RICERCA QUANTITATIVA E RICERCA QUALITATIVA
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- Cristina Perrone
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1 RICERCA QUANTITATIVA E RICERCA QUALITATIVA Il dibattito tra ricerca quantitativa e qualitativa ha avuto diverse fasi : anni : confronto; : trionfo della ricerca quantitativa; fine anni 60: ritorno del dibattito e della valorizzazione della ricerca qualitativa; dalla seconda metà anni 80: forte sviluppo metodi qualitativi; 1
2 Cosa hanno generato i paradigmi fondativi della ricerca sociale sul piano della metodologia? Presentazione di due "tipi ideali" di ricerca sulla stessa tematica (delinquenza giovanile). 2
3 Paradigma neopositivista Crime in the making, R. Sampson e J. Laub, 1993 TEMA : devianza giovanile. STORIA DELLA RICERCA: ritrovamento materiale originario di una ricerca longitudinale condotta dai coniugi Glueck, da cui : analisi secondaria (trenta anni dopo). 3
4 IPOTESI TEORICHE: Gli autori avvertono la necessità di uno studio longitudinale, non focalizzato solo sulla adolescenza (prospettiva del ciclo di vita, considerano sia l infanzia sia l età adulta); studi trasversali (cross-sectional) o sincronici : su un gruppo di individui in un dato momento; studi longitudinali (longitudinal) o diacronici: su un gruppo di individui lungo un intero periodo. 4
5 Ipotesi secondo la prospettiva del ciclo di vita: - Tesi della stabilità del comportamento disadattato (antisocialità che si forma nell'infanzia); - Tesi del cambiamento: i bambini antisociali non diventano necessariamente degli adulti antisociali; teoria del "controllo sociale informale" (i legami informali in famiglia, scuola, gruppo dei pari, lavoro, matrimonio determinano se il comportamento diventa o meno deviante). 5
6 DISEGNO DELLA RICERCA Schema originario: "autori di reato" e 500 ragazzi "normali" fra i 10 e 17 anni (con le stesse caratteristiche); - seguiti sistematicamente fra il 1939 ed il 1948; - due studi successivi sugli stessi soggetti all'età di 25 e 32 anni (raggiunti quasi 450 per gruppo). 6
7 RILEVAZIONE EMPIRICA E RISULTATI Costruzione di indicatori di devianza che costituiscono le variabili dipendenti della ricerca: - devianza ufficiale (autori/non-autori di reato) -devianza non ufficiale: punteggio sulla base di comportamenti illegali (borseggio, furto, ecc.) e anche di semplice "cattiva condotta" (fumare, bere, scappare di casa, ecc.). 7
8 Cinque capitoli: - Contesto familiare e delinquenza giovanile; - Ruolo della scuola del gruppo dei pari e di fratelli/sorelle; - Continuità nel tempo del comportamento; - Legami sociali adulti e cambiamento nel comportamento; - Modelli comparativi di crimine e devianza. Lo schema dei capitoli segue un ordine lineare: a) quadro teorico; b) rilevazioni empiriche; c) risultati dell analisi; d) ritorno alla teoria. 8
9 Esempio : Cap. 1 - Contesto familiare e delinquenza QUADRO TEORICO Rassegna della letteratura sul tema e formulazione delle ipotesi. MISURE EMPIRICHE E la fase della definizione delle variabili e della rilevazione vera e propria. 9
10 Gli autori individuano 9 variabili base e 5 processuali: - variabili di base o strutturali : mobilità residenziale, dimensione della famiglia, disgregazione familiare, status socioeconomico familiare, devianza dei genitori, ecc.); - variabili di processo (in questo caso, legami informali con la famiglia: rifiuto, padre/madre assenti, freddi, ecc.). La variabile dipendente è il comportamento deviante (espresso da devianza ufficiale o non ufficiale), quelle indipendenti le variabili di base e di processo. 10
11 Modello teorico su due stadi: le variabili strutturali influiscono sul comportamento deviante in modo indiretto, attraverso le variabili intervenienti del controllo familiare. RISULTATI DELL'ANALISI Gli autori utilizzano la tecnica della regressione. Mettono in relazioni i tre blocchi di variabili (a due a due) e riscontrano che: - esiste relazione fra variabili di base e devianza (1) - esiste relazione fra variabili processuali e devianza (2) - se considerate assieme, le relazioni (1) spariscono o quantomeno si riducono. 11
12 X (variabili di base) Y (devianza) Z (variabili di processo ) 12
13 Le variabili strutturali non hanno effetto diretto sul comportamento deviante, ma mediato dalle variabili processuali" (il 73% dell'effetto (1) è mediato dalle variabili processuali familiari). Detto in altri termini: vivere in famiglie disgregate, numerose, di status basso rende più probabili legami deboli, freddi con la famiglia e questo può determinare l insorgere di comportamenti devianti. Ma: a parità di controllo e cura da parte dei genitori sui figli, cessa o si riduce l influenza della disgregazione familiare sul comportamento deviante dei figli. 13
14 RITORNO ALLA TEORIA La conclusione che ricavano gli autori è che i processi familiari di controllo hanno un effetto inibitorio sulla delinquenza. Da cui sviluppano un modello teorico dinamico del crimine che tiene conto del controllo sociale informale lungo il ciclo di vita". 14
15 Paradigma interpretativo Islands in the street, di Martin Sanchez Jankowski, 1991 TEMA : studio delle gang giovanili 15
16 DISEGNO DELLA RICERCA - osservazione partecipante; - studio non su un singolo gruppo ma comparato (3 città, 37 gang) ; - durata di 10 anni di lavoro, partecipazione quotidiana alla vita delle gang; - raccolta dati attraverso registrazione di appunti e riflessioni giornaliere. 16
17 IPOTESI TEORICHE Vengono dopo il disegno della ricerca. Non c'è riflessione teorica pre-empirica basata sulla letteratura, nè elaborazione di ipotesi da mettere a confronto e validare empiricamente. La teoria dovrà essere "scoperta" nel corso dell'indagine. L approccio interpretativo è induttivo, evita il condizionamento teorico iniziale. L autore attinge direttamente dalle esperienze della ricerca per formulare alcune ipotesi decisamente originali: 17
18 -La gang non nasce da disorganizzazione sociale ma risponde ad esigenze organizzative per accaparrarsi le scarse risorse (è una risposta razionale, costituisce un ordine sociale alternativo); - Rapporto individuo-gang: il tipo ideale di membro di una gang ha un carattere «individualistico e ribelle», ha senso della competizione che arriva all'aggressione fisica, ha sfiducia verso gli altri e una visione darwinistica del mondo; 18
19 -Gang come organizzazione: sistema sociale quasiprivato e quasi-segreto, governato da leadership con ruoli definiti, con autorità legittimata che persegue gli obiettivi senza preoccuparsi che siano legali o meno; assenza di burocrazia; - Gang come comunità: integrazione nella comunità locale, parte integrante del quartiere, servizi in cambio di sostegno e protezione. 19
20 INTERPRETAZIONE MATERIALE EMPIRICO Tre parti: - L'individuo ed il suo rapporto con la gang; -La gang come organizzazione; - La gang e la comunità; 20
21 Cap. 1: Chi entra in una gang e perché. Jankowski respinge le risposte date dalla letteratura: - famiglie disgregate dove padre assente e ricerca di identificazione con figura d'autorità maschile; - gang come sostituto della famiglia; - espulsi dal sistema scolastico e impreparati per poter aspirare a lavoro; - giovanissimi che imitano l'esempio dei più grandi; 21
22 Secondo Jankowski, invece, si entra nella gang per calcolo di convenienza razionale. Alcune motivazioni incontrate nell osservazione : Incentivi materiali (ricavare soldi rischiando meno); Divertimento (gang come luogo di svago); Rifugio e nascondiglio (garantisce anonimato); Protezione fisica (necessaria nell ambiente conflittuale dei sobborghi); Luogo di resistenza (per sfuggire a vite senza speranza); Impegno comunitario (attaccamento generazionale alla comunità). 22
23 Obiettivo conclusivo della ricerca: Non individuazione di nessi causali tra variabili (modelli causa-effetto) ma classificazioni e tipologie a partire dall esperienza vissuta. 23
24 Esempio: Jankowski classifica gli episodi di violenza come violenza individuale e organizzata. Distingue 6 situazioni : violenza contro i membri della gang, contro membri di altre gang, contro residenti della comunità, contro residenti all esterno, contro la proprietà nella comunità e all esterno). Individua 4 casi scatenanti: paura, ambizione, frustrazione, esibizione). La tipologia finale è costituita da 48 tipi di classificazione degli episodi di violenza (2 tipi di violenza X 6 situazioni X 4 casi scatenanti). 24
25 RICERCA QUANTITATIVA RICERCA QUALITATIVA Impostazione della ricerca Rapporto teoria-ricerca per fasi Rapporto teoria-ricerca aperto e sequenziali e approccio deduttivo; interattivo e approccio induttivo; Letteratura centrale; Concetti operativizzati; Osservazione scientifica e manipolazione del contesto; distanza dalla realtà studiata; Ruolo del soggetto passivo; Letteratura ausiliaria; Concetti aperti in continua definizione; Immedesimazione empatica e contatto con la realtà studiata; Ruolo del soggetto attivo; 25
26 Disegno della ricerca chiuso e strutturato; Rilevazione Disegno della ricerca aperto, costruito nel corso della ricerca; Campione rappresentativo Strumento di rilevazione uniforme per tutti i soggetti; Matrice dati con dati oggettivi e standardizzati per la ricerca quantitativa; Singoli contesti non rappresentativi; Strumento di rilevazione variabile da soggetto a soggetto; Dati ricchi, profondi e soggettivi per la ricerca qualitativa; 26
27 Analisi dei dati Analisi per variabili; Analisi per soggetti (attore sociale); Obiettivo : spiegazione; Obiettivo : comprensione; Uso intenso delle tecniche statistiche per la ricerca quantitativa; Uso quasi nullo delle tecniche statistiche per la ricerca qualitativa; Tabelle, correlazioni e modelli causali; Risultati Brani di interviste, classificazioni e tipologie; Generalizzabilità; Specificità ideografica; 27
28 In conclusione, ricerca quantitativa e qualitativa differiscono principalmente in quanto alle modalità di generazione della conoscenza. Nella RICERCA QUANTITATIVA si produce la spiegazione di una realtà esterna preesistente, oggettiva e descrivibile attraverso leggi. Nella RICERCA QUALITATIVA si produce la comprensione di una realtà specifica, che non consente generalizzazioni, che è socialmente costruita dagli attori, interpretabile solo attraverso l interazione tra ricercatore e soggetti dello studio. 28
29 Con quale prospettiva è meglio fare ricerca? Tre posizioni: a) le prospettive sono incompatibili. I sostenitori di ogni posizione sostengono che la propria è esatta mentre l altra è sbagliata; b) posizione dei «quantitativi» che ritengono le tecniche qualitative utili ma solo in una fase esplorativa pre-scientifica (come brain storming preliminare); c) piena legittimità dei due metodi e utilizzo legato alle circostanze ed opportunità. Differenti metodi sono appropriati per differenti situazioni. 29
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