Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi 115
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- Dario Gigli
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1 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi 115 C7 Rischi naturali C7.1 Principali obiettivi di riferimento nella Convenzione delle Alpi Particolare considerazione dei rischi naturali (12: Convenzione quadro, art. 2 (2b); Protezione contro i rischi naturali (1.18: PT, art. 3 (f), TR, art. 7 (2a)), anche grazie ad un agricoltura di montagna adatta ai siti e compatibile con l ambiente (7.12a: AM, art. 1 (1), 1.32: 7 (3)); Riduzione del rischio di calamità naturali (1.19: TR, art. 3 (1b)). Designazione delle zone a rischio (1.20: DS, Art. 10 (1)). La protezione rispetto ai rischi naturali è un tema affrontato indirettamente anche dall obiettivo conservazione delle foreste che svolgono una funzione protettiva, enunciato nella Convenzione quadro e nei Protocolli FM, DS e AM (Convenzione quadro, art. 2 (2g), 6.2: FM, art. 1 (1), 6.7: 6 (1) e 6.12: (2), 6.7: DS, art. 13 (1), 6.1: AM, art. 13 (2b)). C7.2 Rilevanza tecnica e politica Nelle Alpi, periodicamente o episodicamente si verificano frane, smottamenti, caduta di massi, valanghe e piene. Sono le conseguenze dell interazione di diversi parametri nello spazio naturale (energia dei rilievi, precipitazioni, presenza di vegetazione, ecc.). Questi processi naturali possono rappresentare un certo pericolo per l uomo. Tuttavia, il potenziale di danno si sviluppa solamente nel momento in cui gli utilizzi e le attività antropiche si trovano a misurarsi con il problema dei rischi naturali. La costante espansione delle superfici destinate agli insediamenti e al traffico all'interno del territorio alpino ha fatto sì che da zone originariamente molto sicure rispetto ai rischi naturali esse si sviluppassero sempre di più verso territori potenzialmente a rischio. La costante pressione degli insediamenti, soprattutto in aree ad alta densità, e le crescenti esigenze di una mobilità che prescinda dalla situazione meteorologica, determinano un intensificarsi delle attività e di conseguenza un incremento del valore delle infrastrutture in queste zone a rischio. Al tempo stesso, con il manifestarsi sempre più frequente di fenomeni atmosferici straordinari, il potenziale dannoso nel territorio alpino secondo GREMINGER 1 è sensibilmente aumentato ed è destinato a crescere ulteriormente in futuro. In particolare, danni sempre più ingenti sono previsti nelle aree a maggiore insediamento. Se vi siano nessi causali tra i mutamenti del clima dovuti ad interventi antropici e l aumento degli eventi dannosi è attualmente allo studio degli specialisti 2. Al tempo stesso la comunità si aspetta dallo Stato una protezione sempre più efficace nei confronti dei rischi naturali e per ragioni di economicità in definitiva anche un intensificarsi degli utilizzi all'interno dell area protetta dalle apposite infrastrutture. Il valore di tutti gli interventi strutturali sinora realizzati per la difesa dai rischi naturali nel territorio alpino è stimato in diverse centinaia di miliardi di euro. Si prevede che vi sarà sempre maggiore esigenza di manutenzione di tali strutture nonché di realizzarne di nuove, sebbene una prevenzione assoluta del rischio sia impossibile. In tali circostanze è fondamentale una prevenzione concertata a livello internazionale, il che comporta una gestione integrale del rischio, con misure di pianificazione degli utilizzi del territorio, salvaguardia della funzione protettiva della foresta, rinaturalizzazione dei corsi GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
2 116 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi d acqua, strutture di protezione, nonché gestione delle calamità e ripristino delle strutture danneggiate 3. C7.3 Riferimenti ad altri ambiti tematici B4 (Economia forestale): Funzioni di protezione delle foreste montane e loro stato B6 (Insediamento): Aumento della densità degli insediamenti, designazione di zone a rischio con restrizioni di utilizzo, trasporti (ad es. costi di messa in sicurezza delle vie di comunicazione) B7 (Trasporti): Costi di messa in sicurezza delle vie di comunicazione B8 (Turismo): Valorizzazione di nuove aree destinate agli sport invernali C2 (Utilizzo delle superfici): Aumento delle superfici destinate ad insediamenti C4 (Suolo): La compattazione del suolo provoca un aumento del deflusso idrico superficiale; in presenza di piogge violente ciò aumenta il rischio di piene e di movimenti gravitativi di versante C6 (Acque di superficie): Aumento del rischio a seguito della rettificazione dei corsi d acqua e del mutamento climatico. C7.4 Valutazione generale della disponibilità di dati A livello europeo non è stato possibile rinvenire dati relativi al numero di vittime, alla quantificazione dei danni e alla frequenza di valanghe, frane/smottamenti e piene. L Environmental Data Compendium 2002 dell OCSE quantifica i danni e il numero di vittime per diversi eventi naturali (fra cui piene, valanghe e frane/smottamenti) a partire dal I dati sono disponibili a livello nazionale; in certi casi più Paesi sono coinvolti in un unico evento. La registrazione avviene solo al raggiungimento di certi valori di soglia relativamente elevati; le piene, ad esempio, vengono registrate nel Compendium solamente a partire da 12 vittime o da una quantificazione del danno superiore a 18 milioni di US $, per gli smottamento (landslides) a partire da 20 vittime o da una quantificazione del danno superiore a 75 milioni di US $. Come fonte dei dati vengono indicate le assicurazioni. In questa forma i dati non risultano idonei all inserimento nella Relazione sullo stato delle Alpi. La significatività della quantificazione del danno sulla base dei dati forniti dalle assicurazioni è di norma assai dubbia, in quanto le somme versate a risarcimento dipendono da una serie di fattori diversi, fra cui ad esempio il comportamento delle assicurazioni stesse. La quantificazione esatta dei danni diretti ed indiretti è generalmente difficile in quanto il rilevamento completo dell entità del danno non è possibile e in molti casi i dati sono basati su mere stime 4. Le stime permettono infatti solamente di indicare un ordine di grandezza, ma non sono idonee per una comparazione quantitativa. Sono assai dubbie anche l interpretabilità e la significatività del numero di vittime, che dipendono in gran parte da decisioni individuali, ad esempio in relazione alla misura di evacuazione, a blocchi stradali e alla valutazione generale di una situazione di pericolo corrente (ad esempio in presenza di valanghe o piene). Inoltre il numero di eventi nell arco alpino non è sufficiente per poter effettuare analisi statistiche significative. Nel periodo è stato messo in atto un progetto cofinanziato dall UE (GLACIO- RISK 5 ) sui rischi naturali generati dai ghiacciai (p. es. esondazioni di laghi glaciali, crollo di seracchi, ecc.), che coinvolgeva tutti gli Stati europei il cui territorio racchiuda superfici signi GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
3 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi 117 ficative di ghiacciai. Gli Stati alpini interessati dal progetto erano FR, AT, CH ed IT. Obiettivo del progetto era il censimento nell ambito di una banca dati (GRIDABASE) di tutti i ghiacciai che in passato avevano creato situazioni di rischio, che continuano ad avere un certo potenziale di rischio o che potrebbero essere a rischio in futuro. In tale occasione si sono compilate statistiche relative agli eventi, accessibili attraverso la banca dati. Sotto la supervisione del BUWAL svizzero (Ufficio Federale dell Ambiente, delle Foreste e del Paesaggio), per il territorio della Convenzione delle Alpi sono state redatte analisi dettagliate delle valanghe nell inverno 1998/99 e delle intemperie estive degli anni 1999 e I dati relativi a questi anni sono pertanto disponibili. Fonti nazionali sulle valanghe (es.): I Paesi alpini dispongono di servizi valanghe e di istituzioni di ricerca che rilevano le valanghe nei loro diversi aspetti (posizione delle valanghe conosciute, loro frequenza, ecc.) ed acquisiscono dati di questo tipo. Di seguito si forniscono alcuni esempi in merito; nell ambito del progetto non è stato possibile operare una ricerca esauriente. I rapporti annuali del Servizio Valanghe del Tirolo (Landeswarndienst Tirol) contengono un quadro generale delle valanghe verificatesi nell inverno in questione; Il Sistema Informativo Rischi Naturali Alpini (Informationssystem Alpine Naturgefahren) dell'ufficio Bavarese per la Gestione delle Acque (Bayerisches Landesamt für Wasserwirtschaft) comprende un catasto delle valanghe; L'Istituto Federale per la Ricerca sulla Neve e sulle Valanghe (Eidgen. Institut für Schnee- und Lawinenforschung) tiene una statistica sulle vittime travolte da valanga in Svizzera (suddivisa in persone decedute all interno di edifici, sulle vie di comunicazione e su terreno aperto). Fonti nazionali su lave torrentizie/frane (es.): Il Sistema Informativo Rischi Naturali Alpini (Informationssystem Alpine Naturgefahren) dell Ufficio Bavarese per la Gestione delle Acque (Bayerisches Landesamt für Wasserwirtschaft) e dell Ufficio Geologico Bavarese (Bayerisches Geologisches Landesamt) comprende elementi GEORISK (bacini di deposito e zone di distacco, movimenti gravitativi di versante e relative aree di instabilità, ecc.). Nell ambito della International Decade of Natural Disaster Reduction, in Austria è stato promosso il progetto DOMODIS 6 che si prefigge due obiettivi: innanzitutto migliorare la documentazione degli eventi dal punto di vista tecnico-metodologico, e sull altro versante costituire una struttura organizzativa adatta per l implementazione diffusa dei lavori di rilevamento su tutto il territorio austriaco. Ciò potrebbe contribuire a migliorare le basi per i processi decisionali nell ambito della gestione dei rischi. Dal 1972, in Svizzera si provvede a rilevare sistematicamente e analizzare i danni provocati dal maltempo sulla base delle notizie apparse sui giornali. Ogni anno si pubblica una cronologia dei danni da maltempo, e di quando in quando si stilano anche compendi di archi temporali maggiori 7 Fonti nazionali sulle piene: I dati idrologici di carattere generale anche i valori di deflusso sono contenuti negli annuari idrologici. Oltre a ciò, l Austria ad esempio gestisce una banca dati dei danni causati GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
4 118 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi dai torrenti 8 comprendente più di 4000 segnalazioni di piene per il periodo , rilevate sulla base di ispezioni in loco in seguito all evento. La suddetta banca dati sui danni da maltempo della Svizzera comprende anche i danni causati da inondazioni. Misure preventive La designazione e il trattamento delle zone a rischio sono gestiti in modo diverso nei vari Stati alpini. L Austria, ad esempio, predispone carte dei territori a rischio che vengono integrate nei piani regolatori dei Comuni. Analogamente si procede In Alto Adige. In Svizzera la responsabilità delle carte dei rischi è dei Cantoni, mentre la trasposizione nell'ambito della destinazione d'uso avviene a sua volta a livello dei Comuni. In Baviera è prevista una consulenza scientifica per le autorità pianificatrici in loco senza la realizzazione di carte concrete dei territori a rischio. Attualmente non esiste né una base dati, né un approccio omogeneo a livello alpino. C7.5 Attività in corso per l'elaborazione di indicatori e il miglioramento della disponibilità dei dati Nel suo rapporto Intemperie nell arco alpino Analisi e conclusioni, il Gruppo di Lavoro Valanghe, inondazioni, colate detritiche e frane 9 istituito dal Comitato Permanente della Conferenza delle Alpi fornisce raccomandazioni per l ulteriore gestione della tematica rischi naturali. Il Gruppo di Lavoro segnala inoltre (ibidem pag. 6), che per i pericoli naturali non esiste attualmente, nel campo d applicazione della Convenzione delle Alpi, una rete istituzionalizzata e internazionale di servizi competenti. Questo limita fortemente il reporting aggiornato e coordinato a livello internazionale. Nel maggio 2004 ha avuto luogo nel Liechtenstein una Conferenza della Convenzione delle Alpi nell'ambito della quale si sono verificate, ponderate e valutate le raccomandazioni degli esperti sopra riportate e si sono dibattuti i requisiti di una Piattaforma rischi naturali internazionale. C7.6 Indicatori e possibili rappresentazioni nella Relazione sullo stato delle Alpi in base ai dati attualmente disponibili a) Rappresentazioni quantitative: - b) Studi specifici: - c) Rappresentazioni qualitative: Circa la quantificazione dei danni causati dal maltempo (sulla base dell'indicatore C7-1) dal rapporto "Analisi delle intemperie" (Ed. BUWAL) circa la portata dei danni causati dal distacco spontaneo di valanghe (sulla base dell'indicatore C7-3) dal rapporto "Valanghe nell'inverno 1998/99" (Ed. BUWAL) o statistiche nazionali. d) Indicatori che richiedono ulteriori studi/convalide: C7-2 Frequenza effettiva delle piene centenarie in corrispondenza di stazioni idrometriche selezionate Studio GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
5 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi 119 C7.7 Altri fattori esterni per i quali appaia opportuno l ulteriore sviluppo di indicatori e strumenti di reporting in quest ambito Rappresentazione qualitativa dei diversi aspetti della gestione dei rischi, dalla pianificazione territoriale agli interventi di protezione (creazione e manutenzione dei boschi di protezione ed interventi tecnici) fino ai sistemi di preallarme e alla gestione della situazione in caso di emergenza, e quindi informazioni più concrete sullo stato attuale e sui cambiamenti di potenziali rischi naturali; Esame di un indicatore circa l'entità del danno dovuto a piene e inondazioni; Ricerca di base circa la definizione e la determinazione omogenea di processi come frane, lave torrentizie, piene e inondazioni Verifica della possibilità di un indicatore per descrivere le spese per misure di prevenzione (cfr. UNSTATS - Indicatore Expenditure on disaster prevention and mitigation ); a tale riguardo si rendono necessari ulteriori studi concernenti tipo, entità, costi e titolarità dei diversi interventi, ma anche sulle cifre esatte nei singoli stati; in particolare i costi di manutenzione delle infrastrutture tecniche rappresentano una sorta di ipoteca per le generazioni future; ad es., PLANAT (CH) sta attualmente elaborando uno studio che fornirà un quadro generale dei mezzi e delle risorse impiegate negli ultimi decenni in Svizzera da Stato, Cantoni e Comuni per la protezione dai rischi naturali. Lo studio sarà completato entro la fine del Rappresentazione qualitativa sul rapporto fra costi ed efficacia preventiva delle diverse misure di prevenzione attive e passive, fra cui ad esempio piani territoriali dei rischi, infrastrutture tecniche, boschi di protezione e interventi di rinaturalizzazione sui corsi d acqua; Studio specifico relativo alla ripartizione dei costi per gli interventi di protezione necessari ai fini della messa in sicurezza delle superfici insediative e viarie per determinare i costi reali degli interventi necessari; Realizzazione di una sinossi a livello alpino relativa a metodi, copertura territoriale e conseguenze progettuali delle carte dei rischi e dei piani delle zone a rischio (p. es. progetto EGAR 10 ); Ricerca di base sull entità e sullo sviluppo della superficie insediativa in zone dichiarate a rischio in determinati territori selezionati; Ricerca di base relativa ai possibili cambiamenti del potenziale di rischio in seguito ad alterazioni climatiche, come ad esempio il possibile aumento delle precipitazioni intense, il distacco di grandi masse di materiali incoerenti attualmente legati dal permafrost e dai ghiacciai; Considerazione di incendi boschivi e terremoti come proposto dal Gruppo Rischi naturali del SOIA e inclusione di altri rischi naturali, come ad esempio gli eventi meteorologici (fortunali, grandine); Ulteriore studio in merito all indicatore Frequency of Heavy Precipitation proposto dal Gruppo di progetto Acqua del SOIA. 1 GREMINGER, P. 2003, Unwetterereignisse im Alpenraum - Analyse. Relazione su incarico della Conferenza delle Alpi 2 Ad es. pubblicazione per la Svizzera. OcOO (Ed.) 2003, Extremereignisse und Klimaänderung, Berna 3 GREMINGER 2003 GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
6 120 Sistema di indicatori e Progetto di una Relazione sullo stato delle Alpi 4 GREMINGER, P. 2001, Lawinenwinter 1998/99, Collana Umwelt n. 323, BUWAL (editore) Documentation of Mountain Disasters: Forsttechnischer Dienst für Wildbach- und Lawinenverbauung (WLV): 9 cfr. n.1 10 Bacini imbriferi nelle regioni alpine. Progetto interdisciplinare in Germania, Italia ed Austria GdL Obiettivi ambientali e indicatori della Convenzione delle Alpi
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