Autorità Portuale della Spezia IL SECOLO XIX

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1 IL SECOLO XIX

2 IL SECOLO XIX

3 IL SECOLO XIX

4 IL SECOLO XIX

5 IL SECOLO XIX

6 IL SECOLO XIX

7 IL SECOLO XIX

8 IL SECOLO XIX

9 IL SECOLO XIX SHIPPING ON LINE

10 IL SOLE 24 ORE

11 IL SOLE 24 ORE

12 L UNITA AVVENIRE

13 CORRIERE MERCANTILE

14 CORRIERE MERCANTILE

15 LA REPUBBLICA

16 GAZZETTA MARITTIMA

17 GAZZETTA MARITTIMA

18 L AVVISATORE MARITITMO

19 L AVVISATORE MARITTIMO

20 L AVVISATORE MARITITMO

21 L AVVISATORE MARITTIMO

22 L AVVISATORE MARITTIMO

23 L AVVISATORE MARITTIMO

24 L AVVISATORE MARITTIMO

25 INFORMARE L'Antitrust ha avviato un'indagine su 20 società di spedizione e su Fedespedi L'istruttoria dovrà verificare se gli operatori si sono accordati per definire entità e modalità dell'aumento dei prezzi da applicare alla clientela L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha reso noto oggi di aver deciso nella riunione dello scorso 18 novembre di avviare un'istruttoria per verificare se 20 società, attive nel settore delle spedizioni di merci su strada da e per l'italia, abbiano realizzato, insieme con l'associazione di categoria Fedespedi, un'intesa restrittiva della concorrenza. L'Antitrust ha precisato che, secondo alcune segnalazioni ricevute dall'autorità, le 20 società, tra cui spiccano, per fatturato e dimensione internazionale, DHL Global Forwarding Agility Logistics, Saima Avandero e Schenker Italiana, avrebbero scambiato, in occasione di riunioni nell'ambito dell'associazione Fedespedi, rappresentativa di circa spedizionieri di merci in Italia, informazioni sull'incidenza dell'incremento dei costi (quali, ad esempio, il costo del carburante, i pedaggi stradali e alcuni costi amministrativi) per concordare entità e modalità di aumento dei prezzi da applicare alla clientela. Al termine delle riunioni, inoltre - ha spiegato l'autorità - la Fedespedi avrebbe, con circolari alle imprese ed alle associazioni aderenti e comunicati stampa, agevolato le aziende nell'applicare alla clientela gli incrementi di prezzo precedentemente concordati in ambito associativo. Secondo l'antitrust, dalle informazioni disponibili si può desumere l'esistenza, quanto meno a partire dalla fine del 2002 e fino al mese di settembre 2007, di un reciproco scambio di informazioni sensibili e di un coordinamento delle strategie commerciali tra le società Agility, Albini & Pitigliani, Brigl, Cargo Nord, Dhl, Ferrari, Francesco Parisi, Gefco, Geodis, I-Dika, Italmondo, Italsempione, Itk, ITX Cargo, Rhenus, Saima, Schenker, Sittam, Transervice e Villanova, che rappresentano i principali operatori del mercato, e il coordinamento delle rispettive condotte commerciali si sarebbe realizzato attraverso numerosi e regolari incontri tra tali imprese, anche con il contributo organizzativo dell'associazione di categoria Fedespedi.

26 INFORMARE In ottobre il traffico nel porto di Genova è diminuito del 13,1% Nei primi dieci mesi del 2009 la flessione è stata del 14,6% Lo scorso mese il traffico nel porto di Genova è diminuito del 13,1% attestandosi a 4,1 milioni di tonnellate rispetto nell'ottobre 2008, mese nel quale erano state movimentate 4,7 milioni di tonnellate (-6,1% sull'ottobre 2007) e che mostrava già gli effetti della recessione economica mondiale sul traffico delle merci via mare. Il comparto delle merci varie ha totalizzato 2,1 milioni di tonnellate (-9,4%), di cui 1,3 milioni di tonnellate di merci in container (-11,0%) e 739mila tonnellate di merci convenzionali (-6,4%). La movimentazione dei container è stata pari a teu (-14,2%), di cui teu movimentati al terminal VTE (-17,7%) e teu movimentati al terminal SECH (+4,4%). Le rinfuse secche industriali sono state 261mila tonnellate (+0,4%), mentre le rinfuse secche movimentate al terminal di Ponte San Giorgio sono ammontate a 191mila tonnellate (+12,8%). Accentuato il calo degli oli minerali, scesi del 22,9%a 1,4 milioni di tonnellate, così come quello delle altre rinfuse liquide, che sono state pari a 89mila tonnellate (-11,0%). In sensibile aumento il traffico dei passeggeri (+16,3%), grazie principalmente all'aumento dei crocieristi (+43,8%).

27 INFORMARE Intercontainer-Interfrigo ha rilevato una crescita della domanda di trasporto intermodale In programma per il 2010 ulteriori collegamenti tra il mercato svizzero e i porti Intercontainer-Interfrigo (ICF) ha rilevato dall'inizio dello scorso mese una crescita della domanda nel settore del trasporto intermodale non accompagnato. In particolare, l'azienda elvetica ha registrato un accentuato aumento della domanda di trasporto di container e swap body nei traffici tra Germania e Austria e nell'europa sud-orientale ed una ripresa dei volumi di traffico nel mercato svizzero. Tali segnali di crescita hanno indotto la società ad aumentare l'offerta, che era stata ridotta con la crisi economica. Tra le misure assunte figura l'inserimento di un'ulteriore partenza settimanale nei servizi intermodali tra la Germania e la Grecia e tra la Germania/Austria e l'ungheria. Inoltre è stato aggiunto un ulteriore viaggio settimanale sulla direttrice Germania-Scandinavia ed è previsto un aumento dell'attività anche in Turchia. Per il mercato svizzero, ICF ha annunciato per il prossimo anno l'avvio di servizi aggiuntivi di collegamento con i porti in caso la domanda mantenga l'attuale elevato livello.

28 INFORMARE Assologistica, Assiterminal, Assoporti e Confetra protestano per i devastanti effetti sui terminal portuali del nuovo decreto sulla security Il rischio immediato - sottolineano le associazioni - è quello di un blocco totale Assologistica, Assiterminal, Assoporti e Confetra hanno inviato alla Commissione Interministeriale per la Sicurezza Marittima (CISM) e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lettere di protesta per gli effetti devastanti sui terminal portuali determinati da un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 5 novembre che regola le disposizioni per l'affidamento dei servizi di sicurezza sussidiaria nell'ambito dei porti, delle stazioni ferroviarie, delle metropolitane e delle linee di trasporto urbano. Con il provvedimento, i cui contenuti sono diventati evidenti in queste ore - hanno spiegato oggi le associazioni - «il ministero degli Interni ha azzerato di fatto tutte le normative e le metodologie di security sulla base delle quali in questi anni i singoli gestori di terminal portuali (anche affrontando consistenti investimenti) avevano ottemperato alle normative internazionali sulla sicurezza e sulla prevenzione in particolare contro il pericolo terrorismo». In particolare - hanno precisato - «il decreto prevede che la security anche nei terminal portuali debba essere affidata a guardie particolari giurate, esattamente come accade negli aeroporti (che hanno problematiche e dinamiche operative profondamente differenti) e che la definizione delle modalità di espletamento dei controlli di sicurezza sia di competenza del questore. Il personale di security dovrebbe quindi rispondere gerarchicamente e organizzativamente alla Polizia di Stato». «Con il decreto appena pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale - hanno rilevato Assologistica, Assiterminal, Assoporti e Confetra - vengono di fatto azzerate le competenze delle Capitanerie di Porto e tutto quanto previsto dal Programma nazionale di sicurezza marittima emanato con decreto del 20 giugno 2007 dal ministero dei Trasporti in ottemperanza alle normative internazionali in materia. Sparirebbe quindi il Port Facility Security Plan e anche il Port Facility security officer, ovvero quegli strumenti operativi pianificati e realizzati per realizzare forme di security efficaci, compatibili con l'attività di un terminal portuale». «Di fatto già oggi i terminal, con un folle aggravio di costi - hanno sottolineato le associazioni - dovrebbero dotarsi di un mini esercito di guardie giurate e sperare che la Questura ponga in essere metodi organizzativi compatibili con l'operatività del terminal». Secondo Assologistica, Assiterminal, Assoporti e Confetra, il nuovo decreto avrà principalmente quattro effetti negativi. Il primo è quello del rischio immediato è quello di un blocco totale dei terminal. Il secondo quello di un devastante conflitto di competenze fra Autorità marittime, Questure e Polizia di Stato. Il terzo di un brusco e insopportabile aggravio di costi dei terminal costretti a dotarsi di guardie giurate in numero fuori controllo. Infine si creerebbe un paradossale vuoto giuridico istituzionale fra quanto fissano le convenzioni internazionali, quanto previsto dal decreto del 2007 applicativo di queste convenzioni e il recente decreto del ministero degli Interni. Con l'obiettivo di scongiurare che tale scenario diventi realtà, Confetra, quale associazione delle società di trasporto e logistica, l'associazione Porti Italiani (Assoporti) e le due associazioni dei terminalisti portuali Assologistica e Assiterminal hanno presentato separatamente una urgentissima richiesta di spiegazioni chiedendo l'immediata convocazione del Comitato Interministeriale per la Sicurezza Marittima.

29 INFORMARE Costa Crociere ha presentato il quarto bilancio socio-ambientale Tra i risultati conseguiti, la riduzione dei consumi di carburante e di acqua potabile Costa Crociere ha presentato oggi i risultati della quarta edizione del proprio bilancio socioambientale, (anno fiscale dicembre 2007/novembre 2008) redatto secondo le linee guida del Global Reporting Initiative (GRI). La compagnia crocieristica ha sottolineato alcuni dei risultati conseguiti nel corso dell'esercizio, tra cui la riduzione del 5% del consumo di carburante per miglia percorse, passato da 356 kg nel 2007 a 339 kg nel 2008, con una equivalente riduzione della CO2 prodotta. Questa riduzione - ha spiegato Costa - è stata resa possibile da alcuni interventi finalizzati al risparmio nel consumo di energia a bordo, tra cui utilizzo di pitture ecologiche al silicone per lo scafo della nave. Queste pitture riducono il formarsi di microrganismi sullo scafo senza rilasciare sostanze tossiche in mare, aumentandone le prestazioni idrodinamiche. Inoltre a bordo vengono effettuate campagne di informazione sia verso l'equipaggio che i passeggeri per sensibilizzarli contro lo spreco di energia elettrica. Inoltre sono stati registrati una riduzione del 5% del consumo pro capite di acqua potabile a bordo delle navi (per la maggior parte prodotta dall'acqua di mare attraverso l'uso di dissalatori), passato dai 240 litri del 2007 ai 228 litri del 2008, un incremento del recupero di rifiuti speciali, salito dal 26% del 2007 al 30% del 2008 sul totale dei rifiuti speciali prodotti a bordo (pari a kg), ed una riduzione dell'8,5% del garbage (rifiuti assimilabili ai solidi urbani: carta, plastica, vetro, metallo) prodotto al giorno per persona, passato dagli 8,2 litri del 2007 ai 7,56 litri del «Nel 2008, l'anno del 60esimo compleanno di Costa Crociere - ha sottolineato il presidente e amministratore delegato della compagnia, Pier Luigi Foschi - siamo riusciti a far crescere il nostro impegno socio-ambientale di pari passo con i risultati economici nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto abbiamo investito in risorse e ottimizzazione dei processi per mantenere elevata la sostenibilità del nostro business».