Gli ortaggi estivo - autunnali. Muggia, 25 maggio 2015

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1 Gli ortaggi estivo - autunnali Muggia, 25 maggio 2015

2 Quali sono Cavoli Cicorie e radicchi invernali Endivia Finocchio Porro Spinacio Valeriana

3 Sequenza e spazi Appezzamento A (agosto) Patate Radicchi invernali Appezzamento C Zucca, zucchino, cetriolo, anguria, melone Appezzamento B Pomodoro, melanzana, peperoni spinaci, valeriana Appezzamento D (luglio) Lattuga, radicchio, cipolla, aglio, radicchi Cavoli

4 Problematiche 1) Scelta delle specie da mettere a dimora 2) definizione delle quantità e degli spazi necessari 3) preparazione delle piantine e/o acquisto di materiale da trapiantare Calcolare i tempi semina e accrescimento Calcolare gli spazi del semenzaio

5 Problematiche 4) temperature elevate (semine di giugno, luglio ed agosto) 5) irrigazione costante 6) problematiche fitosanitarie

6 Alcune caratteristiche La parte edule di lattughe e radicchi è costituita dalle foglie della pianta, che sono coltivate avendo grande attenzione a: Stato fitosanitario Velocità di accrescimento Caratteristiche nutrizionali

7 Lattuga Coltivata fin dall antichità nel medio oriente dove molte lattughe selvatiche si ritrovano allo stato spontaneo. Al genera Lactuca appartengono oltre 100 specie, molte selvatiche Quella coltivata è la Lactuca sativa

8 Diffusione A motivo della sensibilità alle condizioni climatiche, alla temperatura e al fotoperiodo, è diffusa prevalentemente nelle zone temperate dell emisfero nord. Problemi di deperibilità del prodotto con lunghe movimentazioni (prodotto ricco di acqua): esistono varietà più resistenti.

9 Nella Lactuca sativa si individuano quattro gruppi principali: lattuga a cappuccio a foglia liscia lattuga cappuccio a foglia riccia Var. longifolia: corrisponde alla lattuga romana Var. acephala: senza testa, cioè lattuga da taglio

10 Caratteristiche botaniche Le foglie, nelle varietà a testa, tendono a formare il grumolo: tale caratteristica è legata alla varietà ma anche alla tecnica colturale. Le varietà da taglio ricacciano a partire da getti ascellari.

11 Con le numerose varietà esistenti si presta a una larghissima gamma di possibilità di coltura: primaverile-estiva, estiva, autunnale e invernale. Al termina della fase vegetativa (la cui durata è molto influenzata dalla lunghezza del giorno) i cespi salgono a fiore

12 La germinazione può avvenire da 4,5 C fino a 22 C; temperature troppo basse non consentono la germinazione, mentre valori troppo elevati determinano un blocco vegetativo (grande adattabilità) Il seme conservato bene (confezione ermetica senza umidità a 5-10 C) conserva una durata germinativa di 3-5 anni

13 Esigenze pedologiche Predilige terreni di medio impasto, freschi, ricchi di sostanza organica, con poco calcare attivo, bassissima salinità. Il terreno deve consentire lo sviluppo delle radici, l immagazzinamento idrico (elevata evapotraspirazione!!!), l interramento dei concimi e/o della sostanza organica.

14 Esigenze climatiche Temperature molto basse inibiscono la crescita, temperature alte favoriscono la levata a seme soprattutto nelle condizioni di giorno lungo. Ottimali 5-10 C di notte e C di giorno per la formazione del cespo A 0 C vi sono danni alle foglie

15 Esigenze idriche Apparato radicale fittonante ma anche fascicolato a seguito del trapianto di piantine allevate in contenitore. La distribuzione di acqua deve essere frequente, ma il terreno deve sgrondare bene l acqua in eccesso. Irrigazione a pioggia o con gocciolatori. Fondamentale nella fase post trapianto.

16 Avvicendamento Ciclo colturale generalmente breve (35-60 gg) ed in periodi diversi dell anno. In serra da 4 a 6 cicli produttivi all anno. Nell avvicendamento meglio dopo i cereali o dopo pomodoro, spinacio, patate e carote, che sono colture da rinnovo.

17 Operazioni colturali Lavorazioni semiprofonde del terreno (40 cm) e perfetto affinamento della superficie (soprattutto per le varietà da taglio) Trapianto con piantine a radice nuda (non più!) o con pane di terra (frequente) Irrigazione frequente (att.ne! temperature) Concimazioni in copertura (Azoto!!!)

18 Concimazione Concimazione organica (letame) bene ma sulla coltura precedente in modo da sfruttare la fertilità residua. Problema in terreni troppo organici (ex prati) per la presenza del ferretto Concimazioni primaverili ed autunnali con pollina. Possibile utilizzare i nitrati a pronto effetto

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20 Lotta al ferretto Sostanza organica ben decomposta (problemi su prati appena messi a coltura) Geodisinfestanti chimici

21 Investimenti Da 9 a 16 piante a metro quadrato in funzione di: Varietà Lunghezza ciclo vegetativo Dimensione finale del cespo

22 Pacciamatura La pacciamatura consente di: Accelerare il ciclo produttivo aumentando il calore che arriva al terreno Evitare eccessi d acqua e di umidità con rischio di malattie Diminuire gli interventi irrigui Ottenere un prodotto più pulito per il mercato

23 Avversità e malattie Abbassamenti di temperature e ustioni dovute a colpi di sole Marciumi del colletto (sclerotinia) in terreni con ristagno idrico, e peronospora Marciumi batterici delle foglie Insetti terricoli (Elateridi) con gallerie nelle radici; afidi con trasmissione di virosi, nottue con rosure alle foglie e grillotalpa

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25 Tipi di lattuga Lattuga cappuccio Lattuga romana Lattuga iceberg Lattuga gentilina

26 Lattuga cappuccio

27 Lattuga romana

28 Lattuga iceberg

29 Lattuga gentilina

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31 Lattuga adriatica Detta anche insalata nostrana, presenta foglie croccanti dal margine frastagliato, di forma allungata e non chiude perfettamente il cespo come altre lattughe. Il nome ricorda il mare Adriatico, attestando così la coltivazione in queste zone.

32 Radicchi: origine e diffusione La Cicoria è una composita molto comune allo stato spontaneo, della quale esistono numerose forme coltivate, il cui prodotto è rappresentato dalle foglie e dalle radici che si consumano cotte o in insalata. - Cicoria da foglia (Cichorium intybus L. v. foliosum); - Cicoria da radici (Cichorium intybus L. v. sativus ).

33 Caratteri botanici I fiori di Cicoria sono riuniti in gruppi di 2-3 capolini, terminali o ascellari, portati su uno stelo alto 1-1,5 metri. Ogni capolino è composto da fiori di colore turchino. I frutti sono acheni (impropriamente detti semi) di forma obovata-piramidale (peso di semi pari a 1,1-1,6 grammi pari a 600 semi per grammo).

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36 Cicoria a foglie colorate o radicchio Tipica coltura estivo - autunnale Si semina (o si trapianta a cm tra le file e cm lungo la fila)), di regola, in giugnoluglio (anche fino a metà agosto) a righe. Ha bisogno di terreni fertili, freschi e profondi, moderatamente compatti, ben preparati con concimazione minerale. Le cure colturali comprendono: un diradamento (se la semina è stata fatta sul posto), sarchiatura, scerbature ripetute (o diserbi), irrigazioni e concimazioni azotate ripetute.

37 La raccolta avviene in autunno-inverno quando i cespi hanno raggiunto lo sviluppo completo. Le piante così raccolte possono essere destinate come tali al consumo, altrimenti vengono destinate alla forzatura, pratica che consiste nel disporre le piantine, complete di radice, in ambiente caldo-umido, in modo da favorire l'emissione di nuove foglie. Dopo giorni si sarà verificata l'emissione di giovani foglie tenere e colorate del colore tipico della varietà. Quelle più note sono: Rosso di Treviso, Rosso di Verona, Variegato di Castelfranco, Variegato di Chioggia, cicoria di Lusia, ecc.

38 Mix di cicorie Semina a fine luglio mix di cicorie a pieno campo (Grumolo, rossa palla, cappotta, ecc.) Quando è alta 15 cm procedere ad un primo taglio Dopo il ricaccio effettuare un secondo taglio In inverno (protetta ev. in cassoni) e primavera successiva (non protetta) le radici ricaccio un cuore tenero e la pianta si raccoglie con tutta la radice

39 Cicoria grumolo semina da metà Luglio a Settembre con raccolta da Gennaio a Marzo. Pianta: resistente alle basse temperature che a maturazione nelle raccolte autunnoinverno forma una rosetta con una radice ingrossata e tenera di colore bianco con ottime qualità organolettiche.

40 Cicoria grumolo biondo

41 Cicoria cappotto mantovana ciclo autunno-invernale viene raccolto il cespo. Pianta: resistente alle basse temperature che a maturazione nelle raccolte autunnoinverno forma un cappuccio di media grandezza.

42 Cicoria da radici Forma radici molto ingrossate che si consumano lessate in insalata o si utilizzano per la "forzatura". Le varietà più diffuse è: la cicoria di Bruxelles o belga. Si semina a file a cm da fine inverno all'estate, diradando in modo da avere piante a metro quadrato.

43 Per ottenere la cicoria di Bruxelles o Witloof, le piante complete di radice vengono estirpate in ottobrenovembre; si lasciano appassire per 8-15 giorni, dopo di che vengono sottoposte al taglio delle foglie e alla spuntatura dell'apparato radicale. Le radici così preparate vengono disposte, diritte e fianco a fianco, in una trincea o in un cassone, si ricoprono di terriccio sciolto e quindi con uno strato di paglia. La forzatura può essere accelerata mediante riscaldamento dei cassoni. In tali condizioni le piccole foglie del cuore si sviluppano a spese delle sostanze di riserva delle radici, andando a costituire il tipico "grumolo" bianco, a forma di sigaro.

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51 Cicoria zuccherina di Trieste Varietà locale, a foglia piccola dicolore verde chiaro, margine liscio e apice tondo. Sapore dolce moderatamente amaro a crescita inoltrata

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60 La rosa di Gorizia è una particolare varietà locale di cicoria (ecotipo di Cicoria intybus della sottospecie sativa) selezionata nel corso degli anni dai contadini del goriziano. Da queste selezioni dipende la qualità del prodotto che non risulta perfettamente identico da produttore a produttore: la pianta al momento della raccolta presenta l'aspetto simile a quello di una rosa ed un colore rosso intenso o con variegature e sfumature che portano verso il rosa o rosso granato a seconda del tipo di selezione effettuata dalle varie famiglie locali.

61 In passato le sementi ottenute da queste selezioni non venivano mai commercializzate o cedute ad altre famiglie, ma venivano custodite gelosamente, come a voler mantenere il proprio brevetto sul prodotto ottenuto, che diventava una sorta di caratteristica propria della famiglia. La rosa di Gorizia è un radicchio prettamente invernale, che può quindi essere consumato solo dopo la prima brinata e che è fortemente soggetto all andamento stagionale. Generalmente arriva sul mercato alla fine di novembre e lo si trova sino alla fine di febbraio e, solo nelle annate fredde, anche fino a metà marzo.

62 In passato l economia della città di Gorizia, prevalentemente agricola, puntava molto sulla produzione di questo particolare radicchio; oggi la rosa di Gorizia è un prodotto raro che si trova sul mercato a prezzi molto elevati a causa della difficoltà di reperimento e delle elevate necessità di manodopera richiesta per la sua lavorazione. L'espansione della città e gli insediamenti abitativi hanno ridotto la produzione di questo radicchio che originariamente era coltivato nella piana tra Gorizia e Salcano ed in misura minore, nel rimanente territorio goriziano e nelle aree periferiche della città. La rosa di Gorizia viene prodotta in limitate quantità e solo per il mercato locale di Gorizia con qualche sbocco verso Trieste e Udine (anche Tarvisio).

63 I cavoli La maggior parte dei cavoli è originaria del bacino del Mediterraneo e si trova in coltura da tempi molto antichi. Molto coltivati in Italia (specie il Cavolfiore), hanno un forte consumo sul mercato interno ed alimentano una notevole esportazione. I cavoli comprendono numerose forme che si classificano, in base ai caratteri delle parti utilizzate della pianta, in:

64 - Cavolfiore e Cavolo broccolo (Brassica oleracea var. botrytis L.) - Cavolo cappuccio (Brassica oleracea L. var. capitata L.); - Cavolo verza (Brassica oleracea L. var. sabauda L.); - Cavolo di Bruxelles (Brassica oleracea L. var. gemmifera Zenker); - Cavolo rapa (Brassica oleracea L. var. gongylodes L.); - Cavolo da foraggio (Brassica oleracea L. var. acephala D.C.): viene impiegato, specialmente nei paesi nordici, per l'alimentazione del bestiame; - Cavolo cinese (Brassica oleracea var. pekinensis Rupr.).

65 Caratteri botanici Tutti appartengono alla specie Brassica oleracea L. Se lasciata sviluppare, la pianta cresce fino a 1,5 metri di altezza, formando abbondanti ramificazioni con rametti fioriferi. I fiori sono gialli e, dopo la fecondazione, in genere incrociata ed entomofila, danno luogo alla formazione di una siliqua portante numerosi semi rotondi, di colore nero bluastro (peso di semi pari a 4-6 grammi).

66 Cavolo cappuccio - Brassica oleracea L. var. capitata L. In Italia il Cavolo cappuccio è coltivato in tutte le regioni anche se maggiormente nel centro-sud. Si differenzia dal cavolo verza per le foglie che sono lisce e mai bollose e per la parte edule (palla o testa o cappuccio) che è più compatta. Le palle vengono consumate crude o cotte o servono a preparare i crauti.

67 Esigenze pedoclimatiche Si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché siano profondi, ben aerati e freschi, ben dotati di sostanza organica e con ph intorno alla neutralità. Preferisce climi temperato-freddi ed umidi, tollera il freddo ma non il gelo. La coltura necessita di irrigazioni al trapianto e nella fase di ingrossamento della testa. E' una coltura intercalare e lascia una buona fertilità residua.

68 Varietà Le cultivar di cavolo cappuccio possono essere classificate in vario modo a seconda di: colore delle foglie (verdi e rosse), destinazione del prodotto (consumo fresco e trasformazione industriale) in base al periodo di raccolta: primaveriliestive (precoci), autunnali (medio-tardive), invernali (tardive). Oggi le cultivar più diffuse sono ibridi F1.

69 Tecnica colturale La tecnica colturale più appropriata è il trapianto, che può essere eseguito con piantine a radice nuda allevate in semenzaio o con piantine con pane di terra allevate in contenitori alveolati. L'impianto con distanza tra le file pari a cm per il cavolo cappuccio, sulla fila cm. La coltura si avvantaggia notevolmente della concimazione organica. Il cavolo cappuccio è una specie mediamente esigente in elementi nutritivi (particolare importanza è rivestita dal calcio).

70 Raccolta La raccolta deve avvenire quando la testa ha raggiunto le dimensioni desiderate: giorni dal trapianto nelle cultivar precoci, nelle medio-precoci, oltre 90 giorni in quelle tardive. Le teste devono essere ben compatte. Il cavolo cappuccio si adatta alla conservazione frigorifera. La produzione varia tra 4 e 7 qli/100 mq, a seconda della cultivar, dell epoca di coltivazione e delle condizioni pedoclimatiche..

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75 Cavolo verza - Brassica oleracea L. var. sabauda L. Anche della verza si impiegano le foglie, bollose, grinzose, quasi increspate, riunite in una palla meno compatta di quella del cavolo cappuccio. Comprende varietà estive, autunnali e invernali.. La tecnica colturale è simile a quella del Cavolo cappuccio.

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77 Cavolo di Bruxelles - Brassica oleracea L. var. gemmifera D.C. Presenta un fusto, alto fino a 1 metro, che termina con un ciuffo di foglie a palla floscia. Lungo il fusto altre foglie portano all'ascella germogli a forma di glomeruli arrotondati (cavolini), in numero di Non è molto coltivato in Italia.

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80 Cavolo nero crespo - Brassica oleracea L. var. acephala sabellica Presenta fusto eretto, alto fino a 1 metro, con foglie di color verde scuro, rugose e bollose, di cui vengono utilizzate le superiori e i giovani germogli che si formano sul fusto e sui rami. Utilizzata soprattutto in Toscana, nella preparazione della famosa "ribollita".

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82 Avversità e parassiti Tra i parassiti che colpiscono i Cavoli ricordiamo: Crittogame: - Alternariosi (Alternaria brassicae); - Marciumi basali (Sclerotinia e Rhizoctonia); - Peronospora (Peronospora brassicae, Peronospora parassitica); Insetti: - Afidi (Myzus persicae) - Nottue, Cavolaie (Mamestra brassicae, Mamestra oleracea, Pieris brassicae); - Elateridi (Agriotes spp.);

83 Cavolfiore e Broccolo - Brassica oleracea L. var. botrytis L. Origine e diffusione Il Cavolfiore è una tra le crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centromeridionali e precisamente in Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia.

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87 Cavolo broccolo (Brassica oleracea L. botrytis var. cymosa Differisce di poco dal cavolfiore: l'infiorescenza è talora compatta, globosa o a pigna, biancastra o verdastra o violacea o rossastra, e talora è aperta o formata da fasci di germogli di varia lunghezza. Le foglie, inoltre, sono meno ampie, più ondulate, diritte e numerose che nel cavolfiore. Il broccolo comprende molte varietà locali alcune delle quali precoci, come Ramoso verde calabrese, Broccolo di Verona, e altre tardive, come il Pugliese, Tardivo di Albano, Nero di Napoli, ecc. Esistono anche ibridi F1. Il broccolo viene coltivato come il cavolfiore.

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90 Esigenze ambientali Fornisce le migliori produzioni in zone a clima fresco e umido. Il fattore climatico più importante è la temperatura, sia durante la fase di transizione da vegetativa a riproduttiva che prima e dopo di essa. Per le cultivar precoci la temperatura ottimale per la formazione dei corimbi è di circa 17 C. Con temperature superiori a 20 C il passaggio alla fase riproduttiva è ritardato e la qualità dei corimbi diviene scadente. Anche le basse temperature possono danneggiare la pianta in coincidenza dei vari stadi in cui si trova. Se la pianta ha formato 6-8 foglioline e viene sottoposta a temperatura bassa si possono avere piante "cieche", cioè senza infiorescenza. Il gelo provoca la lessatura dei grumi che formano la parte edule.

91 Le cultivar si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo. Ci sono infatti cultivar che non richiedono il freddo per la formazione della parte edule (precoci), mentre altre (le tardive, che si comportano da piante tipicamente biennali) richiedono il freddo per la formazione della parte edule che è l'infiorescenza.

92 Tecnica colturale E' considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e può seguire il grano o gli ortaggi come la fava, il pisello, la carota e la patata. E' da evitare la monosuccessione, specie se non vengono eliminati i residui della vegetazione, in particolare se colpita da malattie. Oggi, in particolare con con l'impiego di ibridi, vengono utilizzate piantine allevate in vivaio in appositi contenitori, successivamente trapiantate (da luglio a tutto settembre).

93 Porro Il Porro è un ortaggio da foglia, apprezzato dalle popolazioni del Mediterranei fin dal tempo degli Egizi e dei Romani; la sua coltivazione è diffusa in Europa, America e Asia. E' presente sul mercato specialmente nel periodo autunno-invernale. E' coltivato in tutte le regioni italiane, specialmente al Centro-Nord. Viene utilizzata la parte basale delle foglie, che formano un falso fusto di cm di lunghezza e 3-5 di diametro; questo, costituisce la parte edule.

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95 Caratteri botanici Il porro è una pianta biennale (coltivata a ciclo annuale) Il Porro presenta un bulbo poco sviluppato o assente, foglie allungate (con portamento eretto o ricadente, di colore da grigio verde a verde bluastro) con piccioli piegati a doccia ed avvolgenti alla base, formando un falso fusto più o meno allungato (da 15 a 40 cm.

96 Presenta un apparato radicale fascicolato, con molte radici che si possono spingere fino a 50 cm circa di profondità. Il fusto è accorciato a formare un disco appiattito, da cui si dipartono le foglie e le radici. Lo stelo fiorale viene emesso nel secondo anno, in aprile-maggio; è pieno e termina con un'infiorescenza sferica (6-8 cm di diametro) con fiori di colore bianco, rosa o lilla. I semi sono neri angolosi e grinzosi (peso semi pari a 2,5-3,3 grammi). La durata della germinabilità è di 2-3 anni.

97 Esigenze ambientali Il porro si adatta bene sia ai climi temperatocaldi che temperato-freddi, con l'impiego di varietà e cicli colturali differenti. I terreni più adatti sono quelli di medio impasto, con buona capacità idrica di ritenuta, ma senza problemi di drenaggio e ben dotati di sostanza organica; il ph deve essere compreso tra 6 e 7; scarsa è la tolleranza alle elevate salinità. L'irrigazione è quasi sempre necessaria, ad esclusione del periodo invernale.

98 Varietà Le cultivar sono classificate in base alla lunghezza del "falso fusto" e in base all'epoca di produzione: Cultivar estive: semina a dicembre-gennaio su letto caldo; Cultivar autunnali: con semina in marzoaprile; Cultivar invernali: con semina in maggiogiugno.

99 Tecnica colturale Di solito vengono trapiantate le piantine (alte cm) ottenute in vivaio; La densità colturale varia da 20 a 40 piante al metro quadrato, maggiore nelle colture destinate a raccolte precoci. Nelle colture tardive le piantine vengono sottoposte a rincalzatura, utile per aumentare la parte bianca del fusto e per ottenere una maggiore resistenza al freddo.

100 Raccolta e produzione La raccolta comincia quando il diametro dei fusti ha raggiunto i 2-3 cm, dopo circa 3-4 mesi dal trapianto o 5-7 dalla semina. Dopo l'estirpazione, vengono tolte le foglie vecchie più esterne, tagliate a 15 cm sopra la parte bianca, accorciate le radici e lavati. In frigorifero (0-1 C e UR 90-95%) possono essere conservati fino a tre mesi. Una buona produzione varia dai 400 ai 500 kg per 100 metri quadrati.

101 Avversità e parassiti I parassiti sono simili a quelli della cipolla. I danni più gravi sono provocati da Fusarium; altre crittogame dannose sono le ruggini (Puccinia porri e Puccinia allii), la peronospora del porro (Phitophtora porri) e l'alternariosi (Alternaria porri). Tra i parassiti animali: la tignola del porro (Acrolepia assectella), la mosca della cipolla (Hylemia antiqua), il tripite (Trips tabaci) e i nematodi dello stelo (Ditylenchus dipsaci).

102 Valerianella locusta

103 Coltura invernale Semina a settembre ottobre Varietà a seme grosso (foglie più lunghe e sottili) e varietà a seme piccolo (foglie più scure, rotonde e carnose) Raccolta scalare al raggiungimento di adeguata dimensione dei mazzetti

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105 L'indivia (Cichorium endivia) chiamata anche scarola l'indivia sviluppa una rosetta di foglie assai increspate le quali formano un cespo piuttosto lasso. L'imbianchimento delle foglie si esegue raccogliendole e legandole con un filo di rafia. due varietà: la varietà classica detta crispum e la varietà latifolium, comunemente chiamata scarola.

106 Latifolium (scarola)

107 Crispum (riccia)

108 finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere). Trapianto da luglio e raccolta dopo 90 giorni circa Il colore bianco è dato dalla tecnica dell'imbianchimento, cioè una rincalzatura che si effettua nel corso dello sviluppo del grumolo o almeno due settimane prima della raccolta

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110 Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi").

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112 Lo spinacio (Spinacia oleracea) Lo spinacio (Spinacia oleracea) è una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae Varietà a semina primaverile e varietà autunnali/invernali Semina a fine agosto / settembre Meglio seminare a file per la lotta alle infestanti

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114 Grazie per l attenzione

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