni volta che la logopedista puntava l indice verso di me. Avevo paura perché a casa mi avevano insegnato che non bisogna mai rivolgere un oggetto a punta contro qualcuno. Avevo paura che la logopedista mi cavasse un occhio. (Temple Grandin). 49
50 comprendere una storia: non individuano i pensieri dei personaggi; non individuano le emozioni dei personaggi. Insensibilità per i sentimenti e i bisogni altrui. entrare in empatia. riflettere su di sé. cambiare le idee di un altro capire le regole non scritte o le convenzioni sociali comprendere le emozioni. comprendere gli stati informativi (credenza e falsa credenza: se una persona non vede una cosa, dopo non la sa e io posso ancora prevedere il suo comportamento) 50
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58 I NEURONI SPECCHIO Sistema che si attiva quando si compie un azione in prima persona o quando si osserva qualcun altro compierla. Si attivano nell osservatore delle rappresentazioni interne degli stati corporei associati alle stesse azioni, emozioni, sensazioni dell osservato, come se stesse compiendo la stessa azione o provando la stessa emozione. Alcuni ricercatori ritengono che il sistema specchio possa simulare le azioni osservate e perciò contribuire a una teoria della conoscenza o, come qualcuno la chiama, teoria della mente. esperimento tra soggetti con e senza autismo, in tutti e due c era l attivazione dei neuroni a specchio se entrambi facevano l azione di prendere una palla, mentre non c era questa attivazione se gli autistici vedevano fare la stessa azione in un filmato. 58
59 2. Coerenza Centrale (Frith) Incapacità di cogliere lo stimolo nel suo complesso; elaborazione segmentata dell esperienza; difficoltà di accedere dal particolare al generale; polarizzazione esasperata su frammenti di esperienza. Difficoltà ad attribuire il significato 59
60 STIMOLI STIMOLI Tatto olfatto gusto vista udito Tatto olfatto gusto vista udito SIGNIFICATO UNITARIO SIGNIFICATO FRAMMENTATO E LETTERALE 60
61 Implicazioni Predisposizione cognitiva a focalizzare l attenzione su dettagli piuttosto che su figure od oggetti nella loro interezza. Comportamenti ripetitivi o isole di abilità 61
62 3. Funzioni Esecutive Ozonof- Pennington 1996 Cattivo funzionamento dei sistemi responsabili della pianificazione e del controllo del comportamento. Funzioni esecutive (lobi frontali): progettare, astrarre regole, inibire risposte inadeguate, pianificare sequenze, focalizzarsi sul tema monitorando le prestazioni, spostare rapidamente l attenzione senza costringerla su un solo aspetto di ciò che facciamo (Duncan, 1995): - Working memory - Flessibilità cognitiva - Controllo inibitorio - Pianificazione 62
63 Implicazioni e deficit nella pianificazione una sequenza di azioni nella progettazione nelle capacita di categorizzazione nell astrarre regole nello spostare l attenzione e nel mantenerla su aspetti molteplici dell informazione nell identificare e mantenere corrette procedure di problem solving nell inibire una risposta o posticiparla a un momento più appropriato nel rappresentarsi un compito nel guidare con flessibilità le risorse attentive e nel selezionare le 63 informazioni rilevanti da considerare ed eventualmente da tenere in memoria
64 Profili disomogenei Nell autismo non c è solo un ritardo nell acquisizione delle tappe (come nel RM) ma una elaborazione ed organizzazione particolare delle informazioni che portano ad un modo di essere, pensare, reagire alle situazioni diverso. 64
65 Ciò di cui ho bisogno è di un manuale di orientamento per extraterrestri (Jim La metafora dell extra terrestre Se persone si trovassero su un altro pianeta con creature aliene, probabilmente si sentirebbero spaventate, non saprebbero cosa fare per adattarvisi e avrebbero sicuramente difficoltà a capire che cosa pensano, sentono e vogliono gli alieni e a rispondere correttamente a tutto questo. L autismo è così. Se su questo pianeta dovesse improvvisamente cambiare tutto, una persona si preoccuperebbe, soprattutto se non capisse il significato di questo cambiamento. Così si sente l autistico quando le cose cambiano (Therese Joliffe).
66 Grazie per l attenzione! Quello che è normale per altre persone non è normale per me In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in questo mondo Ma la mia personalità è rimasta intatta La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro Lavorate con me per costruire ponti tra noi. Jim Sinclair 66
67 Bibliografia essenziale 67
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