6061 Scienza delle Finanze - CLEAM. Alessandro Santoro

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1 Università Bocconi a.a Scienza delle Finanze - CLEAM Il sistema pensionistico Alessandro Santoro 1

2 Concetti di base Il sistema pensionistico è un meccanismo redistributivo che trasferisce risorse correntemente prodotte dalla popolazione attiva a favore di chi: ha cessato l'attività lavorativa per ragioni di età anagrafica (pensioni di vecchiaia) o di età contributiva (pensioni di anzianità) non è più in grado di partecipare al processo produttivo per una sopravvenuta incapacità lavorativa (pensioni di invalidità) pur non avendo mai fatto parte della forza lavorativa, è legato da rapporti familiari con persone decedute che hanno fatto parte della forza lavoro (pensioni ai superstiti) è sprovvisto di qualunque forma di reddito e non è in grado di lavorare (pensioni assistenziali) 2

3 Concetti di base Il sistema è finanziato dai contributi sociali versati dai lavoratori e dai datori di lavoro agli enti che erogano prestazioni pensionistiche In presenza di squilibrio tra spese pensionistiche ed entrate contributive, lo Stato può intervenire ricorrendo alla fiscalità generale 3

4 Struttura e organizzazione dei sistemi pensionistici Funzioni attribuite ad un sistema previdenziale e connessi criteri di equità Motivazioni dell intervento pubblico in campo pensionistico Modalità di finanziamento Modalità di determinazione della prestazione 4

5 Funzioni svolte Funzione assicurativa (income smoothing): il sistema pensionistico trasferisce reddito lungo l arco di vita dell individuo dal periodo di attività a quello di vecchiaia assicurazione contro la caduta di reddito associata alla cessazione dell attività lavorativa; associa il trattamento tt t pensionistico i ai contributi ti versati affianca il meccanismo individuale del risparmio/investimento Funzione previdenziale: il sistema pensionistico garantisce all'individuo il mantenimento di un tenore di vita simile a quello raggiunto nella fase terminale della vita lavorativa (purché abbia adeguatamente contribuito al finanziamento del sistema) implica un vantaggio per le carriere caratterizzate t da una crescita salariale rapida Funzione assistenziale: il sistema attribuisce a tutti i cittadini un reddito adeguato ad una esistenza dignitosa richiede una dissociazione tra contributi versati e pensioni percepite in modo da sostenere i redditi bassi 5

6 Concetti di equità Equità assicurativa o attuariale: si realizza quando a tutti gli individui è garantito lo stesso tasso di rendimento interno (cioè il tasso che eguaglia in un dato istante di tempo (es: il momento del pensionamento) il valore capitalizzato dei contributi versati al valore attuale del flusso di pensioni i ricevute Equità previdenziale: realizzata quando a tutti gli individui, a parità di durata della vita lavorativa (e quindi contributiva), viene garantito lo stesso tasso di sostituzione (cioè prima pensione/ultima i retribuzione) i Equità assistenziale: realizzata quando tutti gli individui possono raggiungere lo stesso livello di reddito minimo 6

7 Motivazione dell intervento pubblico in campo pensionistico i Perché la funzione assicurativa e quella previdenziale non possono essere sempre adeguatamente realizzate mediante il mercato, ovvero mediante le scelte individuali di risparmio? Selezione avversa (fallimento del mercato assicurativo privato): l assicuratore non è in grado di diti distinguere rischi hibuoni ida rischi cattivi i il mercato non è in grado di offrire a tutti copertura completa (o lo fa a costi troppo elevati) Non-indipendenza dei rischi individuali (fallimento del mercato assicurativo privato): il mercato non è in grado di garantire prestazioni i indicizzate rispetto all andamento dei prezzi (inflazione con rischio sociale) 7

8 Classificazione dei sistemi di pensionamento I sistemi di pensionamento si classificano sulla base di: diverse modalità di finanziamento; diverse modalità di determinazione delle prestazioni. Distinguiamo i quindi: sistemi pensionistici a ripartizione con due modalità di determinazione delle prestazioni: metodo retributivo; metodo contributivo; sistemi pensionistici a capitalizzazione. 8

9 Classificazione dei sistemi di pensionamento Sistemi a ripartizione: il gettito contributivo riscosso in ogni periodo è destinato al finanziamento delle prestazioni erogate nello stesso periodo. In un sistema a ripartizione non si ha dunque alcuna necessità di accumulare riserve per far fronte al pagamento delle pensioni: il gettito contributivo di un anno (a carico delle generazioni attive) è destinato alle classi demografiche che hanno cessato l attività lavorativa. Patto intergenerazionale. 9

10 Classificazione dei sistemi di pensionamento Sistemi a capitalizzazione: i contributi che ogni lavoratore versa nel periodo di attività sono investiti sul mercato dei capitali. Nel periodo di pensionamento la pensione percepita dallo stesso lavoratore è pari ai contributi versati aumentati del rendimento ottenuto dal loro impiego. In un sistema a capitalizzazione si ha dunque accumulazione di riserve nel periodo che per ogni individuo d intercorre fra il versamento dei contributi e il pagamento della pensione. 10

11 Sistemi pensionistici a ripartizione: rendimento implicito Definiamo: P t =pensione da erogare nel tempo t ai lavoratori che hanno lavorato per L anni precedenti a t, calcolata sulla base di un metodo retributivo o contributivo; W t =il monte salari pagati ai lavoratori nel tempo t α=aliquota contributiva. Il patto generazionale si riflette nell eguaglianza P t =αw t. 11

12 Sistemi pensionistici a ripartizione: rendimento implicito In termini generali, il rendimento dei contributi versati in un sistema a ripartizione i è approssimabile dalla somma di: tasso n di crescita dei lavoratori occupati; tasso m di crescita dei salari (che, a certe condizioni, è uguale al tasso di crescita della produttività). Esempio: due soli periodi di vita lavorativa. Qual è il rendimento dei contributi tib tiversati nel periodo t-1 t1da coloro che vanno in pensione nel periodo t? Contributi versati nel tempo t-1=c t-1 =αw t-1 Pensioni nel tempo t: P t =C t =αw t =αw t-1 (1+n)(1+m) Rendimento=(P t /αw t-1 )-1 P t /αw t-1 =αw t-1 (1+n)(1+m)/αW t-1 =(1+n)(1+m)=1+n+m+mn Rendimento=1+n+m+mn-1=n+m+mn n+m 12

13 Sistemi pensionistici a capitalizzazione: rendimento implicito Esempio: due soli periodi di vita lavorativa. Qual è il rendimento dei contributi versati nel periodo t-1 da coloro che vanno in pensione nel periodo t? Contributi versati nel tempo t-1=c t-1 =αw t-1 Pensioni nel tempo t: P t =αw t-1 (1+i) dove i=tasso di rendimento di mercato Rendimento=(P t /αw t-1 )-1 P t /αw t-1 =αw t-1 (1+i)/αW t-1 =(1+i) Rendimento=(1+i)-1=i 13

14 Sistemi pensionistici a ripartizione vs capitalizzazione : rendimento implicito Il rendimento implicito dei contributi versati è maggiore nei sistemi a ripartizione se (n+m)>i cioè se il tasso di interesse di mercato è inferiore alla somma del tasso di crescita degli occupati e dei salari (=della produttività, con mercati perfetti), e viceversa. 14

15 Sistemi pensionistici a ripartizione: modalità di calcolo delle pensioni Per analizzare più nel dettaglio i sistemi pensionistici a ripartizione dal punto di vista dell equità previdenziale e attuariale è necessario prendere in considerazione le due modalità di calcolo delle pensioni, cioè: il metodo retributivo: la pensione è legata alle retribuzioni che i pensionati del tempo t hanno percepito nei periodi di tempo precedenti; il metodo contributivo: la pensione è legata ai contributi che i pensionati del tempo t hanno versato nei periodi di tempo precedenti 15

16 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo retributivo Definiamo: β=coefficiente di rendimento; Rp=retribuzione pensionabile; L=numero di anni di versamento dei contributi. Il metodo retributivo prevede che Pt= βr p L ossia la pensione è data da una percentuale sulla retribuzione pensionabile moltiplicata per il numero di anni di versamento dei contributi. 16

17 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo retributivo Due ipotesi di definizione della retribuzione pensionabile. Rp è uguale all ultima retribuzione prima del pensionamento, R L. In questo caso si ha Pt= βr L L Il tasso di sostituzione è quindi dato da Pt/R L = βl in Italia prima della riforma Dini (1992) β=2% quindi tasso di sostituzione pari all 80% per tutti coloro che andavano in pensione. Con questo metodo: si realizza equità previdenziale; si premiano carriere dinamiche i (i contributi i versati rendono maggiormente se c è una più rapida progressione di carriera). 17

18 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo retributivo Rp è una media delle retribuzioni percepite nel corso della vita lavorativa e rivalutate al tasso r Rp= [R 1 (1+r) L-1 +R 2 (1+r) L-2 + +R+R L-1 (1+r)+R L ]/L Rp= j R j (1+r) L-j /L,j=1,,L Quindi in questo caso si ha Pt= βl j R j (1+r) L-j /L,j=1,,L Pt= β j R j (1+r) L-j,j=1,,L. Il valore di Rp (e quindi della pensione) dipende da: variazione nel tempo del valore di Rj; tasso di rivalutazione r. 18

19 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo retributivo Più precisamente, se la retribuzione i cresce ad un tasso m R j =R 1 (1+m) j-1,j=1,,l (=>R L =R 1 (1+m) L-1 ) si dimostra che: se m=r, allora Rp=R L e quindi il metodo retributivo con retribuzione pensionabile pari alla media delle retribuzioni determina livelli lli pensionistici i i uguali a quelli ottenuti ti quando la retribuzione pensionabile è l ultima prima del pensionamento. Infatti Pt= β j R 1 (1+m) j-1 (1+m) L-j,j=1,,L. Pt= βlr 1 (1+m) L-1 Pt= βlr L. Quindi equità previdenziale e premio alle carriere dinamiche. 19

20 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo contributivo Definiamo: δ=aliquota contributiva; MC=montante contributivo=somma dei contributi versati nei periodi di lavoro e rivalutati al tasso r (fissato per legge): MC= j δr j (1+r) L-j,j=1,,L VA(P)=valore attuale della pensione nel momento del pensionamento: VA= e(l) jp/(1+r z ) j e(l)=speranza di vita al tempo t; r z =tasso di sconto delle pensioni future. 20

21 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo contributivo Con il metodo contributivo la pensione deve soddisfare MC=VA(P) Montante contributivo=valore attuale della pensione nel momento del pensionamento il metodo contributivo tib ti realizza l equità assicurativa(attuariale). Caso particolare: r z =0. In questo caso si ha VA= e(l) jp=e(l)p e quindi MC=VA(P) MC=e(L)P P=MC/e(L) 21

22 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo contributivo vs metodo retributivo Con il metodo retributivo si realizza l equità previdenziale (uguale tasso di sostituzione) ma non l equità assicurativa: il rendimento dei contributi dipende dalla progressione di carriera. Con il metodo contributivo si realizza lequità l equità assicurativa (uguale tasso di rendimento) ma non l equità previdenziale: il tasso di sostituzione dipende dalla progressione di carriera. 22

23 Sistemi pensionistici a ripartizione: metodo retributivo vs metodo contributivo Tuttavia il metodo retributivo e quello contributivo a certe condizioni sono equivalenti. Se R j =R 1 (1+m) j-1,j=1,,l: MC= j-1 L-j j δr 1 (1+m) (1+r),j=1,,L Se, inoltre, m=r si ha MC= j-1 L-j j δr 1 (1+m) (1+m),j=1, 1,,L,L MC= LδR 1 (1+m) L-1 =LδR L Quindi con il metodo contributivo se r z=0 si ha LδR L =Pe(L) P=LδR L /e(l) Con il metodo retributivo in questo caso si ha Rp=R L e P=βLR L. Quindi le prestazioni a queste condizioni si equivalgono se: LδR L /e(l)= βlr L β=δ/e(l) 23

24 Sistemi pensionistici a capitalizzazione: modalità di calcolo delle pensioni Anche in questo caso si ha MC=VA(P) Montante contributivo=valore valore attuale della pensione nel momento del pensionamento e anche il sistema a capitalizzazione realizza l equità assicurativa(attuariale). La differenza rispetto al metodo contributivo sta nel fatto che in questo caso i contributi sono investiti sul mercato dei capitali e capitalizzati sulla base del rendimento effettivamente ottenuto (i) mentre nel metodo contributivo i contributi sono rivalutati ad un tasso fissato per legge, r. 24

25 Sistemi pensionistici come meccanismi contrattuali tra generazioni Alla base di tutti i sistemi pensionistici cè c è unaccordotra generazioni che si può valutare sulla base delle ripartizione di un insieme di rischi, in particolare: rischio di inadeguatezza dei rendimenti rischio di inflazione rischio demografico e occupazionale rischio salariale. Le modalità di ripartizione di questi rischi dipendono: dalle modalità di finanziamento e di definizione delle prestazioni; dagli equilibri che il sistema pensionistico sceglie di rispettare. 25

26 Sistemi pensionistici come meccanismi contrattuali tra generazioni Equilibri: finanziario (per i sistemi a ripartizione): le entrate contributive devono essere uguali alle pensioni erogate; macroeconomico: le pensioni erogate non devono superare e una quota accettabile del PIL e non tendono a crescere eccessivamente ; equitativo: ti il sistema it deve realizzare finalità redistributive. ditibti 26

27 Distribuzione del rischio di inadeguatezza dei rendimenti SISTEMA A RIPARTIZIONE Non si pone il problema dell inadeguatezza dei rendimenti poiché i contributi vengono rivalutati a tassi che riflettono grandezze reali del sistema economico (tasso di crescita dell occupazione e della produttività) rendimenti poco volatili SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Il rischio di inadeguatezza dei rendimenti è a carico dei futuri pensionati poiché i contributi vengono capitalizzati al tasso di rendimento di mercato rendimenti insufficienti i perdite in conto capitale livello e variabilità dei rendimenti 27

28 Distribuzione del rischio di inflazione SISTEMA A RIPARTIZIONE A carico dei giovani se sono previste forme di indicizzazione delle pensioni erogate al tasso d inflazione Indicizzazione: p t+1 = p t x (1+tasso d inflazione) Valore reale della pensione costante nel tempo SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Rischio non assicurabile (coperto eventualmente con intervento pubblico). 28

29 Distribuzione del rischio demografico e occupazionale Questo rischio è di solito misurato dal rapporto tra pensionati e lavoratori attivi. Nei sistemi a ripartizione la distribuzione di questo rischio dipende dalle modalità di garanzia dell equilibrio finanziario. Tale equilibrio si ha quando R l N l PN p aliquota contributi va, N l N p R numero lavoratori, P numero pensionati l retribuzio ne media pro capite pensione media pro capite 29

30 Distribuzione del rischio demografico e occupazionale Quando il sistema a ripartizione fissa il rapporto tra pensioni da erogare e retribuzioni, il rischio demografico e occupazionale è a carico dei lavoratori attivi: l aliquota deve aumentare. Dato se N R pt N lt t l N lt aumenta P N t pt se, e è dato, P t t / R l deve allora t aumentare N N pt lt, Esempio: un sistema a ripartizione con metodo retributivo dove il tasso di sostituzione è fissato. 30

31 Distribuzione del rischio demografico e occupazionale Quando il sistema a ripartizione fissa l aliquota, il rischio demografico e occupazionale è a carico dei pensionati N Dato t Rl Nlt Pt N pt se t Pt N pt / Rl N lt allora Pt t N se N N pt lt aumenta, e t è dato, P t deve diminuire lt pt R l, Esempio: un sistema a ripartizione con metodo contributivo dove l aliquota contributiva è fissa e all allungarsi della vita media (aumento di e(l)) corrisponde una riduzione della pensione. 31

32 Distribuzione del rischio demografico e occupazionale Nel sistema a capitalizzazione i non si pone a livello ll individuale il problema dell attribuzione del rischio demografico. La pensione individuale tiene conto della speranza di vita della popolazione nel momento in cui viene definita (ma non è influenzata da un allungamento successivo della vita attesa, né individuale né della popolazione) 32

33 Distribuzione del rischio salariale SISTEMA A RIPARTIZIONE Il rischio salariale grava sui lavori attivi quando le pensioni sono indicizzate ai salari e grava sui pensionati quando non è prevista alcuna forma di indicizzazione. SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Non c è alcun collegamento fra pensioni ed evoluzione salariale corrente con la conseguenza che l andamento del rapporto fra pensioni e retribuzioni non è in alcun modo vincolato. 33

34 Equilibrio macroeconomico L indicatore di riferimento è il rapporto tra spesa pensionistica e PIL, che può essere scritto come segue Sp/PIL=(Np/Na)x(Na/POP)x(POP/Nl)x(Sp/Np) /(PIL/Nl) dove Sp=spesa pensionistica Np=numero pensionati, Na=numero anziani POP=popolazione; Nl=numero lavoratori attivi il rapporto Np/Na èilfattore istituzionale il rapporto Na/POP è il fattore demografico il rapporto POP/Nl è l inverso del tasso attività Sp/Np è la spesa media per pensionato; PIL/Nl è prodotto medio per lavoratore attivo.

35 Effetti sul risparmio aggregato SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE In ogni periodo gli individui risparmiano e destinano (obbligatoriamente) parte del risparmio al finanziamento della propria p previdenza Poiché anche il risparmio previdenziale è investito sul mercato dei capitali al tasso i, il livello complessivo del risparmio effettuato in ogni periodo non è distorto dall introduzione del sistema pensionistico il sentiero di accumulazione del capitale di un sistema economico non è modificato SISTEMA A RIPARTIZIONE Teoria del ciclo di vita il livello complessivo del risparmio e l accumulazione di capitale vengono ridotti dall introduzione del sistema pensionistico 35

36 Equilibrio equitativo I sistemi pensionistici determinano effetti di redistribuzione sia all interno della stessa generazione (=>diversi tassi di rendimento e tassi di sostituzione tra pensionati) sia tra diverse generazioni. Alcuni di questi effetti sono permanenti, altri sono transitori: ad esempio l effetto prima generazione e ultima generazioni nelle fasi di avvio e chiusura di un sistema a ripartizione. Anche le pensioni assistenziali svolgono un importante funzione redistributiva. 36

37 Il sistema pensionistico italiano Tappe principali: Sistema pre Amato 1992: riforma Amato 1995: riforma Dini 2004: Riforma Maroni Attualità 37

38 Sistema a ripartizione Sistema pre-amato Metodo di calcolo retributivo: P = β Rp L Rp = media degli stipendi degli ultimi 5 anni, rivalutati al costo della vita β=2% (max βl=80%) Equità previdenziale Indicizzazione Inflazione (semestrale) Pensioni di vecchiaia L 15 anni Tasso di crescita dei salari (annuale) Età = 60 anni M (55 anni F) Pensioni di anzianità L 35 anni 38

39 Sistema pre-amato Prestazioni di natura assistenziale Integrazione al minimo: integrazione a 420 mensili (2005) per le pensioni a calcolo inferiori a questo minimo Pensioni di invalidità: concessione della pensione integrata al minimo, dopo soli 5 anni di contribuzione, se veniva dichiarata l invalidità del beneficiario Pensioni sociali: a favore dei cittadini senza storia professionale e sprovvisti di reddito, sempre inferiori alle pensioni integrate al minimo 39

40 Riforma Amato (1992) Obiettivi Equilibrio macroeconomico (stabilizzare spesa previdenziale/pil) Equità (razionalizzazione) Distinzione delle componenti assistenziali e previdenziali Incentivo a forme di previdenza integrativa 40

41 Riforma Amato: obiettivo equilibrio macroeconomico Riduzione di N p Innalzamento dell età per le pensioni di vecchiaia (a 65 M 60 F) Aumento del periodo minimo di contribuzione (a 20 anni) Riduzione di P Rp = media delle retribuzioni dell intera vita lavorativa (per i nuovi assunti) Penalizzazione delle carriere dinamiche Discrezionalità (legge finanziaria) dell indicizzazione al tasso di crescita dei salari N.B.: rimane indicizzazione all inflazione Nessun intervento sulle pensioni di anzianità e su quelle di natura assistenziale 41

42 Obiettivi: Riforma Dini (1995) I4d della riforma Amato più: Maggiore flessibilità nei requisiti di accesso alla pensione Copertura previdenziale per lavoro precario, discontinuo Passaggio al metodo contributivo Maggior correlazione tra contributi versati e prestazioni ricevute Fase di transizione (fino al 2036 immediata solo per neoassunti) Accentuazione degli aspetti assicurativi (pur conservando natura pubblica: sistema a ripartizione e tassi di capitalizzazione/attualizzazione quelli finanziari di mercato) 42

43 Riforma Dini: maggiore flessibilità Pensioni di vecchiaia: minimo 57 anni, massimo 65 anni. Pensione crescente con l età di pensionamento Drastica riduzione del requisito minimo di anzianità contributiva Da 20 anni a 5 anni di contribuzione Scoraggiare evasione contributiva 43

44 Riforma Dini: riduzione spesa Pensioni i di anzianità: ità abrogate (con gradualità) Revisione decennale del coeff. di trasformazione Indicizzazione (parziale) all inflazione l'adeguamento all inflazione è al 100% solo per pensioni relativamente limitate Abolizione indicizzazione ai salari Ridimensionamento istituti assistenziali: Integrazione al minimo: abolita Pensioni di invalidità: attribuite solo in caso di gravi menomazioni fisiche Pensioni sociali: sostituite dall assegno sociale 44

45 Confronti internazionali 45

46 Riforma Maroni ( ) Pensioni di vecchiaia: 60 anni donne; 65 anni uomini dal 2008 Pensioni di anzianità: inasprimento della (graduale) abolizione Anno Età e anni di contribuzione Solo anni di contribuzione e e e e e

47 Riforma Maroni ( ) Incentivi al posticipo della pensione (bonus) dal 2004 al 2007: incentivo per i lavoratori dipendenti privati che, pur con diritto itt a pensione di anzianità, ità continuano a lavorare; Incentivo: aumento in busta paga pari al controvalore dei contributi previdenziali (non) versati (32,7% della retribuzione), su cui non si dovrà pagare lirpef; l'irpef; Al pensionamento: pensione calcolata sulla base dei contributi versati fino al momento della decorrenza dell incentivo e aggiornata per l aumento del costo della vita. 47

48 Protocollo sul Welfare (fine 2007) 48

49 Protocollo sul Welfare (fine 2007) 49

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