Il dialogo parlato: l apertura mentale dialogica. Gioia Di Cristofaro Longo

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Il dialogo parlato: l apertura mentale dialogica Gioia Di Cristofaro Longo

La scelta del dialogo non è compatibile con il centrismo culturale, anzi meglio, con il trionfalismo culturale. Il dialogo non è un avventura umana tra le altre; si deve avere consapevolezza di ciò. Il dialogo è un sistema che invoca, si appella a valori di fondo e di sfondo, a precisi orientamenti comportamentali, vari e sempre innovativi, ma di comune ispirazione e promuove processi di universalizzazione valoriali e costituzione di reti relazionali.

Il dialogo, acquisito il punto di partenza di posizionamento, è dinamico, processuale, creativo e determina un avanzamento continuo di cui si sa l inizio, ma non l arrivo. Il dialogo è costitutivamente di relazione: l essere umano è un nodo di relazioni, è apertura all altro, realizza una transitività cognitiva: ognuno, nell incontro con ciò che è diverso dal proprio valuta se trasferirlo, trapiantarlo, all interno del suo sistema cognitivo. Il dialogo avviene attraverso le parole che ci permettono di vivere nel modo degli uomini e che comunicano visioni del mondo.

Parole come concetti e cristallizzazioni delle esperienze umane che variano nei vari popoli, nel tempo e nello spazio, parole da trapiantare. Le cristallizzazioni delle esperienze umane (parole e concetti) sono da trapiantare in un altro contesto e nel trapianto assumono nuovi aspetti e connotazioni. Si realizza un estensione delle loro radici (rizoma). Ogni parola, dunque, presuppone il trapianto della visione del mondo corrispondente, perché è solo da quella che riceve il significato. Perché avvenga un trapianto, sono necessarie, però, alcune condizioni di inserimento nel rispetto dei soggetti coinvolti e del contesto in cui si opera. Si realizza comunque, sempre, sia che se ne abbia consapevolezza o meno, un processo di reinterpretazione bi o multilaterale.

Il fine del dialogo è la comprensione. La prima condizione del dialogo è che i dialoganti si comprendano reciprocamente: si deve realizzare un accordo sul linguaggio, l uso di immagini e simboli che appartengono al proprio ambiente naturale da confrontare scambiare. La prima funzione del dialogo è di individuare il terreno sul quale esso potrà realmente instaurarsi: la fiducia reciproca è condizione prioritaria. E necessario individuare sia i punti di divergenza che di convergenza. Bisogna procedere per incontri reali che si effettuano strada facendo produttivi di scenari inediti. E l esperienza che parla e non l idea astratta dell esperienza non esperita.

Il dialogo è contro l isolamento, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il dialogo è comunicazione. L obiettivo è gettare ponti sugli abissi della mutua ignoranza e malintesi tra le differenti culture del mondo per comunicare i differenti punti di vista, depurati da ignoranza, pregiudizi e malintesi. Il dialogo realizza un decentramento dei punti di vista nel quale si può cogliere anche un riflesso di noi stessi. L altro è, sì, un non io, ma anche un tu (Martin Buber). In più l alterità è costitutiva dell identità.

La cultura del dialogo, in senso antropologico e cioè valori orientamenti e comportamenti, opera per la creazione di identità culturali nuove, polivalenti, transculturali e plurime. E educazione alla mondialità. Il dialogo è una casa aperta alla comunicazione con la realtà. Il dialogo è un viaggio, un cammino: ci si ritrova in casa proprio quando si ritorna da qualche parte, pieni dell esperienza fatta. Il dialogo presuppone un atteggiamento di ricerca profonda, è un avventura, è un pellegrinaggio, un viaggio di ricerca in territori inusuali, anche lontani, un andare verso la conoscenza, verso l alterità. L altro è un esperienza rivelata.

Il linguaggio struttura il dialogo nel tempo, nello spazio e nelle modalità di espressione: è uno strumento di lettura ed interpretazione della realtà umana. E aperto a mutue influenze e costruisce ed opera attraverso modelli di identificazione. Ogni termine è un segno epistemico che rappresenta un oggetto empiricamente o logicamente verificabile. Il dialogo è un processo che avviene con reciproco attraversamento che determina una crescita comune in termini di rispetto, attenzione alle identità e ai contesti. E interdipendenza riconosciuta ed agita che sviluppa abilità fondate sull empatia e promuove conoscenza. E esperienza di convivialità delle differenze, è superamento del monoculturalismo, promuove un interazione costruttiva aperta, senza confini.

Importante è la relazione tra dialogo e interculturalità intesa come dimensione essenziale e normale, indipendentemente dalla presenza di culture altre. Abbiamo infatti superato il concetto di interculturalità vista come condizione e processo in presenza di stranieri. Il dialogo è scelta, attua, promuove relazioni interculturali. E riconoscimento dell identità dell altro e procede per nuove negoziazioni, patti, espressioni creative aperte. E promozione dei diritti di cittadinanza e inserimento sociale. La prima forma di interculturalità è quella di genere

Nella relazione intercultura-dialogo intervengono quattro elementi strutturanti che sono: interazione scambio empatia investimento affettivo L incontro fa scattare una doppia relazione: ciascuno suscita nell altro una nuova presa di coscienza di se stesso (reinterpretazione bilaterale). L altro è, non solo, un non io, ma un tu. Risultato: relativizzazione delle nostre opinioni personali il che significa che il tutto è relativo, cioè suscettibile di cambiamento e trasformazione, da non confondere assolutamente con il relativismo. L importanza dell ottica comparativa.

Divenire interlocutori del dialogo significa sperimentare: empatia-simpatia umana volontà di ascolto e di attesa attenzione al contesto desiderio di comprendere l altro, gli altri sforzo, impegno di superare idee e preconcetti confronto tra persone, confronto umano totale presuppone amicizia profonda, amicizia umana. Tutto ciò senza ipotecare i risultati, senza escludere una trasformazione possibile: è un avventura umana, un incontro personale con l essere umano tutto intero. Arte del dialogo, dunque, per la quale si deve essere in grado di far posto ai contenuti dell altro, di avere capacità di penetrazione e interpretazione del modello dell altro attraverso processi intuitivi.

Bussola Empatia Accoglienza Solidarietà Bene Comune

Alfabeto di cultura del dialogo Arte Bene comune Condivisione Dinamicità Empatia Felicità Generosità Interdipendenza Libera scelta Meta Narrazione Opportunità-opzione Progetto-Pellegrinaggio-Proposta Quantità-qualità Reciprocità Stile di vita-sistema Tessitura-Trama Umanità Valori-valorizzazione Zaino (bussola: accoglienza, empatia, bene comune, solidarietà)