L agroalimentare a Verona Radiografia del settore

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1 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI VERONA Servizio Studi e Ricerca L agroalimentare a Verona Radiografia del settore ABSTRACT

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3 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI VERONA Servizio Studi e Ricerca L agroalimentare a Verona Radiografia del settore ABSTRACT L aggiornamento dei dati utilizzati nell indagine è stato completato il 31 dicembre 2003.

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5 Il sistema agro-alimentare veronese Il settore primario l veronese è un territorio dalle caratteristiche geologiche e I climatiche uniche che permettono una produzione agricola di ottima qualità e di ampia varietà. Una continua e graduale variabilità orografica e climatica ci accompagna dai suoli ricchi di torba delle zone recentemente bonificate a quelli sabbiosi e argillosi sempre a sud, per passare all alta pianura ghiaiosa che si estende fino ai piedi della contigua collina calcarea, fino ad arrivare alle aguzze montagne dolomitiche. Su questo territorio, un tempo difficile da coltivare perché poco fertile nelle zone montagnose e collinari, carente d acqua nell alta pianura, e soggetto a ristagno e impaludamento più in basso, l uomo, attraverso un abile opera di ricostruzione agricola, vi ha inserito una delle agricolture più ricche e dinamiche. La posizione strategica di Verona per il commercio, unendo la Gallia Cisalpina al Mediterraneo, e orizzontalmente i due grandi poli di Venezia e Milano, lo spirito di intraprendenza ed una robusta rete di comunicazioni hanno favorito la crescita di una eccellente agricoltura. La vocazione di Verona è sempre stata soprattutto agricola, anche se nel tempo l evoluzione e il mutare delle attività nella nostra provincia hanno in parte ridotto l importanza, in termini relativi, del settore primario. D altra parte, il settore agricolo ha continuato, attraverso l innovazione e l introduzione di nuove e moderne tecnologie, a sviluppare le proprie potenzialità e a rafforzarsi in termini di qualità dei prodotti. I dati sulla produzione lorda vendibile (PLV) ci confermano che, pur avendo perso il primato originario di principale fonte di reddito nella nostra provincia, il settore agricolo mantiene la propria importanza, sia in ambito regionale che nazionale. Nel 2001, infatti, esso ha raggiunto il valore di milioni di Euro (+3,7% rispetto al 2000), di cui il 48,1% dovuto alle produzioni zootecniche, il 23,9% alle produzioni legnose, il 24,1% alle coltivazioni erbacee, il 3,6% ai servizi annessi e lo 0,1% ai prodotti forestali. Altro dato significativo riguarda il valore aggiunto provinciale: il settore agricolo contribuisce alla sua formazione per il 4,8%, contro il 2,8% del Veneto e una media nazionale del 2,7%. 5

6 Le principali colture veronesi L agricoltura veronese è legata a doppio filo con l industria alimentare locale. Per alcune produzioni (vite, olivo, riso, ma non solo), attività agricola e di trasformazione sono spesso svolte dalla medesima azienda. Ecco perché, come avremo modo di approfondire più avanti, per avere un quadro sulla numerosità delle imprese operanti nel settore agroalimentare veronese, dobbiamo tenere conto non solo del comparto manifatturiero (che trasforma materie prime non di propria produzione), ma in molti casi anche di quello agricolo. Per meglio comprendere l evoluzione del settore della produzione di alimenti e bevande, è opportuno fare una carrellata delle principali colture presenti nella nostra provincia, analizzando in particolare l anno 2002 (dati Istat) 1. Tabella 1 Principali Produzioni agricole (Produzione totale, valori in quintali) Coltivazioni erbacee (dati def.) (dati provv.) (dati provv.) Frumento tenero ,7... Orzo ,1 Riso ,2... Granoturco ,3 6,7 Patata ,7 Legumi freschi (fagioli e fagiolini, piselli) ,1 Cipolla ,4 Asparago ,5 Cavolo, cavolfiore, ,2 broccolo... Insalata (indivia, lattuga, radicchio) ,0 Peperone ,2... Pomodoro ,3 Zucchina ,0... Popone ,9... Fragola , Barbabietola da zucchero ,3... Soia ,4... Girasole ,0... Tabacco ,6 Coltivazioni legnose Uva da vino ,8... Olivo ,9... Albicocche ,1... Pesche e Nettarine ,8... Susine ,0... Mele ,5... Pere ,5... Ciliegie ,6... Actinidia ,6... Ortaggi in serra Var. % 02/01 Fragola , Popone o melone ,2 Pomodoro , Fonte: Istat 1 Per una descrizione del settore agricolo nel Veneto e nelle sue province, è utile la consultazione dei volumi di Unioncamere Veneto, Relazione sulla situazione economica del Veneto nel 2002, e La struttura produttiva del Veneto. Evoluzione attraverso i censimenti

7 Tra i prodotti tipici che maggiormente caratterizzano il nostro territorio, troviamo il vino, l olio e il riso. Per quanto riguarda la raccolta dell uva da vino, che dà origine a prestigiosi vini a denominazione di origine controllata, la produzione del 2002 ha fornito quintali (-17,8% rispetto all anno precedente), su una superficie di poco più di 22 mila ettari. La resa per ettaro è stata di 153 quintali, contro i 187,7 del 2001; il vino ottenuto a livello provinciale è ammontato a circa 2,4 milioni di ettolitri, segnando un 20% rispetto alla produzione dell anno precedente. La minore disponibilità di vino, che è andata nel corso dell anno ad alleggerire le scorte della campagna precedente, ed una domanda in ripresa, specie all estero, hanno reso complessivamente positiva l annata commerciale dei produttori veronesi, con prezzi tendenzialmente in crescita. L annata 2002 relativa alla raccolta di olive, con la quale viene prodotto un olio con uno standard qualitativo eccellente, ha visto una contrazione rispetto all anno precedente del 7,9% e una produzione di oltre 69 mila quintali su una superficie di ettari. Il Vialone Nano, una delle più pregiate varietà di riso attualmente coltivate in Italia, viene prodotto nella Bassa Veronese, dove operano una trentina di imprese agricole, su una superificie di circa ettari. Nel 2002, la coltura del riso ha raggiunto una produzione di quintali. Un altro comparto di particolare rilevanza per la nostra agricoltura è quello dell ortofrutta, che ha influito sulla nascita di una serie di attività, sia commerciali che industriali, e di una serie di strutture ed enti (pensiamo ai vari mercati all ingrosso presenti in provincia, o a società come Veronamercato s.p.a.), che si sono specializzate come punto di raccordo per lo smistamento e il commercio di questi prodotti a livello nazionale e internazionale. Per quanto riguarda le coltivazioni legnose, le principali produzioni dell annata appena trascorsa riguardano le mele, con 1,9 milioni di quintali nel 2002, seguite da pesche e nettarine, con quasi 930 mila quintali, dal pero (363 mila quintali), dall actinidia, che trova nell area del Garda il suo habitat ideale (354 mila quintali) e dalle ciliegie (153 mila quintali). Rispetto al 2001, sono diminuite le produzioni di mele (-11,5%) e in misura minore - di pesche e nettarine (-2,8%), mentre è aumentata di oltre il 20% la produzione di pere, così come quella di actinidia (+3,6%). Stabile la produzione di ciliegie. Tra le coltivazioni orticole, si contraddistinguono per qualità e consistenza delle produzioni la patata (452 mila quintali), le leguminose (78 mila quintali), il radicchio (137 mila quintali), il cavolo (190 mila quintali), il pomodoro (99mila quintali), l asparago (17 mila quintali). Per molte di queste produzioni (a parte qualche eccezione) si è registrata nel 2002 una diminuzione nei dati quantitativi, dovuti nella maggior parte dei casi allo sfavorevole andamento climatico. Alle coltivazioni orticole in piena aria si affiancano le coltivazioni in serra, che vedono principalmente la presenza sul nostro territorio di fragole, meloni e pomodori. All interno del settore agricolo veronese si collocano, con quantitativi di tutto rispetto, le coltivazioni di frumento e granoturco, insieme ad importanti coltivazioni industriali come la barbabietola da zucchero, la soia, il tabacco e, in misura minore, il girasole. 7

8 Per quanto riguarda il frumento tenero, la produzione veronese nel 2002 ha superato i 741 mila quintali, con un aumento rispetto al 2001 dell 85%. Tale aumento è dovuto all ampliamento della superficie totale, passata da a ettari, e all incremento della resa per ettaro, da 54,5 a 54,8 quintali. Il granoturco, con una superficie di produzione aumentata del 4%, ha invece registrato una diminuzione della produzione complessiva dell 1,3%; la resa per ettaro, infatti, è sensibilmente diminuita, passando da 102 a 96,7 quintali. La produzione della barbabietola da zucchero nella provincia di Verona è stata, nel 2002, pari a quintali (+ 12,3% rispetto al 2001). La superficie totale utilizzata per questa coltura è effettivamente aumentata di quasi 8 punti percentuali, ed è anche aumentata la resa per ettaro. E diminuita invece la produzione di soia (- 21,4%), mentre è rimasta stabile quella del tabacco. In netta ripresa (più del doppio) le coltivazioni di girasole, con una inversione di tendenza rispetto all andamento negativo del Gli aumenti o i decrementi delle coltivazioni agricole, oltre ad essere determinato da fattori climatici e congiunturali, è senza dubbio influenzato dalle decisioni degli imprenditori agricoli sugli investimenti da eseguire, tenuto conto delle indicazioni dell Unione Europea, anche in relazione alle conseguenze negative che potrebbero loro derivare da un eventuale superamento nell ammontare consentito per le singole produzioni. L obiettivo che la politica agricola comunitaria si pone è infatti quello di parificare, a livello europeo, domanda ed offerta, per evitare il crearsi di surplus produttivi. Ma importanti risultano anche le decisioni del WTO in materia di libertà commerciale, che tendono ad eliminare la presenza di misure di garanzia, contrarie alla libera concorrenza. Il patrimonio zootecnico veronese Oltre alle produzioni agricole, la provincia di Verona vanta un comparto zootecnico di prima grandezza all interno del panorama regionale e nazionale. Tabella 2 Patrimonio zootecnico nella Provincia di Verona. Numero di capi di bestiame 2000* Var. % 02/01 Bovini ,80 Equini ,63 Suini ,25 Ovini ,03 Caprini ,94 * giugno 2000 Sono più di 547mila i capi di bestiame (bovini, equini, suini, ovini e caprini) presenti negli allevamenti veronesi a fine Bovini e suini sono destinati ad una caratteristica produzione casearia: i primi sono utilizzati per la produzione del Grana Padano e del caratteristico formaggio Monte veronese, i secondi sono destinati 8

9 alla preparazione di prodotti trasformati, fra i quali va ricordato il prosciutto veneto DOC. Quanto al comparto degli avicoli, secondo i dati disponibili, la loro consistenza si aggira nella nostra provincia sui 24,6 milioni di unità (circa il 46% della totale riferito al Veneto). Il 2002, per il settore avicolo, è stato un anno particolarmente difficile. Esso infatti ha pagato pesantemente l eccesso di produzione, con netto calo dei prezzi di vendita, verificatosi per errate strategie interne, essendosi i consumatori nuovamente orientati verso le carni bovine, a scapito di quelle avicole, per il superamento di timori connessi alla mucca pazza. Inoltre, sui mercati europei sono stati immesse carni avicole provenienti da paesi terzi, a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli praticati dai produttori italiani. Per il settore dei cunicoli, la provincia di Verona conta circa 315 mila capi. Imprese e occupazione nell agricoltura veronese Secondo i dati del Registro delle Imprese, al 31 dicembre 2002 le imprese agricole registrate risultavano essere , con una diminuzione che, dal 1997 ad oggi, è stata del 5,7%. Tra le cause che spiegano la riduzione delle aziende iscritte alla CCIAA va ricordata la cancellazione di Figura 1 - Imprese agricole registrate alla Camera di Commercio di Verona molte imprese individuali che, per motivi amministrativi, non sono più state vincolate all iscrizione al Registro delle Imprese. Hanno inoltre contribuito le cessazioni di attività da parte degli imprenditori più anziani, non più supportate da un Fonte: Infocamere ricambio familiare nella conduzione aziendale e la graduale uscita dal mercato delle aziende marginali e quindi non più competitive 2. Nonostante questa tendenza, le imprese agricole veronesi rappresentano quasi il 23% del totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio di Verona (la percentuale più elevata in tutto il Veneto); la diminuzione, inoltre, è stata meno accentuata nella nostra provincia rispetto alle altre province venete. La forma giuridica ancora predominante è quella dell impresa individuale (85,6%), seguita dalla società di persone (12,7%), da altre forme (0,9%) e dalla società di capitali (0,8%). Gli occupati nell agricoltura veronese, secondo l Istat (indagine Forze di Lavoro, media provinciale) sono stati nel 2002, circa 20 mila. Con questo dato, la provincia di Verona, con un aumento rispetto al 2001 pari all 11% (+2 mila unità), segna un 2 Cfr. Rapporto 2003 sul sistema agroalimentare del Veneto, pubblicato dalla Regione Veneto e Veneto Agricoltura, anno

10 risultato in controtendenza rispetto a quanto è avvenuto a livello nazionale e nel Veneto (dove si è verificata una diminuzione di 3 mila unità, pari al 3,6%). Pur avendo perso nel corso degli ultimi dieci anni un numero di occupati pari a circa 7 mila unità, il settore agricolo veronese, con il trend positivo segnato a partire dal 1998, si conferma ancora vitale e in grado di continuare quel processo di rinnovamento che sta portando la nostra provincia ad un posto di leadership nel quadro agricolo nazionale e internazionale. Un dato importante riguarda la percentuale di occupati in agricoltura rispetto al totale degli occupati nei vari settori produttivi, passato dal 5,1% del 2001 al 5,5% del Inoltre, l agricoltura veronese occupa un quarto degli occupati nel settore agricolo del Veneto; tale contributo è aumentato di 3,3 punti percentuali nell ultimo anno. Il numero di indipendenti è pari a circa l 85% degli occupati in agricoltura, mentre le donne occupate in questo settore sono il 30%. L integrazione tra agricoltura e industria alimentare: punto di forza per la nostra economia L integrazione dell agricoltura e dell allevamento con l industria alimentare ha costituito un fattore chiave per lo sviluppo della economia veronese in generale e del settore agro-industriale in particolare. La volontà di innovare, unita alla consapevolezza di quanto fosse necessario mantenere anche gli aspetti socio-culturali, la tradizione e la valorizzazione delle produzioni tipiche, hanno portato la nostra provincia in una posizione di leadership a livello nazionale e internazionale in campo agroalimentare. Un concetto che sta sempre più prendendo piede è quello di filiera, una sorta di percorso dal campo alla tavola del prodotto alimentare: dalla produzione della materia prima, passando per la prima commercializzazione e la trasformazione, fino alla distribuzione all ingrosso e al dettaglio. La scommessa per il futuro è quella di garantire qualità in tutti i passaggi del prodotto, fino al consumatore finale. Solo in questo modo i prodotti agroalimentari veronesi potranno essere identificati e scelti. 10

11 La struttura produttiva dell industria agroalimentare veronese A lla fine del 2002 il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Verona conta imprese appartenenti al settore alimentare e delle bevande, circa il 9,9% delle industrie manifatturiere. Tra il 1998 e il 2002 il numero di imprese è notevolmente incrementato, passando da a 1.321, con una variazione pari al +16% che colloca Verona al quarto posto nella classifica regionale, come si può vedere in figura 2. Figura 2 Industrie Alimentari e Bevande registrate in Veneto per provincia. Variazione percentuale 2002/ ,3 26,6 18,1 16,0 13, , VENEZIA Fonte: Infocamere ROVIGO PADOVA VERONA VICENZA TREVISO -8,4 BELLUNO Analizzando i singoli comparti risulta che l aumento percentuale dal 1998 al 2002 ha interessato maggiormente il settore della lavorazione conservazione pesce (+75%, anche se in termini assoluti il valore non è elevato), il settore fabbricazione di altri prodotti (+26,1%) e quello dell industria lattiero-casearia (+15,5%). Non mancano tuttavia settori che hanno visto diminuire le proprie unità produttive quali la fabbricazione prodotti per alimentazione animale ( 20%) e la lavorazione delle granaglie e di amidacei ( 10,9%). Tabella 3 - Imprese registrate alla CCIAA di Verona al IV trim nel settore industrie alimentari e delle bevande. Settore IV/02 Fabbricazione di altri prodotti alimentari (vedi tab. 3.5) 803 Industria lattiero-casearia 164 Industria delle bevande 107 Produzione, lavorazione e conservazione di carni 91 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 48 Lavorazione di granaglie e amidacei 41 Fabbricazione e produzione per alimentazione animale 20 Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali 21 n.c.a. 19 Lavorazione e conservazione del pesce 7 Totale

12 Figura 3 - Industrie Alimentari e Bevande registrate a Verona Distribuzione percentuale per settore di attività. nca 1,4% Fabb altri prod alimentari 60,8% Lav cons pesce 0,5% Fabb oli e grassi veg e anim 1,6% Fabb prod per aliment animale 1,5% Fonte: Infocamere Lav granaglie e amidacei 3,1% Industria bevande 8,1% Prod lav cons carni 6,9% Lav cons frutta ortaggi 3,6% Industria lattierocasearia 12,4% Il comparto della fabbricazione di altri prodotti alimentari, con 803 imprese, copre una percentuale molto elevata (60,8%) del totale delle imprese alimentari e delle bevande. Ricordiamo che questo comparto comprende, secondo la classificazione Istat, le seguenti produzioni: prodotti di panetteria e di pasticceria fresca fette biscottate, biscotti, prodotti di pasticceria conservati zucchero cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili lavorazione del tè e del caffè condimenti e spezie preparati omogeneizzati e alimenti dietetici altri prodotti alimentari Tabella 4. Fabbricazione di altri prodotti alimentari nella provincia di Verona - IV trim Verona IV/02 Produzione di panetteria e pasticceria fresca 613 Fabbricazione di paste alimentari,cuscus,farinacei 63 Fabbricazione di altri prodotti alimentari ** 59 Fabbricazione di fette biscottate, biscotti e produz. di pasticc. conservata 24 N.c.a. 23 Lavorazione tè e caffè 8 Fabbricazione cacao,cioccolato,caramelle,confetterie 7 Fabbricazione di condimenti e spezie 3 Fabbricazione di preparati omogeneizzati 3 Totale 803 ** dolcificanti,budini.creme,alimenti precotti,minestre,brodi,aceto,lieviti,.. Fonte: Infocamere Il 76,3% (pari a 613 unità) delle imprese iscritte alla voce fabbricazione di altri prodotti alimentari producono pasticceria e panetteria fresca, seguite da oltre sessanta imprese che producono paste alimentari. La fabbricazione di dolcificanti, budini, creme, alimenti precotti, 12

13 ecc. conta 59 imprese, mentre sono 24 le unità che producono fette biscottate, biscotti e pasticceria conservata. Alle imprese alimentari che si occupano della Fabbricazione di altri prodotti alimentari seguono le industrie lattiero-casearie (164 imprese, pari al 12,4% del totale del settore). Le 107 imprese dell industria delle bevande, svolgono per oltre l 83% attività di produzione di vini da uve non di produzione propria. La produzione, lavorazione e conservazione di carni conta 91 imprese, confermandosi una realtà tra le più significative per la nostra industria, così come la lavorazione di frutta e ortaggi, con 48 imprese e la lavorazione di granaglie e amidacei, con 41. La fabbricazione di alimenti per animali conta - al IV trimestre imprese, alcune delle quali di grandi dimensioni. Tabella 5 - Imprese del settore Fabbricazione di altri prodotti alimentari e del settore Alimentari e Bevande Fabbricazione altri prodotti alimentari Alimentari e Bevande % su tot imprese % su tot imprese alim manif % su tot imprese VERONA ,8 9,9 1,4 VENETO ,6 8,9 1,4 ITALIA ,8 13,7 1,8 Fonte:Infocamere Gli addetti dell industria alimentare e delle bevande Le imprese artigiane I dati ufficiali più recenti sull occupazione nell industria degli alimenti e delle bevande in attesa dei dati definitivi del Censimento dell Industria e dei Servizi del sono quelli del Censimento intermedio dell Industria e dei Servizi, riferito al 1996, secondo il quale gli addetti del settore nella nostra provincia sono (un terzo degli addetti occupati, sempre nel settore, in tutto il Veneto). L 85% degli occupati è rappresentato da dipendenti. Con questi numeri, la provincia di Verona si pone al primo posto nella nostra regione in quanto ad occupati, seguita da Treviso e Padova. Le imprese artigiane appartenenti all industria degli alimenti e delle bevande della nostra provincia, iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Verona, sono - al 31 dicembre , ben il 68% delle imprese del settore. Si tratta per lo più di imprese individuali (il 60% del totale) e di società di persone (39%); solo una quota residuale, pari all 1%, è rappresentata da società di capitali. Le attività principali svolte dalle imprese artigiane dell agroalimentare sono quelle legate alla produzione di altri prodotti alimentari (il 75%), in particolare prodotti di panetteria e pasticceria fresca, con 555 imprese. Sono 122 le imprese artigiane del settore lattiero-caseario (il 13,6%), mentre quelle che svolgono attività di produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne sono 43 (il 4,8%). 13

14 Tabella 6 - Imprese artigiane dell industria alimentare e delle bevande al 31 dicembre Provincia di Verona SOCIETA' DI CAPITALE SOCIETA' IMPRESE DI PERSONE INDIVIDUALI TOTALE Produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia e dei gelati Lavorazione delle granaglie e di prodotti amidacei Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali Produzione di altri prodotti alimentari di cui: prodotti di panetteria e pasticceria fresca Industria delle bevande TOTALE Fonte: Infocamere I gruppi di impresa nel settore agroalimentare Uno degli aspetti di cui tener conto nell analisi di un settore produttivo riguarda la capacità delle imprese appartenenti allo stesso di sviluppare collaborazioni interaziendali (sul versante produttivo e/o di servizio) o anche attraverso la creazione o la partecipazione a raggruppamenti di impresa. L Osservatorio Unioncamere sui gruppi di impresa ha individuato nella nostra provincia, all inizio del 2000, imprese appartenenti agli 828 gruppi di impresa veronesi. Il settore alimentare conta 67 imprese in gruppo; ben 52 società di capitale su 100 fanno parte di un gruppo per quanto riguarda questo settore di attività economica. Il fenomeno dei gruppi di impresa è senza dubbio più marcato nel settore del commercio e dei servizi, ma sta prendendo piede anche nel settore alimentare, insieme alla consapevolezza da parte di molte imprese che operare in rete, in una logica distrettuale, può divenire una carta vincente per lo sviluppo del settore e per raggiungere una maggiore competitività nei confronti di altre realtà italiane ed estere. 14

15 I principali settori dell industria alimentare e delle bevande Analizzando una serie di parametri ed indicatori, quali la numerosità e la natimortalità delle imprese, i dati sull occupazione e sull export, la presenza di strutture e/o di enti di tutela dei prodotti, di rassegne fieristiche specializzate, la concentrazione di determinate attività produttive all interno del territorio provinciale, si può affermare che i settori trainanti dell industria agroalimentare della nostra provincia siano i seguenti: 1. l industria delle bevande 2. l industria lattiero casearia 3. il settore dolciario 4. la produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di carne 5. la lavorazione e la conservazione di frutta e ortaggi 6. la produzione di prodotti per l alimentazione degli animali Vediamo ora in sintesi gli aspetti più significativi di questi settori, che rendono importante il comparto agroalimentare della provincia di Verona in Italia e nel mondo, accennando anche ai dati sulle esportazioni, che saranno trattati più approfonditamente nel capitolo che segue. L industria delle bevande Delle 107 imprese registrate alla Camera di Commercio di Verona al 31 dicembre 2002, con riferimento all industria delle bevande, ben 89 svolgono l attività di produzione di vini (da uve non di produzione propria). Gli addetti dell industria delle bevande, secondo i dati del Censimento Intermedio dell Industria e dei Servizi, sono circa Tabella 7 - Imprese nel settore delle Bevande VERONA VENETO ITALIA Bevande alcoliche distillate Alcol etilico di fermentazione Vini (da uve non di produzione propria) Sidro Altre bevande fermentate non distillate Birra Malto Acque minerali, bibite analcoliche Altre bevande analcoliche nca Totale bevande Totale Alimentari e Bevande Fonte: Infocamere 15

16 Tuttavia, se vogliamo avere un quadro dell industria delle bevande (e del vino in particolare) nella nostra provincia, dobbiamo tenere conto anche delle più di aziende agricole che - secondo i dati del il 5 Censimento Generale dell Agricoltura del coltivano vite; molte di esse, infatti, producono vini con uve di produzione propria, o forniscono uve alle imprese produttrici di vino. Tabella 8 - Aziende coltivate a vite AZIENDE VERONA VENETO ITALIA VITE per vini DOC e DOCG per altri vini per uva da tavola Fonte: 5 Censimento Generale dell Agricoltura del 2000 Analizzando i dati del Registro delle Imprese, risulta che il numero di imprese del settore delle bevande è aumentato dell 1,9% rispetto al Dopo il 2000, anno in cui si è registrato nella provincia veronese una diminuzione di imprese pari al 7,5%, il numero di sedi di impresa è nuovamente aumentato: a dicembre 2002, infatti, si è registrato rispetto allo stesso periodo del 2001 un aumento del 4,9%. Figura 4 - Industria delle bevande. Serie storica delle imprese registrate alla CCIAA di Verona Fonte: Infocamere Sul fronte dell export, la provincia di Verona nel 2002 ha esportato bevande (per il 99% si tratta di vino) per un valore pari a 444 milioni di Euro (quarta voce nella graduatoria dell export veronese). Rispetto al dato del 2001, le esportazioni di vino nel 2002 sono aumentate del 3%. I dati sulle esportazioni, uniti a quelli sui consumi, ci confermano che i vini veronesi stanno ottenendo i successi che meritano sia a 16

17 livello nazionale che internazionale; la crisi economica che negli ultimi tempi ha attraversato le economie occidentali, evidentemente non ha interferito sui consumi alimentari di qualità. L industria lattierocasearia L industria lattiero casearia italiana rappresenta una delle realtà più importanti nel panorama agroalimentare, con un fatturato complessivo che nel 2002 ha raggiunto i 13 miliardi di Euro e una produzione che dal 2001 al 2002 è aumentata dell 1,5% 7. Verona è una delle piazze più importanti, in Italia e nel Veneto, con 52 mila vacche da latte (consistenza al 1 dicembre 2002) che producono latte destinato sia al consumo diretto, sia ad uso industriale (produzione di yogurt, burro, formaggi, tra i quali il rinomato Monte Veronese). Le imprese iscritte al registro delle Imprese all interno della classificazione ATECO Industria lattiero-casearia, sono 164. Questo gruppo comprende anche la produzione di gelati, con 113 imprese che, oltre ad una moltitudine di attività artigianali di piccole dimensioni, vedono la presenza di grandi realtà industriali. Le aziende del settore lattiero-caseario e dei gelati costituiscono il 12,4% del totale delle industrie alimentari e delle bevande veronesi. Negli ultimi 5 anni, il numero di imprese è aumentato del 15,5%, anche se la variazione registrata nell ultimo anno è negativa (-1,8%). Figura 5 - Industria lattiero-casearia. Serie storica delle imprese registrate alla CCIAA di Verona Fonte: Infocamere Gli addetti del settore, secondo i dati del Censimento Intermedio dell Industria e dei Servizi, sono circa 600. Le esportazioni nel 2002 hanno registrato un aumento rispetto all anno precedente del 28,3%, raggiungendo i 27 milioni di Euro. Il mercato per i prodotti lattiero-caseari veronesi è soprattutto domestico: le esportazioni, pari nel 2002 a 27,4 milioni di Euro (+ 28,3% rispetto al 2001) non sono tra le voci più significative dell export scaligero (sono infatti al 44 posto). Significative invece le importazioni, pari a 201 milioni di Euro (con un aumento del 6,1% rispetto al 2001). 7 Il sistema agroalimentare italiano. Profili di uno scenario globale, Rapporto Ismea- Federalimentare. Roma,

18 Il settore dolciario Un altro settore che contraddistingue, anche all estero, la produzione alimentare veronese è quello dolciario, che in Italia ha un fatturato di 9 miliardi di Euro e vede una crescita della produzione che nell ultimo anno ha raggiunto il 3,4% 8. In particolare, assume particolare rilevanza il comparto dei dolci da ricorrenza (pandori, panettoni, colombe pasquali) il quale, unendo grandi aziende leader nel settore con un vasto numero di piccole aziende, fa di Verona la prima provincia in Italia in quanto a livelli di produzione e di vendite. Il comparto dolciario, oltre alla produzione di gelati (che fa parte del gruppo ATECO Industria lattiero-casearia, analizzato nel paragrafo precedente) è principalmente compreso all interno della voce Fabbricazione di altri prodotti alimentari, che comprende, tra l altro, la classe Fabbricazione di fette biscottate e biscotti; fabbricazione di prodotti di pasticceria conservati, che conta 27 imprese. Difficile quantificare le esportazioni del comparto dolciario; l Istat, infatti, ci fornisce i dati come massimo dettaglio relativi alla voce Fabbricazione di altri prodotti alimentari, all interno della quale, oltre ai prodotti di pasticceria conservata, troviamo i prodotti di panetteria e pasticceria fresca (per i quali, supponiamo, non dovrebbe esserci una significativa attività di export), zucchero, cacao, cioccolato, caramelle e confetterie, paste alimentari, tè e caffè, condimenti e spezie, preparati omogeneizzati e prodotti dietetici. In ogni caso, possiamo supporre che il dato dell export relativo agli altri prodotti alimentari, pari nel 2002 a 101 milioni di Euro, possa essere attribuito in buona parte al comparto dolciario. L industria della lavorazione delle carni Questo settore, insieme a quello lattiero-caseario - è particolarmente legato alle attività di allevamento presenti nella nostra provincia. L attività di produzione, lavorazione e conservazione delle carni conta nella nostra provincia 91 sedi di imprese, la cui consistenza non è variata molto, dal 1998 al 2002, oscillando tra le 89 unità del 1998 e le 93 del Gli addetti del settore, secondo i dati Istat relativi al censimento Intermedio dell Industria e dei Servizi, sono Figura 6 - Produzione, lavorazione e conservazione delle carni. Serie storica delle imprese registrate alla CCIAA di Verona Fonte: Infocamere 8 Il sistema agroalimentare italiano. Profili di uno scenario globale, cit. 18

19 Se in termini assoluti non si parla di grandi numeri, le 91 imprese del settore della lavorazione delle carni sono spesso di notevoli dimensioni, e nella maggior parte hanno posizioni di leadership sia nel mercato domestico che in quello internazionale. Tale posizione è confermata dalle esportazioni, che nel 2002 sono state di 154 milioni di Euro, con una diminuzione del 2,6% rispetto al La carne e i prodotti a base di carne costituiscono la dodicesima voce nella graduatoria dei prodotti maggiormente esportati dalla nostra provincia. L industria della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Al 31 dicembre 2002, le imprese registrate alla Camera di Commercio di Verona, che svolgono attività di lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, sono 48. Il numero di imprese del settore non ha subito nel tempo variazioni significative, aumentando di due unità dal 1998 ad oggi. Le imprese della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi costituiscono il 4,8% del totale delle imprese dell industria agro-alimentare. Gli addetti del settore sono, secondo il Censimento dell Industria e dei Servizi, riferito al 1996, 663 (il 48% degli addetti del settore nel Veneto). Figura 7 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi. Serie storica delle imprese registrate alla CCIAA di Verona Fonte: Infocamere Le esportazioni relative alla voce preparati e conserve di frutta e ortaggi, al 21 posto nella graduatoria dell export veronese, è stata nel 2002 pari a 85,5 milioni di Euro, con una diminuzione rispetto al 2001 del 13,5%. Produzione e lavorazione di prodotti per l alimentazione degli animali Il numero di imprese che svolgono attività di produzione e lavorazione di prodotti per l alimentazione degli animali è diminuito progressivamente nel corso degli anni, passando da 25 unità nel 1998 a 20 nel Gli addetti, secondo i dati del Censimento Intermedio dell industria e dei servizi, 19

20 ammontano a 582 unità, il 52% degli addetti del settore di tutto il Veneto. Figura 8 Prodotti per l alimentazione degli animali. Serie storica delle imprese registrate alla CCIAA di Verona Fonte: Infocamere Le produzioni sono destinate prevalentemente al mercato interno; le esportazioni di prodotti per l alimentazione degli animali - pari a 23,8 milioni di Euro nel 2002 (-1,7% rispetto al 2001) sono la 46 voce dell export veronese. Il settore della pasta fresca Da non dimenticare il settore della produzione di paste alimentari, secche e fresche (in totale 63 imprese), che vede, insieme ad attività artigianali di piccole dimensioni, alcune grandi aziende leader nel settore con un elevata capacità di penetrazione nei mercati esteri. 20

21 Il commercio con l estero industria alimentare italiana, nel confronto con gli altri settori L manifatturieri, mostra un orientamento all export piuttosto basso 1. Secondo i dati Istat sulla struttura e competitività delle imprese industriali e dei servizi, nel 2000 l incidenza del fatturato esportato sul fatturato totale - per le imprese dell industria alimentare, delle bevande e del tabacco - è stata pari all 11,3%, mentre la media del settore manifatturiero ha raggiunto il 24,6%. Confrontando questi dati con altri della stessa fonte relativi al 1997, tuttavia, si rileva come la quota di fatturato esportato sul totale sia aumentata del 32%, mentre per il settore manifatturiero nel complesso si è registrata una contrazione, seppure lieve, pari a meno 0,3%. Il 2002, per l industria alimentare e delle bevande italiana, si è chiuso con un valore delle esportazioni pari a 14,7 miliardi di Euro, e un incremento rispetto al 2001 del 5,7%. Il dato è da considerarsi estremamente positivo, visto la performance complessivamente non esaltante delle esportazioni italiane, che hanno registrato una diminuzione del 2,8% (-2,7% per il settore manifatturiero). Il comportamento in controtendenza delle esportazioni dei prodotti alimentari italiani è la dimostrazione della continua crescita del settore, che sembra in grado di rispondere alla sempre maggiore spinta competitiva dei paesi cosiddetti emergenti. Un altro elemento di cui tener conto riguarda il deficit commerciale dell industria alimentare, che si è ridotto in maniera significativa, passando da 4,3 miliardi di Euro nel 2001 a 3,2 miliardi di Euro nel Nel contempo, anche il disavanzo agricolo non ha subito variazioni significative, a dimostrazione del fatto che non risulta una accentuazione del ricorso, da parte delle imprese alimentari italiane, a materie prime estere. Complessivamente, l Italia ha leggermente aumentato la propria quota sulle esportazioni mondiali di prodotti agroalimentari (sia materie prime che trasformati), riducendo allo stesso tempo il proprio peso sulle importazioni, migliorando la propria posizione in ambito mondiale. La quota di export di prodotti alimentari e di bevande sul totale delle esportazioni di prodotti manifatturieri è passata dal 5,2% nel 1991 al 5,7% nel I prodotti da tenere particolarmente in considerazione sono quelli di eccellenza (nell ordine vino, frutta fresca, pasta, ortaggi in scatola, formaggi, prodotti della panetteria e biscotti, legumi e ortaggi freschi, salumi e insaccati, succhi di frutta e riso), che presentano complessivamente un avanzo commerciale, che è aumentato del 230% nel decennio e che ha rappresentato il 44% dell avanzo commerciale nel Confronta Il sistema agroalimentare italiano: profili di uno scenario globale, cit. 21

22 Tra i prodotti maggiormente esportati, troviamo quelli compresi nella classe ATECO Altri prodotti alimentari (il 27% dell export di prodotti alimentari e bevande); si tratta in particolare di paste alimentari e farinacei, panetteria, biscotteria e pasticceria conservata, prodotti a base di cacao, cioccolato e caramelle. Questa voce ha visto un aumento dell export nel 2002 rispetto al 2001 del 5,6%. Seguono le bevande (il 27% del totale dell export del settore), vino in particolare, con 3,8 miliardi di Euro (+ 8,8% rispetto al 2001), i preparati e conserve di frutta e di ortaggi, carne e prodotti a base di carne, prodotti lattiero-caseari e gelati, oli e grassi animali e vegetali, prodotti della macinazione, pesci trasformati e conservati, infine gli alimenti per animali. Tutte queste voci, con l unica eccezione dei prodotti lattiero-caseari e dei prodotti della macinazione (per i quali vi è stata una diminuzione dell export rispetto al 2001 rispettivamente dell 1,1 e del 3,7%), hanno segnato nel 2002 a livello nazionale - un aumento delle esportazioni, talvolta molto significativo (basti pensare al +8,8% delle bevande, al +5,6% degli altri prodotti alimentari, al +7,2% dei preparati e conserve di frutta). Figura 9 Italia. Esportazioni di alimentari e bevande Composizione % per prodotti. Anno 2002 Prodotti della macinazione, amidi e fecole 5% Oli e grassi vegetali e animali 7% Prodotti lattierocaseari e gelati 8% Carni e prodotti a base di carne 10% Fonte: Istat Preparati e conserve di frutta e di ortaggi 14% Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce 2% Alimenti per animali 1% Bevande 26% Altri prodotti alimentari 27% Circa il 73% delle esportazioni nazionali di alimentari e bevande sono destinate ai Paesi Europei, il 16% ha come destinazione il continente americano, il 6% quello asiatico, il 4% l Africa e poco più dell 1% l Oceania. Il nostro partner privilegiato rimane la Germania, che importa dal nostro paese prodotti alimentari, bevande e del tabacco 2 per un valore di 2,8 miliardi di Euro, seguita dagli Stati Uniti (1,8 miliardi di Euro), dalla Francia e dal Regno Unito (rispettivamente 1,8 e 1,4 miliardi di Euro), poi da Svizzera, Spagna, Austria, Giappone, Paesi Bassi e Grecia. In questa top ten, i dati del relativi ai singoli paesi - sono sempre superiori a quelli del 2001 (anche per la Germania, che per altre voci merceologiche ha invece registrato un decremento), con tassi di crescita del 12,1% (Grecia), del 10,6% (Spagna), del 9,5% (Stati Uniti) e dell 8,2% (Giappone). 2 In questo caso i dati comprendono anche i prodotti derivanti dalla trasformazione del tabacco, che poco influiscono sul dato complessivo, costituendo tale voce circa lo 0,2% del settore Industrie alimentari, bevande e tabacco. 22

23 Il 2002 si è concluso per il Veneto con un valore delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande pari a 1,9 miliardi di Euro (+2,9% rispetto al 2001), mentre le importazioni degli stessi prodotti hanno registrato una notevole contrazione (da 2,1 miliardi di Euro a 1,9 miliardi di Euro, -8,5% rispetto al 2001). Il saldo, pur rimanendo negativo, è passato da 291 milioni di Euro nel 2001 a 51 milioni di Euro nel Le esportazioni venete di prodotti alimentari e bevande in crescita nel 2002 La buona performance delle esportazioni venete di prodotti alimentari e di bevande è stata in controtendenza rispetto al totale delle esportazioni dell industria manifatturiera regionale, che ha registrato un 1,9%. Con questi numeri, il Veneto si colloca al 4 posto nella graduatoria nazionale delle esportazioni del settore, con il 13,1% delle esportazioni nazionali, dopo la Lombardia (17,9%), l Emilia-Romagna (15,2%) e il Piemonte (14,8%). Le esportazioni del comparto dell industria alimentare e delle bevande rappresentano il 5,1% delle esportazioni del manifatturiero veneto nel suo complesso. Analizzando in dettaglio il settore, per gran parte delle tipologie di prodotti le importazioni superano le esportazioni. Per le imprese venete del comparto alimentare si rileva in effetti una certa dipendenza dall estero per quello che riguarda l approvvigionamento di prodotti agricoli e di semilavorati, che evidentemente non sono presenti o non sono convenientemente accessibili - in quantità sufficiente sul territorio nazionale. Tabella 9 Veneto. Import - export di prodotti alimentari e bevande per settore Anno Settore 2002 provvisorio Var % 2002/2001 import export saldo import export Carne e prodotti a base di carne ,6-0,2 Pesce e prodotti a base di pesce ,6 34,5 Preparati e cons di frutta e di ortaggi ,7-6,5 Oli e grassi vegetali e animali ,8-7,6 Prodotti lattierocaseari e gelati ,3 7 Prodotti della macinazione, amidi e fecole ,6 0,1 Alimenti per animali ,5-3,7 Altri prodotti alimentari ,8-2 Bevande ,4 7,8 TOTALE ,5 2,9 Fonte: Istat Il deficit commerciale è più elevato per il sistema import-export di carne e di prodotti a base di carne, con un saldo negativo di circa 406 milioni di Euro, dei prodotti lattiero-caseari (-268 milioni di Euro) e dei prodotti ittici (-252 milioni di Euro). Il saldo è invece positivo per la voce Prodotti della macinazione, amidi e fecole (+104 milioni di Euro), per gli altri prodotti alimentari (+100 milioni di 23

24 Euro) e soprattutto per le bevande, vino in particolare, con un saldo positivo di 780 milioni di Euro (di cui ben 412 milioni provenienti dalla realtà veronese). Un settore di rilievo nell economia veneta è quello delle bevande (costituito quasi esclusivamente dal vino), che costituisce il 44,2% del totale delle esportazioni alimentari venete ed il 22,3% di quelle alimentari nazionali. Metà della produzione di bevande proviene in particolare da Verona che risulta la provincia leader del settore. Figura 10 Veneto. Esportazioni di alimentari e bevande per area di destinazione. Anno 2002 AMERICA 16,4% ASIA 4,2% OCEANIA E ALTRI TERRITORI 0,7% AFRICA 3,4% Fonte: Istat EUROPA 75,3% Le esportazioni verso i paesi europei hanno raggiunto nel 2002 il 75,3% del totale dell export del settore. Il continente americano assorbe il 16,4% dei prodotti alimentari e delle bevande venete esportate all estero, seguito dall Asia (4,2%), dall Africa (3,4%) e dall Oceania (0,7%). Il maggior partner commerciale del Veneto rimane la Germania, sia per le importazioni che per le esportazioni, con una leggera diminuzione di quest ultime (pari a circa il 4%) rispetto al Altri partner di rilievo sono gli Stati Uniti e il Regno Unito per i quali, rispetto al 2001, si è avuto un aumento delle esportazioni ed una diminuzione delle importazioni. L import-export di prodotti alimentari e bevande per la provincia di Verona Alla fine del 2002, le esportazioni veronesi di prodotti alimentari e bevande, pari a 850 milioni di Euro, hanno registrato un aumento dell 1,3% rispetto all anno precedente. Questo risultato, unito al calo delle importazioni (-2,1%, per un valore pari a 631 milioni di Euro), mantiene positiva la bilancia commerciale che a dicembre ammonta a 219 milioni di Euro (+12,7% rispetto al 2001). Il confronto di questi dati con quelli regionali e nazionali mostra come la performance dell export veronese sia stata meno brillante rispetto a quella del Veneto e a quella italiana nel suo complesso. Infatti, sia per l Italia che per il Veneto le esportazioni di alimenti e bevande sono aumentate nel 2001 rispetto al rispettivamente del 5,7% e del 2,9%. Non va tuttavia dimenticato che Verona contribuisce con il 43,8% alle esportazioni regionali del settore, e che la nostra provincia è al 3 posto nella graduatoria nazionale nelle 24

25 esportazioni di alimentari, bevande e tabacco 3, dopo Cuneo e Milano, e prima in Italia per le esportazioni di bevande. Tabella 10 - Importazioni ed Esportazioni Italia, Veneto e Verona Variazioni percentuali 2002/2001 riferite al quarto trimestre 2002 Italia Veneto Verona import export import export import export Totale import/export -2,6-2,8 0,4-2,0 3,9 1,3 Prodotti Alimentari e Bevande -1,7 5,7-8,5 2,9-2,1 1,3 di cui Bevande 7,2 8,8-11,4 7,8 9,0 3,0 Fonte: Istat Analizzando nel dettaglio il settore alimentare, va rilevata il primato del comparto delle bevande, che con un valore delle esportazioni pari a 444 milioni di Euro e un aumento del 3% rispetto al contribuisce per circa il 52% al totale delle esportazioni del settore alimentare veronese. Al secondo posto troviamo le esportazioni di carne e di prodotti a base di carne, con 154 milioni di Euro di esportazioni e un calo del 2,6% rispetto al Diminuzione che si è riscontrata anche per le importazioni (quasi 91 milioni di Euro nel 2002, -7,1% rispetto al 2001). Il saldo commerciale di questo comparto è positivo, ed è passato da 60 milioni di Euro nel 2001 a 63 milioni di Euro nel Tabella 11 - Importazioni ed esportazioni di prodotti alimentari e bevande per la provincia di Verona. Anno 2002 Settore attività 2002 provvisorio Var % 2002/2001 import export saldo import export Carne e prodotti a base di carne Pesce e prodotti a base di pesce Preparati e cons di frutta e di ortaggi ,1-2, ,0-31, ,3-13,5 Oli e grassi vegetali e animali ,8 32,8 Prodotti lattiero-caseari e gelati ,1 28,3 Prodotti della macinazione, amidi e fecole ,9 36,1 Alimenti per animali ,7-1,7 Altri prodotti alimentari ,9 7,8 Bevande ,0 3,0 TOTALE ,1 1,3 Fonte: Istat 3 In questo caso i dati comprendono anche i prodotti derivanti dalla trasformazione del tabacco, che poco influiscono sul dato complessivo, costituendo tale voce circa lo 0,06% del settore Industrie alimentari, bevande e tabacco. 25

26 Con un valore delle esportazioni che supera i 100 milioni di Euro, gli altri prodotti alimentari 4 rappresentano la terza voce nell export di prodotti dell industria alimentare. Si tratta per lo più di prodotti del settore dolciario (uno dei settori di punta e maggiormente conosciuti in Italia e all estero, soprattutto per quanto riguarda i dolci cosiddetti da ricorrenza ), le paste alimentari e i prodotti della panetteria. Le esportazioni di altri prodotti alimentari hanno costituito nel 2002 il 12% del totale dell export di prodotti alimentari. Le esportazioni di preparati e conservati di frutta e ortaggi costituiscono il 10% delle esportazioni veronesi di prodotti alimentari e di bevande, per un valore che nel 2002 è stato pari 85 milioni di Euro (-13% rispetto al 2001). Il comparto registra per la nostra provincia un saldo commerciale negativo (- 21 milioni di Euro), nonostante siano notevolmente diminuite le importazioni e quindi la dipendenza dall estero (-20% rispetto al 2001). Figura 11 Verona. Esportazioni di alimentari e bevande per prodotto. Anno 2002 Carne e prodotti a base di carne 18,1% Pesce e prodotti a base di pesce 0,2% Preparati e cons di frutta e di ortaggi 10,0% Oli e grassi vegetali e animali 0,4% Bevande 52,2% Prodotti lattierocaseari e gelati 3,2% Fonte: Istat Altri prodotti alimentari 11,9% Alimenti per animali 2,8% Prodotti della macinazione, amidi e fecole 1,0% Al quinto posto nella classifica dei prodotti alimentari veronesi maggiormente esportati troviamo il lattiero-caseario, che ha registrato nel 2002 un sensibile aumento (+ 28,3%), anche se le importazioni superano di gran lunga le esportazioni (21 milioni di Euro e 27 milioni di Euro rispettivamente). Il saldo complessivo è stato pari a 174 milioni di Euro. Nel grafico che segue, sono indicati gli aumenti percentuali delle esportazioni veronesi del settore agro-alimentare per voce merceologica. Variazioni positive si sono registrate per bevande, altri prodotti alimentari, per le produzioni di oli e grassi animali e vegetali e per i prodotti della macinazione. La performance è stata negativa per quanto riguarda i prodotti derivanti dalla lavorazione e conservazione di pesce, 4 Si ricorda che gli altri prodotti alimentari comprendono, secondo la classificazione ATECO 2002: 1. prodotti di panetteria e pasticceria fresca 2. fette biscottate, biscotti, prodotti di pasticceria conservati 3. zucchero 4. cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie 5. paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili 6. tè e caffè 7. condimenti e spezie 8. preparati omogeneizzati e alimenti dietetici 26

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