Organizzazione dei ritmi veglia-sonno e principali modificazioni del sonno nel corso dell arco di vita

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1 Organizzazione dei ritmi veglia-sonno e principali modificazioni del sonno nel corso dell arco di vita

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3 Metodi di studio del sonno nel primo sviluppo

4 Metodi di studio nel nato pretermine e nel nato a termine Osservazione comportamentale Registrazione poligrafica Materassini sensibili al peso Actigrafia

5 Osservazione comportamentale - In diretta, contrassegnando a mano griglie cartacee predisposte - attraverso la registrazione video, in tempo reale o campionato (time lapse video system, Anders e Sostek, 1976) - Elementi da osservare stabiliti a priori, che possono essere raggruppati a identificare pattern di comportamento (stati comportamentali)

6 L'osservazione comportamentale è un metodo che apporta informazioni relative a: occhi chiusi, aperti o semiaperti smorfie facciali movimenti oculari movimenti corporei, valutati sia qualitativamente che quantitativamente interventi del personale infermieristico o medico valutazione visiva della regolarità del respiro e di eventuali anomalie respiratorie Osservazione comportamentale:

7 Registrazione poligrafica EEG EOG ECG Respiro Motilità Temperatura SPO 2

8 Registrazione dei movimenti corporei Osservazione visiva (valutazione qualitativa) Materassini sensibili al peso Actigrafia Sensori al quarzo piezoelettrico EMG Artefatti sull EEG

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14 Principali pattern motori descritti nel neonato Movimenti generalizzati: movimenti ampi e lenti che coinvolgono tutto il corpo. La loro durata può variare da pochi secondi a minuti. Ciò che li rende particolari è il fatto che la sequenza dei movimenti delle braccia, delle gambe, del collo e del tronco non è sempre uguale. Nonostante questa variabilità essi possono essere considerati come patterns distinti.

15 Principali patterns motori descritti nel neonato Startles: movimenti di estensione e adduzione degli arti superiori. Improvvisi, cominciano dagli arti e spesso si estendono al collo e al tronco. La loro durata può variare da un secondo a pochi millisecondi. Generalmente si presentano in modo isolato, ma qualche volta possono essere presenti in successione. Movimenti isolati delle braccia e delle gambe: un braccio o una gamba sono mossi isolatamente senza che altre parti del corpo si muovano. L ampiezza e la velocità possono variare.

16 Principali patterns motori descritti nel neonato Rotazione della testa: la testa è ruotata da una posizione laterale al centro e torna indietro o prosegue verso il lato opposto. Questo movimento può essere isolato o far parte di un movimento generalizzato. Twitches: contrazioni dei muscoli di un arto o del capo. Essi non sono mai generalizzati e non sono ripetitivi. Stretches: movimenti complessi che comprendono l estroflessione della spina, la retroflessione della testa, l abduzione, la rotazione esterna e il sollevamento delle braccia; le gambe possono essere estese o meno. Questo pattern motorio è sempre eseguito lentamente e dura parecchi secondi.

17 Principali patterns motori descritti nel neonato Movimenti tremuli: consistono in oscillazioni ritmiche, generalizzate o isolate degli arti o delle mascelle sotto i 5 Hz e di scarsa ampiezza. Cloni: movimenti ritmici in rapida successione di moderata o elevata ampiezza di una o più estremità. La loro durata può variare da pochi istanti a parecchi secondi. Contatto mano-faccia: la mano tocca il viso per pochi istanti o per un periodo più lungo. Qualche volta le dita sono inserite dentro la bocca.

18 Principali patterns motori descritti nel neonato Apertura della bocca: si presenta in modo isolato, talvolta comprende anche la protrusione della lingua. Movimenti ritmici della bocca: sono tremiti delle mascelle piccoli e ritmici, si presentano in bursts, senza l apertura della bocca. Singhiozzi: sono contrazioni del diaframma che si susseguono in successione. Sorrisi e sbadigli: patterns simili a quelli osservati nell adulto

19 Stati comportamentali SONNO ATTIVO: Presenza di movimenti oculari Ritmo cardiaco e respiratorio irregolare Movimenti corporei e facciali Inibizione attività EMG mentoniera

20 Stati comportamentali SONNO ATTIVO - EEG: Fino a 34 settimane: attività mista continua o attività delta continua o attività delta semicontinua A settimane: attività mista continua (delta+theta) o attività delta continua Dopo 37 settimane: attività theta continua o attività continua mista (delta + theta) o attività delta continua

21 Stati comportamentali SONNO CALMO: Movimenti oculari assenti Ritmo cardiaco e respiratorio regolari Movimenti corporei e facciali assenti o limitati a sporadici startles Presenza di attività EMG mentoniera

22 Stati comportamentali SONNO CALMO - EEG: Fino a 34 settimane: tracciato EEG discontinuo A w: tracciato discontinuo o semidiscontinuo Dopo 37 w: tracè alternant o attività delta continua

23 Stati comportamentali SONNO INDETERMINATO: Presenza simultanea di caratteristiche del sonno calmo e del sonno attivo

24 Stati comportamentali VEGLIA ATTIVA: occhi aperti con movimenti oculari, ripetuta apertura e chiusura degli occhi, frequenti movimenti corporei generalizzati, respirazione irregolare.

25 Stati comportamentali VEGLIA CALMA: gli occhi sono ben aperti e luminosi, con o senza movimenti esploratori, mentre i movimenti corporei sono assenti o scarsi. Dopo le 35 settimane a livello di pattern EEG può essere osservato un tracciato a basso voltaggio di tipo theta. L'EMG del mento presenta un'attività ad alto voltaggio a cui si sovrappongono attività fasiche correlate ai movimenti facciali. La respirazione è per solito regolare. Rara prima delle 35 settimane di età gestazionale

26 Example of active sleep in a neonate born at term. From Monod and Tharp, 1977.

27 Example of quiet sleep in a neonate born at term. From Monod and Tharp, 1977.

28 Le prime tappe dello sviluppo (età concezionale < 28 settimane) sono caratterizzate da un attività motoria subcontinua chiamata da Dreyfus-Brisac (1968) indefinite sleep. Questa attività gradualmente diventa discontinua e inizia ad alternarsi con epoche di quiescenza.

29 The early steps of development are characterised by continuous motor activity named by Dreyfus-Brisac (1968) indefinite sleep, which gradually becomes discontinuous, alternating with quiescent epochs. cries EEG Movements Jerk Respiration EKG

30 Schematic representation of the ontogenetic transition from the primitive polycyclic alternation of sleep and wakefulness in the newborn infant to the monocyclic sleep-wakefulness rhythm in the adult. In the secondary undulations basic rest-activity periodicity is shown. The minute periodicity in the infant gradually lengths to minutes in the adult. Black areas represent sleep. (From Kleitman 1963).

31 In the weeks approaching term several physiological and behavioural activities synchronise to coalesce into different states as shown in this synopsis by Parmelee and Stern (1972). Weeks conceptional age Months past term Body ± movements Eye movements Respiration ± pattern EEG ± Chin EMG

32 24-28 settimane PCA: sonno indefinito ; settimane PCA : sonno attivo (Dreyfus-Brisac, 1974) settimane PGA: sonno attivo, sonno calmo; sonno indeterminato (Curzi-Dascalova et al., 1993) 30 settimane PCA: sonno attivo, sonno calmo, sonno indeterminato (Parmelee and Stern, 1972) settimane PGA: Stato1F; Stato 2F; Stato 3F; Stato 4F (Nijhuis et al., 1982) settimane PCA: Stato 1; Stato 2; Stato 3; Stato 4; Stato 5 (Prechtl et al., 1979)

33 Il sonno nel nato a termine Quiet sleep: (i.e, NREM sleep): eye closed, no eye movements, diminished body movements, EEG with slow waves (and spindles) or tracé alternant, regular respiration. Paradoxical sleep (i.e., REM sleep): eyes closed (or alternatively half open and closed), eye movements, body or limb movements, low voltage EEG, chin muscolar atonia, irregular respiration; Ambiguous Sleep, including characteristics of both QS and PS Waking: eyes open, eye movements, irregular respiration and, in addition, body movements

34 Il sonno nel nato a termine Differenze con il sonno dell adulto: Sonno attivo vs sonno REM: motilità, REMs Sonno calmo vs sonno NREM: EEG Presenza di sonno indeterminato Addormentamento

35 V SA Amb SC tempo Esempio di un ipnogramma di un bambino di 2 settimane. SC= sonno calmo; Amb= sonno ambiguo; SA= sonno attivo; V= veglia

36 Acquisizione della capacità di organizzare stati comportamentali qualitativamente diversi: testimonia una tappa ontogenetica della maturazione del SNC assume un importanza fondamentale negli scambi tra il bambino ed il mondo esterno 36

37 Gli stati di sonno subiscono importanti cambiamenti evolutivi, in particolare nel primo anno di vita.

38 Decrease in the amount of active sleep (REM or Paradoxical Sleep) and of ambiguous sleep and increase of quiet sleep (QS). From Fagioli and Salzarulo, 1982

39 Those changes, concern number (PS) and episode duration (QS) (Fagioli and Salzarulo 1982). QS

40 La capacità di sostenere un episodio di sonno nel corso della notte per periodi sempre più lunghi è parallela alla diminuzione dei risvegli notturni

41 The decrease in the number of awakenings is mainly accounted for by the reduction of awakenings from REM sleep and ambiguous sleep. Number of awakening, behavioural states and ages (Ficca et al., 1999) weeks 8-15 weeks weeks weeks All awakenings Awakening out of QS Awakening out of REM Awakening out of Amb.sleep

42 Overnight distribution of the awakenings across the first year of life GROUP 1 (1-7 weeks) GROUP 2 (8-15 weeks) Count 10 8 Count Tim e elapsed (m inutes) Tim e elapsed (m inutes) GROUP 3 (16-24 weeks) GROUP 4 ( weeks) Count Count Tim e elapsed (m inutes) Tim e elapsed (m inutes) Ficca et al., 1999

43 Number of awakenings before 40 weeks (PCA) during the day and the night number of awakenings p < weeks (PCA) day night Redrawn from Giganti et al., 2001

44 number weeks (PCA) Number of awakenings during 24-hour period (r=.-28, ns). (Giganti et al., 2006)

45 1,2 1 0,8 minutes 0,6 0,4 0, weeks (PCA) Mean duration of awakenings during 24-hour period (r=.59, p <.05). (Giganti et al. 2005)

46 Night awakenings n Hoppenbrowers et al, 1978 (>1min) Louis et al., 1997 (>1min) Navelet el al., 1982 (>5min) age (months) Ficca et al., 1999 (>2min) Anders, 1978 (> 5min.) Number of night awakenings (y axis) as a function of age (x axis) reported in five studies. From Fagioli et al., 2002.

47 Duration of the bouts of wakefulness following awakenings (Ficca et al., 1999) minutes weeks 8-15 weeks weeks weeks

48 Modificazioni dei risvegli Prima delle 40 settimane Dopo le 40 settimane NUMERO DURATA NUMERO DURATA

49 7,5 7 Zampi et al., 2002 Risveglio da REM (SA) Parametro EEG Parametro EEG 6,5 6 5,5 5 4,5 8,5 7,5 6,5 5,5 4,5 * * * * * * Minuti prima del risveglio * NREM 1-4 sett. REM 1-4 sett. NREM 9-14 sett. REM 9-14 sett. * = p < 0.05 ** = p < 0.01 Zampi et al., 2003 NREM SOL+ (n = 6) REM (n = 19) NREM SOL- (n = 6) nessuna modificazione Risveglio da NREM (SC) Modificazione del livello di attivazione nel periodo precedente l uscita dal sonno 3, Minuti precedenti il risveglio * = p < 0.05

50 Abilità nel primo anno di vita di costruire sequenze regolari di sonno calmo- sonno attivo: cicli. I cicli di sonno calmo e sonno attivo subiscono molteplici cambiamenti con l età. La durata media dei cicli notturni mostra un aumento significativo nel corso del primo anno di vita (Ficca et al., 2000).

51 Mean duration of cycles 1-7 weeks 8-15 weeks 7-22 weeks 5-54 weeks minutes

52 Il secondo mese Percezione di patterns complessi Modificazioni del controllo motorio e posturale Coordinazione visuomotoria Ritmicità circadiane (HR)

53 Il secondo mese Alert activity Fusi del sonno Scomparsa del tracciato alternante Organizzazione dell attività oculare simile a quella dell adulto (salve) Maggiore differenziazione della frequenza cardiaca fra SC e SA Prevalenza del sonno nel periodo notturno rispetto a quello diurno Proporzione maggiore di sonno calmo rispetto a quello attivo Addormentamenti in sonno calmo

54 Qualitative descriptions of waking state in infants: Wakefulness of necessity & wakefulness of choice (Kleitman, 1963) wakefulness of necessity, a primitive kind of wakefulness, a state of uncomfortable conditions that becomes sleep when the discomfort is ended and that is regulated by sub-cortical structures and wakefulness of choice that occurs later age when the infants starts to interact with the environment and perform goal direct movements. Waking activity, Alert inactivity ; Alert activity (Wolff, 1987) waking activity in which the infant is motorically active but its responses to environmental events are relatively non specific; the alert inactivity in which the infant is alert, relatively immobile and capable of making discrete visual pursuit movements, and the alert activity in which the infant can perform goal directed actions and visual pursuit or other controlled movements patterns that are no longer incompatible with generalized movements as in alert inactive condition.

55 Distribution of waking types as a function of age. From Wolff 1987.

56 Dopo il secondo mese - modificazioni EEG: comparsa del SWS ogni 100 minuti - Allungamento del ciclo - Aumento della quantità del sonno calmo (notte e TTS) - Aumento della lunghezza dell episodio di sonno (diminuzione dei risvegli) - Aumento del TTC su TTS - Il sonno diurno diminuisce e solo nel 50% degli episodi vi è anche una fase di sonno REM (risvegli in sonno NREM)

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58 Durata delle transizioni Bambino nato a termine Bambino nato pre-termine SA - SC SC - SA 1 0 Durata media transizione Ridisegnata da Monod e Curzi-Dascalova, 1973 Curzi-Dascalova, 2001 La durata della transizione dal sonno attivo al sonno calmo è più lunga della transizione inversa.

59 Modificazioni fisiologiche delle transizioni intra-sonno nel neonato Sequenze riproducibili che caratterizzano il passaggio da uno stadio di sonno all altro: SC SA: 1. EEG 2. Ritmo respiratorio 3. Atonia muscolare 4. Movimenti oculari SA SC: 1. Movimenti oculari 2. Atonia muscolare 3. Rirmo respiratorio 4. EEG Questo pattern di modificazioni è stato trovato nel bambino nato a termine (Monod & Curzi-Dascalova, 1973) e nel pre-termine (Curzi-Dascalova, 2001)

60 All età di 1 anno Il sonno notturno è costituito da 1-2 episodi e caratterizzato da poche e brevi interruzioni. Le variabili fisiologiche hanno assunto caratteristiche molto simili a quelle dell adulto. Il sonno ad onde lente è prevalente nella prima parte della notte Le attività oculari sono strutturate in salve

61 Nel corso del secondo anno: Diminuzione del sonno REM ++ nel periodo diurno La quantità del sonno nelle 24 continua a diminuire (progressiva scomparsa dei sonnellini diurni) Ritmo circadiano del sonno e della veglia sempre più stabile

62 Weissbluth 1995

63 Weissbluth 1995

64 Nel corso del secondo anno: Numero e durata dei risvegli continua a diminuire Periodicità del sonno calmo di circa 90 minuti Scomparsa del sonno calmo senza SWS

65 Quantità di sonno Un neonato dorme circa 22 ore su 24 (Marcus, 1923; McCray, 1940; Suomalainen, 1937) 20 e 22 ore (Dukes, 1905; Ukolova, 1955) 19 e le 20 ore (Buehler, 1930; Crosby, 1935) Quantità globale di sonno di 14.8 ore a 3 settimane diminuisce a 13.6 ore a 26 settimane (Kleitman and Engelmann 1953) 16,6 ore (ampie differenze fra valori minimi e massimi: 10,5-23 ore) (Parmelee e coll., 1961) 15 ore (Coons e Guilleminault,1982) 13 ore (Fagioli e Salzarulo 1982) 3 mesi 14.5 ore e 11 ore a 2 anni (Louis et al., 1997)

66 Quantità totale di sonno nelle 24 ore Ore Età (mesi) Modificata da Fagioli e Salzarulo 1982

67 Tempo di sonno nella notte e nel giorno (Fagioli e Salzarulo 1982)

68 Distribuzione nelle 24 ore Alla nascita numerosi episodi di breve durata (20-40 minuti) alternati ad episodi di veglia di minore durata (3-20 minuti) Dopo il quarto mese nel periodo notturno diminuisce il numero degli episodi e diventano più frequenti gli episodi > ad un ora Aumenta la durata dell episodio di sonno più lungo che si colloca nel periodo notturno L evoluzione verso un ritmo monofasico coesiste con la difficoltà a dormire in un determinato segmento delle 24 ore (forbidden zone for sleep)

69 Giganti et al., 2001a

70 Giganti et al., 2001b

71 minuti giorno notte Durata degli episodi di sonno nel corso del periodo diurno e notturno in soggetti di età compresa fra 5 e 14 settimane. (Basata sui dati di Salzarulo e Fagioli 1992).

72 giorno notte settimane settimane Numero medio di episodi di sonno nel corso del periodo diurno e notturno in due gruppi di soggetti di età compresa rispettivamente fra 5 e 14 settimane e 19 e 50 settimane (Basata sui dati di Salzarulo e Fagioli 1992)

73 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0, settimane settimane giorno notte Numero medio di episodi di sonno di durata superiore ad un ora in due gruppi di soggetti di età compresa rispettivamente fra 5 e 14 settimane e 19 e 50 settimane (Basata sui dati di Salzarulo e Fagioli 1992).

74 Episodio più lungo 3 mesi Sonno Veglia 6 mesi Minuti

75 La graduale diminuizone delle ore totali di sonno nelcorso delle 24 ore può essere espressione di un aumentata capacità di rimanere svegli, parallela allo sviluppo anatomico e fisiologico (Klietman 1963) From Curzi-Dascalova e Challamel 2000

76 Fra i 6 e i 15 anni la durata complessiva del sonno diminuisce lievemente, così come la proporzione del sonno ad onde lente, mentre aumenta quella di stadio 2. Nella pubertà aumenta la sonnolenza nelle ore centrali della giornata

77 Iglowstein et al., 2003

78 Quali sono i fattori che regolano il sonno e la veglia ad età precoci?

79 Nell adulto la regolazione del sonno è legata :

80 all interazione di un fattore di tipo omeostatico legato alla veglia che precede il sonno e da un fattore di tipo circdaiano (Borbely et al., 1982; Daan et al., 1984) Fagioli et al., 2002

81 legato al ritmo circadiano della temperatura (con una maggiore probabilità di risveglio nella fase ascendente della curva della temperatura) Salzarulo 1999; ripresa da Mills (1968)

82 allo stato di sonno, con una maggiore probabilità di svegliarsi dal sonno REM Ripresa da Salzarulo, 1999

83 Processi omeostatici

84 Modalità di addormentamento in funzione della veglia che lo precede in soggetti di età compresa fra 1 mese e 4 mesi (parte alta della figura) e fra 5 mesi e 11 mesi (parte bassa della figura). In ascissa: durata della veglia; ordinata: percentuale degli addormentamenti nei tre tipi di sonno nel corso delle 24 ore (---g = sonno paradosso; n = sonno calmo; = sonno ambiguo) (modificata da Fagioli e coll., 1981).

85 Non solo lo stato con il quale ha inizio il sonno sembra essere legato alla durata della veglia precedente ma anche l attività EEG

86 Analisi computerizzata dell attività EEG sincronizzata nel corso del sonno notturno

87 Relationship between EEG parameter range (Y axis) and the duration of prior waking (X axis). Esiste una correlazione fra durata della veglia precedente il sonno e l attività EEG: tanto più lunga è la veglia precedente, tanto più elevata è la sincronizzazione all inizio del sonno NREM (Fagioli e Salzarulo 1998)

88 Processi circadiani

89 (Helbrügge et al., 1964)

90 Nel lattante nato a termine una ritmicità circadiana della temperatura è stata osservata a partire da 10 settimane di età post-natale, con un aumento dell ampiezza del ritmo a 16 settimane (Guilleminault et al., 1996) La comparsa della capacità del bambino di localizzare il suo periodo di sonno più lungo nel corso della notte appare associata allo stabilirsi di una modulazione circadiana della temperatura (Guilleminault et al., 1996)

91 Ipotesi di un modello di regolazione del sonno e della veglia nel primo sviluppo

92 Le frequenti transizioni veglia-sonno del bambino nei primi mesi di vita possono essere in parte spiegate in termini omeostatici secondo il modello a due processi (Fagioli et al., 2002)

93 Nelle prime epoche dello sviluppo sembrano essere già presenti alcuni aspetti importanti coinvolti nel processo di regolazione del sonno e della veglia. Tuttavia, tale processo non ha ancora assunto in modo completo le caratteristiche riscontrate ad età successive ed in particolare nell adulto.

94 Nel bambino pretermine (PCA settimane) sono state messe in evidenza differenze interindividuali sulla presenza di ritmicità circadiane della temperatura corporea (Mirmiran e Kok, 1991) In un campione di 10 bambini nati pretermine (PCA settimane) registrati per 24 ore sono state rilevate fluttuazioni ultradiane della temperatura (Chardon et al., dati non pubblicati)

95 Il sonno nell anziano

96 Modificazioni del sonno nell anziano Modificazioni della struttura interna e dell organizzazione del sonno Modificazioni della distribuzione del sonno nelle 24 ore Peggioramento della qualità del sonno

97 Caratteristiche dell EEG di veglia nell anziano Presenza di un attività lenta rilevabile nella regione temporale sinistra: delta transitorio benigno degli anziani ; 1% del tracciato in ss > 60 anni. In veglia rilassata riduzione della frequenza e ampiezza del ritmo alfa

98 Modificazioni del sonno NREM STADIO 1: > n e durata degli episodi STADIO 2: < spindles e complessi K; morfologia più povera ; > quantità STADI 3 e 4: (risultati discordi vedi metodologia usata)

99 Sonno ad onde lente (SOL) Ampiezza: > 75 microvolt (Rechtschaffen e Kales 1968); > 40 microvolt (Agnew e Webb 1972) Frequenza: 0,5-3 Hz Agnew e Webb 1972 EVIDENTE DIMINUZIONE DEL SOL

100 Webb e Dreblow 1982 Criterio della frequenza: NESSUNA MODIFICAZIONE QUNATITATIVA DEL SOL La principale modificazione riguarda l ampiezza delle onde lente che diminuisce notevolmente

101 Period Amplitud Analysis La diminuzione del SOL deriva dalla riduzione del voltaggio, della durata e dell incidenza delle onde delta e dall aumento della loro frequenza media

102 Quali sono le implicazioni delle modificazioni del sonno ad onde lente? Differenze della modalità di distribuzione del SOL fra giovani e anziani: quantità minore di SOL nel primo ciclo rispetto ai giovani e quantità analoghe fra primo e secondo. Lombardo et al., 1998

103 Modificazioni del sonno REM: Tempo Totale di sonno REM Nessuna modificazione quantitativa (Kahn e Fisher 1969; Feinberg et al., 1967) Riduzione significativa (Brezinova 1975) Riduzione nei soggetti affetti da demenza (Allen et al., 1987) e da malattia di Alzheimer (Vitiello e Prinz 1989)

104 Modificazioni del sonno REM: % di sonno REM su TTS Riduzione o leggera tendenza alla diminuzione del sonno REM sul TTS sia in soggetti anziani sani che affetti da malattia di Alzheimer e depressi Altri autori non riportano modificazioni rispetto al giovane

105 Modificazioni del sonno REM: Alcuni autori riportano una riduzione della durata media degli episodi, altri nessuna differenza rispetto al giovane Aumento della della durata del primo episodio REM: diversa distribuzione nel corso dell episodio di sonno Riduzione della latenza REM Frequenti intrusioni di veglia e di stadio 2 Modificazioni dell attività oculare in REM

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119 Incertezza funzionale Difficoltà a mantenere una condizione stabile per un periodo di tempo sufficientemente prolungato

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123 Modificazioni dell organizzazione del sonno > n di risvegli e tempo totale trascorso in veglia dopo l addormentamento < TTS < TTC < n di cicli > tempo totale trascorso a letto < efficienza del sonno (da 0.92 a 0.70) Anticipazione dell orario di addormentamento e risveglio

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126 Modificazioni dell organizzazione dei ritmi sonno-veglia > sonnellini diurni, ritmicità polifasica. Modificazioni dei ritmi circadiani: Riduzione dell ampiezza della temperatura, secrezione melatonina, testosterone Diminuzione dell ampiezza del picco notturno di GH Avanzamento di fase di alcuni ritmi biologici

127 Zilli et al., 2008

128 Zilli et al., 2008

129 Modificazioni dell organizzazione dei ritmi sonno-veglia > sonnellini diurni, ritmicità polifasica. Modificazioni dei ritmi circadiani: Riduzione dell ampiezza della temperatura, secrezione melatonina, testosterone Diminuzione dell ampiezza del picco notturno di GH Avanzamento di fase di alcuni ritmi biologici

130 A cosa è dovuto l anticipo dell orario abituale di addormentamento e di risveglio? Nei giovani questi parametri sono strettamente correlati al ritmo della temperatura Il risveglio precoce dell anziano potrebbe allora essere imputato ad un anticipo di fase della temperatura e conseguentemente ad uno spostamento verso la tipologia mattutina.

131 A cosa è dovuto l anticipo dell orario abituale di addormentamento e di risveglio? Tuttavia questa relazione di fase tra minimo della temperatura e momento del risveglio è modificata nell anziano, infatti l intervallo fra nadir della temperatura e risveglio è più breve che nei mattutini giovani.

132 Ohayon et al., 2004 Solo il tempo di sonno rispetto al tempo passato a letto (sleep efficiency) diminuisce progressivamente con l età. La diminuzione del sonno ad onde lente (ed anche del sonno REM) si osserva nel periodo compreso tra 19 e 60 anni, ma non dopo.

133 I cambiamenti con l età sono più evidenti negli uomini che nelle donne > % di veglia all interno dell episodio di sonno > n di risvegli di durata 5 min. < % stadio 3, stadio 4 e sonno REM > n di transizioni di stadio < durata di episodi di SOL

134 Qualità soggettiva del sonno nell anziano Gli anziani presentano > lamentele (sleep complaints) rispetto ai giovani a parità di ore (Karacan et al., 1976; Blixer et al., 1979; Gerard et al., 1978) Buysse et al., 1991 [Pittsburgh Sleep Quality Index] 7 aree: qualità, durata, efficienza, latenza add., disturbi di sonno, ipnoinducenti, disfunzioni giornaliere. Le donne presentano maggiori lamentele rispetto agli uomini

135 Qualità soggettiva del sonno nell anziano Aumentano le lamentele di cattivo sonno Le donne presentano maggiori lamentele rispetto agli uomini Aumenta il consumo di farmaci ipnotici

136 Fattori che possono disturbare il sonno del soggetto anziano Diminuzione della resistenza allo stress Modificazioni dell ambiente fisico (tempertaura stanza, letto, rumore) Bassa illuminazione diurna Scarsa attività fisica Fattori psichiatrici (ansia, depressione) Fattori organici (difficoltà respiratorie, urinarie, dolori, malattie neurologiche)

137 Giudizio soggettivo

138 Parametri oggettivi

139 Il sonno nelle patologie dell invecchiamento La malattia di Alzheimer La malattia di Parkinson

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