1. NUMERO AZIONE RIPROGRAMMAZIONE PIANO DI ZONA 2 E 3 ANNO DEL 1 TRIENNIO 2. TITOLO AZIONE



Documenti analoghi
1. NUMERO AZIONE RIPROGRAMMAZIONE PIANO DI ZONA 2 E 3 ANNO DEL 1 TRIENNIO 2. TITOLO AZIONE ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

SPORTELLO DI CONSULENZA PER DONNE IN DIFFICOLTA

Piano di Zona

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

CENTRO COMUNALE DI CITTADINANZA

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

FORMULARIO DELL AZIONE

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

Educando nelle Province di Bergamo e Brescia

FORMULARIO DELL AZIONE. Trasporto disabili 1. NUMERO AZIONE 2. TITOLO DELL AZIONE. 1.a SPECIFICARE LA TIPOLOGIA D INTERVENTO

ANIMAZIONE DI STRADA

SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE H

Sostegno e Accompagnamento Educativo

ASSOCIAZIONE ONLUS CERCHI D ONDA

Sviluppo di comunità

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

Educando nella Provincia di Varese 2012

ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA

SCHEMA PER LA STESURA DI UN PROGETTO. Fondo Regionale di Intervento per la Lotta alla Droga Piano Triennale di Intervento Area Dipendenze 2006/2008

LE FINALITA DEL PROGETTO

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 BENVENUTO CITTADINO

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 LUC

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

Piano di Interventi per il sostegno delle famiglie affidatarie di minori residenti nel Distretto Socio-Sanitario VT4

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

FORMULARIO DELL AZIONE

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

ALLEGATO A. Scheda di Progetto Mod. PRO rev. 0 del Parte prima CENTRO FAMIGLIA STELLA POLARE. Municipio Roma XIII

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI

SCHEDA PROGETTO: UN ESEMPIO immaginato da noi, ma ripreso da un azione di piano della C.M. Val Pellice

Ambito Distrettuale 6.1

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Progetto TRA CASA E CITTA : PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE

Progetto DopolaScuola Presentazione Esiti 1 fase. Caregivers e percezione del bisogno formativo dei soggetti dagli 11 ai 14 anni. Legnano,

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

Piano di Zona

Il progetto di vita: qualità oltre la scuola

La Bussola. 1. Titolo del progetto. 2. Nuovo progetto - No. 3. Progetto già avviato - Si

UN ANNO PER CRESCERE INSIEME

SOSTEGNO ALL ABITARE PER PERSONE CON DISAGIO PSICHICO

CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI

L.R. 25 SETTEMBRE 1996 ART. 5 CO. 2 E ART. 21 CO. 3 D.P.R. N. 022/PRES.

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini.

GESTIONE PROGETTO (in conformità modello MAE)

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45

PASSO DOPO PASSO. Progetti per il Reinserimento sociale e lavorativo di persone appartenenti a categorie fragili

SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI

AZIONI DEL SUCCESSO FORMATIVO

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE

PROMECO SERT- AUSL FERRARA

Progetto Comes, sostegno all handicap

Conciliare i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti con minori a carico.

PIANO SOCIALE DI ZONA 2014 DISTRETTO RI/4

ORGANIZZAZIONI di VOLONTARIATO

PROGETTO CONSULENZA PSICOLOGICA Anno Scolastico 2015/'16

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO

PROGETTO DI SINGOLA SCUOLA PROGETTO DI RETI DI SCUOLE PROGETTO IN RETE CON ALTRI SOGGETTI SCUOLA CAPOFILA DI RETE

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

Pagina 1 di 7 CARTA DEL SERVIZIO CAD VIA PIO VII, 61 TORINO

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

A. G. S. A. T. Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ONLUS

Funzionigramma Comunità Panta Rei

LINEE GUIDA DEL SERVIZIO DI

Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo. L Educatore Professionale. Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

PER LA SCUOLA COMPETENZE E AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 AFFIDO FAMILIARE

BANDO PIANO GIOVANI DI ZONA 2015

piccola comunità madre.bambino vanessa

DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

Interventi nelle istituzioni

ASSOCIAZIONE MANI TESE ONG ONLUS SEDE NAZIONALE: PIAZZA V.GAMBARA 7/9 MILANO

FORMULARIO DELL AZIONE

1. NUMERO AZIONE RIPROGRAMMAZIONE PIANO DI ZONA 2 E 3 ANNO DEL 1 TRIENNIO

REGOLAMENTO SERVIZIO EDUCATIVA TERRITORIALE

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

Comune di Jesi. Protocollo d intesa

ALZHEIMER ED ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO ASSISTENZA DOMICILIARE E CENTRO

COMUNE DI REGGELLO (Provincia di Firenze)

SCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ

SCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ

Transcript:

1. NUMERO AZIONE RIPROGRAMMAZIONE PIANO DI ZONA 2 E 3 ANNO DEL 1 TRIENNIO 3 2. TITOLO AZIONE CENTRO DI ASCOLTO E DI PRIMA ACCOGLIENZA Presidio di prevenzione del disagio giovanile 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Finalità Nella relazione sociale gli indicatori relativi al fenomeno delle dipendenze, soprattutto in riferimento ai così detti nuovi consumatori, evidenziano che le modalità legate al consumo di sostanze sono riconducibili a stili di vita e di comportamento che rappresentano gravi fattori di rischio per ampie fasce della popolazione giovanile, anche del nostro distretto. Tali indicatori determinano di riconfermare nella presente riprogrammazione, le azioni di prevenzione già avviate con la prima annualità del p.d.z.2001/03. Gli interventi hanno preso corpo attraverso l avvio, nel periodo estivo, dei due progetti Centro d ascolto e di Prima Accoglienza e Le strade della prevenzione. In atto è stato possibile concretizzare l apertura di n.6 centri di ascolto (n.3 da capitolato e n.3 migliorativi) così distribuiti nel territorio distrettuale: - n.3 nel comune di Messina; - n.1 nel comune di Villafranca tirrena; - n.1 nel comune di Furci Siculo; - n.1 nel comune di Alì. Parallelamente sono state avviate iniziative di informazione nei luoghi di aggregazione giovanile, attraverso la realizzazione di infopoints ed eventi musicali. La continuità dell azione, data l esiguità delle risorse economiche e l urgenza di orientare la spesa verso altri settori, è garantita nella riprogrammazione solo per la seconda annualità. La prosecuzione degli interventi successivamente potrà essere mantenuta con l utilizzo di altri fondi. Al fine di ottimizzare le risorse destinate alla prevenzione delle dipendenze si è ritenuto opportuno far confluire le azioni dei progetti sopradescritti in un unica azione progettuale che si esprime sia in spazi (centri di ascolto) dove l intervento assume caretterististiche di specificificità, sia in luoghi informali di aggregazione giovanile in cui attivare strategie flessibili. L azione progettuale si riferisce a tre aree strategiche, l informazione, l educazione, il sostegno e l ascolto, che rappresentano anche, i vari livelli di intervento. L intento è quello di passare da un approccio di base, che si può definire a bassa soglia, a risposte mirate che comportano un coinvolgimento ed un adesione del soggetto. Obiettivi specifici relativi a: 13

1. Area dell informazione : 1.1 diffondere una cultura salutista nei luoghi di aggregazione giovanile; 1.2 fornire una corretta informazione rivolta ai giovani circa gli effetti delle sostanze; 1.3 sensibilizzare gli "opinion leaders" capaci di coinvolgere la popolazione giovanile (gestori di pub, dd discoteche, dj, organizzatori di manifestazioni socio-culturali, musicali, sportive, ecc.); 1.4 proseguire l indagine conoscitiva per focalizzare indicatori sulle caratteristiche delle nuove dipendenze in ambito distrettuale e produrre un apposito documento di indagine. 2. Area dell educazione: 2.1 Promuovere e favorire stili di vita sani e consapevoli, attraverso l'attivazione di azioni mirate organizzate anche in base alla tipologia dei problemi emersi dall'ascolto; 2.2Contrastare fenomeni di isolamento ed emarginazione mettendo in essere un'accoglienza partecipativa ed efficace; 2.3 Promuovere attività finalizzate all autorealizzazione, all autopromozione, allo sviluppo di relazioni interpersonali positive; 2.4 Attivare incontri formativi e informativi con genitori, docenti, educatori e adulti che si occupano del disagio giovanile, dell'insuccesso scolastico, del disagio sociale e della emarginazione. 3. Area dell ascolto e del sostegno: 3.1 Offrire consulenze mirate; 3.2 Predisporre strategie d intervento personalizzate; 3.3 Ridurre il rischio tossicomanico attraverso colloqui mirati alla formulazione di, e/o all orientamento a, un programma personalizzato, mirato alla ricostruzione della sua personalità, in rete con i servizi pubblici e privati; 3.4 facilitare l'uscita dal "sommerso" per coloro che non accedono ai servizi.; 3.5 creare connessioni tra i giovani ed i servizi. Popolazione target - Adolescenti (età 13/18) - Giovani (età 19/25) - Giovani adulti (età 26/40) - Genitori, docenti. Educatori - Famiglie Dal punto di vista quantitativo, la stima potrebbe attestarsi, nell arco di un anno su 200 persone che direttamente usufruiscono del servizio(utenti diretti); almeno 200/400 persone che indirettamente acquisiscono formazione e informazioni sul problema droga e sul disagio psico-sociale (utenti indiretti); circa 200/600 giovani frequentatori dei luoghi di aggregazione. Strategia In quest' ultimo decennio, si è potuto osservare un incremento dell' uso/abuso sempre più massiccio di sostanze definite genericamente "nuove droghe", ed un altrettanta diffusione tra giovani e adolescenti di uso/abuso di alcool, tabacco, sostanze dopanti, ecc.. L implementazione dei Centri di ascolto e di prima accoglienza diventa una strategia per affrontare problematiche correlate a situazioni di dipendenza, e rappresenta altresì un tentativo di incidere sui fattori di rischio che facilitano l accostamento a sostanze psicoattive. Inoltre le iniziative collocate nell area dell educazione servono a favorire i fattori protettivi che prevengono le varie forme di disagio giovanile. Infatti il centro di ascolto diventa punto di riferimento: 14

- per i giovani che, oltre a trovare operatori competenti e disponibili all ascolto mirato, hanno l opportunità di partecipare a momenti di confronto e ad attività significative; - per i genitori, i docenti, gli educatori che, in senso lato, vivono in modo inconsapevole il loro ruolo di "Adulti". La realizzazione del progetto manterrà l attuale articolazione del distretto in tre aree (Messina, Zona Ionica, Zona tirrenica), nello specifico si attuerà: - individuando sedi di Centri visibili e agevoli per tutti (anche per disabili) e in rete con i Centri di ascolto delle scuole, dei CAG, delle parrocchie, ecc.; - raggiungendo i luoghi più significativi e rappresentativi per i giovani e con il coinvolgimento attivo degli stessi. Definizione delle attvità Attività dei Centri di Ascolto e di Prima accoglienza : Ascolto, anche telefonico Colloqui individuali Formulazione di progetti personalizzati in rete con le realtà del territorio sia istituzionali che del privato sociale Orientamento rivolto ai tossicodipendenti per favorire l'ingresso in programmi terapeutici in caso di recidive Counsueling psicologico, sanitario, legale Servizio Sociale Attivazione di gruppi di auto-aiuto rivolti agli utenti e/o alle loro famiglie Attivazione di gruppi esperienziali metodologicamente guidati Lavoro di rete in collaborazione con le Istituzioni e con le realtà del Terzo Settore Il servizio intende offrire non solo un ascolto ed un'accoglienza "in sede" ma si prefigge soprattutto di raggiungere i fruitori nelle loro realtà socio-ambientale attraverso: - l'attivazione di strategie flessibili, dinamiche ed aperte; - il raggiungimento dei luoghi di aggregazione giovanile sia strutturati che informali; - la programmazione e l'organizzazione di attività socializzanti per promuovere la cultura dello "stare bene con sé e con gli altri"; - l'accoglienza e il sostegno non solo del soggetto ma anche del suo contesto sociale di riferimento. - formazione/informazione agli operatori dell'area minori (centri di aggregazione giovanile, educativa territoriale, ecc ), con il coinvolgimento dei ragazzi "leader", sulle nuove droghe e sulle modalità di intervento e di approccio per sensibilizzare e supportare quei soggetti che fanno uso/abuso di sostanze psicoattive; - attività di socializzazione ed animazione che favoriscono l aggregazione giovanile, -attivazione di "Info-Points" attraverso gazebi o camper, finalizzati a dare informazioni sulla musica di tendenza, sugli eventi musicali di rilievo, sulle attività ricreative della notte nonché a distribuire materiale informativo sulle nuove droghe e sulle sostanze dopanti utilizzate frequentemente da gruppi sportivi (professionisti e dilettanti). Tempistica Tempo previsto 1 anno Fase n 1 (durata mesi 2): - individuazione e organizzazione delle sedi dei Centri di ascolto e di prima accoglienza e dei luoghi strategici di aggregazione giovanile; - analisi dei dati emersi durante il primo anno di attività per la programmazione mirata degli interventi, supportata anche dalla lettura dell indagine territoriale. Fase n. 2 (durata mesi 10) - coinvolgimento degli operatori dei CAG ove esistenti, dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado, degli allenatori dei gruppi sportivi, degli animatori degli oratori delle parrocchie, ecc.; 15

- riunioni finalizzate alla programmazione delle attività progettuali per individuare strategie flessibili, dinamiche ed aperte; - sensibilizzazione degli opinions leaders; avvio di tutte le attività previste nel progetto. 4 DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Modalità di gestione Indiretta, con scelta del contraente mediante gara pubblica. Il presente progetto sarà strutturato e gestito a livello di distretto. L Ente gestore dovrà individuare e garantire le sedi da allocare uno a Messina, uno nella Zona Ionica e uno nella Zona Tirrenica, per i tre centri d ascolto e prima accoglienza. Al momento dell'attivazione e per tutta la durata del progetto dovranno essere coinvolti: - i Centri di aggregazione; - le scuole di ogni ordine e grado; - i luoghi di aggregazione spontanea (palestre, gruppi parrocchiali, gruppi sportivi, ecc.); Dovranno essere coinvolti altresì (per interventi personalizzati): a) Dipartimento Sociale Comune di Messina. a) i Ser.T.; b) gli Enti sociali già operanti nell'ambito delle dipendenze e del disagio giovanile; c) Consultori Familiari; d) Tribunale dei Minori; Personale: 1 psicologo a consulenza, minimo 54 h. mensili, con funzioni di: supporto nei confronti del gruppo di lavoro attraverso incontri di supervisione; promozione della salute psichica e del benessere attraverso incontri mirati con famiglie, insegnanti, gruppi giovanili; consulenze mirate individuali. 1 sociologo, minimo 28 h. mensili, a consulenza con il compito di predisporre e coordinare progetto di ricerca, strumenti per la rilevazione, elaborazione dati e relativa stesura documento. 1 educatore professionale, ctg. D2 20h settimanali, con la funzione di programmare e gestire le attività educative all interno del centro e nell ambito della prevenzione a livello territoriale, di concerto con le altre figure professionali. 1 Assistente sociale ctg. D2 20h settimanali con il compito di: curare la programmazione delle attività complessive del servizio in collaborazione con le altre figure professionali; coordinare l attività di monitoraggio del progetto secondo modelli operativi definiti; effettuare riunioni tecnico-organizzative e di verifica con il gruppo di lavoro; predisporre relazione sociale sull andamento del servizio; orientare utenti e famiglie all utilizzo delle risorse territoriali con accompagnamento la dove è 16

necessario. predisporre interventi atti a favorire il lavoro di rete. 1 operatore con esperienza consolidata nell'ambito delle dipendenze e del disagio giovanile, ctg. D1 per 20 h. settimanali, con il compito di effettuare, in collaborazione con le altre figure professionali, interventi di orientamento a percorsi individuali e/o comunitari di soggetti tossicodipendenti e/o a rischio; fornire informazioni nell ambito delle iniziative di prevenzione a livello territoriale. 2 animatori ctg. D1 20h settimanali con il compito di gestire, in collaborazione con le altre figure professionali, le attività laboratoriali all interno del centro ed ogni eventuale attività di animazione indirizzata anche ai luoghi di aggregazione formali ed informali. 3 operatori di strada ctg. D1 20h settimanali con il compito di: fornire informazioni a giovani o gruppi di giovani nel loro ambiente, attraverso un approccio informale, itinerante, in luoghi non strutturati; coinvolgere gli opinion leader quali potenziali collaboratori per la diffusione di messaggi positivi; sviluppare, attraverso un costante lavoro di mediazione relazionale, rapporti di fiducia che consentano anche ai soggetti più a rischio di maturare scelte di cambiamento. Comunicazione - Riunioni interne e intersettoriali; - pubblicizzazione del progetto attraverso l'utilizzo dei mass media locali e diffusione di materiale divulgativo; - incontri/dibattito con docenti, genitori, educatori in genere nelle loro sedi o presso i Centri - Incontri in luoghi opportunamente scelti e strutturati. - Circolazione di informazione ed esperienze tra gli operatori dei Servizi pubblici e del Privato sociale. Modalità di accesso : - Accesso diretto al servizio; - aggancio attraverso le attività svolte presso i CAG, le scuole, le Parrocchie, ecc. ; - segnalazioni da parte dei servizi pubblici e del privato sociale. Controlli e valutazione Il controllo sarà effettuato dal gruppo tecnico dell Ufficio di Piano che dovrà predisporre un apposito modello per la verifica di indicatori di tipo quantitativo e qualitativo. La valutazione del progetto sarà effettuata dall operatore del gruppo tecnico referente del progetto stesso, di concerto con l operatore referente dell equipe della cooperativa. Le Assistenti Sociali dei Comuni sedi operative relazioneranno semestralmente all Ufficio di Piano circa l andamento delle attività. La valutazione sarà effettuata attraverso: - Indicatori di processo dal punto di vista qualitativo: 1. qualità della relazione tra operatori e destinatari; 2. rapporto tra interventi previsti e interventi attuati; 3. modalità utilizzate per il conseguimento degli obiettivi in relazione al lavoro di rete; 4. grado di soddisfazione degli utenti. - Indicatori di processo dal punto di vista quantitativo: - N dei colloqui effettuati nelle sedi dei Centri; - N delle attività programmate e organizzate sul territorio; - N degli interventi personalizzati; - N di colloqui/incontri con i giovani nei luoghi informali; - N di colloqui/incontri con gli "opinion leader"; 17

- N di colloqui/incontri con gli operatori dei servizi di rete; - N di richieste di aiuto esplicitate nell ambito di relazioni informali; - N di risorse attivate. - Strumenti di verifica: - scheda riepilogativa degli interventi; - relazione mensile sull'efficacia delle attività svolte e programmazione delle attività da svolgere nel mese successivo; - questionario da somministrare ai destinatari degli interventi per misurare il grado di soddisfazione rispetto al servizio; - registro verbali delle riunioni dell' èquipe operativa; - scheda colloqui individuali (se effettuati); - diario giornaliero degli operatori; - riunioni periodiche per la supervisione. Eventuale rimodulazione degli interventi in funzione di una maggiore efficacia per il conseguimento degli obiettivi prefissati. Identificazione dei rischi e delle risposte I rischi connessi al pieno raggiungimento degli obiettivi potrebbero essere collegati: - Un'integrazione non sufficientemente concreta e funzionale tra le agenzie pubbliche e del privato sociale presenti sul territorio del distretto D26; - alla scarsa affluenza ai Centri, dovuta ad una eventuale insufficiente pubblicizzazione del servizio offerto; - alla resistenza da parte di coloro che vivono situazioni di disagio, nell'esplicitare una precisa richiesta di aiuto; - difficoltà da parte degli operatori ad effettuare un lavoro di rete per attivare un'integrazione efficace tra pubblico e privato e tra sociale e sanitario. alla scarsa motivazione da parte dei fruitori rispetto alle iniziative del progetto. Budget 2 annualità 195.089,24 * vedi dettaglio costi 5. FIGURE PROFESSIONALI Tipologia A carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali, ASP (EX ASP (EX AUSL), T.M., Scuole ) Psicologo 1 sociologo 1 educatore professionale 1 Assistente sociale 1 Operatore 1 animatori 2 operatori di strada 3 In convenzione Totale 18

6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Diretta Mista X Indiretta 19

Allegato 4 PIANO FINANZIARIO AZIONE - RIPROGRAMMAZIONE 1 2 E 3 ANNO 1 TRIENNIO 2^ ANNUALITA' N. Azione 3 - Titolo Azione _ CENTRO DI ASCOLTO E DI PRIMA ACCOGLIENZA _ Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale Spese per il personale Assist. Sociale D2 1 20 h/sett.. 28 h Sociologo E2 1 mensili 54 h Psicologo E 2 1 mensili.18,6 9. 22,56. 22,56. 19.437,60.7.580,16.14.618,88 Operatore - D1 Operatori di strada D1 1 3 20 h /sett.. 17,67 Animatori- D1 Educatore D2 Oneri generali di gestione 2. 110.260,80 20h/sett... 19.437,60 1 18,69 Subtotale.171.335,04 Costo 2 anno sede, utenze varie, cancelleria,. 16.250,77 assicurazione, spese carburante, materiale informativo TOTALE 2. 16.250,77 TOTALE 3 (TOT.1+ TOT.2).187.585,81 IVA 4%.7.503,43 TOTALE GENERALE. 195.089,24 Ripartizione del costo totale dell azione per fonte di finanziamento N. Azione 3 FNPS 3 per abitante Compartecipazione utenti Cofinanziamento 2 Totale. 195.089,24. 195.089,24 1 Si riporta l annualità di riferimento 2 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ). 20

Allegato 4 PIANO FINANZIARIO AZIONE - RIPROGRAMMAZIONE 3 2 E 3 ANNO 1 TRIENNIO 2^ ANNUALITA' N. Azione 3 - Titolo Azione _ CENTRO DI ASCOLTO E DI PRIMA ACCOGLIENZA RIEPILOGO DEL BIENNIO Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale Spese per il personale Assist. Sociale D2 1 20 h/sett.. 28 h Sociologo E2 1 mensili 54 h Psicologo E 2 1 mensili.18,6 9. 22,56. 22,56. 19.437,60.7.580,16.14.618,88 Operatore - D1 Operatori di strada D1 1 3 20 h /sett.. 17,67 Animatori- D1 Educatore D2 Oneri generali di gestione 2. 110.260,80 20h/sett... 19.437,60 1 18,69 Subtotale.171.335,04 Costo 2 anno sede, utenze varie, cancelleria,. 16.250,77 assicurazione, spese carburante, materiale informativo TOTALE 2. 16.250,77 TOTALE 3 (TOT.1+ TOT.2).187.585,81 IVA 4%.7.503,43 TOTALE GENERALE. 195.089,24 Ripartizione del costo totale dell azione per fonte di finanziamento N. Azione 3 FNPS 3 per abitante Compartecipazione utenti Cofinanziamento 4 Totale. 195.089,24. 195.089,24 3 Si riporta l annualità di riferimento 4 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ). 21