IMPIEGO ECOCOMPATIBILE DELLE RISORSE E SOSTENIBILITA Salvatore Dierna

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IMPIEGO ECOCOMPATIBILE DELLE RISORSE E SOSTENIBILITA Salvatore Dierna Nell affrontare la questione della sfida epocale posta dal rapporto Sostenibilità e consumo delle risorse, che ai nostri occhi di tecnologici, progettisti, professionisti, docenti, ricercatori, esperti ma soprattutto cittadini del nostro pianeta appare oggi centrale, delicata, problematica, ma anche viva, in continuo sviluppo evolutivo e potenzialmente innovativa ed innovatrice, è più che mai importante interrogarsi sul profondo e sfaccettato significato del termine sostenibilità, concetto di per sé ambiguo senza la denotazione di una specifica aggettivazione, che nel caso di ambientale, risulta, nei suoi obiettivi e nelle sue prerogative intrinseche, particolarmente chiaro, soprattutto se rapportato e interconnesso ai concetti di tecnologia e di innovazione tecnologica, in particolare visti, letti, interpretati, concepiti e progettati nell ambito dell ampia tematica della gestione dei processi di indirizzo e controllo delle trasformazioni morfologiche dello spazio costruito, che contiene gli elementi determinanti per capire la portata dell altro fattore di disquisizione da tener presente nello sviluppo della sfida, quella che tira in ballo come altra faccia della questione problematica della nostra èra il consumo delle risorse. In quest ottica si possono trattare la complessità e vastità dei significati e delle implicazioni potenzialmente operative che l affrontare tale sfida fa emergere ricche e numerose, enucleando cinque vettori di ragionamento e sviluppo delle tematiche sottese dal rapporto Sostenibilità e consumo delle risorse : 1. trasformazione dei caratteri morfologici, tipologici e tecnologici dell Ambiente Costruito; 2. valutazione dell efficacia ecologica, dell efficienza energetica, del controllo e monitoraggio della qualità; 3. significato dello spazio aperto e dello spazio intermedio nel progetto urbano sostenibile; 4. ruolo dell involucro edilizio nell architettura ecoefficiente; 5. ecocompatibilità e durabilità di materiali, prodotti e componenti. 1. La necessità di indagare la trasformazione dei caratteri morfologici, tipologici e tecnologici dell Ambiente Costruito nella implementazione dei fattori ambientali, climatici ed energetici a partire dalla fase progettuale. Elemento nodale implicitamente sotteso da ogni sperimentazione volta a recepire attivamente e propositivamente le questioni di efficienza ecologica, è quello del mutamento dei caratteri tipotecno-morfologici dell architettura, insito nella stessa presa in considerazione delle potenzialità progettuali presenti nella ricerca di qualità dello spazio sostenibile. Il progetto di architettura che si voglia definire sostenibile è oggi più che mai chiamato a rispondere in modo fortemente articolato, complesso e diversificato, ad una quantità di stimoli e vincoli che mettono in gioco sotto diversa luce, contemporaneamente, il ruolo dell innovazione 1

tecnologica quale elemento-chiave in grado di porsi come veicolo di trasformazione evolutiva più che di consumo dissipativo, e gli aspetti fisico-formali dello spazio costruito quali elementi in grado di restituire, in termini di adattività e flessibilità allo specifico locale, la qualità ecologica dello spazio abitato. 2. La pregnanza delle attività di Audit, controllo, verifica e monitoraggio della qualità dell Ambiente Costruito, dall impostazione di progetto al controllo dell uso delle risorse alla gestione dei suoi cicli di vita. Il passaggio dal concetto di verifica a posteriori del progetto completato, a quello di supporto e di controllo dei differenti gradi di qualità ambientale operabile prima, nella stessa concezione e impostazione del progetto, e durante tutto il suo sviluppo, è un importante fattore di innovazione in termini teorico-metodologici ed operativi nel processo di progettazione dell architettura sostenibile. L affermazione della centralità del controllo e verifica quali momenti fondamentali e strutturanti del progetto costituisce il fulcro per affrontare la complessa sfida ad invertire la tendenza a sovrapporre l artificio alla natura, a vivere la tecnologia come evento inevitabilmente interferente ed impattante a livello ambientale. In questo senso passo nodale è il superamento delle logiche di verifica ex post, solo correttive di progetti già compiuti e il più delle volte non improntate ad un ottica di sostenibilità ambientale, per una conquista del concetto di controllo ex ante di supporto al progetto, che, con strumenti flessibili, evolutivi e adattivi alle specificità delle situazioni, ponga le basi per operare responsabilmente e coerentemente secondo il necessario indirizzo di un architettura che sia realmente ecoefficiente, e che non può e non deve essere sostenuta da pretese etiche trascendentali, né essere prigioniera di astratte ideologie coagulate in atti prescrittivi. Altrettanta importanza avrà allora la fase di monitoraggio dei comportamenti dell architettura realizzata, per testare il grado di sostenibilità effettiva a cui durante il suo ciclo di vita l architettura osservata è in grado di ottemperare. 3. L importanza del significato dello spazio aperto e dello spazio intermedio - o spazio tra (space between) - quali elementi strutturanti del progetto urbano sostenibile. Lo spazio intermedio non è solo un elemento fisico (spazi-filtro aperti, strade, percorsi, piazze, ecc), ma una dimensione concettuale entro cui inquadrare il passaggio, da un livello all altro, di tutte le interazioni materiali e immateriali in gioco in un progetto ecosistemico di architettura. Il concetto di space between, nella tensione verso un equilibrato rapporto tra progetto del costruito e contesto ambientale, conduce a cambiamenti profondi che vanno operati nella ridefinizione formale e funzionale dello spazio intermedio, da intendersi nel suo duplice significato di mediance e di luogo-non luogo : indicando con l una la capacità di scavare sul profondo ruolo della mesologia, scienza dei milieux che supporta il progetto ambientale contemporaneo della dimensione fisica e fenomenologica; con l altro tre realtà complementari ma distinte: quella fisica dell organizzazione degli spazi costituiti in relazione a certi fini (trasporto, transito, commercio, tempo libero, ecc.); quella biologica di indirizzo di ruoli e comportamenti degli elementi vegetazionali quali potenziali strumenti di controllo e regolazione dei fattori microclimatici urbani; 2

e quella ergonomico-prossemica del rapporto che gli individui intrattengono direttamente con questi spazi e indirettamente con il concetto d identità contestuale-ambientale che essi sottendono. 4. La centralità del ruolo dell involucro architettonico quale complesso sistema-filtro selettivo e polivalente, regolatore degli scambi e delle interazioni con i fattori ambientali. La pelle architettonica, come l abito per l uomo o lo strato cutaneo per gli animali, è l elemento a cui la sperimentazione contemporanea sta deputando i principali compiti di ottimizzazione delle azioni di dialogo, selezione, filtro con le complessità dei fattori ambientali. La tematica dell architettura della pelle chiama a collaborare la scienza e le tecnologie moderne, con le quali è divenuto possibile focalizzare l attenzione sulla funzione di controllo ambientale svolta dalla membrana che racchiude lo spazio architettonico propriamente detto. A fronte della continua fluttuazione nel tempo dei fattori ambientali, infatti, l involucro edilizio da semplice barriera con funzioni prevalentemente protettive contro agenti atmosferici, avversità climatiche e intrusioni fisiche, si è evoluto a complessa membrana permeabile, selettiva e polivalente, dotata, come la pelle umana, della capacità di ammettere, respingere e/o filtrare i fattori ambientali. 5. L esigenza di affermare il principio di ecocompatibilità e durabilità di materiali, prodotti e componenti, in modo diffuso e a tutti i livelli del processo progettuale, dalla scelta delle risorse alle fasi di dismissione e riuso. Il dato di globale sostenibilità del progetto di architettura trova uno dei suoi momenti fondativi nella scelta di materiali e componenti ecocompatibili, nella individuazione di prodotti ecologici e/o ecocertificabili, nella considerazione dell intero ciclo di vita dell architettura fino alle fasi di dismissione, riciclo e/o riuso degli elementi stessi. L uso progettuale di materiali e componenti ecocompatibili, nel complesso rapporto tra processi costruttivo-insediativi e sostenibilità ambientale, non può essere imposto dall esterno in maniera astratta, quanto piuttosto assimilabile nel contesto dinamico di una cultura preesistente. Le possibilità dello sviluppo locale si basano appunto sulla non-transitività tra soddisfazione dei bisogni e realizzazione dell identità in senso a-scalare, dalla concezione progettuale d insieme fino alla dimensione del controllo del dettaglio e della gestione, anche alla luce delle trasformazioni di mercato, dei cicli di produzione di componenti e materiali. Operata la rassegna dei principali contenuti della produzione di ricerca e sperimentazione dei componenti della Società Italiana della Tecnologia dell Architettura, sembra opportuno e necessario un ulteriore passaggio, per affrontare con efficacia la sfida Sostenibilità e Consumo delle Risorse : quello che anche alla luce dei temi prevalenti emersi nella I parte dell intervento possa porre in essere, con la necessaria sintesi, i principali contenuti metodologici che sottendono gli aspetti applicativi e operativi del problema. 3

Per questo la II parte dell intervento si concentra sulla enunciazione delle 6 + 1 questioni strategiche che caratterizzano fin dai primi anni 90 la problematica dello Sviluppo Sostenibile. Prima di enunciarle, occorre ricordare che la dimensione degli impatti globali causati dalle attività umane sull ambiente dipende oggi, essenzialmente, dall ammontare del turnover di materia, problema che ha richiesto negli ultimi decenni un definitivo decremento nel consumo totale di risorse (intese come materia, energia e territorio) come uno dei prerequisiti fondamentali per uno sviluppo ecologicamente sostenibile. Attuare la sostenibilità ambientale in un contesto di mercato globale di scambi economici, di reti di comunicazione a scala planeteraria, di interdipendenza dei processi di sviluppo, è operazione che ha richiesto una modifica di politiche a livello mondiale e locale che negli anni, anche se lentamente, si sta attuando e delle economie industriali nel loro complesso, a partire dai loro stessi modelli organizzativi. La sostenibilità ambientale ha posto istanze legate direttamente alla governance delle relazioni tra i vari soggetti, attori delle trasformazioni, e alle forme che questa correntemente assume all interno dell ambiente costruito: gli orientamenti strategici, il management, la comunicazione, le tecnologie di produzione e la progettazione. Occorre altresì tener presente che, di fronte ai limiti dell approccio ecologico classico, che regola a posteriori i problemi ambientali, l approccio ecoefficiente all interno del quale si colloca la cultura tecnologica del progetto che anima la produzione della Società Italiana della Tecnologia dell Architettura - concepisce le attività produttive come degli ecosistemi, articolati su flussi di materia, energia e informazione, capaci di autoalimentarsi e autorigenerarsi. Alla luce di questo quadro di riflessione gli strumenti di misura, controllo e analisi dei flussi di materia possono essere applicati con efficacia ai fini di una corretta pianificazione e di un adeguato monitoraggio, con l intento di migliorare le misure di contenimento ai diversi livelli di intervento. In un modello così impostato, lo schema di circolazione di materia ed energia abbandona la sequenza lineare e aperta, che ad ogni fase produce scarti di lavorazione, e prova a chiudersi su sé stesso per autoalimentare la sua dinamica di sviluppo. Il cerchio si chiude proprio nel momento in cui lo scarto prodotto da un soggetto diviene la risorsa utilizzata da un altro, secondo filiere strutturate su base settoriale e di sistema. In tale prospettiva, acquistano valore di fondo quei 6 princìpi più uno enunciati anni or sono dal World Businness Council for Sustainable Development e nel United Nations Environment Program: Riduzione del consumo di energia; Riduzione del consumo di materiali; Riduzione delle emissioni nocive; Massimizzazione del riuso e della riciclabilità; Massimizzazione della durabilità di prodotti e componenti; Massimizzazione dell impiego di risorse rinnovabili; Sviluppo della partecipazione; 4

princìpi che possono essere assunti come i cardini su cui impostare una strategia complessiva di sviluppo sostenibile di tipo ambientale, culturale, sociale ed economico, e sui quali per concludere mi piace annotare, come base e spunto di ragionamento e confronto per il successivo sviluppo del dibattito, alcune brevi riflessioni sugli obiettivi e le azioni strategiche che la messa in campo dei princìpi stessi comporta: 1. Riduzione del consumo di energia Il primo fondamentale principio comporta la presa in carico dell impegno al raggiungimento di due obiettivi strategici: la minimizzazione del fabbisogno energetico e l ottimizzazione dell efficienza energetica nella concezione, realizzazione e gestione delle trasformazioni territoriali, urbane e architettoniche. 2. Riduzione del consumo di materiali Se si parte dall enunciazione della riduzione dei fattori immateriali attinenti alla questione energetica, non si può non passare immediatamente al contraltare, altrettanto cogente, della necessità di limitare al massimo l impiego di risorse materiali, che presuppone l impegno verso due importanti obiettivi: l ottimizzazione dei risvolti progettuali esecutivi derivanti dalla tendenza alla smaterializzazione delle trasformazioni e alla leggerezza dell Architettura, ed il ferreo controllo degli sprechi in fase produttiva. 3. Riduzione delle emissioni nocive La questione della ormai inderogabile necessità non solo di non aumentare ma soprattutto - d ora in poi nei fatti e non nelle dichiarazioni di intenzioni - di ridurre progressivamente ma drasticamente la emissione dei cosiddetti gas serra, impone l imperativo categorico che oggi anima i dibattiti politici mondiali durante gli incontri ai vertici delle nazioni, riassumibile in un triplice obiettivo, che vede protagonista il controllo e la limitazione dell inquinamento derivante dalle attività insediative umane nelle tre dimensioni dell atmosfera, dell acqua e del suolo. 4. Massimizzazione del riuso e della riciclabilità Passando con questo quarto princìpio ai toni affermativi e propositivi, non si può non citare come primo slancio propositivo quello alla massimizzazione delle strategie ed azioni volte, ovunque e comunque sia possibile, all affermazione dell approccio progettuale e costruttivo che potremmo definire flessibile ed adattivo alla rifunzionalizzazione e al riutilizzo di spazi ed ambienti, e come secondo slancio quello mirato a massimizzare la pratica del riciclaggio di materiali e componenti. 5. Massimizzazione della durabilità di prodotti e componenti Il principio della ottimizzazione del fattore durabilità pone in primo piano la necessità, anch essa inderogabile e improcrastinabile come lo sono le questioni affrontate nei punti precedenti, di un deciso miglioramento di tenuta nel tempo delle performance prestazionali di tutti gli oggetti della trasformazioni umane, dal materiale, al componente, all edificio, alla città. 5

6. Massimizzazione dell impiego di risorse rinnovabili L ultimo principio dei sei canonici ricordati nei documenti fondativi del quadro di strategie ed obiettivi strutturanti uno scenario deciso a svoltare verso la eco sostenibilità, è quello assolutamente non ultimo per importanza - della promozione ed incoraggiamento allo sviluppo di un atteggiamento progettuale che privilegi il ricorso alle cosiddette risorse rinnovabili, ossia alle risorse energetiche immateriali non esauribili e alle risorse materiali locali, facilmente accessibili dai luoghi dove devono essere impiegate e non rare. 7. Sviluppo della partecipazione Il principio in aggiunta ai sei canonici, ma oggi non più ignorabile, è quello che vede protagonista la massimizzazione delle azioni di partecipazione dei vari soggetti nelle varie fasi del complesso e articolato processo di concezione e realizzazione di un qualsiasi intervento edilizio, urbano e insediativo. L obiettivo principale è di sviluppare e promuovere la condivisione durante la formazione del progetto, fino al coinvolgimento della popolazione nelle decisioni programmatiche, nelle fasi realizzative e in quelle gestionali. 6

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