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1 CORTE DI GIUSTIZIA POPOLARE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE III CONGRESSO NAZIONALE IL DIRITTO ALLA SALUTE: UN DIRITTO INALIENABILE CRITICITA A CONFRONTO COMMISSIONE TECNICA NAZIONALE DIPARTIMENTO OSTEOARTICOLARE FederAnziani - Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute Via Orazio, Roma - Tel Fax C.F: segreteria.presidenza@federanziani.it - segreteria@cortegiustiziapopolare.it -

2 Artrosi L osteoartrosi ha un enorme impatto sulla qualità di vita del paziente, tale da essere considerata quasi un epidemia, sia in Europa che nel resto del mondo, è considerata infatti la patologia articolare più diffusa al mondo (10% della popolazione mondiale). Le attività quotidiane possono diventare difficoltose per la maggior parte dei pazienti. Ricerche condotte in Europa indicano che il 57-81% dei pazienti accusa dolore costante e va incontro a limitazioni dell attività quotidiana, il 38-52% dei pazienti afferma di non riuscire a fare ciò che vorrebbe nelle attività di tutti i giorni. L artrosi in Italia colpisce il 18% della popolazione generale (19-60 anni) e l 80% degli over 60 ed è la causa più importante di dolore tra le malattie articolari. Tra costi diretti e indiretti, il costo sociale è di oltre l anno per paziente. L osteoporosi colpisce 200 milioni di persone nel mondo; in Europa, ogni 30 secondi una persona con osteoporosi subisce la frattura di un arto o di una vertebra. In Italia ne sono affetti 5 milioni di persone, di cui l 80% sono donne in menopausa. Ogni anno l osteoporosi causa fratture del collo del femore, che generano una mortalità del 20% nei 12 mesi successivi al trauma, un 30% di invalidi permanenti, e un 40% di pazienti che perdono la capacità di camminare autonomamente. L osteoporosi costa al SSN 1,5 miliardi di euro l anno, di cui un miliardo copre i costi relativi alle fratture femorali. Altri tipi di fratture causate dall osteoporosi sono sottostimate, poiché non sempre causano ricovero. La prima tappa della prevenzione è il cambiamento degli stili di vita: l alimentazione ricca in calcio ( mg/die) e Vit. D e con apporto di sodio e proteine controllato favorisce sviluppo e mantenimento del tessuto osseo. La dieta previene inoltre l obesità, nota come il maggior fattore di rischio per malattie articolari. L esercizio fisico aiuta a fissare il calcio nelle ossa: nove mesi di ginnastica minuti per 3 volte alla settimana hanno provocato un aumento della densità ossea (vertebre lombari) del 5,2% in un campione composto da donne in menopausa. Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 2/7

3 Tra le principali classi farmacologiche prescritte per le patologie osteoarticolari, il 72% è costituito da FANS, l 11% da analgesici non narcotici, il 3% dagli steroidi sistemici e un altro 3% dai miorilassanti. Il 6% comprende una serie di altri rimedi, di cui il 41% è rappresentato dall acido ialuronico ad alto peso molecolare, il 37,2% da glucosamina solfato, il 21% da condroitinsolfato e lo 0,3% dalla dicereina. L acido ialuronico, quindi, è utilizzato nel 2,5% circa dei casi, nonostante ne sia stata dimostrata l efficacia nel trattamento della gonartrosi grazie all effetto lubrificante e protettivo dei tessuti unito ad una riduzione quasi totale del dolore nel 90% dei casi, limitando o eliminando in questo modo anche l assunzione di FANS. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, i costi relativi al trattamento delle osteoartriti è destinato ad aumentare di anno in anno. Il numero di interventi chirurgici per la sostituzione protesica dell anca è passato da nel 2001 a oltre nel 2012; con un incremento del 5% annuo, ed una spesa di 1,3 miliardi di euro per operazioni e ricoveri, con costi aggiuntivi per la riabilitazione che superano i 500 milioni di euro. Osteoporosi L osteoporosi è una malattia ad alta incidenza che interessa entrambi i sessi, ma in particolare il sesso femminile dopo la menopausa. La rarefazione e il deterioramento della micro-architettura della massa ossea comporta una fragilità ed un aumento del rischio di fratture. In molti casi i traumi lievi sono solo una causa apparente delle fratture, che invece sono dovute a fragilità ossea da osteoporosi. Pertanto il rischio che corrono i soggetti affetti da osteoporosi è quello di fratturarsi sia per traumi minimi, che spontaneamente per ridotta densità della massa ossea e per deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. L osteoporosi è responsabile in Italia di oltre fratture di femore ogni anno, con una mortalità del 20% nei 12 mesi successivi al trauma, un 30% di Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 3/7

4 invalidi permanenti, e un 40% di pazienti che perdono la capacità di camminare autonomamente. Considerando che si tratta di una malattia cronica legata all età e che l andamento demografico del nostro Paese sta registrando un progressivo invecchiamento della popolazione, è facile dedurre che la diffusione dell osteoporosi è destinata ad aumentare. Questa previsione è già evidente analizzando la percentuale di individui affetti da questa patologia in Italia dal 1993 ad oggi, soprattutto per quanto riguarda il sesso femminile. Infatti le donne con età compresa fra i 65 ed i 74 anni che nel 1993 avevano l osteoporosi erano 23,4 su 100 individui, mentre nel 2013 sono state 32,1, con un aumento percentuale del 37,2%. Analizzando invece i dati per la fascia d età over 75, si può notare un trend ancora più marcato dell aumento della diffusione di questa patologia; da 29,2 donne su 100 dell anno 1993 si è passati a 49 donne su 100 nel 2013, quasi la metà delle over 75, con conseguente aumento percentuale del 67,8%. Gli uomini con età compresa fra 65 e 74 anni colpiti da osteoporosi nell ultimo ventennio ( ) sono diminuiti passando da 5,2 a 4,1 individui su 100. Tale percentuale mostra un incremento nella popolazione maschile over 75, essendo stata pari a 10,7 nel 1993 e 11,1 nel 2013, a dimostrazione dell incidenza di questa patologia prettamente sul sesso femminile. Nell Unione Europea (UE) si è stimato che nel 2010 sono stati 5,5 milioni gli uomini e 22 milioni le donne affette da osteoporosi. Dei paesi dell Unione, la Germania ha avuto il numero più alto di osteoporotici, circa un milione di uomini e 4 milioni di donne over 50, con una prevalenza rispettivamente del 6,6% e 22,1%. Per gli uomini over 50 la prevalenza ha assunto valori compresi fra 5,7% in Slovacchia e 6,9% in Grecia, Italia e Svezia; per le donne fra 19,3% della Bulgaria e 23,4% dell Italia. Complessivamente nel 2010 nei Paesi dell UE le fratture, che costituiscono la principale manifestazione clinica dell osteoporosi, sono state 3,5 milioni, includendo approssimativamente fratture dell anca, fratture vertebrali, fratture dell avambraccio e altre fratture. Ciò equivale a dire fratture al giorno e 390 all ora. Due terzi di tutte le fratture ha interessato le donne. Nel 2010, la Germania ha avuto il più alto numero di fratture per tutte le tipologie (approssimativamente Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 4/7

5 ), sia per gli uomini che per le donne. Nello stesso anno, nell UE sono state stimate morti conseguenti a fratture. Complessivamente nelle donne, circa il 50% dei decessi connessi a fratture ha riguardato l anca, il 28% le vertebre ed il 22% altre tipologie di fratture. Tali proporzioni negli uomini sono state, rispettivamente, 47%, 39% e 14%. La maggior parte delle fratture si verifica negli over 50, in conseguenza dell osteoporosi e del suo manifestarsi all avanzare dell età. Nel 2010 la quota di spesa sanitaria allocata all osteoporosi ha mostrato differenze marcate fra i Paesi, variando dallo 0,7% di Lussemburgo al 5,2% di Cipro. La quota italiana è stata superiore alla media europea (3%), in quanto pari al 4,7%. I costi diretti per fratture nell UE sono stati 24,6 miliardi di euro. I costi per interventi farmacologici, invece, sono stati 2,1 miliardi. In media il costo diretto pro capite per frattura osteoporotica è stato 75 euro per ogni individuo dell UE, il più alto è stato quello della Danimarca (188 euro), il più basso quello della Romania e della Bulgaria (6 euro); quello dell Italia è stato pari a 117 euro. In Italia, nel 2013, dei individui di età pari o superiore a 18 anni, trattati con farmaci per l osteoporosi, (33% circa) sono stati di età compresa fra 66 e 75 anni e (43% circa) over 75 ed hanno rappresentato rispettivamente il 6% e l 8,4% del totale degli assistibili. I costi diretti delle fratture del femore negli anziani a carico del SSN sono di circa 8,5 miliardi di euro (in più va computato 1 miliardo di spesa da parte dell INPS per le pensioni di invalidità). I costi indiretti non sono da trascurare; essi derivano dalla perdita di produttività, dalla necessità di assistenza domiciliare e dall impegno economico della famiglia per l assistenza. È facile comprendere come questa classe di costo sia difficile da quantificare, anche se a livello internazionale si è stimato che nel 2004 il totale dei costi (sia diretti che indiretti) medi sostenuti da un paziente ad un anno sono stati euro per la frattura d anca, euro per frattura vertebrale e euro per frattura del polso. Questa patologia ha importanti ripercussioni sulla qualità della vita e sulla serenità dei pazienti o dei loro cari, a causa per esempio della disabilità che può portare. Sulla base di questa riflessione bisognerebbe di sicuro affiancare ai costi diretti ed indiretti una classe di costi anomala in quanto non esprimibile in Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 5/7

6 termini numerici; si tratta di quei costi che si potrebbero definire pertanto intangibili e sono identificabili nel dolore, nella sofferenza e nella compromessa qualità della vita. Il costo più alto che si registra, purtroppo, è quello legato alla perdita della vita, dato che tra gli anziani le fratture da fragilità ossea sono una delle principali cause di mortalità. Dal 2025 è previsto un incremento del 29% del numero di fratture causate da questa vera e propria problematica sociale. Durante il III Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute un tavolo di lavoro analizzerà la prevenzione, la diagnosi e la cura delle complicanze dell osteoporosi così come la sostenibilità della gestione di questa patologia per l intero Servizio Sanitario Nazionale. Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 6/7

7 SSN: CRITICITÀ E SOLUZIONI A CONFRONTO - Prevenzione e stile di vita - La corretta alimentazione: una forma di prevenzione delle fratture - L importanza di una continua attività motoria per una buona prevenzione dell osteoporosi - Valutazione costo-beneficio della prevenzione dell osteoporosi - Prevenzione obbligatoria: una soluzione concreta - Il male silenzioso: l osteoporosi - Umanizzazione del rapporto medico-paziente: una esigenza primaria - Diffusione della MOC: una forma di prevenzione e di risparmio lungimirante per il Sistema Sanitario Nazionale - Accesso alle cure ortopediche: differenze regionali -Disomogeneità territoriali del protocollo terapeutico regionale (PTR) e ospedaliero (PTO) - Accesso al pronto soccorso per evento traumatico: un trauma ulteriore - Gestione e personalizzazione della terapia chirurgica nel paziente anziano: percorsi dedicati - Le difficoltà di accesso alla chirurgia protesica innovativa - La lotteria della protesi: una scelta del medico o della ASL? - Informazione e comprensione del paziente sull importanza delle diverse forme di terapia: medica, chirurgica - L importanza della mobilizzazione precoce del paziente anziano dopo chirurgia - Riabilitazione post-chirurgica con percorsi specifici - Riabilitazione: gestione ambulatoriale o domiciliare? - Diffusione dei centri di riabilitazione in Italia: insufficiente? - Riabilitazione: privata o pubblica? - Analisi dei costi sociali della riabilitazione - Riabilitazione: costi diretti e indiretti sostenuti dal paziente e dalla famiglia - Ausili per la riabilitazione (medical device): un percorso tortuoso ottenerli - Dolore nella chirurgia ortopedica: inutile e inconcepibile sofferenza dei pazienti - Valutazione dei centri di eccellenza nel trattamento del paziente ortopedico Commissione Tecnica Nazionale Dipartimento OSTEOARTICOLARE 7/7

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