RISCHI MICROBIOLOGICI: Vibrio cholerae (gruppo O1 e O139)

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1 RISCHI MICROBIOLOGICI: Vibrio cholerae (gruppo O1 e O139) AGENTE EZIOLOGICO CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE SINTOMI POSSIBILE DANNO ALLA SALUTE DIAGNOSI TERAPIA SERBATOI DI INFEZIONE MATRICI ALIMENTARI CONTAMINABILI GRUPPI A RISCHIO COMPORTAMENTI A RISCHIO ATTEGGIAMENTI PROTETTIVI NORMATIVA DI RIFERIMENTO RIFERIMENTO REGIONALE RIFERIMENTO NAZIONALE BIBLIOGRAFIA RESPONSABILI COMPILAZIONE SCHEDA CONTAGIO INTERUMANO AGENTE EZIOLOGICO Batterio di forma bastoncellare ricurvo, Gram negativo, non sporigeno, appartiene al genere Vibrio, famiglia Vibrionaceae. Appartengono al sierogruppo O1 il Vibrio cholerae classico ed il biotipo El Tor (con i sierotipi Ogawa, Inaba e Hikojima). Il biotipo O139 identificato in India nel 1992, chiamato anche V. cholerae Bengala, possiede caratteristiche di patogenicità sovrapponibili al sierogruppo O1. Vengono definiti NAG quei vibrio che per caratteristiche biochimiche sono simili a Vibrio cholerae, ma non vengono agglutinati da sieri del gruppo O1. CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE Vibrio cholerae è ritenuto un germe con spiccato tropismo intestinale umano e pertanto è presente nell ambiente solo a seguito di contaminazione da feci di persone infette. Il colera è stato ormai debellato nei paesi industrializzati e le zone del mondo dove ancora è endemico sono quelle più povere, poiché la trasmissione dell infezione è favorita dalle scarse condizioni igieniche. Le risorse idriche ed i prodotti alimentari legati all ambiente acqueo sono più facilmente contaminabili. Una breve cottura dei cibi assicura l inattivazione del germe. Africa ed Asia sono attualmente i continenti con più focolai da Vibrio cholerae. Pagina 1 di 5 Piano Sicurezza Alimentare ultimo aggiornamento: gennaio 2006

2 SINTOMI Fenomeni diarroici da lievi a gravi con feci ad acqua di riso, disidratazione fino all acidosi metabolica, insufficienza renale e collasso-cardiocircolatorio nelle forme più gravi. La fase diarroica è accompagnata da pelle viscida, sete intensa, debolezza, occhi infossati, dolori addominali e crampi muscolari alle estremità. L incubazione è variabile da 12 a 72 ore. I sintomi dovuti ad infezione da vibrio NAG, in genere sono meno gravi. POSSIBILE DANNO ALLA SALUTE La morte sopraggiunge nel 50% dei casi, ma a seguito di terapia la mortalità scende a valori dell 1%. DIAGNOSI È basata sui dati anamnestici e sul tipo di sintomi in atto. Il breve periodo di incubazione permette di risalire all alimento causa dell infezione. TERAPIA Data la natura batterica, la cura richiede un trattamento antibiotico, accompagnato da opportuna terapia sintomatica, in particolare reidratante. SERBATOI DI INFEZIONE La diffusione del vibrione colerico è legata alla presenza di persone infette (zone endemiche). Gli animali non sono considerati serbatoi. MATRICI ALIMENTARI CONTAMINABILI Alimenti provenienti da zone endemiche sono quelli maggiormente a rischio. In particolare prodotti venuti a contatto con acque contaminate: bevande, verdure e prodotti ittici (pesci, crostacei e molluschi). Vibrio cholerae non si moltiplica nei cibi. Data la sensibilità del germe all acidità gastrica, è necessaria una certa quantità di vibrioni perché si sviluppi l infezione. Peraltro, segnalazioni di colera contratto da cibi contaminati in paesi non endemici, sono molto rare. Pagina 2 di 5 Piano Sicurezza Alimentare ultimo aggiornamento: gennaio 2006

3 CONTAGIO INTERUMANO È di tipo oro-fecale in quanto le persone infette eliminano i vibrioni attraverso le feci; la scarsa igiene personale può favorire la disseminazione dei microrganismi nell ambiente; qualora una persona sana assuma alimento inquinato attraverso le feci di una persona infetta può contrarre la malattia. GRUPPI A RISCHIO Anziani, soggetti immunodepressi. Soggetti denutriti nei paesi più poveri. COMPORTAMENTI A RISCHIO Consumare alimenti ittici crudi. Consumare alimenti ittici crudi. Consumare prodotti alimentari (bevande, verdure, prodotti ittici) di provenienza da zone endemiche per Vibrio cholerae. ATTEGGIAMENTI PROTETTIVI Cuocere in modo completo e corretto alimenti di origine ittica Consumare prodotti di provenienza da zone non endemiche per Vibrio cholerae. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Nazionale Normative aspecifiche Igiene Alimenti, art. 5 L.283/1962 D.M. 15 dicembre 1990, Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive, classe I dell allegato, ( G.U. n.6 del 8 gennaio 1991). Europea Dal punto di vista istituzionale, Vibrio cholerae rientra nel gruppo di malattie per le quali sono stati stabiliti in Europa reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia (Regolamento CE n. 178/2002 del 28 gennaio 2002: sistema di allerta comunitaria). Queste reti, volte a individuare focolai di infezione e determinarne la causa, permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato che adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio. Pagina 3 di 5 Piano Sicurezza Alimentare ultimo aggiornamento: gennaio 2006

4 RIFERIMENTO REGIONALE Unità di Progetto Sanità Animale e Igiene Alimentare, Venezia. Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie viale dell Università 10, Legnaro (PD) Tel.: (centralino) sito web: Persona di riferimento: dott. Renzo Mioni Tel.: rmioni@izsvenezie.it RIFERIMENTO NAZIONALE Centro ricerche per la qualità degli alimenti e per i rischi alimentari c/o Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena 299, Roma Tel.: (centralino) Direttore: prof. Paolo Aureli BIBLIOGRAFIA Letteratura di base Benenson A. (1981), Il controllo delle malattie trasmissibili dell uomo, A.P.H.A. Ed. Doyle M.F. (1989), Foodborne Bacterial Pathogens, Marcel Dekker Inc., New York. Bergey s (1994), Manual of Determinative bacteriology, 9th ed., Williams & Wilkins, Baltimore. Huss H. (1994), Assurance of seafood quality, Fao fisheries technical paper, n. 334, Roma. ICMSF (1996), Microrganisms in foods, Chapman & Hall, New York. Istituto Superiore di Sanità (1997), Procedure di isolamento e caratterizzazione di Vibrio spp. di importanza clinica, 97/31 Rapporti Istisan, Roma. Joint FAO/WHO Export Consultation (2001), Hazard identification, exposure assessment and hazard characterization of Campylobacter spp. in broiler and Vibrio spp. in seafood, Luglio, Ginevra. Pagina 4 di 5 Piano Sicurezza Alimentare ultimo aggiornamento: gennaio 2006

5 Studi e ricerche Roberts D. (1992), Growth and survival of Vibrio cholerae in foods, PHLS Microb. Digest 9, Ripabelli G. e Luzzi I. (2001), Infezioni da batteri del genere Vibrio, 16(1), Cholera International health regulations, Weekly Epidemiol. Rec., 2001, 76, Marino A. et al. (2005), Uptake of Escherichia coli, Vibrio cholerae non-o1 and Enterococcus durans by, and depuration of mussels (Mytilus galloprovincialis), Int. J. Food Microbiol., 99(3): Link di riferimento RESPONSABILI COMPILAZIONE SCHEDA Compilazione scheda: Dott. Marcello Gazzetta Azienda USSL n. 19 Adria (Ro) Servizio Veterinario Revisione scientifica: Dott. Giuseppe Arcangeli Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Laboratorio di Adria (Ro) Pagina 5 di 5 Piano Sicurezza Alimentare ultimo aggiornamento: gennaio 2006

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