IVA INTRACOMUNITARIA. Corso di Laurea Specialistica in Imprenditorialità e Innovazione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE FACOLTÀ DI ECONOMIA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE FACOLTÀ DI ECONOMIA Corso di Laurea Specialistica in Imprenditorialità e Innovazione Tesi di Laurea in Diritto Tributario IVA INTRACOMUNITARIA Relatore: Chiar.mo Prof. Francesco D AYALA VALVA Correlatore: Chiar.ma Prof.ssa Stefania GIOVA Laureanda: Anna PRIOLETTA Matricola CAMPOBASSO Evidenziati in rosso nella tesi gli aggiornamenti rispetto alla novità fiscali

2 INTRODUZIONE L allargamento dell Unione europea è un fenomeno dinamico che non solo registra un aumento della popolazione e un incremento della superficie complessiva, ma, allargando il proprio mercato interno, diventa un polo di attrazione sempre più importante per i traffici commerciali internazionali e un entità sia politica che economica sempre più rappresentativa nel contesto mondiale. L allargamento incide notevolmente anche sui traffici commerciali intracomunitari ed è sicuramente anche una grande opportunità storica in quanto riunisce popoli molto diversi con tradizioni differenti e rappresenta una sfida senza precedenti. Appunto riconoscendo l importanza di una tale questione, affrontiamo in questo lavoro l IVA intracomunitaria. Nel primo capitolo della trattazione vengono analizzati i caratteri generali dell imposta, attraverso l analisi del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, che istituisce e disciplina l imposta sul valore aggiunto. In modo particolare, si analizzano i presupposti di applicabilità dell imposta e nella parte finale si effettua una breve digressione della disciplina dell Iva nei rapporti con l estero. Il secondo capitolo si concentra sulle novità nell utilizzo dei crediti Iva, analizzando, in particolare, le disposizioni introdotte dal d.l. n. 78/

3 Nel terzo capitolo si entra nel vivo della trattazione, descrivendo nel dettaglio il regime transitorio sull iva intracomunitaria, attraverso l analisi del titolo II del Decreto Legge 30 agosto 1993, n. 331, riguardante l armonizzazione della disciplina dell imposta sul valore aggiunto, approfondendo gli elementi principali, tra cui il regime degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie, le operazioni triangolari comunitarie e i modelli INTRASTAT. Il capitolo conclusivo è destinato ad analizzare il preoccupante dilagare del fenomeno delle frodi carosello, che è fonte di grande preoccupazione per gli Stati membri dell Unione europea e a cui si sta mettendo argine attraverso una serie di iniziative sia comunitarie che nazionali. 2

4 CAPITOLO I I CARATTERI GENERALI DELL IMPOSTA SOMMARIO: I.1. Premessa I.1.2. Concetti di base sul funzionamento del tributo - I.2. Presupposti di applicabilità - I.2.1. Presupposto oggettivo: le cessioni di beni Segue: le prestazioni di servizi - I.2.2. Presupposto soggettivo: l esercizio di imprese Segue: l esercizio di arti e professioni - I.2.3. Presupposto territoriale - I.2.4. Momento impositivo - I.2.5. Classificazione delle operazioni - I.2.6. La determinazione della base imponibile e le aliquote - I.3. Meccanismo applicativo - I.4. Adempimenti e registri contabili Iva - I.5. I diversi regimi Iva e le liquidazioni periodiche - I.6. L Iva nei rapporti con l estero - I.6.1. Il principio di territorialità - I.6.2. Le importazioni - I.6.3. Le esportazioni - I Le esportazioni dirette - I Le esportazioni indirette - I.6.4. Gli scambi intracomunitari - Note bibliografiche 3

5 I.1. PREMESSA L Iva è ampiamente accettata dalla dottrina tributaristica italiana, in termini generali, come tributo europeo, ovvero come una imposta europea o comunitaria, in quanto l Iva costituirebbe il primo esempio d imposta europea poiché riproduce un modello d imposizione sulla cifra d affari elaborato e perfezionato in sede comunitaria, attraverso l emanazione di numerose direttive 1. Essa è disciplinata fondamentalmente dalla prima e sesta direttiva. La prima (n. 67/227) ha introdotto tale imposta generale sul consumo, proporzionata al prezzo di beni e servizi e la sesta 2 (n. 77/388) è intervenuta a determinarne nel dettaglio tutti gli elementi 3. L IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è stata introdotta con il D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 (ed è entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 1973) nell ambito della più generale riforma tributaria promossa anche nel perseguimento di una maggiore armonizzazione della legislazione fiscale tra i paesi membri della Comunità Europea. 1 COMELLI ALBERTO, La natura dell imposta in AA. Vv., L imposta sul valore aggiunto. Giur. sist. dir. trib, 2001, pag La sesta direttiva contiene, infatti, una serie di nozioni uniformi concernenti i soggetti passivi; le operazioni imponibili, specificando la nozione di cessione di beni, di prestazioni di servizi; la determinazione del fatto generatore e della esigibilità dell imposta; la definizione della base imponibile; l indicazione di alcuni criteri nella determinazione dell aliquota; le esenzioni all interno del Paese a favore di alcune attività di interesse pubblico all importazione, nonché per le operazioni all esportazione, quelle assimilate ed i trasporti internazionali, nonché esenzioni particolari connesse con il traffico internazionale di merci; la fissazione delle deduzioni in riguardo alla loro origine ed alla loro portata ed in particolare in riguardo al pro rata per i casi di operazioni miste; la determinazione degli obblighi del debitore d imposta, infine la previsione di regimi particolari (per le piccole imprese, per i produttori agricoli e per le agenzie di viaggio). MANDÒ M., MANDÒ G., Manuale dell imposta sul valore aggiunto, IPSOA, 2008, pag. 1, 3. 3 FALSITTA G., Corso istituzionale di diritto tributario, CEDAM, 2007, pag

6 La riforma tributaria trova, infatti, i propri momenti salienti nella revisione delle imposte indirette con la sostituzione dell Imposta Generale sulle Entrate (IGE) e di altre imposte minori con l IVA (con il ricordato D.P.R. n. 633/1972), ed in quelle delle imposte dirette con l introduzione dell Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (o IRPeF), dell Imposta sul Reddito delle Persone Giuridiche (o IRPeG 4 ), e dell Imposta Locale sui Redditi (o ILoR 5 ), introdotte con il D.P.R. 29 settembre 1973, n. 597 e riordinate con il D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, Testo Unico delle Imposte sui Redditi) 6. La disciplina generale dell imposta può essere desunta dalla lettura del titolo I, recante le disposizioni generali, del D.P.R. n. 633/1972, nel quale vengono individuati: i presupposti per l applicazione dell imposta (artt. 1, 2, 3, 4, 5, 7); il momento in cui si verifica l obbligo impositivo (art. 6); le operazioni non imponibili ( artt.8, 8-bis, 9); le operazioni esenti dall applicazione dell imposta (art. 10); le operazioni escluse (artt. 2, 3, 4, 5, 15); la definizione e la determinazione della base imponibile (artt. 13, 14, 15); le aliquote dell imposta (art. 16); i soggetti passivi (art. 17); 4 vigente fino al d.lgs. n. 344/2003. Il tributo vigente è denominato imposta sul reddito delle società (ires). Tale nome si giustificava per la limitazione dei soggetti passivi a società ed enti commerciali, con lo spostamento degli enti non commerciali, acconto alle persone fisiche, tra i soggetti passivi della nuova imposta sul reddito (ire) che avrebbe dovuto sostituire l irpef. Questo aspetto della legge delega n. 80/2003 è però rimasto in attuato, conservandosi così all ires la funzione di colpire i redditi di tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche. 5 sostituita dall imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) con il d.lgs. 466/ PAOLONE, D AMICO, Le rilevazioni economiche-amministrative d azienda, CACUCCI EDITORE, 1997; pag

7 la rivalsa (art. 18); la detrazione (art. 19, 19-bis, 19-ter); la determinazione del volume di affari (art. 20). I successivi articoli del decreto istitutivo dispongono in merito agli Obblighi dei contribuenti (titolo II), alle sanzioni (titolo III), alle modalità di accertamento e riscossione (titolo IV), alle importazioni (titolo V), alle disposizioni varie (titolo VI) ed, infine, alle disposizioni transitorie e finali (titolo VII) 7. I.1.2. Concetti di base sul funzionamento del tributo L Iva è un imposta indiretta, in quanto lo scopo è quello di gravare sulle movimentazioni di ricchezza; e costituisce un prelievo generale sui consumi 8, attraverso la tassazione, con aliquota proporzionale al corrispettivo, delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato e nell esercizio di imprese o di arti o professioni; l imposta si applica anche alle importazioni da chiunque effettuate. Per capire il funzionamento dell Iva occorre distinguere due tipologie di contribuenti: il contribuente di fatto (il consumatore finale), che pur non essendo soggetto passivo dell imposta stessa ne sopporta l onere economico (o come si usa dire, è inciso dall imposta) e il contribuente di diritto (imprenditore e lavoratore autonomo) su cui gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo 7 PAOLONE, D AMICO, op. cit., pag Poiché i consumatori finali subiscono in maniera definitiva il peso dell imposta. 6

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