IL COLLEGIO DI NAPOLI. - Prof. Avv. Ferruccio Auletta... membro designato dalla Banca d'italia

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1 IL COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: - Prof. Avv. Enrico Quadri... Presidente - Prof. Avv. Ferruccio Auletta... membro designato dalla Banca d'italia - Prof. Avv. Giuseppe Leonardo Carriero... membro designato dalla Banca d'italia - Prof. Lucia Picardi... membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario - Prof. Avv. Giuseppe Guizzi... membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato (estensore) Nella seduta del , dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica FATTO La controversia sottoposta alla cognizione del Collegio concerne il tema dell esistenza di un diritto incondizionato del cliente a ottenere copia della documentazione afferente al rapporto di conto corrente e alle operazioni eseguite dall intermediario in esecuzione degli incarichi ricevuti dal correntista o comunque regolate in conto. Questi, in sintesi, i fatti oggetto del procedimento. La controversia trae origine da una richiesta, avanzata all intermediario dalla società odierna ricorrente, avente a oggetto il rilascio di copia di una cospicua mole di documenti - estratti, distinte di versamento e prelievo, effetti cambiari e assegni transitati sul conto diretta a ricostruire la movimentazione del conto corrente dal 2004 al Una richiesta, questa, che l intermediario si dichiarava disponibile a soddisfare, ricordando però che il costo a carico del cliente per le spese di ricerca, riproduzione e risistemazione in archivio ammontava a 5,00 per ciascun documento e precisando altresì che avrebbe proceduto alla ricerca e all estrazione di copia dei documenti richiesti solo dopo aver ricevuto una Pag. 2/6

2 ( ) formale conferma della richiesta e della disponibilità a corrispondere le spese innanzi indicate e previa costituzione di una provvista cautelativa. A fronte di tale posizione, la società, nel reiterare l istanza, lamentava che la somma richiesta dall intermediario per rilasciare la copia di ciascun documento era spropositata ed ingiustificata, richiedendo delucidazioni in merito e il testo di qualunque atto interno contenesse tale previsione di costo. La società contestava inoltre come l assenza di qualsiasi preventiva quantificazione della somma complessivamente pretesa rendesse impossibile valutare le implicazioni economiche connesse all esercizio del diritto, e lamentava anzi come la condizione posta relativamente alla costituzione del previo deposito risultasse in violazione dell art. 7 del Codice sulla privacy che sancisce il diritto di ogni cittadino ad avere libero accesso a tutte le informazioni che lo riguardano personalmente. L intermediario riscontrava tale comunicazione configurabile alla stregua di un vero e proprio reclamo, ai sensi delle disposizioni attuative del sistema di risoluzione delle controversie tra banca e cliente di cui all art. 128-bis TUB rivendicando la piena legittimità della posizione assunta e negando che nel caso di specie vi sia una violazione dell art. 7 del Codice privacy, attesa la differenza tra l accesso alle informazioni, sempre disponibile, e la richiesta di copia della documentazione bancaria, attività che determina costi per la banca che devono essere remunerati. L intermediario evidenziava altresì come alla società ricorrente fosse stata richiesta una cifra persino inferiore rispetto a quella prevista nei fogli informativi ( 5,00 anziché 10,00 per ogni copia) e ciò proprio perché si era tenuto conto della gran quantità di copie da produrre. Insoddisfatta dell esito del reclamo, la società si è rivolta all Arbitro Bancario Finanziario al fine di ottenere l esibizione su cartaceo delle distinte di versamento e prelievo nonché copia degli assegni e degli effetti cambiari transitati sul c/c xxxxx a partire dal 2007 fino al 2010 evitando il salasso economico (ad oggi nemmeno quantificato) a cui l Istituto di Credito intende costringere. A fondamento del ricorso, la società espone che la richiesta documentale sarebbe giustificata in particolare dalla necessità di verificare l effettiva esposizione nei confronti dell intermediario, la quale sarebbe stata, a suo dire, conteggiata in maniera non corretta anche a causa del fatto che sul conto sarebbero stati tratti assegni e scontate cambiali su cui erano state apposte firme false, che il socio accomandatario ha disconosciuto tanto da presentare denuncia-querela. La società si duole quindi del comportamento a dir poco ostruzionista posto in essere dall intermediario, che ha subordinato l esibizione della documentazione (necessaria anche ai fini di giustizia) all assunzione dell impegno di pagare i costi di ricerca e copia nonché alla costituzione di un deposito cauzionale. Costi sicuramente esosi, considerata la gran quantità di operazioni effettuate dalla società, e non sostenibili, data la sua situazione di sofferenza in cui essa versa, e che hanno come effetto di porre un insuperabile ostacolo all esercizio del diritto di accesso agli atti che, diversamente, dovrebbe essere garantito a tutti. L intermediario ha resistito depositando controdeduzioni con le quali ha chiesto all Arbitro di respingere il ricorso. Il resistente, nel ribadire la propria disponibilità a effettuare la ricerca e la riproduzione della documentazione, insiste nel sottolineare la piena legittimità delle condizioni già indicate alla società ricorrente. Dopo aver sottolineato che, per poter soddisfare la richiesta del cliente, la quale interessa un prolungato periodo di tempo ed un rapporto largamente movimentato, è necessario svolgere un attività lunga e laboriosa che non può essere fatta gratuitamente, per quanto in particolare concerne la condizione del versamento del deposito cauzionale, l intermediario espone che essa è giustificata dalla necessità di avere certezza che le spese siano poi corrisposte dalla società cliente e deriva dallo stato di insolvenza in cui Pag. 3/6

3 quest ultima versa e dal tentativo, posto in essere dagli obbligati, di sottrarre i beni immobili su cui si basava parte del merito creditizio dal patrimonio personale, con conseguente venir meno del rapporto di fiducia. Quanto alle doglianze avanzate dalla cliente sul modus operandi poco chiaro in relazione all accettazione di effetti cambiari per lo sconto con firma di girata falsa, l intermediario ha riferito di aver sottoposto i titoli cambiari de quibus a perizia calligrafica (allegata in atti), dalla quale sarebbe emerso che la firma di girata è riferibile proprio all amministratore della società. Nel riservarsi pertanto la presentazione di una contro-querela per calunnia a tutela, anche in sede penale, dei propri interessi e della propria immagine, l intermediario sostiene che nel caso di specie sarebbe venuta addirittura meno la competenza dell Arbitro a conoscere della controversia, e ciò vuoi in considerazione della denuncia sporta dalla ricorrente all autorità giudiziaria vuoi in ragione dell analoga iniziativa che essa stessa si accinge ad intraprendere. DIRITTO Occorre preliminarmente esaminare l eccezione sollevata dal resistente secondo cui la circostanza che la società abbia contestato la falsità di alcune firme apposte sui titoli e sui documenti di cui si chiede di rilasciare copia e il fatto la stessa abbia presentato espostoquerela alla competente autorità giudiziaria avrebbe come effetto quelle di precludere la cognizione della controversia da parte del Collegio. L eccezione non è fondata. Di là dal rilievo che la mera presentazione di un espostoquerela alla polizia giudiziaria in relazione a determinati fatti, al fine di fare accertare se essi presentino profili di rilevanza penale, non può essere in nessun caso considerata sufficiente per concretizzare l effetto preclusivo della cognizione dell Arbitro su controversie che l esame di quei fatti in qualche modo involgano e ciò perché, ad avviso del Collegio, radicalmente diversa è la finalità dell accertamento in sede penale rispetto a quello demandato all Arbitro (il primo essendo diretto, in ultima analisi e dunque solo quando dalla fase delle indagini si approdi a quella del giudizio, a reprimere, nell interesse della collettività, condotte caratterizzate da una peculiare disvalore sociale, il secondo essendo, invece, diretto a garantire tutela sul piano patrimoniale ai soggetti eventualmente pregiudicati da quei comportamenti) quel che appare dirimente per rigettare l eccezione è che, nel caso di specie, la questione della falsità degli assegni non costituisce l oggetto della presente controversia, restando solo sullo sfondo (la questione viene, infatti, evocata dalla ricorrente solo come uno dei motivi che la hanno indotta a richiedere copia della documentazione). L oggetto della controversia, su cui l Arbitro è chiamato a pronunciarsi, è ben altro: e cioè se il diritto del cliente di cui all art. 119, comma quarto, TUB è incondizionato, ovvero se l intermediario possa subordinare il rilascio delle copie dei documenti a condizioni ulteriori a quelle previste dal medesimo articolo (si ricordi che nel caso l intermediario non si limita a chiedere il pagamento delle spese, come prevede la norma citata, ma ha chiesto l anticipazione delle stesse tramite versamento del deposito); ed ancora se l intermediario abbia correttamente cooperato ovvero abbia posto in essere un comportamento sostanzialmente ostruzionistico, solo per scoraggiare il cliente dall esercizio del proprio diritto. Venendo all esame del merito del ricorso, ritiene il Collegio che - seppure la condotta del resistente si presenti, limitatamente a un aspetto di cui si dirà in conclusione, non del tutto conforme a buona fede le doglianze della società non possano trovare accoglimento, e che pertanto, complessivamente considerate, le richieste dell intermediario siano nella sostanza del tutto legittime. Pag. 4/6

4 Come si è poc anzi ricordato, la norma dell art. 119, comma quarto, TUB non prevede il diritto del cliente a ottenere gratuitamente il rilascio di copie dei documenti inerenti alle operazioni intrattenute con la banca, al contrario stabilendo che l intermediario abbia diritto di conteggiare, addebitandole, evidentemente sul conto, quanto corrisponde ai costi sostenuti per le attività di produzione di tale documentazione. Ebbene, se si tiene conto di tale disposizione, è evidente che nel caso di specie il resistente aveva certamente diritto di conteggiare alla cliente il costo sostenuto per le attività di produzione di ogni documento richiesto, senza che per questo possa dirsi violato l art. 7 del Codice privacy il quale, come sottolinea e l intermediario, si riferisce solo al diritto a conoscere gratuitamente se e quali informazioni siano oggetto di trattamento e non anche al diritto di ottenere senza spese copie dei documenti. Né, d altra parte, sembra al Collegio che in questa sede si possa davvero discutere se sia congrua la somma di 5,00 richiesta per il rilascio di ciascuna copia, non essendo certo in potere dell Arbitro ma non lo sarebbe neppure del Giudice sindacare la convenienza o il carattere eccessivamente oneroso delle condizioni economiche fissate nel regolamento contrattuale per tale prestazione. Diverso è, invece, il problema se possa considerarsi legittima la pretesa dell intermediario di ottenere non già soltanto il rimborso dei costi sostenuti a valle del rilascio della documentazione, ma di vedere costituito addirittura un deposito preventivo senza il quale nemmeno attivarsi alla ricerca dei documenti richiesti. Ebbene, ritiene il Collegio che di per sé, almeno in casi come quello di specie in cui il cliente richiedente sia un soggetto fortemente esposto verso l intermediario e allorché il suo conto sia ormai definitivamente chiuso, la condizione posta dalla banca di una costituzione di un preventivo deposito non possa considerarsi irragionevole; e ciò proprio perché in questo caso l intermediario è sprovvisto dello strumento di tutela del suo diritto al rimborso previsto dal citato art. 119, comma quarto, TUB - il quale appunto funziona solo sul presupposto che il cliente abbia ancora un conto attivo con l intermediario su cui questi possa regolare subito, appunto tramite addebito, l operazione e che rappresenta il meccanismo che nella ratio legis realizza il giusto equilibrio tra il diritto del cliente, a vedersi rilasciata la documentazione, con quello dell intermediario a essere tenuto indenne dai relativi costi. Quel che semmai non sembra costituire un comportamento del tutto corretto da parte dell intermediario (anche se non tale da giustificare l accoglimento del ricorso) è stato il netto rifiuto opposto alla cliente a procedere almeno a una prima sommaria verifica in relazione al numero dei documenti per cui sarebbe stato necessario estrarre copia, e dunque ad una stima orientativa del costo complessivo delle relative attività riproduzione. Ritiene, infatti, il Collegio che particolarmente in rapporti dotati di profili di criticità come quelli che caratterizzano il caso di specie - risponda a un canone di corretta gestione delle relazioni con la clientela che l intermediario, a fronte della richiesta di copie di documenti ex art. 119, quanto comma, TUB, proceda non solo a un indicazione dei costi per ogni singolo documento, ma anche almeno ad una prima sommaria ricognizione delle attività da svolgere e dunque a un indicazione orientativa dell ammontare complessivo degli oneri che il cliente dovrà presumibilmente sostenere e, ove si intenda subordinare il rilascio delle copie a una condizione di tal fatta, anche a un indicazione dell ammontare dell eventuale deposito; e ciò appunto perché è solo offrendo un indicazione in tal senso, seppure di massima, che si permette al cliente una valutazione consapevole sulla convenienza ad esercitare il diritto in questione. Sotto questo profilo il Collegio auspica, dunque, che in futuro l intermediario resistente orienti la propria condotta a tali canoni di comportamento. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio non accoglie il ricorso. Delibera allo stesso tempo, di rivolgere all intermediario, nei sensi di cui in motivazione, indicazioni utili a favorire le relazioni con la clientela. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6