/03/2006. Identificativo Atto N. 315 DIREZIONE GENERALE TERRITORIO E URBANISTICA
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1 /03/2006 Identificativo Atto N. 315 DIREZIONE GENERALE TERRITORIO E URBANISTICA PROGETTO DI ADEGUAMENTO E POTENZIAMENTO DELL'IMPIANTO INTERCOMUNALE DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE DI CALOLZIOCORTE (LC). COMMITTENTI: COMUNE DI CALOLZIOCORTE E AZIENDA UNICA SERVIZI MUNICIPALIZZATI S.P.A. DI CALOLZIOCORTE.VERIFICA AI SENSI DELL'ART. 1, COMMA 6, E DELL'ART. 10 DEL D.P.R
2 IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA VALUTAZIONI DI IMPATTO AMBIENTALE VISTO il d.p.r. 12 aprile 1996 Atto d indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40, comma 1, della legge n. 146/1994, concernente disposizioni in materia di valutazione d impatto ambientale, nel seguito richiamato come atto d indirizzo"; VISTI il d.p.c.m. 3 settembre 1999 e il d.p.c.m. 1 settembre 2000, che modificano ed integrano l atto d indirizzo; VISTE le deliberazioni della Giunta Regionale in data 2 novembre 1998, n VI/39305 e 27 novembre 1998, n. VI/39975, aventi ad oggetto Approvazione del documento circa la ricognizione delle procedure amministrative previste dal d.p.r. 12 aprile 1996 e dalla Direttiva del Consiglio del 27 giugno 1985, n 337/85/CEE e Approvazione delle modalità d attuazione della procedura di verifica e della procedura di valutazione d impatto ambientale regionale, di cui alla d.g.r. 2 novembre 1998, n VI / Istituzione di un apposito gruppo di lavoro presso l Ufficio V.I.A. del Servizio Sviluppo Sostenibile del Territorio della Direzione Generale Urbanistica e disciplina delle modalità d acquisizione dei pareri degli enti interessati ; VISTA la legge regionale 3 settembre 1999, n. 20 avente ad oggetto Norme in materia d impatto ambientale, come modificata dall art. 3 della l.r. 24 marzo 2003 n. 3; VISTA la legge regionale 23 luglio 1996, n. 16 e successive modifiche ed integrazioni, nonché i provvedimenti organizzativi della VIII legislatura e, in particolare, la d.g.r del IV provvedimento organizzativo VIII legislatura e il decreto del Segretario Generale n del , con il quale vengono modificate le competenze di alcune Unità Organizzative e Strutture; PRESO ATTO che: a) in data è stata depositata presso la Struttura Valutazioni di impatto ambientale della Direzione Generale Territorio e urbanistica - da parte del Comune di Calolziocorte e dell azienda unica servizi municipalizzati (AUSM) S.p.a. di Calolziocorte (LC) - la richiesta di verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione d impatto ambientale del progetto di potenziamento dell impianto intercomunale di depurazione delle acque esistente nello stesso Comune di Calolziocorte; b) la tipologia progettuale è prevista alla lett. v), "impianti di depurazione delle acque con potenzialità superiore a abitanti equivalenti, del punto 7 dell allegato B all atto di indirizzo; c) il progetto in esame non è localizzato in area naturale protetta come definita ai sensi della l. 394/1991; esso è pertanto soggetto alla procedura di verifica di cui all art. 1.6 ed all art. 10 dell atto di indirizzo; VISTA la documentazione depositata dal Committente, costituita da: - studio ambientale [nel seguito relazione sugli effetti ambientali o r.e.a. ] e documentazione fotografica (doc. 1 2); - studio di incidenza ai sensi del d.p.r. 357/1997 e della d.g.r. VII/14106 (doc. 3); - inquadramento territoriale ed elaborati grafici di progetto (doc. 4 11); - copia dei pareri resi dall Ente gestore del Parco regionale Adda Nord in merito al progetto 1
3 ed alla valutazione di incidenza (doc. 12); RILEVATO che: riguardo alla localizzazione del progetto: il depuratore esistente è situato alla periferia sud dell abitato di Calolziocorte, in località Lavello, stretto fra una zona produttiva e la riva sinistra del fiume Adda, in fregio al torrente Serta, poche decine di metri prima della confluenza nel fiume, poco a valle dell incile del Lago di Olginate, il secondo dei due piccoli bacini formati dall Adda stesso dopo l uscita dal Lago di Como; l ambito territoriale di riferimento è la parte centro-meridionale della Provincia di Lecco, nella fascia di transizione tra l alta pianura e i rilievi prealpini; tale area è assegnabile ai paesaggi delle valli fluviali escavate e delle colline pedemontane nell ambito Lecchese, così come individuati dal Piano territoriale paesistico regionale (PTPR); essa si configura in generale come delicata e caratterizzata da notevoli elementi di pregio ambientale, tra cui molteplici punti di vista panoramici; nel caso specifico, tuttavia, l opera si inserisce nel punto di passaggio tra un contesto fortemente urbanizzato a N e l area naturaliforme della Palude di Brivio, verso S; il sito dell impianto, a ridosso dell Adda, è compreso fra l attraversamento della ferrovia MI-LC e il previsto viadotto del collegamento tra la SP72 e la ex SS639, il cui progetto è stato sottoposto a procedura di v.i.a., conclusasi con decreto regionale n del ; in merito all assetto pianificatorio e programmatico ed al sistema dei vincoli: il sito del depuratore interessa il Parco Regionale Adda Nord; in particolare: - la parte esistente si trova appena fuori del confine del Parco, in area comunque individuata dal Piano territoriale di coordinamento (PTC) come area esterna di particolare valore [art. 5 delle n.t.a del PTC]; - l area destinata all ampliamento ricade nel Parco, in zona di interesse naturalisticopaesistico [art. 21 delle n.t.a.]; non è invece interessata l area di Parco naturale, il cui limite corre non distante, sulla strada alzaia dell Adda; inoltre, due Siti di importanza comunitaria sottendono la fascia dell Adda, rispettivamente a monte e a valle del sito del depuratore: - il SIC Lago di Olginate, che si estende dal ponte della ferrovia verso N; - il SIC della Palude di Brivio, che inizia circa 700 m a S dell impianto; infine, il sito ricade in area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del d.lgs. 42/2004, sia per la presenza del Parco sia in quanto interna alla fascia di 150 m dal fiume Adda; rispetto al PRG, si tratta di un area per standard urbani servizi ed impianti tecnologici ; l impianto ricade a cavaliere tra le fasce A (di deflusso della piena) e B (di inondazione per piena straordinaria) dell Adda, come definite dal Piano per l assetto idrogeologico del bacino del Po (PAI); le condizioni per la compatibilità dell intervento (possibile, trattandosi di adeguamento di impianto esistente) sotto questo aspetto sono definite nello specifico parere emesso dall Autorità di bacino; riguardo all immediato intorno, l impianto - limitrofo ad un area produttiva - dista oltre 200 m dai nuclei residenziali, fatta eccezione per una abitazione a circa 50 m; a ridosso della recinzione, sul fronte S, si trova la piattaforma comunale di raccolta dei rifiuti differenziati; la localizzazione del depuratore e del relativo ampliamento - in quanto infrastruttura di interesse pubblico - non presenta incompatibilità rispetto alle previsioni del PTCP della 2
4 Provincia di Lecco (in particolare con il previsto piano d area riguardante la riqualificazione delle sponde dei laghi e dell Adda), del PTC del Parco, del PRG di Calolziocorte; il depuratore, costruito nel 1981, allo stato attuale ha una potenzialità di abitanti equivalenti (a.e.), e serve il sistema dei collettori fognari del solo Comune di Calolziocorte; il ciclo di trattamento è basato sul processo biologico a fanghi attivi a basso carico, ed in sintesi è così configurato: la linea liquami presenta le sezioni di sollevamento, grigliatura fine, dissabbiaturadisoleatura aerata, ossidazione biologica di nitrificazione, sedimentazione finale, disinfezione mediante clorazione; la linea fanghi comprende stabilizzazione aerobica, ispessimento statico, disidratazione meccanica; l impianto occupa una superficie recintata di m²; l effluente è immesso nel torrente Serta, a 60 m dalla confluenza nell Adda; riguardo alle motivazioni e alle caratteristiche del progetto: esso si prefigge l ampliamento e la riqualificazione dell impianto, con l aumento della capacità di trattamento fino a a.e., sulla base della dinamica demografica, della possibile espansione produttiva e dell estensione del servizio di collettamento delle acque reflue ai Comuni di Monte Marenzo, Torre de Busi e Vercurago, nel rispetto dei valori limite allo scarico in acque superficiali; tale ampliamento comporta la dismissione dei quattro piccoli impianti di Vercurago- Canneto (2.000 a.e.), Vercurago-Gallavesa (1.500 a.e.), Torre de Busi (600 a.e.) e Favirana (1.000 a.e.), che si trovano, per i motivi specificati nella r.e.a., fuori servizio o in funzione con scarsi rendimenti depurativi; la potenzialità di progetto risulta congruente con la previsione del Piano regionale di risanamento delle acque (PRRA) riferita all anno 2016; i dati di base sono riassunti nella seguente tabella [v. r.e.a., capp. 10 e 11]: parametro u.d.m. valore fabbisogno definito dal PRRA residenti a.e fluttuanti a.e carichi industriali a.e totale a.e dati di progetto potenzialità a.e afflusso pro capite L/a.e.*gg 280 portata giornaliera m³/gg portata media oraria Q24 m³/h 467 portata di punta nera Qpn ((1,5*Q24) m³/h 700 portata di pioggia ammessa al biologico (3*Q24) m³/h carico organico BOD5 g/a.e.*gg 70 kg/gg COD g/a.e.*gg 140 kg/gg azoto g/a.e.*gg 21 mg/l 840 fosforo g/a.e.*gg 1,43 mg/l 200 solidi sospesi g/a.e.*gg 56 kg/gg
5 l adeguamento del ciclo di depurazione deve - naturalmente - conformare l impianto ai limiti di emissione prescritti dal d.lgs. 152/1999, come modificato dal d.lgs. 258/2000; a questo riguardo, l obiettivo del progetto è il rispetto dei limiti relativi allo scarico dell effluente in aree diverse da quelle sensibili [tabb. 1 e 3 dell allegato 5 al d.lgs. 152/1999, per impianti di potenzialità superiore a ab.eq.]; i principali fra tali valori limite sono così rappresentati: u.d.m. valori attesi nell effluente [d. lgs. 152/99, tabelle 1 e 3 dell Allegato 5] BOD5 mg/l 25 COD mg/l 125 Materiali in sospensione totali mg/l 35 Azoto ammoniacale (NH4-N) mg/l 15 Azoto nitroso mg/l 0,6 Azoto nitrico mg/l 20 Fosforo totale mg/l 10 l impianto, come configurato nella situazione di progetto, è adeguatamente descritto nella documentazione depositata [v. r.e.a., cap. 11], relativamente alla disposizione dei diversi elementi dell impianto, alle fasi fondamentali del processo depurativo ed alle tecnologie di trattamento; in sintesi, esso è così strutturato: linea acque: - sollevamento iniziale; - grigliatura grossolana (due griglie a pulizia manuale) e grigliatura fine (due griglie a cestello rotative a pulizia automatica); - dissabbiatura-disoleatura aerata, in un nuovo bacino; - trattamento biologico di denitrificazione-nitrificazione a fanghi attivi, in tre linee parallele, di cui una sfrutta le strutture esistenti; l aerazione avverrà mediante sistema diffusore a bolle fini, alimentato da nuovi compressori; - sedimentazione secondaria, in tre bacini circolari; - disinfezione mediante ipoclorito di sodio nella vasca esistente; linea fanghi - preispessimento, in un nuovo bacino cilindrico con fondo a tramoggia; - stabilizzazione in digestore anaerobico monostadio, di nuova realizzazione; - postispessimento, in un nuovo bacino cilindrico con fondo a tramoggia; - disidratazione meccanica, previa miscelazione con polielettrolita, mediante nuova nastropressa, confinata in edificio chiuso; linea gas biologico: - stoccaggio in campana gasometrica; - recupero energetico in caldaia, per il riscaldamento del digestore; - combustione in torcia del surplus; il potenziamento dell impianto comporta l ampliamento della superficie occupata da a m²; comprese le zone a verde; lo scarico dell effluente depurato avverrà ancora nel torrente Serta; riguardo alle opere e agli impianti accessori, si prevede la realizzazione di un edificio servizi, costituito da una palazzina di tre piani su 300 m², comprendente i servizi per il personale, il laboratorio di analisi e tutti gli uffici dell azienda dei servizi municipalizzati (AUSM S.p.a.), attualmente collocati nel centro storico di Calolziocorte; a ciò si aggiungono il sistema di supervisione e controllo dell impianto e gli interventi mitigazione ed inserimento 4
6 paesaggistico; il contenimento degli odori e della diffusione di aerosol è affidato: - al confinamento in locali chiusi della sezione di disidratazione meccanica del fango; - alla copertura dei bacini di pre e postispessimento; - all aspirazione dell aria da tali sezioni, con l invio a impianto di deodorizzazione costituito da biofiltri; i residui prodotti in fase di esercizio sono quantificati in: t/a di fanghi disidratati, per i quali si ipotizza l uso in agricoltura, previa verifica delle condizioni di cui al d.lgs. 99/1992; t/a di materiale grigliato, oltre ad una quantità non definita di sabbie ed inerti, oli e grassi, da smaltire in discarica controllata; CONSIDERATO quanto segue, in merito ai potenziali effetti dell opera sull ambiente: relativamente alle caratteristiche del progetto: l utilizzazione delle risorse naturali consiste sostanzialmente nella occupazione permanente delle aree edificate; la disposizione planimetrica adottata consente peraltro di limitare tale consumo; la produzione di rifiuti è costituita dai residui solidi del trattamento, stoccati e successivamente inviati ad impianti autorizzati allo smaltimento; le potenziali fonti di inquinamento e disturbo ambientale sono legate: agli odori e alla produzione di aerosol; al rumore; alla possibilità di contaminazione della falda freatica; all impatto sul corpo idrico ricettore; al traffico generato per il conferimento dei prodotti d uso e l allontanamento dei residui; ai disturbi in fase di costruzione; riguardo alla produzione di odori e aerosol, le caratteristiche dell impianto - che prevede la copertura delle sezioni significativamente interessate da tale aspetto, la captazione e i trattamento dell aria esausta, e l aerazione profonda nel comparto biologico - nonché lo stato del territorio interessato e le modeste altezze delle fonti emissive, consentono di ritenere sostenibile la conclusione secondo cui i valori significativi di concentrazione di composti maleodoranti sono confinati nell intorno delle vasche di depurazione; ciò è subordinato, naturalmente, ad una regolare e corretta conduzione dell impianto stesso; data la caratterizzazione del clima acustico locale, il contenimento del rumore fa affidamento sostanzialmente sulla localizzazione dell impianto, sulle scelte impiantistiche e sul confinamento delle apparecchiature rumorose in edifici; la r.e.a. individua e descrive le fonti emissive dell impianto; si ritiene sostenibile che, sulla base dei dati rilevati in passato e della natura degli interventi previsti dal progetto, il potenziamento dell impianto non alteri il livello di pressione sonora nell intorno, e in particolare non generei effetti negativi presso recettori sensibili; l emissione di gas di scarico delle macchine operatrici, i rumori e l emissione di polveri in fase di costruzione risultano - data la situazione dei luoghi - tali da non generare effetti significativi sull ambiente, a condizione che ogni operazione sia eseguita a regola d arte; anche i volumi di traffico stimabile, tanto in fase di cantiere che di esercizio (18 movimenti / settimana), non risultano indurre incrementi significativi sulla rete locale; il rischio di incidenti in fase di costruzione può essere ricondotto ai livelli di un cantiere diligentemente condotto e dotato di piano di sicurezza; in fase di esercizio si rimanda al rispetto delle norme e delle precauzioni che regolano la conduzione degli impianti, specialmente nei confronti degli addetti; i rischi per la sicurezza esterna all impianto (incendio di motori e quadri elettrici, sversamento di liquidi o fanghi per rotture o fessurazioni delle strutture) risultano ragionevolmente bassi per la tipologia degli impianti 5
7 stessi e per la casistica consolidata se le opere sono eseguite e condotte a regola d arte; circa l ubicazione del progetto: la capacità di rigenerazione delle risorse va essenzialmente ricondotta, in questo caso, alla maggiore salvaguardia, rispetto allo stato attuale, della qualità delle acque superficiali, specialmente considerando che l attuazione del progetto sottrarrà gli scarichi dei due impianti di Vercurago dai bacini a debole ricambio posti a monte di Calolziocorte (laghi di Garlate e di Olginate); ciò costituisce, come è evidente, il fattore positivo nel bilancio d impatto dell intervento proposto; nel complesso, l impianto risulta dimensionato e progettato in conformità ai dettami del Piano regionale di risanamento delle acque (PRRA) e in modo da consentire il raggiungimento di livelli depurativi prescritti dal d.lgs. 152/1999 per scarico recapitante in aree non sensibili; la concentrazione in uscita del fosforo, in assenza di specifico trattamento, è assunta pari a quella dei reflui in ingresso; va tuttavia osservato che la Regione Lombardia ha in corso la definitiva approvazione del Programma regionale di tutela delle acque [l.r. 26/2003]; in tale contesto, con d.g.r. VII/20395 del è stata approvata la proposta di regolamento regionale Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, la cui approvazione definitiva è imminente da parte del Consiglio Regionale; secondo tale proposta (già vigente in regime di salvaguardia dal momento dell adozione), tra l altro - circa le caratteristiche dell effluente allo scarico - tutto il territorio del bacino del Po dovrà essere considerato area sensibile, in quanto afferente all Alto Adriatico, coerentemente con quanto definito nella normativa comunitaria [v. Dir. 91/271/CE] e nazionale [d.lgs. 152/1999], nonché dal Piano stralcio per il controllo dell eutrofizzazione (PSE) redatto dall Autorità di bacino del Po; di conseguenza, per un impianto delle dimensioni di quello in oggetto ( a.e.), i limiti di emissione degli elementi nutrienti dovranno essere adeguati a quelli del regolamento regionale, corrispondenti ai valori della tab. 2 dell allegato 5 al d.lgs. 152/1999, secondo quanto riassunto nella tabella seguente: parametro valore proposta di regolamento regionale u.d.m. di progetto [d.g.r. VII/20395] BOD5 mg/l COD mg/l solidi sospesi totali mg/l azoto totale (N) mg/l fosforo totale (P) mg/l 10 2 ciò comporterà una più spinta riduzione dei nutrienti, e in particolare l introduzione di uno specifico trattamento per l abbattimento del fosforo; occorre quindi che il Committente adegui in tal senso il progetto dell impianto; la protezione della falda acquifera - che risente della vicinanza del fiume Adda, con verosimili componenti di alimentazione legate ai subalvei dei torrenti affluenti - è affidata alla specifica attenzione dedicata agli elementi costruttivi e gestionali potenzialmente critici sotto questo aspetto: esecuzione dei getti delle vasche, protezione dei calcestruzzi dalla corrosione, caratteristiche dei giunti; qualità, posa e tenuta delle tubazioni; franchi di sicurezza nelle vasche; sistemazione della viabilità e della rete fognaria interna; dato il contesto, l intervento in esame non appare introdurre elementi di disturbo del quadro ecosistemico e paesaggistico locale, peraltro già trasformato anche dalla presenza stessa dell impianto e della zona industriale adiacente (cui si aggiungono il ponte ferroviario e, in 6
8 previsione, quello stradale sull Adda); la prevista sistemazione a verde delle superfici non occupate dagli impianti e dalla pavimentazione tende a completare l intervento, raccordandolo il più possibile con il paesaggio all intorno; riguardo alla vicinanza dell impianto ai SIC sopra citati, è stato redatto - ai sensi della d.g.r. VII/14106 del lo Studio d incidenza, trasmesso il all Ente gestore del Parco Adda Nord, competente ad esprimere la Valutazione di incidenza prevista dal d.p.r. 357/1997 come mod. dal d.p.r. 120/2003; l Ente gestore esprime [determinazione n. 161 del ] una valutazione d incidenza positiva, condividendo le conclusioni dello studio - al quale si rimanda per approfondimenti di dettaglio secondo cui, date le caratteristiche del progetto, si può riconoscere sui SIC un impatto minimo, superabile nel breve e nel medio periodo, che potrà essere attenuato con accorgimenti di cantiere rispettosi dei luoghi e adottando accorgimenti costruttivi in grado di promuovere l inserimento ambientale dei manufatti, mediante l attuazione degli interventi mitigativi in grado di produrre ricadute sull intero comparto rivierasco, come previsto dallo studio stesso; CONSIDERATO che, sulla base di quanto sopra riportato, è possibile giungere alla conclusione che la r.e.a. descrive adeguatamente il progetto nel contesto programmatico ed ambientale in cui esso si inserisce; le informazioni prodotte dal Committente e la loro esposizione consentono infatti, nel complesso, un adeguata comprensione delle caratteristiche del progetto stesso e l individuazione e valutazione dei principali effetti che esso può avere sull ambiente, in coerenza con la prescrizione di cui all art dell atto di indirizzo; RITENUTO che non sussistano elementi, legati al progetto di adeguamento e potenziamento del depuratore delle acque di Calolziocorte, che possano causare effetti sull ambiente di importanza tale da richiedere lo svolgimento della procedura di Valutazione dell impatto ambientale prevista dall art. 5 dell atto di indirizzo, fatto salvo quanto sopra richiamato in merito all adeguamento del progetto ai fini del raggiungimento dei limiti di emissione in acque superficiali ricadenti in aree sensibili; per tutto quanto esposto DECRETA 1) Di escludere dalla procedura di Valutazione d impatto ambientale, ai sensi dell art. 10 del d.p.r , il progetto di adeguamento e potenziamento dell impianto intercomunale di depurazione delle acque di Calolziocorte (LC), secondo la soluzione progettuale indicata negli elaborati prodotti dal Comune e dall Azienda unica servizi municipalizzati S.p.a. di Calolziocorte, a condizione che siano ottemperate le seguenti prescrizioni e condizioni, che dovranno altresì essere espressamente recepite nei successivi atti abilitativi: a. il progetto sia adeguato alle disposizioni della proposta di regolamento regionale Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, approvata con d.g.r. VII/20395 del e vigente in regime di salvaguardia, relativamente all abbattimento dei carichi di nutrienti (azoto e fosforo) nell effluente dal depuratore, ai fini del raggiungimento dei limiti di emissione in corpi idrici superficiali ricadenti in aree sensibili; 7
9 b. siano puntualmente attuate tutte le misure di prevenzione e mitigazione descritte negli elaborati che costituiscono la relazione sugli effetti ambientali dell opera, in particolare tutti gli accorgimenti finalizzati alla protezione del sottosuolo e della falda acquifera, sia in fase di costruzione che di esercizio, al contenimento delle emissioni di odori e di rumore; c. sia previsto ed attuato, in fase di esercizio, il monitoraggio costante dei principali parametri di qualità dello scarico (BOD5, COD, azoto totale e fosforo) e delle acque del corpo idrico ricettore in sezioni significative e nelle condizioni idrologiche più critiche. 2) Di provvedere alla trasmissione di copia del presente decreto: - al Comune di Calolziocorte, ed alla Azienda Unica Servizi Municipalizzati S.p.a. di Calolziocorte, committenti; - alla Provincia di Lecco, all Ente gestore del Parco regionale Adda Nord, ed alla Struttura Programmazione infrastrutture idriche della Direzione Generale Reti e servizi di pubblica utilità - Giunta Regionale. 3) Di provvedere altresì all inserimento del presente decreto nell apposito registro delle procedure di verifica, ai sensi dell art. 1, comma 9, e dell art. 10, comma 3, del d.p.r Il Dirigente della Struttura Valutazioni di impatto ambientale Arch. Mauro Visconti 8
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