Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

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A. Agricoltura, silvicoltura e pesca i

C. 12 Attività Manifatturiere: industria del tabacco i

S. Altre attività di servizi i

C. 14 Attività Manifatturiere: confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia i

C. 28 Attività Manifatturiere: fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca i

M. Attività professionali, scientifiche e tecniche i

Si prevede infine una diminuzione della produttività del lavoro, pari al 2,9%, passando da 56,8 a 55,2 migliaia euro nel periodo considerato.

R. Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento i

B. Estrazione di minerali da cava e miniere i

L. Attività immobiliari i

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INDUSTRIA DEL LEGNO Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria del legno; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il valore aggiunto prodotto dall industria del legno rappresenta lo 0.3 per cento del Pil italiano. Il settore è un indotto delle costruzioni, e la sua performance risente di quella dell attività edilizia, di cui rappresenta un indotto; nonostante lo sviluppo delle costruzioni nel corso degli anni duemila sia stato vivace, almeno fino al 2007, la dinamica dell attività produttiva nell industria del legno ha invece mostrato un trend negativo, dopo la crescita osservata negli anni novanta. Tra il 2001 ed il 2005 il valore aggiunto prodotto dal settore si è ridotto del 2.3 per cento all anno, in media. La flessione si è intensificata nella seconda metà del decennio, quando l attività produttiva si è contratta a ritmi medi annui del 6.9 per cento. Su tale risultato, però, ha influito notevolmente la crisi e le sue conseguenze. Quando la domanda di investimenti in costruzioni si è ridotta, con lo scoppio delle bolle immobiliari a livello internazionale, il settore ha visto sottrarsi quote rilevanti di domanda. Nel biennio 2008-2009 la produzione del settore si è complessivamente contratta di oltre 30 punti percentuali. Il settore è stato pertanto indirettamente interessato dall overinvestment determinato dalle permissive condizioni di accesso al credito degli anni duemila. La caduta della domanda è permanente, dato che la correzione dell attività di costruzioni è strutturale. Nel 2010, peraltro, la variazione è risultata ancora negativa. 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1

In prospettiva, quindi, la dinamica del valore aggiunto del settore è prevista restare stagnante, dato non vi sono spunti di ripresa. Nel periodo tra il 2011 ed il 2015 la variazione media annua dell attività sarà pari a 0.3 per cento, e i livelli produttivi persi con la crisi non saranno recuperati. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0-25,0 93 96 99 02 05 08 11 14 (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La produttività nel settore ha avuto un evoluzione decisamente positiva fino all inizio degli anni duemila, quando ha registrato alcune correzioni. Anche a causa delle crescenti difficoltà incontrate dal settore nel competere con le produzioni dei nuovi mercati, e alcune correzioni nei livelli produttivi, la produttività è caduta nel 2002 (-8 per cento), abbassando così la dinamica media annua, nel periodo tra il 2001 e il 2005. Nonostante un timido recupero congiunturale, il tasso medio annuo di variazione nel periodo è risultato così negativo (-0.4 per cento). La marginale ripresa negli anni successivi è stata bruscamente interrotta in occasione della crisi: la produttività è complessivamente caduta di oltre il 23 per cento nel biennio 2008-2009. In altre parole, la contrazione dell attività produttiva è stata maggiormente assorbita da una riduzione della produttività, ovvero del grado di utilizzo del fattore lavoro, e meno dalla diminuzione della manodopera. Il settore, 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2

pertanto, è stato interessato dal fenomeno del labour hoarding. La contrazione della produttività è peraltro proseguita anche nel 2010. In prospettiva, si prevede una sostanziale stabilizzazione della produttività sui livelli toccati a fine anni duemila, senza ulteriori spunti di crescita, anche perché viene meno il contributo positivo del capital deepening (dato l overinvestment nel settore che disincentiva ampliamenti nello stock di capitale) e la dinamica stagnante dell innovazione nel settore. Tra il 2011 ed il 2015 il tasso medio di variazione sarà pari a -0.2 punti percentuali all anno. Produttività del lavoro Livello, 1980=1 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 1,30 1,10 0,90 80 85 90 95 00 05 10 15 Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. La dinamica dell occupazione evidenzia nel complesso un trend negativo già a partire dagli anni ottanta. Gli occupati sono scesi da circa 272 mila di inizio anni ottanta a circa 173 a metà anni duemila. La flessione dell occupazione è peraltro andata accentuandosi negli anni. Anche nel periodo tra il 2006 ed il 2010 è stata piuttosto intensa: gli occupati si sono ridotti ad un ritmo dell 1.5 per cento all anno, in media; complessivamente si sono persi quasi 13 mila addetti nel settore. La 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3

riduzione dei livelli occupazionali nel biennio di crisi, 2008-2009, è stata ampia (- 6.3 per cento) ma tutto sommato contenuta se confrontata con il crollo osservato nell attività; questo è stato reso possibile grazie al fenomeno del labour hoarding. In prospettiva, la stagnazione del settore influenzerà l andamento della manodopera impiegata; nel medio termine, tra il 2011 e il 2015, gli occupati nel settore del legno si ridurranno dello 0.3 per cento all anno. Nel 2015 gli addetti espulsi, rispetto ai livelli registrati nel 2010, saranno complessivamente 2 mila 600. Le perdite cumulate nel 2015 rispetto ai livelli pre crisi saranno così pari a quasi 11 mila 600 occupati. Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 Unità di lavoro Occupati totali 80 85 90 95 00 05 10 15 L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP 2001. 4

L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** 2010-2015** 4.275 3.557-718 441 274-167 10.592 10.369-223 8.786 8.549-237 2.336 2.423 87 106.973 105.902-1.070 22.348 22.528 180 4.749 4.337-412 Totale occupazione 160.500 157.939-2.561 *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5