Il progetto Carta della Natura e la diversità lichenica nel Parco Naturale Paneveggio- Pale di San Martino (Trento, NE Italia)

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1 Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 82 (2005): ISSN Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento 2006 Il progetto Carta della Natura e la diversità lichenica nel Parco Naturale Paneveggio- Pale di San Martino (Trento, NE Italia) Juri NASCIMBENE Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Trieste, Via Giorgieri 10, I Trieste junasc@libero.it Riassunto - Il progetto Carta della Natura e la diversità lichenica nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino (Trento, NE Italia) - Nell ambito del progetto Carta della Natura del Parco Naturale di Paneveggio-Pale di San Martino (Trento, NE Italia), curato da APAT e dall Ente Parco, è stata analizzata per la prima volta la componente lichenica in rapporto ai differenti habitat classificati secondo il sistema Corine Biotopes. I 525 taxa infragenerici noti nel Parco sono stati attribuiti agli habitat sulla base di precedenti rilevamenti floristici e di dati bibliografici. Attribuendo a ogni poligono di un determinato habitat l intero elenco delle specie a esso associate, si è ottenuta una carta della biodiversità lichenica potenziale. La vulnerabilità degli habitat è rappresentata mediante un indice sintetico. Gli ambienti di maggior interesse conservazionistico sono la pecceta montana, i boschi subalpini e le aree rupestri. Vengono evidenziati e discussi alcuni aspetti critici di carattere metodologico. Summary - The Carta della Natura project and the lichen diversity in the Paneveggio-Pale di San Martino Natural Park (Trento, NE Italy) - Carta della Natura is a national project whose main aim is of pointing to the habitats worty of conservation. Habitats are classified in accordance with the Corine Biotopes system. The Natural Park Paneveggio-Pale di San Martino was involved in this project during 2005 and for the first time lichens were used among the indicators. The 525 infrageneric lichen taxa known in the Park were given to the habitats on the basis of a recent floristic survey and bibliographic data. A virtual map of the lichen diversity was obtained giving a constant lichen checklist to each pixel belonging to the same habitat. The vulnerability (potential biodiversity loss) of the habitats was expressed by the Biodiversity Erosion Risk Index. The most important habitats for lichen diversity and conservation are the montane spruce forests, the subalpine forests and the rocky habitats. Some critical remarks of methodological interest are emphasized and discussed. Parole chiave: conservazione, Corine biotopes, habitat, licheni, Paneveggio Key words: conservation, Corine biotopes, habitat, lichens, Paneveggio 1. Introduzione Il territorio del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino presenta molti ambienti ideali per lo sviluppo dei licheni, grazie soprattutto alla molteplicità dei substrati e alla diversificazione del clima. La ricchezza di specie licheniche è ben documentata dal lavoro del lichenologo Ferdinand Arnold, che verso la fine dell Ottocento perlustrò alcune zone del Parco e compilò un catalogo esauriente delle specie censite (Dalla Torre & Sarnthein 1902). Dal 1995 si sono avviate ulteriori ricerche lichenologiche sia di tipo floristico-vegetazionale (Caniglia et al. 2002; Nascimbene & Caniglia 2000a, 2002), sia indirizzate all uso dei licheni come bioindicatori negli ambienti forestali (Nascimbene & Caniglia 1999, 2000b). L integrazione dei dati storici con quelli di recente acquisizione ha per- messo di redigere una check-list di 525 taxa infragenerici (Nascimbene & Caniglia 2003). La maggioranza dei licheni del Parco ha come fotobionte un alga verde non trentepohlioide (88,8%), mentre in minor misura sono presenti specie con cianobatteri (7,8%) e Trentepohlia (3%). Prevalgono i licheni a tallo crostoso (59%), seguiti da quelli foliosi (20%) e fruticosi (16%). Le forme leprose e squamulose sono meno frequenti. La riproduzione sessuata mediante ascospore è la strategia più diffusa (73%), mentre la dispersione vegetativa mediante propaguli lichenizzati o frammentazione del tallo raggiunge il 27% (soredi 18%; isidi 5%; frammentazione 4%). Il substrato colonizzato da più specie è la roccia (47%), soprattutto quella di natura silicea (28%) e in minor misura quella di tipo carbonatico (19%). I li-

2 22 Nascimbene Licheni e Carta della Natura nel Parco di Paneveggio cheni epifiti e lignicoli rappresentano il 30% del totale, mentre i terricoli sono il 23%. Prevalgono licheni meso-acidofili, meso-eliofili e mesofili. Le specie nitrofile sono invece in netta minoranza, confinate in prossimità degli insediamenti urbani e rurali o in aree interessate dalla permanenza della fauna selvatica come ad esempio i ripari dei camosci e i posatoi degli uccelli. 2. I licheni e la Carta della Natura del Parco La procedura di analisi ambientale del progetto Carta della Natura applicata al Parco di Paneveggio-Pale di San Martino si basa sulla realizzazione di una carta degli habitat alla scala 1: in cui viene applicata la legenda Corine Biotopes (APAT 2004). Per redigere questa carta sono stati utilizzati in maniera congiunta rilevamenti in aree campione e tecniche di interpretazione delle immagini satellitari. Successivamente, il valore ecologico-ambientale di ciascun habitat è stato valutato sulla base di una serie di indicatori per identificare le aree di maggior interesse ai fini della conservazione della biodiversità (Ibid.). Alcuni indicatori sono di carattere normativo, costituiti per lo più da D.P.R. o D.M. che recepiscono direttive europee, come nel caso della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli; altri sono di tipo strutturale e riguardano le dimensioni, la distribuzione e le caratteristiche del perimetro degli habitat; infine, altri ancora riguardano gruppi tassonomici, la cui biodiversità viene considerata sia sotto il profilo del numero delle specie presenti sia della loro rarità. Questi due parametri stanno alla base dell Indice BER (Indice del Rischio di Erosione della Biodiversità) elaborato da Fattorini & Giacanelli (2004), che ha la funzione di descrivere la fragilità dell indicatore. Viene così stimato il rischio di erosione della biodiversità di un determinato habitat. L utilizzo di indicatori e i criteri di valutazione della naturalità o della vulnerabilità degli habitat mostrano molti aspetti critici e controversi che necessitano di ulteriori precisazioni teoriche (si veda per es.: Rolstad et al. 2002). Nel caso dei licheni ci sono molti esempi di un loro utilizzo nel campo del biomonitoraggio dell inquinamento atmosferico (si veda per es.: ANPA 2001; Asta et al. 2002; Nimis 1998a, 1998b; Nimis et al. 1991) e del monitoraggio della biodiversità negli ecosistemi forestali (Stofer et al. 2003) nell ambito del progetto europeo ForestBiota. Il presente lavoro costituisce il primo caso in cui la componente lichenica viene utilizzata tra gli indicatori nel contesto del progetto Carta della Natura. 3. Aspetti metodologici Le 525 specie licheniche note nel Parco sono state attribuite agli habitat della Carta della Natura sulla base dei rilevamenti eseguiti nel corso di ricerche floristico-vegetazionali e delle citazioni bibliografiche disponibili. Questi dati hanno permesso di ricondurre le segnalazioni delle specie a località ben precise, identificabili nella carta degli habitat. Si è inoltre tenuto conto delle caratteristiche ecologiche delle specie note in letteratura (Nimis 1993, 2003). Un problema nell attribuzione delle specie licheniche ai codici Corine Biotopes è legato al fatto che gli habitat considerati in questo sistema di classificazione sono individuati prevalentemente sulla base della vegetazione superiore. Nel caso dei licheni, ciò ha portato a dividere il contingente delle specie soprattutto sulla base dei substrati. In questo modo, però, le specie rupicole compaiono soltanto negli habitat rupestri e non vengono ad esempio attribuite alle praterie alpine o ai boschi subalpini dove comunemente sono presenti anche affioramenti rocciosi; tali affioramenti, pertanto, vengono considerati come habitat distinti. Questo problema di compenetrazione degli habitat lichenici riguarda soprattutto i piani subalpino e alpino. Nei diversi habitat i licheni, come anche le piante vascolari, presentano popolamenti più o meno diversificati in funzione delle disponibilità di substrati da colonizzare e dei principali parametri climatici che ne controllano l ecologia. Dal momento che erano disponibili anche i dati relativi alla flora vascolare (Festi & Prosser 2000), è stato possibile eseguire un primo confronto tra i due gruppi tassonomici nei differenti habitat. Per i licheni non è attualmente disponibile una lista rossa nazionale aggiornata. La sua compilazione si dovrebbe basare sui criteri IUCN (2001) che vengono determinati da diversi parametri, per lo più sviluppati per la flora vascolare e le popolazioni animali, che sono di difficile applicazione alle crittogame e ai licheni in particolare (Scheidegger & Goward 2002). Di seguito si riportano i parametri di più difficile applicazione ai licheni. 1. Popolazione e dimensione della popolazione. Tale parametro si basa sul numero di individui maturi, ma nel caso dei licheni è spesso difficile distinguere fisicamente un individuo dall altro. 2. Tempo di generazione. Viene determinato sulla base dell età media degli individui dell ultima generazione, ma tale concetto non può essere applicato omogeneamente ai licheni, visto che il loro tempo

3 Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 82 (2005): di generazione può variare considerevolmente da specie a specie e nell ambito della stessa specie a seconda della situazione ambientale. 3. Riduzione. Consiste nella variazione del numero di individui maturi in un determinato lasso di tempo. È un criterio difficilmente applicabile ai licheni, perché spesso mancano dati storici sufficienti a ricostruire il cambiamento. Inoltre, i campionamenti effettuati anche solo 20 anni fa seguivano altri criteri rispetto a quelli odierni, cosa che rende i dati non confrontabili. 4. Declino continuo. Questo parametro può essere valutato solo seguendo in modo continuo l evoluzione di una popolazione. Tuttavia, risulta spesso difficile ottenere tali dati direttamente, e le stime che possono essere fatte sul declino del corrispondente habitat spesso mancano di dati sufficienti. Un primo contributo per la redazione di una lista rossa dei licheni delle Alpi è fornito dal lavoro di Martellos et al. (2004), in cui viene proposto di utilizzare il concetto di rarità per identificare le specie di maggior interesse conservazionistico. La rarità di ogni specie è attualmente desumibile da ITALIC, il sistema informativo sui licheni italiani (Nimis 2003; Nimis & Martellos 2002). Essa è espressa dal parametro denominato rarity/commonness, che ha 9 livelli e che viene assegnato per ognuna delle 9 regioni bioclimatiche d Italia (Nimis 2003). I valori vengono calcolati in base a vari fattori: A) il numero dei campioni presenti nell erbario lichenologico triestino (TSB) come percentuale sul totale della regione bioclimatica; B) il numero di citazioni in letteratura; C) l expert judgement in casi particolari e controversi. La classe estremamente raro viene assegnata solo a taxa noti per meno di 5 stazioni e/o che non sono riportati in letteratura negli ultimi anni, con l esclusione di quelli descritti di recente o con una posizione tassonomica controversa. Nel presente lavoro si è seguito questo tipo di impostazione e sono state considerate 4 classi di rarità rispetto all arco alpino italiano, a priorità conservazionistica decrescente: I. specie estremamente rare in Italia ed esclusive delle regioni alpine; II. specie estremamente rare in Italia, ma non esclusive delle regioni alpine; III. specie estremamente rare nelle Alpi italiane, ma più comuni in altre aree; IV. specie molto rare in tutta Italia. Queste quattro classi sono state utilizzate per l elaborazione della carta dell Indice BER (Fattorini & Giacanelli 2004). Le carte relative alla ricchezza floristica e alla ricchezza di specie rare sono state ottenute attribuendo a ogni poligono di un habitat l intero elenco delle specie a esso associate. In questo modo è stata rappresentata una stima sintetica del livello di biodiversità potenziale sul territorio, in base alla distribuzione degli habitat. L ampiezza delle fasce nelle carte è stata calcolata sulla base dei valori della deviazione standard, in modo tale che esse risultassero tra loro significativamente diverse. 4. Risultati La metà delle specie licheniche del Parco è concentrata negli ambienti rupestri; in quelli silicei è presente circa il 30% della flora, mentre in quelli carbonatici circa il 20% (Tab. 1; Figg. 1, 2). Nei boschi subalpini (lariceti, cembrete, pecceta) e nella pecceta montana è presente circa il 20% delle specie. Tuttavia, per effetto della compenetrazione degli habitat rupestri in questi ambienti forestali, gli habitat del piano subalpino possono essere considerati i più ricchi di specie licheniche. Tra le formazioni erbacee, la maggior ricchezza lichenica è concentrata nelle praterie primarie a carattere pionieristico come curvuleti e firmeti, dove è presente circa il 10% dei licheni censiti. Anche in questo caso la compresenza di micro-habitat rupestri ha l effetto di incrementare sensibilmente la diversità lichenica. Nelle formazioni a fitta copertura fanerogamica, come nardeti e seslerieti, la componente lichenica ha un ruolo decisamente minoritario. Le specie nitrofile sono concentrate negli habitat antropizzati e in quelli ascrivibili ai Prunetalia (codice 31.81) dove è presente circa il 10% delle specie del Parco. Il rapporto licheni/fanerogame nel Parco è pari a 0,35 (Tab. 2), valore inferiore rispetto alla media regionale che si attesta attorno a 0,42 (Martellos et al. 2004). Il rapporto medio negli habitat considerati è tuttavia pari a 0,45. Sulle rupi e sui macereti silicei i licheni sono circa il doppio delle fanerogame, mentre sulle rupi calcaree i due gruppi si equivalgono. Valori sopra la media caratterizzano soprattutto i boschi subalpini, la pecceta montana, ma anche i brecciai calcarei e gli ambienti dei Prunetalia. Le specie rare sono in tutto 59: 7 appartengono alla classe di rarità I, 10 alla classe II, 4 alla classe III e 38 alla classe IV. Si tratta in gran parte di licheni epifiti foliosi, ad affinità sub-oceanica, in cui è molto frequente

4 24 Nascimbene Licheni e Carta della Natura nel Parco di Paneveggio Tab. 1 - Ricchezza specifica e presenza di specie rare negli habitat del Parco codificati secondo Corine Biotopes. Tab.1 - Species richness and rare species in the different habitat of the Park. Habitat are coded following Corine Biotopes. Codice Corine Habitat N specie % sul tot. della flora N specie rare (classi I-IV) % sul tot. delle rare N specie rare (classi I e II) % sul tot. delle classi I e II Pecceta montana , , , Rupi silicee , ,0 2 12, Brecciai silicei alpini e nordici , ,0 2 12, Pecceta subalpina , ,6 3 18, Lariceto ,1 9 15,3 3 18, Cembrete 97 18,5 7 11,9 3 18, Rupi calcaree ,3 6 10,2 1 6, Brecciai calcarei alpini ,1 5 8,5 1 6, Brughiere subalpine 77 14,7 4 6,8 2 12, Curvuleti 65 12,4 3 5,1 1 6, Formazioni a Pinus mugo 52 9,9 3 5,1 1 6, Tappeti a Carex firma 50 9,5 3 5, Nardeti e comunità collegate 30 5,7 3 5, Pineta orientale di pino silvestre 34 6,5 2 3, Seslerieti delle Alpi 24 4,6 2 3, Mantelli dell Europa temperata 46 8,8 1 1, Cespuglieti di salici pre-alpini 13 2,5 1 1, Faggete termofile 22 4,2 0 0, Città, centri abitati 21 4,0 0 0, Cespuglieti ad Alnus viridis 14 2,7 0 0, Boscaglie a Ostrya carpinifolia 11 2,1 0 0, Acque ferme (laghi e stagni) 0 0,0 0 0,0 0, Greti di torrenti con veg. erbacea 0 0,0 0 0,0 0, Prati sfalciati fertilizzati 0 0,0 0 0, Prati sfalciati montani e subalpini 0 0,0 0 0, Ghiacciai e superfici innevate 0 0,0 0 0,0 0,0 0 Legenda limiti del parco strada Acque dolci (laghi, stagni) Greti con vegetazione erbacea Brughiere subalpine a Rhododendron e Vaccinium Formazioni a Pinus mugo Ontanete ad Alnus viridis Cespuglieti medio-europei dei suoli ricchi Nardeti montani e subalpini e comunità collegate Curvuleti Seslerieti delle Alpi Tappeti e Carex firma Prati falciati e trattati con fertilizzanti Prati falciati montani e subalpini Faggete termofile Boscaglie di Ostrya carpinifolia Pecceta subalpina (Homogyno-Pieccium) Peccete montane acidofile Boschi acidofili di cembro e larice delle alpi orientali Lariceto (Laricetum deciduae) Pineta orientale di pino silvestre Cespuglieti di salici pre-alpini Torbiere alte prossimo naturali Brecciai silicei alpini e nordici Brecciai calcarei alpini Rupi calcaree Rupi silicee incl. rupi serpentinose 63 - Ghiacciai e superfici costantemente innevate Città, centri abitati Fig. 1 - Carta degli habitat del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, secondo la classificazione Corine Biotopes. Fig. 1 - Map of the habitats of the Paneveggio-Pale di San Martino Natural Park, following Corine Biotopes classification.

5 Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 82 (2005): Legenda limiti del parco strada non classificato Fig. 2 - Carta della ricchezza specifica dei licheni. Fig. 2 - Map of the lichen species richness. Tab. 2 - Rapporto Licheni/Fanerogame in Trentino-Alto Adige, nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino e nei singoli habitat del Parco. Tab. 2 - Ratio Lichen flora/phanerogamic flora in Trentino- Alto Adige, in the Paneveggio - Pale di San Martino Natural Park and in the different habitats of the Park. Area geografica/tipo di habitat Rapporto Licheni/ Fanerogame Trentino-Alto Adige 0,42 Parco Paneveggio 0,35 Media negli habitat del Parco 0,45 Brecciai silicei 2,21 Rupi silicee 2,15 Rupi calcaree 1,11 Pecceta subalpina 0,68 Mantelli dell Europa temperata 0,64 Pecceta montana 0,61 Brecciai calcarei alpini 0,58 Lariceto 0,58 Cembrete 0,51 Curvuleti 0,42 Pineta orientale di pino silvestre 0,31 Tappeti a Carex firma 0,30 Brughiere subalpine 0,27 Faggete termofile 0,22 Formazioni a Pinus mugo 0,21 Nardeti 0,12 Boscaglie a Ostrya carpinifolia 0,09 Seslerieti delle Alpi 0,08 Cespuglieti ad Alnus viridis 0,07 Cespuglieti di salici pre-alpini 0,05 Città, centri abitati 0,05 Acque ferme 0,00 Greti di torrenti con veg. erbacea 0,00 Prati sfalciati e fertilizzati 0,00 Prati sfalciati montani e subalpini 0,00 la presenza di cianobatteri come fotobionti (18%). La metà delle specie rare è presente nella pecceta montana (Tab. 1; Figg. 2, 3), soprattutto nei distretti periferici della Val Canali. La percentuale sale al 62% se si considerano soltanto le specie dei primi due gruppi. In questo habitat le specie rare rappresentano il 30% del totale. Sulle rupi e sui brecciai silicei è presente il 22% delle specie rare. Tuttavia l importanza di questi habitat si ridimensiona considerando soltanto le specie dei gruppi I e II (12%). Al contrario, emerge l importanza delle formazioni forestali subalpine (lariceti, larici-cembreti, peccata subalpina) in cui è presente circa il 19% delle specie dei gruppi I e II. Se pure in minor misura, anche rupi e macereti calcarei, brughiere subalpine, curvuleti e formazioni a Pinus mugo sono habitat che ospitano specie rare. 5. Considerazioni conclusive La carta sintetica dell indice BER (Biodiversity Erosion Risk) (Fig. 4) evidenzia che le aree più interessanti per la componente lichenica sono concentrate soprattutto nel piano montano e in quello subalpino. Il confronto con le piante vascolari e la ricchezza di specie rare evidenzia che in questi ambienti la componente lichenica è un fattore fondamentale della biodiversità. Ciò trova una rispondenza nei risultati di molti studi nei quali si dimostra che i licheni sono buoni indicatori di biodiversità negli ambienti forestali (Scheidegger et al. 2002) e buoni indicatori di importanza conservazionistica (ad es.: Hedenås & Ericson 2000; Johansson &

6 26 Nascimbene Licheni e Carta della Natura nel Parco di Paneveggio Legenda Il lavoro è stato svolto con il contributo del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Un ringraziamento ad APAT (Agenzia per la prolimiti del parco strada non classificato Fig. 3 - Carta della ricchezza di specie rare. Fig. 3 - Map of the rare species richness. Legenda limiti del parco strada 0, , , , , , , , non classificato Fig. 4 - Carta dell Indice di Erosione della Biodiversità (BER). Fig. 4 - Map of the Biodiversity Erosion Risk Index (BER). Gustafsson 2001; Kuusinen 1996; Mc Cune 2000; Rose 1993; Rose & Coppins 2002; Selva 2002; Uliczka & Angelstam 2000). I boschi montani sono quelli che rivestono un maggior ruolo economico e pertanto è in questi ambienti che l azione antropica potrebbe interferire maggiormente con la componente lichenica. Anche il traffico veicolare costituisce un fattore di rischio (Nascimbene & Caniglia 2000b). Negli ambienti del piano alpino i licheni sono probabilmente sottoposti a un minor rischio. Tali habitat sono soggetti in prevalenza a un divenire naturale che soltanto fenomeni su vasta scala (ad esempio cambiamenti climatici) potrebbero modificare sensibilmente. L azione antropica diretta è legata all escursionismo, allo sci alpino e al pascolo. Queste attività possono localmente avere una influenza negativa sulla diversità lichenica a causa del calpestio, dell eutrofizzazione e dei movimenti di terra. Ringraziamenti

7 Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol., 82 (2005): tezione dell ambiente e per i servizi tecnici) per aver gentilmente accordato il permesso di utilizzare le elaborazioni cartografiche esposte nelle figure 1-4. Desidero ringraziare il prof. Pier Luigi Nimis (Università di Trieste) per i preziosi consigli sia nella fase di realizzazione del lavoro sia durante la stesura del testo. Bibliografia ANPA, I.B.L. Indice di Biodiversità Lichenica. Manuali e Linee Guida, 2: 85 pp. APAT, Carta della Natura alla scala 1: Metodologia di realizzazione. APAT Manuali e linee guida, 30: 104 pp. Asta J., Erhardt W., Ferretti M., Fornasier F., Kirschbaum U., Nimis P.L., Purvis W., Pirintsos S., Scheidegger C., Van Haluwyn C. & Wirth V., Mapping lichen diversity as an indicator of environmental quality. In: Nimis nimis P.L., Scheidegger C. & Wolseley P. (eds), Monitoring with lichens - Monitoring lichens. 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8 28 Nascimbene Licheni e Carta della Natura nel Parco di Paneveggio Scheidegger C., Groner U., Keller C. & Stofer S., Biodiversity Assessment Tools - Lichens. In: Nimis P.L., Scheidegger C. & Wolseley P.A. (eds), Monitoring with Lichens - Monitoring Lichens. Kluwer Academic Publishers, The Netherlands: Selva S.B., Indicator species-restricted approach in coniferous and hardwood forests of Northeastern America. In: Nimis P.L., Scheidegger C. & Wolseley P.A. (eds), Monitoring with lichens - Monitoring lichens. Kluwer Academic Publisher, Netherlands: Stofer S., Catalayud V., Ferretti M., Fischer R., Giordani P., Keller C., Stapper N. & Scheidegger C., Epiphytic Lichen Monitoring within the EU/ICP Forests Biodiversity Test-Phase on Level II plots. (http//www. forest-biota.org). Uliczka H. & Angelstam P., Assessing conservation values of forest stands based on specialised lichens and birds. Biological conservation, 95: Accettato per la stampa: 31 luglio 2006

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