Approccio al paziente e misura del dolore

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1 IL MANAGEMENT DEL DOLORE NEL PAZIENTE CON LESIONI OSTEOARTICOLARI TRAUMATICHE in tutte le età della vita 1 EDIZIONE Approccio al paziente e misura del dolore Simona Caprilli- Psicologa Psicoterapeuta AOU Meyer Ciro Conversano- Psicologo Psicoterapeuta AO Pisana 1

2 Il dolore è un'esperienza che nessuno di noi vorrebbe sperimentare Posso simpatizzare con qualsiasi cosa tranne che con la sofferenza (O. Wilde) 2

3 Il dolore è un esperienza privata e complessa, influenzata da fattori intrenseci ed estrinseci Il Silenzio J.H. Füssli ( )

4 Il dolore colpisce la vita dei pazienti si manifesta in un comportamento (grida, pianto, posizione antalgica, ricerca di aiuto..) non è un fenomeno visibile né direttamente comunicabile 4

5 Il dolore rende vulnerabili e dipendenti Il vissuto psicologico legato all esperienza di dolore e le emozioni che si accompagnano sono soggettive. Anche il significato che viene dato a tale esperienza è individuale e mutevole rispetto alla causa. 5

6 Dolore a breve termine e dolore da procedura Anche un dolore di breve durata può influire gravemente sull'assetto psichico di una persona, soprattutto se malata o con disagio psicologico 6

7 BAMBINO 7

8 Atteggiamento dei familiari Sesso IL CONTESTO Precedenti esperienze di dolore Differenze individuali Età e fasi di vita stati psicologici Aspetti socioculturali e religiosi 8

9 Il contesto del dolore Il contesto attuale (situazione in cui l esperienza di dolore si verifica) Motivo del dolore Motivazione al dolore 9

10 Correlati psicologici Stress: reazione biologica che gli individui mettono in atto nel far fronte ad un evento fisico intenso e prolungato Ansia: l anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione Paura: emozione legata ad un oggetto preciso ed esterno o ad una reale situazione di rischio. È una reazione difensiva e di allerta dell organismo Ansia, stress, paura DOLORE Angoscia 10

11 dolore paura ansia 11

12 Dolore e depressione depressione dolore Learned Helplessness (impotenza appresa) 12

13 LA RELAZIONE DI CURA Chi si occupa di pazienti con dolore (acuto, cronico, procedurale..) NON può prescindere dalla relazione con i paziente 13

14 LA RELAZIONE E LA COMUNICAZIONE comunicazione come relazione, messa in comune, comprensione, scambio. 14

15 La comunicazione si distingue nel contenuto cosa si dice e nella relazione come si dice. CONTENUTO la notizia, il dato, l informazione COMUNICAZIONE VERBALE RELAZIONE il modo soggettivo di interpretare il contenuto in base ai rapporti con e tra interlocutori COMUNICAZIONE NON VERBALE 15

16 COMUNICAZIONE VERBALE O CONTENUTO DEI MESSAGGI deve essere chiaro modulare il linguaggio scelta delle parole contenuto espresso in forma sintetica evitare digressioni e divagazioni che distolgano l attenzione dell interlocutore dal messaggio centrale che vogliamo dare. 16

17 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE tono: riguarda la sonorità delle espressioni dell'individuo e quindi l'intonazione, il ritmo, ma anche il sospiro o il silenzio mimica: tutto quello che si può osservare sul viso di una persona atteggiamento: la postura dell'individuo ed anche i movimenti che la modificano (spostarsi di lato, incrociare le braccia ) distanza: quella che ci separa dagli altri o i movimenti per regolarla (per es. indietreggiare) gestualità: tutti i gesti delle braccia ed alcune azioni riconoscibili come "gesti" : grattarsi la testa, schiacciarsi la punta del naso 17

18 ATTENZIONE!! Non tutto ciò che viene comunicato arriva al ricevente anzi, di solito: il soggetto vuole dire 100 in realtà dice 80 il ricevente sente 50 (a causa dei disturbi dell'ambiente) capisce 30 ricorda 20 18

19 La relazione dovrà essere di AIUTO e non una comunicazione spontanea In una comunicazione spontanea si rischia di: Non dire quello che avremmo voluto o dire quello che non avremmo voluto Non ascoltare abbastanza Rompere la relazione Cercare un obiettivo personale (per es. di avere ragione o di non fare brutta figura) 19

20 La valutazione e misurazione del dolore Si inserisce nell'ambito del percorso di cura e nella relazione con il paziente 20

21 PERCHE VALUTARE IL DOLORE Perché deve essere trattato Per comparare l efficacia di diversi protocolli terapeutici Permettere la nascita di una relazione paziente operatore e contesto familiare Ottenere collaborazione

22 COME SI MISURA IL DOLORE Metodi oggettivi (F.C., P.A., SaO2, F.R.) Metodi soggettivi : basati sul self-report del paziente che deve essere Cosciente, capace di autovalutare il proprio dolore, capace di comprendere l uso della scala, compliante L indicatore più affidabile dell esistenza e dell intensità del dolore è il report soggettivo del paziente NIH, 1987

23 SCALE PER LA VALUTAZIONE DEL DOLORE NELL ADULTO Verbal Rating Scale (VRS) Numerical Rating Scale (NRS) Visual Analogue Scale (VAS)

24 VAS (Scala Visuale Analogica) dal 1976 indichi su questa linea il punto che corrisponde all intensità del dolore da lei provato La distanza misurata in mm tra l estremità sinistra e il punto segnato dal paziente indica l intensità del dolore provato in quel momento

25 VAS ( Scala Visuale Analogica)! Vantaggi Di ampio utilizzo indipendentemente dal linguaggio Facile ripetibilità Semplicità Utilizzabile anche in pediatria sopra i 7 aa Svantaggi Tratta l esperienza del dolore come monodimensionale Evidenzia l intensità rispetto agli altri fattori Tendenza al raggruppamento nei numeri centrali; l estremo il peggiore dolore immaginabile non lascia spazio a un dolore peggiore in un momento successivo

26 SCALE PER LA VALUTAZIONE DEL DOLORE NEL BAMBINO Faces Scale for Pain Visual Analogue Scale (VAS) Color Visual Analogue Scale

27 MISURE SOGGETTIVE MULTIDIMENSIONALI DIARIO DEL DOLORE annotazioni del dolore in rapporto a esperienze e comportamenti quotidiani Mappe del dolore diagramma con figura umana sul quale sono riportate sede ed irradiazione del dolore Questionari: elenco di parole che descrivono la dimensione affettiva, sensoriale e cognitiva

28 Diario del dolore L ESPOSIZIONE PERSONALE SCRITTA CON ANNOTAZIONE DEL DOLORE IN RELAZIONE AD ESPERIENZE E COMPORTAMENTI QUOTIDIANI. Attività quotidiane Tipo di sonno Attività sessuale Compiti specifici Farmaci analgesici assunti Alimentazione ecc Annotare l intensità del dolore, utilizzando o una VAS o VNS in relazione a particolari comportamenti

29 MAPPA DEL DOLORE Viene chiesto di segnare (anche con matite colorare) le parti di una figura umana nelle quali viene avvertito il dolore in uno specifico momento VANTAGGI : Semplicità del metodo (anche in ambito pediatrico > 8 aa) Registrazione in cartella clinica Facile consultazione Ripetibile nel tempo SVANTAGGI : Non misura l intensità reale del dolore (sede e estensione) Corporeità del dolore e non la visione olistica del problema

30 QUESTIONARI MPQ (McGill Pain Questionnaire 1975) BPI (Brief Pain inventory) versione abbreviata del precedente Vantaggi ovvi e certi Svantaggi: Difficoltà nella comprensione degli aggettivi riportati e che spesso non fanno parte del linguaggio comune. Difficoltà di somministrazione in pazienti con ridotta capacità e lucidità.

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