LE TARGHE DEGLI ESCURSIONISTI ESTERI. di Guglielmo Evangelista



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LE TARGHE DEGLI ESCURSIONISTI ESTERI di Guglielmo Evangelista

Queste targhe, con il loro nome curioso e di cui non ho trovato alcuna espressione, nella letteratura e nella pubblicistica che possa averla suggerita - sono la risposta italiana all esigenza di assegnare targhe temporanee per gli stranieri e, in generale, per i non residenti. Di conseguenza sono più frequenti da incontrarsi dove queste categorie di persone sono più numerose come Roma o Milano ma, nonostante le sequenze assegnate facciano ritenere che nel tempo ne siano state in circolazione e ce ne siano anche oggi in giro parecchie, sulla strada si vedono raramente. In una circolare dei primissimi anni del secolo, di cui conosco solo parte del testo, si parla di controlli alle frontiere per i veicoli esteri in entrata in modo da assicurarsi che non fossero in contrasto con le disposizioni del Regolamento del 1901 sia dal punto di vista amministrativo che tecnico, ma non si parla di contrassegni speciali tanto più che, all epoca, le automobili italiane non portavano targhe. Le nostre targhe temporanee trovano invece origine nel Regio Decreto n.710 del 29 luglio 1909, che prevedeva che gli uffici doganali di confine o dei porti assegnassero a tutti i veicoli che entravano in Italia una targa ovale di cartone con indicato, in nero su bianco il numero dell Ufficio e un numero progressivo che andava sovrapposta alla targa estera e che aveva validità sei mesi: trascorso tale termine il veicolo doveva essere regolarmente immatricolato. E molto dubbio che questa disposizione abbia trovato effettiva applicazione perché già nelle normative dell anno successivo e in tutte quelle seguenti non compare più. Probabilmente il numero degli uffici doganali, all epoca regolati dal Regio Decreto n. 725 del 24 dicembre del 1891, era di non più di due cifre, corrispondente o a quello delle 34 dogane italiane di 1 ordine - solo in piccola parte corrispondenti ai capoluogo di provincia - oppure agli uffici di confine posti su strade carrozzabili o in porti minori, in tutto qualche decina, ma fra tutti questi solo pochi di qualche importanza. Il Regio Decreto n. 3043 del 31 dicembre 1923 stabilì per gli autoveicoli dei cittadini stranieri temporaneamente in Italia la normale immatricolazione nazionale effettuata sulla base di un certificato del Touring Club Italiano, con elezione del domicilio presso il sodalizio, che sostituiva il certificato di residenza. Il Regio Decreto Legge n.314 del 13 marzo 1927 ampliò la facoltà di eleggere il domicilio anche presso l Automobile Club e la Compagnia Italiana Turismo. Negli anni 20 esisteva anche una particolare tessera con validità di cinque giorni per le brevi gite turistiche che esimeva da tutte le complicate e costose formalità doganali e che poteva essere rilasciata al confine solo alle automobili e agli autobus. DALLA NASCITA AL 1975 Le vere e proprie targhe per Escursionisti Esteri vennero istituite con la Circolare del Ministero delle Comunicazioni del 23 febbraio 1929, ed erano in origine specificatamente riservate solo agli automobilisti stranieri che sbarcavano in alcuni determinati porti sprovvisti del certificato internazionale di via e transitanti in Italia per motivi turistici, importando temporaneamente le loro automobili od acquistandone sul posto di nuove di fabbrica. Viene però da domandarsi come si dovessero regolare coloro che, nelle medesime condizioni, entrassero in Italia dai transiti terrestri o spedissero le automobili per ferrovia, oppure sbarcassero nei porti di provincie non comprese nell elenco. Il loro uso venne esteso più tardi anche a tutti i veicoli acquistati in Italia da stranieri o da italiani non residenti. Nonostante il loro particolarissimo uso le targhe EE sono sostanzialmente regolate dalla normativa comune assieme a quelle ordinarie anche se, come quelle Corpo Diplomatico, sono definite speciali. Le pratiche relative alle targhe EE in origine non passavano dal Pubblico Registro Automobilistico né dalla Motorizzazione, ma erano curate dalle Prefetture, che tenevano un particolare registro e conservavano le scorte delle targhe da assegnare. Le Prefetture abilitate al loro rilascio erano quelle di Ancona, Bari, Brindisi, Cagliari, Fiume, Genova, Livorno, Messina, Napoli, Palermo, Siracusa, Trieste, Venezia. L autorizzazione e, quindi, la targa, avevano validità di un anno, alla cui scadenza il veicolo doveva essere nazionalizzato od esportato definitivamente. Dal testo di una Circolare del Ministero dei Trasporti del 15 novembre 1947 che si occupa di altri argomenti relativi all importazione di automobili e vi accenna solo di sfuggita sembrerebbe che il rilascio delle targhe EE fosse stato sospeso per il periodo bellico e ripreso il 1 novembre 1947 senza alcuna modifica nella normativa rispetto al 1929. La ricomparsa delle targhe temporanee era resa necessaria anche dal fatto che nel dopoguerra i molti cittadini stranieri in Italia per motivi politici e militari, cui si erano aggiunti parecchi emigrati benestanti che avevano attesto il rimpatrio in Italia dopo il normalizzarsi della situazione, si servivano (né potevano fare altrimenti) di automobili con targa straniera sottraendosi ad ogni tipo di controllo e di imposizione fiscale.

Come abbiamo detto, la disciplina e le caratteristiche delle targhe EE erano uguali a quelle delle targhe ordinarie e quindi fin dalla loro nascita le loro vicende e le varie modifiche del loro aspetto furono le medesime. Ne consegue che all inizio degli anni 30 cambiarono la posizione delle scritte che vennero disposte su due righe, poi adottarono la targa anteriore e nel 1952 il formato venne ridotto e i caratteri furono semplificati. Ovviamente anche il punzone ufficiale, dapprima costituito dal fascio littorio, fu sostituito con lo scudetto dell Associazione Mutilati ed infine dallo stemma della Repubblica. La targa anteriore, come quelle ordinarie, aveva il numero a sinistra e la sigla a destra. Infine, nel 1963, anche le targhe EE divennero di plastica. Da un momento imprecisato l attività di rilascio delle targhe EE è stata trasferita dalle Prefetture ad un certo numero di Uffici provinciali della Motorizzazione. LE TARGHE DAL 1975 Come è noto, a metà degli anni 70, il Decreto Ministeriale del 7 giugno 1974 introdusse le targhe ordinarie posteriori componibili che potevano contenere tutte le scritte tanto su due righe che su una sola e, dal testo del quarto comma del preambolo, si capisce che nella nuova normativa venivano comprese anche le targhe EE. Tuttavia queste, pur uniformandosi allo spirito della legge, promulgata allo scopo di introdurre targhe che, sfruttando il diverso formato, potessero adattarsi ad ogni tipo di alloggiamento presente al momento sulla massima parte delle carrozzerie in produzione, risultarono di fatto molto diverse: erano infatti composte da un pezzo unico e di dimensioni contenute (mm.336x109) in modo da poter essere alloggiate indifferentemente senza alcun problema su qualsiasi modello di automobile, in particolare quelle di origine americana che, in relazione alle targhe di quel paese, avevano un spazio disponibile molto limitato. Le lettere EE erano in caratteri più piccoli delle cifre: pur essendo in stampatello, queste erano di tipo completamente differente dalle E fino ad allora comparse su qualsiasi tipo di targa (avevano i tre trattini orizzontali molto allungati) ed erano sovrapposte l una all altra. A destra di esse, prima del numero, si trovava il punzone ufficiale (con dimensioni uguali a quello presente sulle targhe componibili) sovrastante il talloncino di scadenza. Le targhe anteriori e il sistema di numerazione restarono invariati e, a partire dal 1 gennaio 1976, le precedenti targhe posteriori su due righe non poterono più essere rilasciate. Anche sulle targhe posteriori tutte le diciture erano bianche, a differenza delle targhe ordinarie dove la sigla era diventata arancione. I Decreti Ministeriali del 29 gennaio e del 24 novembre 1982 introdussero le targhe a fondo retroriflettente ma, mentre per le targhe ordinarie le modifiche colori a parte- furono limitate, le targhe degli Escursionisti Esteri furono profondamente cambiate anticipando nell immatricolazione alfanumerica, assieme a quelle del Corpo Diplomatico, quanto verrà generalizzato per ogni tipo di targa una decina di anni dopo. Il formato, di mm 340x109, rimase quasi identico a quello delle precedenti targhe posteriori. La nuova targa retroriflettente era identica sia se posteriore che anteriore, metallica con fondo bianco e scritte nere separate da un puntino, secondo lo schema EE. 111. AA. Sopra le scritte, a sinistra, si trovava lo stemma della Repubblica e, a destra, la lettera I entro un ovale. Fra i due simboli viene applicato un talloncino rosso composto da due parti sulle quali, in bianco, figurano il numero del mese e le ultime due cifre dell anno di scadenza. Le nuove targhe cominciarono a fare la loro comparsa nel 1985. Il Nuovo Codice della Strada non apportò alcuna modifica alle targhe EE in quanto, come s è visto, le loro caratteristiche erano già in linea con quelle introdotte per le targhe ordinarie. Successivamente il Decreto del Presidente della Repubblica n. 610 del 16 settembre 1996, ha disposto che, su tutte le targhe, la sigla EE dovesse essere in azzurro: si tratta però di un provvedimento che non ha avuto finora applicazione pratica e, considerato che continuano ad apparire nuove serie e che in tutti questi anni le scorte del tipo preesistente dovrebbero essere da tempo esaurite, sembra che, per qualche ragione, sia stato ignorato. TARGHE MOTOCICLISTICHE Di esse parla per la prima volta solo l articolo 326 del Regolamento del Codice della Strada del 1959, ma sembra difficile pensare che prima di allora non esistessero, soprattutto se si tiene conto che, fin dai primi anni 50, i motocicli ebbero un momento di grande diffusione. A confermare quest ipotesi ci sarebbe la foto della EE 4927 con il numero sulla riga superiore e senza talloncino di scadenza, mentre tutte le altre fotografie note ritraggono queste targhe sempre con l aspetto grafico utilizzato per le targhe motociclistiche civili dopo la promulgazione del Codice, cioè con le cifre sulla riga superiore e sempre con il contrassegno che indica la scadenza. Ad ogni modo la loro istituzione è successiva a quella delle targhe automobilistiche perché una Circolare del 1933 parla solo di targhe destinate alle automobili.

Esse sono identiche alle targhe motociclistiche ordinarie, sono in plastica dal 1963 e non hanno più subito modifiche strutturali fino alla promulgazione dei Decreti del 29 gennaio del 24 novembre 1982, che comportarono il ritorno al supporto metallico con l aggiunta, sulla riga superiore, a destra del punzone ufficiale, della I nell ovale. Il talloncino di scadenza si trova sulla stessa riga sotto i due simboli. Sulla riga inferiore compare una lettera seguita da tre cifre. Come sulle targhe metalliche delle moto ordinarie le diciture sono passate dall azzurro al nero. Sulla riga inferiore compare una lettera seguita da tre cifre. Il formato, di mm. 165x165 e la disposizione delle scritte su due righe, sono rimasti immutati e, da allora, non sono più stati cambiati. TARGHE PER RIMORCHI Se il Nuovo Codice della Strada non innovò nulla a proposito della targhe EE automobilistiche e motociclistiche, istituì in aggiunta le targhe per rimorchi e relative ripetitrici, anche se l ipotesi di immatricolazione di questi veicoli dovrebbe essere eccezionalmente rara. La targa, in bianco su nero, ha le stesse dimensioni di quelle automobilistiche e comprende la sigla EE seguita dal punzone ufficiale e da cinque numeri: è quindi rimasta, fra quelle previste dal codice, l unica targa ancora completamente numerica. Superiormente comparte la I nell ovale, la scritta RIMORCHIO in rosso e, a destra, il talloncino di scadenza. La ripetitrice è molto semplice: è a fondo giallo, non ha punzone ufficiale ed è composta dalla sigla, una piccola lettera R rossa e i tre numeri e due lettere del veicolo trainante, separati da un puntino; come per i rimorchi ordinari, la sequenza deve essere composta a cura del proprietario mediante autoadesivi neri. CONTRASSEGNO DI SCADENZA Le targhe EE hanno sempre avuto validità limitata e, per evidenziare il termine, l articolo 323 Regolamento del Codice della Strada del 1959 introdusse una zona rettangolare di colore rosso con impresso in rilievo, in colore bianco, una sull altra, le due ultime cifre dell anno i cui scade la validità della carta di circolazione. Era previsto solo per la targa posteriore. Di fatto l impressione a rilievo era costituita da un rettangolino sbalzato e quindi non riguardava le cifre ma l intera zona, sulla quale venivano verniciate le indicazioni colorate che più tardi furono stampate su di un talloncino autoadesivo. Esso si trovava posizionato fra la sigla e il numero. Con una certa frequenza i proprietari, approfittando dell assenza di controlli, per propria convenienza continuano a far circolare l automobile ancora dopo la scadenza della validità della targa: in questi casi il talloncino viene asportato. Questo contrassegno venne istituito anche per le targhe motociclistiche. Dalle fotografie si nota che il talloncino, nel tempo, ha assunto diverse posizioni: Autoveicoli: - A destra del punzone con la base inferiore del rettangolo o con quella superiore all altezza di questo. - A destra del punzone, esattamente alla sua altezza - A sinistra del punzone, esattamente alla sua altezza (un solo caso conosciuto, dell inizio degli anni 60). Motocicli: - A destra del punzone con la base inferiore del rettangolo all altezza della base delle lettere della sigla. - Esattamente sopra al punzone (che in questo caso, anziché a metà altezza delle lettere della sigla, è abbassato alla loro base). NUMERAZIONE E un problema affascinante e quello centrale delle targhe EE ma tanto vale dire subito che, nonostante tutta la buona volontà, non ne sono mai venuto a capo, se non molto parzialmente: la scarsità di osservazioni, il variare degli uffici abilitati al rilascio e la diversa progressione delle rispettive sequenze ha dato vita a un sistema aggrovigliato nel quale tuttavia, pur con molta fatica, si riesce a intuire un disegno logico. L unico periodo senza alcun problema, al contrario di quanto avviene in tanti altri casi, è solo quello delle origini. Infatti, in sede di istituzione della targa, furono assegnati alle 13 Prefetture abilitate al rilascio dei lotti di 100 targhe ciascuno, così ripartite: Numerazione Ufficio

1-100 Ancona 101-200 Bari 201-300 Brindisi 301-400 Cagliari 401-500 Fiume 501-600 Genova 601-700 Livorno 701-800 Messina 801-900 Napoli 901-1000 Palermo 1001-1100 Siracusa 1101-1200 Trieste 1201-1300 Venezia E evidente che questi lotti così piccoli si esaurirono presto e infatti risulta che, già negli anni 30, ne furono assegnati degli altri più numerosi. Si può ipotizzare che, sulla base dell esperienza della prima, la seconda fornitura sia stata molto più consistente e viene istintivo pensare che, questa volta, i lotti siano stati non più di cento, ma di mille unità, facendo ripartire la numerazione un po dopo la fine della sequenza precedente. In questo caso, ipotetico ma logico, lo specchietto di prima avrebbe questo aspetto: Numerazione Ufficio 2000-2999 Ancona 3000-3999 Bari 4000-4999 Brindisi 5000-5999 Cagliari 6000-6999 Fiume 7000-7999 Genova 8000-8999 Livorno 9000-9999 Messina 10000-10999 Napoli 11000-11999 Palermo 12000-12999 Siracusa 13000-13999 Trieste 14000-14999 Venezia Una tale distribuzione, basata sulle migliaia, apparentemente, collima con le testimonianze fotografiche ma, vista nel dettaglio, presenta delle incongruenze al momento in cui si passa dalla teoria alla pratica, cioè confrontandolo con i numeri di targa noti : infatti non ci sarebbe nulla di strano se la targa 8468, di cui esiste la foto, sia stata assegnata a Livorno, città con un grosso porto e sicuramente con un ritmo di immatricolazioni elevato, ma è molto meno convincente che Bari dalle 3000 iniziali sia arrivata prima della guerra a 3516 o Cagliari da 5000 a 5486. Esiste poi la targa 6676 che nella sequenza che abbiamo ipotizzato dovrebbe appartenere a Fiume, ma la fotografia che la ritrae la mostra montata su un autovettura di fabbricazione estera inconfondibilmente di fine anni 40, quando Fiume non era più italiana da un pezzo. Le targhe con le più alte numerazioni conosciute che siano state assegnate nell anteguerra (almeno così si deduce dal fatto che portano il fascio come punzone ufficiale) sono 15284 e 16394. Sono l improbabile prosecuzione della sequenza assegnata a Venezia o fanno parte di un ulteriore nuovo lotto, magari assegnato ad un nuovo ufficio abilitato? Tra l altro queste ultime sequenze più elevate sembrano fuori luogo perché, mentre farebbero pensare ad un forte balzo in avanti delle immatricolazioni, dovrebbero essere state assegnate nel periodo più vicino al conflitto quando il movimento di stranieri era sempre più limitato, tanto che alcune statistiche parziali che ho rintracciato fanno ritenere che le importazioni temporanee non superassero complessivamente le quarantacinquanta unità annue. Per il lungo periodo dal dopoguerra fino alla soglia degli anni 70 ho le idee ancora più confuse, anche per il fatto che non conosco quali e quanti uffici fossero all epoca abilitati al rilascio delle targhe EE. Nel corso di quella ventina d anni comparvero nel tempo molte nuove sequenze da 15xxx fino a 5xxxx ma, secondo i dati in mio possesso, si desumerebbe che alcune delle sequenze anteguerra si esaurirono molto lentamente tanto da continuare ad essere assegnate fino in epoca recente.e in più la targa 20407 porta come punzone ufficiale lo scudetto dell Associazione Mutilati, quindi verosimilmente dovrebbe essere stata

rilasciata subito dopo la ripresa delle assegnazioni nel 1947, mentre altre con numerazione inferiore sono di tipo più recente, anche di plastica. Forse nel dopoguerra gli uffici abilitati erano gli Ispettorati della Motorizzazione previsti dal D.M. del 13 gennaio 1949, e cioè: Ancona Catanzaro Palermo Trieste Bari Firenze Padova Udine Bologna Genova Pescara Bolzano Milano Roma Cagliari Napoli Torino Ad ogni modo anche se questa congettura è vera, non aiuta molto a districarsi nel meccanismo dei blocchi. A questo punto finalmente entrano in gioco anche i miei appunti, il cui inizio coincide a poco prima dell inizio del periodo delle targhe in plastica, cioè il 1963. Purtroppo essi sono di scarso aiuto nel definire la provenienza delle targhe e quindi mi limito ad elencare quel poco che sono riuscito ad appurare. In primo luogo ci sono delle sequenze presumibilmente attribuibili a Milano: era uso che le foto di catalogo delle vetture Alfa Romeo portassero la targa EE che, apparentemente, sembra autentica anche se non si capisce per quale ragione l Alfa fosse nelle condizioni di legge perché le fossero assegnate; tra l altro nelle fotografie non si vede quasi mai presente sulla targa il talloncino rosso che ne indica la scadenza. Queste targhe, di cui mi sono note un buon numero, a giudicare dai modelli che le portano sono nelle sequenze da EE 15000 a EE 20000 degli anni 60, EE 32-33xxx del 1968 e EE 57xxx, databile 1972. Resta però il fatto che, se a Milano si consegnavano le 15/20xxx negli anni 60, viene da chiedersi quali furono le sequenze di questa città del decennio precedente, visto che andando a ritroso si entra in collisione con quelle prebelliche. Ho anche un buon numero di avvistamenti sicuramente di Roma, città dove vivevo e le cui targhe EE potei seguire piuttosto bene: nel 1962 erano in consegna le 27xxx e, passando dalla targa metallica a quella di plastica senza soluzione di continuità, arrivarono a 31000 verso il 1965-66. Le altre sequenze che conosco sono rare, e certamente riguardano altri uffici indeterminati con diverse 2xxxx e 3xxxx (tutte in plastica a partire dalla 24146); del successivo gruppo delle diecimila 4xxxx poi, mi sono note solo la 41467 e la 41709, quest ultima probabilmente di Torino. Da quanto ho appena detto si desumerebbe che anche in quel periodo le sequenze siano state rilasciate, come nell anteguerra, secondo l ordine alfabetico degli uffici, con Milano che precede Roma che a sua volta precede Torino. Con la 50025, avvistata nel dicembre 1964, e sicuramente la più alta che vidi fino ad allora, dovrebbero concludersi le sequenze assegnate fino alla metà degli anni 60. Dopo quella data cominciarono ad apparire le sequenze 5xxxx, 6xxxx e 7xxxx, fino alla più alta che conosco, la 75606, dopo di che cominciò l assegnazione delle targhe di nuovo tipo con le scritte su di un unica riga introdotte a metà anni 70. Purtroppo in quel periodo non registrai gli avvistamenti di Roma se non in minima parte che, comunque, dovrebbero essere concentrati nel gruppo 6xxxx. Con il 1976 cominciai a vedere in giro le targhe di nuovo tipo con le scritte su un unica riga. Nei primissimi mesi è possibile che si proseguita la numerazione nei blocchi precedenti, ma sembrerebbe che quasi subito tutte le sequenze in corso siano state azzerate e ne furono distribuite di nuove da 76000 in poi. Per questi anni ho anche un elenco, trovato molto tempo fa in un libro di statistiche automobilistiche, degli uffici autorizzati dal Ministero dei Trasporti e delle relative immatricolazioni fra il 1977 e il 1982, il cui elenco risulta profondamente rimaneggiato rispetto a quello del 1929 e che aiuta (poco) a ripartire i blocchi. Lo trascrivo: Immatricolazioni per ufficio 1977 1982 1979 1980 1981 1982 1977 1982 1979 1980 1981 1982 GE - 46 - - 44 46 AN 1-3 1 2 - TO - 71-205 107 71 RM 912 618 787 559 645 618 MI.. 277.. 291 242 277 PE 3 - - - - - BS - - - - - - NA.. 47.. 55 47 47 BZ 14 5 9 3 3 5 BA 21 14 12 4 7 14 VR - 13-31 30 13 BR 4 3 69-1 3 VE - 21 10 30 14 21 CZ - - - - - - VI - 20-5 8 20 ME - - 1-1 - TS - 29-23 16 29 CT 6 2 16 8 4 2 UD - 3 6 3 2 3 PA 5 11 4 2 6 11 BO 7 74 7 95 109 74 SR - - - - 1 - FI - 53 83 23 32 53 CA 5 4 1 1 2 4 LI - 75 - - 92 75

A differenza del sistema seguito fino a quel momento, risulta che la progressione dei blocchi non segua più l ordine geografico procedendo da nord verso sud. Di questo periodo posso avere la certezza delle sequenze assegnate a Roma che ho seguito con attenzione (e di cui raccolsi centinaia di numeri contigui), con la conseguenza che per esclusione sono attribuibili agli altri uffici tutte le sequenze delle quali gli avvistamenti sono pochi o pochissimi. Sulla base delle mie osservazioni, le conclusioni che si possono fare sono le seguenti: 76000-82199: ripartiti in ordine di 400 targhe assegnate a ciascuno, ai 14 uffici a nord di Roma, con l eccezione di Milano, che ne avrebbe ricevuti 1000 (76800-77699). Il buon numero delle mie osservazioni di quest ultima sequenza, nella quale compare anche un immagine di catalogo Alfa Romeo, confermerebbe questa ipotesi. 82200-83199 Roma 83200-89999 A rigore di logica dovrebbero seguire, a partire dal numero 83200, 10 uffici a sud di Roma ma, se ciascuna assegnazione fosse di 400 unità, si coprirebbero 4000 combinazioni, mentre i posti disponibili fino a 90000 sono poco meno di 7000. Ad ogni modo non ho mai visto alcuna targa con questi numeri. Segue una numerazione apparentemente disordinata, nella quale, su 10000 combinazioni, ben 6000 sono di Roma, inframezzate da quelle degli altri uffici che, presumibilmente, nel frattempo avevano terminato i blocchi a loro assegnati: 90000-91999 Roma 1979 92000-93099 Roma 1980 93100-94500 Altri uffici 94600-95299 Roma 1981 95300-96099 Altri uffici 96100-97599 Roma 1982-1983 97600-98999 Altri uffici 99000-99999 Roma 1984 All interno della sequenza 98xxx ho un numero abbastanza consistente di avvistamenti vicini e contemporanei, che farebbe pensare a un ufficio piuttosto grande e in una posizione geografica non remota, come potrebbe essere Milano. Nel complesso, quindi, dal 1929 al 1985 vennero previste, anche se probabilmente non tutte assegnate, 100000 targhe EE di tipo numerico - curiosamente questa cifra tonda arriva a combaciare con la fine del sistema - progredendo regolarmente per blocchi, in quattro fasi abbastanza ben delineabili, ciascuna con queste caratteristiche: - Iniziale fino a 1300-2000-15000 circa, intermedia fino agli anni 50-15000-50000, dal 1955 al 1965 circa con passaggio alla targa in plastica prima dell assegnazione delle sequenze superiori a 30000-50000-75000, dal 1965 al 1975-75000-99999, targa su un unica riga, dal 1975 al 1985 E quasi certo che, negli uffici più piccoli e con ritmo di immatricolazioni più lento, non tutti i numeri assegnati siano stati effettivamente utilizzati; ad ogni modo sarebbe ad essi che vanno attribuiti alcuni rari casi particolari che ho avvistato: EE 1112 EE 2956 Era una targa in plastica su due righe vista negli anni 70 che, a rigore di logica, dovrebbe rientrare nella sequenza originaria di Siracusa, anche se certamente 12 immatricolazioni in quarant anni sembrano un po poche, anche per un ufficio di importanza marginale. Figura in una fotografia ed è in plastica su due righe pur appartenendo apparentemente ad una sequenza anteguerra. Queste due targhe non hanno zeri complementari, e quindi dovrebbero risalire a prima della fine degli anni 60, quando questi appaiono per la prima volta sulle targhe di Pordenone. EE 02177 Targa in plastica su due righe, della quale esiste la fotografia. EE 09828 Targa su un unica riga avvistata nell agosto del 1980.

Se è logico che, secondo la prassi degli anni 70, quest ultima avesse lo zero complementare a 10000, la 02177 rappresenta un'incongruità: infatti essa porta il talloncino di scadenza 1964, un epoca nella quale le targhe a quattro cifre non portavano tale zero. Con l adozione delle targhe alfanumeriche l ufficio di rilascio della targa venne indicato dalla combinazione di due lettere, ma anche in questo caso non è che la possibilità di individuarli sia migliorata. Tali uffici, durante la vigenza del sistema, che dura tuttora, dovrebbero essere i seguenti, che hanno assorbito tutti quelli del periodo precedente che, come abbiamo visto dalla tabella delle immatricolazioni, avevano un attività quasi nulla: Torino Trieste Ancona Potenza Genova Venezia Roma Palermo Milano Bologna Napoli Cagliari Bolzano Firenze Bari In pratica si tratta di tutti i capoluogo di regione escluso l Abruzzo, l Umbria e la Calabria. E in dubbio l esistenza di un ufficio ad Aosta. Da fonte attendibile ho saputo che nel 2003 era attiva anche la Motorizzazione di Brescia, cosa che farebbe supporre che alla lista di cui sopra potrebbe essere aggiunta anche qualche altra località. Direi che è certo che ad ogni ufficio, partendo da una prima assegnazione in ordine geografico, dovrebbero essere state assegnate di volta in volta sequenze di mille numeri, di cinquecento o di loro multipli. Anche in questo caso, salvo rare eccezioni, non sono riuscito né a trovare documenti né altre informazioni esplicative, così non resta che basarsi sulle mie osservazioni che, grazie ai miei spostamenti abituali, dovrebbero avere una certa attendibilità per Torino-Genova (esiste però una notevole commistione di avvistamenti ambigui che impedisce attribuzioni sicure fra le due), Milano e Roma. II risultato dovrebbe essere il seguente: Sequenza Ufficio Anno AA TO o GE 1986-1990 AB GE o TO AC-AD (*) AE/AG MI 1986-1995 AH AJ AK Uffici Triveneto e Emilia 1986-1991 AL FI 1986-2002 AM/AR Roma 1985-1991 AS/AU/ Uffici a Sud di AV199 Roma 1986-1991 AV201-700 BO? 1992-2002 AV701/AW Roma 1991-1992 AX-AY TO o GE 1991-1995 AZ 000-700 MI 1995 AZ 800-BA? FI 2003 BA900-BC099 MI 1995-1996 BC100/BE (**) BF-BG Roma 1996-1998 BH GE 1996-1999 BJ-BK 499 MI 1997-1999 BK 500/BN499 Roma 1998-2003 BN500-999 MI 2000- > BP/BX (**) BY900-BZ499 TO o GE 2000-2001 BZ500(?)-999 VE 2003(***) (*) Nessun avvistamento (**) Scarsissimi avvistamenti (***) Le centinaia finali di Venezia sono documentate.

Osservando la tabella, si noterà come manchi ogni riferimento alle targhe assegnate a Roma dal 1992 al 1996: infatti nei miei appunti, subito dopo AW 623, avvistato nel 1992, compare un isolato AW 792 del 1996 e poi la sequenza, prosegue regolarmente con BF. Come ho detto prima, i dati di Roma li ritengo sempre attendibili e non vedo che cosa potrebbe essermi sfuggito. Vi fu un interruzione - seppur veramente strana - di attività? A proposito di Roma, per inciso, va ricordato che un buon numero di targhe EE era utilizzato dalla Città del Vaticano per i veicoli di tutte quelle persone che venivano temporaneamente nella Capitale chiamati dalla Curia per i più svariati motivi e che non avevano i titoli né per ottenere una targa SCV o una targa CD: con l introduzione, a fine anni 80, delle targhe CV 3xxx riservate genericamente a tutti i veicoli privati (che, benché in modo molto improprio, svolgono anche una funzione di targhe per Escursionisti Esteri Vaticani ), questa necessità è venuta a cadere, anche se non sembra che il fatto abbia influito sul ritmo delle immatricolazioni della Motorizzazione Romana. Altre perplessità derivano dall assenza di avvistamenti recenti a Milano e di parecchie sequenze da BP a BY di cui manca ogni avvistamento. Senza dubbio tutto questo non conduce ad altro che alla conclusione che nelle targhe EE vi sono parecchie incongruità. Tra l altro una delle cose più curiose è che ho alcuni avvistamenti con la combinazione AU: se non si tratta di un errore di trascrizione (mi sembra improbabile perché ho parecchi numeri), si può ipotizzare che, risalendo queste alla fine degli anni 80, potrebbe essere stata applicata la tradizionale sequenza letterale usata per le combinazioni delle targhe automobilistiche che avevano superato il milione di unità e, se è valida questa ipotesi, questo potrebbe ricollegarsi anche al fatto che non ho alcun avvistamento della combinazione AJ, che quindi non sarebbe stata assegnata perché la J, nel contesto dell epoca, non era prevista. NUMERAZIONE DELLE TARGHE MOTOCICLISTICHE L articolo 326 del Codice della Strada dal 1959, descrivendo le targhe EE dei motocicli, parla di un numero progressivo, espressione che non compare a proposito delle targhe automobilistiche: di conseguenza leggendo il testo sembrerebbe che, in questo caso, la numerazione non procederebbe per lotti distribuiti ai vari uffici. Tuttavia un esame, anche superficiale, delle targhe note smentisce quanto sopra: infatti, nel giro di due o tre anni, ancora all epoca delle targhe metalliche, figura già assegnato il numero 7825 che con il sistema progressivo sarebbe stato impossibile da raggiungere in così poco tempo. Anche ammettendo, come abbiamo visto prima, che le targhe motociclistiche EE esistessero fin da prima del 1959, le incongruità di numerazione che si rilevano escludono che sia mai stato seguito questo sistema. Purtroppo le osservazioni sono troppo poche per capire, anche per sommi capi, il sistema delle assegnazioni fra i vari uffici. Lo scarso numero di motocicli nelle condizioni per ottenere la targa EE ha fatto in modo che le sequenze originarie non fecero mai tempo ad esaurirsi: infatti, durante il periodo delle targhe di plastica che ho avvistato in un certo numero non figura nessuna moto con targa superiore a 7825, cioè con quel numero che, come abbiamo visto, era già stato raggiunto prima del 1963. Fra le targhe in plastica mi è noto il numero 0004, avvistato alla fine degli anni 80: in questo caso sembra trattarsi di una lentissima progressione che farebbe pensare più ad Ancona che a Torino o Genova e che quindi i blocchi siano stati assegnati agli uffici in ordine alfabetico piuttosto che geografico (che poi fu quello adottato fin dal 1929); c è però la contraddizione dei diversi avvistamenti 08xx che, per la loro numerosità, farebbe pensare a Milano. L unica certezza è che negli anni 80, a Roma, erano assegnate le targhe 60xx (ho avvistamenti nell intervallo 6008-6055), cosa che non fa che moltiplicare i problemi perché a lume di logica questa sequenza avrebbe dovuto essere preceduta dalle 58xx, 59xx, ecc. delle quali tuttavia ho assoluta mancanza di avvistamenti; potrebbe però trattarsi anche di una successiva sequenza assegnata dopo l esaurimento di una precedente (forse 30xx e centinaia successive, delle quali ho rari e deboli indizi), ma anche questo non si accorda con l esistenza di una 7825 già vent anni prima. Tutti gli avvistamenti di cui sopra potrebbero anche far pensare che, correlativamente all adozione delle targhe automobilistiche su una riga, con conseguente cambio di numerazione, si avvenuto anche un cambio di numerazione su quelle delle moto, in questo caso ripartendo da 0001, ma sembra un ipotesi poco verosimile poiché, se per le auto la nuova numerazione è cominciata da una serie superiore a quelle raggiunte fino a quel momento, non si vede perché per i motocicli si sarebbe dovuto ricominciare da capo. Correttamente con il sistema seguito all epoca, le targhe motociclistiche in plastica portano zeri complementari solo fino a 1000. Forse, se possibile, è ancora meno chiaro è il sistema di numerazione alfanumerico, nel quale l ufficio dovrebbe essere indicato dalla lettera e da una sequenza di numeri molto frazionata. E possibile che A 0xx sia Genova, mentre è probabile che la prima sequenza assegnata a Roma sia partita da A 500.

RIMORCHI Certamente, nel caso di rimorchi commerciali per autocarri, l ipotesi che ve ne siano con targhe EE è piuttosto inverosimile, mentre è meno irreale se si pensa alle roulottes. Ad ogni modo non ho mai visto un veicolo di questo tipo se si esclude una vecchia roulotte incontrata molti anni fa e quindi prima che le targhe per rimorchi venissero istituite: la ripetitrice (EE 29276) era fatta a mano su cartone, mentre la targa propria era quella normale dei rimorchi di Roma, rilasciata però parecchi anni dopo quella della motrice. LE SOPRAVVISSUTE Trattandosi di targhe temporanee, è evidente che le targhe EE, per loro natura, hanno un esistenza limitata nel tempo e sono state concepite per coprire situazioni del tutto contingenti: di conseguenza non dovrebbero esistere esemplari con più di un anno di età e, quindi, il parco dovrebbe essere sempre modernissimo. In realtà nella gran parte dei casi è così, e molte sequenze che sono sfuggite a me o ad altri e non sono state segnalate per tempo non si vedranno mai più. Tuttavia, sia passando di proroga in proroga, sia approfittando della solita mancanza di controlli, qualche automobile e relativa targa sono sopravvissute per parecchio tempo, anche se si tratta di casi molto rari. Sicuramente il caso più eclatante che ho rilevato è la EE 29173, ancora metallica e appartenente ad una Volkswagen circolante a Roma nel 1984, seguita dalla 24146, già in plastica e montata su una Mercedes, avvistata nel 1982. Le ultime targhe con le scritte su due righe, fra le quali alcune degli anni 60 (34459, 36631) le ho viste circolare fino al 1986, mentre quelle con le scritte su un unica riga hanno avuto una vita più breve: l ultima l ho avvistata nel 1990. IL PARCO La natura della targa non si rivolge ad un particolare tipo di utenza e, quindi, non si possono identificare delle linee precise sulle caratteristiche del parco, che risulta composto quasi esclusivamente dai veicoli di tipo ordinario che attraverso il tempo ha offerto il mercato, con automobili di tutte le dimensioni e con tutti gli allestimenti. Normalmente si tratta di veicoli acquistati nuovi e quindi sempre di ultimo modello e in perfette condizioni. Prevalgono ad ogni modo le cilindrate superiori, poiché coloro che sono in condizione di ottenere una targa EE sono normalmente persone agiate: anche in passato non ricordo una presenza significativa delle diffusissime Fiat 600 e 500. Alla modernità del parco fanno eccezione poche autovetture di vecchio modello provenienti dal mercato dell usato o, forse, fornite per l occasione da parenti o amici se non addirittura ricercate apposta qualora il proprietario sia un appassionato di auto d epoca. Fra quelle che rientrano in tali casi ricordo una 850 coupé (EE 34631) una Lancia Aurelia (EE 37796), una Renault 4 (609 AV), una Lancia Beta HPE (199 AP) e parecchie Mini Minor del tipo originario. Il parco delle moto è altrettanto variegato, con una certa prevalenza di veicoli di cilindrata non elevata; la presenza delle Vespa, un tempo notevole, è andata scomparendo E infine da notare la maggiore curiosità: le migliaia di targhe EE che ho visto per quarant anni riguardano per la totalità di autovetture, con un unica eccezione, cioè la EE 34459, appartenente ad un OM Lupetto (che portava una decalcomania della bandiera della Gran Bretagna). Non ho mai visto né autobus, né furgoni o altri veicoli commerciali. LE TARGHE CITES Attraverso il tempo è rimasta la traccia delle più disparate targhe italiane, anche quelle meno note, in fotografie, libri, documenti, Internet, è rimasta traccia delle più disparate targhe italiane, ma le targhe CITES sono rimaste avvolte nel mistero. Ricordo che negli anni 60, in ogni elenco di sigle automobilistiche italiane, figurava sempre la sigla CITES, definita come Circolazione Temporanea Enti Stranieri, ma in tanti anni non sono riuscito ad andare molto più in là. Mio padre mi raccontava di ricordarsele, quando era giovane, montate su autocarri, ma non è che la cosa arricchisse di molto le mie conoscenze. L unico passo avanti è rappresentato da una fotografia sul sito targheitaliane.it che ritrae una targa posteriore, la CITES 1065. E del normale tipo su due righe in caratteri Garamond (la scritta, a causa del notevole spazio che occupa, ha le lettere della stessa altezza dei numeri ma un corpo più sottile) e, poiché porta lo scudetto dell Associazione Mutilati, ne consegue che risale ad un periodo precedente il 1948.

Del tutto originale è la colorazione: cifre nere e fondo arancione. Presumo che il loro uso fosse riservato ai veicoli degli enti, probabilmente Alleati (come l U.N.R.R.A.), che nel dopoguerra curavano i programmi incaricati degli aiuti per la ricostruzione dell Italia. Probabilmente questi veicoli venivano acquistati in Italia a nome degli Enti stessi, che avevano sede in altre nazioni e, di conseguenza, la loro targa poteva essere definita temporanea in quanto, al termine del loro impiego, venivano esportati o nazionalizzati.