ISTITUTO COUNS.AT. La dimensione ludica. «Che paura!»

Documenti analoghi
SCUOLA PRIMARIA A. MANZONI RESCALDINA SITUAZIONE COMPLESSA IN ENTRATA ALLA SCUOLA REALIZZAZIONE DI UN GIOCO LIBERO CON MATERIALE NON STRUTTURATO

L importanza del gioco nello sviluppo del bambino 1

Secondo incontro GIOCARE CON MIO FIGLIO

IL GIORNO E LA NOTTE

Contributi per la riflessione, l approfondimento e il confronto

COSA OSSERVARE PER CREARE INCLUSIONE. A cura di Elisabetta Ranzi

Documentazione delle attività di movimento progetto cultura scuola persona dicembre 2013

Affettività e Sessualità Sessualità, affettività, intimità: perché?

STRUMENTI PEF. Consentono una partecipazione attiva e la messa in gioco degli aspetti emotivo-affettivi

UN ANNO DA FAVOLA PROGETTO EDUCATIVO NIDO, ANNO SCOLASTICO

IL GIOCO. Sia nella II, che nella III dimensione predomina il GIOCO SIMBOLICO (inizia verso i 2 anni), che

LABORATORIO DI ATTIVITA MOTORIE

Andrea Mian. Ansia, stress e autostima. Come guidare i propri figli ad affrontare positivamente le sfide scolastiche e la relazione con se stessi

A.S 2017/18 I.C SOVERE Beatrice Franzini

LA BELLEZZA IN TUTTE LE FORME: L ARTE delle forme e dei segni, l arte in gioco TUTTO L ANNO. Bambini anni TEMPI DESTINATARI

La Pratica Psicomotoria nella Scuola dell Infanzia

Progetto Teatro a Scuola. Il Teatro a Scuola PROPOSTE DI ATTIVITA TEATRALI

PROGETTO SCUOLA PRIMARIA CLASSI SECONDE

Il bambino come apprendista: la teoria sociocognitiva di Lev Vygotskij ( )

ISTITUTO COMPRENSIVO G.PASCOLI -SILVI. OBIETTIVI FORMATIVI GENERALI Sezione POF

ATTIVITA ESPRESSIVO-CORPOREE COMUNICAZIONE NON VERBALE COMUNICAZIONE EMOZIONALE

Consultori Privati Accreditati di Treviglio e Caravaggio

Dott.ssa Martina Cecchi Pedagogista. Lo sviluppo del bambino: genetica o ambiente?

Momenti di vita dell epoca romana

Chi ha paura del lupo cattivo? Impariamo a comprendere e affrontare le paure dei nostri bambini

Identità e socializzazione

LA PAURA. Se il tuo bambino ha paura proprio come Tobia, ecco alcuni spunti per gestire questa emozione insieme a lui.

L ORGANIZZAZIONE identità autonomia competenza cittadinanza identità autonomia competenza

PROGETTO ACCOGLIENZA. Unità di apprendimento: Non voglio andare a scuola di Stephanie Blake

Educare alla cooperazione IL GIARDINO «LA CASA DEI BAMBINI»

Piano Didattico Personalizzato

Dott.ssa Enrica Locati, psicologa INCONTRI RIVOLTI ALLE EDUCATRICI

P I A N O P E R S O N A L I Z Z A T O D E L L E A T T I V I T A E D U C A T I V E

Laboratorio area antropologica

ISTITUTO COMPRENSIVO Rita LEVI-MONTALCINI BITRITTO (BA) PROPOSTA PROGETTUALE A SCUOLA CON GLI SCACCHI

UNITARIO. 3 ANNI Inserirsi ed interagire nel nuovo ambiente scolastico. 4 ANNI Si inserisce nel gruppo rispettando regole. 5 ANNI Lavorare in.

SIGNIFICATO DELL ATTIVITA IN LABORATORIO luogo privilegiato in cui si realizza una situazione di apprendimento spazio di creatività;

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO APPROCCIO ICF

PROGETO FIABE PER CRESCERE 2. Anno scolastico

QUANDO PEDIATRA E PSICOLOGO SI INCONTRANO

Nido Scuola dell Infanzia ParitariaBilingue (Italiano-Inglese)

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Lingua, interazione, comunicazione Parole in scena, teatro e apprendimento delle lingue. Scuola Infanzia a.s. 2017/2018 Docente Daniela Colombo

I.C. PIAN DEL BRUSCOLO SCUOLA DELL INFANZIA DI BOTTEGA. 5 anni

PROGETTO: I COLORI DELLE EMOZIONI

Perché attività motoria?

LA CORNICE RELAZIONALE NELLE DINAMICHE DI INSEGNAMENTO- APPRENDIMENTO

PROGETTO Uso responsabile delle tecnologie digitali

ALLEGATO 2. Modulo sportivo scuola secondaria inferiore. Titolo: Stiamo insieme con il gioco del calcio

dr.ssa Lorella Gabriele

CURRICOLO TRASVERSALE ASPETTI EDUCATIVI

SCUOLA DELL INFANZIA CALVINO CURRICOLO

L ALUNNO DISATTENTO E IPERATTIVO A SCUOLA. Mario Di Pietro

TRATTO DA: DARIO I., CAMEROTTI S. (2005), IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO PROGETTO DI VITA, TRENTO, ERICKSON

AIUTIAMOLI A SCEGLIERE: quale percorso dopo la scuola media? Dott.ssa Monica Panzeri. Rassegna OrientaLamente Lecco 04 Ottobre 2012

CONQUISTARE ABILITA ATTRAVERSO LA MUSICA L esperienza del Children s Music Laboratory (CML) Marco Messina, Francesca Raimondi

da 0 a 2 anni la prima infanzia

LA RELAZIONE EDUCATIVA è un concetto orientativo

Lo sviluppo cognitivo secondo J. Piaget

Uno spazio di esperienza, un tempo per crescere A.S sez. I A. Insegnanti: Matarazzo Silvana-Grasso Brunella-Ciotta Maria Rosaria

Che emozione! Come aiutare i propri figli a conoscere, riconoscere, esprimere e vivere le emozioni

ISTITUTO PROFESSIONALE SERVIZI SOCIO SANITARIO SCIENZE UMANE E SOCIALI

A proposito delle attività finora proposte

PERCORSO CURRICOLARE IN VERTICALE Competenze chiave- IMPARARE AD IMPARARE

CORSO PER DIRIGENTI DEI CENTRI MINIBASKET. Le conoscenze. Prof. Pierpaolo Varaldo Formatore Prov. Genova

STARE in CLASSE con la DISABILITÀ COMUNICATIVO-RELAZIONALE. Prof.ssa Cristina Silvestrin

Non seguono più di dieci minuti! Non si concentrano! Si distraggono facilmente! Non hanno capito niente!! Ho spiegato più volte lo stesso argomento!

IL GIOCO IN CHIAVE METACOGNITIVA. Monza, 23 marzo 2013

Comune di Rovigo Nido Buonarroti INSIEME PER GIOCARE. Programmazione didattica. Sezione Piccoli

LA GELOSIA. Se il tuo bambino è geloso proprio come Tobia, ecco alcuni spunti per gestire questa emozione insieme a lui.

La classe : il cuore della relazione educativa. saperi

LE ORIGINI BIOLOGICHE DEL PENSIERO

1 Abilità prerequisite

Indice. Parte 1 LA NATURA DELLO SVILUPPO INFANTILE 1. Parte 2 PROCESSI BIOLOGICI, SVILUPPO FISICO E SVILUPPO PERCETTIVO 49. Indice delle schede

Bruner Il viaggio verso la mente

CENTRO PER L APPRENDIMENTO

SPORTELLO D'ASCOLTO E DI DIALOGO ALL'INTERNO DELLA SCUOLA

Progetto Per conoscersi Scuola Panzini a.s

OGGETTO: PROGETTO DI PSICOMOTRICITA' EDUCATIVA E PREVENTIVA

Il valore della vita emotiva. Dott.ssa Luisa Romei

UNITÀ FORMATIVA 1. Suono, movimento, ritmo: percorsi e strategie didattiche per la scuola dell infanzia Patrizia Iodice Giuseppe Desideri

ISTITUTO COMPRENSIVO Pescara 6

ORA PARLO IO - INFANZIA

LIFE SKILLS - SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL CORSO DA PARTE DEI PARTECIPANTI

Progettazione scuola dell infanzia

PROGETTO INGLESE SCUOLA DELL INFANZIA 2018/19 BAMBINI 3-5 ANNI PREMESSA - MOTIVAZIONE

La nuova didattica del movimento

La teoria dello sviluppo sociocognitivo di Vygotskij

PROFILO DINAMICO FUNZIONALE

PROGRAMMAZIONE ANNUALE

Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VI. Identità e socializzazione. Identità e socializzazione

PROGETTAZIONE LABORATORIO- ATTIVITÀ SCUOLA DELL INFANZIA IL VIAGGIO LA CREAZIONE

Laboratorio Didattica Speciale: Codici comunicativi dell educazione linguistica Gruppo B. Prof.ssa Michela Lupia

Alla scoperta dei 4 elementi

Direzione Didattica Statale Is Mirrionis - Cagliari. Progetto di Circolo MATEMATICA IN GIOCO

Il laboratorio teatrale: come valorizzare la diversità

PERCORSO FORMATIVO AFFETTIVITA E SESSUALITÀ DELLE PERSONE DISABILI E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA'

Istituto Comprensivo Gonzaga

Settore Servizi alla Persona ed alla Famiglia. Servizi per la Prima Infanzia Insieme Giocando

Transcript:

ISTITUTO COUNS.AT La dimensione ludica. «Che paura!» Tiziana Aceti Cristiana Zedda

LE PAURE DEI BAMBINI

Nella notte scura, scura i bambini han paura. Han paura dei rumori e i fantasmi saltan fuori. Vengon fuori mummie, scheletri e dottori; ladri, topi e pipistrelli che s infilan nei capelli. Per fortuna c è la mamma che ti dice Fai la nanna, sto con te nella notte scura non avere più paura. Wanda Genero Il bambino e le paure della notte

COSA FARE 1) Dedicare più attenzione al bambino, sollecitando la sua confidenza 2) Ascoltare il bambino con comprensione e interesse quando ci parla delle sue paure 3) Spiegargli le paure in modo semplice 4) Dare al bambino il buon esempio, dimostrando di essere capaci di affrontare i pericoli reali e le situazioni quotidiane che possono sembrare difficili ai suoi occhi (spesso le paure dei bambini sono molto simili a quelle dei genitori)

5) Incoraggiare il bambino al gioco libero, imitativo, di fantasia e al disegno: queste attività sono indispensabili per aiutarlo ad esprimere le sue ansie e le sue paure 6) Far sentire al bambino che gli vogliamo bene, anche se qualche volta fa il cattivo 7) Offrirgli protezione nei momenti difficili, perché abbia fiducia negli adulti e sappia che può contare su di loro nei momenti di difficoltà

COSA NON FARE 1) spingere il bambino ad affrontare situazioni per lui paurose, con l intento di fortificarlo o di punirlo 2) Lasciarsi influenzare dall ansia del bambino 3) Non dare importanza alle paure del bambino, prenderlo in giro, punirlo per la sua mancanza di coraggio

4) Assumere atteggiamenti di eccessiva apprensione o iperprotezione, facendo sentire il bambino come un essere debole e incapace 5) Respingere il bambino quando chiede aiuto, facendolo sentire solo con la sua paura

Il gioco

Definizione Il gioco è un attività strutturata mirante a una gratificazione individuale o di gruppo, e svincolata da fini immediati di produzione (lavoro), cosi come da necessità immediate di difesa individuale o della specie.

Caratteristiche del gioco Improduttività = nessun fine Piacevolezza = ha effetti sulle emozioni Spontaneità = si compie volontariamente Stacco = è un momento di svago Tranquillità = non vi sono azioni di primaria importanza Regolamentazione = ha regole Libertà = si può scegliere la modalità di gioco Incertezza = non vi sono esiti prevedibili Finzione = ci si allontana dalla realtà con l immaginazione

Definizione di gioco Il gioco è un'attività ricreativa che coinvolge una o più persone, basata su: obiettivi che i/il giocatore/i devono cercare di raggiungere nell'ambito dell'attività del gioco; regole che determinano ciò che i giocatori possono e non possono fare durante l'attività ludica.

Le 4 categorie di gioco

..Ancora giochi Gioco di logica: rompicapo, enigma, indovinello. Gioco astratto o di strategia: dama, scacchi, scarabeo, gioco dell oca Gioco di simulazione storica: wargame Gioco solitario: il gioco di fantasia, certe forme di gioco simbolico. Giochi paralleli: es. alcuni giochi di movimento. Giochi collettivi: es. giochi di regole.. Gioco scolastico: filastrocche, tornei, sacco pieno, gioco del silenzio, mosca cieca

Giochi di ruolo In un gioco di ruolo i giocatori assumono il ruolo di personaggi in un mondo immaginario o simulato. Le caratteristiche del personaggio: forza, destrezza, intelligenza, carisma Giochi di ruolo da tavolo, attorno al quale si riunisce un gruppo di persone avvalendosi di supporti quali carta, matite, dadi. Giochi di ruolo dal vivo derivati da quelli da tavolo, che impegna in sessioni live (dal vivo) giocatori in costume durante le quali vengono a volte utilizzate repliche di armi e coreografie marziali, a seconda del genere. Videogiochi di ruolo (dall'inglese Computer Role-playing game), giocati da uno o più giocatori connessi attraverso Internet. Dei videgiochi di ruolo fanno parte i MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game), giochi di ruolo online dove il personaggio creato dal giocatore interagisce con gli altri partecipanti e si sviluppa in un mondo virtuale permanente gestito su Internet.

Il gioco ed il ruolo dell Adulto Il gioco vive una dimensione complessa (sociale, cognitiva, relazionale) di fondamentale importanza in tutte le fasi dello sviluppo. E un vero e proprio congegno educativo. RUOLO DELL ADULTO Creare un clima educativo-didattico attraversato da una dimensione ludica. Organizzare gli spazi e i tempi del gioco. Offrirsi come modello in una situazione di apprendimento. Fornire un modello che ha la funzione di impalcatura per l apprendimento del bambino.

Suggerimenti per sostenere il gioco Osservare il gioco dei bambini Approfittare dei momenti opportuni per ampliare il gioco dei bambini Incoraggiare i bambini ad esplorare e sperimentare nuovi materiali Lasciare ai bambini tutta l autonomia di cui sono capaci Evitare di interrompere un gioco Dimostrare interesse perciò che fanno Essere disponibili ad aiutare quando necessario

Funzione del gioco Piano cognitivo: esplorare il mondo delle possibilità; incrementare la manipolazione mentale della realtà; mettere in atto strategie di planning e di ploblem solving. Piano emotivo-affettivo: sviluppo dell espressione e del controllo delle emozioni; sviluppo dell autonomia; sviluppo di una realistica conoscenza di sé;

Funzioni del gioco Piano socio-relazionale: capacità di collaborare; capacità di mediare e negoziare; rispetto delle regole. Piano metacognitivo: motivazione; autoefficacia; autostima.

Gioco come costruzione di identità personale Il fare finta nel gioco, che può essere considerato una sorta di agire per prova, consente di mettere in scena esperienze non ancora reali ed educa a una capacità trasformativa dell esperienza e di se stessi grazie alla possibilità che offre di imitazione della realtà. Col gioco, infatti, i bambini possono far finta di essere adulti, sperimentando questa condizione, senza doverne affrontarne i relativi fallimenti e le inevitabili sofferenze.

Funzione del gioco

Il gioco e lo sviluppo dell intellingenza Piaget, 1967 Il gioco favorisce l attività mentale simbolica. Svolge due funzioni per lo sviluppo psicologico: Rafforza l idea che si possa agire sulla realtà (ASPETTO PERCETTIVO). Consolida abilità e capacità già possedute (ASPETTO COGNITIVO). Piaget distingue alcune fasi nello sviluppo infantile.

Sviluppo evolutivo dei giochi Stadio preoperatorio. Un importante progresso si verifica quando i giochi simbolici, dapprima individuali, assumono, verso i cinque anni, con l'acquisizione della capacità di tener conto delle esigenze degli altri, i carattere di giochi sociali, richiedendo la collaborazione di più bambini (o dell'adulto), con ruoli complementari. Stadio delle operazioni concrete. Più tardi, dai 7-8 anni in poi, man mano che si acquista la capacità di porsi nei panni degli altri e di coordinare vari punti di vista, si assiste allo svolgimento di giochi con regole, in cui la comprensione e il rispetto di determinate norme divengono l'elemento dominante. Stadio delle operazioni formali. Alcuni giochi con regole richiedono poi un tipo di pensiero più evoluto, che si sviluppa solo a partire dagli 11-12 anni, e implica la capacità di immaginare con facilità situazioni ipotetiche (per esempio una serie di mosse, in una partita a scacchi) per dedurne delle conseguenze (le possibili risposte dell'avversario).

Il gioco e lo sviluppo affettivo 3 anni: In questa fase di crescita iniziano a compiersi i primi giochi di socializzazione. Il bambino dimostra interesse a giocare con gli altri. Inizia a svilupparsi la capacità immaginativa, si tende ad imitare il comportamento degli altri. 4 5 anni: E una fase in cui il gioco diventa espressione delle proprie dinamiche interne. I giochi maggiormente prediletti sono quelli della bambola, del dottore, il gioco a nascondino. L uso di questi giochi servono a rappresentare delle punizioni o proibizioni che il bambino ha subito. 6 10 anni: I giochi sono caratterizzati dalle regole e si svolgono in gruppo. Questo fa si che il bambino impari a stare con gli altri, e al rispetto delle regole per garantire il buon funzionamento del gioco.

Il gioco e lo sviluppo cognitivo A livello cognitivo il gioco favorisce lo sviluppo della memoria, dell attenzione, favorisce la concentrazione, la capacità di confronto, di relazionarsi, di utilizzare degli schemi percettivi. Una scarsa e carente attività ludica può contribuire a creare delle carenze a livello cognitivo.

Il gioco e lo sviluppo sociale A livello sociale il gioco si manifesta attraverso tre stadi: Gioco solitario, che è tipico nei bambini di pochi mesi di vita. Manca l interazione sociale. Gioco parallelo, compare tra il primo e il terzo anno di vita. In questa fase si assiste ad un momento di aiuto reciproco anche se si tratta di gioco individuale. Gioco sociale, tipico dei bambini di età compresa tra i quattro e i cinque anni di vita. Corrisponde all inizio del periodo scolastico, c è una maggiore interazione sociale.

Tiziana e Cristiana Grazie per l attenzione!