Sociologia del Lavoro
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- Floriana Berti
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1 Corso di Laurea L-40 Sociologia del Lavoro L11 I percorsi della terziarizzazione 24 aprile 2017 Matteo Villa matteo.villa@unipi.it Università di Pisa Dipartimento di Scienze Politiche Research LAB - LaRISS -
2 Percorsi della terziarizzazione (Reyneri 2017) Anche in Italia da 40 anni: Aumento occupazione attività terziarie: 42% 1972, quasi 70% 2015 Perdita addetti agricoltura e industria 73% nel mezzogiorno: passato da agricoltura (ancora 30% nei '70) a servizi, saltando la fase industriale Ma ancora distante da altri paesi (80% UK e NL) Terziario cresce per: 1. Più redditi familiari: domanda di servizi (quali?????) 2. Dinamica produttività più lenta e più difficile automazione (fino a quando?) 3. Delocalizzazione 2
3 Percorsi della terziarizzazione Paesi con più elevato tasso di occupazione = più elevata terziarizzazione 3
4 Tipi di terziario: Servizi alle imprese / alle persone Tipi per imprese: finanziari, amministrativi, marketing, ricerca, design. Meccanismi riorganizzativi e esternalizzazione: deformazione statistica della terziarizzazione. Specializzazione organizzativa, cambiamenti mercati, ecc. Servizi finali alle persone: sanità, istruzione, assistenza, sicurezza, divertimento, commercio, ristorazione Imprese private (mercato) e pubbliche (redistributive) Dinamica dipende da: sistema politico (welfare), sistema riproduzione bio psichica, sistema riproduzione culturale. Da qui equilibri diversi tra: self-service economy / welfare o market economy Modelli di terziarizzazione: 1. + Carico fiscale + Servizi pubblici 2. Medio carico fiscale + trasferimenti alle famiglie 3. Basso carico fiscale + servizi di mercato (privato) Differenze tra Svezia, Italia, USA 4
5 Modelli di terzarizzazione Modelli di terziarizzazione dipendono da: Sistema di Welfare, Relazioni industriali, Modelli di famiglia e stili di vita Mutamenti tecnologici ed economici radicati in strutture - relazioni sociali Self-service e market+welfare economy: Economia sostanziale Costruzione sociale della composizione e livello occupazione Più difficili previsioni per complessità sociale della domanda di servizi / produzione Caso Italiano Scarsa occupazione c/o servizi pubblici e intermedi e elevata in quelli finali privati Scarsa innovazione tecnologica e domanda di lavoro istruito Alta occupazione nei servizi commerciali, domestici e professionali per privati Dal 1970 quelli intermedi sono cresciuti molto di più (8% 22% 2015), gli altri stabili (15%). Aumento/ritorno dei domestici Impiego pubblico da tempo in riduzione. 2008: 16%, 29% Svezia, 21% UK: blocco assunzione e esternalizzazione. Oltre strategie politiche su istruzione e welfare. Sovraterziarizzazione del mezzogiorno (per settore pubblico) 5
6 Occupazione per settore in alcuni paesi 6
7 Occupazione per settore in Italia 7
8 Lavoro operaio: dalla centralità a... Caso Italiano: Classe operaia e tardivo sviluppo industria manifatturiera Concentrazione territoriale e ruolo trasformativo nella società Massima espansione '70 (38% occupati industria nel '71 e minimi livelli lavoratori indipendenti) Lavoratori della grande fabbrica: mai più del 10% ma importanti in alcune fasi. Lavoro operaio oggi meno del 15% Nuove figure: l'operaio nei servizi. Cambiamenti nei livelli di qualifica (bassa se servizi finali alla persona), sicurezza, mobilità del lavoro (alta), opportunità di carriera (bassa) 8
9 Altri cambiamenti e sviluppi in corso Divisione internazionale del lavoro: decentralizzazione di industrie mature ma anche servizi di livello superiore. Grazie a innovazione tecnologica; Oltre a processi migratori Upgrading e polarizzazione asimmetrica x innovazione tecnologica, disponibilità forza lavoro, migrazioni e differenze di reddito (prima nei paesi anglosassoni): - Aumento lavoratori che trattano informazioni - Aumento lavoratori con mansioni poco qualificate - Riduzione lavoratori con mansioni mediamente qualificate Cambiamento nella struttura dell'occupazione per professioni: fig Doppia polarizzazione manuale e non manuale - C.d. professioni emergenti: a volte solo elitarie. Confronto tra Italia e altri paesi (fig. 6.5): pochi occupati in attività manageriali e intellettuali (in crescita poi arretramento da crisi), discreta in vendite e servizi personali, altissima in manuali specializzati, alta in manuali poco o nulla qualificati Differenze riflettute nella e favorite dall'organizzazione del lavoro: apprendimento, problem-solving, autonomia e lavoro di gruppo (Scandinavi, F,UK, NL) 9 vs. organizzazione tradizionale (IT)
10 Altri scenari 10
11 Altri scenari Fig
12 Altre caratteristiche dell'occupazione ITA Struttura produttiva e organizzazione del lavoro in altri paesi favorisce qualificazione lavoro e più occasioni per intellettuali, tecnici e dirigenzialigestionali. In Italia ancora molta piccola impresa familiare Amministrazione pubblica: crescita professioni tecniche e intellettuali dai '90 al 2015 (29 40%) ma paesi centro-nord irraggiungibili (60%) Non troppo numerosi impiegati ma poco numerosi dirigenti, professionisti e tecnici Industria manifatturiera (fig. 6.6): Bassa intensità professioni manageriali e intellettuali (anche per esternalizzazione e piccola impresa) Operai specializzati: punto di forza Ma poca istruzione di artigiani, operai specializzati, spesso lavoratori indipendenti 12
13 Occupazione nella manifattura in EU 13
Sociologia del Lavoro
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