Valutazioni tecnico-economiche

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Valutazioni tecnico-economiche"

Transcript

1 Valutazioni tecnico-economiche

2

3 Sommario VALUTAZIONE TECNICA ED ECONOMICA DELL'INTRODUZIONE DI GRANELLE PROTEICHE NON OGM NELLA RAZIONE ALIMENTARE DI BOVINI DA CARNE E OVINI...3 VALUTAZIONE TECNICA ED ECONOMICA DELL'INTRODUZIONE DI GRANELLE PROTEICHE NON OGM NELLA RAZIONE ALIMENTARE DI BOVINI DA LATTE...55 L INTRODUZIONE DI PROTEINE NON GM NEGLI ALLEVAMENTI - INNOVAZIONI ORGANIZZATIVE DELLA FILIERA

4

5 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini A cura di: Antonio Cioffi e Luigi Mennella, Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale (Università degli Studi di Napoli Federico II) Introduzione Il ruolo dell Unità di ricerca del Centro per la Formazione in Economia e Politica dello sviluppo rurale nel Progetto Interregionale Azioni di innovazioni e ricerca a supporto del piano Proteine Vegetali - R_INNOVA PRO_VE è stato finalizzato alla verifica della sostenibilità tecnica ed economica della introduzione di fonti proteiche alternative alla soia nelle razioni alimentari delle aziende zootecniche italiane, in grado di garantire e certificare le tecniche di produzione adottate. In particolare, l obiettivo dell attività di ricerca è stata la valutazione, attraverso modelli di simulazione, degli effetti economici derivanti dall introduzione delle soluzioni innovative messe a punto dal progetto, riguardanti l impiego di fonti proteiche alternative alla soia, in quattro gruppi di imprese zootecniche con bovini da carne ed ovini presenti in aree differenti del territorio nazionale. Come si vedrà più avanti, si tratta di imprese che avendo orientamenti produttivi, caratteristiche strutturali e tecnologie di produzione differenti, ben si adattano alla valutazione dell introduzione di fonti proteiche alternative alla soia. Questo lavoro intende illustrare la metodologia di analisi adottata e discutere i risultati conseguiti. In particolare, la prima parte è dedicata alla descrizione delle caratteristiche tecnico-strutturali delle imprese oggetto d indagine. In essa sono anche discussi i criteri adottati per la stima dei risultati economici delle imprese e per la valutazione dei risultati stessi. La seconda parte è invece finalizzata a sviluppare simulazioni economiche di sostituzione della soia non certificata come ogm free nelle razioni alimentari praticate. Essa è basata sulle soluzioni individuate nella ricerca per la sostituzione della soia ed è finalizzata a valutare e confrontare i risultati economici che ne deriverebbero con quelli ottenuti nella situazione osservata nell anno base. 3

6 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI 1 REDDITIVITÀ E COSTI DI PRODUZIONE DELLE IMPRESE 1.1 CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLE IMPRESE La base informativa dello studio è stata costituita dalle caratteristiche tecniche, organizzative e strutturali di alcuni gruppi di aziende zootecniche, raccolte attraverso interviste agli allevatori, con l impiego di appositi questionari. In particolare, sono stati studiati quattro gruppi di aziende collocati in altrettante regioni, dei quali tre allevavano bovini da carne (Marche, Toscana e Veneto) ed uno ovini per la produzione di latte e carne (Sardegna). Ciascuno dei gruppi risultava composto da dieci aziende. Il rilevamento dei dati ha avuto luogo nel corso del 2006, eccetto per gli allevamenti ovini, per i quali è stato svolto nel Le informazioni raccolte hanno consentito di produrre dei bilanci secondo lo schema serpieriano, partendo dai quali sono elaborati diversi indicatori economici, evidenziando, soprattutto, la redditività, i costi di produzione e i costi legati all acquisto degli alimenti per il bestiame. I vari sistemi aziendali presi in considerazione nelle quattro aree presentavano specificità e tecniche di produzione riconducibili ai territori in cui operano. Le aziende venete allevavano bovini da carne, in prevalenza razze francesi (Limousine e Charolaise), effettuando la sola fase d ingrasso, con ristallo, quindi, sempre acquistato all esterno. La superficie foraggera risultava mediamente di 94 ettari (Tabella 1.1), prevalentemente destinati alla coltivazione di mais, per lo più da insilare, che rappresentava la base delle razioni alimentari praticate. Si trattava di allevamenti di notevoli dimensioni, con una media di oltre milleduecento capi allevati e piuttosto intensivi, con un carico di quasi 8 uba/ha, ma con una forte disomogeneità all interno del campione, visto che ben 6 aziende su 10 allevavano mediamente meno di 500 capi e che le due aziende maggiori concentravano oltre metà dei capi complessivamente allevati. Per il lavoro era richiesto mediamente l impiego di quasi 4 unità lavorative, per i due terzi costituiti da manodopera salariata. Le aziende delle Marche, invece, erano costituite da allevamenti di bovini, in prevalenza di razza Marchigiana, che adottavano la linea vacca-vitello. La loro sau media risultava di 74 ha, di cui 57 ha destinati all attività di allevamento, mentre la restante parte era rappresentata da coltivazioni di cereali ed ortive (Tabella 1.1). Tra le foraggere aziendali prevalevano i prati di erba medica, seguiti da pascoli ed altri prati e dall orzo, coltivato 4

7 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini generalmente per la produzione di granella. Tra le rimanenti coltivazioni si segnala l impiego del pisello proteico e favino. Il numero medio di capi allevati era pari a 72 unità, di cui 33 rappresentati da vacche. La rimonta risultava prevalentemente interna ma talvolta aveva luogo l acquisto di vitelli e tori da altre aziende, mentre le vendite erano costituite per lo più da vitelloni di peso superiore ai 700 kg e secondariamente da manze e da riproduttori a fine carriera. All attività di allevamento erano dedicate mediamente due unità lavorative, rappresentate quasi esclusivamente da familiari; infatti, solo un azienda su dieci si avvaleva di manodopera salariata. Il campione Toscano era costituito da allevamenti specializzati nell ingrasso di vitelloni da carne (generalmente di razza Chianina), con ristallo acquistato per intero all esterno. La sau media destinata all allevamento era di 11 ha, mentre circa 5 ha erano occupati da altre coltivazioni. Tra le foraggere coltivate prevalevano i prati di erba medica, seguiti da orzo, frumento e mais da granella (Tabella 1.1). Il numero medio di capi allevati era di 21 unità e la vendita dei vitelloni aveva luogo in prossimità degli 800 kg. Mediamente l allevamento richiedeva l impegno di poco più di un unità lavorativa, che, come per le aziende marchigiane, risultava quasi sempre d origine familiare. Le aziende del campione della Sardegna allevavano ovini di razza Sarda per la produzione di latte e secondariamente di carne, ottenuta dalla vendita di agnelli del peso di circa 10 kg e dai capi a fine carriera. Si trattava di allevamenti piuttosto estensivi, con ampio ricorso ai pascoli, ai quali, infatti, era destinata la maggior parte della sau aziendale. Tra gli erbai coltivati prevalevano quelli polifiti seguiti nell ordine da frumento, orzo ed avena (Tabella 1.2). Le greggi risultavano composte mediamente da quasi 300 capi. Le pecore davano luogo a circa quattro lattazioni nel corso della carriera, con produzioni medie di quasi 190 kg di latte ciascuna, prevalentemente non trasformato in azienda. La rimonta risultava generalmente interna. Tutte le aziende si avvalevano esclusivamente di manodopera familiare ed il lavoro impiegato risultava mediamente superiore alle due unità lavorative. 5

8 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Tabella Caratteristiche degli allevamenti bovini campione parametro Veneto Marche Toscana a) Superficie foraggera Sau foraggera ha mais -% frumento- % orzo - % avena - % soia - % 4.4 pisello - % 0.9 favino - % 0.4 altri erbai - % erba medica - % prati- pascoli - % 34.4 b) Caratteristiche tecniche degli allevamenti presenza media - n 1, vacche n uba - n carico bestiame - uba/ha peso medio giacenze iniziali kg capi acquistati - n 2, peso medio acquisti kg capi venduti - n 1,972 20(17)* 18 peso medio vendite kg (723) * 782 peso medio giacenze finali kg incremento medio giornaliero kg durata ciclo ingrasso gg produzione netta t produzione lordo acquisti t 1, c) Lavoro impiegato ulu familiari % % % ulu salariate % % % ulu totali % % % Note : uba (unità bestiame adulto): vacche e tori = 1 uba; vitelloni e manze = 0,6 uba; vitelli = 0,4 uba; * il valore tra parentesi si riferisce alla sola categoria dei vitelloni; ulu (unità lavorativa umana) = 2200 ore lavorative 6

9 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Tabella Caratteristiche degli allevamenti ovini della Sardegna campione parametro a) Superficie foraggera Sardegna Sau foraggera ha 101 mais -% frumento- % 5.7 orzo - % 4.4 avena - % 2.2 soia - % pisello - % 0.4 favino - % 0.4 altri erbai - % 32.7 erba medica - % prati- pascoli - % 54.2 b) Caratteristiche tecniche degli allevamenti Pecore 242 Arieti 6 Agnelle 46 Tot capi allevati 294 Uba - n 41 Carico bestiame - uba/ha 0.41 Età al primo parto mesi 14 Interparto gg 360 Durata lattazione gg 239 Durata carriera anni 6 Produzione latte/lattazione - kg/capo 187 Produzione latte giornaliera - kg/capo 0.78 Latte trasformato in azienda - % 1.4% c) Lavoro impiegato ulu familiari % ulu salariate % ulu totali % Note: uba(unità bestiame adulto): pecore e arieti = 0,15 uba; agnelli = 0,05 uba; ulu (unità lavorativa umana) = 2200 ore lavorative 7

10 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI 1.2 METODOLOGIA DI ANALISI La stima della redditività delle imprese e dei costi delle produzioni zootecniche principali è stata effettuata con riferimento alla situazione osservata nel 2006, ad eccezione delle imprese della Sardegna per le quali l anno di riferimento è stato il Rispetto a questi risultati che identificano la performance aziendale nell anno base, sono stati valutati gli effetti dei cambiamenti nell alimentazione del bestiame con la sostituzione della soia con altra soia certificata non gm e con altre fonti proteiche Determinazione dei risultati economici delle aziende A. Attivo Per quanto riguarda la determinazione della PLV derivante dalla vendita dei prodotti delle coltivazioni, si è deciso di considerare solo le foraggere, in quanto riconducibili all attività di allevamento. I risultati economici delle diverse imprese sono stati stimati sia con gli aiuti disaccoppiati che senza di questi. Il pagamento unico aziendale e gli altri aiuti sono stati desunti dai questionari. Nelle aziende in cui accanto all attività di allevamento coesistevano altre produzioni, il pagamento unico aziendale è stato attribuito in funzione della superficie destinata alle diverse attività. Viceversa, i premi accoppiati a produzioni non ricollegabili all attività zootecnica non sono stati conteggiati mentre ovviamente i premi accoppiati alle produzioni dell allevamento sono stati considerati in toto. B. Passivo Sono stati calcolati innanzitutto i costi espliciti, vale a dire quelli relativi a tutti i fattori e mezzi tecnici effettivamente acquistati dalle aziende, la cui entità è stata rilevata attraverso le interviste cui sono state sottoposte le imprese studiate. Tali spese comprendevano in particolare le seguenti voci: sementi, antiparassitari, diserbanti, fertilizzanti, contoterzista, spese veterinarie, altri costi generali, altri materiali di consumo, manodopera salariata, affitti. Quando non esplicitate nel questionario, si è reso necessario provvedere alla stima delle quote di manutenzione, ammortamento ed assicurazione. Le quote di manutenzione sono 8

11 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini state stimate pari allo 0,5% del valore per i miglioramenti fondiari e del 3% per le macchine, mentre le quote di ammortamento sono state stimate applicando alla metà del valore a nuovo dei beni un coefficiente di 0,03 per i fabbricati e di 0,10 per le macchine. I costi relativi ai fattori di produzione immessi dall imprenditore e dalla famiglia, descritti di seguito, sono stati stimati ricorrendo al criterio dei costi opportunità. La remunerazione del lavoro familiare è stata stimata partendo dalle ore di lavoro destinate all attività di allevamento, desunte dai dati sull impiego della manodopera raccolti nel corso delle interviste. Ad esse è stata applicata la remunerazione oraria ottenuta dai salari medi giornalieri degli operai agricoli, differenziati su base provinciale, stilati annualmente dal Ministero del Lavoro. Come riferimento è stata considerata la categoria degli operai a tempo indeterminato qualificati. I contributi previdenziali, qualora non esplicitati, sono stati stimati sulla base della normativa vigente sui trattamenti pensionistici obbligatori dei coltivatori diretti. La remunerazione del capitale d esercizio è stata stimata applicando al valore medio del capitale un tasso desunto sulla base degli impieghi alternativi dello stesso, risultato pari al 3%. Per quanto riguarda l interesse sulle macchine il tasso scelto è stato applicato al valore medio calcolato: (valore iniziale + valore finale)/2. Le scorte circolanti mediamente presenti sono state ritenute pari a metà del loro valore complessivo, mentre il valore del bestiame mediamente presente in stalla è stato stimato ponderandolo in base al tempo di permanenza dei singoli capi in azienda oppure, in mancanza di dati sufficientemente dettagliati, come media tra il valore delle scorte iniziali e finali. Il capitale di anticipazione è stato considerato trascurabile per le aziende sarde, caratterizzate da cicli di vendita del prodotto piuttosto brevi, mentre per le aziende bovine di Marche, Toscana e Veneto il periodo medio di anticipazione è stato stimato in tre mesi, sulla base dei cicli di produzione e di vendita semestrali attuati. Per il capitale fondiario è stata considerata una remunerazione pari al 2% del valore, in linea con il rapporto esistente tra il valore del capitale fondiario e gli affitti praticati per i terreni agricoli. Partendo dalle elaborazioni descritte si è provveduto, per ciscun allevamento studiato, a stimare il reddito netto aziendale. Tale elaborazione è stata prodotta sia al lordo che al netto dei premi comunitari. Per valutare il risultato economico ottenuto dalle imprese è stato impiegato l indice di efficienza (I eff), finalizzato a valutare la stabilità nel lungo termine dei sistemi aziendali. L indice è ottenuto confrontando il reddito netto aziendale, col reddito netto, stimato ai costi opportunità, dei fattori immessi dall imprenditore e dalla sua famiglia. Ieff = RN RNco RN = lav * co. lav + cap * co. cap + capf * co. capf 9

12 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI dove: RN= reddito netto lav = lavoro (ore) cap = capitale d esercizio capf = capitale fondiario I eff = indice di efficienza RN co = reddito netto ai costi opportunità co.lav= costo opportunità del lavoro co.cap = costo opportunità del capitale d esercizio co.capf. = costo opportunità del capitale fondiario La natura dell indice fa sì che esso assuma valore pari a uno quando i fattori di proprietà dell imprenditore impiegati in azienda (lavoro, capitale d eserizio e capitale fondiario) sono remunerati secondo il loro costo di opportunità. Questa circostanza rappresenta una situazione di equilibrio di lungo periodo per l impresa. Viceversa se i valori dell indice sono maggiori di uno l impresa oltre a remunerare le risorse aziendali al loro costo di opportunità realizza un profitto positivo. Invece, se l indice è minore di uno, l impresa non riesce a remunerare le risorse al loro costo di opportunità, risultando non competitiva (Cioffi e Sorrentino, 1997) Determinazione del costo unitario di produzione Le diverse caratteristiche dei quattro campioni di aziende esaminate hanno richiesto l adozione di tre differenti approcci per la stima dei costi di produzione: 1) Allevamento di bovini da ingrasso (campioni di Veneto e Toscana); 2) Allevamento di bovini a ciclo chiuso (Marche); 3) Allevamenti di ovini per la produzione di latte e carne. 1) Per le aziende di bovini da carne a ciclo aperto che praticavano il solo ingrasso si è calcolato il costo unitario di produzione dividendo tutte le spese sostenute (incluso l acquisto dei ristalli) per la carne prodotta al lordo degli acquisti stessi (in quantità), data dalla formula: (Vendite) + (Inventario Finale - Inventario Iniziale). 2) Le aziende delle Marche, invece, come già descritto effettuavano l allevamento di vitelloni a ciclo chiuso adottando la linea vacca-vitello; quindi, solitamente la rimonta era interna, ma non mancavano casi, se pur rari, di acquisto di capi, sia riproduttori che da ingrasso. Per queste ragioni, per il gruppo delle Marche i costi di produzione sono stati calcolati sulla carne prodotta al lordo degli acquisti (Vendite + Inventario Finale - Inventario Iniziale), che appariva la più idonea a valutare mediante lo stesso metodo sia le aziende con rimonta interna che quelle con rimonta mista. Una peculiarità dell allevamento con linea vacca-vitello è la presenza tra le vendite delle vacche a fine carriera. Il valore unitario di questi capi è inferiore a quello dei vitelli, che rappresentano la produzione principale di carne dell azienda. Pertanto nella stima del costo di produzione della carne, si è preferito non includere i riproduttori venduti a fine carriera, ma considerare il valore della loro vendita come un minore costo. 3) Per le aziende ovine della Sardegna la produzione (secondaria) di carne aveva un incidenza non del tutto trascurabile, rappresentando mediamente un quarto del valore 10

13 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini della produzione dell allevamento ovino. Per questo motivo i costi di produzione dei due prodotti (latte e carne), sono stati ottenuti ripartendo le spese relative all allevamento in proporzione alla loro incidenza sul valore della produzione complessiva. In tutti i gruppi, per le aziende non completamente specializzate, gli eventuali costi congiunti con altre produzioni sono stati attribuiti in proporzione al contributo dell allevamento alla PLV aziendale. Il costo di produzione è stato poi confrontato col valore delle produzioni e col prezzo di vendita del prodotto. Infatti, mentre nel caso del latte il valore unitario della produzione coincide col prezzo di vendita, ciò può non valere per la carne quando la differenza tra gli inventari di stalla di inizio e fine anno è diversa da zero. Per esplicitare l influenza delle politiche di sostegno del reddito, il valore delle produzioni è stato elaborato anche al lordo di premi. L analisi dei costi è proseguita quindi attraverso la stima dei costi in fissi e variabili, distinti come segue. Costi fissi: remunerazione del lavoro familiare; remunerazione dei salariati fissi; ammortamenti e manutenzioni dei capitali aziendali; imposte, contributi e oneri sociali connessi ai salariati fissi e al lavoro familiare; remunerazione del capitale fondiario di proprietà; remunerazione del capitale di esercizio ivi incluso il bestiame allevato. Costi variabili: remunerazione del lavoro salariato avventizio inclusi oneri sociali e contributi; capitali di scorta relativi all attività di produzione zootecnica e corrispondenti interessi (mangimi, sementi, carburanti, ecc...); assicurazioni; affitti; interessi sul capitale di anticipazione; altri costi generali (telefono, quote associative, consulenze, ecc ). Una particolare attenzione è stata rivolta all incidenza dei costi legati all alimentazione del bestiame allevato, evidenziando in particolare l incidenza dell acquisto di alimenti. 1.3 RISULTATI Redditività dei sistemi di produzione Nel campione di allevamenti del Veneto l indice di efficienza (I eff) mostrava mediamente il livello più alto tra tutti i gruppi in studio, sia al netto che al lordo dei premi. Tuttavia, andando a valutare le singole aziende è possibile evidenziare come redditività ed efficienza fossero caratterizzate da una forte disomogeneità all interno del campione (Tabella 1.3). Infatti, mentre da un lato vi erano aziende con livello di 11

14 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI competitività molto elevato, dall altro si riscontravano realtà nelle quali solo in virtù dei premi comunitari il reddito netto dell allevamento riusciva a raggiungere valori positivi. Nel campione delle Marche l I eff medio rimaneva al di sotto livello della soglia di equilibrio sia al netto che al lordo dei premi, ma anche in questo campione si registravano forti differenze tra le diverse aziende. Negli allevamenti di vitelloni toscani si registrava un minor numero di valori negativi del reddito netto rispetto agli altri allevamenti bovini, pur in presenza di un I eff mediamente al di sotto dell unità anche al lordo dei premi. In questa situazione, tuttavia, ben tre aziende superavano tale soglia. Gli allevamenti ovini erano caratterizzati dal più basso livello di efficienza tra i gruppi in studio (sia al netto che al lordo dei premi). Ciononostante l indice di efficienza rimaneva nella totalità dei casi positivo anche in assenza dei premi, in virtù di un incidenza dei costi espliciti complessivamente bassa. In questo campione nessuna delle aziende raggiungeva la soglia dell unità per l I eff, neanche conteggiando il contributo dei premi comunitari. Nel complesso, il livello di efficienza al lordo dei premi appariva tendenzialmente correlato alla dimensione produttiva delle aziende, specie nel gruppo veneto (Fig. 1.1), mentre meno forte risultava questa relazione negli altri campioni, probabilmente anche in conseguenza della maggiore omogeneità interna agli stessi (Figg. 1.2, 1.3, 1.4). 12

15 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Tabella 1.3 Reddito netto e indice d efficienza nei diversi campioni indice al netto dei premi 13 al lordo dei premi azienda RN- I eff RN- I eff VENETO VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO- 07-4, , VENETO , , VENETO- 06 1,007, ,393, VENETO , ,291, MEDIA 195, , MARCHE MARCHE- 10-3, , MARCHE- 05-6, MARCHE- 09 8, , MARCHE- 07 4, , MARCHE- 06 9, , MARCHE , , MARCHE- 03-3, , MARCHE , , MARCHE , , MEDIA 11, , TOSCANA TOSCANA- 05 2, , TOSCANA- 04-1, TOSCANA- 10 2, , TOSCANA- 07 8, , TOSCANA , , TOSCANA- 08 2, , TOSCANA , , TOSCANA , , TOSCANA , , TOSCANA , , MEDIA 10, , SARDEGNA SARDEGNA , SARDEGNA- 09 5, , SARDEGNA- 01 4, , SARDEGNA- 03 9, , SARDEGNA , , SARDEGNA- 02-6, , SARDEGNA , , SARDEGNA , , SARDEGNA , , SARDEGNA , , MEDIA 9, , nota: aziende ordinate per livello produttivo crescente

16 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Figura Andamento dell Indice di efficienza all aumentare del livello produttivo Veneto (prezzi 2006) Figura Andamento dell Indice di efficienza all aumentare del livello produttivo Marche (prezzi 2006) 14

17 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Figura Andamento dell Indice di efficienza all aumentare del livello produttivo Toscana (prezzi 2006) Fig. 1.4 Andamento dell Indice di efficienza all aumentare del livello produttivo Sardegna (prezzi 2007) 15

18 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Stima dei costi di produzione Il confronto tra i costi di produzione ed il valore unitario della carne nelle aziende venete mostra come tendenzialmente il primo superasse il secondo al netto dei premi, ma non al lordo dei premi (Tabella 1.4). In particolare, le aziende in maggiore difficoltà erano quelle di dimensione più piccola; infatti, come si nota dalla Fig. 1.5 risultava evidente il legame inverso tra costo unitario di produzione e dimensione produttiva. Questa relazione traspare in maniera piuttosto evidente anche dall analisi sui dati relativi alla produttività (Tabella 1.5). In generale, l acquisto dei capi da ristallo rappresentava la voce di costo più ingente, con una incidenza media del 68%. Altra voce di rilievo era quella relativa ai costi per l acquisto di alimenti che raggiungeva in media il 15% del costo totale (Fig. 1.7), pari a 0,34 /kg di carne prodotta (Tabella 1.6), mentre le spese varie erano il 7%. Tra gli alimenti acquistati, i mangimi composti e la soia erano quelli ad avere la maggiore incidenza sui costi. Il lavoro, in prevalenza salariato, incideva per il 3% sui costi complessivi. Tuttavia, tale quota superava ampiamente il 5% nelle aziende minori, dove, però, la manodopera era prevalentemente di origine familiare. Gli interessi sul capitale rappresentavano in media il 5% dei costi, mentre le quote sfioravano il 2%. Tale struttura dei costi si è tradotta in incidenza molto bassa dei costi fissi, che infatti rappresentavano mediamente solo il 6% del totale, ma è evidente come la loro influenza cambiasse nelle diverse imprese in studio, superando il 17% nelle tre aziende più piccole (Fig. 1.6). Nel campione delle aziende marchigiane il costo unitario superava sempre il valore della produzione sia al netto che al lordo dei premi (Tabella 1.4). Fa accezione la sola azienda n.8, che peraltro presentava decisamente le maggiori dimensioni ed i migliori livelli di produttività (Tabella 1.5). La principale voce di costo era rappresentata dal lavoro, prestato quasi esclusivamente da familiari, che incideva per il 25% sul costo pieno. Altra voce di rilievo era quella relativa all acquisto dei mezzi tecnici, inclusi carburante ed energia, che incidevano per il 24,5 %. La spesa sostenuta per l acquisto di alimenti raggiungeva in media il 9% del costo totale, corrispondente a 0,45 /kg di carne (Tab.1.6), mostrando, tuttavia, una grande variabilità in funzione del diverso grado di autoapprovvigionamento delle aziende (Fig. 1.10). Tra gli alimenti acquistati prevalevano i mangimi composti e la granella di mais, mentre l incidenza della farina di soia era mediamente piuttosto bassa. Tra le altre voci pesavano in maniera rilevante sui costi gli ammortamenti (18%) e gli interessi sul capitale investito (12%), mentre l acquisto del ristallo incideva solo per il 2%. Complessivamente i costi fissi mostravano una forte incidenza in tutte le aziende, nonostante l andamento decrescente in funzione della dimensione produttiva (Fig. 1.9), stabilendosi mediamente intorno al 58%. 16

19 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Anche nel campione di aziende della Toscana si può notare l influenza della dimensione dell attività sul costo di produzione (Fig. 1.11), analogamente a quanto si verificava per indici di produttività (Tabella 1.5). Inoltre, il livello del costo unitario appariva piuttosto prossimo a quello della produzione al lordo dei premi (Tabella 1.4). Così come per le aziende venete, anche in questo caso la principale voce di costo era rappresentata dall acquisto del bestiame da ristallo (46%) seguita a distanza dal lavoro (19%), quasi esclusivamente di origine familiare. La spesa sostenuta per l acquisto di alimenti sfiorava mediamente il 12% del costo totale, pari a 0,46 /kg di carne prodotta (Tabella 1.6), seppur con una certa variabilità interaziendale (Fig. 1.13). I rimanenti costi si suddividevano in maniera piuttosto equilibrata tra interessi (10%), spese varie (8%) ed ammortamenti (6%). In virtù della forte incidenza degli esborsi per l acquisto della rimonta, i costi erano prevalentemente variabili, con una quota media di costi fissi del 32% (Fig. 1.12). Anche negli allevamenti ovini della Sardegna il costo unitario risultava sempre al di sopra della soglia del valore della produzione, sia al netto che al lordo dei premi (Tabella 1.4). La Tabella 1.5 e la Fig mostrano come la dimensione produttiva avesse un effetto sul costo di produzione e sulla produttività non sempre univoco, specie se si escludono le due aziende più piccole. La maggior parte dei costi era costituita da costi fissi, che mediamente si collocavano al 72%, seppur con delle oscillazioni all interno del campione (Fig. 1.15). A determinare questo risultato contribuiva in maniera fondamentale l incidenza del lavoro familiare, che rappresentava quasi il 50% dei costi. La spesa sostenuta per l acquisto di alimenti, costituiti prevalentemente da mangimi composti, pur caratterizzata da una forte variabilità interaziendale (Fig. 1.16), raggiungeva in media il 9% del costo totale, incidendo per 0,10 per kg di latte (Tabella 1.8). Piuttosto importante appariva l incidenza degli interessi sui capitali (11%) mentre gli ammortamenti si collocavano intorno al 5%. Le altre spese, costituite in prevalenza da mezzi tecnici, raggiungevano in media quasi il 17% dei costi. 17

20 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Tabella 1.4 Confronto tra il costo e valore unitario delle produzioni nei diversi campioni indice carne ( /kg) azienda cu prod. val. prod. val. prod. +premi prezzo vendita VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO VENETO MEDIA MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MARCHE MEDIA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA TOSCANA MEDIA

21 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini latte ( /kg) SARDEGNA cu prod. val. prod. val.prod.+ premi carne ( /kg) costo unit. val. prod. val. prod. + premi prezzo vendita SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA SARDEGNA MEDIA nota: aziende ordinate per livello produttivo crescente 19

22 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Tabella Indici di produttività nei diversi campioni indice produttività carne carne prod.-uls(kg) ulu/100uba azienda prod.(kg) kg /capo kg/h lav allevato* VENETO VENETO ,366 48, VENETO ,347 82, VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO , , VENETO 07 1,353, , VENETO 02 2,063, , VENETO 06 3,233,008 1,394, VENETO 09 3,688,681 1,691, MEDIA 1,281, , MARCHE MARCHE- 01 3,200 3, MARCHE- 10 4,657 4, MARCHE- 05 4,510 5, MARCHE- 09 6,430 7, MARCHE- 07 7,033 8, MARCHE- 06 9,167 9, MARCHE ,887 5, MARCHE ,297 24, MARCHE ,260 25, MARCHE ,900 56, MEDIA 15,534 14, TOSCANA TOSCANA- 05 4,692 2, TOSCANA- 04 5,032 3, TOSCANA- 10 7,515 4, TOSCANA ,360 6, TOSCANA ,464 8, TOSCANA ,287 8, TOSCANA ,740 10, TOSCANA ,453 8, TOSCANA ,133 15, TOSCANA ,584 23, MEDIA 14,326 9,

23 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini SARDEGNA Produzioni (kg) Lavoro Produttività (kg /h) latte carne h lav/capo ulu/100uba latte carne SARDEGNA ,000 2, SARDEGNA ,000 2, SARDEGNA ,000 3, SARDEGNA ,000 2, SARDEGNA ,000 3, SARDEGNA ,000 4, SARDEGNA ,000 3, SARDEGNA ,000 4, SARDEGNA ,500 3, SARDEGNA ,000 6, MEDIA 44,950 3, nota: aziende ordinate per livello produttivo crescente; * per le Marche = produzione di carne/vacca nutrice allevata 21

24 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Tabella Incidenza dell acquisto di alimenti per chilo di prodotto nei diversi campioni gruppo azienda VENETO /kg carne MARCHE /kg carne TOSCANA /kg carne SARDEGNA /kg latte n n n n n n n n n n MEDIA

25 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Fig Costo unitario in funzione del livello produttivo Veneto Fig Incidenza percentuale dei costi fissi sul totale Veneto 23

26 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Figura Incidenza percentuale acquisto di alimenti sui costi di produzione Veneto Figura Costo unitario in funzione del livello produttivo Marche 24

27 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Figura Incidenza percentuale dei costi fissi sul totale Marche Fig Incidenza percentuale acquisto di alimenti sui costi di produzione Marche 25

28 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Figura Costo unitario in funzione del livello produttivo Toscana Figura Incidenza percentuale dei costi fissi sul totale Toscana 26

29 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini Figura Incidenza percentuale acquisto di alimenti sui costi di produzione Toscana Figura Costo unitario in funzione del livello produttivo Sardegna 27

30 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Figura Incidenza percentuale dei costi fissi sul totale Sardegna Figura Incidenza percentuale acquisto di alimenti sui costi di produzione Sardegna 28

31 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini 2 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLA SOSTITUZIONE DELLA SOIA NELL ALIMENTAZIONE DEL BESTIAME 2.1 PREMESSA La soia e i suoi derivati rappresentano la principale fonte di proteine per gli allevamenti zootecnici. Il suo impiego per la produzione di oli vegetali e per l alimentazione del bestiame ha dato origine a una filiera integrata che è basata sull importazione di granella dai tre principali paesi produttori, Stati Uniti, Brasile ed Argentina, che da soli rappresentano circa l 80% della produzione (FAO media ) ed il 90% delle esportazioni (FAO media ), per lo più dirette verso l Europa e la Cina. Già allo stato attuale in questi paesi risultano coltivate prevalentemente varietà geneticamente modificate, specie negli USA ed in Argentina, dove queste cultivar superano il 90% della superficie seminata a soia. Tali quote sarebbero, secondo alcune stime, destinate ad aumentare ulteriormente. In particolare, rimarchevole risulterebbe l incremento della soia gm in Brasile, principale fornitore europeo di soia libera da ogm certificata, dove si passerebbe dal 65% di superficie gm del 2008 all 80% nel 2010 (Cardy-Brown Co. Ltd, 2008). La struttura dei prezzi delle proteaginose nell UE riflette la grande incertezza, se non confusione, che caratterizza la coltivazione e la commercializzazione di prodotti a base di soia. Infatti, se da un lato di fatto nell UE vige un bando diffuso per la coltivazione di varietà gm, dall altro, si importa da paesi che coltivano pressoché esclusivamente soia gm che viene poi impiegata (anche) nell alimentazione del bestiame. Ciò implica che tali prezzi probabilmente sono influenzati dall informazione limitata di cui oggi sono in possesso i consumatori di prodotti di origine animale, derivante dall assenza di una chiara distinzione tra le varie tipologie di allevamento in base dell uso di mangimi. Di conseguenza, se si dovesse pervenire a un assetto istituzionale dove i consumatori fossero 29

32 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI pienamente informati sulle caratteristiche dei prodotti di origine animale, non è da escludere che il livello dei prezzi delle proteaginose e i loro prezzi relativi potrebbero essere anche molto diversi da quelli attuali. Come si vedrà meglio e in maniera più diffusa più avanti, il lavoro ha simulato gli effetti sui risultati economici delle aziende di vari campioni nel 2006 (2007 per il campione della Sardegna), della sostituzione negli allevamenti analizzati della soia convenzionale con pisello proteico, favino e con soia certificata non gm di importazione. Il livello dei prezzi di questi prodotti osservato nel 2006 riflette, ovviamente, le condizioni di mercato esistenti in quell anno. Tuttavia, come detto sopra, se le condizioni di contesto dovessero spingere verso la sostituzione della soia convenzionale con altre proteiche, ciò potrebbe dare luogo a equilibri del mercato dei mangimi completamente diversi. In particolare, la crescita delle superfici coltivate di soia gm nei maggiori paesi produttori, potrebbe determinare un aumento del prezzo della soia certificata ogm free, a causa dell effetto congiunto derivante dalla crescente difficoltà dei Paesi produttori nel garantire la segregazione delle colture non transgeniche e della minore produzione, mentre il suo prezzo nel 2006 era allineato a quello della soia convenzionale. È evidente che un aumento della quotazione della soia certificata non gm, potrebbe far aumentare la domanda di leguminose alternative per le produzioni zootecniche libere da ogm, con la concreta possibilità che anche i loro prezzi subiscano incrementi rilevanti. L aumento dei prezzi di tali materie prime, ovviamente, avrebbe dirette ripercussioni anche sul prezzo dei mangimi composti ogm free. Inoltre, va anche tenuto presente che il prezzo di vendita di un mangime certificato ogm free potrebbe raggiungere un livello più alto rispetto a quello convenzionale, non soltanto per il maggior costo delle materie prime che lo compongono, ma anche per altre cause quali: la crescita della domanda di questi mangimi, le difficoltà per organizzare la fornitura di quantità adeguate di leguminose alternative (o soia ogm free), possibili comportamenti non concorrenziali delle imprese fornitrici di questa tipologia di mangimi. La stima delle probabili variazioni dei prezzi della soia certificata non gm e delle proteaginose alternative nello scenario descritto richiederebbe un altra ricerca con la costruzione di un vero e proprio modello di simulazione del settore che evidenzi le complesse interrelazioni di mercato esistenti a livello internazionale per la soia e gli effetti incrociati sulle altre proteaginose. Chiaramente questa sarebbe una vera e propria ricerca che richiederebbe risorse ad hoc. Pertanto, nelle simulazioni che andremo a sviluppare da un lato verranno presi in considerazione i prezzi dei prodotti interessati osservati nel 2006 e anche nel Inoltre verrà anche fatta un analisi di sensitività per valutare come cambierebbero i risultati economici delle imprese al variare dei prezzi dei prodotti di nostro interesse. 30

33 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini 2.2 METODOLOGIA DI ANALISI Nei gruppi di aziende analizzati nella ricerca l impiego della soia nelle razioni alimentari appariva piuttosto diffuso (Tabella 2.1). In particolare, nelle aziende toscane e sarde la soia veniva introdotta attraverso i mangimi, mentre in quelle venete l origine della soia della razione appariva più diversificata, costituita, tuttavia, in prevalenza da farina di estrazione. Invece, nel gruppo delle Marche il ricorso alla soia risultava meno frequente e quasi sempre avveniva attraverso l impiego di mangimi composti. Tabella Prospetto riepilogativo sull acquisto di soia nelle aziende in studio PROG./ GRUPPO VENETO MARCHE TOSCANA SARDEGNA AZIENDA 01 farina e mangime no soia mangime mangime AZIENDA 02 mangime no soia mangime mangime AZIENDA 03 farina mangime mangime mangime AZIENDA 04 farina no soia mangime mangime AZIENDA 05 semi no soia mangime mangime AZIENDA 06 farina mangime mangime mangime AZIENDA 07 farina e mangime mangime mangime mangime AZIENDA 08 farina farina *** no soia AZIENDA 09 farina mangime mangime no soia AZIENDA 10 *** *** mangime mangime *** = manca il dettaglio sugli alimenti acquistati e sulle razioni praticate Partendo dal presupposto che la soia acquistata dalle aziende considerate fosse costituita da soia non certificata come priva di ogm, è stata simulata la sua sostituzione attraverso due diverse ipotesi alternative, andandone poi a valutare gli effetti prodotti sugli indicatori economici. Alcuni dati impiegati per le elaborazioni sono provenienti dalle indagini eseguite dalle unità di ricerca del CRPA di Reggio Emilia e dell Università di Pisa. Le due ipotesi alternative prodotte sono state così definite: Hp1 : Sostituzione mediante l impiego di altre leguminose, nello specifico pisello proteico e favino; Hp2: Sostituzione mediante l acquisto di soia non transgenica certificata di origine estera. 31

34 AZIONI DI INNOVAZIONE E RICERCA A SUPPORTO DEL PIANO PROTEINE VEGETALI Nell ipotesi di sostituzione Hp1 l impiego di una proteaginosa alternativa (pisello proteico o favino), con caratteristiche nutrizionali diverse rispetto a quelle della soia, ha richiesto preliminarmente la definizione di una nuova razione alimentare, al fine di garantire un analogo contenuto di nutrienti rispetto alle diete rilevate (che indicheremo con razioni baseline). Tale riformulazione, curata dell unità di ricerca del CRPA, è stata effettuata per le aziende che impiegavano soia in semi o sotto forma di farina che, come si desume dalla Tabella 2.1, ricadevano tutte nel Veneto, a meno di un eccezione rappresentata da un azienda marchigiana. Per le aziende venete la soia è stata sostituita dal pisello proteico, mentre in quella marchigiana dal favino. Viceversa, l ipotesi Hp2 che simula la sostituzione della soia convenzionale con soia certificata ogm free, non ha richiesto l elaborazione di razioni diverse rispetto a quelle base. Nelle aziende che introducevano la soia sotto forma di mangimi composti, sotto entrambe le ipotesi, si è ipotizzato l acquisto di mangimi alternativi privi di soia non certificata ma caratterizzati da analoghi valori nutrizionali. Di conseguenza, anche in questo caso, non vi sono state modifiche nella composizione della dieta somministrata. Per simulare tale sostituzione sono stati presi come riferimento due diverse formule di mangimi contenenti soia (uno per le aziende del Veneto e un altro per quelle di Marche e Toscana), ipotizzando che la soia fosse sostituita da pisello e favino nell ipotesi Hp1 e dalla soia certificata non gm per l ipotesi Hp2 (Tabella 2.2). Anche la formulazione di questi mangimi è stata curata dall unità CRPA. Non essendo disponibile un elaborazione dei mangimi per le aziende della Sardegna, in questo caso si è deciso di impiegare i mangimi formulati per Marche e Toscana, dopo aver verificato che le caratteristiche nutrizionali degli stessi li rendevano appropriati all alimentazione degli ovini. Quindi, dei mangimi di partenza e delle relative alternative è stato calcolato un costo di riferimento (indicato come costo formula), utilizzando i prezzi delle materie prime rilevati dalla Camera di Commercio di Bologna e per favino e pisello proteico i prezzi ISMEA (Tabella 2.3). Attraverso le informazioni fornite dall unità dell Università di Pisa, relative ai costi per la produzione e la distribuzione commerciale dei mangimi (Tabella 2.4), è stato stimato un intervallo per il prezzo franco azienda dei mangimi, del quale è stato preso come riferimento per le nostre analisi il livello intermedio. Tali stime sono state effettuate sia a prezzi 2006 che a prezzi 2007 (Tabella 2.2). Va detto che se la produzione convenzionale e ogm free coesistono nello stesso mangimificio, andrebbe considerato un ulteriore costo legato alla pulizia dei mezzi di trasporto e dei macchinari, necessaria per riuscire a mantenere al di sotto dei limiti di legge la quota di soia gm contenuta nel mangime free. In particolare, per ridurre i residui di soia gm nei macchinari viene effettuato un lavaggio mediante soia certificata ogm free, che è impiegata poi per produrre mangime convenzionale fin quando il livello non torna 32

35 Valutazione tecnica ed economica dell'introduzione di granelle proteiche non OGM nella razione alimentare di bovini da carne e ovini al di sotto dei limiti di sicurezza. Si tratta, in pratica, di attività la cui incidenza sul costo di produzione varia in funzione del volume di mangime libero da ogm prodotto. Ciononostante, nelle nostre simulazioni tale onere non è stato considerato, in quanto dell indagine svolta dall unità di Pisa è emersa, da parte delle ditte mangimistiche, la tendenza a separare le produzioni ogm free dalle altre, collocandole in appositi impianti. Pertanto, in queste condizioni l unico elemento che può determinare una differenza nei prezzi diversi mangimi dovrebbe essere costituito dal prezzo delle materie prime. Per valutare gli effetti economici della sostituzione della soia attualmente impiegata nelle diete secondo l ipotesi Hp1, il costo della soia, dei suoi derivati e dei mangimi in cui è presente è stato sostituito dal costo del pisello proteico ed del favino o dei mangimi ottenuti con questi prodotti. I quantitativi di pisello proteico (favino) da acquistare sono stati stimati a partire dal confronto tra la razione base e l alternativa, supponendo che le quantità di alimenti acquistati dalle aziende fossero proporzionali a quelle dichiarate nelle razioni. In particolare, tale quantità è stata ottenuta moltiplicato il quantitativo di soia acquistato nel corso di un anno nell ipotesi baseline per il rapporto tra la quantità di pisello (favino) nella razione alternativa e quella di soia nella razione baseline. In maniera analoga, sono state stimate le variazioni negli acquisti degli altri alimenti le cui quantità mutavano tra le due razioni. Per il pisello proteico ed il favino sono stati presi come riferimento i prezzi ISMEA, senza applicare alcuna variazione, in quanto risultavano su livelli simili rispetto a quelli riscontrati nei questionari aziendali. La sostituzione in valore della soia (granella o farina) nell Hp2, restando invariate le quantità impiegate, è stata effettuata semplicemente applicando al prezzo baseline rilevato in azienda il differenziale di prezzo ottenuto dai dati della Camera di Commercio di Bologna (Tab 2.3). Analogamente si è proceduto per la sostituzione nei mangimi composti, sia per l ipotesi Hp1 che per l Hp2, applicando al prezzo baseline rilevato in azienda il differenziale di prezzo franco azienda stimato tra i diversi mangimi (Tabella 2.2). Attraverso la metodologia descritta è stato possibile confrontare la spesa sostenuta per l acquisto di alimenti ed il costo unitario del prodotto principale delle diverse ipotesi ai prezzi dell annata indagata, ovvero 2007 per la Sardegna, 2006 per gli altri campioni. Inoltre, considerando che tra il 2006 ed il 2007 i prezzi degli alimenti zootecnici hanno subito incrementi sensibili ma anche piuttosto variabili da un prodotto all altro, si è deciso di effettuare le elaborazioni relative ai costi per l acquisto degli alimenti a prezzi 2007 anche per gli allevamenti bovini, applicando per ognuno degli alimenti e dei mangimi acquistati le variazioni di prezzo di registrate dalla Camera di Commercio di Bologna. Infine, si specifica che per tali elaborazioni non sono state considerate le aziende prive dei dati relativi alle diete somministrate ed al dettaglio degli alimenti acquistati (Veneto: n 10; Marche: n 10; Toscana: n 8). 33

! "#$%&%! '' ' * +,-..' ( & '" "( $' ( '' '' ' " # 5 +9023,*?& # >

! #$%&%! '' ' * +,-..' ( & ' ( $' ( '' '' '  # 5 +9023,*?& # > ! $%%! ) * +,- /01 * +-23, $ +*, * 6 07)18/+923,+ -318/, :3 ;$ 033)3 --) 18/$)2018/=> +9023,*? >? ):3+$,2:3+, - ;$ -3+=,073 +$,? 2 @ +, A-3 B @ +, +,>? C6!% 8 B! 3 0 A3 6 +073, D 23 E FEF+G, FF B! 6*6$

Dettagli

Costi di produzione e redditività del mais

Costi di produzione e redditività del mais SEMINARIO Bologna il 3 dicembre 2012 Costi di produzione e redditività del mais Quanto costa produrre latte e mais in emilia-romagna? La competitività di queste filiere Renato Canestrale, Valeria Altamura

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato Relazione tecnica Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato 1. Premessa e contesto normativo Il provvedimento

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO

LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FASI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Gennaio 2010 LE TENDENZE DEI PREZZI NELLE DIVERSE FA- SI DELLA FILIERA DEL FRUMENTO DURO Indice 1. LA DINAMICA DEI PREZZI NELLA

Dettagli

Costi di produzione, prezzo del latte

Costi di produzione, prezzo del latte ASSEMBLEA APROLAV (TREVISO) 21 MAGGIO 2014 Costi di produzione, prezzo del latte Alberto Menghi (a.menghi@crpa.it) Centro Ricerche Produzioni Animali Desideria Scilla A.Pro.La.V. Le domande Il prezzo del

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA 1.1 - L assetto finanziario delle aziende Nel corso del 2014 la provincia reggiana evidenzia un saldo tra imprese che presentano aumenti e diminuzioni

Dettagli

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA 16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA Obiettivi della presentazione Illustrare i principali risultati

Dettagli

All interno dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) Settore Zootecnico: Carni Bovine

All interno dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) Settore Zootecnico: Carni Bovine Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 Reg. (CE) 1698/2005 Regione Toscana Bando Misura 121 Ammodernamento aziende agricole All interno dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) Settore Zootecnico: Carni

Dettagli

NATURA VERA MALDERA SRL. Titolo Progetto Valorizzazione del farinaccio di grano duro. tecniche mangimistiche innovative

NATURA VERA MALDERA SRL. Titolo Progetto Valorizzazione del farinaccio di grano duro. tecniche mangimistiche innovative NATURA VERA MALDERA SRL Titolo Progetto Valorizzazione del farinaccio di grano duro nell alimentazione li i delle specie avicole mediante tecniche mangimistiche innovative Denominazione/Ragione sociale:

Dettagli

Parimenti una gestione delle scorte in maniera non oculata può portare a serie ripercussioni sul rendimento sia dei mezzi propri che di terzi.

Parimenti una gestione delle scorte in maniera non oculata può portare a serie ripercussioni sul rendimento sia dei mezzi propri che di terzi. Metodo per la stima del ROE e del ROI in un azienda operante nel settore tessile abbigliamento in funzione delle propria struttura di incasso e pagamento e della gestione delle rimanenze di magazzino.

Dettagli

La valutazione dell efficienza: indici tecnici ed economici

La valutazione dell efficienza: indici tecnici ed economici home >> approccio economico >> La valutazione dell efficienza: indici tecnici ed economici La valutazione dell efficienza: indici tecnici ed economici CONCETTO DI EFFICIENZA L'IMPRESA AGRARIA E' EFFICIENTE

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

ECONOMIA DEL BESTIAME

ECONOMIA DEL BESTIAME CORSO DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI ABILITAZIONE PER AGROTECNICO E AGROTECNICO LAUREATO ECONOMIA DEL BESTIAME Docente: Dott. Agr. FRUCI ANTONIO Sezione 2011 Sede di BRIATICO (VV) ECONOMIA DEL BESTIAME

Dettagli

1. I Andamento dei costi di produzione della carne bovina in Veneto nel 2014

1. I Andamento dei costi di produzione della carne bovina in Veneto nel 2014 1. I Andamento dei costi di produzione della carne bovina in Veneto nel 2014 Metodologia di calcolo Partendo dai dati raccolti attraverso l indagine campionaria che ha consentito di rilevare i costi medi

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Indice. Il mercato internazionale dei cereali: tendenze e prospettive per l Italia. Premessa 14/10/2010

Indice. Il mercato internazionale dei cereali: tendenze e prospettive per l Italia. Premessa 14/10/2010 Il mercato internazionale dei cereali: tendenze e prospettive per l Italia Grano Italia, Bologna 30 settembre - 1 ottobre 2010 Aula Magna della Facoltà di Agraria Prof. Gabriele Canali SMEA, Alta Scuola

Dettagli

Ogni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il

Ogni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il Ogni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il raggiungimento degli obiettivi avendo come fine il mantenimento

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

BILANCIO AZIENDALE. frumento. 6,5 ha frumento CALCOLO DEL FIENO NORMALE (FN) PRODOTTO IN AZIENDA E DELLA PLV-CEREALI. Produzione Totale (q)

BILANCIO AZIENDALE. frumento. 6,5 ha frumento CALCOLO DEL FIENO NORMALE (FN) PRODOTTO IN AZIENDA E DELLA PLV-CEREALI. Produzione Totale (q) BILANCIO AZIENDALE Calcolare il beneficio fondiario (Bf) di un azienda agraria cerealicola-zootecnica, ordinaria, avendo a disposizione i seguenti dati: - Superficie totale 40 ha; superficie improduttiva

Dettagli

Deforestazione: i consumi nell UE tra i maggiori responsabili

Deforestazione: i consumi nell UE tra i maggiori responsabili Deforestazione: i consumi nell UE tra i maggiori responsabili Tra il 1990 e il 2008 le importazioni ed i consumi dell Europa hanno contribuito alla deforestazione di 9 milioni di ettari (una superficie

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

La Valutazione della Convenienza Economica della Filiera del biodiesel a Scala Regionale

La Valutazione della Convenienza Economica della Filiera del biodiesel a Scala Regionale La Valutazione della Convenienza Economica della Filiera del biodiesel a Scala Regionale Filippo Arfini, Michele Donati(Uniparma) Annalisa Zezza (INEA) U.O Economia ANCONA, 26-27 SETTEMBRE 2013 Unità Operativa

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Domanda e offerta di credito

Domanda e offerta di credito 2/5/2013 Domanda e offerta di credito La situazione registrata nel 2012 in provincia di Nel 2012 si è registrata una contrazione della domanda di credito. Rispetto alla media regionale le imprese modenesi

Dettagli

Associazione Regionale Allevatori della Liguria via Vittorio Veneto 149/2 Mignanego (GE) p.iva 01553510999. tel. 010581938 fax 0107721655

Associazione Regionale Allevatori della Liguria via Vittorio Veneto 149/2 Mignanego (GE) p.iva 01553510999. tel. 010581938 fax 0107721655 Associazione Regionale Allevatori della Liguria via Vittorio Veneto 149/2 Mignanego (GE) p.iva 01553510999. tel. 010581938 fax 0107721655 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ZOOALIMSOST è un progetto finalizzato

Dettagli

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA Sommario I principi di riferimento... 2 Misurazione dei risultati delle strutture ante D.L. n. 78/2010...

Dettagli

L analisi dei costi: il costing

L analisi dei costi: il costing L analisi dei Costi - a.a. 2012/2013 L analisi dei costi: il costing 1 La tecnica del costing (1) Il termine costing indica la tecnica specificatamente rivolta alla rilevazione dei costi. Negli ultimi

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

3 miliardi di euro l anno) per finanziare le misure del. mercato) di circa 4 miliardi di euro (per l OCM non vi

3 miliardi di euro l anno) per finanziare le misure del. mercato) di circa 4 miliardi di euro (per l OCM non vi PAC 2014-20202020 L agricoltura italiana verso il futuro I NUMERI La dotazione assegnata all Italia è di circa 52 miliardi di euro, in 7 anni. Circa 27 miliardi di euro totali (circa 4 miliardi di euro

Dettagli

Il bilancio per il cittadino - Comune di Napoli. Marika Arena, Giovanni Azzone, Tommaso Palermo

Il bilancio per il cittadino - Comune di Napoli. Marika Arena, Giovanni Azzone, Tommaso Palermo Il bilancio per il cittadino - Comune di Napoli Marika Arena, Giovanni Azzone, Tommaso Palermo 2 Premessa Il rapporto Civicum-Politecnico di Milano sul Comune di Napoli ha l obiettivo di sintetizzare le

Dettagli

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI a cura di Claudio Picozza 1 CONTABILITA NAZIONALE E CONTI ECONOMICI NAZIONALI La Contabilità Nazionale è rappresentata da l'insieme di tutti i conti economici che

Dettagli

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003 NOTA METODOLOGICA I dati elaborati per la presente pubblicazione sono quelli riportati nell allegato D ed F al rendiconto finanziario, rilevati dall Istat non più con un suo proprio modello ma a partire

Dettagli

GLI ORTAGGI DI IV GAMMA NEL RAPPORTO COMPETITIVO CON IL FRESCO TRADIZIONALE

GLI ORTAGGI DI IV GAMMA NEL RAPPORTO COMPETITIVO CON IL FRESCO TRADIZIONALE GLI ORTAGGI DI IV GAMMA NEL RAPPORTO COMPETITIVO CON IL FRESCO TRADIZIONALE Mario Schiano lo Moriello Cesena, 7 ottobre 2011 Report Economico Finanziario Gli obiettivi dell analisi ISMEA IPSOA Il REF è

Dettagli

GLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE. Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza

GLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE. Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza GLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza Schema della relazione 1) Lo studio della Commissione Europea sul settore lattiero-caseario post-2015 2) Gli scenari

Dettagli

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali DIPARTIMENTO DELL ISPETTORATO CENTRALE DELLA TUTELA DELLA QUALITÀ E REPRESSIONE FRODI DEI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE E REPRESSIONE FRODI PROGRAMMA DI CONTROLLO SULLA

Dettagli

Il divieto di coltivare alcuni OGM danneggia l ambiente

Il divieto di coltivare alcuni OGM danneggia l ambiente Il divieto di coltivare alcuni OGM danneggia l ambiente Roberto Defez Istituto di Genetica e Biofisica del CNR, Napoli Sviluppo sost-edibile Roma, 9 ottobre 2013 Gli Ogm li vende chi li combatte Ecco

Dettagli

STUDIO DI SETTORE VG53U

STUDIO DI SETTORE VG53U A L L E G AT O 45 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VG53U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VG53U sono previsti ulteriori specifici indicatori di

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

L EFFICACIA DELLE MISURE DI POLITICA ATTIVA DEL LAVORO REALIZZATE IN PROVINCIA DI TORINO NEL 2007-08

L EFFICACIA DELLE MISURE DI POLITICA ATTIVA DEL LAVORO REALIZZATE IN PROVINCIA DI TORINO NEL 2007-08 1 La valutazione L EFFICACIA DELLE MISURE DI POLITICA ATTIVA DEL LAVORO REALIZZATE IN PROVINCIA DI TORINO NEL 2007-08 Esiti occupazionali a 24 dalla partecipazione Vengono qui riassunti i risultati della

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Stime 2012 degli investimenti e delle produzioni dei principali cereali in Italia. Maggio 2012

Stime 2012 degli investimenti e delle produzioni dei principali cereali in Italia. Maggio 2012 produzioni dei principali cereali in Italia Maggio 2012 1 produzioni dei principali cereali in Italia L ISTAT ha divulgato a febbraio 2012 le intenzioni di semina delle principali coltivazioni erbacee.

Dettagli

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

Indicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto

Indicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto Indicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto I bilanci colturali e aziendali dell azoto sono degli indicatori semplici della valutazione della gestione dell azoto delle colture e agrotecniche ad

Dettagli

Il Dairy margin protection program: un nuovo strumento di garanzia del reddito per gli allevatori USA

Il Dairy margin protection program: un nuovo strumento di garanzia del reddito per gli allevatori USA Il Dairy margin protection program: un nuovo strumento di garanzia del reddito per gli allevatori USA Cristian Bolzonella Contagraf, Università di Padova Steven Taff Dipartimento Economia Applicata, Università

Dettagli

Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013

Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013 Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013 Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro Applicazione

Dettagli

L ANALISI PER INDICI

L ANALISI PER INDICI Obiettivo dell analisi per indici è la valutazione delle scelte dell imprenditore attraverso la misurazione degli effetti economici, finanziari e patrimoniale prodotti dalle stesse. La corretta misurazione

Dettagli

STUDIO DI SETTORE VM48U

STUDIO DI SETTORE VM48U A L L E G AT O 21 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VM48U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VM48U sono previsti ulteriori specifici indicatori di

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

STUDIO DI SETTORE VK23U

STUDIO DI SETTORE VK23U A L L E G AT O 36 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VK23U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VK23U sono previsti ulteriori specifici indicatori di

Dettagli

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Outlook finanziario dell agricoltura europea Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità

Dettagli

RAPPORTO SULL ANNATA AGRARIA

RAPPORTO SULL ANNATA AGRARIA RAPPORTO SULL ANNATA AGRARIA DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ANNO 2005 A cura del prof. Roberto Fanfani Rapporto sull annata agraria della provincia di Bologna Anno 2005 INDICE PREFAZIONE Pag 5 CAPITOLO I:

Dettagli

ESERCIZIO 1. La Zelig S.p.A. viene costituita il 1 gennaio 2004 con 1) il versamento da parte degli azionisti di capitale per 1.000.

ESERCIZIO 1. La Zelig S.p.A. viene costituita il 1 gennaio 2004 con 1) il versamento da parte degli azionisti di capitale per 1.000. ESERCIZIO 1 La Zelig S.p.A. viene costituita il 1 gennaio 2004 con 1) il versamento da parte degli azionisti di capitale per 1.000. Nel corso del periodo 1 gennaio 2004 31 dicembre 2004 si svolgono le

Dettagli

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice MERCATO IMMOBILIARE: CRISI FINANZIARIA? L indebitamento delle famiglie italiane Giorgio Gobbi Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria della Banca d Italia 1 Risparmi e debiti delle famiglie

Dettagli

CASO DI STUDIO. La AG ha finanziato gli acquisti suddetti ricorrendo ad un mutuo per complessive 550 mila e per il resto ad indebitamento bancario.

CASO DI STUDIO. La AG ha finanziato gli acquisti suddetti ricorrendo ad un mutuo per complessive 550 mila e per il resto ad indebitamento bancario. CASO DI STUDIO La società AG è stata costituita il 2 gennaio 2010, con capitale sociale di L. 400 mila euro interamente sottoscritto dalla holding del gruppo Aldegheri, operante nel settore agro-alimentare.

Dettagli

I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali

I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali I processi di acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi pluriennali azienda/fornitori circuiti: flussi fisico tecnici ed economici (in entrata) flussi monetari-finanziari (in uscita) settore fisico-tecnico

Dettagli

La consapevolezza di. 30giorni LA PREVIDENZA. questo difficile momento economico rende auspicabile una programmazione

La consapevolezza di. 30giorni LA PREVIDENZA. questo difficile momento economico rende auspicabile una programmazione LA PREVIDENZA CAPITALIZZAZIONE DEI MONTANTI CONTRIBUTIVI Con la modulare capitale e rendimento sono garantiti Con la pensione modulare è garantita la restituzione del capitale, maggiorato di rendimento.

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione MACCHINE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria dell elettronica;

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

STUDIO DI SETTORE VM40B

STUDIO DI SETTORE VM40B A L L E G AT O 15 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VM40B ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VM40B sono previsti ulteriori specifici indicatori di

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

LA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO 2015

LA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO 2015 VENETO LAVORO Osservatorio & Ricerca LA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO MISURE/62 Luglio Introduzione Nel il mercato

Dettagli

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011 Il presente rapporto riporta i principali risultati dell indagine sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, svolta dall Associazione fra

Dettagli

LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI

LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI MINISTERO DELL ISTRUZIONE DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA LA PRIMA INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ANNO 2002 SINTESI Nel corso del 2002 si è svolta la

Dettagli

CASI ED ESERCIZI DI CONTABILITA ANALITICA

CASI ED ESERCIZI DI CONTABILITA ANALITICA CASI ED ESERCIZI DI CONTABILITA ANALITICA Esercizio 1: variabilità dei costi In base alle seguenti informazioni relative ai costi dell uso aziendale di un autoveicolo: costi fissi: assicurazione 1.200

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD Commenti e proposte Anigas Milano, 5 aprile 2013 1 PREMESSA Anigas

Dettagli

Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione ATTIVITÀ FINANZIARIE Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione Il settore dell intermediazione monetaria e finanziaria ha acquistato rilevanza nel corso degli ultimi vent anni:

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie CREDITO AL CONSUMO: GLI EFFETTI DELLA CRISI Da uno studio della Banca d Italia 1, che valuta gli effetti della crisi sul mercato del credito al consumo in Italia, emerge una situazione attuale diversa

Dettagli

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Esercitazioni svolte 2014 Scuola Duemila 1 Esercitazione n. 10 Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Antonia Mente COMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE Interpretare i sistemi aziendali nei loro

Dettagli

Metodologia. 5 rapporto sull energia

Metodologia. 5 rapporto sull energia 2 Metodologia 5 rapporto sull energia 23 2.1 Usi finali e consumi finali Per l aggiornamento del bilancio energetico provinciale al 2005 si è adottata la stessa metodologia utilizzata per il Quarto Rapporto

Dettagli

Riclassificazione del bilancio e analisi con indici

Riclassificazione del bilancio e analisi con indici Esercitazioni svolte 2010 Scuola Duemila 1 Esercitazione n. 23 Riclassificazione del bilancio e analisi con indici Risultati attesi Saper fare: riclassificare lo Stato patrimoniale e il Conto economico;

Dettagli

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 8 aprile 2011 Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010 Direzione centrale comunicazione ed editoria Tel. +39 06.4673.2243-2244 Centro di informazione statistica Tel.

Dettagli

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione ENERGIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell energia; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto

Dettagli

ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato

ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Articolo pubblicato sul n 22 / 2004 di Amministrazione e Finanza edito da Ipsoa. ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Premessa

Dettagli

Investimenti lordi = 2.000 Investimenti netti = 800

Investimenti lordi = 2.000 Investimenti netti = 800 Macroeconomia, Esercitazione 1. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 PIL/1 Si consideri un sistema economico che produce solo pane. Questo è costituito da tre imprese: una agricola,

Dettagli

INCREMENTARE LE QUOTE DI MERCATO E LA REDDITIVITÀ

INCREMENTARE LE QUOTE DI MERCATO E LA REDDITIVITÀ INCREMENTARE LE QUOTE DI MERCATO E LA REDDITIVITÀ L ANALISI DELLA CONCORRENZA E IL CUSTOMER VALUE MANAGEMENT 1. [ GLI OBIETTIVI ] PERCHÉ ADOTTARE UN PROCESSO DI CUSTOMER VALUE MANAGEMENT? La prestazione

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE

STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE STUDIO DI SETTORE UG42U ATTIVITÀ 73.11.02 CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ALTRI SERVIZI PUBBLICITARI ATTIVITÀ 73.12.00 ATTIVITÀ DELLE CONCESSIONARIE PUBBLICITARIE Gennaio 2009 PREMESSA L evoluzione

Dettagli

Analisi del costo e della redditività della produzione del latte in Italia

Analisi del costo e della redditività della produzione del latte in Italia Analisi del costo e della redditività della produzione del latte in Italia Indagine 2006 Redazione a cura della Direzione Mercati e risk management Executive Summary L analisi dei costi di produzione del

Dettagli

Gestione del rischio

Gestione del rischio FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26

Dettagli

Commento al tema di Economia aziendale

Commento al tema di Economia aziendale Commento al tema di Economia aziendale Il tema proposto per la prova di Economia aziendale negli Istituti Tecnici è incentrato sul controllo di gestione ed è articolato in una parte obbligatoria e tre

Dettagli

Calcolare il costo dei prodotti

Calcolare il costo dei prodotti Calcolare il costo dei prodotti Metodi alternativi a confronto Prima Puntata www.studiobarale.it Parte 1 di 6 Obiettivi spiegare le diverse metodologie di calcolo dei costi di prodotto, mostrandone logiche

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. La riclassificazione economica dello SP: La gestione dell impresa viene idealmente scomposta in aree omogenee di attività Le attività e le passività, i

Dettagli

In questa lezione verranno trattate le rimanenze di magazzino «propriamente dette» : materie prime, semilavorati, prodotti finiti, etc.

In questa lezione verranno trattate le rimanenze di magazzino «propriamente dette» : materie prime, semilavorati, prodotti finiti, etc. Le Rimanenze In questa lezione verranno trattate le rimanenze di magazzino «propriamente dette» : materie prime, semilavorati, prodotti finiti, etc.; in un apposita lezione verranno trattate le rimanenze

Dettagli

Customer Satisfaction presso i cittadini del Comune di Treviso

Customer Satisfaction presso i cittadini del Comune di Treviso AIM: Servizio Distribuzione Gas Metano Customer Satisfaction presso i cittadini del Comune di Treviso Edizione 2010 Indice 2 Obiettivi della ricerca pag. 3 Nota metodologica pag. 4 Il campione pag. 5 La

Dettagli

IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari

IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari Roma, marzo/maggio 2015 Finalità e ambito di applicazione Un investimento immobiliare è una proprietà immobiliare posseduta per: Percepire canoni d affitto Ottenere

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 aprile 2013 IV trimestre 2012 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Con la pubblicazione dei dati del quarto trimestre del 2012, l Istat diffonde le serie storiche coerenti con

Dettagli