Relazione finale Laboratorio 1, Integrazione scolastica dei disabili e analisi situazione alunni con bisogni educativi speciali Il caso di Domenico, una proposta di lavoro di Bertei Silvia, Cecchi Irene, De Michele Serena, Di Stefano Chiara, Fanucci Maria Silvia, Ricciu Sonia, Salvadori Anna, Tesi Nadia, Vassallo Valentina, Vesco Stefano
Il caso Età: 9 anni Classe: IV Punti di forza: buona memoria prassica delle sequenze motorie già apprese; buona percezione e memoria visiva; buona capacità di riordinare immagini raffiguranti sequenze di storie ascoltate; linguaggio funzionale efficace. Obiettivi Favorire le abilità sociali e interpersonali Sviluppare il senso di auto-efficacia didattico Aumentare la percentuale di tempo che il bambino passa rivolto ad uno scopo Intervento sistematico 1. Osservare sistematicamente: utilizzo di griglie per esaminare il comportamento del bambino in classe, analizzandone antecedenti e conseguenti. 2. Organizzare lo spazio: preparare la disposizione dei banchi in modo che il bambino possa stare vicino ad un leader positivo, vicino alla cattedra e lontano da quei compagni il cui comportamento potrebbe costituire una fonte di distrazione per lui. 3. Stipula del contratto comportamentale con l intera classe: formulare regole in maniera precisa, concreta e positiva con tutti i bambini, monitorare e prevedere un sistema di accumulo punti, di ricompense e di warning. 4. Routine giornaliera: fornire al bambino delle routine giornaliere attraverso le quali lasciar meno spazio possibile a momenti di incertezza durante i quali le fonti di distrazione aumentano di frequenza. Prima di iniziare la lezione, la maestra concorda con il bambino le attività della giornata, meglio se fatte su base oraria. All inizio di ogni ora o cambio d ora è
necessario chiamare il bambino e discutere con lui le attività che potrà fare nell ora successiva. 5. Patto con le insegnanti: scrivere sul quaderno la lista delle cose che si chiedono al bambino. Ogni cosa dovrà essere disegnata, in modo da essere facilmente riconoscibile. Appena finita un attività deve essere cancellata dalla lista e valutata a fianco con un disegno o uno smile. 6. Fornire al bambino feedback intermedi (in maniera sistematica e positiva) per fargli capire come sta andando: aiutare il bambino a valutare il suo stesso comportamento e ad autoregolarsi fornendogli dei feedback sulle sue prestazioni comportamentali, ad esempio Bravo D. vedo che ti stai impegnando molto. Ogni volta che sta completando uno dei compiti assegnati rivolgersi sottolineando il comportamento corretto, ad esempio Bravo D. che stai seduto e attento, ancora poco e riuscirai a prendere un bel bravissimo. 7. Griglie di autovalutazione: somministrare griglie di automonitoraggio a tutti i bambini sul proprio comportamento. Metodologie e strategie - Osservazione e analisi del materiale - Prompting e fading (tecnica di aiuto e riduzione dell aiuto): suggerimenti verbali, indicazioni gestuali, guida fisica - Shaping e chaning (modellaggio e concatenamento): - Modelling (apprendimento imitativo) - Tecniche di rinforzo ispirate alla Token economy: rinforzi simbolici e sociali Attività didattiche specifiche da riproporre durante l'anno Giochi di classificazione: un esempio di attività di modeling e autoistruzione verbale Domenico ha una buona capacità di imitazione, per questo potrebbe essere funzionale (almeno in un primo periodo) l utilizzo di un apprendimento tramite modeling e autoistruzione verbale.
- Scelta del compito: è necessario selezionare un lavoro che richieda un attenzione prolungata e l applicazione di una strategia per essere svolto correttamente. Ipotizziamo che Domenico debba classificare una serie di immagini che raffigurano oggetti diversi per forma e colore. All alunno viene chiesto di raggruppare le immagini di oggetti che hanno stessa forma e stesso colore (per esempio: matite rosse, palline blu). Questo esercizio di classificazione permette al bambino di esercitare e migliorare le capacità logiche. - Modeling: l insegnante esegue per primo il compito, mostrando all alunno le strategie corrette per la soluzione del problema. Durante l esecuzione del compito verbalizza esplicitamente: o La natura del compito: Devo trovare tutte le matite rosse, ma devo fare attenzione, perché tra queste figure ci sono anche matite che hanno un colore diverso. o Possibili soluzioni: Potrei prendere le immagini che rappresentano le matite una alla volta e selezionare solo le matite rosse, ma rischierei di dimenticare l obiettivo del mio lavoro e di confondermi. Forse è meglio raggruppare prima tutte le immagini di matite di qualunque colore e successivamente scegliere solo quelle rosse. Potrei anche raggruppare tutte le immagini che raffigurano oggetti rossi e poi selezionare solo le matite. o Scelta della strategia: Non posso eseguire questo compito troppo rapidamente perché rischio di sbagliare. Credo sia meglio raggruppare le immagini di matite e scegliere successivamente solo quelle rosse o Automonitoraggio: ad intervalli regolari l insegnante si chiede se il lavoro sta procedendo come sperato. o Autovalutazione e autorinforzo: una volta concluso l esercizio, l insegnante verbalizza esplicitamente i risultati del suo lavoro. Ho finito! Credo di aver trovato la strategia più giusta per portare a termine il compito. Ho avuto qualche difficoltà nel mantenere la concentrazione perché le immagini erano molte e tra loro simili. Sono stato bravo a non distrarmi e credo che riuscirò a risolvere problemi sempre più complessi. - L insegnante fornisce indicazione su come risolvere il problema: Che cosa stiamo facendo? Devo raggruppare tutte le figure di matite rosse. Come potremmo fare? - Autoistruzione esplicita: l insegnante invita il bambino ad eseguire il compito, dandosi istruzioni a voce alta e aiutando l alunno a produrre verbalizzazioni che favoriscano il senso di autoefficacia. - Con il tempo, la fase di modeling dovrà essere sempre più ridotta. Le auto-istruzioni fornite dall insegnante passeranno da verbalizzazioni esplicite a voce alta a verbalizzazioni sempre più implicite (istruzioni a voce sempre più bassa o muovendo solo le labbra), al fine di aiutare l alunno a formulare autonomamente pensieri e autoistruzioni. Come comportarsi: storie e strategie per il rispetto delle regole
Poiché Domenico, oltre a una sufficiente capacità di imitazione, ha tra i suoi punti di forza una buona capacità visiva, il modeling potrebbe essere utilizzato anche per favorire le sue abilità sociali, proponendo attività che aiutino ad acquisire la consapevolezza della relazione causa-effetto tra pensieri, emozioni e comportamenti (problem-solving interpersonale). Possiamo lavorare su una piccola storia sociale, presentandola al bambino attraverso immagini associate a parole. La storia dovrebbe essere scelta sulla falsariga dei comportamenti sociali di Domenico; in questo modo, il bambino è invitato a riflettere su quello che accade in una situazione modello e ad elaborare strategie. SCRIVI IL PENSIERO, L EMOZIONE E IL COMPORTAMENTO DI LUCA MENTRE SIMONE PASSAVA NEL CORRIDOIO HA URTATO PER SBAGLIO LUCA CHE GLI HA DATO UN PUGNO 1. CHE COSA HA PENSATO LUCA? 2. CHE EMOZIONE HA PROVATO LUCA? - 3. CHE COSA HA FATTO LUCA?
Lo stesso tipo di schema visivo può essere utilizzato per esercitare in Domenico la capacità di mettersi nei panni dell altro. Lo schema, in questo caso, dovrebbe riprodurre ciò che pensa, prova e fa Simone, il bambino colpito nella storia sociale proposta. Un altra attività simile potrebbe essere quella di creare con l alunno un breve racconto per immagini che mettano al centro ciò che prova un bambino vittima di comportamenti sbagliati, fornendo una serie di esempi di comportamenti appropriati e risposte positive. A partire da queste storie sociali, sarà possibile negoziare con Domenico alcune regole sociali fondamentali, creando un cartellone da attaccare in classe. Il rispetto delle regole è importante per tutti i bambini della classe e il lavoro per favorirlo è un ottima opportunità per far lavorare Domenico con il resto dei compagni. Le regole saranno: - Esplicitate attraverso frasi positive e non attraverso divieti - Semplici ed espresse chiaramente - Operative: si devono evitare proposizioni generiche come stare buoni, non chiacchierare perché risultano troppo vaghe - Accompagnate da immagini che richiamano direttamente il contenuto della regola. Le immagini potrebbero essere create dal bambino o, viste le difficoltà di Domenico nel disegno, ricercate con lui su Internet o rielaborate al computer con software grafici per bambini - Poche ed espresse in modo sintetico. In un lavoro sul rispetto delle regole potrebbe essere utile la tecnica del costo della risposta, uno strumento di controllo motivazionale e comportamentale generalmente efficace con gli alunni con ADHD, ma certamente molto utile per tutti i bambini. La tecnica consiste nel consegnare al bambino alcuni gettoni-premio all inizio delle lezioni, comunicando esplicitamente che, se seguirà le regole ben definite stabilite in precedenza, conserverà tutti i gettoni, altrimenti potrà perderne alcuni. I gettoni potranno essere spesi scambiandoli con piccoli premi o essere messi da parte per premi finali più consistenti. I premi potranno essere inizialmente concreti (piccoli giochi, caramelle, disegni da colorare), ma progressivamente l attenzione dovrà focalizzarsi su gratificazioni astratte (fare un passeggiata rilassante, correre in palestra per alcuni minuti, parlare di qualche argomento che interessa il bambino ). È necessario, inoltre, che l insegnante faccia comprendere al bambino che la perdita dei gettoni non è una punizione, bensì un segnale che gli viene fornito per comprendere meglio quali sono i comportamenti giusti e quelli errati.
Gioco Trotta trotta cavallino Obiettivi del gioco: Incrementare la consapevolezza corporea relativa ai concetti di spazio, direzione e velocità; migliorare l'attenzione e la memoria; stimolare l'associazione visiva-uditiva-motoria; rafforzare la cooperazione e la fiducia tra i bambini. Ambiente: Spazio ampio, all'aperto o al chiuso. Numero e disposizione partecipanti: Minimo 10, disposti a coppie. Cosa ci serve: Nastri o strisce di stoffa di circa 150-180 cm, tante quanti sono i bambini; un campanellino. Facciamo familiarizzare i bambini con i termini al passo, al trotto, al galoppo e lasciamoli esercitare. In seguito facciamo passare il nastro dietro il collo e sotto le ascelle di uno dei due bambini che formano la coppia. Invitiamo l'altro bambino a tenere in mano le briglie e facciamo disporre le coppie in ordine sparso per lo spazio di gioco. Le coppie formate da un cavaliere (colui che tiene le briglie) e un cavallo (colui che ha il nastro intorno al collo) si muovono secondo i comandi che gli daremo (al passo, al trotto, al galoppo) che saranno preceduti da un veloce scampanellio. Le coppie che non si accorgono del cambiamento del comando vengono eliminate. Dopo circa 5 minuti i bambini di ogni coppia si invertiranno i ruoli. Note: Se Domenico non tollerasse l'idea delle briglie, potrebbe muoversi stringendo le mani del compagno oppure uno dietro l'altro.
Scene di storia quotidiana Analizzando le caratteristiche di Domenico si è ipotizzato di ricorrere alla drammatizzazione come modalità didattica interdisciplinare e di lavoro con il gruppo dei pari. I contenuti disciplinari di Storia relativi alla classe IV si prestano particolarmente alla rappresentazione di scene di vita del passato, interpretate dagli alunni e da loro ideate con modalità di cooperative learning. Permettere ai ragazzi di presentare esperienze ed argomenti di studio con modalità diversificate rispetto alla mera esposizione orale può suscitare in loro maggior interesse e motivazione, permettendogli di esercitare un ruolo attivo nei rispettivi percorsi di apprendimento. Piccoli gruppi di lavoro potrebbero concentrarsi su alcuni aspetti delle civiltà antiche ed organizzare delle brevi scenette. Di volta in volta, di civiltà in civiltà, i ruoli ed i compiti potrebbero e dovrebbero cambiare: ci sarà bisogno di un moderatore che permetta il confronto tra le idee, uno scrittore, uno che scelga le immagini a cui ispirarsi per riproporre verosimilmente gli usi ed i costumi del tempo, un altro che suggerisca le battute (scritte su un cartellone, con magari disegnata la faccia del bambino che le deve pronunciare, se il solo nome scritto non è sufficientemente facilitante quando è il turno di Domenico); saranno poi necessari gli attori e qualcuno che si occupi degli oggetti di scena. I gruppi eterogenei, la mobilitazione di risorse diverse e la condivisione degli esiti costituiscono il cuore di gran parte dei percorsi personalizzati di apprendimento, perché, a differenza della lezione frontale, coinvolgono i processi di socializzazione all interno del gruppo. Oltre a promuovere conoscenze di tipo storico tramite l esperienza vissuta, un tale approccio alla disciplina chiama in causa abilità sociali e relazionali, attentive, espressive, motorie, di autocontrollo, il rispetto dei tempi e delle regole, ecc. nella cornice di una didattica stimolante, condivisa ed inclusiva. Divertiamoci insieme recitando Per aiutare l alunno a comprendere poche e brevi sequenze di una storia, possiamo proporre nuovamente la strategia della drammatizzazione. In questa attività l alunno personifica il protagonista della storia e insieme ad un gruppo di compagni, ne drammatizza tre brevi sequenze. 1. Lettura della storia che dovrà essere breve ma anche accattivante. 2. Dividere la storia in tre sequenze. 3. Far interpretare all alunno il protagonista e ad alcuni suoi compagni gli altri personaggi. 4. Presentare le tre scenette.
5. Documentare con fotografie l attività. 6. Far verbalizzare all alunno la drammatizzazione con l ausilio delle foto. 7. Stampare le foto e metterle in ordine. 8. Scrivere sotto alle foto una didascalia. 9. I compagni inventeranno una nuova storia partendo da una sequenza drammatizzata e dalla didascalia scritta da Domenico. Ognuna di queste attività è suddivisa in microattività rappresentate graficamente. 10. Valutazione: produzione scritta delle didascalie e verbalizzazione dell attività svolta con l ausilio delle foto. Bibliografia Cesare Cornoldi, Tiziana De Meo, Francesca Offredi, Claudio Vio, Iperattività e autoregolazione cognitiva, Erickson, Trento, 2012. Edward A. Kirby, Liam K. Grimley, Disturbi dell attenzione e iperattività, Erickson, Trento, 2009. «La vita scolastica», anno 65, 1 maggio 2011, nn. 16-17. R. Ciambrone, G. Fusacchia (2014), I BES. Come e cosa fare, Giunti Scuola, Firenze. S. Di Nuovo (2014), I bisogni educativi speciali. Metodi e materiali per affrontarli, Giunti Scuola, Firenze.