EVOLUZIONE GESTIONALE DELLA CARTOGRAFIA CATASTALE

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1 POLITECNICO DI MILANO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA IDRAULICA AMBIENTALE E DEL RILEVAMENTO XIV CICLO Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze Geodetiche e Topografiche EVOLUZIONE GESTIONALE DELLA CARTOGRAFIA CATASTALE Coordinatore: Prof. Luigi Mussio Candidato: Ing. Demetrio Poma Tutore: Prof. Luigi Mussio Cotutore: Ing. Rossella Nocera I

2 INDICE Introduzione.... III Capitolo 1 Principi generali, formazione, conservazione e gestione tradizionale del catasto...1 Cenni storici - Inventariazione dei beni immobili Catasto terreni I sistemi di rappresentazione cartografica Le operazioni geometriche classiche di formazione Le operazioni di misura La formazione delle mappe Il calcolo delle superfici delle particelle Le operazioni di stima Le operazioni conclusive della formazione La conservazione Documenti di variazione prodotti dall'utenza esterna Catasto Edilizio Urbano Dalla formazione alla conservazione Atti ufficiali del Nuovo Catasto Edilizio Urbano Aggiornamenti e servizi Capitolo 2 Evoluzione della cartografia da grafica a numerica ed analitica Gestione informatizzata del Catasto terreni Evoluzione storica nella meccanizzazione degli atti amministrativo-censuari Evoluzione storica nella meccanizzazione degli atti cartografici Evoluzione della cartografia numerica L'aggiornamento geometrico Nuove normative sull aggiornamento L aggiornamento geometrico Evoluzione della rete dei punti fiduciali di coordinate grafiche lette...51 II

3 Capitolo 3 La ricomposizione cartografica Generalità Trasformazione globale Triangolazione Aerea Piana Applicazione della Triangolazione Aerea Piana Analisi multivariata.. 69 III

4 Introduzione L Agenzia del Territorio, anche quale Organo Cartografico dello Stato, svolge un ruolo importante nel rilievo topografico e nella rappresentazione cartografica, attraverso i tematismi propri della cartografia catastale. E importante ricordare i compiti svolti nei lunghi anni di formazione del Catasto Italiano, ma è altrettanto importante traguardarne i futuri obiettivi, alla luce della continua evoluzione nella disciplina del rilevamento. Le scienze dell informazione, infatti, e le innovazioni tecnologiche connesse, stanno indubbiamente aprendo nuove possibilità nel campo dell acquisizione, dell elaborazione e della restituzione di informazioni metriche e tematiche. Alle vecchie metodologie analogiche si stanno man mano sostituendo nuove metodologie analitiche e procedure digitali praticamente computabili, mentre nuove tecniche di rilevamento quali la geodesia spaziale (sistema GPS), la topografia automatica (strumenti integrati ed altra strumentazione speciale automatica per il controllo), la fotogrammetria digitale ed il telerilevamento si sono rese disponibili e stanno trasformando le metodologie di acquisizione di informazioni metriche e tematiche sul territorio, sull ambiente, sui manufatti e gli oggetti ivi consistenti. Proprio nell ottica di ammodernamento del Catasto, nel corso degli anni 80, si è dato inizio ad un processo di digitalizzazione della cartografia catastale, introducendo altresì le prime procedure informatizzate per la redazione degli atti di aggiornamento del catasto terreni. Tale aggiornamento è stato normato dalla circolare 2/88 e successive e dall Istruzione di servizio per il rilievo d aggiornamento. Questa circolare è stata preceduta dalla circolare 2/87 che ha avviato il lavoro preparatorio alla individuazione dei punti fiduciali, sui quali appoggiare le misure del rilievo, anche se con coordinate direttamente desunte dalle mappe IV

5 catastali e di cui si sarebbero dovute successivamente calcolare le coordinate analitiche, in modo tale da poter ricostruire, attraverso i libretti delle misure, una rappresentazione cartografica corretta e coerente con la realtà territoriale. L argomento di questa tesi di dottorato si concentra proprio sulla fase di ricostruzione cartografica, e propone un esempio metodologico per la sua realizzazione. Nella prima parte sono stati descritti i principi e le attività generali che hanno portato alla formazione ed alla gestione delle informazioni catastali. Più segnatamente per gli aspetti gestionali è stata descritta la storia del processo che ha portato dalla trattazione manuale a quella informatizzata degli atti. Nella seconda parte è stato affrontato il problema della ricostruzione cartografica, o meglio della ricomposizione cartografica, attraverso cui vengono elaborate tutte le informazioni territoriali raccolte, a partire dalla prima fase, indubbiamente necessaria, della costituzione della nuova rete primaria dei punti fiduciali analitici plano-altimetrici (PMP) e seguita dalle successive fasi di collegamento dei rimanenti punti fiduciali alla PMP e di determinazione automatica delle coordinate assolute dei punti dei rilievi di aggiornamento presenti nel DB di catasto geometrico. Ringrazio tutta la Sezione Rilevamento del DIIAR del Politecnico di Milano, con particolare riferimento al prof. Luigi Mussio che, con il suo entusiasmo e la sua costante attenzione, mi ha supportato durante tutto il periodo di svolgimento del lavoro ed al prof. Riccardo Barzaghi, la cui collaborazione ha dato un contributo prezioso e significativo. Un ringraziamento speciale è destinato all Istituto di Geodesia e Fotogrammetria del Politecnico di Zurigo, in particolare, al prof. Alessandro Carosio, per la sua cordiale ospitalità, V

6 la sua competenza e la sua organizzazione, ben coadiuvato dall Ing. Rossella Nocera, senza i quali non si sarebbe potuto raggiungere il risultato atteso. Infine, è doveroso ringraziare l Area Servizi Cartografici della Direzione Centrale Cartografia, Catasto e Pubblicità Immobiliare, nelle persone dell Ing. Di Filippo Sabatino ed Ing. Giovanni Reina, per la collaborazione e l assistenza concessami. VI

7 Capitolo 1 PRINCIPI GENERALI, FORMAZIONE, CONSERVAZIONE E GESTIONE TRADIZIONALE DEL CATASTO 1

8 Cenni storici - Inventariazione dei beni immobili La necessità di creare un inventario dei beni immobili è stata avvertita dall essere umano, appena lo stesso decise di vivere in comunità con altri, per dar via alle prime forme di società organizzata. Nel corso dei vari millenni di storia si è, quindi, assistito al fiorire di una miriade di inventari dei beni immobili caratterizzati da criteri informatori diversificati, in funzione del valore sociale e/o economico che i beni immobili acquisivano nel più ampio contesto di regole di vita comune, poste a base delle diverse società organizzate. Tale catalogo di beni è stato creato con la finalità di procedere alla perequazione dell imposta da parte dei governati, cercando di attuare tutti gli strumenti atti ad eliminare o minimizzare le possibilità di evasione. Tali finalità potevano essere raggiunte attraverso due serie di operazioni di cui la prima, di carattere tecnico-giuridico, con lo scopo di individuare e catalogare sistematicamente i beni immobili soggetti all imposta ed i suoi possessori, la seconda, di carattere estimativo, volta alla valutazione della base imponibile degli stessi beni. Possiamo quindi definire il Catasto come l inventario dei beni immobili esistenti in un certo territorio, riportante per ogni bene individuato il nome del possessore, la consistenza, le caratteristiche tecniche più rilevanti e l imponibile ai fini delle imposte. I catasti moderni si ispirano, sia per il disegno generale che per i principi informatori, al modello d inventario creato oltre due secoli e mezzo fa dalla giunta del censimento che operò sotto la guida di Vincenzo De Miro nel lombardo-veneto. Tali principi si possono sintetizzare in: 2

9 suddivisione del territorio in unità catastali omogenee per caratteristiche tecniche, economiche e giuridiche (particelle catastali); misura della loro superficie e rappresentazione grafica in mappe particellari; suddivisione delle particelle in qualità e classi di coltura; determinazione indiretta degli imponibili con metodo per classi e tariffe ; individuazione degli imponibili nella rendita netta (reddito imponibile catastale) da determinare per via estimativa; stabilità del censo. L evoluzione naturale di questo modello è rappresentata dai catasti geometricoparticellari, che tutti i piccoli stati italiani cercarono di darsi. In Italia, al momento della sua unificazione (1860), esistevano diversi catasti (Catasto Pontificio, Toscano, Parmense, Napoletano, ecc.) ereditati dai preesistenti stati e granducati ed aventi caratteristiche diverse (tabella 1). Nacque così un problema quando si dovette procedere alla perequazione dell imposta fondiaria che, naturalmente, presupponeva l esistenza di un unico ed efficiente catasto. Dopo una serie di sforzi, dovuti principalmente alla difficoltà di superare le problematiche connesse alla disomogeneità esistente tra i diversi catasti pre-unitari, si arrivò finalmente alla istituzione del Nuovo Catasto Terreni, con la Legge 1 marzo 1886, n. 3682, aventi le caratteristiche di un catasto geometrico - particellare operante su tutto il territorio nazionale, con esclusione delle province annesse dopo la prima guerra mondiale. Infatti, come è noto, a conclusione della guerra del furono annessi all Italia i territori della Venezia Giulia e Tridentina nei quali vigeva il catasto fondiario ex austriaco, collegato con l istituto del Libro Fondiario) che, seppur diverso dal N.C.T., si convenne di mantenere poiché ritenuto valido per le finalità del catasto. 3

10 A tale legge sono seguite, nel tempo, numerose nuove disposizioni legislative che vennero riunite nel Testo Unico del Le operazioni di formazione del N.C.T. sono state ultimate nell anno Si sono protratte quindi, con le interruzioni per motivi bellici, per circa 70 anni. Il Catasto Terreni, ove, di massima, sono censiti i terreni ed i fabbricati agricoli è complementare al Nuovo Catasto Edilizio Urbano (N.C.E.U.). In principio non esisteva una distinzione tra gli enti urbani ed i fondi rustici, ma fu solo nel 1865 che si comprese l importanza da attribuire alla inventariazione dei fabbricati all interno dei beni immobili in Italia. Infatti, con legge n. 236 del 26 gennaio 1865 si decise di applicare una imposta sui fabbricati in proporzione al loro reddito netto. Nel 1932, infine, viene attuata la prima formazione del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, con r.d.l. del 13 aprile n. 652 e con periodo censuario il triennio 1937/39. La sua attivazione è avvenuta infine nel

11 Tabella 1 Catasti principali pre-unitari DESCRIZIONE NATURA DATA INIZIO UNITA' DI MISURA UNITA' DI SUPERFICIE (mq) Vecchio Censo Milanese e Mantovano (Catasto di Maria Teresa) Geometrico particellare 1718 Pertica milanese 655 Nuovo Censo del Lombardo Veneto (Catasto Lombardo Veneto) Geometrico particellare 1815 Pertica metrica 1000 Catasto Parmense Geometrico particellare 1809 Pertica quadrata 1103 (Parma) Geometrico particellare Pertica piacentina 762 (Piacenza) Catasto Estense Descrittivo 1788 Biolca 2836 Antichi Catasti Piemontesi Geometrico particellare Incerta giornata 3207 (Valsesia) Giornata 3649 (Novara) Giornata 3810 (Torino) Catasto Ligure Descrittivo 1798 Variabile nei diversi Comuni Catasti Francesi Catasto Massese Geometrico per masse di colture Geometrico particellare Geometrico particellare 1804 Ettaro 1808 Ettaro 1834 Staio 1199 Catasto Lucchese Antico Descrittivo 1803 Catasto Lucchese Riformato Geometrico particellare 1860 Quadrato 3406 Catasto della Garfagnana Descrittivo 1533 Pertica quadrata 13 Catasto Lunigianese Descrittivo 1825 Quadrato 3406 Catasto dell'elba e Pianosa Geometrico particellare 1840 Quadrato

12 1.1. CATASTO TERRENI Il catasto italiano è geometrico, particellare, uniforme, basato sulla misura e sulla stima che ha richiesto due operazioni fondamentali: le operazioni geometriche (di misura e di formazione delle mappe), per la definizione toponometrica dei possessi; le operazioni di stima, per l accertamento dell imponibile dei possessi I sistemi di rappresentazione cartografica La cartografia, com è noto, tratta problemi di rappresentazione sulla carta, cioè su un piano, di punti che giacciono su una superficie curva. Rappresentare quindi una zona di territorio su una carta piana comporta la nascita di deformazioni, in particolare di lunghezze, di angoli e di superfici. Negli antichi catasti geometrici italiani il problema era stato superato rappresentando porzioni di terreno di estensione assai limitata in modo da poterle considerare come piane. Per la formazione del N.C.T. fu originariamente adottato il sistema di rappresentazione di Cassini-Soldner e si convenne di indicare con la X l asse diretto al Nord (nord cartografico). Questo sistema, riferito all ellissoide di Bessel (orientato a Genova per l Italia centrosettentrionale e a Castanea delle Furie per l Italia centro-meridionale), è di tipo afilattico, cioè deforma sia le distanze, sia gli angoli, sia le superfici, ma entro limiti assai ristretti. L estensione della zona da rappresentare in tale sistema deve essere contenuta, nella direzione delle Y, entro una distanza massima di ± 70 Km dal meridiano principale (asse delle X), per non provocare deformazioni incompatibili con la precisione richiesta per le mappe catastali, perciò si dovette stabilire un gran numero di origini degli assi cartesiani: circa 850, 6

13 dei quali 31 sono grandi sistemi (un grande sistema può comprendere alcune Province, mentre un piccolo sistema può comprendere anche un solo Comune). Volendo eseguire un collegamento fra punti appartenenti a comuni diversi, bisogna assicurarsi di operare nell ambito del medesimo sistema, cioè della medesima origine. Dal 1955, scopo l adeguamento al sistema nazionale, per il rinnovo delle mappe di intere Province o di vaste zone, si è adottato il sistema di rappresentazione di Gauss-Boaga (fig. 1), inquadrato in due fusi contigui, fuso Ovest e fuso Est, dell ampiezza ciascuno di 6 in longitudine, limitati rispettivamente dalle coppie di meridiani di longitudine 6 e 12 e di longitudine 12 e 18 (Est Greenwich). Il sistema di rappresentazione di Gauss-Boaga, riferito all ellissoide internazionale orientato a Monte Mario, è di tipo conforme, cioè deforma le distanze e le superfici, ma non gli angoli. Nelle zone ove è vigente il sistema di rappresentazione di Cassini-Soldner, tutte le monografie dei punti trigonometrici portano anche le coordinate riferite al sistema Gauss- Boaga. 7

14 Fig Sistema di rappresentazione Gauss-Boaga 8

15 Fig. 1.2 L attuale Quadro Cartografico Catastale 9

16 Le operazioni geometriche classiche di formazione Le operazioni accennate nel seguente paragrafo sono quelle classiche adottate nella maggior parte del territorio nazionale per realizzare la costruzione delle mappe catastali ed il calcolo delle aree delle particelle Le operazioni di misura Le operazioni di misura adottate nella maggior parte del territorio nazionale per realizzare la costruzione delle mappe catastali ed il calcolo delle aree delle particelle sono state: Triangolazione Poligonazione e rilievo di dettaglio Aerofotogrammetria (intorno agli anni quaranta e solo limitatamente a due Province) Le principali istruzioni sull argomento, emanate a cura del Ministero delle Finanze, Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali, furono: I II - Istruzione per le operazioni trigonometriche (triangolazione) - Istruzione sulla poligonazione III - Istruzioni sul rilevamento particellare IV - Istruzioni per la formazione delle mappe catastali ed impiego dei relativi segni convenzionali. Tutte le operazioni furono eseguite in modo da avere sempre un elemento di controllo, e, in assenza di schemi autocontrollati, furono ripetute. La triangolazione ed i punti trigonometrici La rete trigonometrica catastale fu costruita appoggiandosi ai vertici trigonometrici di I, II e III ordine della rete geodetica nazionale dell Istituto Geografico Militare (I.G.M.I.). Non 10

17 furono utilizzati, per l inquadramento, i vertici trigonometrici del IV ordine poiché ritenuti poco precisi per le esigenze del Catasto 1. Il risultato finale fu l istituzione di una rete di punti trigonometrici con lato di ogni triangolo di circa 1.8 Km nei tre ordini catastali: rete, sottorete e dettaglio. Ogni punto trigonometrico è descritto su una scheda monografica (fig. 2), che riporta gli elementi di individuazione del punto e le sue coordinate ortogonali analitiche nel sistema di rappresentazione cartografica adottato nella zona, oltre che nel sistema Gauss-Boaga. Furono inoltre adottate nuove metodologie operative e di calcolo (misure angolari sovrabbondanti, geometrie ben conformate dei triangoli, almeno tre strati di osservazione, teodoliti più precisi, eliminazione delle compensazioni rigorose) al fine di migliorare la qualità intrinseca della rete trigonometrica. Fig. 1.3 Scheda monografica 1 Il Catasto esige una maggiore precisione dovendo allestire di norma mappe in scala 1:2000, mentre la scala 11

18 Attualmente si può ritenere che almeno il 60 % dei punti trigonometrici sia andato disperso,e per la vetustà della triangolazione e per la natura dei manufatti che materializzano i vertici. La poligonazione ed il rilievo di dettaglio Il rilevamento particellare di dettaglio non poteva però essere eseguito a partire dalla rete trigonometrica, perciò si rese necessario istituire una rete poligonometrica, vincolata ai vertici della suddetta rete trigonometrica. La già citata Istruzione sulla poligonazione stabilì le norme per la classificazione, il tracciamento ed il rilievo delle poligonali catastali ordinarie. Furono istituite due ordini di reti poligonometriche, principali e secondarie, di cui le prime congiungevano due punti trigonometrici mentre le seconde congiungevano due vertici di poligonale principale o un vertice di poligonale con un vertice trigonometrico. All inizio le operazioni di poligonazione furono eseguite indipendentemente dal rilevamento particellare: i vertici poligonometrici vennero rilevati con il metodo tacheometrico, cui seguirono le operazioni di rilievo di dettaglio tramite il metodo degli allineamenti. Successivamente venne adottato il metodo celerimetrico, che prevede la contemporaneità tra il rilievo della poligonale e quello di dettaglio. Prima di procedere alle operazioni di rilievo, il tecnico catastale aveva il compito di provvedere alla delimitazione: quella territoriale, relativa ai limiti amministrativi del Comune o della Provincia, e quella delle proprietà private, con l intervento dei relativi proprietari in contraddittorio. maggiore della normale produzione dell I.G.M.I. è di 1:

19 Rilievo aerofotogrammetrico Il catasto italiano fu il primo al mondo, nel 1934, ad introdurre in un processo di produzione di routine il metodo aerofotogrammetrico, fino ad allora confinato a scopi prevalentemente scientifici. Dovette quindi dotarsi di personale tecnico addestrato al rilievo aerofotogrammetrico, dovendo eseguire minuziosi collaudi in corso d opera; questo fu possibile grazie ai corsi organizzati dalla Ditta OMI, costruttrice dei fotocartografi Nistri, e dagli Istituti di topografia delle facoltà di Ingegneria di Roma e Milano (in quest ultimo istituto i corsi furono tenuti dal Prof. Cassinis e dal Prof. Solaini). Fu così pubblicata nel 1934 la prima Istruzione di servizio per il collaudo dei lavori fotogrammetrici Istruzione di Servizio per le sezioni di controllo, cui fece seguito, nel 1952 una nuova Istruzione per i rilevamenti fotogrammetrici che faceva proprie l evoluzione delle apparecchiature e dei metodi di lavoro, oltre che l esperienza acquisita nell esecuzione dei lavori stessi. L introduzione del metodo di rilevamento aerofotogrammetrico ha la sua importanza nel fatto che consentiva di realizzare, con costi contenuti, l integrazione altimetrica nelle mappe catastali. Metodologie di rilievo e loro impiego percentuale nella formazione del Nuovo Catasto Terreni Celerimensura 83,0% Allineamenti 12,9% Aerofotogrammetria Tavoletta pretoriana 3,1% 1,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0% 13

20 La formazione delle mappe Ultimate le operazioni di rilievo e di calcolo, terminato il progetto per la ripartizione del territorio in fogli, sono state costituite le mappe originali di impianto, su fogli di carta forte riportanti un reticolato parametrico per l individuazione delle coordinate ortogonali piane nel sistema di rappresentazione adottato. Dalle mappe di impianto sono state riprodotte le matrici,che costituiscono ancora oggi la base da cui vengono ottenute le riproduzioni destinate alle esigenze della conservazione (misura, aggiornamento, vendita al pubblico, ecc.) I fogli di impianto, una volta riprodotte le matrici, sono stati accuratamente riposti e sottratti all uso corrente. La mappa è costituita da fogli (di cartaforte o di carta eliosensibile) con dimensioni di circa 1.00 x 0.70 m con disegno contenuto entro i limiti di 0.95 x 0.60, numerati progressivamente e separatamente per ogni singolo Comune censuario. Per la maggior parte dei Comuni il disegno è a perimetro chiuso 2, cioè delimitato da linee materializzate sul terreno, sfruttando preferibilmente corsi d acqua, strade, confini di proprietà, ecc., e rappresenta un certo numero di particelle intere, a loro volta delimitate da limiti di qualità o classe o confini. Sui margini del foglio è tracciato un reticolato parametrico, con maglia di 10 cm, che individua i valori, scritti ai margini del foglio, delle ascisse e delle ordinate. La X, orientata verso l alto, corrisponde al Nord cartografico (o Nord reticolato). Le funzioni del reticolo sono diverse, in particolare: si usa per la costruzione ex novo (d impianto) della mappa; serve per desumere le coordinate grafiche di tutti i punti rappresentati; 14

21 consente di determinare, e quindi di compensare, le deformazioni subite dal supporto cartaceo; facilita l assemblaggio di fogli di mappa contigui, specialmente ove i limiti dei fogli non siano perfettamente sovrapponibili. Le scale di rappresentazione sono dell 1:1000 per le aree urbanizzate, dell1:2000 per le aree di espansione e dell 1:4000 per le aree di montagna e a basso frazionamento. In funzione dello sviluppo urbanistico molte aree, inizialmente rilevate a più piccola scala, sono state rilevate ex novo a maggiore scala. Scale di rappresentazione prevalenti :1000 1:2000 1:4000 Scale di rappresentazione La figura evidenzia che circa il 75% delle mappe catastali sono state rilevate alla scala 1:2000, che rappresenta la scala d eccellenza del Catasto. Riepilogando, evidenziamo qui di seguito alcune considerazioni: 2 Per pochi Comuni sono ancora vigenti le mappe a perimetro aperto, cioè delimitate da linee virtuali corrispondenti ad ascisse e ordinate, di valore intero. Per ciascuno dei detti Comuni la numerazione delle particelle è in un unica sequenza, non potendo essere distinte per foglio. 15

22 la mappa ufficiale, che il Catasto conserva quale organo cartografico dello Stato, ai sensi della L.2/2/1960 n. 68, è quella del C.T., anche per i centri urbani. Esiste una seconda mappa, la mappa particellare urbana, con lo scopo di rappresentare gli immobili urbani, ma il cui aggiornamento è stato effettuato in maniera grossolana ed approssimativa ed indipendentemente da quello delle mappe del C.T; la mappa originale di impianto è l esemplare unico disegnato a mano in fase di formazione del Catasto e, come è stato precedentemente già detto, conservato e sottratto all uso corrente. Per tal motivo è una mappa non aggiornata, ma ha il pregio di essersi mantenuta poco alterata e di avere il reticolo parametrico tracciato per intero, il che permette di compensare efficacemente le deformazioni del supporto cartaceo; la matrice consente la riproduzione dei fogli di mappa destinati alle esigenze della conservazione e viene aggiornata con frequenza variabile, relativamente agli aggiornamenti subiti dal foglio di misura; il copione di visura, ottenuto dalla matrice su supporto cartaceo pesante e destinato alla visura, è la mappa che per prima viene aggiornata. La mappa di visura, man mano che diventa usurata, viene sostituita da una nuova copia effettuata dalla matrice, previo aggiornamento di quest ultima; gli allegati sono fogli a parte che riproducono, in scala maggiore, una consistente parte di un foglio di mappa, chiamato foglio principale, del quale conservano il numero seguito però da un subalterno letterale maiuscolo. Non sono da confondere con gli sviluppi, che sono degli ingrandimenti di una piccola parte di un foglio di mappa, disegnati ai margini del medesimo; 16

23 i fogli di mappa archiviati sono i copioni di visura sostituiti, la cui sequenza permette di storicizzare graficamente tutte le particelle dei fogli aventi matrici elioriproducibili. Le mappe sono affette, salvo errori meno lievi, da imperfezioni di tipo prevalentemente casuale e da deformazioni di tipo sistematico. Le prime sono quelle che si ottengono dalle operazioni di rilievo topografiche e cartografiche durante le fasi di formazione e di aggiornamento delle mappe. Le seconde, invece, sono da attribuire principalmente a due cause: deformazioni del supporto cartaceo, che avvengono generalmente in ambedue le direzioni del foglio e variano col variare delle condizioni climatiche ambientali, e deformazioni provocate da inadeguati mezzi di riproduzione (ad esempio l uso di elioriproduttori rotativi provoca le deformazioni nella direzione di scorrimento della carta). Da quanto sopra detto risulta quindi chiaro come i fogli di mappa più precisi sono quelli d impianto, anche se non aggiornati, mentre i più deformati risultano essere gli estratti di mappa, in quanto stadio ultimo di più riproduzioni successive e rilasciati su supporti assai sensibili alle condizioni climatiche ambientali. La riproduzione che ne consegue non è rigorosamente in scala, cioè la scala reale non è rigorosamente coincidente con la scala nominale, per cui, dovendo prelevare misure grafiche dalla mappa, il modo più semplice di compensare le deformazioni sistematiche consiste nell operare per coordinate, avendo cura di compensare ogni misura all interno di un quadrato elementare del reticolato parametrico Il calcolo delle superfici delle particelle 17

24 Il calcolo delle superfici delle particelle è stato eseguito sui fogli originai d impianto con metodi grafomeccanici, dopo un preventivo calcolo della superficie complessiva di ogni foglio di mappa. L operazione è stata eseguita distintamente da due operatori che, impiegando strumenti di tipo diverso, hanno ottenuto di norma due diversi valori della superficie di ogni foglio di mappa; i due risultati sono stati confrontati: se la loro differenza rientrava nei limiti della tolleranza prevista, se ne adottava la media come superficie dev essere 3 del foglio di mappa. Con lo stesso metodo sono stati eseguiti i calcoli delle superfici delle singole particelle nonché delle acque e delle strade pubbliche di ogni foglio di mappa. La somma delle singole superfici è stata confrontata con la superficie dev essere del foglio di mappa; la differenza è stata proporzionalmente ripartita tra le superfici delle particelle, delle acque e delle strade. Quella così ottenuta è la cosiddetta superficie catastale, oggi più propriamente definita nominale, che, essendo determinata su una figura grafica, è affetta da una approssimazione più larga di quella che si otterrebbe direttamente dalle misure rilevate sul terreno (superficie reale) Le operazioni di stima Le operazioni fondamentali della stima censuaria (Istruzione XV per la qualificazione, la classificazione ed il classamento dei terreni e per la formazione delle tariffe d estimo) sono: la qualificazione; la classificazione; il classamento; la formazione delle tariffe d estimo. 18

25 Qualificazione La qualificazione si è realizzata distinguendo, per ogni Comune, i terreni relativamente alle differenti qualità di colture esistenti. Le qualità fondamentali adottate dal C.T. sono 29 che, tra colture composte e colture speciali, diventano più di 90. Classificazione Una volta distinte le qualità di coltura presenti in un Comune, si è passati a suddividere le stesse in diverse classi rappresentative di una diversa produttività. Generalmente tali classi non sono più di cinque. Le operazioni di qualificazioni e classificazione sono state eseguite simultaneamente formando, per ciascun Comune del circolo censuario (formato dal territorio di quei comuni contigui aventi condizioni topografiche, agricole ed economiche analoghe) il quadro delle qualità e classi ed il prospetto delle particelle tipo. Classamento Il classamento è l operazione di attribuzione della qualità e della classe per ciascuna particella, effettuata a seguito di sopralluogo, per comparazione con le particelle tipo. Formazione delle tariffe d estimo 3 Con la locuzione dev essere in gergo catastale si indica un dato invariabile prestabilito, al quale gli altri dati omologhi devono adeguarsi. 19

26 L ultimo passaggio del processo estimativo è consistito nella formazione delle tariffe di reddito dominicale e di reddito agrario. Il reddito dominicale rappresenta la parte dominicale (padronale) del reddito medio annuo ordinario mentre quello agrario è costituito dalla somma dell interesse del capitale d esercizio (macchine agricole, bestiame, prodotti di scorta e capitale d anticipazione e del compenso spettante al lavoro direttivo. Presi in esame fattori quale prodotti, prezzi e spese di un considerevole numero di aziende agricole ordinarie di un Comune tipo, si è proceduto alla formazione delle tariffe d estimo catastale, cioè degli imponibili relativi ad un ettaro. Le operazioni di estimo catastale si sono concluse con l individuazione dei proprietari o dei possessori dei beni, tenendo conto che il N.C.T. nacque non probatorio e, quindi, non garante dei diritti reali gravanti sui beni immobili inventariati Le operazioni conclusive della formazione Una volta terminate le operazioni geometriche e di stima relative ad un Comune, prima di attivare il Nuovo Catasto Terreni fu necessaria la pubblicazione dei dati catastali presso gli Albi Pretori dei Comuni, in modo da permettere ai titolari dei diritti sui beni censiti di presentare reclami ed osservazioni, al fine di ottenere che gli elaborati strumentali al processo di formazione fossero perfezionati nelle eventuali inesattezze di qualunque natura ad eccezione di quelle relative alle tariffe La conservazione La fase di conservazione del catasto si attivava con la consegna, da parte dell ufficio tecnico del catasto, degli atti che costituiscono il catasto terreni, ossia: la mappa particellare; 20

27 il registro delle partite; la tavola censuaria; la matricola dei possessori nonché, a sussidio di tali atti, il prontuario dei numeri di mappa. Le variazioni afferenti alla fase di conservazione sono: la titolarità dei diritti (registrate in base alle domande di voltura); la forma e la consistenza delle particelle rappresentate (registrate in base all accorpamento o al frazionamento delle stesse); la condizione d uso (particella rurale o edificabile) e/o la condizione colturale delle particelle (registrate dopo l accertamento eseguito con sopralluogo). Tutte le attività di aggiornamento del catasto sono normate, in maniera puntuale, con i relativi documenti e atti, dall Istruzione XIV definendo le fasi operative e le modalità necessarie a mantenere allineate le basi informative grafiche ed amministrativo-censuarie; definisce anche i servizi da rendere all utenza esterna, attraverso la visura e la certificazione dei suoi archivi, stabilendone tempi e costi (diritti catastali e tributi, ordinari e d urgenza) Documenti di variazione prodotti dall utenza esterna L aggiornamento dell archivio amministrativo-censuario si consegue, prevalentemente, tramite la voltura catastale, la quale deve essere presentata ogni qualvolta avviene un trasferimento di diritti reali di godimento, ascrivibili in catasto. L aggiornamento della mappa di tipo geometrico -topografico viene effettuato tramite due documenti: il tipo di frazionamento; il tipo mappale. 21

28 Il tipo di frazionamento viene presentato nel caso in cui una o più particelle appartenenti alla stessa partita catastale devono essere suddivise, o ancora quando si voglia accorpare più particelle, appartenenti alla stessa partita, per poi suddividerle in modo diverso da quello originario (lottizzazioni o ricomposizione fondiaria). Il tipo mappale viene invece utilizzato quando si vuole denunciare il cambiamento d uso di un suolo, che perde la sua caratteristica di particella rurale per diventare edificabile, per poi accatastare il fabbricato che verrà costruito successivamente su di esso. Sul tipo mappale viene rappresentata la proiezione al suolo delle linee perimetrali degli edifici e delle aree coperte e scoperte di pertinenza degli stessi. Altri documenti che devono essere prodotti dalle parti interessate sono quelli inerenti le variazioni dello stato o della redditività dei terreni CATASTO EDILIZIO URBANO Il Nuovo Catasto Edilizio Urbano è stato costituito, come precedentemente detto, con r.d.l. 652 del 1939 e successive modificazioni, con lo scopo di accertare i fabbricati e le altre costruzioni stabili non censite al catasto rustico ed al fine di determinarne la rendita. Fanno parte dei beni rustici i terreni agricoli ed i fabbricati rurali (censiti quindi al N.C.T.) mentre sono considerati beni urbani le aree edificabili e tutti gli altri fabbricati suscettibili autonomamente di un reddito proprio. Di conseguenza costituiscono unità immobiliari autonome un negozio, un appartamento, un box, un laboratorio, un magazzino anche se compresi in uno stesso fabbricato. L iscrizione al catasto viene fatta in base alle specifiche dichiarazioni fatte dai proprietari costruttori e consiste in una scheda contenete informazioni di carattere tecnico e 22

29 amministrativo, relative al fabbricato in generale e alla porzione specifica, cui viene allegata una planimetria su modello apposito, rappresentante l unità immobiliare e i suoi accessori. Gli elementi che contraddistinguono, nelle scritture censuarie, gli immobili urbani nelle loro peculiari caratteristiche sono: la categoria, basata sulla distinzione tra le varie tipologie di immobili sulla base esistenti (abitazioni, alloggi collettivi, negozi, opifici, ecc.); la classe, che distingue, all interno di una stessa categoria, i diversi gradi di redditività del bene; la consistenza, che rappresenta l entità fisica dell immobile urbano misurata in vano utile, metro cubo e metro quadrato; la rendita catastale, che esprime, con riferimento ad una determinata epoca, il reddito imponibile ai fini fiscali. Tali elementi scaturiscono dalle seguenti fasi: qualificazione; classificazione; accertamento; classamento. Qualificazione Per qualificazione si intende quella operazione tendente a distinguere, in ogni Comune amministrativo, per zona censuaria e con riferimento alle unità immobiliari urbane in esso esistenti, le loro varie categorie, ossia la specie essenzialmente differente per le caratteristiche intrinseche che determinano le destinazioni ordinarie e permanenti delle unità stesse. 23

30 Le unità immobiliari da censire al N.C.E.U. sono state suddivise in cinque gruppi, contraddistinti da una lettera maiuscola; in particolare i primi tre gruppi comprendono gli immobili a destinazione ordinaria (gruppo A che comprende tutte le unità con destinazione residenziale, gruppo B che comprende gli immobili di utilizzo collettivo, gruppo C che comprende le unità con destinazione commerciale o artigianale), il quarto comprende immobili a destinazione speciale (gruppo D che comprende gli immobili industriali e produttivi in genere) ed infine il quinto gruppo quelli a destinazione particolare (gruppo E che comprende gli immobili adibiti a servizi pubblici). L insieme dei cinque gruppi costituisce il quadro generale delle categorie. Classificazione Per classificazione si intende, invece, la suddivisione di ogni categoria in tante classi quanti sono i gradi di notevole diversità delle capacità di reddito delle unità immobiliari comprese in quella categoria. Accertamento L operazione di accertamento consiste nell individuare tramite sopralluogo l unità immobiliare urbana denunciata, nel verificare l esattezza dei dati toponomastici ed indicativi dichiarati, nel controllare la corrispondenza geometrica tra lo stato di fatto e quanto disegnato nella scheda planimetrica e nell attribuire all unità stessa dati catastali che le competono. Classamento Il classamento consiste nell attribuire all unità immobiliare urbana la categoria e classe che le competono tenuto conto della sua destinazione ordinaria e di tutte le circostanze, intrinseche ed estrinseche, che possono influire sulla sua redditività. 24

31 Tale attribuzione viene eseguita per confronto tra le unità tipo predisposte per il quadro stesso e l unità in esame. Calcolo della rendita catastale Il calcolo della rendita catastale è differente a seconda che si tratti di unità a destinazione ordinaria e unità a destinazione speciale e particolare. Nel primo caso, infatti, la rendita viene calcolata relativamente alle tariffe riferite all unità di misura della loro consistenza: il vano utile per il gruppo A, il metro cubo per il gruppo B e il metro quadrato per il gruppo C. La tariffa esprime, in moneta legale, la rendita catastale ordinaria riferita all unità di misura con cui si calcola la consistenza delle unità immobiliari e vengono determinate per tutte le categorie e classi delle unità immobiliari comprese nei gruppi A, B e C. Tali unità di misura rappresentano il parametro con cui viene determinato prevalentemente il valore venale e locativo degli immobili in argomento al periodo legale. Nel caso di immobili a destinazione speciale e particolare il calcolo della rendita viene effettuato tramite stima diretta. Gli elementi di consistenza che concorrono alla determinazione della rendita catastale sono quella complessiva della superficie del lotto di terreno, non discriminato tra area coperta e area scoperta e quella complessiva delle costruzioni e delle tettoie, gli impianti fissi ed inamovibili Dalla formazione alla conservazione Atti ufficiali del Nuovo Catasto Edilizio Urbano 25

32 Gli atti ufficiali del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, stabiliti dalla L. 1242/39 e successivamente modificato dal D.L. 514/48, sono: lo schedario delle partite; lo schedario dei possessori; la mappa urbana. Non sono considerati atti ufficiali lo schedario dei numeri di mappa e la scheda planimetrica; non si può fare quindi a meno di notare come la planimetria translucida, che è il documento più caratterizzante del vigente catasto urbano, non sia tra gli atti ufficiali, considerando anche che questo documento non è al servizio della collettività ma viene conservato come atto privato, a disposizione esclusiva del proprietario. Schedario delle partite Lo schedario delle partite era il documento che sintetizzava il risultato di tutte le operazioni di censimento degli immobili urbani. Al suo interno venivano archiviati, con il rispetto dell ordine cronologico degli avvenimenti, le denunce di nuove costruzioni, le denunce di variazioni e le volture relative ad immobili urbani appartenenti a determinate ditte. Esso era diviso in pagine, ad ogni pagina coincideva un numero di partita cui era associata una sola ditta; ogni ditta aveva in carico tutti gli immobili urbani di uno stesso Comune censuario su cui esercitava gli stessi diritti reali. Gli immobili erano rappresentati dalle unità immobiliari urbane e venivano contraddistinti dai dati catastali, dai dati toponomastici, dai dati indicativi e dai dati di classamento. 26

33 Schedario dei possessori Lo schedario dei possessori era il documento che consentiva di accertare la possidenza immobiliare urbana di una persona fisica o giuridica, quando di questa se ne conoscevano le generalità. Esso era costituito da un insieme di schede, sistemate in raccoglitori, disposte in ordine alfabetico e divise per Comune. Sulla scheda veniva riportato il nome del possessore, il numero di partita di cui era primo intestato, il numero di partita in cui risulta intestato successivamente al primo ed infine il domicilio fiscale dello stesso possessore intestato. Schedario dei numeri di mappa Lo schedario dei numeri di mappa era il documento attraverso cui era possibile conoscere il nome della ditta proprietaria degli immobili quando di questi si conoscevano i dati catastali (foglio di mappa, particella e subalterno). Lo schedario raccoglieva una serie di schede ordinate secondo il numero progressivo del foglio e, nell ambito di questi, in ordine progressivo di particelle. Mappa urbana Una volta istituito il Nuovo Catasto Edilizio Urbano, la legge ha posto come documento di pubblica consultazione la mappa particellare urbana. In realtà la mappa urbana non fa altro che ricalcare la già esistente mappa del N.C.T. al momento della sua formazione, anche se nel tempo, l aggiornamento delle due mappe è avvenuto in maniera difforme, sicuramente in maniera più rigorosa quella del N.C.T., in maniera molto approssimativa e grossolana quella del N.C.E.U. Sicuramente ha inciso negativamente il significato che è stato attribuito alla rappresentazione sulla mappa urbana, il cui valore è solamente per quel che riguarda 27

34 l introduzione in mappa e l evidenziazione della sagoma dei fabbricati che il catasto urbano censisce. Una svolta a quanto mal fatto negli anni precedenti si è avuta con l introduzione, nel 1969, del tipo mappale, che ha permesso ai due catasti una più stretta collaborazione e soprattutto una unificazione del modo di introdurre in mappa le nuove costruzioni, utilizzando la stessa simbologia e gli stessi segni convenzionali, quindi con un senso logico nel modo di disegnare, di colorare o di campire i fogli di mappa Aggiornamenti e servizi Le operazione che impegnano gli uffici catastali nel continuo lavoro di aggiornamento degli atti censuari possono così riassumersi: accertamento delle nuove unità immobiliari urbane o delle unità mai denunciate, delle aree urbane e dei lastrici solari; accertamento delle variazioni apportate nello stato dei beni già accertati, dovuti a modifiche nella loro forma e consistenza o nella loro destinazione d uso; accertamento delle mutazioni ogni qualvolta vengono posti in essere atti civili o giudiziali od amministrativi che diano origine al trasferimento di diritti censiti nel N.C.E.U., tramite volture catastali. L Ufficio del Territorio rende testimonianza scritta dei propri atti e delle proprie scritture censuarie mediante le certificazioni (estratti, copie, attestati e certificati). In particolare l estratto è la copia fedele degli atti catastali e sotto questo termine si intendono gli estratti di mappa e le copie planimetriche. 28

35 Capitolo 2 EVOLUZIONE DELLA CARTOGRAFIA DA GRAFICA A NUMERICA ED ANALITICA 29

36 2.1 GESTIONE INFORMATIZZATA DEL CATASTO TERRENI Fu nel 1969 che si passò, con la legge n. 679 dell 1 ottobre, ad una gestione informatizzata, allora chiamata meccanizzazione, del catasto. Tale legge, inoltre, dava una maggiore importanza al tipo di frazionamento come documento probatorio per l individuazione del bene oggetto di trasferimento ed introduceva il tipo mappale, nel suo aspetto grafico, quale documento atto a rappresentare il nuovo fabbricato e lo stralcio della particella su cui insiste dal catasto terreni per il conseguente passaggio nel catasto urbano Evoluzione storica nella meccanizzazione degli atti amministrativo-censuari La fase di meccanizzazione degli atti amministrativo-censuari iniziò nel 1954, mediante l impiego di apparecchiature a schede perforate, fino al 1965, anno in cui si incominciarono ad utilizzare i primi elaboratori elettronici; ciò in quanto la pluriennale esperienza acquisita nella redazione meccanografica degli archivi catastali, gli studi e le ricerche parallelamente condotte sulle più moderne tecniche di elaborazione, nonché la rapida evoluzione delle apparecchiature a seguito del continuo progresso scientifico e tecnologico, avevano portato alla conclusione della pratica utilità dell applicazione del sistema automatizzato all istituto catastale. 30

37 Nel 1968 l amministrazione si dotò di un proprio sistema di elaborazione dati tipo IBM 360/40, contemporaneamente si attivò per studiare nuove e più razionali procedure elaborative in modo da potere attuare il programma di meccanizzazione, tramite la costituzione del Centro Informativo della Direzione Generale del catasto. Successivamente si avviarono i primi collegamenti in teleprocessing, attraverso la rete telefonica, con gli uffici a conservazione automatizzata, pur mantenendo invariata la gestione centralizzata dell elaborazione. Nel triennio furono riviste e semplificate le procedure di aggiornamento in modo tale da permettere la registrazione presso gli uffici periferici su nastro perforato, per poi effettuare un successivo inoltro al centro elettronico tramite le apparecchiature degli uffici più vicini collegati on line con il centro medesimo. Tutti questi cambiamenti portarono, però, l amministrazione ad una condizione di inadeguatezza di mezzi informatici per la gestione di circa 5400 Comuni meccanizzati per complessive 75 province, per cui si dovettero intraprendere nuovi studi per la ricerca di nuove modalità di acquisizione e di utilizzo delle informazioni catastali, nonché per raggiungere la completa automatizzazione di tutte le operazioni di gestione delle informazioni catastali direttamente presso gli uffici periferici, con la conseguente eliminazione degli archivi cartacei. L obiettivo da raggiungere era quello di creare delle unità funzionali autonome a livello periferico, opportunamente integrata con quelle limitrofe, gerarchicamente subordinata al centro informativo collegato all anagrafe tributaria. L avviamento di questo sistema iniziò nel , con l attivazione della prima convenzione con la Società Generale d Informatica SOGEI di durata quinquennale dal 1983 al 1987, e proseguì in maniera graduale nel tempo, secondo calendari prestabiliti che 31

38 tenevano conto della formazione degli archivi di catasto terreni, di catasto fabbricati e, in poche province, di catasto geometrico Evoluzione storica nella meccanizzazione degli atti cartografici Nel settore topocartografico fu introdotta, nel 1970, grazie anche all avvento dei distanziometri elettro-ottici, una nuova metodologia di raffittimento della rete catastale, non più basata sulla sola triangolazione ma fondata sui criteri della poligonazione di precisione. Tale metodologia fu normata dalla circolare n. 66/70, con la quale si definivano i dettami tecnici e le tolleranze delle poligonali di precisione atte alla costituzione della maglia dei Punti Stabili di Riferimento (PSR), quali vertici da utilizzare per collegare i lavori topografici realizzati nell ambito del foglio di mappa. Il D.P.R. 650/72 stabilì, inoltre, la possibilità di provvedere alla graduale determinazione delle coordinate dei vertici di confine delle singole particelle, fornendo quindi il supporto normativo all avvio del processo di numerizzazione della cartografia catastale. La fase di creazione degli archivi di cartografia fu affidata sia a strutture esterne, tramite appalti, sia ai propri Centri di Calcolo di Catasto Numerico (CCCN), inseriti nell ambito degli uffici tecnici erariali, ai quali erano demandate anche le attività di collaudo degli appalti esterni oltre che quelle, istituzionalmente non delegabili, di aggiornamento della cartografia numerica. La formazione della cartografia catastale numerica passò attraverso due differenti metodologie operative: la formazione ex-novo della cartografia, ottenuta in formato numerico direttamente in fase di rilievo tradizionale sul terreno o aerofotogrammetrico; la digitalizzazione manuale o semiautomatica delle mappe esistenti. 32

39 Nel 1985 fu svolta una rilevazione necessaria per valutare lo stato di aggiornamento delle mappe esistenti e la validità topometrica di quanto in esse rappresentato, in modo da poter stimare le necessità economiche minimali occorrenti; si pervenne al seguente risultato: per un numero di fogli pari a circa , rappresentativi di circa di ettari di territorio, la rispondenza tra realtà documentale e realtà oggettiva risultava ancora accettabile, il che favorì l utilizzo del metodo di digitalizzazione delle mappe vigenti; per il rimanente numero di fogli, pari a circa e rappresentativi di circa di ettari di territorio, la realtà documentale era superata dallo stato di variazione del territorio e dal fatto che la scala delle mappe non ne consentiva una coerente rappresentazione. In tale ambito l acquisizione dati dovrà prevedersi mediante rifacimento della cartografia catastale attraverso rilievo ex-novo Evoluzione della cartografia numerica Rilievo aerofotogrammetrico Nel 1989 l Amministrazione avviò un processo di rilievo ex-novo, solo afferente su alcune province, in particolare su quelle caratterizzate da una forte espansione in aree costiere e su quelle aventi ancora mappe a perimetro aperto. La metodologia dell aerofotogrammetria si presta bene a sostituire il rilievo a terra, soprattutto su aree di intervento vaste, e permette una rappresentazione di tipo planoaltimetrica della mappa. Ovviamente a causa della specificità dei tematismi delle mappe catastali, la fase di ricognizione ed integrazione a terra risulta più onerosa rispetto a quella prevista per la produzione di carte tecniche di pari scala. 33

40 Durante la formazione ex-novo della cartografia esistente non si può non tener conto degli atti di aggiornamento geometrico realizzati e riferiti alla zona di intervento, in particolare dei tipi di frazionamento che rivestono un valore giuridico, pur se giacenti e ancora non acquisiti negli archivi dell ufficio territorialmente competente. Se, ad esempio, si dovesse rilevare a terra una dividente di possesso non materializzata, bisognerebbe convocare i confinanti e stendere un verbale di delimitazione che definisca le dividenti in accordo fra le parti. E una prassi che presenta difficoltà realizzative oggettive, quali la non presenza contemporanea dei possessori o il loro disaccordo sulla dividente. La consultazione degli atti di aggiornamento presenti in ufficio permetterebbe di superare in parte queste difficoltà, in quanto si potrebbe limitare il numero di convocazioni ai soli casi che presentano forti incongruenze fra i confini rappresentati negli atti e quelli oggettivamente rideterminati dal nuovo rilievo. Riepilogando, con questo modo di operare la cartografia realizzata viene ad essere costituita da: tematismi catastali fotorestituiti, caratterizzati da notevole precisione topometrica; tematismi catastali rilevati a terra, caratterizzati da una precisione topometrica similare a quella del punto precedente; tematismi catastali dedotti dagli atti catastali esistenti, caratterizzati da bassa precisione topometrica e difficilmente quantificabile. E però evidente che le informazioni contenute nella nuova mappa numerica hanno un diverso contenuto qualitativo della geometria catastale, ma una codifica delle stesse informazioni permetterebbe di riconoscerne la provenienza e la qualità topometrica. Anche il tipo mappale riveste una certa importanza per la formazione ex-novo delle mappe; tramite esso è infatti possibile effettuare un confronto tra la rappresentazione 34

41 dell edificio rilevato fotogrammetricamente al tetto e quella corrispondente sul tipo mappale (edificio rilevato con una sezione eseguita a livello di petto d uomo), permettendo così di valutare l affidabilità della geometria rappresentata nel tipo e, quindi, supporterà l attività di sgrondatura dei fabbricati, in particolar modo quando l edificio non risulta accessibile (lotto chiuso e assenza dei proprietari). Vediamo adesso quali sono i vantaggi derivanti da questa metodologia operativa: diminuzione degli interventi sul terreno; controllo da parte dell ufficio senza sopralluogo, a posteriori rispetto alla presentazione del lavoro svolto dai professionisti esterni redattori dei tipi mappali; evidenziazione degli edifici abusivi (senza tipo mappale); collegamento in fase di formazione di nuova cartografia, mappa vigente e atti di aggiornamento geometrico. In fase di restituzione fotogrammetrica devono essere rilevati i seguenti tematismi catastali: linee dividenti di possesso, delineate attraverso spezzate chiuse; linee dividenti di colture agrarie, delineate da spezzate chiuse; fabbricati rurali o fabbricati urbani, delineati da spezzate chiuse; strade individuate sia dall occupazione fisica della sede stradale che dalla delimitazione dei possessi adiacenti, delineate generalmente da spezate aperte; corsi d acqua individuati attraverso la delimitazione degli alvei naturali ed artificiali o dalla delimitazione dei possessi adiacenti, delineati da spezzate aperte; manufatti civili ed industriali di destinazione pubblica o privata, delineati da spezzate chiuse; curve di livello; 35

42 punti quotati. Attraverso fotoidentificazione o ricognizione deve essere assegnata la qualità di coltura in atto nelle nuove particelle di catasto terreni rilevate. La fotorestituzione può essere effettuata con fotorestitutori analitici o analogici, a seconda del tipo di cartografia commissionata. Per quanto attiene il controllo della congruenza geometrica e topologica degli elementi restituiti nello stesso modello stereoscopico, si dovrà verificare che: elementi logici chiusi devono essere rappresentati da un poligono chiuso; la geometria di un poligono chiuso deve appartenere tutta almeno ad un livello catastale; sia realizzata la perpendicolarità di segmenti geometrici appartenenti ad elementi logici squadrati (fabbricati, ecc ); sia realizzata l intersezione di segmenti geometrici appartenenti ad elementi logici contigui (vertice comune a più elementi catastali); sia realizzato il parallelismo di elementi geometrici appartenenti ad elementi logici contigui od adiacenti (strade, ecc ). Per il controllo riferito a modelli appartenenti alla stessa strisciata o a strisciate adiacenti dovrà essere verificato che: tutti gli elementi logici aperti nella finestra di confine del modello precedente trovino continuità nel modello successivo o adiacente; elementi logici chiusi a cavallo della finestra di confine siano completamente contenuti nel file rappresentativo di un solo modello. 36

43 Il risultato finale è un modello digitale continuo del territorio, rappresentato in forma numerica in tanti file quanti sono i modelli restituiti e tali da costituire un grigliato contiguo di riferimento e di individuazione. Successivamente alla fotorestituzione viene effettuato un plottaggio di verifica, su supporti trasparenti indeformabili, in scala pari a quella della mappa cui si riferisce, in modo da potere sovrapporre la minuta di restituzione alla mappa catastale di visura ed effettuare un confronto qualitativo e quantitativo fra i due elaborati. La sovrapposizione darà informazioni di congruenza topologica tra la geometria di fotorestituzione e la geometria riportata sulla mappa vigente o sugli atti di aggiornamento geometrico, in particolare su: dividenti fotorestituite con le similari catastali; costruzioni o manufatti di non rilevanza catastale; cambi di percorsi o variazioni delle sedi stradali o degli alvei dei corsi d acqua. Per gli edifici fotorestituiti confrontati, qualora esistenti, con il relativo tipo mappale dovrà risultare: il contenimento del poligono di rappresentazione del fabbricato al piede con quello al tetto; il parallelismo di lati omologhi; la coincidenza della geometria rappresentativa dei confini del lotto. Da questo controllo è possibile estrapolare i tipi mappali errati e quindi da correggere in fase di trattazione dei documenti amministrativo-censuari. 37

44 Digitalizzazione delle mappe La formazione di cartografia numerica attraverso la digitalizzazione delle mappe esistenti passa attraverso due fasi. La prima consiste nell aggiornamento grafico dei fogli di mappa, realizzata attraverso la lucidatura delle variazioni geometriche rappresentate nel copione di visura. E chiaro che la qualità della geometria della matrice è strettamente legata allo stato di conservazione del copione di visura, e conseguentemente la qualità delle coordinate acquisite in fase di digitalizzazione. I controlli di produzione o di collaudo vengono effettuati solo in forma manuale etramite sovrapposizione e controllo visivo di rispondenza tra copione di visura e matrice. La seconda fase è quella della digitalizzazione della matrice aggiornata, con la creazione del corrispondente file numerico. Le informazioni numeriche assunte da ogni singolo foglio logico di mappa costituiscono un unico file geometrico, formato da: elementi grafici, costituiti da primitive geometriche di base (punti, linee, testi, simboli,ecc ); elementi logici, costituiti da primitive composte, cioè insiemi di primitive grafiche di base; livelli logici, a cui vengono assegnati gli elementi grafici o logici di competenza, e che nel loro insieme costituiscono la struttura logica blocco di informazioni generali. Gli elementi logici sono le superfici di interesse catastale (particelle, acque, strade e confine del foglio) i fabbricati particella, i fabbricati annessi e le superfici delimitate dai 38

45 contorni degli sviluppi situati internamente al foglio di mappa: detti elementi sono definiti con il concetto di area. La numerizzazione del foglio di mappa avviene seguendo le fasi operative di seguito riportate: determinazione e verifica dei punti di orientamento del foglio di mappa catastale, attraverso cui si collegano le coordinate strumentali del tavolo digitalizzatore a quelle cartografiche della mappa attraverso rototraslazione con variazione di scala isotropa; acquisizione numerica, attraverso cui vengono digitalizzati tutti gli elementi grafici di base e quelli logici presenti sul foglio di mappa, attribuendo le codifiche necessarie alla creazione della banca dati; formazione della banca dati, in cui ogni elemento grafico deve risultare univoco anche se appartenete a più elementi logici o a più livelli, ogni area deve essere delimitata da un bordo chiuso di linee appartenenti ai livelli logici di competenza. Il livello varie deve contenere tutta la geometria che non è definita da un identificativo catastale; elaborazione per il controllo delle superfici di interesse catastale, che effettua la verifica tra la superficie particellare ottenuta dal processo di digitalizzazione (formula di Gauss) e quella riportata in atti amministrativo-censuari (ottenuta originariamente tramite planimetratura); segnalazione delle anomalie riscontrate, raccolte dentro un file osservazioni nel quale si riportano tutte le incongruenze geometriche o topologiche rappresentate sul foglio di mappa e verificate in fase di acquisizione; 39

46 disegno di verifica, cioè il plottaggio dell immagine del foglio di mappa acquisito numericamente, semplificato del graficismo relativo al tratteggio dei fabbricati ed alla rappresentazione del livello varie. Le verifiche di controllo sui file geometrici vengono effettuate in maniera automatica tramite algoritmi complessi ed articolati, e calcolano gli errori per foglio, identificandone il tipo e pesandolo. Il peso dell errore viene calcolato sulla base del tempo medio necessario a correggere l errore stesso. Le principali verifiche effettuate per ogni singolo foglio riguardano: congruenza, formato e struttura di tutti i file prodotti dal processo di acquisizione (file geometrico, degli scarti dovuti a rototraslazione, delle superfici e delle osservazioni); congruenza in termini di fogli madre e relativi allegati e sviluppi; controllo del processo di orientamento del foglio di mappa; controllo di tutti i legami topologici per il file geometrico, della chiusura logica e fisica dei poligoni; bilancio tra la superficie del foglio e tutte le superfici dei poligoni contenute all interno dello stesso; aree sovrapposte e/o mancanti; assegnazione di ogni elemento grafico ai livelli logici di competenza e corretta codifica di tutti gli elementi grafici; quadro di unione a livello comunale volto ad accertare il corretto posizionamento sia degli sviluppi e degli allegati sia del foglio rispetto agli adiacenti; incroci con i dati amministrativi per il controllo delle aree e delle particellari. 40

47 La procedura di digitalizzazione termina con il controllo di qualità, effettuato confrontando i file numerici prodotti dalla ditta appaltatrice e quelli ottenuti da una ditta di fiducia, e che permette di verificare: il corretto orientamento dei fogli; la precisione metrica di ogni singolo vertice digitalizzato; il rispetto della tolleranza sull area delle singole particelle. Il sistema usato dall Amministrazione per la gestione della cartografia numerica è il SYSSCAN, il quale opera al suo interno con la struttura dati propria di tale sistema (il formato DST), mentre il formato di interscambio delle informazioni cartografiche attualmente in uso è il livello 2.0 del NTF (National Transfer Format). Per l aggiornamento delle mappe numeriche si utilizzano due distinte procedure: aggiornamento speditivo della mappa numerica mediante digitalizzazione della geometria di aggiornamento riportata negli elaborati grafici presentati dall utenza esterna (tipi di frazionamento e tipi mappali); introduzione degli aggiornamenti afferenti gli atti di aggiornamento redatti secondo le procedure informatiche PREGEO, direttamente su file DST. 41

48 Fig. 2.1 Distribuzione della nuova cartografia aerofotogrammetria o numerica 42

49 2.2 L AGGIORNAMENTO GEOMETRICO Nuove normative sull aggiornamento In funzione della prevista gestione numerica delle informazioni geometriche del Catasto, l Amministrazione dovette risolvere il problema connesso al trattamento degli atti di aggiornamento geometrico (tipo di frazionamento, tipo mappale, tipo particellare) prodotti dai professionisti esterni su supporti tradizionali cartacei, oltre a quello del recupero dell aggiornamento e della precisione topometrica della cartografia istituzionalmente gestita. Furono così emanate le circolari n. 2/87 e n. 2/88, con successive modifiche ed integrazioni, oltre all Istruzione di aggiornamento catastale, le quali normarono gli adempimenti tecnici da svolgere ed i risultati da conseguire per la realizzazione di un atto di aggiornamento geometrico. Con tale normativa si è innovato l intero ciclo di predisposizione e di presentazione dell atto geometrico di aggiornamento (le modalità di assunzione delle misure topografiche, la redazione dei libretti delle misura e la loro elaborazione informatizzata in forma standardizzata, l introduzione dei risultati nella mappa tradizionale o in quella numerica) in maniera da permettere una gestione diretta in forma completamente digitale della trattazione degli atti. Il processo elaborativo degli atti geometrici parte dal presupposto di memorizzare le coordinate dei vertici particellare rilevati attraverso la trasposizione delle misure rispetto a dei punti materializzati ed univocamente individuati, assunti come riferimento: tali vertici hanno preso il nome di maglia dei punti fiduciali del catasto e la loro costituzione è stata normata dalla circolare n. 2/87. 43

50 Tale circolare ha avviato il lavoro preparatorio alla individuazione dei punti fiduciali, sui quali appoggiare le misure del rilievo, definiti come elementi materializzati, di facile individuazione ed impiego, anche se con coordinate direttamente desunte dalle mappe catastali. In successiva fase si sarebbero definite le coordinate analitiche da rilievo dei suddetti punti, consentendo attraverso i libretti delle misure di ricostruire una rappresentazione cartografica corretta e coerente con la realtà territoriale. Ad oggi sono conservati negli archivi del Catasto oltre tre milioni di libretti delle misure e circa nove milioni di mutue distanze tra i punti fiduciali interessati dai suddetti atti. I punti fiduciali hanno in qualche modo vincolato il tecnico professionista ad appoggiare le misure del rilievo ad elementi materializzati e rappresentati nella cartografia catastale, di facile utilizzo da parte di altri tecnici o dei collaudatori dell ufficio del Catasto. L univoca individuazione dei punti di appoggio e delle misure riportate, in modo standard, nel libretto delle misure consentono di ricreare le dividenti di un frazionamento in modo avulso dal contesto cartografico locale, che spesso non rappresenta in modo adeguato e coerente, da un punto di vista topometrico, la realtà territoriale. Tale modo di operare, pur se non rispetta i buoni canoni di aggiornamento di una carta tecnica, consente di far salvi i criteri di univocità di individuazione di forma e di consistenza dei beni immobiliari oggetto di trasferimento di diritti reali. Pertanto, il nuovo iter di trattamento dell elaborazione sequenziale delle informazioni topometriche prodotte, raggiunge due scopi: il primo di effetto immediato attraverso la definizione completa della forma e delle dimensioni delle geometrie di nuova formazione (nuove dividenti, fabbricati, manufatti, ecc ); 44

51 il secondo di predisposizione alla successiva fase di ricomposizione cartografica (vedi cap. 3) attraverso la definizione, seppur parziale, della geometria della maglia dei punti di appoggio. Proprio questa necessaria ricomposizione cartografica, partendo dalle coordinate analitiche dei punti fiduciali, consentirà di ricreare mappe catastali più precise e significative dei diritti che rappresentano L aggiornamento geometrico In generale si può affermare che la buona tecnica topografica di aggiornamento si sviluppa attraverso le seguenti operazioni: scelta dei punti di inquadramento; adozione di idonei schemi di rilievo; assunzione di misure sufficientemente precise e autocontrollate; applicazione di adeguate tecniche di calcolo e di restituzione. Delle quattro operazioni sopra riportate, la più trascurata è stata sicuramente la prima, la scelta dei punti d inquadramento, che è indubbiamente un operazione fondamentale per la successiva operazione di ricomposizione cartografica. Punti d inquadramento Col termine punti di inquadramento si intendono quei punti, già rappresentati in mappa e individuati in modo analitico o grafico con varia precisione e certezza, ai quali vengono riferite le misure del rilievo, al fine di determinare la posizione cartografica delle nuove linee da rilevare. Esistono due tipi di categorie di punti: 45

52 punti d appoggio, a cui si fa riferimento in modo completo, bidirezionale; punti d orientamento, a cui si fa riferimento solo per stabilire delle direzioni, con osservazioni solo azimutali. La scelta i tali punti deve essere effettuata correttamente sulla base della loro natura, del loro numero e della loro ubicazione. In ordine alla natura, si può definire affidabilità il grado di certezza, cioè di sicura individuazione in loco del punto, stabilità e precisione con cui i medesimi sono individuati, oggettivamente e cartograficamente. E infatti possibile che un punto di notevole precisione, quale può essere l asse di un comignolo, non dia garanzie di certezza in quanto potrebbe essere confuso con altri comignoli vicini o essere stato ricostruito in una posizione diversa. Per quel che riguarda la precisione, questa può essere di tipo assoluto, nei confronti della rete geodetica, o di tipo relativo, nei confronti del locale circostante contesto della mappa. Attualmente in Catasto troviamo disponibili i seguenti punti d inquadramento: pochissimi vertici trigonometrici, con coordinate analitiche della massima precisione di tipo assoluto e coerenti con il locale contesto della mappa; pochi particolari topografici rilevati in fase di impianto, con coordinate grafiche di buona precisione e di locale omogeneità; molti particolari topografici introdotti con in mappa con successivi reiterati aggiornamenti, spesso poco precisi, anche in maniera notevole; pochissimi P.S.R. (Punti Stabili di Riferimento), con notevole precisione di tipo assoluto, ma spesso non coerenti col locale contesto della mappa; 46

53 un crescente numero di punti fiduciali di coordinate grafiche lette, le cui particolari caratteristiche saranno specificate nel paragrafo Il numero dei punti da utilizzare, specialmente per i punti d appoggio, deve essere alquanto numerosa in modo da supplire, entro certi limiti, alla dubbia attendibilità. Per ciò che riguarda la loro ubicazione, la scelta deve essere fatta in modo che i nuovi punti da rilevare siano possibilmente bene inquadrati, inscritti, interpolati entro un poligono formato dalla congiunzione dei punti d appoggio. Detto poligono può essere costituito, nella sua configurazione minima, da un solo triangolo fiduciale (fig. 2.2) o, quando le dimensioni o l ubicazione dell oggetto del rilievo lo richiedessero, da una maglia di punti fiduciali, rappresentata da una serie di triangoli fiduciali contigui. Fig. 2.2 Triangolo fiduciale 47

54 Tecniche di calcolo e di restituzione Le operazioni in argomento hanno lo scopo di: utilizzare tutta la precisione delle misure del rilievo; consentire un corretto calcolo delle superfici; realizzare una corretta restituzione cartografica. La prima finalità è raggiunta tramite la compensazione delle misure ripetute, di quelle condizionate e di quelle iperdeterminate. E una compensazione intrinseca in quanto tiene conto esclusivamente delle misure del rilievo. Le maggiori difficoltà le ritroviamo però nella fase di restituzione cartografica, in quanto la figura rilevata non è mai sovrapponibile (congruente) a quella già rappresentata in mappa, a causa delle discordanze di configurazione. Qualora si tenda a conseguire una restituzione di tipo assoluta, cioè corretta nei confronti della rete geodetica, la figura rilevata risulterà anche di diversa collocazione rispetto a quella già rappresentata. In realtà al professionista normalmente interessa il conseguimento di una restituzione cartografica di tipo relativo, congruente con il locale contesto della mappa. A tal fine si utilizza una compensazione estrinseca della figura rilevata per renderla congruente con quella rappresentata in mappa, che è intoccabile (fig. 2.3, criterio 2). Ciò porta ad una incongruenza fra coordinate cartografiche e corrispondenti misure del rilievo, ed in alcuni casi, alla deformazione della figura rilevata sul terreno per adattarla ad una meno precisa rappresentazione in mappa. Un diverso modo di restituire i rilievi d aggiornamento è reso possibile dal metodo della rototraslazione (fig. 2.3, criterio 3), adottabile solo con schemi di rilievo rigidi. Il miglior risultato conseguibile è un equa distribuzione, in corrispondenza dei diversi punti d appoggio, delle inevitabili differenze tra le due figure, quella rilevata e quella 48

55 rappresentata in mappa. Tali differenze sono dette scarti residui in quanto inevitabilmente rimangono anche dopo aver raggiunto il modo ottimale di collocazione, e vengono calcolati utilizzando la teoria dei minimi quadrati. La rototraslazione può essere rigida nel caso in cui si voglia calcolare le coordinate dei punti rilevati, o con variazione di scala differenziata, quando l obiettivo è quello di restituire automaticamente la figura su un copione di mappa, soprattutto per rilievi di dimensioni non modeste. 49

56 Fig. 2.3 Criteri di restituzione cartografica 50

57 Evoluzione della rete dei punti fiduciali di coordinate grafiche lette La rete dei punti fiduciali (da questo momento PF), ai quali, direttamente o indirettamente, si deve far riferimento per ogni rilievo topografico, è stata istituita a seguito della circolare 2/87 della Direzione generale del Catasto. Vengono adottati come PF: punti di coordinate analitiche note (trigonometrici I.G.M.I., trigonometrici catastali, P.S.R.); punti di coordinate cartografiche lette sulla mappa, scelti fra i particolari cartografici ivi rappresentati (spigoli di fabbricati, termini sui triplici di possesso, ecc.); punti non rappresentati in mappa, da istituire, su proposta dei professionisti, al momento dei rilievi in zona, ove manchino gli idonei particolaritopocartografici. I PF sono disposti in modo da costituire i vertici di una maglia di triangoli ben conformati aventi i lati di lunghezza compresa tra 250 e 300 m. 4, circostanza più importante che non la precisione con cui vengono desunte, quando sono di genesi grafica, le coordinate dei punti, prelevate dai fogli d impianto, dalle matrici trasparenti e dai copioni di misura. Ad ogni PF viene associato un codice indicativo della sua attendibilità metrica, semplicemente distintivo delle diverse categorie, come appare dalla seguente tabella. Ogni PF, di qualsiasi genere, viene identificato con un numero progressivo, in sequenza autonoma per ogni foglio di mappa. 4 In effetti si è spesso derogato a tale norma a causa: della non rara difficoltà a reperire punti correttamente ubicati; della circostanza che a volte la corretta distribuzione dei PF è stata vista solo all interno del foglio di mappa; della condizione di contingenza e saltuarietà, e non di sistematica pianificazione, in cui vengono spesso istituiti i PF in occasione delle richieste dei professionisti. 51

58 PUNTI FIDUCIALI CODICE a) Punti di coordinate analitiche note: vertici trigonometrici di I ordine dell I.G.M.I. vertici trigonometrici di II ordine dell I.G.M.I. vertici trigonometrici di III ordine dell I.G.M.I vertici trigonometrici di IV ordine dell I.G.M.I.: determinati dopo il 1942 determinati prima del 1942 vertici trigonometrici catastali di rete vertici trigonometrici catastali di sottorete vertici trigonometrici catastali di dettaglio P.S.R. b) Punti di coordinate cartografiche lette: particolari topografici d impianto particolari topografici rilevati dall Ufficio particolari topografici introdotti con tipi di aggiornamento o aventi coordinate prelevate dal copione di misura c) Punti non rappresentati in mappa Ogni elaborato per l aggiornamento deve contenere, di norma, le misure rilevate sul terreno, idonee anche a determinare o a rideterminare, come se non fossero note, le reciproche distanze di almeno tre PF circonvicini. 52

59 In fase di approvazione, utilizzando solo le misure rilevate sul terreno e senza effettuare alcuna compensazione estrinseca, l Ufficio, con riferimento ad un sistema locale, determina nuove coordinate dei PF interessati dal rilievo. Prima del 1993, l origine del detto sistema locale, utilizzata come punto di emanazione delle coordinate, veniva scelta dall Ufficio in uno dei PF toccati dal rilievo, mentre un secondo PF veniva scelto come punto d orientamento (fig. 2.3 criterio 1). Rimanevano così invariati solo i valori delle coordinate ed il codice del PF d origine, variando invece le coordinate degli altri PF. Quando si procedeva a nuovi rilievi limitrofi, questi si aggregavano a quelli adiacenti e l aggregazione poteva essere rigida, su due punti, o labile, su un solo punto. Man mano che, per inglobamento di rilievi adiacenti, un blocco rigido si espandeva, la sua incoerenza rispetto al contesto della mappa tendeva ad aumentare, soprattutto per i punti più periferici del blocco. Un esempio di tale incoerenza è riportato nella figura di seguito, confrontando le coordinate desunte da un mappa catastale e le corrispondenti rilevate da una mappa aerofotogrammetria. E = N = PF04 E = N = Confronto tra coordinate desunte da mappa catastale e da mappa aerofotogrammetria 53

60 Dal 1993, con l introduzione del PREGEO 7.00, pur nella facoltà di forzare il precedente criterio, viene automaticamente operata una rototraslazione di tipo baricentrico (fig. 2.3 criterio 3) per cui il punto di emanazione delle coordinate è praticamente il virtuale baricentro dei PF toccati dal rilievo i quali, tutti, subiscono variazioni di coordinate e di codice. I vari rilievi non si aggregano più a quelli precedenti, ciascuno si configura come entità a se autonoma, le coordinate dei PF variano più spesso e la loro aderenza alla rappresentazione di mappa è migliore, ma lento e limitato è il miglioramento della pregressa situazione di incoerenza, con la rappresentazione di mappa, dei PF che sono stati trattati alla prima maniera. Contemporaneamente al calcolo delle coordinate provvisorie dei PF e con lo stesso riferimento vengono calcolate le coordinate provvisorie di tutti i punti di dettaglio oggetto dello stesso rilievo. Ovviamente la rappresentazione in mappa dei manufatti che ospitano i PF non viene modificata. Ne consegue un duplice valore delle coordinate dei PF: un valore dall archivio dei PF - TAF (Tabella Attuale dei Punti Fiduciali) calcolato come è stato appena detto e destinato a frequenti variazioni, ed un valore cartografico, fisso, corrispondente alla rappresentazione di mappa del manufatto che materializza il PF, desumibile graficamente. Dall operazione di rilievo dei PF ciò che resta di valido sono le reciproche distanze effettivamente misurate tra i PF e l autonoma relazione di posizione fra tutti i punti oggetto dello stesso rilievo d aggiornamento, ivi compresi i PF, visti come punti comuni a tutti i rilievi. Sarà proprio la relazione di posizione con i PF, quando le coordinate di questi saranno definitive, che permetterà il calcolo delle coordinate definitive dei punti di dettaglio di ogni rilievo. 54

61 Nel momento in cui la rete dei PF rilevati analiticamente avrà ricoperto una zona significativa, si provvederà alla ricomposizione cartografica, determinando così, con compensazione estrinseca e con riferimento alla rete geodetica, le coordinate definitive dei PF ivi ricadenti e di tutti i punti, ad essi collegati, rilevati secondo la vigente normativa. 55

62 Capitolo 3 LA RICOMPOSIZIONE CARTOGRAFICA 56

63 3.1. Generalità Il processo di ricomposizione cartografica è stato progettato dall Agenzia del Territorio con due finalità principali: il primo obiettivo è quello di ridare dignità topometrica alla mappa catastale mentre il secondo obiettivo riguarda la creazione di una rappresentazione numerica che sostituisca la mappa digitalizzata con la mappa rilevata. Alla base della ricomposizione cartografica è posta la realizzazione della maglia primaria dei punti fiduciali, definita nelle coordinate planoaltimetriche dei punti (PMP); tale maglia verrebbe a svolgere una serie di ruoli determinanti: fornirebbe l insieme dei punti di riferimento delle misure e dei rilievi conseguiti per scopi catastali o diversi; fornirebbe l elemento di base per la formazione di qualunque cartografia tecnica o tematica; costituirebbe un unico sistema di georeferenziazione delle informazioni territoriali. II progetto per la realizzazione della maglia primaria dei punti fiduciali catastali ne prevedeva la realizzazione in tre anni, attraverso il ricorso ad appalti con Ditte di confermata esperienza nel settore del rilievo e della rappresentazione cartografica. Il Capitolato tecnico è stato redatto dall Amministrazione anche attraverso un confronto diretto con l IGM, che aveva acquisito esperienza con la realizzazione della nuova rete geodetica del progetto IGM95. Il Catasto, inoltre, ha disposto il collegamento della sua maglia primaria alla rete IGM95, in modo che la maglia catastale costituisse un naturale raffittimento di tale rete, con densità pari ad 1 PF ogni 4-5 Km. E stata prevista la realizzazione di una rete secondaria di PF con densità pari ad 1 PF ogni 500 m. 57

64 La metodologia scelta per il rilievo è stata quella del GPS, nell ottica di ottenere ordini di accuratezza significativi non solo per le applicazioni istituzionali catastali, ma anche per quelle degli Enti territoriali locali. Gli appalti stipulati per la realizzazione del progetto sono stati tre, nel triennio , per un numero totale di circa PMP. Laddove i lavori si stanno concludendo, le verifiche conseguite in corso d opera stanno dando esiti positivi e se questi saranno confermati nei collaudi finali, i vertici definiti consentiranno di avere una maglia plano-altimetrica di vertici con precisioni intrinseche dell ordine dei 10 cm in planimetria e dei 15 cm in altimetria. La maglia è caratterizzata da una materializzazione stabile costituita da piastre metalliche con gambo affogato nel particolare del manufatto che individua il riferimento, ogni vertice è collegato ad altri due punti materializzati coincidenti con vertici della maglia dei punti fiduciali fin qui utilizzati nei rilievi di aggiornamento. Sia i vertici della maglia che quelli di collegamento vengono scelti sulla base di una potenziale fotograficità, cioè in modo da poter essere visibili sui fotogrammi di un volo aerofotogrammetrico a scala 1: Una volta definita la PMP, la successiva fase prevede il collegamento dei vertici della stessa con i PF e la conseguente determinazione automatica delle coordinate assolute dei punti dei rilievi di aggiornamento presenti nel data base del catasto geometrico. Appare così evidente come in presenza della rete consolidata si avrebbero diversi indubbi vantaggi; tra questi: l utilizzo del sistema del triangolo fiduciale perde significato; l utilizzo di strumentazione GPS per l acquisizione dei dati; la gestione dei dati altimetrici del rilievo; la fornitura dei dati in uscita in formato DXF; 58

65 le procedure di aggiornamento dell estratto di mappa avverranno mediante le misure rilevate; sarà possibile il rilascio dell estratto di mappa in formato digitale. Nel paragrafo successivo verrà proposta una procedura operativa per la realizzazione della ricomposizione cartografica. Si presenta, tuttavia, come una proposta metodologica, a causa degli oggettivi vincoli che sono stati incontrati in prima persona durante il periodo di dottorato, in particolar modo nel reperimento di vertici trigonometrici rideterminati con misure di precisione GPS e con densità ottimale Trasformazione globale Come già detto precedentemente, alla base della ricomposizione cartografica rimane la determinazione della nuova maglia di punti fiduciali, realizzata con misure di precisione GPS. Tuttavia, le attuali coordinate della misurazione ufficiale del catasto sono basate ancora sul vecchio sistema nazionale di rappresentazione Gauss-Boaga. Sarebbe molto utile, invece, utilizzare il nuovo sistema più preciso anche nella misurazione ufficiale catastale. Appare evidente come la soluzione ideale sia quella di effettuare un nuovo rilevamento totale di tutto il paese, soluzione comunque del tutto non realistica ed economicamente non fattibile. Ne tanto meno è pensabile che venga ricalcolata l enorme mole di dati che sono stati raccolti con i rilievi nel vecchio sistema. Non rimane, perciò, che l unica alternativa di trovare una soluzione matematica per la trasformazione fra i due sistemi; si tratta cioè di ricercare una funzione che permetta di calcolare, nei due sensi, le coordinate in un sistema a partire da quelle dell altro, a partire da un minimo di ulteriore lavoro di rilevamento. 59

66 Esistono diverse possibilità che possono essere prese in considerazione per il raggiungimento dello scopo prefissato, in particolare sono stati considerati due diverse strade: un approccio geodetico, sfruttando le equazioni di Molodenskij per la stima dei parametri di trasformazione ed un approccio geometrico, considerando una trasformazione lineare ad elementi finiti, meglio una trasformazione affine per maglie triangolari Km Fig. 3.1 Vertici rideterminati con misure GPS utilizzati nella simulazione Approccio geodetico Note le coordinate geodetiche (ϕ,λ,h) R40 di una serie di PF (fig. 3.1) rideterminati con misure di precisione GPS (ϕ,λ,h) WGS, dopo avere effettuato una trasformazione di coordinate da un sistema all altro, sono stati stimati con le equazioni di Molodenskij, di seguito riportate, come soluzione di un problema ai minimi quadrati, i 7 parametri x 0, y 0, z 0, E x, E y, E z, K. Tali 60

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