INFIAMMAZIONE. Nabissi 15

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "INFIAMMAZIONE. Nabissi 15"

Transcript

1 INFIAMMAZIONE

2 CARATTERISTICHE GENERALI DELL INFIAMMAZIONE L infiammazione è una reazione complessa ad agenti lesivi, come microbi e cellule danneggiate, in genere necrotiche, e consiste nella risposta vascolare, nella migrazione ed attivazione dei leucociti ed in una reazione sistemica. Caratteristica peculiare della reazione infiammatoria è la reazione dei vasi sanguigni, che porta all accumulo extravascolari. di liquidi e leucociti nei tessuti

3 L infiammazione si differenzia in: Acuta : esordio rapido e durata relativamente breve, con formazione di essudato (edema) e migrazione di leucociti. Cronica: ha una durata maggiore ed è associata istologicamente alla presenza di linfociti e macrofagi, proliferazione di vasi sanguigni, fibrosi e necrosi tissutale. LE RISPOSTE VASCOLARI E CELLULARI DELL INFIAMMAZIONE, SIA ACUTA CHE CRONICA, SONO MEDIATE DA FATTORI CHIMICI CHE SONO PRODOTTI IN RISPOSTA ALLO STIMOLO INFIAMMATORIO.

4 - La risposta infiammatoria è strettamente legata al processo di riparazione, in quanto l infiammazione distrugge, diluisce o isola l agente infettivo e mette in moto dei meccanismi che mirano alla guarigione ed alla ricostruzione del tessuto danneggiato (rigenerazione (cell.parench.) o cicatrizzazione (tess. fibroso) )

5 CARATTERISTICHE GENERALI DELL INFIAMMAZIONE COMPONENTI DELLA RISPOSTA INFIAMMATORIA ACUTA E CRONICA

6 Le reazioni infiammatorie ACUTA sono scatenate da diversi stimoli. Infezioni (batteri, virus, parassiti) Traumi (superficiali, profondi) Agenti fisici e chimici (ustioni, congelamento), U.V., sostanze chimiche ambientali) Necrosi tissutale (varie cause) Reazioni immunitarie (ipersensibilità) Per quanto gli stimoli inducono reazioni in parte distinte, alcune caratteristiche base rimangono comuni.

7 CARATTERISTICHE GENERALI DELL INFIAMMAZIONE EFFETTI LOCALI EFFETTI SISTEMICI Rubor (rossore) Sintomi specifici della patologia Calor (calore) Febbre Tumor (tumefazione) Anoressia Dolor (dolore) Debolezza Funcio lesa (lesione) Alterazione eq.idrico - Perdita minerali Leucocitosi Modificazioni biochimico-cliniche di fase acuta.

8 INFIAMMAZIONE ACUTA L infiammazione acuta è la risposta rapida che serve a portare nella sede della lesione mediatori, leucociti e proteine plasmatiche. Consiste in: - Alterazione del calibro vascolare che determinano un aumento del flusso ematico. - Modificazioni strutturali nella microvascolarizzazione: aumento della permeabilità che comporta la fuoriuscita di liquidi e proteine plasmatiche dal circolo sanguigno (formazione di edema) - Fuoriuscita dei leucociti dal microcircolo, accumolo nella sede di lesione e attivazione per l eliminazione della causa infettiva

9 MODIFICAZIONI VASCOLARI VASODILATAZIONE: porta ad un aumento del flusso ematico, causando il rossore ed il calore della regione colpita dal processo infiammatorio. Indotta da istamina e ossido nitrico che agiscono sulla muscolatura liscia dei vasi. AUMENTO DELLA PERMEABILITA : la fuoriuscita di liquido porta ad un aumento della viscosità del sangue (STASI) con conseguente concentrazione dei globuli rossi al centro dei piccoli vasi ed accumulo dei leucociti in prossimità dell endotelio.

10 FORMAZIONE DELL EDEMA Con la perdita delle proteine plasmatiche si riduce la pressione osmotica all interno dei vasi ed aumenta quella dei liquidi interstiziali. Questo fenomeno in associazione all aumento della pressione idrostatica (data dalla vasodilatazione), causa una notevole fuoriuscita di liquidi nei tessuti interstiziali ed una riduzione del rientro di liquidi a livello delle venule post-capillari.

11 EDEMA Edema: puo essere essudato o trasudato ed indica un eccesso di liquido nelle cavità sierose o interstiziali. Essudazione: fuoriuscita di liquido, proteine e cellule ematiche dal sistema vascolare verso il tessuto interstiziale o nelle cavità corporee, causato da un alterazione della permeabilità dei vasi Trasudazione: fuoriuscita di liquido dal sistema vascolare verso il tessuto interstiziale o nelle cavità corporee, derivato da uno squilibrio osmotico o idrostatico. Non si ha aumento della permeabilità vascolare. Pus: essudato purolento ricco di leucociti, cellule morte e spesso microbi.

12 In che modo l endotelio diventa permeabile?

13 Formazione di aperture nell endotelio delle venule Indotto da istamina, bradichinine, leucotrieni, Sostanza P ed altri mediatori chimici, con risposta rapida, reversibile e di breve durata: RISPOSTA IMMEDIATA TRANSITORIA (15-30 min). Interessa le venule di piccolo diametro e non capillari ed arteriole (probabilimente per la presenza di una minore concentrazione di recettori). Il legame dei mediatori chimici ai loro recettori presenti a livello delle cellule endoteliali attiva dei segnali intracellulari (fosforilazione di proteine del citoscheletro) che porta alla contrazione delle cellule endoteliali e alla separazione delle giunzioni intercellulari. Altri fattori coinvolti sono IL-1, TNF ed IFN-g. L azione di queste citochine è ritardata e di lunga durata.

14 Lesioni endoteliale diretta con necrosi e distacco delle cellule endoteliali Danno diretto all endotelio dello stimolo lesivo (ustioni, infezioni batteriche litiche), è una risposta immediata sostenuta. La fuoriuscita di liquidi e proteine inizia immediatamente e perdura a lungo fino alla riparazione o trombizzazione dei vasi. In questa risposta sono coinvolti tutti i tipi di vasi.

15 Lesioni endoteliali mediate da leucociti I leucociti aderiscono alle pareti dell endotelio dopo un breve periodo dall inizio del processo infiammatorio e possono liberare metaboliti tossici (radicali liberi dell O 2 od enzimi proteolitici) che causano danno alle pareti dei vasi, dando luogo a maggiore permeabilità vascolare. Soprattutto si verifica a livello dei capillari polmonari e glomerulari.

16 Aumento della transcitosi Formazione di canali costituiti da agglomerati di vescicole e vacuoli interconnessi, detti organuli vescicolo-vacuolari, localizzati principalmente a livello delle giunzioni cellulari. Il VEGF e l istamina aumentano il numero e le dimensioni di questi organuli portando ad un aumento della permeabilità.

17 Fuoriuscita di liquidi e proteine da vasi neoformati Durante la riparazione le cellule endoteliali proliferano e formano nuovi vasi (angiogenesi). La fuoriuscita, da vasi neoformati con il processo dell angiogenesi, perdura fino a quando le cellule endoteliali dei vasi non si differenziano completamente (diventando poco permeabili). Inoltre alcuni fattori come il VEGF che stimolano il processo angiogenetico rendono i vasi preesistenti piu permeabili.

18

19 EVENTI CELLULARI Una funzione primaria dell infiammazione è quella di portare i leucociti nella sede della lesione e di attivarli. Le sequenze di eventi che portano al travaso sono: Attivazione dell endotelio per indurre il reclutamento leucociti (marginazione, rotolamento, adesione) Diapedesi Migrazione

20 Invio dei leucociti della linea mieloide (principalmente neutrofili e monociti) dal midollo al focolaio infiammatorio Invio dei linfociti dal midollo e timo agli organi linfoidi secondari per incontrare gli antigeni e differenziarsi in linfociti effettori (LE) Invio dei LE nel sito infiammatorio NEI FOCOLAI INFETTIVI LE CELLULE ENDOTELIALI SONO ATTIVATE (grazie alle citochine prodotte dai macrofagi residenti). L attivazione endoteliale aumenta la loro affinità per i leucociti.

21 Marginazione Con la stasi le condizioni emodinamiche cambiano ed un maggior numero di leucociti assume una posizione periferica lungo le pareti del vaso. Mediante questo processo di marginazione i leucociti rotolano lentamente lungo le pareti dei vasi aderendovi in maniera transitoria (rolling). Le pareti dei vasi vengono rivestite dai leucociti (pavimentazione). Dopo una solida adesione i leucociti inseriscono degli pseudopodi nelle giunzioni delle pareti del vaso per poi migrare al di fuori dei vasi.

22 Adesione e Diapedesi L adesione e la migrazione dei leucociti sono regolate dal legame di molecole d adesione complementari presenti sui leucociti e sull endotelio. I mediatori chimici influiscono su questo processo modulando l espressione di superficie e l avidità di queste molecole. I recettori di adesione appartengono a quattro famiglie: Selectine Integrine Glicoproteine mucina-simili Immunoglobuline

23

24 LE SELECTINE: I principali iniziatori dell adesione sono le tre selectine espresse sui leucociti (L- Selectina), sulle cellule endoteliali (P e E-Selectina) e piastrine attivate (P-selectine). Le selectine (E, P, L) si legano attraverso il loro dominio di lectina alle forme sialilate degli oligosaccaridi, presenti nelle glicoproteine mucina-simile.

25 Le selectine appartengono alla famiglia di proteine chiamata LECAM (Leucocyte Endothelium Cell Adhesion Molecules) sono glicoproteine transmembrana a catena singola capaci di legare i ligandi con alta velocità di attacco ma con bassa affinità. L espressione della selectina E viene indotta sulle cellule endoteliali da citochine infiammatorie dopo poche ore (3-4) dalla stimolo infiammatorio e diminuisce dopo circa 8-10 ore. La selectina E è riconosciuta da monociti, linfociti T di memoria e polimorfonucleati. La selectina P è sempre presente nell endotelio ma inattiva, localizzata nei corpuscoli di Weibel e Palade; solo dopo attivazione da mediatori (es. istamina) viene esposta in membrana. Il processo di attivazione ed inattivazione è molto rapido.

26 Molecole d adesione Distribuzione Ligando Regolazione e funzione L-selectine Leucociti Gly CAM-1 E-selectine Endoteliali attivati da citochine Glicani sialilati tipo Lewis X Glicani sialilati tipo Lewis X Homing dei linfociti memoria T vergini e dei leucociti infiammatori Legame dei leucociti nei siti d infiammazione P-selectine Endoteliali e piastrine Immagazzinamento intracellulare, rapida traslocazione e attivazione da istamina, trombossani e superossidi Glicani sialilati tipo Lewis X Legame dei leucociti nei siti d infiammazione

27 Integrine Per terminare il rotolamento le cellule devono formare nuovi legami addizionali più saldi. Le molecole d adesione coinvolte in questa fase sono le integrine. Ci sono differenti sottofamiglie di integrine ed i componenti di ogni sottofamiglia esprimono una catena conservata β associata a differenti catene a. INTEGRINE a1b2 INTEGRINE a4b1 Comunemente chiamate LFA-1 (leukocyte function-associated antigen-1) responsabili dell adesione intercellulare e alla matrice. Riconoscono i ligandi ICAM-1, ICAM-2 and ICAM-3 sulle cellule endoteliali, linfociti, macrofagi, fibroblasti, cheratinociti Anche conosciute come VLA (very late activation). Lega VCAM-1 (vascular cell adhesion molecule-1) Sono responsabili dell adesione alle proteine della matrice extracellulare come collagene, laminina e fibronectina.

28 'inside out' signalling, Un attivatore intracellulare, si lega alla β-integrin tail, portando un cambio conformazionale aumentando l affinità per componenti extracellulari (attivazione delle integrine) favorendo la migrazione. 'outside in' signalling. Legame delle integrine al ligando extracellulare cambia la loro conformazione. L insieme dei due eventi contribuisce al controllo della polarità cellulare, ri-arrangiameno del citoscheletro, espressione genica, proliferazione e sopravvivenza cellulare

29 Le integrine sono espresse sulla membrana dei leucociti circolanti in uno stato a bassa affinità. Quando il leucocita entra in contatto con una cellula endoteliale, le chemochine presenti sulle cellule endoteliali attivano il recettore delle chemochine presente sul leucocita. Il legame C-CR determina il cambio conformazionale delle integrine (Alta affinità).

30 Immunoglobuline Le immunoglobuline sono le molecole d adesione presenti a livello delle cellule endoteliali che fungono da ligandi per le integrine presenti sui leucociti. Le due molecole d adesione endoteliale sono: ICAM-1/2 (molecola d adesione intercellulare-1) VCAM-1 (Molecole d adesione cellulare vascolare-1) ICAM e VCAM riconosciute da linfociti e monociti, mentre i polimorfonucleati riconoscono solo ICAM-1 Molecole d adesion e ICAM-1 ICAM-2 Ligando a1b2 integrine, fibrinogeno a1b2 integrine VCAM-1 a4b1 integrine

31

32

33

34 INDUZIONE DELLE MOLECOLE D ADESIONE Istamina, trombina e PAF (fattore attivante le piastrine) stimolano la distribuzione della P-selectina dai corpi di Weibel-Palade alla superficie cellulare. Macrofagi, mastociti, cellule endoteliali rispondono agli stimoli infettivi rilasciando citochine (TNF), IL-1 e chemochine. TNF, IL-1 stimolano le cellule endoteliali a produrre molecole di adesione (ex. E- selectine) e i leucociti le molecole complementari alla E-selectina. TNF, IL-1 stimolano anche la produzione di ICAM-1 e VCAM-1.

35 DIAPEDESI Il passaggio dei leucociti attraverso l endotelio è chiamato diapedesi, le cellule attivate migrano in direzione del gradiente di concentrazione chimica. Le molecole di adesione presenti nelle giunzioni intercellulari dell endotelio coinvolte nel passaggio dei leucociti appartengono alla superfamiglia delle immunoglobuline e sono chiamate PECAM (Platelet endothelial Cell Adhesion Molecule) o CD31.

36 Uno stimolo infiammatorio induce l espressione di ICAM-1. Dopo adesione e rolling I leucociti migrano grazie alle PECAM-1 e CD99. Le chemochine ed integrine stimolani l espressione e le interazioni fra LFA-1 e ICAM-1. Le interazione fra PECAM-1 e CD99 contribuiscono alla trasmigrazione dei leucociti

37 Il tipo di leucociti migranti varia in relazione alla progressione temporale della risposta infiammatoria ed al tipo di stimolo. Nella maggior parte delle infiammazioni acute nell infiltrato infiammatorio predominano i neutrofili per le prime 6-24 ore, sostituiti quindi dai monociti dopo ore. I neutrofili sono i primi perché sono piu numerosi e sensibili alle chemochine, quindi tendono a formare legami piu saldi. Comunque i neutrofili hanno vita breve andando incontro ad apoptosi (formando l essudato), mentre i monociti sopravvivono piu a lungo.

38 CHEMIOTASSI I movimenti cellulari sono orientati da un gradiente chimico. Le sostanze CHEMIOATTRATTRICI possono essere i prodotti di origine batterica o componenti del sistema del complemento (C5a), prodotti della via lipossigenasica (leucotrieni) e chemochine. Come avviene l induzione del movimento cellulare orientato? Gli agenti chemiotattici si legano a specifici recettori transmembrana accoppiati alle proteine-g (GPCR) che generano segnali intracellulari che portano alla polimerizzazione dell actina. Questo porta a modificazioni della membrana cellulare come la formazione di filopodi e contrazione cellulare.

39 Le molecole chemioattrattrici formano un gradiente anche all interno del lume vascolare. L eparan-solfato sulla superficie dell endotelio previene la dissoluzione del gradiente di chemochine nel plasma e fornisce una via differenziale per la migrazione leucocitaria

40 CHEMOCHINE E RECETTORI Piccole molecole suddivise in 4 sottofamiglie, sulla base del numero e posizione dei residui di cisteina: (CC, CXC, CX 3 C e _C) Prodotte da leucociti, cellule endoteliali, fibroblasti ed epiteliali sotto stimoli infiammatori (presenza di microrganismi riconosciuti da recettori dell immunità innata), citochine infiammatorie.

41

42 Le chemochine C-X-C: hanno un residuo aminoacidico che separa le due cisteine, come IL-8 (CXCL8) che attrae i leucociti polimorfonucleati nel sito dell infiammazione acuta. Vengono indotte da prodotti microbici e da IL-1 e TNF.

43 Le chemochine CX 3 C: contengono tre aminoacidi fra i due residui di cisteina, Il solo menbro di questa classe è chiamato FRACTALCHINA. Questa chemochina esiste in due forme, una legata alla superficie cellulare ed indotta da citochine infiammatorie (TNFa) promuove l adesione di monociti e linfociti T e una solubile che ha un potente effetto chemiotattico d attrazione per le stesse cellule. La linfotactina (XCL1) è il solo membro della quarta famiglia e contiene un singolo residuo di cisteina

44 Patologie infiammatorie e chemochine Le chemochine sono state correlate a diversi tipi di malattie con una prominente componente infiammatoria. Alti livelli di chemochine CC (CCL2, CCL3, CCL5) sono riscontrate in pazienti con artrite reumatoide in coincidenza con il reclutamento di monociti e linfociti T nei tessuti sinoviali. La chemochina CCL11 ed il suo recettore CCR3 nell asma, contribuiscono al reclutamento di eosinofili nel polmone.

45 Le chemochine si legano a specifici recettori a sette domini transmembrana accoppiati a proteine G, espressi nelle varie popolazioni leuocitarie, determinando un profilo di migrazione unico ai vari leucociti.

46 ATTIVITA BIOLOGICHE Reclutamento dei leucociti nel sito infiammatorio. Le chemochine legate sulle cellule endoteliali (mediante molecole di eparan-solfato proteoglicani) vengono riconosciute dai recettori delle chemochine presenti sui leucociti, attivano le molecole d adesione e facilitano il reclutamento. Inducono lo sviluppo degli organi linfoidi, indirizzando i leucociti verso i linfonodi secondari. Inducono la migrazione delle cellule dendritiche dai focolai d infezione ai linfonodi drenanti, facilitando la presentazione dell antigene.

47

48 MIGRAZIONE DEI LINFOCITI T I linfociti migrano continuamente fra il torrente ematico, i linfonodi secondari ed i tessuti non linfoidi periferici.

49 Come i neutrofili possono muoversi attraverso i numerosi compartimenti (midollo, vasi, matrice extracellulare, sito d infiammazione) disposti in siti lontani usando un singolo gradiente? Se l attrazione verso le pareti dell endotelio è guidata da IL-8, come fa il leucocita ad allontanarsi dal gradiente di IL-8 e migrare verso il sito d infiammazione? Le molecole chemiotrattrici di origine batterica (fmlp, LPS) inibiscono il segnale di IL-8, agendo sugli stessi pathways molecolari (PI3K, PTEN, ecc)

50 DIFETTI DELLA FUNZIONE LEUCOCITARIA LAD: Leukocyte Adhesion Deficiency La caratteristica di questa patologia è la mancanza di un corretto processo di adesione dei leucociti all endotelio con conseguente marcata leucocitosi e severe infezioni ricorrenti. Senza la fase di adesione infatti, i leucociti non sono in grado di lasciare il torrente circolatorio per migrare nel sito di infezione. Negli ultimi 20 anni sono stati identificati tre momenti nello corso dell adesione in cui si possono avere problemi: nel rolling, nell attivazione delle integrine, nella adesione forte,

51 L incapacità da parte dei leucociti di raggiungere il sito infiammatorio determina infezioni batteriche ricorrenti, localizzate principalmente a livello della cute e delle mucose. Queste patologie sono evidenti fin dalla nascita, in cui i pazienti possono mostrare già una infezione particolare all ombelico con ritardo nel distacco del cordone. Nei casi più severi della malattia l individuo muore durante l infanzia, mentre nei casi moderati sopravvive fino all età adulta presentando gravi gengiviti, periodontiti, ulcere cutanee, otiti, enterocoliti, perforazioni dell ileo e dell appendice, laringotracheiti e l incapacità di rimarginare ferite chirurgiche.

52

53 LAD I: è una malattia autosomica recessiva dovuta a mutazioni del gene ITGB2 localizzato nel cromosoma 21 che codifica per la subunità b2 (CD18) delle integrine. Segno caratteristico ritardo nel distacco del cordone ombelicale. La severità e le complicazioni dei pazienti affetti da LAD I sono direttamente correlate con il grado di deficienza della catena CD18: individui con meno dell 1% di espressione hanno una forma molto grave con morte durante l infanzia; mentre pazienti con un espressione che va dal 2.5 al 10% riescono a sopravvivere fino all età adulta.

54 LAD II: il difetto genetico riguarda un trasportatore del fucosio localizzato nell apparato del Golgi. La conseguenza è una scorretta glicosilazione e quindi la mancata espressione del ligando (sle X antigen) per le selectine, espresse dalle cellule endoteliali e quindi un rolling insufficiente. I pazienti presentano il raro gruppo sanguigno Bombay e alla nascita sono di peso e statura normali con un corretto distacco del cordone ombelicale. Più tardi con la crescita mostrano ritardo mentale, caratteristici lineamenti e statura piccola. LAD III: è molto simile alla LAD I ed il difetto genetico non è ancora esattamente conosciuto. Probabilmente si tratta del risultato di mutazioni che coinvolgono più geni responsabili dell attivazione delle integrine b1, b2 e b3. Gli individui affetti hanno sintomi molto simili alla LAD I ma in più mostrano difetti nell attivazione piastrinica e quindi una facilità nel sanguinamento.

55 DIAGNOSI -conta delle cellule del sangue: rileva la profonda neutrofilia -FACS analisi con l uso di anticorpi specifici per identificare la presenza o meno di CD18 e di glicoproteine fucosilate -Test di adesione -Sequenziamento genico -Diagnosi prenatale attraverso villocentesi dopo circa settimane di gestazione

56 TERAPIA -Profilassi antibiotica -per la LAD I ottimi risultati il trapianto di midollo. Risultati promettenti con terapia genica in cui cellule ematopoietiche vengono trasfettate con il gene normale della CD18. -per la LAD II ci sono risultati incoraggaianti con terapie che aumentano la formazione di glicoproteine fucosilate. -per la LAD III trasfusioni di sangue.

57 Recettori di membrana dell immunità innata Riconoscono strutture molecolari caratteristiche dei patogeni microbici (Profili Molecolari associati ai patogeni, PAMP) o molecole endogene rilasciate da cellule danneggiate (Profili Molecolari Associati al Danno, DAMP). Recettori per i peptidi formilati, formati da 7 domini transmembrana accoppiati a proteine G. Riconoscono peptidi che iniziano con formilmetionina, caratteristica delle proteine batteriche e proteine self come la b-amiloide o la lipotossina (presenti nel plasma in presenza d infiammazione). Recettori per il mannosio o lectinici riconoscono strutture ricche di mannosio, come le membrane batteriche. Recettori SCAVENGER che riconoscono strutture batteriche e lipoproteine alterate self, come nel processo dell arteriosclerosi in cui l infiammazione ha un ruolo importante. TOLL receptor che hanno un dominio costituito da leucine ripetute

58 I leucociti esprimono diversi tipi di recettori di membrana che sono coinvolti nella loro attivazione

59 I recettori scavenger nei macrofagi sono responsabili delll uptake di cellule apoptotiche, lipoproteine modificate ed altri ligandi di origine batterica.

60 TOOL-LIKE RECEPTORS

61 I Toll sono costituiti, nella parte citoplasmatica da un dominio TIR (Toll/IL-1 receptor domain), che agisce da sensore citoplasmatico che attiva una complessa cascata d attivazione del segnale. L attivazione di TIR, che è un dominio d interazione proteina-proteina recluta proteine adattatrici, come MyD88 che è costituita da un dominio TIR e uno DD (Death Domain). Grazie a DD vengono reclutate chinasi, denominate IRAK che fosforilano un adattatore (TRAF6) che recluta diverse chinasi. Questa cascata porta all attivazione di NfkB o della via della chinasi da stress JNK e p38.

62 Il fattore trascrizionale NFkB attiva un programma pro-infiammatorio. I membri principali della famiglia NFkB sono p50 e p65 che sono complessati a livello citoplasmatico con il loro inibitore IkB. L attivazione dei recettori che hanno come via quella di NFkB, porta all attivazione di chinasi (IKK1 e IKK2) che fosforilano IkB, dopo essere state attivate da serin treonin chinasi TAK che fosforilano e distaccano l inibitore delle IKK (NEMO). p50 e p65 attivate migrano nel nucleo ed attivano la trascrizione di geni pro-infiammatori: (IL-1, IL-6), molecole d adesione endoteliale, NO sintetasi (enzima che produce NO), COX-2 (via delle lipossigenasi).

63 CD14 è un componente recettoriale dell immunità innata che si trova in forma libera o legato alla membrana dei fagociti. Il suo ruolo è quello di presentare endotossine (come LPS) a TRL4, rendendo responsive cellule mancanti di CD14 ma esprimenti TRL4 a prodotti microbici ed attivando cosi il processo infiammatorio, come nelle cellule endoteliali che esprimono TRL4

64 RECETTORI TIPO NOD NOD (Nucelotide Oligomerization Domain-Containing Protein), riconoscono PAMP e DAMP intracitoplasmatici ed inducono risposta infiammatoria. La sottofamiglia NLRP (Pyrin- Domain Containing Proteins) rispondono a PAMP e DAMP formano dei complessi denominati INFLAMMOSOMI, che inducono attivazione della caspasi-1che attiva IL-1beta e IL-18 inducendo risposta infiammatoria.

65 IMMUNITA INNATA Recettori per le citochine. Ad esempio INF-g, la principale citochina che attiva i macrofagi, prodotta dai linfociti attiva i macrofagi e viene secreta dalle cellule natural killer (NK) nella risposta immunitaria innata e dai linfociti T attivati dall antigene nella risposta immunitaria acquisita. I recettori per le opsonine, promuovono la fagocitosi dei microbi rivestiti da varie proteine trasmettendo i segnali che attivano i fagociti. La OPSONIZZAZIONE è il processo che riveste le cellule microbiche di opsonine (anticorpi, proteine del complemento, lectine). Uno dei processi principali di opsonizzazione permette di rivestire le particelle batteriche con anticorpi IgG, i quali sono poi riconosciuti dal recettore ad alta affinità Fcg (FcgRI) presenti nel lato esterno della membrana dei fagociti. Un altro processo di oposonizzazione comprende i frammenti della proteina del complemento C3, che si legano ai microbi e li presentano ai fagociti che esprimono il recettore CR1.

66 OPSONINE Le opsonine principali sono le immunoglobuline G (IgG) che vengono riconosciute dai recettori per la porzione cristallizzabile (FcgR) presente sui fagociti e le proteine derivanti dall attivazione della cascata del complemento (C3b, C3bi, C1q) che vengono riconosciute da recettori specifici (CR1, 2, 3).

67 FAGOCITOSI

68 I LISOSOMI Il lisosoma è un organulo cellulare contenente enzimi digestivi capaci di degradare molte macromolecole biologiche permettono di digerire sia macromolecole introdotte dall esterno che quelle danneggiate interne. Gli enzimi lisosomiali sono racchiusi in una vescicola membranosa rivestita di clatrina e rilasciati dalla porzione trans del Golgi

69 LESIONI LEUCOCITARIE I leucociti liberano i prodotti antimicrobici anche nello spazio extracellulare (lisozima, ROI, metaboliti dell AA (prostaglandine, leucotrieni)). Siccome queste sostanze possono causare danno endoteliale, se l attivazione leucocitaria persiste, lo stesso infiltrato puo risultare dannoso. Rigurgito durante l ingestione: quando il vacuolo d ingestione rimane momentaneamente aperto prima della fusione fagolisosoma Fagocitosi ostacolata: adesione dei leucociti a immunocomplessi depositati su superfici piatte attiva i leucociti ma non ne permette la fagocitosi. Quindi gli enzimi lisosomiali sono rilasciati nell ambiente extracellulare.

70 UCCISIONE E DEGRADAZIONE L uccisione avviene principalmente mediante meccanismi ossigeno-dipendenti, con un improvviso aumento del consumo di ossigeno, della glicogenolisi, ossidazione del glucosio e produzione di intermedi liberi dell ossigeno (ROI). La formazione dei ROI è dovuta all attivazione della NADPH ossidasi che ossida il NADPH (nicotinamide-adenin-dinucleotide fosfato ridotto) riducendo l ossigeno a ANIONE SUPEROSSIDO (O 2- ). Il O 2- viene poi convertito in perossido d idrogeno (H 2 O 2 ) che puo essere ulteriormente ridotto a radicale idrossile altamente reattivo (OH - ). Altri sistemi di degradazione coinvolgono la MIELOPEROSSIDASI (nei neutrofili) che in presenza di Cl- converte H 2 O 2 in ipoclorito (HOCl) che distrugge in batteri mediante ALOGENAZIONE.

71

72

73 Azione dei ROS Gli effetti delle specie reattive sono molti, ma i danno cellulari principali sono: la perossidazione lipidica della membrana, le alterazioni ossidative delle proteine ed il danno al DNA. Il danno ossidativo ai lipidi di membrana avviene quando i doppi legami presenti negli acidi grassi insaturi vengono attaccati dai radicali liberi dell ossigeno, generando perossidi che attraverso la reazione a catena producono danni alla membrana cellulare e da quelle degli organelli citoplasmatici. Le alterazioni ossidative delle proteine indotte da radicali liberi comportano la formazione di legami crociati proteina-proteina, causandone la frammentazione, mentre il danno al DNA comporta la dimerizzazione delle timine adiacenti sullo stesso filamento con rottura del filamento di DNA.

74

75 RADICALI LIBERI DELL OSSIGENO Le specie reattive sono l anione superossido (O 2- ), il perossido d idrogeno (H 2 O 2 ) ed il radicale idrossilico (OH - ) e tali specie possono combinarsi con NO per formare altri intermedi reattivi dell azoto (RNS). Il rilascio extracellulare di queste specie reattive puo aumentare l espressione di chemochine, citochine e molecole d adesione endoteliali nei leucociti, amplificando la cascata di eventi dell infiammazione.

76

77 Un eccesso di produzione di questi mediatori puo chiaramente risultare dannosa per la cellula ospite, anche se sono comunque presenti dei meccanismi enzimatici antiossidanti, che sono: Ceruloplasmina: proteina sierica contenente rame Transferina: frazione sierica priva di ferro Superossido Dismutasi Catalasi Glutadione perossidasi: altro potente detossificatore del H 2 O 2 Quindi il ruolo dei radicali liberi dell ossigeno dipende dall equilibrio tra la produzione e l inattivazione di tali metaboliti. RADICALI LIBERI DELL OSSIGENO meccanismi antiossidanti

78 INIBITORI DEI ROS Gli inibitori primari comprendono sostanze chelanti (es. fenoli, vitamina E, A) l attività di alcuni enzimi presenti all interno della cellula (catalasi, glutadione-perossidasi, superossido dismutasi), i secondari comprendono sostanze che reagiscono con radicali propagatori della catena attraverso reazioni di trasferimento d idrogeno, elettroni o addizione con il risultato di terminare la catena di produzione di radicali liberi o con la formazione di radicali meno reattivi. La catalasi converte H 2 O 2 in O 2 + H 2 O ed è presente all interno dei perossisomi, la superossido dismutasi è presente in molti tipi di cellule e converte l anione superossido in H 2 O 2. La glutadione perossidasi catalizza la degradazione dei radicali liberi utilizzando glutadione ridotto (GSH), convertendo cosi H 2 O 2 in acqua e GSH in glutadione ossidato (GSSG). Importante è il rapporto intracellulare di GSSG e GSH in quando indica lo stato ossidativo della cellula e la capacità cellulare di detossificare

INFIAMMAZIONE. L infiammazione è strettamente connessa con i processi riparativi! l agente di malattia e pone le basi per la

INFIAMMAZIONE. L infiammazione è strettamente connessa con i processi riparativi! l agente di malattia e pone le basi per la INFIAMMAZIONE Risposta protettiva che ha lo scopo di eliminare sia la causa iniziale del danno cellulare (es. microbi, tossine etc), sia i detriti cellulari e le cellule necrotiche che compaiono a seguito

Dettagli

FORMAZIONE DELL ESSUDATO

FORMAZIONE DELL ESSUDATO FORMAZIONE DELL ESSUDATO del flusso della permeabilità vascolare P idrostatica intravascolare fuoriuscita di proteine plasmatiche TRASUDAZIONE ESSUDAZIONE TUMOR Effetti della formazione dell essudato

Dettagli

Argomento della lezione

Argomento della lezione Argomento della lezione Le molecole d adesione intercellulare: definizione Le famiglie delle molecole d adesione: Selectine Integrine ICAM Espressione e funzione MOLECOLE DI ADESIONE INTERCELLULARE Le

Dettagli

Downloaded from. www.immunologyhomepage.com. Migrazione cellulare

Downloaded from. www.immunologyhomepage.com. Migrazione cellulare Downloaded from www.immunologyhomepage.com Migrazione cellulare Migrazione dei leucociti I leucociti migrano nei diversi tessuti dell organismo l interazione tra le cellule migranti e le cellule dei tessuti

Dettagli

INFIAMMAZIONE ACUTA. Dott.ssa Erminia La Camera

INFIAMMAZIONE ACUTA. Dott.ssa Erminia La Camera INFIAMMAZIONE ACUTA Dott.ssa Erminia La Camera INFIAMMAZIONE La reazione locale ad un danno è chiamata infiammazione. Segni caratteristici dell infiammazione sono: rossore (rubor) rigonfiamento (tumor)

Dettagli

INFIAMMAZIONE. Leucocita polimorfonucleato (PMN) Macrofago. Eosinofilo Cellule tumorali Virus. Piastrina Batterio. Fungo Antigeni estranei

INFIAMMAZIONE. Leucocita polimorfonucleato (PMN) Macrofago. Eosinofilo Cellule tumorali Virus. Piastrina Batterio. Fungo Antigeni estranei Leucocita polimorfonucleato (PMN) Macrofago Eosinofilo Cellule tumorali Virus Piastrina Batterio Fungo Antigeni estranei Tessuti necrotici Mastocita Linfocita Plasmacellula INFIAMMAZIONE STIMOLO DANNOSO

Dettagli

Danno cellulare ipossico ed ischemico

Danno cellulare ipossico ed ischemico Danno cellulare ipossico ed ischemico ipossia: meno ossigeno, ma nutrienti costanti ischemia: mancato apporto ematico = ossigeno + nutrienti (substrati glicolisi), oppure ostacolo al deflusso venoso in

Dettagli

KIR EVOLUZIONE RAPIDA E DIVERSIFICATA DEI RECETTORI DELL IMMUNITA INNATA E ADATTATIVA

KIR EVOLUZIONE RAPIDA E DIVERSIFICATA DEI RECETTORI DELL IMMUNITA INNATA E ADATTATIVA KIR EVOLUZIONE RAPIDA E DIVERSIFICATA DEI RECETTORI DELL IMMUNITA INNATA E ADATTATIVA C.Vilches, P. Parham Natural Killer Cellule di origine linfoide la cui funzione è lisare le cellule infettate da virus

Dettagli

Mediatore chimico. Recettore. Trasduzione del segnale. Risposta della cellula

Mediatore chimico. Recettore. Trasduzione del segnale. Risposta della cellula Mediatore chimico Recettore Trasduzione del segnale Risposta della cellula I mediatori chimici sono prodotti da cellule specializzate e sono diffusi nell organismo da apparati di distribuzione Sistemi

Dettagli

ESISTONO DUE TIPI DI SECREZIONE

ESISTONO DUE TIPI DI SECREZIONE ESOCITOSI ESISTONO DUE TIPI DI SECREZIONE SECREZIONE COSTITUTIVA (modalità continua): - proteine, glicoproteine e glicolipidi di membrana - proteine, glicoproteine e proteoglicani della matrice extracellulare

Dettagli

Citochine dell immunità specifica

Citochine dell immunità specifica Citochine dell immunità specifica Proprietà biologiche delle citochine Sono proteine prodotte e secrete dalle cellule in risposta agli antigeni Attivano le risposte difensive: - infiammazione (immunità

Dettagli

infiammazione e tumore: obiettivo della lezione

infiammazione e tumore: obiettivo della lezione infiammazione e tumore: obiettivo della lezione introduzione all INFIAMMAZIONE introduzione alla TUMORIGENESI il legame tra infiammazione e cancro --- esempi oggi! Fasi dell infiammazione: reclutamento

Dettagli

Adattamenti del muscolo scheletrico all allenamento aerobico: ruolo dei radicali

Adattamenti del muscolo scheletrico all allenamento aerobico: ruolo dei radicali Adattamenti del muscolo scheletrico all allenamento aerobico: ruolo dei radicali Marina Marini Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale Cosa sono i radicali? I radicali liberi

Dettagli

Proliferazione e morte cellulare sono eventi fisiologici

Proliferazione e morte cellulare sono eventi fisiologici MORTE CELLULARE Proliferazione e morte cellulare sono eventi fisiologici Omeostasi tissutale (di tessuti dinamici) Sviluppo embrionale Eliminazione di strutture corporee inutili - Fasi di scultura/rimodellamento

Dettagli

Monossido d azoto NO (Nitric Oxide) Messaggero del segnale cellulare. Molecola regolatoria nel sistema nervoso centrale e periferico

Monossido d azoto NO (Nitric Oxide) Messaggero del segnale cellulare. Molecola regolatoria nel sistema nervoso centrale e periferico Monossido d azoto NO (Nitric Oxide) Ruolo biologico: Messaggero del segnale cellulare Molecola regolatoria nel sistema cardiovascolare Molecola regolatoria nel sistema nervoso centrale e periferico Componente

Dettagli

logo.jpg 18F-FDG Vari lavori hanno dimostrato che l accumulo di FDG correla con il Ki-67 MARKER DI PROLIFERAZIONE

logo.jpg 18F-FDG Vari lavori hanno dimostrato che l accumulo di FDG correla con il Ki-67 MARKER DI PROLIFERAZIONE logo.jpg 18F-FDG 18F-FDG Entrata glucosio nelle cellule Segue due vie: diffusione facilitata (in presenza di eccesso) trasporto attivo Na-dipendente (richiede energia) logo.jpg FDG si accumula in base

Dettagli

Marginazione polimorfonucleati

Marginazione polimorfonucleati Marginazione polimorfonucleati STIMOLI ATTIVANTI IL-1, TNFa SELETTINE MOLECOLE DI ADESIONE FASE DELL ADESIONE INIZIALE LASSA E-SELETTINA sulle cellule endoteliali P-SELETTINA cellule endoteliali e piastrine.

Dettagli

ANTIOSSIDANTI Grassi IV LEZIONE

ANTIOSSIDANTI Grassi IV LEZIONE ANTIOSSIDANTI Grassi IV LEZIONE ANTIOSSIDANTE Sostanza che, pur presente in concentrazione ridotta rispetto al substrato ossidabile, può prevenire o ritardare l ossidazione iniziata da un fattore proossidante.

Dettagli

Il TCR è un eterodimero costituito da due catene polipeptidiche chiamate catena α ecatenaβ legate insieme da un ponte disolfuro. Entrambe le catene

Il TCR è un eterodimero costituito da due catene polipeptidiche chiamate catena α ecatenaβ legate insieme da un ponte disolfuro. Entrambe le catene I linfociti T sono le cellule dell immunità adattativa responsabili della protezione verso le infezioni ad opera dei microbi intracellulari. Essi derivano da cellule staminali del midollo osseo che si

Dettagli

Regione cerniera monomero regione cerniera

Regione cerniera monomero regione cerniera Regione cerniera Tutte le Ig, sia quelle secrete che quelle presenti sulla membrana plasmatica dei linfociti B, sono costituite da quattro catene proteiche, due pesanti (H, da heavy, in rosso nel disegno)

Dettagli

Mario Rossi 25/04/2019. www.trapiantocapelli.info

Mario Rossi 25/04/2019. www.trapiantocapelli.info Mario Rossi 25/04/2019 www.trapiantocapelli.info L alopecia androgenetica è la principale causa di calvizie che colpisce circa l 70% degli uomini e il 35% delle donne giovani (percentuale che sale al 50%

Dettagli

Argomento della lezione

Argomento della lezione Argomento della lezione Le molecole d adesione intercellulare: definizione Le famiglie delle molecole d adesione: Selectine Integrine ICAM Espressione e funzione MOLECOLE DI ADESIONE INTERCELLULARE Le

Dettagli

Verifica. Tutto il materiale informativo per gli studenti. Riferimento. Gli studenti svolgono la verifica. Compito. Foglio di esercizio Soluzione

Verifica. Tutto il materiale informativo per gli studenti. Riferimento. Gli studenti svolgono la verifica. Compito. Foglio di esercizio Soluzione Livello 1 07 / Il sangue Informazione per gli insegnanti 1/5 Riferimento Tutto il materiale informativo per gli studenti Compito Gli studenti svolgono la verifica. Materiale Soluzione Forma sociale Lavoro

Dettagli

Le cellule eucariotiche svolgono durante la loro vita una serie ordinata di eventi che costituiscono il Ciclo Cellulare

Le cellule eucariotiche svolgono durante la loro vita una serie ordinata di eventi che costituiscono il Ciclo Cellulare Le cellule eucariotiche svolgono durante la loro vita una serie ordinata di eventi che costituiscono il Ciclo Cellulare Interfase comprende le fasi G 1, S, and G 2 Sintesi di macromolecole durante la

Dettagli

scaricato da www.sunhope.it

scaricato da www.sunhope.it Recettori a tirosina chinasi I recettori a tirosina chinasi presentano vari domini Una regione di legame (extracellulare) Una regione transmembrana Una coda intracellulare con numerose tirosine scaricato

Dettagli

L APPARATO CIRCOLATORIO

L APPARATO CIRCOLATORIO L APPARATO CIRCOLATORIO Tutte le cellule del nostro corpo hanno bisogno di sostanze nutritive e di ossigeno per svolgere le loro funzioni vitali. Così, esiste il sangue, un tessuto fluido che porta in

Dettagli

ELEMENTI DI EZIOPATOGENESI DELLE MALATTIE UMANE. Corso di Laurea Magistrale in Farmacia

ELEMENTI DI EZIOPATOGENESI DELLE MALATTIE UMANE. Corso di Laurea Magistrale in Farmacia ELEMENTI DI EZIOPATOGENESI DELLE MALATTIE UMANE Corso di Laurea Magistrale in Farmacia INFIAMMAZIONE O FLOGOSI FLOGOSI La flogosi è un processo morboso che si manifesta, negli organismi forniti di un sistema

Dettagli

Il ciclo cellulare La divisione cellulare

Il ciclo cellulare La divisione cellulare Il ciclo cellulare La divisione cellulare Il ciclo cellulare Meccanismo con cui si riproducono tutti gli organismi viventi La durata del ciclo varia moltissimo a seconda del tipo cellulare Cellule che

Dettagli

Verifica. Tutto il quaderno di lavoro. Riferimento. Gli studenti svolgono la verifica. Compito. Foglio di esercizio Soluzione.

Verifica. Tutto il quaderno di lavoro. Riferimento. Gli studenti svolgono la verifica. Compito. Foglio di esercizio Soluzione. Livello 2 07 / Il sangue Informazione per gli insegnanti 1/6 Riferimento Tutto il quaderno di lavoro Compito Gli studenti svolgono la verifica. Materiale Soluzione Forma sociale Lavoro individuale Tempo

Dettagli

Farmaci del sistema nervoso autonomo

Farmaci del sistema nervoso autonomo Farmaci del sistema nervoso autonomo Farmaci colinergici Esercitano i loro effetti farmacologici sul sistema nervoso parasimpatico che utilizza Acetilcolina come mediatore chimico L acetilcolina (Ach)

Dettagli

Infiammazione (Flogosi)

Infiammazione (Flogosi) Infiammazione (Flogosi) Processo dinamico comprendente l insieme l delle modificazioni reattive che compaiono nelle strutture vascolari e connettivali di un distretto organico, per arginare e riparare

Dettagli

Elettroforesi. Elettroforesi: processo per cui molecole cariche si separano in un campo elettrico a causa della loro diversa mobilita.

Elettroforesi. Elettroforesi: processo per cui molecole cariche si separano in un campo elettrico a causa della loro diversa mobilita. Elettroforesi Elettroforesi: processo per cui molecole cariche si separano in un campo elettrico a causa della loro diversa mobilita. A qualunque ph diverso dal pi le proteine hanno una carica netta quindi,

Dettagli

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali Tumore Cos è il tumore? Il tumore o neoplasia (dal greco neo,, nuovo, e plasìa,, formazione), o cancro se è maligno, è una classe di malattie caratterizzate da una incontrollata riproduzione di alcune

Dettagli

Lezione 4 *membrana cellulare *trasporti *specializzazioni del plasmalemma

Lezione 4 *membrana cellulare *trasporti *specializzazioni del plasmalemma Lezione 4 *membrana cellulare *trasporti *specializzazioni del plasmalemma Lezione 3 membrana cellulare Le membrane, sia quelle che delimitano e costituiscono gli organuli cellulari che quelle che rivestono

Dettagli

Attivazione dei linfociti T

Attivazione dei linfociti T Attivazione dei linfociti T Attivazione linfociti T: caratteristiche generali Eventi extracellulari - Riconoscimento dell antigene - Interazione dei recettori costimolatori Eventi intracellulari - Trasduzione

Dettagli

Citochine e Chemochine aspetti generali

Citochine e Chemochine aspetti generali Citochine e Chemochine aspetti generali per esempi specifici, ruolo in funzione, attivazione e differenziamento Th, cambio di classe, migrazione cellulare, etc., vedi lezioni precedenti Citochine Proteine

Dettagli

Polipi precancerosi. Circa il 50% delle persone dai 60 anni in su avrà nel corso della vita almeno 1 polipo precanceroso di 1 cm o più di diametro.

Polipi precancerosi. Circa il 50% delle persone dai 60 anni in su avrà nel corso della vita almeno 1 polipo precanceroso di 1 cm o più di diametro. Polipi precancerosi I polipi sono piccole escrescenze dovute ad una proliferazione eccessiva delle cellule sane della mucosa intestinale che può causare lo sviluppo di polipi cosiddetti adenomatosi (anche

Dettagli

in Terminazione Neurone Dendriti Soma Fessura sinaptica sinaptica Nucleo dendrite Segmento iniziale Sinapsi inibitoria Segmento mielinico Assone

in Terminazione Neurone Dendriti Soma Fessura sinaptica sinaptica Nucleo dendrite Segmento iniziale Sinapsi inibitoria Segmento mielinico Assone Le funzioni del sistema nervoso si basano sull attività dei neuroni che consiste nel generare, trasmettere ed elaborare informazioni nervose, che dipendono da modificazioni del potenziale di membrana,

Dettagli

Immunità umorale = immunità mediata dagli anticorpi ADCC

Immunità umorale = immunità mediata dagli anticorpi ADCC Immunità umorale = immunità mediata dagli anticorpi ADCC 1 2 Necessari 2 segnali per attivare i linfociti B Primo segnale: BCR Secondo segnale = - Antigeni timo-dipendenti (TD):. cellule T adiuvanti (T

Dettagli

DIFFERENZIAMENTO E COMUNICAZIONE TRA CELLULE - LE CELLULE STAMINALI. www.fisiokinesiterapia.biz

DIFFERENZIAMENTO E COMUNICAZIONE TRA CELLULE - LE CELLULE STAMINALI. www.fisiokinesiterapia.biz DIFFERENZIAMENTO E COMUNICAZIONE TRA CELLULE - LE CELLULE STAMINALI www.fisiokinesiterapia.biz sito dell NIH sulle cellule staminali in genere http://stemcells.nih.gov/info/basics/basics4.asp sito completo

Dettagli

SLA e mitocondri. sporadica. genetica. attività del Complesso II e IV. stress ossidativo. citosolica e mitocondriale SOD1

SLA e mitocondri. sporadica. genetica. attività del Complesso II e IV. stress ossidativo. citosolica e mitocondriale SOD1 SLA e mitocondri sporadica attività del Complesso II e IV stress ossidativo genetica SOD1 citosolica e mitocondriale Huntington e mitocondri attività del Complesso II e III acido 3-nitropropionico (C2)

Dettagli

Legami chimici. Covalente. Legami deboli

Legami chimici. Covalente. Legami deboli Legami chimici Covalente Legami deboli Legame fosfodiesterico Legami deboli Legami idrogeno Interazioni idrofobiche Attrazioni di Van der Waals Legami ionici Studio delle macromolecole Lipidi

Dettagli

L endocitosi dell EGFR

L endocitosi dell EGFR L endocitosi dell EGFR IFOM per la scuola Lo Studente Ricercatore 2011 Muzio Giulia Istituto d Istruzione Superiore Maserati Voghera Gruppo di lavoro: Determinanti della trasformazione neoplastica e della

Dettagli

La biostimolazione, alcuni passaggi obbligati. Durante l invecchiamento

La biostimolazione, alcuni passaggi obbligati. Durante l invecchiamento La biostimolazione, alcuni passaggi obbligati Durante l invecchiamento L invecchiamento è l incapacità di organi, tessuti, cellule e molecole a mantenere la propria integrità funzionale e strutturale perturbata

Dettagli

Il mantenimento dell omeostasi cellulare dipende dai sistemi che permettono lo scambio di molecole tra citoplasma e liquido

Il mantenimento dell omeostasi cellulare dipende dai sistemi che permettono lo scambio di molecole tra citoplasma e liquido Il mantenimento dell omeostasi cellulare dipende dai sistemi che permettono lo scambio di molecole tra citoplasma e liquido extracellulare e dalla loro regolazione. Membrana cellulare Ogni cellula presenta

Dettagli

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma SEBASTIANO FILETTI Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche Università di Roma Sapienza, Roma La malattia tiroidea è in aumento negli ultimi anni. Quali le ragioni? Dati epidemiologici provenienti

Dettagli

Campi magnetici. in terapia fisica

Campi magnetici. in terapia fisica Campi magnetici in terapia fisica I Campi Magnetici Pulsanti propriamente detti (cioè i CMP dotati di opportune ed efficaci caratteristiche in termini di dose, frequenza, modalità di emissione, modalità

Dettagli

CELLULE EUCARIOTICHE

CELLULE EUCARIOTICHE CELLULE EUCARIOTICHE Le cellule eucariotiche sono di maggiori dimensioni, rispetto a quelle procariotiche (almeno 10 volte più grandi) Oltre a: membrana plasmatica, citoplasma, DNA e ribosomi (comuni a

Dettagli

La pressione osmotica del plasma è 28mmHg

La pressione osmotica del plasma è 28mmHg PRESSIONE OSMOTICA capacità di una soluzione più concentrata di richiamare acqua attraverso una membrana semipermeabile (cioè permeabile solo all H 2 O). La pressione osmotica del plasma è 28mmHg 1 SPAZI

Dettagli

Sviluppo dei linfociti B

Sviluppo dei linfociti B Sviluppo dei linfociti B Checkpoints multipli nella maturazione dei linfociti Durante lo sviluppo i linfociti che esprimono recettori per l antigene funzionali sono selezionati e sopravvivono, gli altri

Dettagli

Dott.ssa Sara Pacchini

Dott.ssa Sara Pacchini Dott.ssa Sara Pacchini Radicali liberi Molecole o frammenti di molecole con uno o più e - spaiati negli orbitali esterni Per completare il loro ottetto sottraggono e - ad altre molecole Anione superossido

Dettagli

Le Biomolecole I parte. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Le Biomolecole I parte. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Le Biomolecole I parte Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti LE BIOMOLECOLE Le biomolecole, presenti in tutti gli esseri viventi, sono molecole composte principalmente da carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno.

Dettagli

SISTEMI ENERGETICI. L ATP privato di uno dei suoi 3 radicali fosforici diventa ADP (adenosindifosfato).

SISTEMI ENERGETICI. L ATP privato di uno dei suoi 3 radicali fosforici diventa ADP (adenosindifosfato). SISTEMI ENERGETICI LE FONTI ENERGETICHE MUSCOLARI I movimenti sono resi possibili, dal punto di vista energetico, grazie alla trasformazione, da parte dei muscoli, dell energia chimica ( trasformazione

Dettagli

Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia Biofisica e Fisiologia I A.A. 2015-16

Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia Biofisica e Fisiologia I A.A. 2015-16 Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia Biofisica e Fisiologia I A.A. 2015-16 BIOFISICA DELLE MEMBRANE Negli organismi pluricellulari, a parte i tessuti tegumentari e gli epiteli assorbenti

Dettagli

Sfingolipidi. Ceramidi SEMINARIO!!! 20/12/2013 SFINGOLIPIDI

Sfingolipidi. Ceramidi SEMINARIO!!! 20/12/2013 SFINGOLIPIDI SEMINARIO!!! SFINGOLIPIDI Sfingolipidi Ceramidi Lipidi derivati dall aminoalcool sfingosina. Un acido grasso è legato al gruppo aminico della sfingosina. I diversi gruppi polari (R) legati al gruppo OH

Dettagli

DNA - RNA. Nucleotide = Gruppo Fosforico + Zucchero Pentoso + Base Azotata. Le unità fondamentali costituenti il DNA e l RNA sono i Nucleotidi.

DNA - RNA. Nucleotide = Gruppo Fosforico + Zucchero Pentoso + Base Azotata. Le unità fondamentali costituenti il DNA e l RNA sono i Nucleotidi. DNA - RNA Le unità fondamentali costituenti il DNA e l RNA sono i Nucleotidi. Nucleotide = Gruppo Fosforico + Zucchero Pentoso + Base Azotata. Esistono 4 basi azotate per il DNA e 4 per RNA Differenze

Dettagli

Biomarkers per la diagnosi precoce di tumori

Biomarkers per la diagnosi precoce di tumori Università degli Studi di Bari Aldo Moro Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica Biomarkers per la diagnosi precoce di tumori Dott.ssa Maria Luana Poeta Cos è un Tumore Omeostasi Tissutale

Dettagli

Macromolecole Biologiche. I domini (III)

Macromolecole Biologiche. I domini (III) I domini (III) Domini α/β La cross over connection è l unità costitutiva su cui si basa la topologia di 3 tipi di domini α/β osservati nelle proteine: - α/β barrel - motivi ricchi di Leu (fold a ferro

Dettagli

MODULO 2: infiammazione e immunità innata

MODULO 2: infiammazione e immunità innata MODULO 2: infiammazione e immunità innata Lezione 2-7: Infiammazione: definizione caratteristiche generali Infiammazione acuta: eventi vascolari eventi cellulari Dott.ssa Chiara Porta: Chiara.porta@unipmn.it

Dettagli

La pompa Na + /Glucosio: simporto

La pompa Na + /Glucosio: simporto MFN0366-A1 (I. Perroteau) - trasportatori e canali La pompa Na + /Glucosio: simporto Il trasportatore oscilla fra due stati alternativi (A e B); nello stato A la proteina è aperta nello spazio extracellulare,

Dettagli

Proteine integrali di membrana legate sul versante esterno a gruppi di carboidrati. Formati da diverse subunità che circoscrivono un poro acquoso che

Proteine integrali di membrana legate sul versante esterno a gruppi di carboidrati. Formati da diverse subunità che circoscrivono un poro acquoso che Canali ionici Proteine integrali di membrana legate sul versante esterno a gruppi di carboidrati. Formati da diverse subunità che circoscrivono un poro acquoso che permette il passaggio selettivo di ioni.

Dettagli

Angiogenesi 09/05/2013. Inibitori dell angiogenesi ANGIOSTATINA & ENDOSTATINA [1] VEGF and FGF-2. Cathepsins, MMPs

Angiogenesi 09/05/2013. Inibitori dell angiogenesi ANGIOSTATINA & ENDOSTATINA [1] VEGF and FGF-2. Cathepsins, MMPs Angiogenesi Inibitori dell angiogenesi VEGF and FGF-2 Cathepsins, MMPs ANGIOSTATINA & ENDOSTATINA [1] L angiogenesi, ossia, l induzione di una nuova crescita di capillari per gemmazione a partire di vasi

Dettagli

APPARATO CIRCOLATORIO

APPARATO CIRCOLATORIO APPARATO CIRCOLATORIO 1 FUNZIONI F. respiratoria e nutritiva F. depuratrice F. di difesa (trasporto di O 2, principi alimentari...) (trasporto di CO 2 e altre sostanze di scarto) (nei confronti dei batteri

Dettagli

Argomento della lezione

Argomento della lezione Argomento della lezione CITOCHINE DELL IMMUNITÀ INNATA II parte 1 Chemochine Le chemochine sono una grande famiglia di circa 50 citochine, omologhe per la struttura, che hanno il compito di: Richiamare

Dettagli

Integrali (transmembrana), si estendono attraverso l intera membrana. Classificate in famiglie a seconda del numero di segmenti transmembrana.

Integrali (transmembrana), si estendono attraverso l intera membrana. Classificate in famiglie a seconda del numero di segmenti transmembrana. Membrana cellulare Proteine inserite nella membrana cellulare: Integrali (transmembrana), si estendono attraverso l intera membrana. Classificate in famiglie a seconda del numero di segmenti transmembrana.

Dettagli

Funzioni delle proteine del sangue:

Funzioni delle proteine del sangue: PROTEINE DEL SANGUE Funzioni delle proteine del sangue: 1. Funzioni nutrizionali 2. Regolazione dell equilibrio acido base 3. Ripartizione dell acqua nei vari distretti 4. Funzione di trasporto 5. Coagulazione

Dettagli

La membrana cellulare racchiude il protoplasma, la sostanza vivente che costituisce la cellula, e lo separa dall ambiente esterno, extracellulare.

La membrana cellulare racchiude il protoplasma, la sostanza vivente che costituisce la cellula, e lo separa dall ambiente esterno, extracellulare. Membrana Plasmatica La membrana cellulare racchiude il protoplasma, la sostanza vivente che costituisce la cellula, e lo separa dall ambiente esterno, extracellulare. La sua funzione principale è quella

Dettagli

L adattamento dei batteri. Strategie di adattamento

L adattamento dei batteri. Strategie di adattamento L adattamento dei batteri Strategie di adattamento mutazione trasferimento genico orizzontale regolazione dell espressione genica regolazione della trascrizione regolazione della traduzione regolazione

Dettagli

Tratto dal libro Come vivere 150 anni Dr. Dimitris Tsoukalas

Tratto dal libro Come vivere 150 anni Dr. Dimitris Tsoukalas 1 Tratto dal libro Come vivere 150 anni Dr. Dimitris Tsoukalas Capitolo 7 Enzimi, le macchine della vita Piccole macchine regolano la funzione del corpo umano in un orchestrazione perfetta e a velocità

Dettagli

LINFODRENAGGIO PROFONDO CON DEEP OSCILLATION AESTHETIC

LINFODRENAGGIO PROFONDO CON DEEP OSCILLATION AESTHETIC LINFODRENAGGIO PROFONDO CON DEEP OSCILLATION AESTHETIC DEEP OSCILLATION Il principio d azione Attrazione elettrostatica tra mano/applicatore e il tessuto del paziente Movimento = impulsi di attrazione

Dettagli

Biosintesi non ribosomiale di metaboliti peptidici bioattivi

Biosintesi non ribosomiale di metaboliti peptidici bioattivi Biosintesi non ribosomiale di metaboliti peptidici bioattivi Principali bersagli degli antibiotici Gli antibiotici derivano per la maggior parte da composti naturali Strutture di alcuni peptidi bioattivi

Dettagli

VIE DI INTRODUZIONE ED ASSORBIMENTO DEI FARMACI

VIE DI INTRODUZIONE ED ASSORBIMENTO DEI FARMACI VIE DI INTRODUZIONE ED ASSORBIMENTO DEI FARMACI I farmaci possono essere introdotti nell organismo per via enterale e per via parenterale.. Con la somministrazione enterale (enteron = intestino), il farmaco

Dettagli

BIOLOGIA GENERALE 22-24 ottobre 2007

BIOLOGIA GENERALE 22-24 ottobre 2007 Biologia generale Massolo Alessandro massolo@unifi.it; Tel. 347-9403330 BIOLOGIA GENERALE 22-24 ottobre 2007 Facoltà di Psicologia Tecniche di Psicologia Generale e Sperimentale Alessandro Massolo Dip.

Dettagli

Che cos'è la SCLEROSI MULTIPLA

Che cos'è la SCLEROSI MULTIPLA Che cos'è la SCLEROSI MULTIPLA Sommario Che cos'è la sclerosi multipla? Chi viene colpito? Che cosa causa la sclerosi multipla? La sclerosi multipla è ereditaria? Come progredisce la malattia? IMPORTANTE:

Dettagli

PROTEINE. sono COMPOSTI ORGANICI QUATERNARI

PROTEINE. sono COMPOSTI ORGANICI QUATERNARI PROTEINE sono COMPOSTI ORGANICI QUATERNARI Unione di elementi chimici diversi Il composto chimico principale è il C (carbonio) Sono quattro gli elementi chimici principali che formano le proteine : C (carbonio),

Dettagli

I Papillomavirus sono tutti uguali?

I Papillomavirus sono tutti uguali? Cos è il Papillomavirus? Il Papillomavirus è un microscopico nemico della tua salute. Attento, però, a non sottovalutare la pericolosità di questo microrganismo lungo solo 55 milionesimi di millimetro.

Dettagli

Fonti di cellule staminali pluripotenti: Le cellule staminali possiedono 2 caratteristiche principali: -La massa cellulare interna della blastocisti.

Fonti di cellule staminali pluripotenti: Le cellule staminali possiedono 2 caratteristiche principali: -La massa cellulare interna della blastocisti. possiedono 2 caratteristiche principali: Fonti di cellule staminali pluripotenti: -Si autorinnovano a lungo termine. -Danno origine a tutti i tipi di cellule differenziate. -La massa cellulare interna

Dettagli

Applied Nutritional Medicine

Applied Nutritional Medicine Glossario del corso di Medicina Nutrizionale Acidi Grassi: sono delle molecole a catena lunga che formano la quasi totalità dei lipidi complessi e dei grassi sia animali e vegetali. Se non attaccati ad

Dettagli

1. Manifestano la loro azione negativa solo in età adulta avanzata

1. Manifestano la loro azione negativa solo in età adulta avanzata Perché invecchiamo? La selezione naturale opera in maniera da consentire agli organismi con i migliori assetti genotipici di tramandare i propri geni alla prole attraverso la riproduzione. Come si intuisce

Dettagli

Ipersensibilità e Autoimmunità

Ipersensibilità e Autoimmunità Ipersensibilità e Autoimmunità Gli effetti delle risposte immunitarie Effetti fisiologici (Benefici) - Attivazione dell immunità specifica per eliminare i patogeni infettanti (batteri, virus e tossine)

Dettagli

DIPARTIMENTO DI FARMACIA, CHIMICA E TECNOLOGIE FARMACEUTICHE CORSO DI BASI BIOCHIMICHE PER L AZIONE DEI FARMACI. Martina Rossetti Pisa, 17/03/2014

DIPARTIMENTO DI FARMACIA, CHIMICA E TECNOLOGIE FARMACEUTICHE CORSO DI BASI BIOCHIMICHE PER L AZIONE DEI FARMACI. Martina Rossetti Pisa, 17/03/2014 DIPARTIMENTO DI FARMACIA, CHIMICA E TECNOLOGIE FARMACEUTICHE CORSO DI BASI BIOCHIMICHE PER L AZIONE DEI FARMACI Martina Rossetti Pisa, 17/03/2014 Spiegazione della fisiopatologia del dolore emicranico,

Dettagli

ACCOMPAGNARE IL PAZIENTE IN EMODIALISI. Dr. Fabrizio Vellani Nefrologo

ACCOMPAGNARE IL PAZIENTE IN EMODIALISI. Dr. Fabrizio Vellani Nefrologo ACCOMPAGNARE IL PAZIENTE IN EMODIALISI Dr. Fabrizio Vellani Nefrologo Composizione del corpo umano e distribuzione dei liquidi corporei Per un giovane maschio: SOLIDI 40% Proteine 18 % Grassi 15 % Minerali

Dettagli

Si dividono in: N-glicosilate (su Asparagina) O-glicosilate (su Serina o Treonina. Raramente su Tirosina, idrossiprolina, idrossilisina)

Si dividono in: N-glicosilate (su Asparagina) O-glicosilate (su Serina o Treonina. Raramente su Tirosina, idrossiprolina, idrossilisina) GLICOSILAZIONE La glicosilazione è la modificazione PTM più diffusa. Circa il 50% delle proteine umane sono glicosilate Caratteristica di molte proteine della superficie cellulare e delle d proteine di

Dettagli

SINTESI DELL RNA. Replicazione. Trascrizione. Traduzione

SINTESI DELL RNA. Replicazione. Trascrizione. Traduzione SINTESI DELL RNA Replicazione Trascrizione Traduzione L RNA ha origine da informazioni contenute nel DNA La TRASCRIZIONE permette la conversione di una porzione di DNA in una molecola di RNA con una sequenza

Dettagli

Università di Roma Tor Vergata - Corso di Laurea in Scienze Biologiche - Immunologia Molecolare - dott. Claudio PIOLI - a.a.

Università di Roma Tor Vergata - Corso di Laurea in Scienze Biologiche - Immunologia Molecolare - dott. Claudio PIOLI - a.a. Anticorpi generalità Riconoscimento antigene Anticorpi Molecole MHC Recettore per l Ag dei linfociti T (TCR) Anticorpi riconoscono diversi tipi di strutture antigeniche macromolecole proteine, lipidi,

Dettagli

Il sistema immunitario utilizza strategie diverse di difesa che operano in tempi e con meccanismi diversi. Ci sono numerosi e complessi meccanismi

Il sistema immunitario utilizza strategie diverse di difesa che operano in tempi e con meccanismi diversi. Ci sono numerosi e complessi meccanismi Il sistema immunitario utilizza strategie diverse di difesa che operano in tempi e con meccanismi diversi. Ci sono numerosi e complessi meccanismi che impediscono agli invasori di entrare dentro all organismo

Dettagli

-malattie monogeniche o mendeliane:

-malattie monogeniche o mendeliane: Martedì 16 Febbraio è venuta nella nostra classe la dr.ssa Petrelli Maria a spiegarci le malattie sessualmente trasmissibili e ereditarie, sessualità e affettività. Ci ha spiegato la divisione delle cellule

Dettagli

Le PROTEINE sono i biopolimeri maggiormente presenti all interno delle cellule, dal momento che costituiscono dal 40 al 70% del peso a secco.

Le PROTEINE sono i biopolimeri maggiormente presenti all interno delle cellule, dal momento che costituiscono dal 40 al 70% del peso a secco. Le PROTEINE sono i biopolimeri maggiormente presenti all interno delle cellule, dal momento che costituiscono dal 40 al 70% del peso a secco. Svolgono funzioni biologiche di fondamentale importanza e possono

Dettagli

Prof. Maria Nicola GADALETA DISPENSA N. 19

Prof. Maria Nicola GADALETA DISPENSA N. 19 Prof. Maria Nicola GADALETA E-mail: m.n.gadaleta@biologia.uniba.it Facoltà di Scienze Biotecnologiche Corso di Laurea in Biotecnologie Sanitarie e Farmaceutiche Biochimica e Tecnologie Biochimiche DISPENSA

Dettagli

IMMUNOLOGIA. L IMMUNOLOGIA studia i meccanismi messi in atto dal sistema immunitario nella protezione dell'organismo.

IMMUNOLOGIA. L IMMUNOLOGIA studia i meccanismi messi in atto dal sistema immunitario nella protezione dell'organismo. IMMUNOLOGIA L IMMUNOLOGIA studia i meccanismi messi in atto dal sistema immunitario nella protezione dell'organismo. L'IMMUNOPATOLOGIA analizza i casi in cui il sistema immunitario non funziona correttamente:

Dettagli

STENOSI CAROTIDEA. Influenza del controllo glicemico. Este, 29 novembre 2013. giuseppe panebianco

STENOSI CAROTIDEA. Influenza del controllo glicemico. Este, 29 novembre 2013. giuseppe panebianco STENOSI CAROTIDEA Influenza del controllo glicemico Este, 29 novembre 2013 giuseppe panebianco Difficoltà di determinare una correlazione tra correzione terapeutica dell iperglicemia e riduzione delle

Dettagli

INTERAZIONE DI PROTEINE CON SFINGOLIPIDI

INTERAZIONE DI PROTEINE CON SFINGOLIPIDI Seminario Rafts INTERAZIONE DI PROTEINE CON SFINGOLIPIDI Motivi strutturali coinvolti nell interazione di proteine con sfingolipidi e colesterolo (1) Uno dei primi passi per l identificazione di tale motive

Dettagli

IL CIRCOLO SISTEMICO

IL CIRCOLO SISTEMICO IL CIRCOLO SISTEMICO Trasporto rapido delle sostanze (convezione) Adattamento del trasporto delle sostanze FUNZIONE DEL SISTEMA CIRCOLATORIO Omeostasi Comunicazione chimica Sistema cardiovascolare Schema

Dettagli

EPITHELIAL TO MESENCHYMAL TRANSITION (EMT) IN DEVELOPMENT AND DISEASES. Cristina Valacca 18 Maggio 2012

EPITHELIAL TO MESENCHYMAL TRANSITION (EMT) IN DEVELOPMENT AND DISEASES. Cristina Valacca 18 Maggio 2012 EPITHELIAL TO MESENCHYMAL TRANSITION (EMT) IN DEVELOPMENT AND DISEASES Cristina Valacca 18 Maggio 2012 DEFINIZIONE L'EMT è un processo biologico che consente a una cellula epiteliale di iniziare numerosi

Dettagli

www.mondialrelax.it - info@mondialrelax.it - Numero Verde : 800-911914

www.mondialrelax.it - info@mondialrelax.it - Numero Verde : 800-911914 La magnetoterapia è una forma di fisioterapia che utilizza il magnetismo terrestre, risorsa presente in natura necessario per tutte le forme di vita. La magnetoterapia può essere di bassa e alta frequenza

Dettagli

Presentazione dell antigene tramite TCR

Presentazione dell antigene tramite TCR Presentazione dell antigene tramite TCR Elena Adinolfi Il recettore della cellula T (TCR) Il TCR è il recettore per l antigene delle cellule T. In maniera analoga a quanto accade per le cellule B ad ogni

Dettagli

Corso di Laurea in Infermieris0ca. Disciplina: Anatomia Patologica Docente: Prof. Santo Giovanni LIO

Corso di Laurea in Infermieris0ca. Disciplina: Anatomia Patologica Docente: Prof. Santo Giovanni LIO Corso di Laurea in Infermieris0ca Disciplina: Anatomia Patologica Docente: Prof. Santo Giovanni LIO L anatomia patologica studia le alterazioni di cellule e tessu? provocate dalle mala@e, allo scopo d

Dettagli

Dal DNA all RNA. La trascrizione nei procarioti e negli eucarioti

Dal DNA all RNA. La trascrizione nei procarioti e negli eucarioti Dal DNA all RNA La trascrizione nei procarioti e negli eucarioti DOGMA CENTRALE DELLA BIOLOGIA MOLECOLARE Gene Regione di DNA che porta l informazione (= che CODIFICA) per una catena polipeptidica o per

Dettagli

Farmacodinamica II. Mariapia Vairetti. Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Sezione di Farmacologia e Tossicologia Cellulare e Molecolare

Farmacodinamica II. Mariapia Vairetti. Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Sezione di Farmacologia e Tossicologia Cellulare e Molecolare Farmacodinamica II Mariapia Vairetti Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Sezione di Farmacologia e Tossicologia Cellulare e Molecolare Processo di riconoscimento fra farmaco e recettore TIPI DI

Dettagli

CLASSIFICAZIONE del DIABETE

CLASSIFICAZIONE del DIABETE Il DIABETE Malattia cronica Elevati livelli di glucosio nel sangue(iperglicemia) Alterata quantità o funzione dell insulina, che si accumula nel circolo sanguigno TASSI di GLICEMIA Fino a 110 mg/dl normalità

Dettagli