Focus group 3. Caring filosofico e situazioni di cronicità
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- Donato Rota
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1 Focus group 3 Caring filosofico e situazioni di cronicità
2 1 Qualche dato di partenza Le malattie croniche nel mondo sono la prima causa di morte e disabilità (9 milioni di morti/anno e 150 milioni di anni di vita in buona salute persi) e nei Paesi UE determinano il 75% della spesa sanitaria. In Europa occidentale sono responsabili dell 86% dei decessi e del 77% del carico di malattia complessivo.* L analisi multivariata su diseguaglianze di istruzione e reddito mostra un aumentano il rischio di patologia cronica. Il Lazio, la Sardegna e la Calabria hanno valori % di malattie croniche superiori.
3 2 Il 18% degli italiani tra i 18 e 69 anni hanno una patologia cronica e la prevalenza aumenta con l età e con le diseguaglianze. Le patologie respiratorie croniche in Italia sono la terza causa di morte, dopo i tumori e i problemi cardiaci: Lazio, la Sardegna e la Calabria hanno valori % superiori. Il diabete mellito è più diffuso tra gli uomini con bassa scolarità e reddito e con un età avanzata: Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia hanno valori % superiori. Fonte: Il Sole 24Ore Sanità 10/16 aprile Studio Passi, e 1/14 maggio 2012 I conferenza europea sull empowerment, Copenhagen.
4 3 il caring generativo In questa situazione, è chiaro che è fondamentale lo sviluppo della dimensione assistenziale sulla base di una concezione umanizzata della cura, ma anche implementare il più possibile il principio di sussidiarietà. Caring generativo: capacità di generare nella persona nuovi di stili di vita e farsi carico della propria salute. Non comprende quindi l assistenza dovuta. È il punto in cui la tecnica è maggiormente di ostacolo e se ne misurano i limiti. L intervento tecnico si conclude, non genera ulteriori conseguenze (erogazione di prestazione). Inoltre, la tecnica, di suo, de-responsabilizza e rende tutto standardizzato. Qui siamo in un contesto dove si dà per scontato che la cura/assistenza siano personalizzate e attuate secondo il caring.
5 4 caring filosofico e caring generativo Il c. g. dovrebbe proprio essere lo scopo in vista del quale introdurre i saperi umanistici nel contesto di cura. Nell ambito ospedaliero normale vige ancora la logica dell e e (approccio tecnico E mitigazione umanistica). Qui per definizione siamo in un ambito extra tecnico, un territorio dove procedure e strumenti standard non valgono. L operatore è solo, solo con la sua esperienza, la sua saldezza e debolezza di essere umano, e il suo senso morale. E deve decidere.
6 5 le sfide del c. g. Proprio per questo però qui non si può prescindere dalla capacità osservativa e decisionale dell infermiere (DEVE decidere: che fare, che dire, cosa la persona dovrà sapere/fare). Qui non si può prescindere dall andare oltre regole e gerarchie. Qui non si può prescindere da minori vincoli. Qui non si può prescindere da abilità comunicative e relazionali, da valutare anche nella selezione del personale, né dalla costruzione di un rapporto col paziente. Si va quindi oltre il non ho tempo. Il c. g. non è solo una buona pratica (come il caring) ma deve creare un valore aggiunto.
7 6 Un altro punto importante. Si può trarre ispirazione dalla generatività che esiste anche fuori il luogo di cura/assistenza (banche del tempo, associazioni di mutuo aiuto o soccorso): rendere il paziente e/o il contesto familiare esperti: per renderli più autonomi, almeno nelle decisioni; perché poi insegni(no).
8 7 Il tutto, nell ottica della sostenibilità del sistema. Ci possono essere effettivamente dei risparmi, nel senso di minori ricoveri (il paziente è seguito da un infermiere che può dire se è il caso; aiuto decisivo dal fascicolo informatico), minore medicalizzazione, minore uso di medicine/esami. Soprattutto però migliore utilizzo di ciò che c è già. Più tempo per gli infermieri. Si tratta quindi di capire il senso da dare alla s. d. s.
9 8 problemi nella formazione Tutta sbilanciata sull assistenza in ospedale. Contraddizione tra efficacia ed efficienza. Ancora incentrata sulla patologia. Tendenza a privilegiare l adeguamento ai dettati normativi più che a recepire le istanze e favorire maggiore flessibilità, indispensabile per recepire le istanze delle persone o del territorio.
10 9 azioni Livello micro Eliminazione degli orari di visita (osmosi internoesterno). Di per sé non generativo a meno che non uso il tempo a letto per insegnare a lui o ai familiari (che così sono anche più coinvolti nelle decisioni). Creare e riconoscere la competenza del paziente (es. autonomia nella gestione dei farmaci). Spesso invece oggi ci si sostituisce al paziente e alla sua competenza. Se possibile, spostare tutto a livello di gruppo. Evitare l eccesso di medicalizzazione. Tutti eventi misurabili.
11 10 Azioni a livello meso Sono tutte guidate dal principio di sussidiarietà. Job-sharing: devolvere attività aiutando la famiglia a personale selezionato e controllato (garanzia dell ordine) e a prezzi calmierati. Accesso privilegiato a percorsi triage dedicati. Cooperazione coi mmg permette di conoscere la storia e le reali esigenze. Anche il fascicolo elettronico. Si risparmia su trattamenti o ricoveri inutili e non si deve ripetere ogni volta l esame.
12 11 Valutazione della persona ricoverata prima e dopo il ricovero da parte del personale infermieristico.
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