RATING AZIENDALE Analisi e Diagnosi Economico - Finanziaria Pagina 1
LA RICLASSIFICAZIONE DEI BILANCI La riclassificazione dei bilanci ha l obiettivo di rielaborare le informazioni contenuti negli schemi di bilancio redatti in conformità alla IV direttiva CEE. L obiettivo della riclassificazione è quello di individuare i principali aggregati di valore ed i relativi rapporti informazioni importanti per rappresentare un punto di partenza per i bilanci previsionali. Mediante la riclassificazione dei bilanci pertanto è possibile interpretare meglio i risultati aziendali rendendoli omogenei e confrontabili nel tempo e nello spazio. LA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO La riclassificazione del conto economico consente di mettere in rilievo gli aggregati economici di maggiore significatività: Ricavi operativi netti, Valore della produzione, Valore aggiunto, EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), EBIT (Earnings Before Interest and Taxes), EBT (Earnings Before Taxes) e PROFIT or LOSS. Nella riclassificazione del conto economico a Valor Aggiunto e Margine Operativo Lordo si evincono le seguenti considerazioni. I Ricavi operativi netti sono rappresentati dai ricavi fatturati dalla vendita dei prodotti e dei servizi. I Ricavi operativi netti sono sostanzialmente stabili a parte una flessione verificatasi nel 2009. Il Valore della produzione misura la capacità dell impresa di generare vendite di prodotti e servizi. Esso è dato dalla sommatoria dei Ricavi Operativi Netti, di altri proventi, della variazione delle rimanenze dei lavori in corso, dei semilavorati e dei prodotti finiti. Il valore della produzione e in costante miglioramento per effetto della politica degli stock. Il Valore aggiunto è un aggregato intermedio che misura la capacità dell impresa di generare ricchezza addizionale attraverso i processi di trasformazione dei fattori di produzione quali materie prime, servizi e utilizzo dei beni di terzi. Il valore aggiunto è pressoché stabile negli anni esaminati. Occorre concentrare l attenzione sui fattori di produzione impiegati (materie prime, servizi e beni di terzi) e sul ricarico delle singole commesse al fine di incrementare il valore. Pagina 2
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L EBITDA o Margine Operativo Lordo è un aggregato dato dalla differenza fra valore aggiunto, costi del personale e gli altri costi operativi. Esso evidenzia il margine creato dalla gestione caratteristica di impresa. Stante la sua connotazione tale indicatore è da considerarsi aggregato idoneo per analisi comparativa tra imprese con differenti politiche aziendali in tema di ammortamenti e accantonamenti. L indicatore esprime in sintesi la capacità di autofinanziamento della gestione caratteristica di impresa. L EBITDA ha avuto una flessione costante nel tempo. Il costo del lavoro nell ultimo periodo ha assunto un valore superiore al 10% rispetto al 2008 senza produrre fatturato incrementale. Occorre pertanto concentrare l attenzione sul costo del lavoro e sugli oneri diversi di gestione. Occorre fare un focus sui processi aziendali al fine di cogliere efficienze produttive. L EBIT o Risultato Operativo viene calcolato come differenza tra EBITDA e gli ammortamenti, gli accantonamenti e la svalutazione dei crediti. Tale indicatore rappresenta la misura dell autofinanziamento delle gestioni non caratteristiche: gestione finanziaria, gestione straordinaria e gestione fiscale. Stante la sua connotazione tale indicatore è da considerarsi aggregato idoneo per analisi comparativa tra imprese con simili politiche aziendali in tema di ammortamenti e accantonamenti. L EBIT ha avuto flessioni determinate dalla politica di ammortamenti. L EBT o Utile prima delle imposte rappresenta il risultato dell impresa dopo la gestione finanziaria e straordinaria. L EBT è stato portato al ribasso dagli impegni finanziari che nell ultimo esercizio in esame sono aumentati. Il PROFIT or LOSS o Utile netto esprime il risultato di tutte le gestioni aziendali. Il PROFIT ha avuto una flessione importante nell ultimo anno. Pagina 4
LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE La riclassificazione dello stato patrimoniale ha lo scopo di analizzare la struttura finanziaria dell impresa mediante la determinazione di due aggregati fondamentali: il Capitale investito netto e le Fonti di finanziamento. Il Capitale Investito Netto si compone di attivo corrente e attivo fisso. L attivo corrente include le rimanenze di magazzino, i crediti commerciali e altre attività a breve termine legate alla gestione operativa dell azienda. L attivo fisso include le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie. L attivo corrente è aumentato nel corso dell ultimo esercizio in esame. Pagina 5
L attivo fisso include le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie. L attivo fisso nel corso degli anni in relazione al capitale investito ha avuto un andamento in crescita (2009) per poi decrescere nell ultimo esercizio (2010). Le Fonti di finanziamento si compongono delle voci passivo corrente e passivo consolidato. Pagina 6
Il passivo corrente è costituito dai debiti commerciali e dalle altre passività a breve termine operative e finanziarie. Il Passivo corrente nel corso del 2010 in relazione al capitale investito è aumentato. Il passivo consolidato è rappresentato dalle passività di medio-lungo termine quali fondo TFR e finanziamenti medio-lungo termine. Il passivo consolidato in relazione al capitale investito è diminuito nel corso dell ultimo anno. I mezzi propri sono costituiti dal capitale sociale, le riserve e il risultato di esercizio. I mezzi propri in relazione al capitale investito sono leggermente aumentati nel corso del 2009 per poi stabilizzarsi. Dall analisi del prospetto riclassificato dello Stato Patrimoniale si evince che l azienda sta finanziando correttamente le attività poiché le attività a lento ritorno (Attivo Fisso) sono finanziate con passività di Medio / Lungo termine. Pagina 7
LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PFN) La PFN è aumentata in modo importante nel corso degli ultimi 3 anni. Occorre fare attenzione al costo dell impiego dei mezzi di terzi. Pagina 8
L AUTOFINANZIAMENTO EFFETTIVO L autofinanziamento effettivo ha subito una diminuzione costante nel corso degli anni per via degli ammortamenti e del risultato di esercizio entrambi in calo. Pagina 9
CRUSCOTTO DIREZIONALE Pagina 10
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICO FINANZIARI Il Capitale circolante è molto basso. Il tasso di autofinanziamento dell attività (PN/Cap. Investito) è inferiore al 3% e induce un bisogno di patrimonializzazione della azienda. Una parte dei mezzi di terzi andrebbe coperta con mezzi propri. Da capire le immobilizzazioni finanziarie appostate a bilancio. Pagina 11
RATING CREDITIZIO Se si confronta il rating attribuito dalla banca con il solo "Score finanziario", quest'ultimo risulterà probabilmente inferiore, in quanto il rating bancario terrà senz'altro conto anche dell'analisi andamentale (Centrale Rischi) e dell'effetto delle garanzie prestate a supporto del credito. Pagina 12
RATING STANDARD & POOR'S La scala del rating S&P dal giudizio più alto di massima sicurezza a quello più basso: AAA, AA+, AA, AA-, A+, A, A-, BBB+, BBB, BBB-, BB+, BB, BB-, B+, B, B-, CCC+, CCC, CCC-, CC, C, D. RATING MOODY'S La scala del rating Moody's dal giudizio più alto di massima sicurezza a quello più basso: Aaa, Aa1, Aa2, Aa3, A1, A2, A3, Baa1, Baa2, Baa3, Ba1, Ba2, Ba3, B1, B2, B3, Caa1, Caa2, Caa3, Ca, C. Pagina 13