LE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE. Un analisi sul mercato in Italia e in Emilia Romagna

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1 LE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE Un analisi sul mercato in Italia e in Emilia Romagna

2 LE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE UN ANALISI SUL MERCATO IN ITALIA E IN EMILIA ROMAGNA Il presente documento è realizzato dall Unione Regionale delle Camere di Commercio dell Emilia Romagna, con la collaborazione tecnico scientifica di Borsa Merci Telematica Italiana S.C.p.A., nell ambito delle proprie attività di supporto agli operatori locali del settore agricolo ed agroalimentare. Gruppo di lavoro BMTI: Gianluca Pesolillo, Giampaolo Nardoni, Carla Bologna. 2

3 SOMMARIO INTRODUZIONE LE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE IN ITALIA E IN EMILIA ROMAGNA: COLTURE, SUPERFICI ED AZIENDE Colture e superfici destinate alle proteine vegetali biologiche Legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella Semi oleosi Erba medica Colture e superfici destinate alle proteine vegetali biologiche in Emilia Romagna Le aziende produttrici di proteine vegetali biologiche in Italia Le aziende produttrici di proteine vegetali biologiche in Emilia Romagna Le colture proteiche: evoluzione delle produzioni convenzionali e confronto con produzioni biologiche Andamento delle colture proteiche destinate alle proteine vegetali in Italia e in Emilia Romagna Colture proteiche biologiche e convenzionali: superfici a confronto in Italia e in Emilia Romagna IL DEFICIT ITALIANO DI PROTEINE VEGETALI: IL RUOLO DELLE IMPORTAZIONI Evoluzione delle importazioni italiane di proteine vegetali Le importazioni italiane di colture industriali biologiche Le importazioni italiane delle principali colture destinate alle proteine vegetali EVOLUZIONE DEI PREZZI ALL INGROSSO DELLE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE Evoluzione dei prezzi all ingrosso dei semi oleosi e dei principali foraggi biologici SITOGRAFIA

4 INTRODUZIONE L obiettivo che ci si è posti con la realizzazione del presente lavoro è stato quello di delineare un quadro del comparto delle proteine vegetali biologiche negli ultimi anni in Italia e in Emilia Romagna, attraverso l analisi dei dati disponibili su superfici, numero di aziende produttrici, importazioni e prezzi all ingrosso, compiendo, laddove possibile, anche un confronto con le produzioni convenzionali. E indubbio, infatti, che negli ultimi anni l attenzione di istituzioni agricole e operatori di settore verso il comparto delle colture proteiche in generale sia cresciuta, anche alla luce della necessità di porre in essere misure che ne garantiscano lo sviluppo. Si tratta, in particolare, di prodotti quali soia, girasole, erba medica, favino, pisello proteico che rappresentano una componente di fondamentale importanza nell alimentazione zootecnica ma per i quali gli allevamenti italiani si trovano ad essere fortemente dipendenti dalle importazioni di mangimi esteri. Un deficit che è evidente soprattutto nel comparto dei semi oleosi: nel 2013, ad esempio, le quantità di soia acquistate all estero dall Italia, pari quasi a 1,4 milioni di tonnellate (Istat), hanno soddisfatto il 70% circa del fabbisogno interno, calcolato in termini di consumo apparente. In questo contesto di generale dipendenza dalle importazioni non risulta dissimile la situazione del comparto delle colture proteiche biologiche destinate all alimentazione animale. Nel caso della soia biologica, nel 2013 sono state importate quasi 21mila tonnellate, a fronte di una produzione stimata di tonnellate (Sinab e Ismea, 2014). Appare chiara, quindi, l urgenza di un incremento di superfici e produzioni di queste colture, anche in virtù della crescita del comparto zootecnico bio sia in termini di capi allevati che di numero di aziende con produzioni zootecniche (giunte nel 2013 a superare le unità, +4,1% rispetto al 2012). In effetti, sebbene nel 2013 in Italia gli investimenti in superfici siano decisamente cresciuti sia per i legumi secchi e colture proteiche biologiche (27mila ettari, +29% rispetto al 2012) che per i semi oleosi biologici (11mila ettari, +23%), l analisi dell andamento negli ultimi anni non mostra un altrettanto marcata crescita (rispetto al % per leguminose e colture proteiche e addirittura -0,4% per i semi oleosi). Tra le diverse regioni, nonostante la riduzione delle superfici osservata nel 2013, l Emilia Romagna mantiene un ruolo di primaria importanza nelle superfici investite a semi oleosi biologici, dove gli ettari coltivati nella regione sono pari al 9% della superficie nazionale (quota che arriva al 20% nel caso della soia), e soprattutto di erba medica, dove con quasi 33mila ettari investiti nel 2013 (41% della superficie nazionale) l Emilia Romagna detiene largamente il primato tra le regioni italiane. Leadership che appare rilevante alla luce della centralità che l erba medica ricopre nel comparto mangimistico, grazie in primis alla sua qualità come foraggio (elevato contenuto proteico). Non è un caso che nel 2013 l erba medica, con oltre 80mila ettari, sia risultata prima coltura biologica in Italia per superfici. 4

5 1. LE PROTEINE VEGETALI BIOLOGICHE IN ITALIA E IN EMILIA ROMAGNA: COLTURE, SUPERFICI ED AZIENDE 5

6 1.1. Colture e superfici destinate alle proteine vegetali biologiche Le colture destinate alle proteine vegetali appartengono, principalmente, alle piante proteiche (pisello proteico, fave, favette, lupino dolce etc.), alle proteoleaginose (semi di soia, semi di girasole, semi di colza) e alle foraggere leguminose (erba medica etc.). Si tratta di prodotti la cui importanza deriva non solo dal loro ruolo di materia prima mangimistica nella filiera zootecnica ma anche dai benefici che consentono di ottenere alle aziende agricole in termini di miglioramento della fertilità del terreno e di riduzione dell utilizzo di agrofarmaci e fertilizzanti. A dispetto di tale importanza, le superfici destinate a tali colture, e la relativa produzione ottenuta, non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno nazionale di questi prodotti, imponendo di conseguenza un forte ricorso alle importazioni dall estero, con conseguente crescita dei costi per gli utilizzatori, mangimisti in primis. In questo contesto si inseriscono le colture biologiche che, a dispetto di una qualità superiore rispetto ai prodotti convenzionali e alle ricadute ambientali positive, dispongono di superfici molto basse e per le quali, in alcuni casi (es. soia), si riscontrano anche problemi di tipo agronomico. Nelle pagine che seguono viene fornita, sulla base dei dati disponibili, un analisi dell evoluzione negli ultimi anni in Italia e in Emilia Romagna del comparto delle proteine vegetali biologiche in termini sia di superfici dedicate che di numero di aziende Legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella Se si eccettua il 2009, le superfici destinate in Italia alla coltivazione di legumi secchi e colture proteiche biologiche per la produzione di granella si sono mantenute negli ultimi anni costantemente al di sopra dei 20mila ettari. Tabella 1.1: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella /2012 Inc.% 2013 Puglia 0,0 542, , ,7 0, ,1-32,8% Sicilia 119, , , ,8 971, , ,4% Marche 972,0 562, , , , ,2-0,6% 11,2% Basilicata 3.116, , , , , ,8 34,7% 8,8% Toscana , , , , , ,8-55,8% 6,1% Lazio 308,0 466,5 595,7 950,5 922, ,4 14,8% 3,9% Umbria 1.841,0 765, ,7 273,2 970,4 928,4-4,3% 3,4% Calabria 728,0 38,4 569,0 450,4 747,2 796,1 6,5% 3,0% Emilia-Romagna 134,0 422,2 497,8 238,3 418,5 511,6 22,2% 1,9% Molise 34,0 30,5 70,9 103,4 105,4 325,6 209,0% 1,2% Sardegna 2.857,0 815, ,9 960, ,9 285,8-95,5% 1,1% Lombardia 343,0 525,9 397,1 240,4 187,5 260,3 38,9% 1,0% Campania 5,0 1,5 145,0 187,8 167,1 250,3 49,8% 0,9% Abruzzo 109,0 375,2 109,5 155,5 117,4 212,2 80,7% 0,8% Veneto 87,0 22,3 95,2 56,6 34,6 79,4 129,6% 0,3% Piemonte 377,0 252,5 173,6 410,6 97,5 41,0-58,0% 0,2% Friuli Ven. Giulia 26,0 32,8 27,8 0,0 8,5 13,4 57,6% 0,0% Trentino - A. Adige 1.692,0 0,0 0,0 0, ,4 0,0-100,0% 0,0% Italia , , , , , ,1 29,1% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Nel 2013 le superfici si sono attestate poco sotto i 27mila ettari, in crescita di circa 7mila ettari rispetto all anno precedente (+29,1%), aumento dipeso principalmente dall incremento di ettari rilevato in Puglia e 6

7 Sicilia, di fatto le prime due regioni italiane per superfici dedicate a queste colture. Puglia e Sicilia da sole coprono, in effetti, oltre la metà delle superfici investite in Italia e legumi secchi biologici e colture proteiche bio per la produzione di granella. In linea con l andamento a livello nazionale, anche in Emilia Romagna si è registrato un aumento delle superfici rispetto al 2012 (+22,2% equivalente a poco meno di 100 ettari). Seppure limitate in valore assoluto, le superfici in Emilia Romagna sono quadruplicate rispetto al 2008, anno a partire dal quale si dispone dei dati. Sul totale nazionale, l incidenza della superficie dell Emilia Romagna è stata nel 2013 del 2%, al nono posto tra le regioni italiane. Grafico 1.1: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella. Confronto tra 2012 e Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB L analisi della dinamica delle superfici investite a legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella in Emilia Romagna mostra che tra 2011 e 2013 c è stato un recupero degli ettari, praticamente raddoppiati nell arco di un biennio (da 240 a 510 ettari). Grafico 1.2: Evoluzione delle superfici (ettari) destinate alla coltivazione di legumi secchi bio e colture proteiche bio per la produzione di granella in Emilia Romagna Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB 7

8 Semi oleosi Anche le superfici investite in Italia a semi oleosi di origine biologica hanno registrato nel 2013 una crescita su base annua, aumentando di circa ettari rispetto al 2012 (+23,1%). Dal 2009 gli ettari si sono mantenuti sempre al di sopra dei 10mila ettari, ad eccezione del 2012 quando si è scesi sotto i 9mila ettari. Veneto e Marche sono le prime due regioni italiane per investimenti in superfici con, rispettivamente, e ettari nel 2013, seguite dalla Toscana, con ettari. Queste tre regioni coprono poco meno del 45% dell intera superficie dedicata in Italia ai semi oleosi biologici. Chiaramente, come avviene per i semi oleosi convenzionali, anche per le produzioni biologiche le maggiori superfici si riscontrano nelle regioni settentrionali, ovvero in quegli areali che garantiscono migliori condizioni agronomiche. Tabella 1.2: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di semi oleosibio /2012 Inc.% 2013 Veneto 2.145, , , , ,90 16,8% 17,3% Marche 1.235, , , , ,92 54,7% 14,7% Toscana 1.934, , ,01 2, , ,8% Lombardia 180,80 928, ,91 957, ,35 26,6% 11,2% Emilia-Romagna 1.354, , , ,22 927,13-30,7% 8,6% Umbria 651,96 694,57 731,97 597,15 925,96 55,1% 8,6% Lazio 716,08 331, ,22 684,88 839,28 22,5% 7,8% Piemonte 440,61 772,00 561,24 621,63 684,85 10,2% 6,4% Friuli Ven. Giulia 322,14 364,66 426,40 368,65 434,15 17,8% 4,0% Puglia 156,94 164,96 269,94 0,10 363, ,4% Basilicata 79,31 227,39 156,65 98,13 316,17 222,2% 2,9% Abruzzo 497,08 754,95 257,08 274,79 224,76-18,2% 2,1% Molise 143,75 107,38 106,73 38,14 101,25 165,5% 0,9% Sicilia 177,47 65,25 6,00 64,69 18,72-71,1% 0,2% Sardegna 0,00 5,79 64,70 297,44 5,23-98,2% 0,0% Calabria 38,35 12,00 0,00 3,08 2,24-27,3% 0,0% Trentino - A. Adige 0,00 0,00 0,00 793,09 1,30-99,8% 0,0% Liguria 0,13 0,06 0,02 1,03 1,24 20,4% 0,0% Campania 107,51 36,81 32,61 0,20 0,61 205,0% 0,0% Italia , , , , ,88 23,1% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB La regione Emilia Romagna, con poco meno di ettari coltivati nel 2013, risulta di fatto tra le principali regioni italiane in cui si investe nella coltivazione di semi oleosi biologici, con una quota pari a circa il 9% delle superficie nazionale. Tuttavia, a fronte dell aumento marcato degli ettari coltivati che si è osservato per l Italia nel suo complesso, la superficie regionale è risultata in calo sia rispetto al 2012, con una perdita di circa 400 ettari (-30,7%), che su base quinquennale (-31,5%). Nello specifico, sempre concentrando l analisi sul quinquennio , emerge come dopo il picco di ettari coltivati nel 2011 i successivi due anni abbiano registrato un disinvestimento delle superfici in Emilia Romagna. Di fatto gli investimenti a semi oleosi biologici in Emilia Romagna riguardano sostanzialmente soia e girasole: queste due colture incidono, infatti, per il 97% sul totale delle superfici dedicate nella regione a semi oleosi bio. 8

9 Grafico 1.3: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di semi oleosi bio. Confronto tra 2012 e Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Grafico 1.4: Evoluzione delle superfici (ettari) destinate alla coltivazione di semi oleosi bio in Emilia Romagna Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB A livello di singole colture, in Italia nel 2013 sono stati coltivati poco meno di 4mila ettari di soia biologica, in calo sia rispetto al 2012 (-13,5%) che rispetto al 2011, quando le superfici superavano i 5mila ettari (- 23,1%). Sembrerebbero dunque confermarsi le difficoltà nella coltivazione della soia biologica, elemento che comporta per il settore mangimistico biologico italiano un forte ricorso all importazione di materia prima dall estero. Tabella 1.3: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di soia bio. Principali regioni in Italia Inc.% 2013/ Lombardia 1.129,81 894, ,41 29,6% 29,8% Veneto 1.561, ,52 911,78-37,6% 23,5% Emilia-Romagna 1.350, ,90 793,75-32,0% 20,4% Piemonte 481,13 559,62 614,72 9,8% 15,8% Friuli Ven. Giulia 352,64 310,62 321,95 3,6% 8,3% Toscana 13,04 0,05 55, ,4% Marche 105,78 5,38 13,47 150,4% 0,3% Molise 0,00 0,00 10,68-0,3% Abruzzo 0,23 29,53 5,64-80,9% 0,1% Italia 5.057, , ,73-13,5% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB 9

10 In Emilia Romagna sono stati investiti a soia biologica poco meno di 800 ettari nel 2013, in forte calo sia rispetto all anno precedente, con quasi un terzo delle superfici perse, sia rispetto al 2011, anno rispetto al quale la perdita supera il 40%. Nonostante la riduzione, l Emilia Romagna è la terza regione in Italia per superfici dedicate alla soia biologica, rappresentando il 20% circa del totale nazionale. Lombardia (29,8% della superficie totale in Italia) e Veneto (23,5%) risultano invece le prime due regioni. Queste due regioni insieme con l Emilia Romagna coprono quasi i tre quarti dell intera superficie coltivata a soia biologica in Italia. Tra le principali regioni, va osservato come la Lombardia, a differenza della dinamica negativa registrata a livello nazionale, abbia aumentato nel 2013 le superfici a soia biologica (+29,6% su base annua). Grafico 1.5: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di soia bio nelle principali regioni italiane. Confronto tra 2012 e Lombardia Veneto Emilia-Romagna Piemonte Friuli Ven. Giulia Toscana Marche Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Al contrario di quanto rilevato per la soia, le superfici investite in Italia a girasole biologico hanno registrato nel 2013 un forte aumento su base annua, pari a quasi ettari (+72,5%). Di fatto, con questo forte incremento il girasole risulta tra i semi oleosi la principale coltura in termini di superfici. Le Marche e la Toscana sono le prime due regioni per ettari dedicati, coprendo quasi il 50% dell intera superficie nazionale ed uniche due regioni dove le superfici superano la soglia dei mille ettari. Tabella 1.4: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di girasole bio. Principali regioni in Italia Inc.% 2013/ Marche 1.121,45 946, ,67 60,0% 26,9% Toscana 1.347,38 1, , ,1% Veneto 254,50 93,44 878, ,6% Lazio 944,42 489,23 718,50 46,9% 12,8% Umbria 679,42 493,21 699,00 41,7% 12,4% Abruzzo 255,85 244,26 218,13-10,7% 3,9% Puglia 83,18 0,10 140, ,5% Emilia-Romagna 179,04 83,28 110,14 32,3% 2,0% Friuli-Ven. Giulia 25,79 49,13 86,92 76,9% 1,5% Molise 105,38 36,79 85,23 131,7% 1,5% Piemonte 39,00 33,34 27,88-16,4% 0,5% Italia 5.097, , ,59 72,5% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB 10

11 Contenuto invece è l investimento a girasole biologico in Emilia Romagna: nel 2013 sono stati seminati poco più di 100 ettari, in crescita rispetto all anno precedente ma in flessione rispetto al Grafico 1.6: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di girasole bio nelle principali regioni italiane. Confronto tra 2012 e Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Seppure in valore assoluto le superfici destinate a colza e ravizzone biologici siano limitate rispetto a quelle di soia e girasole, gli ettari investiti nel 2013 hanno registrato una forte crescita su base annua, giungendo a sfiorare i mille ettari (+61,3% rispetto al 2012). Basilicata e Puglia sono le prime due regioni per investimenti a colza biologica, rappresentando insieme oltre la metà della superficie investita in Italia. Bassa, al contrario, l importanza di colza e ravizzone in Emilia Romagna. Tabella 1.5: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di colza e ravizzone bio. Principali regioni in Italia Inc.% 2013/ Basilicata 136,27 35,35 288, ,5% Puglia 128,29 0,00 221,45-22,6% Umbria 10,00 55,80 120,17 115,4% 12,3% Lazio 73,67 184,15 110,48-40,0% 11,3% Veneto 90,42 42,23 45,06 6,7% 4,6% Piemonte 40,26 28,67 41,98 46,4% 4,3% Marche 56,34 39,97 37,28-6,7% 3,8% Lombardia 44,91 44,74 35,46-20,7% 3,6% Toscana 47,39 1,00 32, ,3% Friuli-Venezia Giulia 41,10 0,00 25,28-2,6% Sicilia 5,00 0,00 11,00-1,1% Totale complessivo 710,41 606,98 979,23 61,3% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB 11

12 Grafico 1.7: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di colza e ravizzone bio nelle principali regioni italiane. Confronto tra 2012 e Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Oltre alle superfici, per soia e girasole sono disponibili anche i dati sulla produzione nel 2013 (fonte Ismea e Sinab). Si tratta di stime della produzione potenziale, dedotte a partire dalle superfici investite e dalle rese. In particolare, nel 2013 sono state prodotte circa tonnellate di soia biologica, di cui quasi tonnellate in Emilia Romagna (22,4% del totale nazionale), seconda regione produttrice dopo la Lombardia (3.200 tonnellate, pari al 32,8% del totale nazionale). Simile la produzione di girasole biologico, attestato sulle tonnellate, di cui circa un quarto, pari a tonnellate, prodotto in Veneto, prima regione produttrice, seguita da Marche (2.000 tonnellate) e Toscana (1.800 tonnellate). Grafico 1.8: Ripartizione percentuale della produzione di soia e girasole biologici per regione. Anno 2013 Altre regioni 9,9% Piemonte 16,2% Veneto 18,7% Soia Lombardi a 32,8% Emilia Romagna 22,4% Lazio 9,4% Altre regioni 12,5% Umbria 13,3% Girasole Toscana 18,9% Veneto 25,4% Marche 20,6% Fonte: elaborazione BMTI su dati Ismea e Sinab 12

13 Erba medica Con oltre 80mila ettari investiti nel 2013, l erba medica risulta di fatto prima coltura biologica in Italia per superfici. L importanza che questa coltura foraggera riveste all interno del comparto delle colture proteiche biologiche deriva sia da considerazioni agronomiche che dalla sua qualità come foraggio, utilizzato in particolare nell alimentazione delle bovine da latte. Si tratta infatti di una coltura capace di adattarsi a situazioni pedo-climatiche diverse, che contribuisce positivamente alla fertilità del terreno e in grado di ridurre i costi degli input aziendali, in quanto ha ridotte necessità di concimazione e raramente richiede trattamenti erbicidi e fitosanitari. Tabella 1.6: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di erba medica bio Inc.% 2013/ Emilia-Romagna , ,40-5,7% 40,8% Marche , ,20 0,7% 18,7% Toscana 176, , ,6% Lazio 9.356, ,70-1,5% 11,5% Umbria 6.393, ,98-36,2% 5,1% Abruzzo 3.286, ,88 16,8% 4,8% Lombardia 1.845,66 851,46-53,9% 1,1% Piemonte 841,06 706,46-16,0% 0,9% Sardegna 107,99 550, ,7% Campania 506,91 511,84 1,0% 0,6% Calabria 590,09 511,02-13,4% 0,6% Molise 153,10 400,75 161,8% 0,5% Veneto 655,86 279,82-57,3% 0,3% Friuli Ven. Giulia 286,34 246,18-14,0% 0,3% Puglia 0,95 199, ,2% Basilicata 252,95 139,38-44,9% 0,2% Sicilia 461,81 106,11-77,0% 0,1% Liguria 44,29 37,80-14,7% 0,0% Trentino - A. Adige 9.147,06 0,40-100,0% 0,0% Italia , ,90-4,0% 100,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB In Italia, come detto, sono stati coltivati nel 2013 oltre 80mila ettari ad erba medica biologica, in calo del 4% rispetto al 2012 ma in aumento del 5% rispetto ai circa 76mila ettari investiti nel L Emilia Romagna, nonostante una riduzione degli ettari del 5,7% su base annua, rimane largamente la prima regione italiana per superfici (quasi 33mila ettari nel 2013), rappresentando oltre il 40% della superficie nazionale, seguita da Marche e Toscana, le cui superfici incidono per il 18,7% e il 13,6% sul totale nazionale. Marche che insieme con l Abruzzo sono le uniche due regioni, tra quelle in cui si registrano le maggiori superfici, ad evidenziare nel 2013 un incremento degli ettari seminati ad erba medica bio. 13

14 Grafico 1.9: Superfici (ettari) destinate alla coltivazione di erba medica bio. Confronto tra 2012 e Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB 14

15 1.2. Colture e superfici destinate alle proteine vegetali biologiche in Emilia Romagna Anche se limitatamente ai legumi secchi e ai semi oleosi, il Censimento dell Agricoltura dell Istat realizzato nel 2010 consente di disporre di alcune informazioni sul comparto delle colture proteiche biologiche nella regione Emilia Romagna e nelle sue province. I dati che seguono comprendono in particolare sia le superfici destinate esclusivamente a coltivazioni biologiche che le superfici in conversione. In Emilia Romagna nel 2010, a fronte di superfici destinate a coltivazioni biologiche pari ad oltre 40mila ettari, più di 800 ettari sono stati coltivati a legumi secchi e poco meno di ettari sono stati destinati a semi oleosi. Tabella 1.7: Superfici (ettari) biologiche destinate alle coltivazioni agricole, a legumi secchi e a semi oleosi in Emilia Romagna. Anno 2010 TOTALE AGRICOLTURA LEGUMI SECCHI PIANTE DA SEMI OLEOSI Bologna 6.000,94 250,82 92,53 Ferrara 6.082,39 92,97 644,24 Forlì-Cesena 9.395,44 152,77 1,00 Modena 4.091,69 43,54 58,92 Parma 5.640,14 46,72 134,21 Piacenza 3.053,72 81,86 82,47 Ravenna 3.042,39 72,85 103,62 Reggio nell Emilia 3.124,71 68,98 18,24 Rimini 1.630,15 30,93 36,48 EMILIA-ROMAGNA ,57 841, ,71 ITALIA , , ,52 Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura 2010 Prendendo come riferimento sempre l anno 2010, l Emilia Romagna dedica ai legumi secchi il 2% dell intera superficie regionale biologica, risultando meno specializzata in queste colture rispetto all Italia nel complesso, dove questa quota si attesta al 2,9%. A livello provinciale, solo Bologna presenta una quota superiore all Italia, grazie ad un incidenza delle superfici a legumi secchi che raggiunge il 4,2% del totale delle superfici bio provinciali. Grafico 1.10: Incidenza percentuale delle superfici destinate a legumi secchi biologici sul totale delle superfici biologiche in Emilia Romagna e in Italia. Anno ,5% 4,0% 4,2% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 2,7% 2,4% 2,2% 1,9% 1,6% 1,5% 2,0% 2,9% 1,5% 1,0% 1,1% 0,8% 0,5% 0,0% Bologna Piacenza Ravenna Reggio nell'emilia Rimini Forlì- Cesena Ferrara Modena Parma EMILIA ROMAGNA ITALIA Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura

16 Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia presentano invece una specializzazione superiore rispetto all Emilia Romagna: in queste province, infatti, la superficie coltivata a legumi secchi incide rispettivamente per il 2,7%, 2,4% e 2,2% del totale delle superfici bio provinciali. Al contrario di quanto visto per i legumi secchi, l Emilia Romagna appare fortemente specializzata nella coltivazione dei semi oleosi biologici: la superficie regionale dedicata a queste colture è pari infatti al 2,8% dell intera superficie agricola biologica, quasi il quadruplo rispetto alla quota nazionale. Tra le diverse province, spicca il dato di Ferrara, dove le superfici a semi oleosi rappresentano un decimo circa dell intera superficie agricola biologica della provincia. Più in generale, con l unica eccezione di Reggio Emilia e Forlì Cesena, tutte le province dell Emilia Romagna appaiono specializzate nella coltivazione dei semi oleosi biologici. Grafico 1.11: Incidenza percentuale delle superfici destinate a semi oleosi biologici sul totale delle superfici biologiche in Emilia Romagna e in Italia. Anno ,0% 10,0% 8,0% 6,0% 10,6% 4,0% 2,0% 3,4% 2,7% 2,4% 2,2% 1,5% 1,4% 0,6% 2,8% 0,8% 0,0% Ferrara Ravenna Piacenza Parma Rimini Bologna Modena Reggio nell'emilia EMILIA ROMAGNA ITALIA Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura

17 1.3. Le aziende produttrici di proteine vegetali biologiche in Italia Il Censimento dell Agricoltura del 2010 fornisce alcune informazioni anche sul numero di aziende produttrici di proteine vegetali biologiche, sebbene sempre riferite solo ai due comparti dei legumi secchi e dei semi oleosi. I dati comprendono sia le aziende con superfici biologiche che le aziende con superfici esclusivamente biologiche. In Italia nel 2010 risultavano operanti quasi aziende nel comparto dei legumi secchi biologici. Di queste, oltre la metà (51,9%) è localizzata nelle prime quattro regioni: Sicilia, Puglia, Basilicata e Marche. L Emilia Romagna, con 174 aziende, incide per il 5,1% sul totale delle aziende operanti nel comparto. Grafico 1.12: Numero di aziende biologiche operanti nel comparto dei legumi secchi in Italia. Anno Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura 2010 La quota detenuta dall Emilia Romagna cresce nel comparto dei semi oleosi biologici, dove l incidenza delle aziende regionali raggiunge l 11,1% del totale nazionale. In particolare, Veneto (116 aziende), Marche (101) e Emilia Romagna (88), prime tre regioni per numero di aziende, rappresentano circa la metà (49,1%) delle 790 aziende operanti nel comparto a livello nazionale. Grafico 1.13: Numero di aziende biologiche operanti nel comparto dei semi oleosi in Italia. Anno Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura

18 1.4. Le aziende produttrici di proteine vegetali biologiche in Emilia Romagna Come visto nel paragrafo precedente, in Emilia Romagna erano operanti nel aziende nel comparto dei legumi secchi biologici (pari al 5,1% del totale nazionale) e 88 aziende in quello dei semi oleosi biologici (11,1% del totale nazionale), a fronte di un totale di oltre aziende operanti complessivamente nel settore biologico (4,7% del totale nazionale). Tabella 1.8: Numero di aziende biologiche operanti nel comparto agricolo, nei legumi secchi e nei semi oleosi in Emilia Romagna. Anno 2010 TOTALE AGRICOLTURA LEGUMI SECCHI PIANTE DA SEMI OLEOSI Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio nell'emilia Rimini EMILIA-ROMAGNA ITALIA Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura 2010 Concentrando l attenzione sul comparto dei legumi secchi, in Emilia Romagna le aziende operanti in questo comparto rappresentano il 5,5% del totale delle aziende biologiche regionali, quota più elevata rispetto al 5,1% osservato a livello nazionale. A livello di singole province, spicca Bologna, dove il peso delle aziende produttrici di legumi secchi sul totale provinciale è doppio rispetto al dato nazionale (10,1% contro 5,1%). Da notare anche l incidenza che le aziende di legumi secchi bio raggiungono a Rimini e Ravenna, pari rispettivamente al 9,4% e all 8,3% del totale delle aziende bio provinciali, in entrambi i casi superiore sia alla media regionale che a quella nazionale. Grafico 1.14: Incidenza percentuale dell aziende biologiche produttrici di legumi secchi sul totale delle aziende biologiche in Emilia Romagna e in Italia. Anno ,0% 10,0% 10,1% 9,4% 8,3% 8,0% 6,0% 4,0% 4,9% 4,6% 4,3% 4,3% 3,8% 3,4% 5,5% 5,1% 2,0% 0,0% Bologna Rimini Ravenna Parma Ferrara Reggio Emilia Forlì - Cesena Piacenza Modena EMILIA ROMAGNA ITALIA Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura

19 Rispetto al contesto nazionale, il numero di aziende produttrici di semi oleosi biologici in Emilia Romagna ha rappresentato il 2,8% del totale delle aziende bio regionali, vale a dire oltre il doppio rispetto a quanto osservato a livello nazionale (1,2%). Colpisce la performance della provincia di Ferrara, dove le aziende che producono semi oleosi biologici rappresentano un quinto (20,4%) del totale delle aziende bio provinciali, ad indicare una fortissima specializzazione produttiva in queste colture. In generale, in tutte le province tranne Modena e Forlì Cesena il peso delle aziende produttrici di semi oleosi bio risulta superiore rispetto alla media nazionale. Rimini (4,7%), Ravenna (4,2%) e Bologna (3,6%) presentano un incidenza più elevata anche della media regionale. Grafico 1.15: Incidenza percentuale dell aziende biologiche produttrici di semi oleosi sul totale delle aziende biologiche in Emilia Romagna e in Italia. Anno ,0% 20,0% 20,4% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 4,7% 4,2% 3,6% 2,4% 1,8% 1,6% 1,0% Ferrara Rimini Ravenna Bologna Piacenza Parma Reggio Emilia 0,1% Modena Forlì - Cesena 2,8% EMILIA ROMAGNA 1,2% ITALIA Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT, Censimento dell Agricoltura

20 1.5. Le colture proteiche: evoluzione delle produzioni convenzionali e confronto con produzioni biologiche Dopo l esame delle dinamiche in atto negli ultimi anni nel comparto biologico, appare utile fornire anche un quadro d insieme sull andamento in Italia delle colture proteiche convenzionali, destinate ad uso zootecnico, in termini di superfici investite e produzioni Andamento delle colture proteiche destinate alle proteine vegetali in Italia e in Emilia Romagna Nel quinquennio la superficie dedicata in Italia alle principali colture proteiche è rimasta sostanzialmente stabile, attestata appena sopra il milione di ettari, come risultato della crescita di soia (+36,7%) e girasole (+2,9%) e della contrazione di colture quali erba medica, colza, fava da granella e pisello proteico. L erba medica con oltre 700mila ettari continua a rappresentare la principale coltura per superficie, pur diminuendo leggermente nel quinquennio la sua incidenza sul totale (dal 67,9% del 2009 al 65,1% del 2013), mentre cresce il peso relativo delle superfici coltivate a semi oleosi, passato dal 26,7% del 2009 al 30,4% del 2013, dovuto principalmente all incremento di ettari dedicati alla soia. A livello di singole colture va notato che, rispetto a quanto osservato nella prima metà degli anni 2000, sembra essersi affievolito l interesse per la coltivazione del pisello proteico, i cui investimenti in superfici sono scesi dagli oltre 10mila ettari del 2006 ai del 2009 fino ai ettari del Tabella 1.9: Superfici (ettari) destinate alle colture proteiche in ITALIA / /2009 Erba medica ,2% -1,7% Soia ,4% 36,7% Girasole ,3% 2,9% Fava da granella ,7% -14,5% Colza ,1% -24,4% Pisello proteico ,9% -18,3% Totale ,3% 2,5% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT Grafico 1.16: Ripartizione della superficie destinata alle colture proteiche in ITALIA nel 2009 e 2013 (dati %). Fava da granella 4,7% 2009 Pisello proteico 0,7% Fava da granella 3,9% 2013 Pisello proteico 0,6% semi oleosi 26,7% Erba medica 67,9% semi oleosi 30,4% Erba medica 65,1% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT 20

21 Nonostante il recupero registrato nel 2013 (+22,3% rispetto al 2012), la produzione di colture proteiche convenzionali ha accusato una evidente riduzione nel quinquennio , passando da 22,5 a 19,4 milioni di tonnellate. Un calo dipeso dalla flessione produttiva che ha interessato l erba medica, che, pur rimanendo di gran lunga la principale coltura per produzione, ha perso circa 3,3 milioni di tonnellate nel quinquennio a causa del calo delle rese (da 30 t/ha a 26 t/ha). Le uniche colture per cui si è osservato un aumento produttivo sono state la soia, la cui produzione nell arco di un quinquennio è cresciuta di un terzo, e il girasole, per il quale si è rilevata una crescita di oltre il 40% delle tonnellate prodotte. Tabella 1.10: Produzioni (tonnellate) delle colture proteiche in ITALIA / /2009 Erba medica ,9% 33,3% Soia ,8% 43,0% Girasole ,5% -20,5% Fava da granella ,4% -15,0% Colza ,8% -9,4% Pisello proteico ,1% -23,1% Totale ,3% -13,5% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT Se l erba medica, pur diminuendo leggermente il proprio peso sul totale della produzione (da 96,3% a 94,6%), continua ad incidere in maniera preponderante sulla produzione italiana di colture proteiche, va annotato, tra gli altri prodotti, l aumento del peso dei semi oleosi, passato dal 3,2% del 2009 al 4,9% del 2013, grazie all incremento produttivo registrato per soia e girasole. Grafico 1.17: Ripartizione della produzione di colture proteiche in ITALIA nel 2009 e 2013 (dati %). Fava da granella 0,4% semi oleosi 3,2% 2009 Pisello proteico 0,1% 2013 Pisello Fava da granella 0,4% proteico 0,1% semi oleosi 4,9% Erba medica 96,3% Erba medica 94,6% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT Spostando l analisi sull Emilia Romagna, a differenza di quanto visto per l Italia, il quinquennio ha mostrato una flessione (-3,5%) delle superfici regionali dedicate alle colture proteiche, scese sotto la soglia dei 300mila ettari. Un andamento negativo che ha colpito tutte le colture prese in esame, ad eccezione di soia e girasole, che, come riscontrato anche a livello nazionale, hanno messo a segno anche in Emilia Romagna un aumento degli ettari nel quinquennio. Forte contrazione si è invece osservata per le superfici regionali coltivate a fava da granella e pisello proteico, con queste ultime praticamente dimezzatesi nell arco di cinque anni. 21

22 Tabella 1.11: Superfici (ettari) destinate alle colture proteiche in EMILIA ROMAGNA / /2009 Erba medica ,7% -3,9% Soia ,8% 8,1% Girasole ,1% 6,7% Colza ,8% -18,2% Fava da granella ,6% -43,9% Pisello proteico ,1% -57,0% Totale ,0% -3,5% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT In Emilia Romagna, nel quinquennio , non si sono osservate variazioni sostanziali nella ripartizione delle superficie destinate alle colture proteiche, con l erba medica che incide per il 90% sul totale ed i semi oleosi per una quota prossima al 10%. Residuale l incidenza di fava da granella e pisello proteico. Grafico 1.18: Ripartizione della superficie destinata alle colture proteiche in EMILIA ROMAGNA nel 2009 e 2013 (dati %). semi oleosi 8,7% Fava da granella 0,5% 2009 Pisello proteico 0,4% semi oleosi 9,5% Fava da granella 0,3% 2013 Pisello proteico 0,2% Erba medica 90,4% Erba medica 90,0% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT In linea con la contrazione rilevata a livello nazionale, anche la produzione di colture proteiche in Emilia Romagna ha registrato tra il 2009 e il 2013 una flessione (-11,6%), imputabile ai minor raccolti di erba medica (-11,7%, da circa 9 a 7,8 milioni di tonnellate). Tra le altre colture, bilancio nel quinquennio positivo per soia e girasole, grazie alla forte ripresa osservata nel 2013 per entrambe le produzioni. La forte riduzione delle superfici regionali ha comportato invece una forte flessione dei raccolti di fava da granella (- 47,1% rispetto al 2009) e pisello proteico (-58,7%), dimezzatesi nell arco del quinquennio. 22

23 Tabella 1.12: Produzioni (tonnellate) delle colture proteiche in EMILIA ROMAGNA / /2009 Erba medica ,7% -11,7% Soia ,7% 7,1% Girasole ,9% 11,0% Colza ,0% -12,3% Fava da granella ,9% -47,1% Pisello proteico ,1% -58,7% Totale ,3% -11,6% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT L erba medica rappresenta in termini quantitativi la quasi totalità delle colture proteiche della regione. Residuale l incidenza di semi oleosi, fava da granella e pisello proteico. Grafico 1.19: Ripartizione della produzione di colture proteiche in EMILIA ROMAGNA nel 2009 e 2013 (dati %). semi oleosi 0,9% 2009 Fava da granella + pisello proteico 0,1% semi oleosi 1,1% 2013 Fava da granella + pisello proteico 0,1% Erba medica 99,0% Erba medica 98,8% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT 23

24 Colture proteiche biologiche e convenzionali: superfici a confronto in Italia e in Emilia Romagna Per alcune delle principali colture proteiche, l esame congiunto dei dati ISTAT e SINAB consente di analizzare l incidenza delle superfici biologiche sul totale delle superfici agricole, con riferimento agli anni 2012 e A livello nazionale è l erba medica la coltura le cui superfici biologiche pesano di più sul totale delle superfici coltivate in Italia: nel 2013 l incidenza è stata pari all 11,4%, sebbene in calo rispetto al 14% toccato nel Per la colza, nonostante la leggera riduzione rispetto al 2012, le superfici bio incidono per il 5,3% sul totale, mentre il girasole, unico tra le colture prese in esame, registra una crescita dell incidenza delle superfici biologiche, passata dal 2,9% al 4,4%. Tabella 1.13: Superficie (ettari) biologica e superficie agricola totale (ettari) in Italia per erba medica e semi oleosi. Anno 2012 e 2013 Superficie biologica 2012 Superficie agricola totale 2012 Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT e SINAB Anche in Emilia Romagna l erba medica risulta essere la coltura le cui superfici bio pesano maggiormente sul totale delle superfici agricole, con un incidenza che nel 2013 è stata pari al 12,2% (era il 13,1% nel 2012), superiore rispetto alla quota osservata a livello nazionale. Tra le altre colture, anche la soia registra in Emilia Romagna un incidenza delle superfici bio superiore rispetto alla media nazionale, nonostante si sia registrata nel 2013 una netta riduzione (dal 7,7% del 2012 a 3,8%). Tabella 1.14: Superficie (ettari) biologica e superficie agricola totale (ettari) in Emilia Romagna per erba medica e semi oleosi. Anno 2012 e 2013 Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT e SINAB Inc.% bio erba medica , ,00 14,0% colza 606, ,00 5,9% girasole 3.261, ,00 2,9% soia 4.492, ,00 2,9% superficie bio 2012 superficie agricola totale 2012 Inc.% bio erba medica , ,00 13,1% soia 1.167, ,00 7,7% girasole 83, ,00 1,7% Superficie biologica 2013 Superficie agricola totale 2013 Inc.% bio erba medica , ,00 11,4% colza 979, ,00 5,3% girasole 5.625, ,00 4,4% soia 3.887, ,00 2,1% superficie bio 2013 superficie agricola totale 2013 Inc.% bio erba medica , ,00 12,2% soia 793, ,00 3,8% girasole 110, ,00 2,1% colza 1, ,00 0,1% colza 1, ,00 0,1% 24

25 2. IL DEFICIT ITALIANO DI PROTEINE VEGETALI: IL RUOLO DELLE IMPORTAZIONI 25

26 2.1. Evoluzione delle importazioni italiane di proteine vegetali Un analisi sull andamento del mercato italiano delle proteine vegetali biologiche, e delle colture proteiche in generale, non può prescindere dall esame delle dinamiche in atto sul fronte delle importazioni, data la forte dipendenza dall estero che l Italia si trova ad avere per soddisfare il proprio fabbisogno. I dati disponibili, tuttavia, fanno riferimento quasi esclusivamente alle colture proteiche convenzionali, con l unica eccezione delle colture industriali 1, per le quali si dispone anche di dati sulle importazioni di prodotti biologici Le importazioni italiane di colture industriali biologiche Nel 2013 le importazioni di colture industriali biologiche sono state di poco superiori alle 21mila tonnellate, quasi triplicandosi rispetto all anno precedente. In particolare, se si fa riferimento al periodo compreso tra il 2006 e il 2013, solamente nel 2011 si è registrato un volume di importazioni superiore, con quasi 46mila tonnellate. Grafico 2.1: Importazioni (tonnellate) italiane di colture industriali biologiche Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Import (t) Concentrando l attenzione sul quinquennio emerge chiaramente come Asia ed Europa non Ue, sebbene con dinamiche diverse, siano le aree geografiche principali fornitrici dell Italia. Dall Asia (principalmente India, Cina e Thailandia, fonte Sinab) sono state importate nel 2013 circa 20mila tonnellate di colture industriali biologiche (pari al 92% del totale dell import italiano), quasi il triplo rispetto all anno precedente, mostrando una crescita esponenziale rispetto ad inizio quinquennio. Le quantità importate dai paesi dell Europa non UE (principalmente paesi dell est Europa), dopo il picco raggiunto nel 2011, quando di fatto avevano rappresentato la quasi totalità degli acquisti italiani all estero, hanno registrato nel biennio successivo un forte decremento, scendendo sotto le 2mila tonnellate (1.600 tonnellate nel 2013, +28,9% rispetto al 2012). 1 AI fini dell analisi delle importazioni, le colture biologiche comprese nell aggregato colture industriali sono soia, girasole, lino. 26

27 Tabella 2.1: Importazioni (tonnellate) italiane di colture industriali biologiche per area geografica Asia Europa non UE Altro TOTALE Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Grafico 2.2: Ripartizione percentuale delle importazioni italiane di colture industriali biologiche. Anno Europa non UE 7,6% Altro 0,1% Asia 92,3% Fonte: elaborazione BMTI su dati SINAB Le importazioni italiane delle principali colture destinate alle proteine vegetali La forte dipendenza dall estero per l approvvigionamento di colture proteiche si concentra soprattutto nel comparto dei semi oleosi, in special modo per la soia. In effetti, nonostante la contrazione delle importazioni rispetto al 2004 (-7,1%), nel 2013 le quantità di soia acquistate all estero dall Italia, pari quasi a 1,4 milioni di tonnellate, hanno soddisfatto il 70% circa del fabbisogno interno, calcolato in termini di consumo apparente (si veda tabella 2.3). Come per la soia, anche per il girasole il decennio ha mostrato una flessione delle importazioni, scese da 270mila a 250mila tonnellate (-7,3%) ma comunque necessarie per soddisfare il 47% dei consumi interni. Rispetto a quanto visto per soia e girasole, sono cresciuti invece nell arco del decennio gli acquisti dell Italia di colza estera (+7,5%), con l import passato da 41mila a 45mila tonnellate, pari al 54% del fabbisogno interno. La colza peraltro è la coltura che rispetto al 2004 ha visto scendere maggiormente il proprio grado di dipendenza dall import, passato dal 92% del 2004 al 54% del Sostanzialmente stabile, invece, il peso dell import per soia (dal 75% al 70%) e girasole (dal 50% al 47%) Spostando l attenzione nel comparto dei foraggi, il decennio ha evidenziato una marcata riduzione degli acquisti esteri dei principali foraggi (erba medica, fieno, trifoglio etc.), scesi da poco meno di 51mila tonnellate a meno di 22mila tonnellate (-57,1%), nonostante la ripresa osservata nel 2013 (+34,9% su base annua). Rispetto a quanto osservato per i semi oleosi, la produzione italiana consente di coprire quasi interamente il fabbisogno interno. 27

28 Tabella 2.2: Quantità (tonnellate) importate dall Italia di semi oleosi e foraggi / /2004 Semi di soia ,5% -7,1% Semi di colza ,0% 7,5% Semi di girasole ,3% -7,3% Fieno, erba medica, trifoglio lupinella, cavoli da foraggio, lupino, vecce e altri simili prodotti da foraggio Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT ,9% -57,1% Tabella 2.3:Consumo apparente* (tonnellate) dell Italia di semi oleosi e foraggi produzione import export consumo apparente Inc.% import/cons. apparente Semi di soia ,1% Semi di colza ,4% Semi di girasole ,1% Fieno, erba medica, trifoglio lupinella, cavoli da foraggio, lupino, vecce e altri simili prodotti da foraggio ,1% * Disponibilità al consumo apparente= produzione + importazioni - esportazioni Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT L incremento delle quantità importate di semi oleosi nel decennio e l aumento delle quotazioni riscontrato sui mercati internazionali ha comportato per l Italia una forte crescita dell esborso monetario. Per la soia si è passati dai circa 390 milioni di euro di inizio decennio agli oltre 610 milioni di euro del 2013, pari ad un +58%, complice un prezzo medio all importazione cresciuto nello stesso periodo del 70% (da 258 /t a 439 /t). Aumento meno accentuato (+41,5% rispetto al 2004) si è rilevato per la spesa per le importazioni di girasole, giunta comunque a superare i 100 milioni di euro nel 2013, mentre un vero e proprio balzo si è registrato per l esborso necessario all acquisto di colza estera, più che raddoppiato rispetto al 2004 e giunto a sfiorare i 20 milioni di euro. Un incremento dipeso dal pesante rialzo rilevato per il prezzo medio all importazione, cresciuto dai 207 /t del 2004 ai 440 /t del 2013, conseguenza del forte apprezzamento osservato sui mercati internazionali per le quotazioni della colza 2 passate da un valore medio di 305 $/t nel 2004 ai 551 $/t nel Per i foraggi la riduzione delle quantità importate ha comportato un risparmio sul fronte dell esborso monetario del 25% rispetto al 2004, con la spesa scesa da 7,5 a 5,6 milioni di euro. 2 Fonte FAO. Quotazione colza (Europe, 00, c.i.f. Hamburg) 28

29 Tabella 2.3: Importazioni in valore (euro) dell Italia di semi oleosi e foraggi / /2004 Semi di soia ,9% 57,9% Semi di colza ,3% 128,8% Semi di girasole ,2% 41,5% Fieno, erba medica, trifoglio lupinella, cavoli da foraggio, lupino, vecce e altri simili prodotti da foraggio Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT ,7% -25,0% Nel 2013 le importazioni di soia hanno pesato per oltre tre quarti sul totale delle importazioni di semi oleosi e foraggi, incidenza che non ha subito variazioni sostanziali rispetto ad inizio decennio. Invariata anche l incidenza dei semi di girasole (14,6%) mentre in calo è risultato il peso dei foraggi (da 2,7% a 1,3%). Grafico 2.3: Ripartizione percentuale delle importazioni italiane di semi oleosi e foraggi nel 2004 e nel Fieno, erba medica, trifoglio lupinella, 2,7% Semi di girasole 14,5% Semi di colza 2,2% Semi di girasole 14,6% Semi di colza 2,6% Fieno, erba medica, trifoglio lupinella, 1,3% Semi di soia 80,6% Semi di soia 81,5% Fonte: elaborazione BMTI su dati ISTAT Nonostante il calo delle spedizioni registrato nel 2013 (-34,5% rispetto all anno precedente), l Ucraina si è confermata principale fornitore di soia dell Italia, spedendo nel nostro paese poco meno di 400mila tonnellate. Un primato, quello dell Ucraina, che dipende dal fatto che tra i principali esportatori mondiali è l unico a produrre soia non ogm, a differenza di paesi quali Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia dove le superfici ogm incidono per una quota variabile tra il 60% del Canada e il 100% dell Argentina. Al secondo e terzo posto come fornitori risultano Brasile e Paraguay, paesi che rispetto ad inizio decennio hanno però fortemente ridotto le esportazioni di soia verso l Italia (-64,1% per il Brasile, -36,5% per il Paraguay). Rimanendo nel continente americano, ma spostandosi nella parte settentrionale, si è registrata una dinamica opposta per le importazioni dell Italia da Stati Uniti e Canada, con le prime in contrazione durante il decennio, scese da oltre 110mila a 87mila tonnellate (-23,5%), e le seconde cresciute esponenzialmente e giunte a ridosso delle 120mila tonnellate. 29

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