Focus group 1. Ruolo degli infermieri e human caring

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1 Focus group 1 Ruolo degli infermieri e human caring

2 1 Un breve riepilogo Partiamo dalla frase finale della plenaria: La cura è nelle mani degli infermieri e non dei medici. Questo vuol dire che, nella sua essenza, la professione infermieristica è: a) essenzialmente votata al prendersi cura; b) la sua vocazione è essenzialmente umana.

3 2 LA PROFESSIONE INFERMIERISTICA È ESSENZIALMENTE VOTATA ALLA CURA: Perché l infermiere al contrario del medico ha un esperienza immediata della sofferenza del paziente (ne tocca il corpo). Perché la condizione del paziente è di inferiorità quindi chiama alla responsabilità. La vulnerabilità e la dipendenza dei malati vincolano chi si cura di loro.

4 3 La professione infermieristica ha una vocazione essenzialmente umana: Perché sperimenta senza schermi difensivi la condizione di radicale vulnerabilità propria e del paziente. In ciò essa fa esperienza piena della reciprocità che sta alla base di ogni relazione buona. Dunque essa è essenzialmente etica e filosofica. La sofferenza altrui pone domande fondamentali sul senso della vita in generale, alcune senza risposta, capaci però tanto di motivare profondamente che di distruggere ogni motivazione (sfida).

5 4 ciò che implica il prendersi cura Prendersi cura dell altro e di sé (focus 1) Prendersi cura del contesto (focus 2) L invisibile del prendersi cura (focus 1 e 2) Il prendersi cura nell ottica della sostenibilità del sistema (focus 3) L invisibile è ogni attività di riflessione e comprensione ex post (ad esempio, questo focus group).

6 5 prendersi cura dell altro Prendersi cura dell altro. Tipologia delle azioni: 1 Prestare attenzione 2 Dedicare tempo 3 Comprendere l altro 4 Stabilire una relazione 5 Soddisfare i bisogni 6 Preoccuparsi della dimensione emozionale 7 Avere rispetto

7 6 Più in dettaglio: Prestare attenzione: Tenere lo sguardo sul paziente Ascoltare Saper osservare in base all esperienza (ed. viso che non convince) Dedicare tempo: Prendersi tempo (pochi minuti) per stare con l altro Esserci in silenzio Piccole azioni extra protocollari

8 7 Essere capaci di empatia Comprendere l altro: Stabilire una relazione: Soprattutto attraverso la gestualità fisica: stringere la mano, baciare, accarezzare, sedersi accanto, sorridere Attraverso la parola: chiamare per nome, dichiararsi disponibili Soddisfare i bisogni: Lenire il dolore, aiutare il paziente a mantenere il suo modo di vivere e nella cura del corpo, esaudire piccole richieste

9 8 Preoccuparsi della dimensione emozionale: Tranquillizzare, rassicurare, incoraggiare, coltivare la fiducia, sincerità Avere rispetto: Preservare la dignità del paziente Agire con delicatezza fisica e/o psicologica Essere presenti in modo non intrusivo Rispettare i tempi del paziente (fondamentale con gli anziani)

10 Video 3

11 9 la cura di sé da parte dell infermiere Azioni dell infermiere su se stesso: Accettazione della propria vulnerabilità e fallibilità (vedi anche scheda 11). Accettazione che una parte del dolore dei propri pazienti è impossibile da lenire. Accettazione che alcuni interrogativi posti dalle malattie degenerative croniche o altre sono senza risposta. In tutti i casi, necessità di una riflessione costante che tenga vivo sia l interrogativo sul senso di tutto questo che sulla natura etica del prendersi cura, che ci vincola comunque ad occuparci degli altri perché in questo risiede l umano, dunque il senso.

12 10 Avere soddisfazioni e interessi ossia ricevere soddisfazioni anche al di fuori del mondo ospedaliero. Il prendersi cura, come il bene, sono contagiosi: chi ne è stato oggetto tenderà a riprodurli. Le statistiche mostrano che gli infermieri che mostrano particolare durezza o addirittura sadismo verso i pazienti spesso provengono da storie di disagio (abusi ecc.), cioè non hanno vissuto l esperienza dell essere oggetti di cura.

13 11 Azioni dell infermiere col paziente: Reciprocità tra infermieri e pazienti: esclusione del modello dell angelo del sacrificio, perché prendersi cura non vuol dire sacrificio incondizionato. Le relazioni buone (di dono e non di scambio) avvengono infatti all insegna della reciprocità. Capire la propria vulnerabilità da parte dell infermiere (vedi scheda 9) implica anche il porre dei limiti chiari nel rapporto col paziente proprio perché l infermiere non è onnipotente (pericolo dato dalla capacità manipolativa dei soggetti deboli).

14 12 Azioni dell infermiere coi colleghi: È meglio evitare imposizioni o contrapposizioni ma dare il buon esempio in modo silenzioso in modo da evitare invidie. L esempio silenzioso è quello che viene imitato di più, perché si permette al collega di avvicinarsi a noi, non siamo noi che gli andiamo incontro (ciò che può essere visto come una minaccia). Fondamentale costruire l onesta coscienza di fare quello che si può, al meglio che si può, nella consapevolezza della propria umanità e finitezza.

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