Terra a e Cibo: Sostenibilità Biodiversità Equità



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Transcript:

Terra a e Cibo: Sostenibilità Biodiversità Equità

Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un finanziamento dell Unione Europea. I contenuti sono sotto la sola responsabilità del CEFA-Comitato Europeo per la Formazione e l'agricoltura Onlus e in nessuna circostanza possono essere attribuiti all Unione Europea. Traduzioni: Matrad Service (polacco), Ronnie Richards (inglese) Progetto grafico: Andrea Carminati In copertina: donna kenyota di una tribù di pastori, foto di Marc-Shoul/Colors-Fabrica In quarta di copertina: carovana di cammelli Dankalia/Etiopia, foto di Paola Viesi Fotografie: Andrea Amato, Elena Aniere, Annette Frei Berthoud, 2007 Peter Blystone, Paolo Bolzacchini, Enrico Briccarello, Archivio CSC, Marcello Marengo, Michéle Mesmain, Serena Milano, Silvia Monasterolo, Michele Perinotti, 2007 Alberto Peroli, Manfredo Pinzauti, Federica Tomatis, Paola Vanzo Stampa: Stamperia Ramolfo, Carrù. Stampato su carta riciclata

Agricoltura sostenibile, tutela della biodiversità e commercio equo, insieme contro la povertà Nel marzo 2007, l ong CEFA il seme della solidarietà, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e Fairtrade Italia, grazie a un finanziamento dell Unione Europea, hanno avviato un progetto europeo triennale con l obiettivo di sensibilizzare l opinione pubblica sui temi dello sviluppo sostenibile e sulle possibili politiche di equità fra Paesi del Nord e del Sud del mondo. Il progetto intende promuovere modelli di agricoltura sostenibile, informare i cittadini europei sui rischi connessi alla riduzione della biodiversità, della agrobiodiversità in particolare, favorire modelli di sviluppo rurale rispettosi delle culture delle comunità locali e indigene e valorizzare un efficace interazione tra Paesi europei e Sud del mondo basata sul commercio equo e solidale.

La povertà e l ambiente La povertà e l iniqua distribuzione delle risorse sono fra le principali cause del degrado ambientale: non può esistere sostenibilità senza una sostanziale riduzione della povertà. Lo sviluppo è sostenibile quando permette di soddisfare le necessità delle generazioni attuali senza compromettere quelle delle generazioni future. World Commission on Environment and Development 1987, citato da F.Bonaglia V.De Luca in La cooperazione internazionale allo sviluppo. Bologna, il Mulino, 2006

La BIODIVERSITÀ La biodiversità non è un concetto astratto. È la vita stessa: dei popoli, della natura, del nostro pianeta. È fatta di uomini, di piante selvatiche e coltivate, di animali selvaggi e addomesticati, di climi e ambienti naturali, di lingue e culture, di cibi. I suoi custodi sono i pastori, i contadini, i pescatori. Eppure rischiano di essere cancellati: dalle regole del mercato globale, dell industria e dell agricoltura massificata. La biodiversità agricola non può essere salvata senza salvare gli agricoltori. Viceversa, una comunità rurale non sopravvive senza biodiversità.

In un secolo si sono estinte trecentomila varietà vegetali e continuano a estinguersi, al ritmo di una ogni sei ore. Un terzo delle razze autoctone bovine, ovine e suine è estinto o in via di estinzione. Il 75% delle riserve di pesce del pianeta, se non si interviene rapidamente, rischia di scomparire. Il pesce è una delle risorse cruciali per l economia e la sussistenza delle comunità locali, soprattutto nei Paesi del Sud del mondo.

Un esempio: IL MAIS Dalla prima pianta selvatica di mais, che dava pannocchie amare e piccole (al massimo 3 cm), i contadini hanno selezionato migliaia di varietà, dolci e pastose. In America Latina il mais non è soltanto giallo o bianco. I chicchi possono essere rossi, viola, neri, blu e possono avere le forme più disparate: rotonde, allungate, appuntite, piatte Oggi queste varietà stanno scomparendo dai campi. Il Messico Paese in cui il mais è stato domesticato importa il 40% di questo cereale dagli Stati Uniti: nella capitale messicana come nei villaggi indigeni più sperduti, per fare le tortillas si compra la farina dalle multinazionali americane.

I semi I contadini stanno perdendo il loro bene più prezioso: i semi. Le multinazionali brevettano sementi più produttive, che impoveriscono i terreni e richiedono un uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi. Le multinazionali detengono oltre il 90% del mercato delle sementi di mais e soia. Anziché produrre i semi e scambiarli all interno delle comunità, come facevano da millenni, i contadini hanno iniziato ad acquistare sementi più produttive e hanno abbandonato le produzioni tradizionali a favore di monocolture destinate all esportazione.

Il caso della soia in AMERICA LATINA Gli abitanti dell America Latina consumano pochissima soia, eppure, a partire dagli inizi degli anni Novanta, l Argentina ha avviato un processo di concentrazione, superando i quindicimila ettari coltivati a soia transgenica. Il 98% della produzione è destinato all esportazione e arriva perlopiù in Europa, per la produzione di carne.

Gli effetti della globalizzazione Il cibo è un diritto umano fondamentale. Oggi oltre 850 milioni di persone al mondo non hanno ancora cibo sufficiente e il 20% della popolazione mondiale detiene l 80% delle risorse del pianeta, mentre il principio della sicurezza alimentare stabilisce che tutte le persone, in ogni momento, debbono avere accesso fisico ed economico a cibo sufficiente, sicuro e nutriente. Il sistema iperproduttivo dettato dall agricoltura industriale e dalla globalizzazione ha fallito: non ha sfamato il pianeta, lo ha inquinato, ha cancellato identità culturali di interi popoli e ha drasticamente ridotto la diversità. D'inverno la lattuga viaggia dalla California a Londra e le carote raggiungono la Svezia dal Sud Africa. Negli USA il percorso medio di ogni prodotto per raggiungere un supermercato è di 1288 km. La moderna distribuzione vuole cibi sempre uguali, in quantità illimitata e a basso prezzo.

Cosa fare per invertire questa tendenza? Tutelare il diritto alla terra Difendere il diritto alla terra è un problema economico reale. I contadini del Sud del mondo non sono tutelati da legislazioni adeguate che favoriscono invece i grandi proprietari terrieri. Dire no alle monocolture Non è naturale che grandi estensioni vengano seminate con una sola coltura. Le coltivazioni primitive erano caratterizzate da una notevole varietà genetica. Ai margini di molti campi crescevano piante selvatiche, che trasferivano vigore e resistenza a quelle coltivate; i campi erano divisi da barriere ecologiche: era raro che venissero danneggiate da epidemie diffuse. Il rapporto tra piante, malattie e insetti nocivi era in equilibrio. Ridurre la produzione e il consumo di carne nel Nord del mondo Per ottenere un chilo di carne bovina, servono 7 chili di cereali: un rapporto energetico pesantemente deficitario. I Paesi del Sud producono soia e mais per alimentare a basso costo gli allevamenti intensivi del Nord. Gli allevamenti intensivi, inoltre, non si preoccupano del benessere animale, dell ambiente, della qualità delle carne e della salute dei consumatori.

Promuovere i prodotti del commercio equo e solidale Attraverso il commercio equo e solidale, nelle Botteghe del Mondo e nella grande distribuzione, arrivano direttamente dall America Latina, dall Asia, dall Africa, il cacao, il caffè, lo zucchero, il tè, la frutta, le spezie, il riso, il cotone e molti altri prodotti pagati correttamente. Questo dà la possibilità ai contadini e agli artigiani di nutrirsi, avere una casa, mandare i loro bambini a scuola, coltivare la terra con metodi che rispettino la natura. In questo modo il commercio equo e solidale contribuisce ad uno sviluppo sostenibile offrendo migliori condizioni commerciali, assicurando i diritti dei produttori e dei lavoratori del Sud del mondo e favorendo la protezione dell ambiente.

Difendere l origine L origine detta le caratteristiche di un prodotto (di una specie, di una razza, di una varietà) grazie a un opera di selezione e di adattamento che dura secoli. Se trasferiamo una razza o una varietà in un altro contesto, qualcosa cambia. È fondamentale salvaguardare varietà vegetali e razze autoctone. Consumare locale Nel Sud del mondo i consumatori sono spesso spinti ad acquistare prodotti importati, a discapito di quelli locali spesso più costosi o destinati all esportazione. Anche i consumatori del Nord scelgono sempre meno prodotti locali e di stagione. Queste distorsioni sono un effetto di politiche agricole che hanno privilegiato l agroindustria e il commercio. È importante correggerle, riconvertendo i sistemi al consumo locale e fornendo ai consumatori la possibilità di procurarsi e di riconoscere prodotti sostenibili, equi e buoni.

Difendere la sovranità alimentare Occorre sostenere pubblicamente i progetti di ong, movimenti e associazioni che mirano ad un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità e sulla giustizia sociale, sul rispetto delle varietà locali e delle tradizioni. Ogni comunità deve poter scegliere i propri metodi di produzione agricola. Riconoscere l universalità dei beni È importante promuovere un idea di commercio che comporti vantaggi per tutti, basato su regole di equità e di responsabilità sociale, che riconoscano le esigenze del Sud del mondo e riducano il potere dei grandi monopoli internazionali. Cambiare le politiche dei Paesi più ricchi È fondamentale partecipare alle campagne pubbliche per spingere i governi occidentali a cambiare le politiche agricole e alimentari, rispettando gli accordi sottoscritti a livello internazionale per la lotta alla fame, in un ottica di cooperazione Nord-Sud.

La promozione di un agricoltura sostenibile, la difesa della biodiversità e il commercio equo e solidale contribuiscono a rispondere ai problemi che l'attuale modello di sviluppo globale non solo non risolve ma in parte crea, dimostrando di essere possibili soluzioni allo sradicamento della povertà nel mondo.

Il CEFA è una Organizzazione Non Governativa di Volontariato Internazionale. È stato fondato nel 1972 per iniziativa di alcune cooperative agricole bolognesi. Il CEFA promuove progetti finalizzati all autosviluppo organico ed integrato delle regioni rurali di Paesi e aree del Bacino del Mediterraneo, dell Africa e dell America Centrale e Meridionale, basandosi sul criterio della sostenibilità. Attualmente è presente in nove Paesi: Albania, Argentina, Bosnia Erzegovina, Marocco, Kenya, Tanzania, Somalia, Sudan, Guatemala. All attività in questi paesi si affianca quella di educazione allo sviluppo svolta in Italia e finalizzata a promuovere iniziative di sensibilizzazione ed informazione dell opinione pubblica per favorire la diffusione di una cultura di solidarietà internazionale. È membro della FOCSIV, la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario, ed è riconosciuto ufficialmente idoneo dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Unione Europea e dalle Agenzie dell ONU.

Fairtrade TransFair Italia è nato nel 1994 per garantire e certificare i prodotti di commercio equo e solidale. Fairtrade Italia è un consorzio senza scopo di lucro costituito da 25 organismi del terzo settore come Arci, Acli, Banca Etica, Cies, Ucodep, Unicef, Focsiv, ManiTese, Legambiente. Attualmente le aziende italiane licenziatarie del marchio Fairtrade sono più di 70. Insieme ad altre 21 organizzazioni analoghe diffuse in tutto il mondo, Fairtrade Italia è parte di Flo (Fairtrade Labelling Organization International), il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia. Il sistema Fairtrade opera attualmente con 569 organizzazioni di produttori in 59 diversi Paesi per un totale di un milione e quattrocentomila produttori e lavoratori del Sud del mondo. I prodotti con il marchio Fairtrade assicurano ai produttori un prezzo equo, contratti di acquisto duraturi, un margine da investire in progetti sociali e sanitari. Il ruolo ed il lavoro svolto da Fairtrade Italia: - concessione del marchio di sublicenza Fairtrade alle aziende che vogliono inserirsi nel circuito del commercio equo, contrassegnando il proprio prodotto con il marchio e costante verifica delle condizioni contrattuali; - organizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione sui principi e i prodotti del commercio equo; - creazione e sostegno di legami diretti fra aziende e produttori del Sud del Mondo e valorizzazione del ruolo delle Ong, che attraverso il commercio equo cercano sbocchi di mercato per i propri progetti nei Paesi del Sud del Mondo; - ricerca e sviluppo di progetti innovativi attraverso l applicazione dei criteri del commercio equo e solidale; - aumento della distribuzione dei prodotti del commercio equo sia attraverso i canali convenzionali (grande distribuzione) che attraverso i canali delle organizzazioni socie, delle Botteghe del Mondo, degli enti pubblici secondo i principi del Green Public e Social Public Procurement.

L associazione Internazionale Slow Food, che coinvolge più di 80.000 persone in 104 Paesi di cinque continenti, promuove l educazione del gusto, si batte per preservare la biodiversità agroalimentare, organizza manifestazioni, pubblica libri e riviste. Nata nel 2003, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus promuove un agricoltura sostenibile e un cibo buono, giusto e pulito. Con l Arca del Gusto, la Fondazione Slow Food ha catalogato, in tutto il mondo, oltre 700 prodotti di qualità a rischio di estinzione. Con oltre 300 Presìdi in 42 Paesi del mondo la Fondazione Slow Food coinvolge circa 10 000 piccoli produttori. I Presìdi sono progetti di Slow Food nati per tutelare i piccoli produttori e per salvare i prodotti artigianali di qualità. I loro obiettivi sono: - garantire un futuro alle comunità locali: organizzando i produttori e cercando nuovi sbocchi di mercato - dare dignità culturale alle comunità locali di contadini, pastori, pescatori, artigiani - tutelare territori ed ecosistemi unici al mondo - salvaguardare razze autoctone, varietà vegetali locali, metodi di lavorazione tradizionali - promuovere tecniche sostenibili, attente all ambiente e al benessere animale La Fondazione Slow Food sta creando una rete di mercati della terra per promuovere la filiera corta, ovvero ridurre i passaggi intermedi tra chi produce e chi consuma.

Questa pubblicazione è cofinanziata dalla UE nell ambito del progetto: Sustainable agriculture, bio-diversity protection and fair trade, together against poverty (ONG ED/2006/120-817) CEFA Onlus: Via Lame, 118 40122 - Bologna, Italy - Tel. +39 051 520285 www.cefaonlus.it - email: info@cefaonlus.it Slow Food: Piazza XX Settembre, 5 12042 - Bra (CN) Italy - Tel +39 0172 419 611 www.slowfood.it - email: fondazione@slowfood.it Fairtrade Italia: Passaggio de Gasperi, 3 35131 - Padova, Italy - Tel +39 049 8750823 www.fairtradeitalia.it - email: info@fairtradeitalia.it

Noi non ereditiamo la terra dai nostri padri, la prendiamo a prestito dai nostri figli proverbio africano