GUIDA PER L IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE ECOSOSTENIBILE

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1 PROGRAMMA GIOVENTÙ IN AZIONE 2013 GUIDA PER L IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE ECOSOSTENIBILE Agricoltura biologica. Fa bene alla natura, fa bene a te. Lisbona, Settembre 2013 Febbraio 2014 Il presente progetto è co-finanziato con l appoggio della Commissione Europea. Questa pubblicazione/comunicazione è esclusiva responsabilità dei suoi autori; la Commissione non è responsabile per l uso che possa essere fatto dell informazione diffusa.

2 SOMMARIO INTRODUZIONE AL PROGETTO... 4 SINTESI DEI RISULTATI DEI QUESTIONARI E NOTA METODOLOGICA... 4 DATI PERSONALI SESSO ETÀ LUOGO DI PROVENIENZA LIVELLO DI ISTRUZIONE SITUAZIONE ATTUALE... 7 PERCENTUALE DI SPESA E FATTORI MOTIVANTI/IMPEDENTI PERCENTUALE SULLA SPESA MENSILE DEI PRODOTTI BIOLOGICI FATTORI MOTIVANTI L ACQUISTO DI PRODOTTI BIO FATTORI IMPEDENTI L ACQUISTO DI PRODOTTI BIO... 8 INFORMAZIONI SUI PRODOTTI BIOLOGICI INFORMAZIONI SULLA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI BIO INFORMAZIONI SULLA PROVENIENZA DEI PRODOTTI BIO... 9 SENSAZIONI RIGUARDO I PRODOTTI BIO DIFFERENZA TRA PRODOTTI BIOLOGICI E CONVENZIONALI I PRODOTTI BIO SONO PIÙ NUTRITIVI E SALUTARI? RACCOMANDAZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI ANALISI DEI RISULTATI SUGGERIMENTI E CONCLUSIONI LA GUIDA AI PRODOTTI BIOLOGICI LA PRODUZIONE BIOLOGICA LA NORMATIVA EUROPEA LA NORMATIVA PORTOGHESE PERCHÉ PRODURRE ALIMENTI BIOLOGICI I PRINCIPI FONDAMENTALI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA I PRINCIPI FONDAMENTALI DELL ALLEVAMENTO BIOLOGICO LA CERTIFICAZIONE BIOLOGICA I PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE CERTIFICATI SOTTO IL MARCHIO BIOLOGICO 24 2

3 7.2 GLI ENTI CHE RILASCIANO LA CERTIFICAZIONE BIOLOGICA DOCUMENTI DA PRESENTARE E PROCESSO DELLA CERTIFICAZIONE LA VALIDITÀ DELLA CERTIFICAZIONE LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI ALLEGATI ALLEGATO A - ORGANISMI DI CONTROLLO E CERTIFICAZIONE IN MPB ALLEGATO B - ORGANIZZAZIONE DI PRODUTTORI IN MPB RICONOSCIUTI PER LA DGDR ALLEGATO C - DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL MODO DI PRODURRE BIOLOGICO ALLEGATO D QUESTIONARIO PRESENTATO AI CONSUMATORI ALLEGATO E: ESEMPIO DI CERTIFICATO BIOLOGICO SATIVA

4 INTRODUZIONE AL PROGETTO SINTESI DEI RISULTATI DEI QUESTIONARI E NOTA METODOLOGICA Il progetto Jóven Empresa Ecosostenible è un iniziativa giovanile transnazionale, realizzato in collaborazione tra la Camera di Commercio Italiana per il Portogallo e la Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna, con la partecipazione di due giovani di Lisbona e due di Madrid. Il progetto durerà 181 giorni, dal 1º settembre 2013 al 28 febbraio Prevede una Campagna di sensibilizzazione diretta ai giovani per incentivare le aziende di prodotti biologici. L obiettivo é raccogliere informazioni, dati, proposte per incentivare nei due paesi lo spirito imprenditoriale, attraverso la realizzazione di una guida con tutte le informazioni necessarie per il commercio di prodotti biologici, per ottenere aiuti a livello locale ed europeo diretti all impresa giovanile, trovare luoghi di consulenza gratuita nei due paesi coinvolti. Il fine ultimo sarà quello di creare una rete di giovani imprenditori che favoriscano la produzione biologica e lo sfruttamento delle risorse locali, generando un impatto positivo nelle due comunità coinvolte. Il documento presente contiene una presentazione e una breve analisi delle risposte al questionario sottoposto a 56 persone nell ottobre 2013 a Lisbona, le quali costituiscono un campione eterogeneo, in modo da validare in maniera più efficace i dati a disposizione. Le categorie rappresentate nell indagine sono: consumatori, giovani lavoratori, anziani, stranieri, giovani genitori, membri di associazioni, venditori, funzionari pubblici, donne incinte e studenti. 4

5 DATI PERSONALI 1. SESSO 61% 39% M F L indagine è stata svolta su un campione di 56 persone, delle quali 34 donne, e 22 uomini. 2. ETÀ >60 2. ETÀ I questionari sono stati compilati da un campione di persone tra i 18 e i 70 anni, con una media totale di 36 anni circa; in particolare, il 66% del totale, hanno meno di 40 anni. 5

6 3. LUOGO DI PROVENIENZA 5% 2% 2% 2% 89% Nord Africa Europa America Latina Africa Sub-Sahariana Asia Altri L 89% degli intervistati proviene da uno stato europeo; questa statistica può essere spiegata dalla regione di intervista, dal questionario proposto in lingua portoghese, e dalla tipologia di intervistati. Oltre ad una grande maggioranza di europei, si riscontra un 5% di Latino- Americani, un 2% di Africani sub-sahariani (dovuto alla presenza di un intervistato proveniente dall Angola, la cui lingua ufficiale è appunto il portoghese) e un 2% proveniente dal Nord-Africa e altrettanto da altre regioni. 4. LIVELLO DI ISTRUZIONE 16% 13% 2% 30% Diploma s. media superiore Laurea Magistrale Frequenza Universitaria Laurea Triennale 39% Dottorato di Ricerca Altro Più della metà degli intervistati ha almeno un istruzione accademica, già conclusa; inoltre si riscontrano ulteriori 9 persone che stanno ancora concludendo i loro studi universitari. 6

7 5. SITUAZIONE ATTUALE 4% 7% 7% 18% Studente 11% Lavoratore Studente-Lavoratore 53% Altra Situazione Disoccupato Pensionato La maggioranza degli intervistati (64%) lavora, mentre il 29% risulta studente; in queste percentuali è compreso anche l 11% di studenti-lavoratori. Il 7% circa del campione è disoccupato, e un altrettanto 7% appartiene alla categoria dei pensionati. PERCENTUALE DI SPESA E FATTORI MOTIVANTI/IMPEDENTI 6. PERCENTUALE SULLA SPESA MENSILE DEI PRODOTTI BIOLOGICI PERSONE INCIDENZA (%) DI PRODOTTI BIOLOGICI NELLA SPESA Un ampia maggioranza degli intervistati (circa il 61%), dedica meno di un quarto dei propri acquisti ai prodotti biologici; addirittura, il 16% degli intervistati non compra affatto prodotti biologici. Solo 5 intervistati (pari al 9%) dichiarano di comprare più prodotti biologici, rispetto ai prodotti convenzionali. 7

8 7. FATTORI MOTIVANTI L ACQUISTO DI PRODOTTI BIO Salute Per il sapore Per l'ambiente Naturalezza Curiosità Moda 7. FATTORI MOTIVANTI ALL'ACQUISTO Pubblicità 0% 20% 40% 60% 80% 100% La presente domanda concedeva una o più scelte, tra quelle a disposizione, senza una disposizione in ordine gerarchico. Una grande maggioranza di intervistati ha definito come decisiva, tra i fattori di scelta verso i prodotti bio, la salute, seguita dal sapore, e dall ambiente; I fattori moda e pubblicità sono risultati i meno determinanti. 8. FATTORI IMPEDENTI L ACQUISTO DI PRODOTTI BIO Prezzo troppo alto Non avere la certezza che siano di fatto biologici Mancanza di controlli Non attirano molto Auto-produzione Altri 8. FATTORI DI IMPEDIMENTO 0% 20% 40% 60% 80% 100% Una maggioranza elevatissima di persone, più dell 87%, considera il prezzo al dettaglio troppo alto il fattore che più impedisce o può impedire l acquisto di prodotti biologici. Un altro fattore importante rigaurda la mancanza di certezza rispetto alle caratteristiche effettivamente bio del prodotto in questione. 8

9 INFORMAZIONI SUI PRODOTTI BIOLOGICI 9. INFORMAZIONI SULLA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI BIO 18% 5% 32% 45% Insufficiente Sufficiente Buona Ottima Il 68% degli intervistati ritiene almeno sufficiente la documentazione sulla certificazione dei prodotti bio, ma appena il 5% la ritiene molto completa; quasi un terzo, invece, non è soddisfatto delle informazioni sulla certificazione di tali prodotti. 10. INFORMAZIONI SULLA PROVENIENZA DEI PRODOTTI BIO 2% 21% 32% 45% Insufficiente Sufficiente Buona Ottima 9

10 Le risposte a questa domanda sono pressoché uguali a quelle date alla domanda precedente: ciò è dovuto allo stretto rapporto tra queste, le quali trattano dello stesso ambito. In questo caso, solamente il 2%, tra tutti gli intervistati, si ritiene completamente soddisfatta delle informazioni riguardo alla provenienza dei prodotti bio. SENSAZIONI RIGUARDO I PRODOTTI BIO 11. DIFFERENZA TRA PRODOTTI BIOLOGICI E CONVENZIONALI 18% 82% Sì No Più dell 80% degli intervistati nota differenze in termini di gusto, percezione e aspetto tra i prodotti biologici e convenzionali. 12. I PRODOTTI BIO SONO PIÙ NUTRITIVI E SALUTARI? 9% 91% Sì No 10

11 Una maggioranza ancora più netta, rispetto alla domanda precedente, ha risposto sì all inchiesta se i prodotti biologici siano o meno più nutritivi e salutari, rispetto ai prodotti convenzionali. 13. RACCOMANDAZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI 13% 87% Sì No Sulla scia delle due domande precendenti, l 87% degli intervistati ha risposto affermativamente ad una possibile raccomandazione ad altre persone di prodotti biologici. 11

12 ANALISI DEI RISULTATI Dopo la presentazione dei risultati, in forma aggregata, si procede ora all analisi delle risposte, dividendo il campione in segmenti differenti, con riferimento alle loro risposte; tale analisi mira ad individuare le peculiarità di ciascun gruppo, fornendo indicazioni per riuscire ad individuare delle possibili categorie di consumatori. Per quanto riguarda la divisione di genere, i risultati mostrano che ci sono più donne che non comprano affatto prodotti bio (coloro che alla domanda numero 6 hanno risposto 0 ), ossia il 20,5%, contro il 9% degli uomini. Inoltre, riguardo alle informazioni sulla certificazione dei prodotti bio (domanda nº 9), solo il 9% degli uomini ha considerato tali informazioni più che sufficienti, rispetto al 33% delle donne, denotando quindi un bisogno di maggiori dati. Riguardo all età, non si notano differenze evidenti tra le diverse generazioni che hanno risposto al questionario. Tra gli studenti si verifica un fenomeno interessante: molti di loro consumano relativamente pochi prodotti bio, ma tra gli studenti-lavoratori, quindi già dotati di un reddito, la percentuale di prodotti bio sulla loro spesa si alza; invece tale percentuale ritorna medio-bassa nel caso dei lavoratori. Tra i disoccupati si ha il tasso più basso di acquisto di prodotti bio, molto probabilmente tale dato è da considerare in relazione alla difficoltà economica dovuta alla condizione di disoccupazione. Tra i soggetti che hanno risposto Insufficiente alla domanda nº 9 (Come reputa l informazione sulla certificazione dei prodotti bio?), il 74% di questi ha risposto alla stessa maniera alla domanda successiva, riferita alla soddisfazione riguardo le informazioni sulla provenienza. Similmente, il 77% di coloro che hanno risposto insufficiente alla domanda 10, ha risposto ugualmente alla domanda precedente. Questo dato denota una correlazione molto forte tra le due domande, che riguardano infatti entrambe l aspetto informativo verso il consumatore. In relazione ai fattori che possono impedire l acquisto di prodotti biologici (domanda nº 8), circa il 95% di coloro che hanno dato come risposta non avere certezza che la provenienza sia di fatto bio, alle domandi riguardo le informazioni sui prodotti bio (nº 9, 10), non ha dato un voto maggiore di sufficiente (soltanto il 2% ha risposto buona ), come previsto in fase di sondaggio. L 86% dei partecipanti al questionario ha risposto alla stessa maniera (Sì o No) alle ultime tre domande; si può spiegare con lo stesso ambito di indagine delle tre domande, ovvero la sensazione riguardo ai prodotti biologici, ovvero la nº 11, che in qualche modo condiziona, in una forte maggioranza dei casi, anche le seguenti due risposte. Una forte correlazione sussiste anche tra coloro che non consumano affatto prodotti biologici (risposta 0 alla domanda nº 6), e chi ha risposto affermativamente alle ultime tre domande; questo fenomeno può essere spiegato dall indifferenza dei soggetti verso i prodotti biologici in generale, e anche alla loro scarsa conoscenza sull argomento. 12

13 SUGGERIMENTI E CONCLUSIONI Grazie allo studio dei dati a nostra disposizione, siamo riusciti a trarre conclusioni e spunti interessanti sul futuro dei prodotti biologici, visti dal lato della domanda, ovvero i consumatori. La prima considerazione che possiamo trarre, è la buona reputazione dei prodotti biologici in quanto a salubrità e sapore: una gran parte dei consumatori reputa i prodotti bio migliori da questo punto di vista, rispetto ai prodotti convenzionali. Tali qualità possono essere state attribuite grazie a campagne mirate per evidenziare il lato salutare e buono dei prodotti bio. Uno dei fattori che invece incidono in maniera negativa sulle vendite di questi beni è il prezzo troppo alto (almeno per l 87% degli intervistati, ovvero 49 su 56), rispetto ai beni comuni. Secondo la nostra opinione, dovrebbe essere rafforzata la comunicazione riguardo alla già citata salubrità e naturalezza dei prodotti bio, ottenuti grazie all agricoltura o all allevamento bio, secondo precise regole e nel pieno rispetto dell ambiente; in questo modo, il cliente potrebbe rendersi conto che effettivamente i prodotti bio hanno un costo maggiore, ma tale importo è dovuto, in linea di principio a maggiori controlli, regole più severe, e una complessiva migliore qualità del prodotto. Il secondo fattore che condiziona le vendite è rappresentato dalle scarse informazioni a disposizione dei consumatori riguardo le certificazioni e la provenienza dei beni biologici. Abbiamo ritenuto che le opinioni da noi recepite tramite le risposte avute su questo argomento (alle domande nº 9 e 10) influenzino ampiamente l acquisto dei prodotti in questione, e il dato che solo il 23% dei consumatori consideri più che sufficienti le informazioni a disposizione deve far pensare i produttori. In questo senso, pensiamo che si debbano migliorare le informazioni del packaging, mettendo in maggiore risalto la provenienza dei prodotti (sia riguardo alle materie prime, sia riguardo alle successive fasi di lavorazione e commercializzazione) e le eventuali certificazioni ottenute (DOP, IGP, DOC, etc.), in maniera da rassicurare i clienti e portarli ad avere più informazioni possibili a loro disposizione sui prodotti bio. Dai dati in nostro possesso, la categoria ideale verso cui indirizzare maggiormente la promozione dei prodotti biologici sono i giovani studenti e studenti-lavoratori, in quanto sono i più interessati alla categoria biologica. Riteniamo che gli studenti, ricevute le informazioni circa le caratteritiche che contraddistingono i prodotti bio, al momento dell impiego (quindi con una maggiore capacità di acquisto) potranno dedicare una fascia più ampia dei loro acquisti a questi prodotti. Tale risultato può essere raggiunto tramite dimostrazioni e assaggi dei prodotti biologici in fiere e occasioni più vicine al target in questione e tramite campagne istituzionali presso le scuole superiori e le università. 13

14 LA GUIDA AI PRODOTTI BIOLOGICI 1. LA PRODUZIONE BIOLOGICA La produzione biologica, all interno dell Unione Europea, è soggetta al Regolamento CE Nº 834/2007, il quale revoca il Regolamento CEE Nº 2092/91. Tale Regolamento ha inizio con la definizione precisa: La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Questo metodo esplica una duplice funzione sociale, provvedendo ad un mercato specifico dal lato dei consumatori e fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell ambiente, al benessere degli animali, e allo sviluppo rurale. Il nuovo regolamento aggiorna la precedente legge in 50 modifiche, e fu attuato tramite il Regolamento CE Nº 889/2008, il quale stabilisce le norme di esecuzione, stabilendo le regole applicabili alla produzione, alla trasformazione, al confezionamento, al trasporto e allo stoccaggio, all etichettatura e ai controlli dei prodotti biologici. 2. LA NORMATIVA EUROPEA Il concetto generale, spiegato nel primo capitolo della presente guida, descrive le finalità del Reg. CE 834/2007, il quale si articola in otto titoli, per approfondire i temi principali della legislazione; tale Regolamento racchiude le norme basilari per la produzione biologica. L articolo 3, Titolo II è esplicito riguardo alle finalità delle norme in questione: La produzione biologica persegue i seguenti obiettivi generali: a) stabilire un sistema di gestione sostenibile per l agricoltura che: i. rispetti i sistemi e i cicli naturali e mantenga e migliori la salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali e l equilibrio tra di essi; ii. contribuisca a un alto livello di diversità biologica; iii. assicuri un impiego responsabile dell energia e delle risorse naturali come l acqua, il suolo, la materia organica e l aria; iv. rispetti criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e soddisfi, in particolare, le specifiche esigenze comportamentali degli animali secondo la specie; b) mirare a ottenere prodotti di alta qualità; 14

15 c) mirare a produrre un ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali. Uno dei punti cruciali del testo sta nell assoluta incompatibilità del metodo biologico con gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM); dall Art. 9: Gli OGM e i prodotti derivati o ottenuti da OGM non vanno usati come alimenti, mangimi, ausiliari di fabbricazione, prodotti fitosanitari, concimi, ammendanti, sementi, materiale di moltiplicazione vegetativa, microrganismi e animali in produzione biologica. Pertanto è in generale vietato l uso di OGM in ogni ambito della produzione agricola, dell allevamento zootecnico e della trasformazione alimentare. Al fine di questo divieto, si specifica, tuttavia, che gli operatori possono fare affidamento sull etichetta o su qualsiasi documento fornito ai sensi della direttiva 2001/18/CE o dei regolamenti 1829/2003 e 1830/2003, relativi agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati; inoltre, si stabilisce che per l agricoltura biologica valgono le medesime soglie di contaminazione accidentale individuate per l agricoltura convenzionale, ovvero lo 0,9%. Riguardo la sicurezza, è stato esteso l obbligo di controllo e certificazione per tutti gli attori della filiera di produzione: ora anche l attività dei grossisti che distribuiscono prodotti bio è soggetta al sistema di controllo. L esenzione rimane però confermata per gli operatori al dettaglio che vendono prodotti biologici confezionati ed etichettati direttamente al consumatore finale. Il successivo Regolamento CE Nº 889/2008 del 5 settembre 2008 riporta le norme dettagliate di produzione, etichettatura e controllo, incluso il primo emendamento alle regole di produzione per il lievito biologico, contenute nel Reg. CE 834/2007; tale Regolamento descrive numerosi dettagli tecnici e rappresenta, per la maggior parte, un ampliamento del Regolamento originale sul settore biologico, tranne che nelle parti in cui questo è stato regolamentato in maniera differente nel Regolamento del Consiglio. Il Regolamento della Commissione (CE) Nº 1235/2008 dell 8 dicembre 2008 riporta norme dettagliate in materia di importazione di prodotti biologici provenienti da paesi terzi; esso stabilisce minuziosamente l elenco dei paesi importatori, esponendo gli organismi di controllo nazionali delegati, nonché la documentazione da presentare per i prodotti importati. Il Regolamento di Esecuzione (UE) n. 203/2012 dell'8 marzo 2012 modifica il Reg. CE Nº 889/2008, recante modalità di applicazione del Regolamento CE Nº 834/2007 del Consiglio, in ordine alle modalità di applicazione relative al vino biologico; si applica alla produzione biologica nel settore vitivinicolo, ottenuto da materie prime biologiche. Inoltre, regolamenta le tecniche di produzione e imbottigliamento, la modalità di etichettatura e la possibilità di riconoscere la conformità della produzione alle precedenti norme. Inoltre, è stato istituito nel 2007 il Comitato permanente dell Agricoltura Biologica (S.C.O.F.), costituito da rappresentanti degli Stati Membri e presieduto da un rappresentante della Commissione. Il Comitato è stato fondato allo scopo di favorire una stretta collaborazione tra le autorità responsabili del settore biologico e di garantire un applicazione uniforme della legislazione UE. 15

16 3. LA NORMATIVA PORTOGHESE Al giorno d oggi, il Portogallo non presenta una legislazione nazionale per regolamentare l agricoltura biologica. Il concetto di agricoltura biologica è stato istituito dal regolamento CE 2092/91, che fino ad oggi è stato sottoposto a diverse alterazioni e deroghe. A partire da Gennaio del 2009 entra in vigore il nuovo Regolamento Europeo 834/2007. Il Portogallo, di fatto, è membro dell Unione Europea dal gennaio del 1986 e come in tutti i paesi membri l economia agricola portoghese, per quanto riguarda il modo di produrre biologico, deve sottostare alle norme Europee. Per questo motivo, la normativa nazionale per l agricoltura biologica è soggetta alla legislazione specifica della CE: Reg.(CE) nº 834/2007 del Consiglio del 28 giugno, relativo alla produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici. Reg.(CE) n.º 889/2008 del Consiglio del 5 de settembre, che stabilisce le norme di esecuzione del Reg(CE) nº 834/2007 Lo Stato portoghese ha provveduto con l ordinanza 370-A/2012, del 15/11/2012, la creazione del Passaporto per l imprenditorialità, con il quale pretende stimolare i giovani imprenditori qualificati a sviluppare un progetto d imprenditorialità, fornendo una serie di strumenti tecnici e finanziari: A chi é destinato: Aiuti Giovani fino ai 30 anni, laureati da meno di 3 anni. Giovani fino ai 30 anni, laureati, o in possesso di un master o dottorato e inscritti al centro d impiego da più di quattro mesi. Giovani fio ai 34 anni in possesso di un titolo di master o un dottorato. Disponibilità di una Guida pratica per l imprenditorialità 1 Disponibilità d assistenza tecnica nello sviluppo dei piani di negozio Facilità d accesso a meccanismi di credito, specialmente nel capitale di rischio 2 Attribuzione di una Borsa di Passaporto per l imprenditorialità per lo sviluppo dei progetti imprenditoriali 3 Accesso ad una rete di mentori per l orientazione e l accompagnamento individualizzato Accesso ad una rete di esperienze condivise tra imprenditori nazionali e stranieri 1 Fonte: 2 Fonte: 3 Fonte: 16

17 4. PERCHÉ PRODURRE ALIMENTI BIOLOGICI L agricoltura Biologica aumenta la biodiversità, protegge il suolo, migliora la qualità nutrizionale degli alimenti, garantisce un elevato benessere degli animali e aumenta l occupazione nelle zone rurali. Contemporaneamente, l'agricoltura biologica riduce l'emissione di gas a effetto serra e l'uso di energia fossile, elimina l'inquinamento provocato da fertilizzanti e pesticidi e interrompe l intensificarsi dell entrata dei residui di pesticidi nella catena alimentare. L agricoltura biologica fornisce sistemi di agricoltura flessibili, in grado di combattere i cambiamenti climatici e rassicura l approvvigionamento locale dei alimenti ed infine è altamente efficace nell assorbimento di carbonio ( 4 International federation of organic agriculture movements). a) Per la salute I prodotti vegetali BIO contengono maggiori livelli benefici di nutrienti rispetto a quelli convenzionali. I frutti BIO hanno un livello di contenuto di fosforo superiore al 32%, fibre alimentari maggiori del 9% e antiossidanti naturali maggiori del 19%. Sono il 14% più sicuri, hanno una qualità tecnica del 15% superiore, una valutazione organolettica maggiore del 15% e un indice di vitalità del 66% più elevato. 5 I prodotti BIO non contengono residui di pesticidi La carne BIO contiene maggiori livelli di oligoelementi benefici (Fe, Zn, Ca, Se e Cu) rispetto a quella convenzionale. 6 Inoltre, l agricoltura biologica proibisce l uso dei organismi geneticamente modificati (OGM) sia nella produzione vegetale che in quella animale. Ciò è benefico per la nostra salute, ma anche nell aiutare a conservare specie native di piante, e animali, allo stesso tempo incoraggia l uso di un maggior numero di specie e varietà agricole vegetali e animali nell agricoltura biologica. b) Per l ambiente Gli agricoltori biologici adottano altre tecniche che possono non essere contenute nel regolamento, ma comunque aiutano a mantenere l'equilibrio naturale e la biodiversità nelle esplorazioni agricole biologiche e nelle aree circostanti. Queste includono: piantagioni di siepi e alberi; conservazione dei prati originari; mantenimento dei corsi d'acqua naturali; protezione di alberi e altra vegetazione naturale. L eliminazione dell uso di fertilizzanti sintetici, erbicidi, pesticidi e altri prodotti sintetici riduce anche il rischio di contaminazione dei corsi d'acqua e gli effetti negativi di questo tipo di inquinamento acquatico. I suoli, le superfici e le frazioni di agricoltura biologica possiedono una maggiore biodiversità. I terreni BIO possiedono un più alto contenuto di humus, grande stabilità, una migliore ritenzione idrica, riducendo l'erosione ripetto a quelli convenzionali. 7 4 Fonte: 5 P. Weibel, CVUA Stoccarda, Mader, 2002; Stolze, 2000; Velmirov, 2001; Tauscher,

18 c) Per gli animali Un concetto importante dell allevamento biologico di animali è la creazione di ambienti appropriati per ciascuna specie 8 : Accesso permanente all aria aperta. Pascoli adeguati per soddisfare le esigenze nutrizionali e comportamentali. Divieto di reclusione o di isolamento degli animali Letti e paglia appropriati. Limitata quantità di bestiame per area L'agricoltura biologica sottolinea la necessità di ridurre al minimo il dolore e la sofferenza degli animali, durante tutto il ciclo della loro vita. Come risultato, i tempi di trasporto sono strettamente controllati e i metodi di macellazione sono stati concepiti per essere più veloce e indolore possibile. d) Per la sicurezza dei consumatori La produzione di prodotti biologici è anche sinonimo di sicurezza perché il regolamento base dell'agricoltura biologica va oltre il controllo standard, che tutti i restanti dovrebbero avere. Controlli e verifiche sistematiche dello stato, dei processi di produzione e trasformazione che devono essere trasparenti. Gli operatori dell agricoltura biologica seguono regole dettagliate in ogni fase della procedura di lavorazione del prodotto. Gli organismi di certificazione sono controllati dallo Stato e hanno un procedimento di elaborazione trasparente e idoneo. 8 Biobrassica,

19 5. I PRINCIPI FONDAMENTALI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA L agricoltura biologica si fonda sui concetti generali descritti dall Art. 5 del Reg. CE 834/2007; essa si basa sui seguenti principi: a) mantenere e potenziare la vita e la fertilità naturale del suolo, la stabilità del suolo e la sua biodiversità, prevenire e combattere la compattazione e l erosione del suolo, e nutrire le piante soprattutto attraverso l ecosistema del suolo; b) ridurre al minimo l impiego di risorse non rinnovabili e di fattori di produzione di origine esterna; c) riciclare i rifiuti e i sottoprodotti di origine vegetale e animale come fattori di produzione per le colture e l allevamento; d) tener conto dell equilibrio ecologico locale o regionale quando si operano le scelte produttive; e) [...] f) tutelare la salute delle piante mediante misure profilattiche, quali la scelta di specie appropriate e di varietà resistenti ai parassiti e alle malattie vegetali, appropriate rotazioni delle colture, metodi meccanici e fisici e protezione dei nemici naturali dei parassiti; g) [...] h) [...] i) [...] j) [...] k) [...] l) [...] m) [...] n) mantenere per la produzione da acquacoltura la biodiversità degli ecosistemi acquatici naturali, la salute dell ambiente acquatico nel tempo e la qualità degli ecosistemi acquatici e terrestri circostanti; o) somministrare agli organismi acquatici mangime proveniente dallo sfruttamento sostenibile della pesca di cui all articolo 3 del regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell ambito della politica comune della pesca (1), o mangime biologico composto di ingredienti provenienti dall agricoltura biologica e di sostanze naturali di origine non agricola. Dalla norma originale sono stati omessi i paragrafi relativi all allevamento, i quali saranno riproposti nel prossimo capitolo della Guida. Inoltre, le norme che regolano la produzione agricola, all interno del Reg. CE 834/2007, fanno capo agli Articoli 11 e

20 L Articolo 11 recita: L intera azienda agricola è gestita in conformità dei requisiti applicabili alla produzione biologica. Tuttavia, a specifiche condizioni stabilite secondo la procedura di cui all articolo 37, paragrafo 2, un azienda può essere suddivisa in unità ben distinte o siti di produzione di acquacoltura non tutti in regime di produzione biologica. Per quanto riguarda gli animali, ciò si applica a specie distinte. [...] Per quanto riguarda le piante, ciò si applica a varietà distinte facilmente distinguibili. Qualora, secondo il disposto del secondo comma, non tutte le unità di un azienda siano dedite alla produzione biologica, l operatore mantiene la terra, gli animali e i prodotti utilizzati per le unità biologiche od ottenuti da tali unità separati da quelli utilizzati per le unità non biologiche od ottenuti da tali unità e la separazione è debitamente documentata. Successivamente, l Articolo 12 riprende i concetti espressi in precedenza e precisa: [...] Le seguenti norme si applicano alla produzione biologica vegetale: a) la produzione biologica vegetale impiega tecniche di lavorazione del terreno e pratiche colturali atte a salvaguardare o ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo, ad accrescere la stabilità del suolo e la sua biodiversità, nonché a prevenire la compattazione e l erosione del suolo; b) la fertilità e l attività biologica del suolo sono mantenute e potenziate mediante la rotazione pluriennale delle colture, comprese leguminose e altre colture da sovescio, e la concimazione con concime naturale di origine animale o con materia organica, preferibilmente compostati, di produzione biologica; c) è consentito l uso di preparati biodinamici; d) [...] e) non è consentito l uso di concimi minerali azotati; f) tutte le tecniche di produzione vegetale evitano o limitano al minimo l inquinamento dell ambiente; g) la prevenzione dei danni provocati da parassiti, malattie e infestanti è ottenuta principalmente attraverso la protezione dei nemici naturali, la scelta delle specie e delle varietà, la rotazione delle colture, le tecniche colturali e i processi termici; h) in caso di determinazione di grave rischio per una coltura, l uso di prodotti fitosanitari è ammesso solo se tali prodotti sono stati autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica, ai sensi dell articolo 16; i) per la produzione di prodotti diversi dalle sementi e dai materiali di propagazione vegetativa sono utilizzati soltanto sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa prodotti biologicamente. [...] j) i prodotti per la pulizia e la disinfezione nella produzione vegetale sono utilizzati soltanto se sono stati autorizzati per l uso nella produzione biologica ai sensi dell articolo 16. La raccolta di vegetali selvatici e delle loro parti, che crescono naturalmente nelle aree naturali, nelle foreste e nelle aree agricole, è considerata metodo di produzione biologico a condizione che: a) queste aree non abbiano subito trattamenti con prodotti diversi da quelli autorizzati per essere impiegati nella produzione biologica, ai sensi dell articolo 16 per un periodo di almeno tre anni precedente la raccolta; 20

21 b) la raccolta non comprometta l equilibrio dell habitat naturale e la conservazione delle specie nella zona di raccolta. Riassumendo la normativa, secondo l IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) i principi di base sono sintetizzabili in quattro punti: Salute: produrre alimenti nutritivi e di alta qualità, che contribuiscano alla salute e al benessere, sia dell uomo, sia dell intero ecosistema; Ecologia: creare un habitat per la manutenzione della diversità genetica e agricola, con un uso efficiente dell energia, e preservare il paesaggio e le risorse naturali; Giustizia: contribuire alla eliminazione della povertà, tramite la produzione di alimenti in quantità adeguata, rispettare gli agricoltori, la mano d opera agricola e il consumatore; Precauzione: garantire responsabilità e trasparenza verso il cliente finale, ma anche verso i produttori e gli organismi di controllo. 6. I PRINCIPI FONDAMENTALI DELL ALLEVAMENTO BIOLOGICO I principi dell allevamento biologico sono regolamentati dallo stesso Articolo 5 del Reg. CE 834/2007, che riguarda anche l agricoltura; in particolare, gli obiettivi fondamentali sono questi: [...] e) tutelare la salute degli animali stimolando le difese immunologiche naturali degli animali, nonché la selezione di razze e varietà adatte e pratiche zootecniche; f) [...] g) praticare una produzione animale adatta al sito e legata alla terra; h) mantenere un elevato livello di benessere degli animali rispettando le esigenze specifiche delle specie; i) utilizzare per la produzione animale biologica animali allevati sin dalla nascita in aziende biologiche; j) scegliere le razze tenendo conto della capacità di adattamento alle condizioni locali, della vitalità e della resistenza alle malattie o ai problemi sanitari; k) somministrare agli animali mangime biologico composto di ingredienti provenienti dall agricoltura biologica e di sostanze naturali di origine non agricola; l) ricorrere a pratiche zootecniche che rafforzano il sistema immunitario e stimolano le difese naturali contro le malattie, incluso in particolare l esercizio fisico regolare e l accesso a spazi all aria aperta e ai pascoli se del caso; m) non praticare l allevamento di animali poliploidi artificialmente indotti; 21

22 Di seguito, l Articolo 14 dello stesso Regolamento specifica le regole da seguire per ottenere la certificazione biologica dei propri prodotti derivanti da allevamento; esso recita: Oltre alle norme generali di produzione agricola di cui all articolo 11, le seguenti norme si applicano alla produzione animale: a) riguardo all origine degli animali: i. gli animali biologici nascono e sono allevati in aziende biologiche; ii. a fini di riproduzione, possono essere introdotti in un azienda biologica animali allevati in modo non biologico, a specifiche condizioni. Tali animali e i loro prodotti possono essere considerati biologici dopo aver completato il periodo di conversione di cui all articolo 17, paragrafo 1, lettera c); iii. gli animali presenti nell azienda all inizio del periodo di conversione e i loro prodotti possono essere considerati biologici dopo aver completato il periodo di conversione di cui all articolo 17, paragrafo 1, lettera c); b) riguardo alle pratiche zootecniche e alle condizioni di stabulazione: i. le persone addette alla cura degli animali possiedono le necessarie conoscenze e competenze di base in materia di salute e benessere degli animali; ii. le pratiche zootecniche, compresa la densità degli animali, e le condizioni di stabulazione garantiscono che siano soddisfatte le esigenze fisiologiche, etologiche e di sviluppo degli animali; iii. gli animali hanno in permanenza accesso a spazi all aria aperta, di preferenza pascoli, sempre che lo permettano le condizioni atmosferiche e lo stato del suolo, tranne che siano imposti, a norma del diritto comunitario, restrizioni e obblighi per motivi di tutela della salute umana e animale; iv. il numero di animali è limitato al fine di ridurre al minimo il sovrappascolo, il calpestio del suolo, l erosione o l inquinamento provocato dagli animali o dallo spandimento delle loro deiezioni; v. gli animali biologici sono tenuti separati dagli altri animali. Ad alcuna condizioni restrittive è tuttavia consentito il pascolo di animali biologici su aree dipascolo ad uso civico e di animali non biologici su terreni biologici; vi. è vietato tenere gli animali legati o in isolamento, salvo singoli capi per un periodo limitato e nei limiti giustificati da motivi veterinari, di sicurezza o di benessere animale; vii. il trasporto degli animali ha una durata il più possibile limitata; viii. agli animali sono risparmiate il più possibile le sofferenze, comprese le mutilazioni, nel corso dell intera vita dell animale, anche al momento della macellazione; ix. [...] x. [...] xi. [...] c) riguardo alla riproduzione: i. la riproduzione avviene con metodi naturali. È ammessa tuttavia l inseminazione artificiale; ii. la riproduzione non è indotta da trattamenti con ormoni o sostanze simili a meno che non si tratti di una terapia veterinaria per un singolo animale; iii. non sono consentite altre forme di riproduzione artificiali, quali la clonazione e il trasferimento di embrioni; 22

23 iv. viene scelta la razza appropriata. La scelta della razza contribuisce anche a prevenire le sofferenze e a evitare la mutilazione degli animali; d) riguardo all alimentazione: i. principalmente ottenere i mangimi per gli animali dall azienda in cui sono tenuti gli animali o da altre aziende biologiche della stessa regione; ii. gli animali sono nutriti con mangimi biologici che soddisfano il loro fabbisogno nutrizionale nei vari stadi di sviluppo. Una parte della razione può contenere mangimi provenienti da aziende che sono in conversione all agricoltura biologica; iii. gli animali, eccetto le api, hanno in permanenza accesso al pascolo o a foraggi grossolani; iv. le materie prime per mangimi non biologiche, di origine vegetale, le materie prime per mangimi di origine animale e minerale, gli additivi per mangimi, taluni prodotti usati nell alimentazione degli animali e negli ausiliari di fabbricazione sono utilizzati solo se autorizzati per l uso nella produzione biologica ai sensi dell articolo 16; v. non è consentito l uso di stimolanti della crescita e di amminoacidi sintetici; vi. i mammiferi lattanti sono nutriti con latte naturale, di preferenza materno; e) riguardo alla prevenzione delle malattie e alle cure veterinarie: i. la prevenzione delle malattie è realizzata mediante la selezione delle razze e dei ceppi, le pratiche zootecniche, la somministrazione di mangimi di qualità, l esercizio, un adeguata densità degli animali e idonee condizioni di stabulazione e d igiene; ii. le malattie sono trattate immediatamente per evitare sofferenze agli animali; i medicinali veterinari allopatici di sintesi chimica, compresi gli antibiotici, possono essere utilizzati in caso di necessità e a condizioni rigorose, ove risultino inappropriati i prodotti omeopatici, fitoterapici e altri prodotti; vanno stabilite in particolare restrizioni relative ai cicli di trattamento e al tempo di attesa; iii. è consentita l utilizzazione di medicinali veterinari ad azione immunologica; iv. sono consentite le cure connesse alla tutela della salute umana e animale, imposte a norma del diritto comunitario; f) riguardo alla pulizia e alla disinfezione, i relativi prodotti sono utilizzati nei locali di stabulazione e negli impianti solo se autorizzati per l uso nella produzione biologica ai sensi dell articolo 16. Il principio più importante dell agricoltura biologica è quello del ciclo chiuso. Questo può essere realizzato più facilmente se si combina la produzione vegetale con con quella animale. Il numero di capi allevabili in un azienda dipende sempre dalla superficie che si ha a disposizione. Va poi considerato che una buona parte delle piante coltivate in ambiente biologico è finalizzata alla produzione di foraggio per l alimentazione animale e che le deiezioni animali, a loro volta, sono utilizzate nei campi come fertilizzante ed ammendante del terreno. Produrre secondo i principi del biologico significa integrare tra loro il suolo, le piante e gli animali in un ciclo naturale. L'agricoltura biologica è indubbiamente meno inquinante dell agricoltura convenzionale: gli agricoltori biologici lavorano senza ricorrere a prodotti chimici di sintesi e riutilizzando tutti gli scarti di produzione (sia vegetali che animali). 23

24 7. LA CERTIFICAZIONE BIOLOGICA 9 Tutti i prodotti biologici in Portogallo devono avere una certificazione, che garantisce la conformità con la Norma Europea EN in vigore, la quale versione in Portoghese é: NP EN : Il certificato biologico in Portogallo e rilasciato dai Organismi privati di controllo (OC) I PRODOTTI CHE POSSONO ESSERE CERTIFICATI SOTTO IL MARCHIO BIOLOGICO Il Reg. Nº 834/2007, all Articolo 1, precisa quali sono i prodotti collocati sul mercato ai quali esso è applicabile: a) prodotti agricoli vivi o non trasformati; b) prodotti agricoli trasformati destinati ad essere utilizzati come alimenti; c) mangimi; d) materiale di propagazione vegetativa e sementi per la coltivazione. Non si considerano i prodotti della caccia e della pesca di animali selvatici come facenti parte della produzione biologica. Il [...] regolamento si applica anche ai lieviti utilizzati come alimenti o come mangimi. Rispetto agli agricoltori biologici, che producono le materie prime dell alimentazione quali frutta e verdura, la trasformazione biologica riflette la miriade di gusti e abilità culinarie del consumatore moderno. Quindi, gli attuali prodotti biologici includono: omogeneizzati e pappe per bambini, vini prodotti con uve biologiche, birre, yogurt, torte, dolci, pane, cereali per la colazione, biscotti, carni fredde, succhi di frutta, frutta e verdura in scatola, pasti preconfezionati, caffé, tè. Infatti, proprio perché gli agricoltori biologici tendono a selezionare piante ed animali meno conosciuti, con una grande resistenza ai parassiti e che si adattano meglio alle condizioni climatiche locali, il settore di trasformazione di prodotti biologici ha probabilmente a disposizione ancora una vasta possibilità di lavorazioni. Anche i prodotti provenienti da paesi terzi possono essere immessi sul mercato comunitario come prodotti biologici purché siano conformi alle disposizioni del Reg. 834/2007 e siano stati sottoposti a controllo da parte di un organismo riconosciuto dalla Comunità europea o di un organismo di controllo accreditato. Abbreviazioni quali eco e bio possono essere utilizzate nell etichettatura, nella pubblicità e nei documenti commerciali per caratterizzare un prodotto biologico, i suoi ingredienti o le sue 9 Esp. di certificato biológico SATIVA ( allegato D) 10 Ved. Allegato A 24

25 materie prime. L etichettatura di un prodotto bio deve essere facilmente visibile sull imballaggio e contenere un riferimento all organismo di controllo che certifica il prodotto. A partire dal 1 luglio 2010, l utilizzo del logo dell Unione Europea sui prodotti alimentari provenienti da agricoltura biologica è stato reso obbligatorio, nonché l indicazione del luogo di provenienza delle materie prime che compongono il prodotto. Tale indicazione figura nello stesso campo visivo del logo comunitario. Il logo europeo (Reg. UE 271/2010) si deve apporre ai prodotti chiusi confezionati ed etichettati, con una percentuale di prodotto di origine agricola bio di almeno il 95%; esso è facoltativo nei prodotti con le stesse caratteristiche ma provenienti da paesi terzi. Logo Biologico Europeo attuale preceduto dalla dicitura: Accanto al logo europeo vanno riportate le indicazioni necessarie per identificare la nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell operatore, il codice dell organismo di controllo Organismo di controllo autorizzato da [Nome dell ente] Operatore controllato n. PT BIO 123 A456 PT: Codice ISO che identifica il biologico BIO: A seconda dei paesi può diventare ORG, EKO, ÖKO 123: Codice numerico dell organismo di controllo nazionale Oltre a queste informazioni, nell etichetta deve essere specificato il luogo di coltivazione o allevamento del prodotto; le indicazioni previste sono: AGRICOLTURA UE per prodotti coltivati in uno dei paesi comunitari AGRICOLTURA NON UE per prodotti coltivati in paesi terzi AGRICOLTURA UE / AGRICOLTURA NON UE per prodotti contenenti altri prodotti NON coltivati in parte in Europa e in parte in paesi terzi Il logo europeo può essere affiancato da loghi privati e da descrizioni e riferimenti testuali che descrivano l agricoltura biologica, purché tali elementi non mutino o vadano in contrasto con l Art.58 del Reg. UE 271/ GLI ENTI CHE RILASCIANO LA CERTIFICAZIONE BIOLOGICA Per poter essere produttori in agricoltura biologica, un operatore deve: 1. Rispettare e iniziare a seguire le regole per il modo di produrre biologico 2. Richiedere un contratto di controllo e certificazione ad uno degli OC; quest ultimo deve essere riconosciuto per l organismo nazionale di accreditamento (IPAC) 25

26 3. La richiesta entra nella fase di elaborazione dei piani di controllo Notificare l attività alla Direzione Generale dello sviluppo Rurale (DGDR), responsabile della supervisione di tutto il sistema di controllo. Autoritá competenti: a) Direzione generale dello sviluppo Rurale (DGDR) 12 Espleta le funzioni di: i. Autorità nazionale competente nell applicazione in Portogallo del Regolamento (UE) nº 1151/2012, del Parlamento Europeo e del Consiglio, cosí come per gli effetti previsti alla lettera n) dell articolo 2º del Regolamento (CE) nº 834/2007, del Consiglio; ii. Autorità nazionale di controllo ai fini della disposizione del paragrafo. nº1 dell'articolo 36º del Regolamento (UE) n. º 1151/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio e alla lettera o) dell'articolo 2º. del Regolamento (CE) n. 834/2007. iii. Articolare e coordinare l'intero sistema di controllo, attuare misure e norme per regolamentare i regimi di qualità in questione. In quanto autorità nazionale di controllo per i regimi in questione, interviene attraverso un sistema di controllo coordinato, cioè definisce le procedure, esamina le proposte di riconoscimento dei OC e supervisiona le loro attività. b) Organismo di controllo e Certificazione (OC) Gli sono attribuiti le competenze di organismo di controllo secondo il par. nº 1 dell'articolo 39º del Regolamento (UE) n. º 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio e alla lettera p) dell'articolo 2. º del Regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio. Inoltre, agli OC, vengono attribuite funzioni di verifica di compimento delle specificazioni di quaderni approvate per i prodotti di Denominazione di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialitá Geografica Garantita (ETG), nonché le norme che disciplinano il Modo di Produrre Biologico (MPB), dovendo essere riconosciuti a tale scopo dal DGADR e agire in conformità con la NP EN 45011, che stabilisce i piani di controllo specifico per ciascuna area di riconoscimento in cui operano, convalidato dalla DGADR. c) Istituto Portoghese di Accreditamento (IPAC) 13 Ha il compito di. in quanto Organo Nazionale di Accreditamento (ONA), decidere sul riconoscimento degli organismi di controllo in conformità con le normative tecniche e referenziali di accreditazione definita dai sistemi di differenziazione in questione. L IPAC, in quanto ONA, valuta l'oc in merito al rispetto dei requisiti della Norma NP di EN 45011, su richiesta degli interessati. 11 Fonte: JUL12.pdf 12 Fonte: 13 Fonte: 26

27 d) Autoritá di Sicurezza Alimentare ed Economica (ASAE) 14 Compete la valutazione e la comunicazione dei rischi nella catena alimentare, oltre a garantire per la disciplina d esercizio di attività economiche nei settori alimentare e non, attraverso la fiscalizzazione e la prevenzione del compimento della normativa regolamentare applicabile, continuando il trattamento dei reclami, le violazioni e le irregolarità rilevate nel commercio e/o derivanti da ispezioni effettuate. Interviene attraverso il trattamento dei reclami che si verificano in commercio per i vari regimi comunicati dai DGADR e/o di qualsiasi entità di sua competenza e) Autoritá Tributaria e Doganale (AT) 15 Ente garante delle applicazioni delle norme a cui sono soggette le merci che entrano nel territorio dell'unione Europea e di effettuare i controlli in entrata, in uscita e la circolazione delle merci nel paese. Interviene attraverso l'applicazione di procedure previste per l'importazione di prodotti agricoli e generi alimentari, in conformità con le disposizioni della Circolare n 15123/2013, della Divisione di Circolazione delle Merci, nell ambito delle sue competenze. f) Istituto Finanziario dell Agricoltura e Pesca I.P. (IFAP) 16 Garantisce la realizzazione di azioni di controllo in materia d accesso agli aiuti concessi ai sensi del decreto n. º 229-B/2008. L IFAP Interviene attraverso l'inclusione nella pianificazione delle azioni di controllo del ambito degli operatori con sospensione della certificazione in MPB e comunicazione al DGADR dei casi di rifiuto di controllo e delle situazioni in cui il controllo ha riscontrato area in MPB uguale a zero. Organizzazioni Per poter avere assistenza tecnica nell ambito del modo di produzione in agricoltura biologica, con il quale si possa avere un contratto d assistenza tecnica, si può aderire a una organizzazione di produttori, specificamente riconosciuti dal DGDR Fonte: 15 Fonte: 16 Fonte: 17 Ved. allegato B 27

28 7.3 DOCUMENTI DA PRESENTARE E PROCESSO DELLA CERTIFICAZIONE Come riferito nel paragrafo precedente, chi vuole iniziare un attività di produzione in agricoltura biologica, necessita di un certificato in accordo con le normative europee EN Per tale ragione il produttore interessato dovrà sollecitare un contratto di controllo e la certificazione con uno degli Organismi Privati di Controllo (OC). Ciascuna OC ha un proprio modulo, ma essenzialmente segue questo modello generale: La documentazione da presentare ad un ente OC deve contenere i seguenti dati 18 : Dati dell operatore/contatti; Caratteristiche dell unità di produzione: area, localizzazione, dispersione...; Colture/aree considerate; Specie animali/nº considerato Altre osservazioni; La comunicazione dell attività di produzione in agricoltura biologica, puó essere tramitata alla DGADR in due modi: Notificazione elettronica 19 : 18 Per avere il formato di documento da presentare visitare il sito dell ente OC intessato. 19 Guida per la compilazione: 28

29 Notificazione cartacea: ved. allegato C Come si può verificare nel citato Regolamento, si ha un periodo di transizione (di un anno minimo) e che dovrà essere avviato il piú presto possibile, prima che i produttori possano vedere commercializzati i propri prodotti con il marchio di agricoltura biologica. 7.4 LA VALIDITÀ DELLA CERTIFICAZIONE Annualmente, se l attività dichiarata inizialmente o nell anno immediatamente anteriore si conferma, il firmatario valida l informazione presentata attraverso la selezione dell opzione validaçao, presente nella pagina iniziale del modulo elettronico, senza la necessità di procedere alla compilazione di un nuovo modulo. 8. LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI La distribuzione di prodotti bio può avvenire tramite diversi canali, tra cui quelli tipici: Mercati biologici locali e specializzati Banchetti lungo le strade extraurbane Direttamente nell azienda agricola di produzione Consegna a domicilio o tramite un punto di raccolta di ordini via web In particolare, presso i supermercati e ipermercati, bevande e alimenti biologici negli ultimi anni stanno conquistando sempre più posto tra gli scaffali, talvolta in spazi appositi per la categoria bio. Anche numerosi ristoranti in tutta Europa offrono menù totalmente a base di prodotti di origine biologica, così come famosi marchi a livello mondiale hanno deciso di introdurre materie prime biologiche nelle loro caffetterie. I giovani studenti possono venire a contatto di questa tipologia di prodotti grazie a molte mense scolastiche, che offrono regolarmente cibi biologici, in maniera da formare una coscienza bio già dai primi anni di istruzione. L Art. 34 del Reg. 834/2007 recita che le autorità competenti, le autorità di controllo e gli organismi di controllo non possono, per motivi concernenti il metodo di produzione, l etichettatura o l indicazione del metodo stesso, vietare o limitare la commercializzazione dei 29

30 prodotti biologici controllati da un altra autorità di controllo o da un altro organismo di controllo situati in un altro Stato membro se tali prodotti sono conformi alle prescrizioni del presente regolamento [..]. Gli Stati membri possono applicare nel loro territorio norme più rigorose alla produzione biologica vegetale e a quella animale, purché tali norme siano applicabili anche alla produzione non biologica, siano conformi alla normativa comunitaria e non vietino o limitino la commercializzazione di prodotti biologici prodotti al di fuori del territorio dello Stato membro interessato. Quindi, all interno della Unione Europea vi è una libera circolazione delle merci ecologiche, se conformi alle normative europee. Secondo uno studio 20 della FIBL, Istituto tedesco di Ricerca per l Agricoltura Biologica, al 2011 il 5,5% del totale della superficie agricola nell Unione Europea è rappresentato da agricoltura biologica (pari a 9,5 milioni di ettari) e i produttori agricoli si assestano sulle 240mila unità circa. In 10 anni ( ), in Europa la superficie di coltura biologica è aumentata del 96%, ovvero è praticamente raddoppiata; i Paesi con le superifici maggiori dedicate all agricoltura bio sono Spagna, Italia e Germania. Il mercato bio nell UE conta un giro d affari di 19,7 miliardi di Euro (2011), con un incremento del 9% circa rispetto all anno precedente: il più grande mercato è quello tedesco, seguito da quello francese e britannico; in percentuale invece, i maggiori consumatori di prodotti biologici sono danesi e austriaci. Rispetto al 2004, il consumo di questa tipologia di prodotti è quasi raddoppiato. Oltre all Europa, ci sono altri mercati con elevata domanda di prodotti biologici, in particolare gli USA, il Canada, il Brasile e l Australia. A livello mondiale, la superficie agricola destinata a prodotti biologici è aumentata del 238% in 12 anni, passando dagli 11 ai 37,2 milioni di ettari nel Per quanto riguarda il mercato globale, dal 2000 al 2011 si è passati da 17,9 a 62,9 miliardi di $ (+251%) di fatturato; a livello aggregato i maggiori consumatori sono gli USA, per distacco, seguiti da Germania e Francia, mentre per consumo pro-capite i leader sono gli svizzeri, seguiti da danesi e lussemburghesi. Dal 1 giugno 2012 è entrato in vigore l accordo di equivalenza siglato tra USA e UE: i prodotti biologici certificati secondo le norme vigenti in uno dei due Paesi, possono essere commercializzati liberamente e potranno riportare sulle confezioni il logo biologico previsto dal Paese di destinazione. Inoltre, gli operatori non sono tenuti a mantenere la certificazione per entrambi gli schemi: con la sola certificazione europea per le produzioni biologiche, sarà possibile esportare negli Stati Uniti 21. Per quanto riguarda l esportazione in Canada, secondo l accordo di equivalenza, i prodotti biologici certificati da un Ente di Controllo europeo sono accettati come bio in Canada, senza necessità di certificazione aggiuntiva; tale accordo riguarda però solamente i prodotti agricoli prodotti e trasformati all interno dell Unione Europea. I prodotti bio importati in Canada 20 Fonte: 21 Fonte: 30

31 devono rispettare i requisiti di etichettatura canadesi, come la dicitura bilingue (inglese e francese), la lista specifica degli ingredienti biologici e l organismo di certificazione bio 22. Nel mercato brasiliano, le aziende che vogliono esportare prodotti biologici devono essere conformi al Regolamento Nazionale IN 46; esso è un regolamento di filiera e quindi tutti i soggetti della stessa devono essere controllati e certificati. L ente responsabile per il controllo e la certificazione è l IBD (Instituto BioDinámico). Il mercato bio giapponese, ancora acerbo, è disciplinato dallo standard JAS (Japanese Agricultural Standard), entrato in vigore nel 2000, il quale prevede requisiti specifici per i prodotti biologici di origine vegetale, freschi e trasformati. Tra regolamento UE e JAS non vi sono grandi differenze, se non riguardo al grading: all azienda importatrice si richiede di definire un sistema di verifica interna e di designarne formalmente il responsabile; questi, insieme ai responsabili del processo produttivo, sono tenuti a frequentare un breve seminario di formazione presso l Organismo di Controllo prescelto per la certificazione JAS. In Australia, l ente di controllo è il DAFF (Department of Agriculture, Fisheries and Forestry), il quale sottopone a rigorose verifiche i prodotti importati nel paese, affinché essi siano conformi al BIP (Biological Import Program); in questo modo, si minimizza il rischio di importare prodotti che possano nuocere alla salute o che possano alterare il delicato ecosistema australiano Fonte: 23 Fonte: 31

32 ALLEGATI ALLEGATO A - ORGANISMI DI CONTROLLO E CERTIFICAZIONE IN MPB 32

33 ALLEGATO B - ORGANIZZAZIONE DI PRODUTTORI IN MPB RICONOSCIUTI PER LA DGDR AGRIARBOL - Associação dos Produtores Agro-Florestais da Terra Quente Av. Infante D. Henrique Edif. Translande, 2º Sala 12 - Apart MACEDO de CAVALEIROS Tel.: ou Fax: / direccao@agriarbol.com APATA Associação de Produtores Agrícolas Tradicionais e Ambientais Avenida do Sabor, nº 40 1º Dtº MOGADOURO Tel.: Fax: apata@iol.pt AGROBIO - Associação Portuguesa de Agricultura Biológica Calçada da Tapada, 39 - r/c Dtº LISBOA Tel.: Fax: geral@agrobio.pt Biológica/ ACRIGA - Associação de Criadores de Gado e Agricultores Largo da Cooperativa, Apartado MACEDO DE CAVALEIROS Telef.: Telem: / Fax: acriga1@gmail.com ACORPSOR Associação de Criadores de Ovinos da Região de Ponte de Sor Zona Industrial Rua E Lote PONTE DE SOR Telef.: Fax: acorpsor@mail.telepac.pt ARAB - Associação Regional de Agricultores Biológicos Rua Dr. Henrique Carvalhão, nº 12 - Loja CASTELO BRANCO Tel.: Fax: geral@arabbi.com 33

34 APPITAD - Associação de Produtores em Protecção Integrada de Trás-os-Montes e Alto Douro Rua Centro Transmontano de S. Paulo, MIRANDELA Telef.: Telm: Fax: appitad@gmail.com AAPIM - Associação de Agricultores para a Produção Integrada de Frutos de Montanha Av. Monsenhor Mendes do Carmo, 23 r/c Esqº GUARDA Telef.: Fax: adm.aapim@mail.telepac.pt ADRAB Associação de Desenvolvimento Rural e Agrícola das Beiras Edifício Mercado Municipal Lj BELMONTE Telef./ Fax: adrab@sapo.pt APROFNA - Associação de Produtores Florestais e Agro - Pecuários do Norte Alentejano Rua da Infância, ALTER DO CHÃO Telef.: Fax: aprofna@capmail.com.pt MinhOrigem Associação Agro-ecológica do Minho Praça do Município VILA VERDE Telef.: Telm: Fax: carebelo@net.sapo.pt APPIZÊZERE - Associação de Protecção Integrada e Agricultura Sustentável do Zêzere Av. Eugénio de Andrade, Lote 80 r/c FUNDÃO Telef.: Fax: appizezere.zeze@netvisao.pt 34

35 APARROZ Agrupamento de Produtores de Arroz do Vale do Sado, Lda Rua Engº João Alves de Sá Branco - Lote 2, Loja ALCÁCER DO SAL Telef.: Fax: aparroz@mail.telepac.pt ACRIGUARDA Associação de Criadores de Ruminantes do Concelho da Guarda Estrada dos Galegos Sítio do Lino GUARDA Telef.: Fax: biologica@acriguarda.com ANCPA Associação Nacional dos Criadores de Porco Alentejano Largo da Alcáçova, nº ELVAS Telef.: Fax: ancpa@clix.pt APAS Associação dos Produtores Agrícolas da Sobrena Estrada Municipal km 4 Sobrena Peral CADAVAL Telef.: Fax: apas@apas.com.pt Associação de Produtores Biológicos de Terras de Bouro Av. Dr. Paulo Marcelino TERRAS DE BOURO Telef: Fax: apbterrasbouro@gmail.com Associação de Agricultores Ribeira Teja e Vale do Côa. Rua Direita, 20 R/C MÊDA Telef: aartvc@gmail.com 35

36 BIORAIA Associação de Agricultores Biológicos da Raia Zona Industrial, Rua A IDANHA-A-NOVA Tel.: Fax: bioraia@iol.pt // carla8duarte@iol.pt BIOCÔA - Associação de Agricultores Biológicos do Vale do Côa Largo de José Dias Coelho, PINHEL Telef.: Fax: biocoa@hotmail.com ELIPEC Agrupamento de Produtores de Pecuária, S.A. Av. de Badajoz, 3 Apartado ELVAS Telef.: Telem: Fax: Sandra bio@elipec.pt FNAP Federação Nacional dos Apicultores de Portugal Av. do Colégio Militar, Lote LISBOA Tel: FAX: ou /3 info@fnap.pt INTERBIO - Associação Interprofissional para a Agricultura Biológica Edifício INOVISA - Tapada da Ajuda LISBOA Tel.: [+351] interbio.bio@gmail.com Website: Blog: MONTES DO NORDESTE Associação de Produtores de Agricultura Biológica de Trás-os-Montes e Alto Douro Rua da Regedoura, 3 - r/c TORRE DE MONCORVO Tel.: Telem: Fax: montes_nordeste@sapo.pt 36

37 NATUR-AL-CARNES Agrupamento de Produtores Pecuários do Norte Alentejo, S.A. Parque de Leilões de Gado de Portalegre Estrada Nacional nº PORTALEGRE Telef.: Fax: natur-al-carnes@iol.pt 37

38 ALLEGATO C - DOCUMENTAZIONE RELATIVA AL MODO DI PRODURRE BIOLOGICO 38

39 39

40 ALLEGATO D QUESTIONARIO PRESENTATO AI CONSUMATORI O pressente projecto foi cofinanciado com o apoio da Comissão Europeia. Esta publicação (comunicação) é da responsabilidade exclusiva do seu autor. A comissão não é responsável pelo uso que possa ser feito da informação aquí difundida. PROGRAMA JUVENTUDE EM ACÇÃO ACÇÃO 1.2 INICIATIVA JUVENIL TRANSNACIONAL, JOVEM EMPRESA ECOSUSTENTÁVEL 1. Sexo: Feminino Masculino 2. Idade: 3. Lugar de procedência: EUROPA AMÉRICA LATINA NORTE DE ÁFRICA ÁFRICA SUB-SARIANA ÁSIA OUTROS 4. Nivel de escolaridade concluída: Ensino secundário obrigatório ou equivalente Bacharelato ou equivalente Frequência universitária ou equivalente Licenciatura universitária ou equivalente Doutoramento Outros 5. Situação actual: Estudante Trabalhador Estudante-trabalhador Desempregado Outra situação 6. Qual a percentagem de compra de produtos ecológicos nas suas compras mensais?

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