La frutticoltura nella Pianura Padana Orientale. Michele Mariani
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1 La frutticoltura nella Pianura Padana Orientale Michele Mariani
2 Progettazione del frutteto ( Fase delicata ed importante - errori si ripercuotono sull intera vita dell impianto)
3 Scelta della specie e della varietà Prendersi tempo necessario per documentarsi ed informarsi sia sull andamento commerciale che sulle caratteristiche tecniche, dirigenti della struttura che ritirerà il prodotto) Non interpellare vivaisti o commerciali o consulenti (siamo tutti comunque di parte) Criterio comunque sia non può che essere di natura economica..mai «sociale» (no continuità di raccolta) Gestione delle novità varietali (oltre 10 ha di una specie si può pensare di rischiare, al di sotto puntare su varietà consolidate); non sempre un successo Consumatore non è in febbrile attesa di novità varietali; si spendono meno energie a migliore e perfezionare le vecchie piuttosto di metterne a punto di nuove (es. pesco)
4 Esempi di novità varietali recenti C r i m s o n C r i s p F u j i o n C o n c o r d e C a r m e n
5 Varietà consolidate per la Pianura
6 Materiale Vivaistico Non risparmiare sulle piante Fare un contratto dettagliato (N e posizione rami, diametro rami, altezza della pianta, sanità-cancro) Se le piante non corrispondono a quanto stabilito si rimandano subito indietro Cautelarsi sulla stabilità del clone (melo); prevedere risarcimento in caso di regressione o non rispondenza clonale nei primi 3 anni di impianto
7 Pianta di partenza
8 Impianto Terreno Orientamento Concimazione Palificazione e rete antigrandine Impollinazione Irrigazione Sistema di allevamento
9 Sistema di impianto e distanze Combinazione di forma di allevamento e conduzione Visitare Centri Sperimentali ed Aziende virtuose della zona Per ogni varietà esiste un Sistema più adatto (cioè quello che garantisce la maggior redditività) Influenzare il proprio consulente con i numeri Dalla fine degli anni 80 e per almeno 15 anni i vivaisti hanno sostituito l Università ed i Centri di Consulenza nei consigli relativi a questi 2 aspetti fondamentali della progettazione del frutteto: non era questo il loro compito Esempio Francese
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14 Gestione Ordinaria Dopo aver eseguito le scelte precedenti nel modo più razionale possibile vediamo quale deve essere il comportamento del frutticoltore nella gestione ordinaria del frutteto. Dotarsi di un Consulente (indipendente) Tendere all eccellenza in tutte le pratiche agronomiche (potatura, difesa, diradamento, gestione nutrizione, allegagione e irrigazione ed infine la raccolta) L eccellenza è riconosciuta dal mercato? (cent/kg in più a chi produce in modo eccellente?) Comunque sia io non ritengo ci sia alternativa (saranno ultimi a morire-esempio Melinda Golden in Val di Non)
15 Pero: gestione ordinaria un enigma Pero/Abate pur essendo la specie-varietà più presente manca di un MODELLO di gestione condiviso, vincente e riproducibile anno dopo anno; Fondazione sotto questo aspetto non ha fornito risposte esaustive; per alcune pratiche si per altre meno (potatura vs nutrizione) Bollettino???? che guidi le scelte del produttore nei momenti cruciali Temo non esista perché alcune pratiche agronomiche non sono state ancora capite o messe a punto-navigazione a vista???
16 Melo: gestione ordinaria ok Per le varietà più importanti ormai tutte le tecniche sono state messe a punto e codificate in un MODELLO più o meno condiviso, tutto sommato vincente e riproducibile nel tempo (con alcune variabili spesso legate ai capricci di noi consulenti) Fondazione utile ma non fondamentale; molte cose capite già prima del 2005 altre messe a punto in questa sede (nutrizione vs diradamento in parte) Esistono Bollettini Varietali che sostengono i produttori nei momenti cruciali Motivo per il quale nel Melo ci sono meno incertezze che nel Pero? Diffusione completamente diversa tra le 2 specie di conseguenza molti più tecnici e sperimentatori dedicati al Melo.
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