Piano di Zona per la salute e il benessere
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- Carlo Giuseppe
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1 Piano di Zona per la salute e il benessere distretto di Casalecchio di Reno Sistema integrato di interventi e servizi sociali Piano
2 i cambiamenti in essere nel sistema dei servizi: Trasformazione Ipab/Asp Piano Sociale e Sanitario Nuovo Ufficio di Piano FRNA L. R. 10/08: Riordino territoriale, autoriforma dell amministrazione, razionalizzazione delle funzioni Nuove forme di accreditamento dei soggetti gestori
3 La L.R. 10/2008: riordino territoriale, autoriforma dell amministrazione, razionalizzazione delle funzioni Obiettivo: promuovere con nuovi strumenti la semplificazione e rafforzare l efficacia delle politiche pubbliche tramite la riforma delle Comunità Montane e l incentivazione delle Unioni dei Comuni Unioni e Nuove C.M. sono le forme associative individuate nella legge come gli strumenti istituzionali appropriati per l esercizio associato delle funzioni e dei servizi e per la stabile integrazione delle politiche comunali. Fonte Regione E. R.
4 L.R. 10/08 e governance sociosanitaria Nella prospettiva di attuazione progressiva della L.R. 10, rimane nella fase di transizione la possibilità di svolgimento associato delle funzioni in ambito sociale e socio-sanitario mediante: la stipula di una convenzione, secondo le modalità previste nel Piano sociale e sanitario regionale, tra Comuni e/o tra Comuni e forme associative e/ o tra forme associative, l individuazione di soggetto referente e capofila per l ambito distrettuale. Fonte Regione E. R.
5 nuovo Udp: Il nuovo Ufficio di Piano è uno strumento tecnico di ambito distrettuale, di supporto ai livelli istituzionali, costituito attraverso una convenzione tra i Comuni di ambito distrettuale e l Ausll Ausl.
6 le funzioni del nuovo Udp: elaborazione e valutazione del Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale, e Progr.attuativi annuali) definizione di regolamenti distrettuali sull'accesso e sulla compartecipazione degli utenti alla spesa; attività istruttoria e di monitoraggio per l'accreditamento; supporto al Comitato di Distretto (o gli organi della forma associativa costituita dai Comuni dell ambito) ed al direttore del distretto nell attivazione e presidio dell integrazione socio sanitaria tra i servizi dei Comuni e quelli dell azienda USL; svolgere le funzioni tecniche e amministrative che i comuni decideranno di esercitare congiuntamente anche al fine di perseguire l integrazione delle politiche sociali e sanitarie con le altre politiche pubbliche. individuazione delle modalità (tavoli specifici, gruppi di lavoro, ) e supporto alla partecipazione del Terzo settore alla progr., al confronto con le OOSS, nonché ad un sistema stabile e positivo di collaborazione con le ASP e gli altri soggetti della produzione dei servizi.
7 Nuovo ufficio di piano distrettuale Convenzione tra Comuni x Udp: dal al Convenzione tra Comune capofila e ASL per integrazione socio-sanitaria: dal al Comune capofila: Casalecchio di Reno Sede: Via dei Mille, 9
8 Nuovo ufficio di piano distrettuale (decisione del Comitato di Distretto del 15/02/2008) Responsabile: Elisabetta Scoccati Vice-responsabile: Franca Verboschi Gruppo di coordinamento: 3 tecnici comunali (sub-aree territoriali); ASL: Giovanna Manai; Stefania Aristei Tavolo di raccordo/integrazione e coordinamento: 9 resp. Area sociale comuni; Direttore area cure primarie; Coordinatore piani salute ASL Figure di sistema: Supporto tecnico/amm.vo: Catia Di Camillo Supporto amm.vo per FNA: da individuare Supporto tecnico: Iress soc.coop.+ Elena Negroni
9 Il PdZ è un documento che implica due piani interconnessi POLITICO Comitato di distretto (composto dagli amm.ri di tutti i comuni di una zona, da Asl) Terzo settore in quanto soggetto politico e sindacati nei luoghi specifici TECNICO Dirigenti dei servizi Tecnici dei servizi Asl Terzo settore in quanto gestore Ufficio di piano Scuola
10 Se parliamo di modelli di governance parliamo di regole del gioco, cioè: tavoli: tipi, funzioni, conduzione ruoli dei vari soggetti istituzionali regole per il funzionamento dei tavoli e metodologie di lavoro, tra cui integrazione delle politiche
11 L integrazione delle politiche Attenzione al tema sia nell Atto indirizzo CTSS sia nel Piano di zona distrettuale salute e benessere sociale Aree d integrazione con le politiche sociali, sanitarie, sociosanitarie: politiche abitative Mobilità inserimento lavorativo persone svantaggiate formazione e scuola sicurezza e coesione sociale. Fonte Regione E. R.
12 Ruolo di CTSS e Comitato di distretto Regia e coordinamento della CTSS rispetto agli ambiti distrettuali, relativamente agli interventi più significativi nell ambito delle politiche sociali, sociosanitarie, sanitarie il Comitato di Distretto - o l organo della Unione/Comunità montana coincidente con l ambito - e il Direttore di Distretto esercitano congiuntamente la funzione di governo sull area dell integrazione sociosanitaria, e in modo distinto, ma coerente, quella sull area rispettivamente delle politiche sociali e di quelle sanitarie, avendo a riferimento i bisogni complessivi di salute e di benessere sociale. Fonte Regione E. R.
13 Impegni Comitati di Distretto Avvio a settembre 2008 del processo di elaborazione del nuovo piano triennale e del primo attuativo 2009 tramite approvazione di primi indirizzi rivolti agli Uffici di piano: la conclusione del processo di elaborazione è al 31 dicembre 2008 Definizione delle risorse di bilancio/risorse di budget per l attuativo annuale Completare la struttura organizzativa e il consolidamento degli Uffici di piano per il pieno svolgimento delle funzioni individuate nella DGR 1004/07 e nel PSSR Fonte Regione E. R.
14 Linee guida per la partecipazione del Terzo Settore ai processi di programmazione previsti dal PSSR Obiettivo Valorizzare, promuovere e favorire una maggiore partecipazione del Terzo Settore alle diverse fasi connesse ai processi previsti dall ll art. 20 L.R. 2/2003 e dal Piano Regionale Sociale e Sanitario programmazione progettazione realizzazione ed erogazione dei servizi e degli interventi sociali valutazione sui tre livelli del sistema - regionale - intermedio (ambito di Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria) - distrettuale Fonte Regione E. R.
15 Livello distrettuale Il Comitato di Distretto, o l organo della forma associativa che coincide con l ambito distrettuale, è tenuto a definire le modalità ed il percorso di concertazione con le rappresentanze locali del Terzo Settore. La concertazione deve avvenire sull intero processo (dalla predisposizione alla verifica) relativo alla predisposizione del Piano distrettuale per la salute ed il benessere sociale così come previsto dal PSSR. Gruppi tecnici/tavoli tematici La presenza dei rappresentanti del Terzo Settore ai gruppi tecnici insediati per la elaborazione del Piano distrettuale del benessere e della salute deve essere agevolata il più possibile, sia con modalità organizzative congrue (orari, luoghi, documenti ) che con la massima pubblicizzazione del lavoro al momento dell avvio, tenendo conto di agevolare il più possibile la presenza della ricchezza associativa di tutti i Comuni del Distretto. Fonte Regione E. R.
16 Le risorse: Riparto del fondo sociale regionale 2008 Primo riparto in attuazione degli indirizzi del PSSR. Atto di assemblea legislativa: Contiene essenzialmente i criteri di ripartizione del Fondo sociale regionale. Gli obiettivi per la programmazione sono già contenuti nel PSSR e in altri atti attuativi. Cosa confluisce nel Fondo Sociale Regionale: Risorse regionali Fondo nazionale politiche sociali Fondo per la Famiglia Fondo per i Nidi A livello nazionale non sono ancora stati quantificati gli importi per l anno Fonte Regione E. R.
17 Indicazioni dalla Regione: Avvio costituzione del Fondo Sociale Locale Distrettuale di cui all art. 45 della L.R. 2/03 Una quota del fondo indistinto dei singoli comuni viene destinato al fondo sociale locale Graduale superamento dei programmi finalizzati. Individuazione % minime di spesa per target di popolazione, priorità/azioni, indicatori per monitoraggio. Mantenimento dei programmi finalizzati derivanti dalla Legge finanziaria o da precedenti programmazioni: Ufficio di Piano Sportello sociale Famiglie numerose Qualificazione assistenti familiari Affido Fonte Regione E. R.
18 Contributi in conto capitale (art. 48 L.R. 2/2003 e art. 10 L.R. 5/2004) La procedura per la concessione di contributi in conto capitale finalizzati a sostenere le spese: di costruzione, di ristrutturazione e di acquisto di immobili destinati a strutture socio assistenziali e socio sanitarie colloca al livello territoriale la individuazione delle priorità di intervento. Fonte Regione E. R.
19 Contributi in conto capitale (art. 48 L.R. 2/2003 e art. 10 L.R. 5/2004 Entro il 15 ottobre: termine perentorio per la presentazione delle proposte di intervento ai comuni referenti per l ambito distrettuale. Entro il 30 novembre i Comitati di Distretto, verificati i requisiti di ammissibilità, trasmettono alla CTSS l elenco delle proposte ricevute con l indicazione delle priorità di finanziamento. Entro il 15 gennaio le CTSS trasmettono alla Regione la graduatoria degli interventi da realizzare tenendo conto delle diverse tipologie di intervento. La Regione, sulla base delle scelte di priorità delle CTSS e della verifica dei competenti uffici regionali, approva l ammissibilità a finanziamento degli interventi. Fonte Regione E. R.
20 FRNA 2007 e 2008 Accordo sindacale 9 luglio 2008
21 Promozione e sviluppo sportelli sociali Obiettivi Lo sportello sociale costituisce un punto unitario di accesso ai servizi sociali e socio-sanitari. Nell arco del triennio tutti gli ambiti distrettuali dovranno dotarsi dello Sportello Sociale. Azioni per il triennio Almeno una sede fisica in ogni comune Sviluppo sistemi informativi-costruzione cartella integrata dell assistito Collegamento e raccordo operativo con sportelli unici distrettuali Integrazione e coordinamento con sportelli tematici esistenti per avvio accesso e segnalazioni Fonte Regione E. R.
22 Progetto Sportello sociale Obiettivi del progetto (L.R. 2/03) Promozione e sviluppo degli Sportelli Sociali per garantire a tutti i cittadini l accesso al sistema locale dei servizi sociali e il conseguente diritto di informazione e di presa in carico. Implementazione di un sistema unificato di accesso ai servizi e agli interventi, in rete con gli altri sportelli già attivi in area sanitaria, scolastica e sociale. Azioni previste nel distretto rispetto agli obiettivi della Del. GR 432/2008 Nell anno 2008 Strumenti informatici: installazione di un software ad hoc per realizzare la rete; Acquisizione di personale: per gli sportelli di prossima attuazione (Casalecchio e Crespellano) e per la messa a regime e monitoraggio del progetto a livello distrettuale. Formazione specifica del personale addetto agli sportelli: sia per il rapporto con l utenza, sia per l uso dei software dedicati. Nel triennio: potenziamento e implementazione di quelle del 2008
23 SCHEMA DI GOVERNANCE RER e Provincia (CTSS) Comitato di Distretto Ufficio Di Piano Tavolo Sindacato Tavolo Welfare Anziani Disabilità Povertà Famiglia, Maternità. Infanzia Tavoli tematici
24 TAVOLI: ORGANIZZAZIONE E PROCEDURE Triennio Mission dei Tavoli: una volta individuati gli obiettivi politici ( declinati anche sulla base degli input Regionali e Provinciali - vd. Piano Socio-Sanitario e Atto di Indirizzo e Coordinamento), i tavoli tematici lavorano su temi specifici, anche a partire dall analisi dei bisogni che scaturisce dal Profilo di Comunità e dalla declinazione sul nostro territorio effettuata dall Ufficio di Piano. Novità triennio : i tavoli tematici lavoreranno nell ottica dell integrazione affrontando tematiche come il benessere della comunità, la qualità dell'ambiente, la qualità della vita e, in senso più ampio, il benessere e la salute di tutta la popolazione, nel rispetto degli indirizzi Regionali e Provinciali. Obiettivo prioritario: snellimento del lavoro dei Tavoli quindi Tavoli Pochi Efficienti che ricomprendano il lavoro dei Tavoli Trasversali Modalità di lavoro: Il Comitato di Distretto, in collaborazione con l Ufficio di Piano, elabora linee guida utili per impostare un procedura di lavoro che dia ai vari Tavoli omogeneità nei tempi e nelle modalità di approfondimento.
25 COMPOSIZIONE DEI TAVOLI Il Tavolo del Welfare: aggiornato l'elenco dei partecipanti in base a macro-rappresentanze di associazioni e categorie di cittadini, del mondo profit (Aziende e Coop. operanti nel sociale) e della scuola Tavolo sindacale: Composizione - Comitato di Distretto - Ufficio di Piano - Rappresentanze Composizione - Comitato di Distretto - Ufficio di Piano - ASL - Rappresentanze di cittadini - Rappresentanze della scuola - Rappresentanze del Profit I Tavoli tematici: Resterà l impostazione organizzativa e il modello del quadriennio Composizione di ogni Tavolo tematico - 1 Coordinatore - 1 Tecnico appartenente all'udp - 1 o 2 tecnici ASL - Figura di sistema - Associazioni, categorie, mondo del volontariato, esperti interessati al tema del tavolo
26 Funzioni degli organismi e Flusso RER, Provincia (CTSS) definiscono gli input da cui partire Il Comitato di distretto, in stretta connessione con l'udp, propone diversi macro obiettivi a partire da quanto individuato dalla CTSS e dal Tavolo Tecnico Provinciale per ogni area ai fini della discussione ai tavoli. Tavolo del Welfare Comitato di Distretto Tavolo Sindacati I tre organismi decidono gli obiettivi da realizzare sul territorio I tavoli tematici discutono anche sulla base delle effettive disponibilità economiche del distretto L'UDP elabora una proposta tecnica che sottopone al C.D. Esame e decisione politica del Comitato di Distretto Quanto emerso viene elaborato nell ambito del Piano di zona per la salute e il benessere, con allegati i progetti relativi ai programmi finalizzati
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28 Piano attuativo Illustrazione per aree d intervento Area intervento: Politiche in favore della popolazione anziana Azioni: 1. Domiciliarità 2. Residenzialità 3. Integrazione socio-sanitaria 4. Attività del servizio assistenza anziani 5. Prevenzione Progetti: 1. Badando
29 Piano attuativo Illustrazione per aree d intervento Area intervento: Politiche per l infanzia, l adolescenza e le famiglie Azioni: 1. Interventi a sostegno della famiglia 2. Servizi prima infanzia 3. Misure di sostegno economico 4. Sostegno alla qualità della vita delle donne 5. Prevenzione del disagio e promozione dell agio 6. Affido ed adozione 7. Abuso, maltrattamento e violenza intrafamiliare 8. Rapporto Scuola, Comuni e Azienda Sanitaria Progetti: 1. Centri per le famiglie 2. Guarda oltre: Educativa di strada 3. Sportelli d ascolto 4. Giovani eventi Spazio ai giovani 5. Sostegno e accompagnamento alla domiciliarità e al lavoro per utenza multiproblematica 6. Abbattimento costi dei servizi famiglie numerose
30 Piano attuativo Illustrazione per aree d intervento Area intervento: Politiche di contrasto all esclusione sociale, nuove e vecchie povertà Azioni: 1. Casa 2. Lavoro 3. Giovani 4. Immigrazione 5. Disagio 6. Isolamento sociale Progetti: 1. Papillon: un alternativa sociale al carcere ed una risorsa per i cittadini 2. Pepita 2 3. Mediazione interculturale nel distretto ed interventi di formazione, orientamento, facilitazione al lavoro a favore di cittadini stranieri
31 Piano attuativo Illustrazione per aree d intervento Area intervento: Politiche dirette a favorire l integrazione delle persone disabili Azioni: 1. Mentre e dopo di noi 2. Supporto alla domiciliarità 3. Integrazione scolastica 4. Integrazione lavorativa 5. Tempo libero 6. Inserimenti in strutture residenziali e semiresidenziali 7. Guida ai servizi Progetti: 1. Contributi per la mobilità-autonomia
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