1 - CODICE PROGETTO 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL

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1 1 - CODICE PROGETTO 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL ASSISTENZA TECNICA AL TERRITORIO PER L I N D I V I D UAZIONE DI STRUMENTI DI POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO NELL AMBITO DELLE FUNZIONI R E L ATIVE ALLE CONTROVERSIE COLLETTIVE DI LAVORO Il progetto è riconducibile a quella che il Piano Provinciale del Lavoro definisce quale Area 4: Assistenza tecnica al territorio per l innovazione e la gestione del cambiamento. 3 - OBIETTIVI SPECIFICI Descrizione del contesto Analizzando il territorio emergono alcuni dati: persone circa per Kmq di territorio, 6 città, 95 Comuni; 95 realtà locali nelle quali si organizzano e vivono famiglie e strutture; entità sociali, economiche, produttive. Un cittadino su sette è imprenditore, uno su cinque è impegnato concretamente nel volontariato, alta è la concentrazione di musei, biblioteche, teatri, auditori. Il contesto territoriale si presenta fra i più brillanti sullo scenario sociale italiano, è uno scenario articolato e versatile, una sofisticata rete di piccole, medie e grandi imprese in grado di esportare in Europa un modello di produzione competitiva e redditizia. È considerata l area economica fra le più trainanti in Europa, sono infatti presenti quasi tutti i comparti produttivi. Si situa fra le prime 10 province italiane per volume di esportazione (al VI posto con 6,45 mld di euro, dopo Milano, Torino, Vicenza, Bergamo, Brescia). Sono le imprese registrate presso la Camera di Commercio, ossia il 18,5% delle imprese regionali ( imprese in Veneto). La situazione occupazionale è figlia di un tessuto imprenditoriale e industriale, d avanguardia in Italia come in Europa, e pone quindi l esigenza di migliorare la qualità dell occupazione. Il tasso di disoccupazione è del 3,6% nella Provincia di Treviso contro il 12,3% in Italia e il 10,6% in Europa. Il tessuto economico trevigiano è caratterizzato dalla prevalenza della piccola impresa: quasi unità locali (92% del totale) hanno meno di 10 addetti e assorbono il 44% dell occupazione dipendente e indipendente (quasi addetti) Piano Provinciale del Lavoro

2 Vivacità economica, diffusa scolarizzazione, aspettative di medio benessere convivono in modo diffuso, con la difficoltà di reperimento di forza lavoro tradizionale e con la necessità, antitetica ed incombente, di adeguare costantemente, le competenze professionali degli addetti per evitare la loro esclusione dal mercato del lavoro conseguente all introduzione di diverse forme organizzative e nuove tecnologie: i grandi gruppi industriali ed il fenomeno della delocalizzazione delle produzioni a basso contenuto tecnologico. Strategie dell Amministrazione In questo scenario si collocano le nuove competenze assegnate alle Province in materia di lavoro, tra le quali quelle relative alla trattazione delle vertenze collettive. Queste a loro volta si suddividono in due tipologie: a) quelle riguardanti controversie tra impresa e lavoratori che non comportano alcun impatto in termini occupazionali, coinvolgendo prevalentemente la sfera dei rapporti, dell organizzazione e della tutela dei diritti sindacali; b) quelle aventi un forte impatto sui livelli occupazionali, sulle strategie aziendali complessive, sull andamento di un comparto produttivo o di un distretto economico. Il ruolo che l Amministrazione Provinciale intende assumere, in particolare per la seconda fattispecie, attraverso i propri servizi oltre a quello ovviamente di conciliatore di eventuali vertenze, diventa quello di promotore di sviluppo e sostegno territoriale, coniugando all insieme degli strumenti giuridici e normativi esistenti in materia (con particolare riguardo ai cosiddetti ammortizzatori sociali cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà, procedure di mobilità ecc.) i nuovi strumenti delle politiche attive del lavoro che permettono di operare in diverse aree: sostengo ai comparti in difficoltà attraverso politiche di piano distrettuali riconversione e collocamento dei lavoratori esclusi dal mercato del lavoro promozione delle nuove forme organizzative e delle nuove competenze organizzative e gestionali sostegno allo sviluppo del piano di carriera formazione continua, formazione a distanza, stage e tirocini, bilancio di competenze, piani formativi e di riorientamento individualizzati. Piano Provinciale del Lavoro 173

3 Questo comporta per la Provincia il dover a ripensare il servizio: non più in funzione del bisogno ma in funzione del portatore di bisogni ovvero valorizzare tutti quegli strumenti normativi che ottimizzino le possibilità di dialogo e di relazione tra i soggetti e la rete di relazioni che attorno ad esso si sviluppano. Esempi sono la Commissione Provinciale del Lavoro, i Patti Territoriali, gli Accordi di Programma, le Conferenze dei Servizi ed altri ancora. Questo impone la necessità di dotare gli operatori pubblici e privati di linguaggi e modalità progettuali comuni; diversamente sarà difficile ottenere concordanza di intenti rispetto alle singole iniziative. Le ricadute degli interventi possono essere amplificate solo intervenendo in maniera sistemica e con particolare attenzione verso le specificità dei singoli distretti. Per agire nel campo delle Politiche Attive del Lavoro è necessario analizzare il sistema sociale e lavorativo in cui sono e possono essere inseriti i lavoratori. Nella progettazione di sistemi integrati di servizi è necessario tenere conto delle crescenti aspettative dei cittadini e della domanda di servizi di migliore qualità e più accessibili. Di contro vi è anche la necessità da parte delle istituzioni di agire sulle aspettative della comunità, responsabilizzando i singoli attori e portatori di interessi in un ottica di programmazione del benessere e non di gestione dell emergenza. Devono essere individuati degli obiettivi comuni e perseguibili; le grandi macroaree potrebbero essere: a) la condivisione delle collaborazioni tra pubblico e tra pubblico e privato b) lo sviluppo di modelli di valutazione degli interventi anche sul piano economico, per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali ed reinserimento lavorativo dei lavoratori temporaneamente esclusi dal ciclo produttivo c) promuovere come pubblica Amministrazione una progettualità condivisa e buone prassi anche in coordinamento con le Associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali per favorire il rafforzamento di una rete capace di contenere e gestire l impatto sociale di eventuali crisi di comparto sia per quanto riguarda le grandi imprese, sia per il sistema delle piccole aziende. d) sviluppare, codificare, sperimentare e riprogettare buone prassi di intervento e di collaborazione interistituzionale Piano Provinciale del Lavoro

4 La strategia descritta, che ripercorre quanto già sperimentato nel distretto enolocigo coneglianese (vedi scheda ), ha l obiettivo di attivare un processo di sviluppo condiviso del territorio e il contenimento dei fattori di crisi e dei conseguenti effetti in particolare sui livelli occupazionali e sulla qualità e stabilità dell occupazione, è articolato in tre ambiti di attività: 1. animazione: ricognizione, esplorazione e classificazione degli strumenti normativi, delle risorse materiali e immateriali che identificano e qualificano il comparto o l impresa/imprese in crisi. 2. p r o g e t t a z i o n e : traduzione degli interessi delle parti e della comunità in azioni normativamente sostenibili attraverso l utilizzo di tutti gli strumenti (cosiddetti ammortizzatori sociali) misurabili, valutabili, ammissibili alle misure di sostegno finanziario previste dagli strumenti finanziari di livello regionale, nazionale e comunitario attivi 3. attuazione: realizzazione degli interventi e valutazione dei risultati e nel caso di mancato accordo attivazione degli strumenti previsti dalla normativa vigente (L 223/91, L. 236/93, integrazione salariale ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà ecc.). 4 - DESCRIZIONE L animazione prevede: l interazione della Provincia con gli Attori di volta in volta coinvolti nella situazione di crisi attraverso l organizzazione di incontri, sopralluoghi, tavoli di confronto e di studio di eventuali linee di azione ecc. la predisposizione di documenti tecnici (proposte di definizione delle controversie, assistenza tecnica per la predisposizione di piano di riconversione e riorientamento professionale, outplacement) l analisi di documenti. di rilevazione (in particolare di studi di settore, elaborazioni del Laboratorio della Commissione Provinciale del Lavoro, analisi congiunturali ecc.) utili per migliorare la conoscenza dei bisogni del territorio prevedere gli andamenti economici e prevenire aree di crisi. In tale fase il ruolo della Provincia sarà quello di evitare il formarsi di zone d ombre stimolando i soggetti ad attivarsi preventivamente cercando di progettare risposte efficaci che coinvolgano gli attori del sistema produttivo come pure le varie Pubbliche Amministrazioni e gli Enti Locali. La progettazione, parallela a quella di animazione, prevede: Piano Provinciale del Lavoro 175

5 l analisi territoriale volta a definire le caratteristiche del territorio e le tipologie di iniziative coerenti con i fabbisogni ed i fattori di rischio rilevati ed analizzati l analisi tecnica e finanziaria dei progetti di ristrutturazione presentati da imprese e sindacati in caso di crisi di settore o aziendale o di andamenti congiunturali negativi ed eventualmente la definizione degli strumenti più idonei di sostegno. L a t t u a z i o n e è legata alla capacità dei Soggetti coinvolti a rispondere efficacemente alle necessità che si presentano adoperandosi in via preventiva per un corretto utilizzo delle risorse regionali, nazionali e comunitarie a sostegno dell occupazione, dell innovazione tecnologica, dello sviluppo dei mercati, ed alla prevenzione dei richi di esclusione dei lavoratori dal mercato del lavoro (Obiettivo 3 e 4, L.236, FIS; Programmi di Iniziativa Comunitaria, V Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, ecc.). Tale fase presupporrà una verifica ex-post per individuare i punti di forza e di debolezza dell intesa e migliorare quindi la capacità di cogliere le risorse disponibili. Qualora quanto sopra non si realizzi o non dia i risultati attesi dovranno essere attivati tutti gli strumenti di accompagnamento necessari al contenimento dell impatto delle crisi occupazionali (L. 223/91, L. 236/93, integrazione salariale ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà ecc). 5 - MODALITÀ DI ATTUAZIONE, ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI Il Piano Provinciale del Lavoro prevede l attivazione di un laboratorio permanente che trova la sua naturale sede nella Commissione Provinciale del Lavoro. All interno di questo laboratorio (che vede rappresentate sia le componenti tecniche che quelle politico sindacali dei datori di lavoro dei lavoratori, delle fasce deboli) risiedono le competenze necessarie per organizzare le conoscenze, i saperi, diffusi nel sistema economico produttivo trevigiano. A tal proposito il piano demanda a questo laboratorio l analisi delle aree significative del sistema lavoro: gli aspetti socioeconomici l internazionalizzazione del lavoro e la delocalizzazione delle produzioni - gli aspetti ambientali - il mercato del lavoro L attuazione delle predette attività richiede che unitamente agli uffici dell Amministrazione Provinciale vengano costruiti indica Piano Provinciale del Lavoro

6 tori in grado di descrivere in maniera agevole gli andamenti del mercato, anticipare l affermarsi di scenari critici, monitorare il buon andamento del sistema economico produttivo e del mercato del lavoro. A tal scopo diventa indispensabile prevedere l analisi delle problematiche e delle esperienze positive dei vari settori, attribuire livelli di priorità alle diverse problematiche ed alle eventuali azioni positive, avviare confronti con altre realtà per ricercare modalità di approccio innovative alla soluzione delle problematiche ed infine progettare interventi mirati. Territorio provinciale. 6 - LOCALIZZAZIONE Persone occupate a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, disoccupate Imprese Associazioni di categoria datoriali e rappresentanze sindacali Enti locali L articolazione temporale del progetto è evidenziata nella tabella di seguito riportata. 7 - BENEFICIARI 8 - TEMPI DI ATTUAZIONE Assistenza tecnica al territorio per l individuazione di strumenti di politiche attive del lavoro MESI nell ambito delle funzioni relative alle controversie collettive di lavoro Trattazione delle controversie collettive tipologia a) x x x x x x x x x x x x Trattazione delle controversie di tipologia b) 1 x x x x x x x x x x x x Avvio definizione obiettivi, priorità e strategie di intervento x x x Analisi offerta di servizi specialistici. Condivisione con le parti sociali, definizione piano di lavoro. x x x x 1) In via transitoria, in attesa che il progetto sia a regime, le modalità di intervento individuate verranno per quanto possibile garantite. Piano Provinciale del Lavoro 177

7 segue da pag. precedente MESI Raccolta progettualità eventuali proposte. Verifica della fattibilità tecnica, economica e procedurale. Attivazione operatori Centro Risorse per assistenza tecnica. x x x x x x x Monitoraggio e promozione x x x x x x 9 - FABBISOGNI E MODALITÀ DI FINANZIAMENTO L attività in esame è interamente sostenuta all interno bel Bilancio della Amministrazione Provinciale con fondi propri; attraverso l attivazione dei cosiddetti ammortizzatori sociali di volta in volta individuati, attraverso l accesso fonti di finanziamento comunitarie e nazionali, alle auspicabili risorse che dovranno essere opportunamente accantonate nell ambito del riparto regionale dei fondi RISULTATI ATTESI Di seguito sono riportati i risultati attesi a seguito della realizzazione del progetto. Indicatori fisici n. Numero di vertenze 20 Numero di lavoratori interessati 300 Numero di imprese interessate Piano Provinciale del Lavoro

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