Osservatorio Nazionale sui Rifiuti. Indicatori economici e ambientali nel sistema dei rifiuti urbani

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1 Indicatori economici e ambientali nel sistema dei rifiuti urbani

2 Introduzione Indicatori e sistema di valutazione del settore dei rifiuti Il lavoro di raccolta dati, di analisi del settore dei rifiuti sviluppato da diversi soggetti pubblici (ONR, APAT, Osservatori Provinciali dei Rifiuti, Regioni, Province), permette oggi di presentare un ampio e articolato sistema di indicatori e di valutazione dell andamento del settore dei rifiuti. L ONR, fin dalla sua istituzione, ha dato vita a ricerche ed elaborazioni al fine di creare dati, statistiche e parametri che permettessero di conoscere e quindi rendere sempre più trasparente il ciclo di gestione dei rifiuti. Dalle prime indagini con dati meramente quantitativi si è via via passati a indicatori più complessi che permettessero valutazioni qualitative del sistema nel suo complesso e confronti fra le diverse aree di gestione. Il settore dei rifiuti si divide in due grandi sistemi di gestione, rifiuti urbani e rifiuti speciali, che hanno entrambi un importante ruolo sia economico sia ambientale. Per entrambi i settori è oggi possibile presentare un quadro di indicatori, tecnici, ambientali, economici, di costo e territoriali. In particolare per il settore degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio è presente un approfondito sistema conoscitivo e di indicatori. Si stanno inoltre cominciando a valutare proposte e le politiche attivate per la promozione della prevenzione nella produzione dei rifiuti e la minimizzazione del ricorso alla discarica. Anche per la tariffa sui rifiuti e i costi sostenuti dagli utenti sono ora disponibili dati sulla situazione specifica a livello comunale. Gli indicatori relativi al sistema rifiuti, in grado di permettere una valutazione globale dello stesso, possono essere così distinti: Dati generali: popolazione, territorio, parametri generali (densità, mq., ) Prevenzione: quantità, andamento temporale, pericolosità Produzione: quantità totali, quantità per tipologia di raccolta, quantità parametrate (procapite, densità, ecc ) Raccolta: tipologia di raccolta differenziata, mezzi, attrezzature, quantità, efficienza, trasporti, costi, ecc Trattamento: trasporti, distanza, numero impianti, tipologia impianti, quantità trattate, efficienza, efficacia, impatto sui comparti ambientali, costi, ricavi, ecc Smaltimento: tipologia, quantità, distanze, trasporti, impatti sui comparti ambientali, costi, ecc Tariffa Sistema globale: fabbisogno di discarica 10

3 Customer satisfaction Vi sono altri indicatori di valutazione del sistema globale che potrebbero essere sviluppati e che permetterebbero un maggior approfondimento della conoscenza del siste,ma stesso: Valutazione globale ambientale: rapporto tra costi globali necessari per la produzione di materie prime seconde e costi per il recupero energetico Produzione di CO 2: rapporto tra CO 2 prodotta in discarica e CO 2 prodotta da sistemi di trattamento e recupero Valutazione impatti ambientali: aria, acqua, occupazione di suolo, rumore Costi: rapporto costi/benefici dei sistemi di raccolta e trattamento, rapporto costi rifiuti urbani / rifiuti speciali Analisi comparativa delle diverse tipologie di rifiuti: rapporto rifiuti urbani / rifiuti speciali / rifiuti inerti, quantità relative, analisi merceologiche, reflui zootecnici, fanghi, acque, ecc Nella tabella che segue si riepilogano i principali indicatori ambientali, economici disponibili su tre casi regionali, presentati per il 2004 e disponibili per gli anni precedenti INDICATORI SUL SETTORE RIFIUTI: CONFRONTO TRA TRE REGIONI ANNO 2004 Indicatori PIEMONTE LOMBARDIA CAMPANIA Popolazione Produzione totale RU (t) Produzione RU per abitante (kg/ab) Raccolta Differenziata (t) % Raccolta Differenziata su totale produzione RU 32.8% 40.9% 10,5% Rifiuti urbani trattati in impianti di biostabilizzazione e produz. CDR (t) % Rifiuti trattati in impianti di biostabilizzazione e produz. CDR su totale produz. RU % 14.1% 81.1% Rifiuti urbani trattati in impianti incenerimento (t) % Rifiuti trattati in impianti incenerimento su totale produzione RU 3.5% 31.8% 0% Discarica effettiva (t) Fabbisogno teorico di discarica (t) % Fabbisogno teorico di discarica su totale produzione RU 55.9% 27.1% 41.3% Costo rifiuti urbani (senza spazzamento) per abitante

4 ( /ab) Costo rifiuti urbani (senza spazzamento) per tonnellata ( /t) Per il settore degli imballaggi e di rifiuto degli imballaggi si riepilogano i principali indicatori disponibili INDICATORI RELATIVI ALLA RACCOLTA IMBALLAGGI u.m Quantità immessa al consumo t/000 Quantità raccolta da superficie pubblica t/000 Di cui "gestione consortile" t/000 Quantità raccolta da superficie privata t/000 Di cui "gestione consortile" t/000 Totale raccolta t/000 Di cui "gestione consortile" t/000 INDICATORI DI EFFICIENZA DEL SISTEMA DEGLI IMBALLAGGI u.m Totale riciclo t/1000 Totale recupero energetico t/1000 Totale recupero t/1000 In particolare per il settore dei rifiuti urbani si presentano i principali indicatori utilizzati nel presente rapporto Regione/Province Totale Produzione Rifiuti Popolazione 2004 Produzione RU Anno 2004 Produzione di rifiuti speciali non pericolosi esclusi i C&D 2003 Produzione di rifiuti speciali pericolosi 2003 Produzione di rifiuti speciali non pericolosi da C&D* 2003 Produzione totale di rifiuti speciali 2003 Serie storica produzione procapite RU nelle diverse regioni E Province 12

5 Composizione dei rifiuti urbani Materiali presenti nei RU Composizione media dei rifiuti Per le raccolte sono disponibili i dati per tipo di raccolta e materiali raccolti per Provincia e Regione La raccolta indifferenziata e differenziata dei rifiuti urbani- Serie storica Materiali raccolti Raccolta Indifferenziata Raccolta Differenziata Gli indicatori tecnici dei sistemi di raccolta, trattamento e smaltimento riguardano potenzialità, capacità e rifiuto trattato Capacità di impianto di Biostabilizzazione e produzione di CDR Compostaggio Incenerimento Capacità Potenzialità Rifiuto trattato Residui in discarica Quantità di rifiuti urbani in discarica e numero di discariche per Regione anni Regione n impianti Quantità smaltità t/a 13

6 Per valutare il sistema di gestione dei rifiuti urbani e la sua trasformazione si è costruito un indicatore sintetico, definito come fabbisogno di discarica, che mostra per ogni provincia, la domanda di discarica come somma del rifiuto indifferenziato, non altrimenti trattato e dei residui dei rifiuti urbani trattati. L indicatore applicato negli anni mostra l andamentoe la trasformazione dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani negli anni L indicatore è stato costruito secondo la formula Totale RU Raccolta Differenziata + 5% Raccolta Differenziata (residui da raccolta differenziata) totale RU inceneriti + 20% dei RU inceneriti (residui da incenerimento) rifiuti in impianti di biostabilizzazione e CDR 40% FOS (residui da impianti di biostabilizzazione e CDR) 14

7 Stima delle quantità di RU e dei residui da trattamenti del RU portati in discarica (anno ) (ton.) A Produzione RU B Raccolta Indifferenzi ata C di cui rifiuto indiffer. Dirett. in discarica D da impianti di recupero diff. (5% RD) E da Impianti di biostabiliz.( 80% rifiuto trattato) F da impianti di incenerii. (20% rifiuto incene.) D=C+D+E+ F Stima di fabbisogno discarica G Discarica Quantità effettivame nte smaltita 2004 H = C/A % Rif indif. direttament e in discarica su tot. RU prodotto I = G/A % rifiuti in discarica (indiff. + residui) su produzione RU. Fabbisogno teorico di discarica e capacità effettiva di discarica per Regione Anno Rifiuto Rifiuto trattato in Impianti Impianti trattato in Raccolta Raccolta impianti di autorizzati Totale RU selezione, impianti di Popolazione Indifferenziat Differenziata compostaggi produzione (t/a) biostabilizza inceneriment (t/a) (t/a) o di rifiuti CDR zione (t/a) o selezionati (t/a) (t/a) (t/a) Rifiuto smaltito in discarica (t/a) Fabbisogno Teorico di discarica (FOS 40%) Fabbisogno Teorico di discarica (FOS 80%) 15

8 I costi del sistema di gestione dei rifiuti urbani sono disponibili per abitante, per quantità e per provincia e per fase di attività, raccolta, trattamento, incenerimento, discarica costi del sistema di gestione dei rifiuti - Anno 2 Costo Costo Costo Costo Costo Costo Costo Raccolta Raccolta compostaggio biostabi incener. discarica Totale Indifferenziata Differenziata (ipot CDR (ipotesi Per il settore dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi sono stati costruiti indicatori sulla produzione, sul tipo di trattamento, di smaltimento e sul sistema di gestione per Regione e per principale tipologia di rifiuto industriale, manifatturiero, residui da trattamento acue e rifiuti, imballaggi industriali, costruzioni e demolizioni Trend produzione di rifiuti speciali in Italia differenziati per tipologia anni (000/ton.) RS non pericolosi RS pericolosi C&D Per valutare il sistema di gestione dei rifiuti speciali si è costruita la seguente matrice 16

9 Gestione rifiuti speciali non pericolosi ITALIA 2002 TIPO DI RIFIUTO A Industria manifatturiera (02-18) di cui A1 manifatturiera organico ( ) B Imballaggi industria (15) C C&D, estraz. cave (01+17) D 19 fanghi e tratt. rifiuti Produz. Totale (Ind+Urb) Rifiuto ricevuto dalla Regione Rifiuto ricevuto totale Tot. Trattamento (D2+D3+D8+ D9+D89) Tot. Pretratt. (D13+D14) Tot. Incen. (R1+D10) R14 Produz. CDR R 10 Spand. in Discarica agricoltura T_BILANCIO (Produz. Tot. Disc. - R10 Tot. Inc. - R14) Totale recupero da R2 a R9 Totale recupero da R2 a R9 + giacenza E Totale RS (A+B+C+D) 17

10 Infine si è costruito una matrice sul mercato del recupero dei diversi materiali dai rifiuti urbani e speciali, per valutare il mercato di recupero di ogni materiale nella sua interezza Stima del mercato di recupero dei materiali da rifiuti urbani e speciali in 000/t Anno Imballaggi da rifiuti urbani Imballaggi commerciali e industriali Altra carta da rifiuti urbani Altra carta non rifiuto Materiali da residui industriali Da veicoli e apparec. Totale Carta Vetro Plastica Legno Alluminio Acciaio/metall i Totale Stima dei ateriali organici recuperati dai RU e dai RS 000 tonda settori che trattano Da domestici e urbani rifiuti speciali Totale Raccolta differenziata frazioni organiche e verde Produzioni agroalimentari Rifiuti da acque reflue (fanghi) Totale 19

11 1 LA PRODUZIONE E IL MERCATO DEI RIFIUTI IN ITALIA Il settore dei rifiuti si divide in due grandi sistemi di gestione, rifiuti urbani e rifiuti speciali, che hanno entrambi un importante ruolo sia economico sia ambientale. Il rapporto ha analizzato il sistema di gestione dei rifiuti urbani e speciali nel suo complesso, per delineare le relazioni tra i due grandi comparti dei rifiuti nelle fasi finali dello smaltimento e della discarica da un lato, ma anche del trattamento, recupero e riciclaggio dei materiali raccolti dall altro. L impatto sull ambiente raggiunge notevoli livelli da parte di entrambi i comparti, sia per le quantità smaltite nel territorio, sia per la qualità dei rifiuti che in modalità diverse agiscono sui ricettori idrici, sul terreno e nell aria. Il rapporto ricostruisce il sistema di gestione dei rifiuti urbani e speciali, attuati nelle Province e nelle Regioni Italiane. Oltre a sistemi di raccolta differenziata che intersecano i due settori, in particolare con la raccolta degli imballaggi primari, secondari e terziari, vi sono altre fasi di gestione che intersecano i due comparti, dal riciclo dei materiali recuperati sia dal mondo domestico e urbano sia dal mondo produttivo, allo smaltimento nelle discariche e all uso degli inceneritori. In entrambi i comparti sono stati dichiarati forti processi di recupero e valorizzazione di molte frazioni di rifiuto prodotto. Valutare le potenzialità del mercato del recupero nella sua interezza è pertanto fondamentale per capire come esso potrà ulteriormente incrementarsi e trovare sbocchi per i materiali che pur recuperabili continuano difatto a essere smaltiti in discarica. Nel , in Italia sono stati prodotti 131 milioni di tonnellate di rifiuti di cui 31 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, 57,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (tra cui 5,4 milioni di pericolosi) e oltre 42 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzioni e demolizioni. Rispetto al 2003, nel 2004 si è registrata una ulteriore crescita dei rifiuti urbani prodotti (+3,7%), dei rifiuti speciali non pericolosi (+ 5,2%), pericolosi (+10%), da costruzioni e demolizioni (+12,2%). Nelle regioni del Nord, con il 45% della popolazione italiana, è presente il 58,7% del totale di produzione dei rifiuti e, in particolare, il 45% dei rifiuti urbani, il 63% dei rifiuti speciali e il 63% dei rifiuti da costruzioni e demolizioni. 20

12 Al Centro, con il 20% della popolazione, si produce il 18% totale dei rifiuti italiani di cui il 22% di rifiuti urbani, il 16% dei rifiuti speciali e il 14% dei rifiuti inerti. Al Sud, con il 36% della popolazione, si produce il 22% del totale dei rifiuti, di cui il 32% dei rifiuti urbani, il 20% dei rifiuti speciali e il 13% dei rifiuti inerti. La produzione dei rifiuti è correlata alla situazione produttiva e ai livelli di consumo presenti nel territorio e mostra una situazione del paese con diverse velocità produttive e di consumo. La raccolta differenziata degli urbani ha superato, nel 2004, i 7 milioni di tonnellate e negli ultimi anni è cresciuta progressivamente, (+10% tra il ). Nell ultimo quinquennio, nonostante la discarica rimanga la principale forma di smaltimento, si è sviluppato un sistema più articolato per il trattamento dei rifiuti. Sono cresciuti gli impianti di compostaggio da frazioni selezionate, gli impianti per la biostabilizzazione del rifiuto indifferenziato e la produzione di CDR e gli impianti di incenerimento con recupero di energia. L analisi al 2004 dei sistemi di raccolta, recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani presenta uno scenario con forti trasformazioni, che stanno cambiando strutturalmente il sistema di gestione in diverse province e regioni. Nel 2004 sono stati smaltiti in discarica una quantità di rifiuti urbani e residui da trattamenti di rifiuti urbani pari al 56,9% dei rifiuti urbani prodotti in Italia, con un valore del 45%al Nord, del 69,5 al Centro, e del 73,2 al Sud. Direttamente come rifiuto tal quale raccolto in modo indifferenziato, in discarica, è stato portato al Nord il 27,8% del rifiuto urbano prodotto, al Centro il 52% e al Sud il 60%. Il panorama di gestione dei rifiuti urbani si sta perciò decisamente trasformando rispetto alla fine degli anni 90 e sta diminuendo il fabbisogno quantitativo e cambiando quello qualitativo della discarica. Per un confronto dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani si è usato il fabbisogno teorico di discarica come indice dell integrazione dei sistemi di gestione e come indicatore del livello di successo delle politiche territoriali sui rifiuti seguite negli ultimi anni nelle Regioni e nelle Province. Il fabbisogno teorico di discarica, che nel 2003 era stato di 18,5 milioni di tonnellate, si è ridoto nel 2004 a 17,5 milioni di tonnellate, composte da 13,6 milioni di tonnellate di rifiuto indifferenziato e da 3,9 milioni di residui da trattamento. 21

13 Analizzando il sistema di gestione applicato nelle diverse realtà territoriali, l analisi mostra una situazione regionale e provinciale differenziata con sistemi di gestione fortemente integrati, (con alta raccolta differenziata, trattamenti per al biostabilizzazione e CDR, e incenerimento) che presentano un basso fabbisogno di discarica e sistemi di gestione semplici in cui permane la raccolta indifferenziata e lo smaltimento in discarica come principale forma di gestione. Nel 2004 la Lombardia è stata la regione che ha raggiunto il più basso fabbisogno teorico di discarica (30% contro il 36% nel 2003), seguita dal Veneto (42% contro il 49% nel 2003), da Friuli V.G.,42 %, Emilia R. 49% Toscana 51%, e da Trentino A.A e con un fabbisogno inferiore al 60%.Tutte le altre Regioni presentano un fabbisogno variabile tra il 66% e il 95%. La stessa analisi, sviluppata per province, mostra un panorama diversificato non solo tra le Regioni ma anche al loro interno. Le province che hanno raggiunto i migliori risultati sono collocate per la maggior parte al Nord, mentre al Centro e al Sud molte province continuano a smaltire in discarica l 80/90% del rifiuto urbano prodotto. Nel 2004 il numero delle province con un fabbisogno di discarica inferiore al 30%, è cresciuto a 19 contro 14 del 2003, e rappresentano il 14% del totale della popolazione italiana. Sempre nel 2004 ventuno province (erano 12 nel 2003), mostrano un fabbisogno teorico di discarica variabile tra il 30% e il 40% del rifiuto prodotto, 18 province un fabbisogno teorico di discarica tra il 40% e il 60%, nove province un fabbisogno teorico di discarica inferiore al 70%, 8 province inferiore all 80%, 7 province al di sotto del 90% e infine 20 province segnavano un fabbisogno teorico di discarica tra il 90-99%. 22

14 Tabella 1.1 : La produzione totale dei rifiuti in Italia Regione Popolazione 2004 Produzione RU Anno 2004 Produzione di rifiuti speciali non pericolosi esclusi i C&D 2003 Produzione di rifiuti speciali pericolosi 2003 Produzione di rifiuti speciali non pericolosi da C&D* 2003 Produzione totale di rifiuti speciali 2003 Totale Produzione Rifiuti Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino AA Veneto Friuli Venezia Liguria Emilia Romagna TOTALE NORD Toscana Umbria Marche Lazio TOTALE CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE SUD TOTALE ITALIA * dati stimati da APAT 23

15 Fig. 1 La produzione dei rifiuti in Italia - Anno ton Nord Centro Sud ITALIA Nord Centro Sud ITALIA Nord Centro Sud ITALIA Nord Centro Sud ITALIA Rifiuti Urbani (2004) Rifiuti speciali non pericolosi (senza C&D) (2003) Rifiuti speciali pericolosi (2003) Speciali C&D inerti (2003) 24

16 2 I RIFIUTI URBANI La produzione di rifiuti urbani è stata negli ultimi anni costantemente in crescita con un aumento del 11,3% tra il 1999 e il Nell ultimo anno si è registrato un forte tasso di crescita rispetto al 2003 (+3,7%). La crescita è stata più pronunciata al Centro (+ 6%) e più bassa al Nord (+ 2,9%) e al Sud (+3%). Le politiche di controllo, di prevenzione e di riduzione alla fonte della produzione dei rifiuti urbani non hanno contrastato il tasso di crescita di produzione del rifiuto considerando che nel 2003 vi era stata una leggera crescita (+ 0,5%) nella produzione di RU rispetto al La crescita dei rifiuti urbani misurata negli ultimi anni va correlata sia all effettivo aumento del rifiuto prodotto dal singolo cittadino, sia alla crescita dell assimilazione di molti rifiuti speciali nei rifiuti urbani. Tra il 1998 e il 1999, in un solo anno, vi è stata una forte crescita dei RU (+ 5,5%), correlata alla crescita dei rifiuti assimilabili nei RU, mentre nei successivi quattro anni la crescita è stata dal 1999 al 2003 in totale del 5,9%, con tassi di crescita decrescenti dal 2% all 1%, allo 0,5% nel Nelle regioni del Nord, con il 45% della popolazione italiana, si produce il 45% dei rifiuti urbani, al Centro, con il 20% della popolazione, si produce il 22% di rifiuti urbani, al Sud, con il 36% della popolazione, si produce il 32% dei rifiuti urbani. La produzione dei rifiuti urbani procapite è cresciuta da 492 kg/procapite nel 1999 a 533 kg/ab/anno nel In base alla distribuzione territoriale si evidenziano significative differenze nella produzione procapite di rifiuti urbani. Il Sud nel 2004, presenta una produzione procapite di 491 kg con indici molto bassi come quelli del Molise e della Basilicata (382/392 kg) a indici più alti in Abruzzo e Sardegna (522/532 kg/ab.). Il centro presenta la produzione procapite più alta (617 kg/ab.), con la Toscana che raggiunge 693 kg/ab. Al Nord la produzione procapite raggiunge 530 kg./ab. con punte di 657 kg/ab. in Emilia Romagna e all opposto punte molto basse quali quelle del Veneto (465 kg/ab) e della Lombardia 510 kg./ab. I valori della produzione di rifiuti urbani procapite dipendono sia dall effettiva produzione domestica dei singoli abitanti, sia dall ammontare di rifiuti assimilati raccolti nei rifiuti urbani, che negli ultimi anni sono cresciuti, in modo diverso, nelle diverse regioni, anche in rapporto alle diverse modalità di assimilazione dei rifiuti speciali espresse dai comuni. 25

17 La produzione procapite non è l effettiva produzione domiciliare del singolo cittadino, che dovrebbe variare secondo stime da 700 grammi a 1000 grammi al giorno, da 250/350 Kg./anno, ma è il totale dei rifiuti raccolti a livello urbano per abitante residente e quindi assomma ai rifiuti domestici i rifiuti del commercio e parte dei rifiuti speciali assimilati. I sistemi di raccolta adottati (raccolte differenziate domestiche e commerciali), inoltre hanno sicuramente inciso, nella rilevazione della produzione dei rifiuti solidi urbani procapite, che raggiunge i livelli più alti nei sistemi in cui si raccoglie congiuntamente il rifiuto domestico con quello commerciale assimilato. Tabella 2.1 : Serie storica produzione RU nelle diverse regioni Produzione RU (t/a) 1999 Produzione RU (t/a) 2000 Produzione RU (t/a) 2001 Produzione RU (t/a) 2002 Produzione RU (t/a) 2003 Produzione RU (t/a) 2004 Piemonte Valle D Aosta Lombardia Trentino A.A Veneto Friuli V.G Liguria E. Romagna NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte: APAT

18 Fig. 2 Andamento della produzione di RU ton Anno 1995 Anno 1996 Anno 1997 Anno 1998 Anno 1999 Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno

19 Tabella 2.2 : Serie storica produzione procapite RU nelle diverse regioni Procapite kg/ab/anno 1991 Procapite kg/ab/anno 1999 Procapite kg/ab/anno 2000 Procapite kg/ab/anno 2001 Procapite kg/ab/anno Procapite kg/ab/anno Procapite kg/ab/anno 2004 Piemonte V. D Aosta Lombardia Trentino A.A Veneto Friuli V.G Liguria E. Romagna NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte: APAT

20 Fig. 3 Ripartizione per area geografica della produzione totale di RU - Anni ton NORD CENTRO SUD 29

21 2.1 La composizione merceologica dei rifiuti I rifiuti urbani hanno registrato negli ultimi 20 anni una forte trasformazione nella loro composizione con una crescita relativa dei materiali secchi quali carta, cartone, plastiche vetro, in particolare imballaggi e una decrescita dell organico familiare e una crescita dell organico da pubblici esercizi, ristoranti, mense. Applicando valori medi di composizione dei rifiuti, che variano in base alle aree territoriali metropolitane o rurali, si può stimare che nei rifiuti urbani siano presenti oltre 6,6 milioni di tonnellate di materiali cartacei, oltre 8 milioni di tonnellate di organico, 3 milioni di tonnellate di plastica e 2 milioni di tonnellate di vetro. Il peso del materiale organico sul totale dei RU è relativamente decrescente rispetto al passato (oggi si stima al 28/33% mentre negli anni variava tra il 35-40%), ma continua a rappresentare una componente fondamentale in termini quantitativi e qualitativi dei RU. Tabella 2.3 : Composizione dei rifiuti urbani Anno 2003 Materiali presenti nei RU Composizione media dei rifiuti Composizione media dei rifiuti (000tonn) % (diverse valutazioni) (1) (2) Carta e cartone % 24% Plastica % 11% Vetro % 8% Legno % 4% Metalli % 4% Organico % 33% Tessili 901 5% 3% Altro ,5% 13% TOTALE % 100% Fonte: (1) Federambiente, (2) COREPLA 30

22 Fig. 4 Composizione media dei rifiuti % Tessili 5% Altro 18% Carta e cartone 23% Organico 28% Metalli 3% Legno 5% Vetro 7% Plastica 11% Carta e cartone Plastica Vetro Legno Metalli Organico Tessili Altro 2.2 Il sistema di raccolta dei rifiuti urbani Il sistema di raccolta dei rifiuti urbani, negli ultimi anni, in diverse aree del paese è cambiato con la crescita della raccolta differenziata. Dal 1999 la raccolta indifferenziata è andata calando da 24,6 mil. di tonn. a 23,5 mil. nel 2003, con un a inversione di tendenza nel 2004, dove si è registrata una crescita a 24 mil di ton. La raccolta differenziata è cresciuta da 3,7 mil. di tonn. a 6,4 mil. di tonn nel 2003, a 7,0 milioni di ton, nel 2004 ( il 22,7% della produzione di R.U.). Dal 1999 al 2004 la raccolta differenziata ha compensato perciò la crescita complessiva dei RU. Nel 2004 si è registrata, sul totale della raccolta differenziata nazionale, una diminuzione relativa del Nord (70% nel 2004, 71% nel 2003 mentre era il 73% nel 2002), una crescita del Centro (da 16% a 17,8%) e una crescita del Sud dal 10% all 11,6%. In particolare, sono stati raccolti in modo differenziato 1,94 mil. di tonnellate di carta (30% del totale della RD), 926mila tonnellate di vetro (15%), 212 mila tonnellate di metalli (4%), 314 mila tonn. di legno (5%), 340mila tonn di plastica (5%), 8mila tonn di alluminio (0,2%). Per tutti questi materiali vi è stato uno sbocco nel mercato del riciclo di materia o di recupero di energia. Vi è stata inoltre una forte crescita di raccolta differenziata dell organico e del verde (1,91 milioni di tonnellate di organico e verde pari al 30% del totale della raccolta RD). Al Nord si è raggiunto nel 2004, una raccolta differenziata sul totale rifiuti prodotti pari al 35,5%( era 33,5% nel 2003, e 30,5% nel 2002), al Centro un 31

23 tasso di raccolta del 18,35 (era al 17,7 % nel 2003, e 15% nel 2002) e al Sud dell 8,1% (era del 7,7% nel 2003 e del 6% nel 2002). Nel 2003 due regioni Lombardia e Veneto hanno raggiunto un tasso di raccolta differenziata, rispettivamente del 40,9% (36% nel 2002) e del 43,9% (39%nel 2002) raggiungendo e superando l obiettivo del 35% del decreto 22/97. Trentino, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata tra il 29,7% e il 37,8% (erano tra 22% al 25% nel 2002), Umbria, Liguria, F.V.Giulia, percentuali tra il 20,2 e 26,8 (erano al 13% nel 2002), Casmpania, Abruzzo e Marche,percentuali tra 10,6% e 16,2%, mentre tutte le altre regioni hanno raccolte differenziate inferiori al 10%. Le raccolte si sono sviluppate e articolate con diversi sistemi, è hanno segnato una crescita, in particolare per l organico (+ 24%), carta (+ 20%), vetro (+15%). Nella composizione delle raccolte differenziate in peso i materiali cartacei rappresentano il 31 del totale delle raccolte differenziate, i materiali organici il 30,9%, il vetro il 18% e le plastiche il 5%. L aumento delle raccolte differenziate è avvenuto con diverse modalità e sistemi di raccolta che sono cresciuti negli ultimi anni, portando a cambiamenti strutturali degli stessi sistemi delle raccolte indifferenziate, con lo sviluppo delle raccolte con sacchi e a porta a porta rispetto alle raccolte con cassonetti laterali e posteriori. La raccolta differenziata dei RU è stata concentrata particolarmente sui rifiuti da imballaggio, ma anche sui materiali organici da consumi alimentari e su altre frazioni come giornali e ingombranti. 32

24 Tabella 2.4 : La raccolta indifferenziata e differenziata dei rifiuti urbani- Serie storica anni 1998/2004 Raccolta Indifferenziata Raccolta Differenziata Piemonte V. D Aosta Lombardia Trent. A.A Veneto Friuli V.G Liguria E. Rom NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte: APAT

25 Fig. 5 La raccolta dei rifiuti urbani - Anni ton Racc. Indiff Racc. Diff. Racc. Indiff Racc. Diff. Racc. Indiff Racc. Diff. Racc. Indiff Racc. Diff. Racc. Indiff Racc. Diff. Racc. Indiff Racc. Diff. Anno 1999 Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno

26 Tabella 2.5 : Raccolta differenziata per materiale e per regione - Anno 2003 e 2004 (tonnellate) Fraz. organica compresi sfalci e potature Vetro (t/a) Plastica (t/a) Legno (t/a) Carta (t/a) Metalli (t/a) Alluminio (t/a) Piemonte ,0 32,8 V.D'Aosta ,5 25,6 Lombardia ,9 40,9 Trentino A.A ,4 37,8 Veneto ,1 43,9 Friuli V.G ,8 25,8 Liguria ,7 26,8 E. Romagna ,1 29,7 NORD ,5 35,5 Toscana ,8 30,9 Umbria ,0 20,2 Marche ,9 16,2 Lazio ,1 8,6 CENTRO ,1 18,3 Abruzzo ,3 14,1 Molise ,7 3,6 Campania ,1 10,6 Puglia ,2 7,3 Basilicata ,0 5,7 Calabria ,7 9,0 Sicilia ,4 5,4 Sardegna ,8 5,3 SUD ,7 8,1 ITALIA ,1 22,7 ITALIA ,22 Tessili (t/a) % RD 2003 % RD

27 2.3 Il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti: Biostabilizzazione, CDR, compostaggio, incenerimento e discarica L obiettivo della diminuzione dei rifiuti in discarica si sta raggiungendo con la crescita delle raccolte differenziate e degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, con la biostabilizazione, la produzione di CDR, il compostaggio e l incenerimento. Dal 2001 al 2004 i rifiuti urbani in discarica sono diminuiti da 20 milioni di tonnellate a 17,7 milioni di tonnellate, nonostante la crescita della produzione dei R.U, con una decrescita italiana complessiva del 10%, differenziata per macroaree: al Nord (-21%), al Sud (-4%) e al Centro (-3%). Complessivamente, nel 2004, in tutti gli impianti di biostabilizzazione, produzione di CDR, compostaggio e incenerimento sono stati trattati oltre 13 milioni di rifiuti urbani. In particolare sono cresciuti in tutte le aree del paese gli impianti di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR, con una crescita, dal 2002 al 2003, del 22% di rifiuto trattato in questi impianti, e in particolare una crescita al Nord (+30%) e al Sud (+32%), mentre al Centro gli impianti sono rimasti invariati. Le potenzialità di questi impianti superano i 10 milioni di tonnellate, con un trattamento effettivo di 7,4 milioni di ton. nel 2004 (erano 6,8 milioni di tonnellate nel 2003 e 5,6 milioni nel 2002). Per questi impianti rimangono da risolvere le modalità di effettivo riuso del CDR prodotto (da conferire in impianti industriali, dedicati o negli inceneritori) e lo smaltimento del FOS (Frazione Organica Stabilizzata) che rimane per ora indirizzato alle discariche. Gli impianti di compostaggio sono ulteriormente cresciuti, raggiungendo una potenzialità di 5,2 milioni di tonnellate con un trattamento che ha raggiunto 2,6 milioni di tonnellate nel 2004 ( erano 2,2 mil nel 2002) con una crescita del 22% dell organico e del verde selezionato. La frazione organica selezionata da raccolta differenziata rappresentava nel 2004, il 39% del totale di organico trattato, il rimanente era per la maggior parte organico verde e da residui delle industrie agroalimentari. Anche per il comparto del compostaggio rimangono aperte le difficoltà per conferire il compost al mercato. Per il compost di qualità, in genere prodotto a partire dalla frazione verde, è presente un mercato, mentre per il compost di qualità più bassa si registrano situazioni di utilizzo come interventi ambientali e copertura per le discariche. 36

28 L incenerimento raggiunge in Italia il 10% del totale dei rifiuti urbani, molto al di sotto della media dei principali paesi europei e ha superato i 3 milioni di tonnellate di rifiuto trattato nel La situazione dell incenerimento è comunque molto diversificata tra le regioni. Tabella 2.6 : Quadro delle quantità trattate e smaltite negli impianti Anno 2004 Rifiuto in ingresso impianti biostabilizzazio ne e produzione CDR Rifiuto trattato in impianti di compostag rifiuti selezionati di cui Frazione organica selezionata Rifiuto trattato in impianti incener. solo rifiuti urbani Rifiuti urbani smaltiti in discarica Piemonte Valle D Aosta Lombardia Trentino A.A Veneto Friuli V.G Liguria E. Romagna NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte: APAT

29 2.4 Gli impianti di selezione della frazione secca, compostaggio, e biostabilizzazione e produzione CDR Il rifiuto urbano trattato negli impianti di selezione, biostabilizzazione e produzione di CDR, è cresciuto del 22% dal 2002 al 2003, in particolare con una forte crescita al Sud (+32%) e al Nord (+30%) mentre al Centro gli impianti sono rimasti invariati. Le potenzialità degli impianti superano i 10 milioni di tonnellate, con un trattamento effettivo di 7,4 mil. di ton nel 2004 (erano 6, milioni nel 2003 e 5,6 milioni nel 2002). Gli impianti specifici per la selezione e la biostabilizzazione trattavano nel ,3 milioni di tonn. di rifiuto urbano, mentre gli impianti con autorizzazione a produrre CDR hanno trattato oltre 4,4 milioni di tonn.. Sono stati attivati in particolare impianti specifici per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti (CDR) con due principali tipologie di impianti di produzione di CDR con alto recupero o basso recupero del materiale in entrata. Negli impianti a basso recupero è possibile ottenere, dal totale del rifiuto indifferenziato in entrata, il 40% di CDR, il 40% di FOS (Frazione Organica Stabilizzata) con una evaporazione o recupero di materiali nell ordine del 20%. Negli impianti ad alto recupero, dal totale dei rifiuti in entrata, è possibile ottenere quasi il 70-80% di CDR. 38

30 Tabella 2.7 : Capacità di impianto di biostabilizzazione e produzione di CDR anno 2003 (tonn. anno ) Impianti selezione, biostabilizzazione Impianti autorizzati produzione CDR Potenzialità Rifiuto trattato 80% in discarica Potenzialità Rifiuto trattato FOS 40% in discarica Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino a.a Veneto Friuli v.g Liguria Emilia romagna Nord Toscana Umbria Marche Lazio Centro Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Sud Italia

31 Trattamento meccanico biologico e produzione CDR di rifiuti indifferenziati per regione, anno 2004 Regione Potenzialità autorizzata (t/a) Rifiuto in ingresso all'impianto (t/a) Piemonte Lombardia Trentino Veneto Friuli Liguria Emilia Totale NORD Toscana Umbria Marche Lazio Totale CENTRO Abruzzo Molise Campania Basilicata Puglia Calabria Sicilia Sardegna Totale SUD Italia Fonte APAT 40

32 2.4.1 Gli impianti di compostaggio La potenzialità degli impianti di compostaggio è ulteriormente cresciuta ad oltre 5,2 milioni di tonnellate con una capacità di trattamento che ha raggiunto 2,6 milioni di tonnellate nel 2003 ( erano 2,2 mil nel 2002) con una crescita del 22%. La frazione organica selezionata da raccolta differenziata rappresentava nel 2003, il 39% del totale di organico trattato, il rimanente rifiuto trattato era composto per la maggior parte da organico verde e da residui delle industrie agroalimentari. Anche per il comparto del compostaggio rimangono le difficoltà di conferimento del compost al mercato. Per il compost di qualità, in genere prodotto a partire dalla frazione verde è presente un mercato, mentre per il compost di qualità più bassa si registrano situazioni di utilizzo come copertura per le discariche. Tabella 2.8: Impianti di compostaggio di rifiuti urbani selezionati Anno 2004 N. impianti Potenzialità Rifiuto Fraz. org totale trattato selez. Verde (t/a) Fanghi (t/a) (t/a) (t/a) (t/a) Piemonte Valle D Aosta Lombardia Trentino A.A Veneto Friuli V.G Liguria E. Romagna NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte: APAT 2005 Altro (t/a) 41

33 2.4.2 L incenerimento Nel 2004 la capacità media nazionale di incenerimento ha raggiunto il 12% del totale dei rifiuti urbani, molto al di sotto della media dei principali paesi europei e ha superato 4 milioni di tonnellate di rifiuto trattato, di cui 3 mil.di R.U e 0,6 mil. di altri rifiuti speciali e sanitari. Il panorama italiano è però estremamente differenziato con regioni, come la Lombardia, dove il tasso di incenerimento ha raggiunto il 30% e l Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente il 25 e il 23%, raggiungendo un tasso di incenerimento dei R.U del 18% medio al Nord. Al centro l incenerimento ha raggiunto il 6,6% dei R.U, mentre gli impianti presenti al Centro Sud continuano ad essere irrilevanti, con l esclusione della Sardegna che ha raggiunto un tasso di incenerimento del 14%, collocandosi tra le prime regioni italiane. Per gli impianti di incenerimento si stima che sul peso del rifiuto in entrata, vi sia un rilascio in peso del 20% di scorie e ceneri e del 4% di polveri. 42

34 Tab Quadro impiantistico relativo all'incenerimento dei rifiuti urbani e termovalorizzazione di CDR - Anno 2004 Recupero n. Potenzialità Potenzialità Totale Ru Altri Energetico Regione impianti n. linee complessiv complessiv Sanitari CDR Rifiuti trattati Speciali elettrico operativi e t/g e t/a trattati MWhe Recupero Energetico termico MWht Piemonte Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna NORD Toscana Umbria Marche Lazio CENTRO Puglia Basilicata Sicilia Sardegna SUD ITALIA Fonte. APAT

35 Fig. 6 L'incenerimento nelle diverse regioni - Anno ton Piemonte Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli- Venezia Giulia Emilia- Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Puglia Basilicata Sicilia Sardegna Rifiuti urbani inceneriti Rifiuti totali inceneriti 44

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