Roundtable, 15 Marzo 2011 IL BURDEN DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE E DEGLI UNMET NEEDS Davide INTEGLIA
Il burden delle malattie cardiovascolari i in EUROPA Mortalità per malattie cardiovascolari in Europa (2009) 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% UOMINI DONNE Fonte: nostra elaborazione su dati OSMED 2009 60% 50% 40% 30% 20% Onere finanziario per i Sistemi sanitari europei (2006) 192 miliardi di Euro 57% 21% 22% L incidenza delle malattie cardiovascolari in Europa, stimata in via conservativa (fonte OSMED) è del: 10% 0% Costi Sanitari Perdita di produttività Cure informali 2,5/3% per malattie coronariche e ICTUS ischemico Fonte: nostra elaborazione su dati OSMED 2009 1,2/1,5% per scompenso cardiaco Fonte: nostra elaborazione su dati OSMED 2009 2
Il burden delle malattie cardiovascolari in ITALIA L organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che, entro il 2015, le malattie cardiovascolari i saranno la principale i causa di morte con il decesso di circa 20 milioni i di persone nel mondo (Fonte: The Atlas of Heart Disease and Stroke, WHO. www.who.int/cardiovascular.diseases/en/ (Accessed 19 June 2007) Spesa per farmaci apparato cardiovascolare 5155 milioni di euro (Osmed 2009) Primo posto nel ranking nazionale come spesa farmaceutica Canale di distribuzione Strutture pubbliche Territorio Il TREND spesa farmaceutica per patologie cardiovascolari in continuo aumento 3
Mortalità per eventi coronarici a 28 giorni in Italia (CEPI 2005) 35 30 25 20 15 10 5 0 Uomini i Donne Fonte: nostre elaborazioni su Registro Italiano degli eventi coronarici maggiori (2005)
Le dimensioni del problema in ITALIA Il dolore toracico, sintomo cardine della SCA, rappresenta la causa medica più frequente di accesso al Pronto Soccorso FIC. Epidemiologia, diagnosi e stratificazione di rischio delle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST. G Ital Cardiol. 2009 5
Il decorso dopo l evento acuto Dopo le dimissioni ospedaliere, il paziente con SCA permane in una condizione di rischio significativo di mortalità e morbilità nel lungo termine Perugini E, et al. Epidemiologia delle sindromi coronariche acute in Italia. G Ital Cardiol. 2010;11:718 2929 6
Mortalità Cardiovascolare La mortalità per eventi enti Cardiovascolari ascolari rappresenta ancora la principale causa di decessi in Italia, con il contributo sostanziale della cardiopatia ischemica che si colloca al primo posto tra le cause di morte Mortalità per infarto del miocardio è pari al: 64,6060 su 100.000000 (uomini) i) 17,33 su 100.000 (donne) FIC. Epidemiologia, diagnosi e stratificazione di rischio delle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST. G Ital Cardiol. 2009 Perugini E, et al. Epidemiologia delle sindromi coronariche acute in Italia. G Ital Cardiol. 2010;11:718 29 7
Il valore della prevenzione nella riduzione dei rischi cardiovascolari PREVENZIONE PRIMARIA -Dapiù fonti è indicato che la prevenzione dei rischi cardiovascolari passa attraverso uno stile di vita sano: No Fumo No l Alcol Corretta alimentazione i Esercizio fisico PREVENZIONE SECONDARIA E possibile ridurre i rischi di patologie cardiovascolari attraverso l adeguato trattamento con: Farmaci per il controllo dei fattori di rischio CV Farmaci antitrombotici (antiaggreganti g piastrinici) 8
Gli unmet needs L identificazione dei soggetti ad elevato rischio è ancora CARENTE per una idonea strategia di PREVENZIONE Il trattamento prolungato nel tempo tipico delle malattie croniche - tende a rendere bassa l ADERENZA al trattamento farmacologico Bassa compliance Trattamento sub-ottimale Maggiore rischio + Spreco di risorse Una maggiore EFFICACIA TERAPEUTICA può ridurre il rischio cardiovascolare (alcuni esempi): p) prevenzione dell ICTUS nella fibrillazione atriale riduzione della mortalità per patologie CV: - mortalità pre-ospedaliera dovuta a casi fatali -mortalità per re-infarto 9
Più investimenti in RICERCA e INNOVAZIONE Gli incentivi alla R&S nel settore farmaceutico hanno un carattere di incertezza molto elevato E necessario un processo di SEMPLIFICAZIONE che, operando su tutti i segmenti del processo di R&S e Innovazione, si ispiri a tre criteri fondamentali: A. Riduzione dei tempi B. Chiarezza nelle procedure C. Trasparenza nella valutazione L innovazione farmaceutica può migliorare sensibilmente le possibilità di cura del paziente cardiopatico 10
Frammentazione del LEA assistenza farmaceutica L assistenza farmaceutica non è uniforme sul territorio italiano (discrezionalità delle Regioni a recepire i farmaci di nuova immissione in commercio) Possibile ostacolo nell offerta della migliore cura disponibile Tendenza ad estendere la logica PTOR ai farmaci distribuiti secondo il canale convenzionale (distribuzione territoriale) FILTRO dei prontuari anche per i nuovi farmaci del settore cardiovascolare Si compromette l uniforme accesso alle cure sul territorio nazionale 11
Tempo intercorrente tra EMA e accesso a livello Nazionale Fonte: nostra elaborazione su dati EFPIA 12
Bibliografia Fonti citate: EFPIA (2009), Patient W.A.I.T indicator. Report based on EFPIA s database (first EU marketing). FIC (2009), Epidemiologia, diagnosi e stratificazione di rischio delle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST. G Ital Cardiol. Integlia D., Mare D. (2010), Gli incentivi alla R&S nel settore farmaceutico italiano: il ruolo della semplificazione amministrativa. Policy paper 1-2010, I-Com. OSMED (2009), L uso dei Farmaci in Italia. Rapporto Nazionale 2009. Perugini E, et al. (2010), Epidemiologia delle sindromi coronariche acute in Italia. G Ital Cardiol;11:718-29. Registro nazionale italiano degli eventi coronarici maggiori: tassi di attacco e letalità nelle diverse aree del paese (2005) Ital Heart J Suppl Vol 6 Ottobre 2005 WHO (2007), The Atlas of Heart Disease and Stroke. www.who.int/cardiovascular.diseases/en/ 13