B = (e 1,..., e n ) di V, e una sequenza C = ( f 1,..., f n ) di vettori di. Lezione del 21 maggio.

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Lezione del maggio. Il riferimento principale di questa lezione e costituito da parti di: 3 Trasformazioni ortogonali, 4 Complemento ortogonale, 5 Matrici di Gram e proiezioni ortogonali, 6 Orientazione di uno spazio vettoriale euclideo del Cap. 8 Spazi vettoriali euclidei ; L anello delle matrici quadrate, 6 Calcolo del determinante del Cap. 3 Matrici e determinanti.. Trasformazioni ortogonali Siano V, W due spazi vettoriali euclidei. Una trasformazione lineare T : V W si dice trasformazione ortogonale se conserva i prodotti scalari, e dunque anche norme e angoli, cioe per ogni u, v V si ha T(u), T(v) = u, v, e dunque T(v) = v e T(u)T(v) = ûv; in particolare, si ha che una trasformazione ortogonale si annulla solo sul vettore nullo, e dunque e iniettiva ( cfr. Definizione 8.7 ). Fra le trasformazioni lineari T : F (O) F (O) del piano vettoriale euclideo in se, esempi di trasformazioni ortogonali sono le rotazioni attorno ad O e le simmetrie rispetto a rette per O, mentre non sono trasformazioni ortogonali le proiezioni ortogonali su rette per O; fra le trasformazioni lineari T : F (O) F (O) dalla retta vettoriale euclidea al piano vettoriale euclideo che hanno per immagine una data retta passante per O, ci sono esattamente due trasformazioni ortogonali; non esistono trasformazioni ortogonali T : F (O) F (O) ( cfr. appunti lezione ). Supponiamo che V = V n abbia dimensione n. Data una base ordinata ortogonale B = (e,..., e n ) di V, e una sequenza C = ( f,..., f n ) di vettori di W, sia T : V W la trasformazione lineare tale che T(e i ) = f i per ogni i =,..., n; se T e una trasformazione ortogonale, allora si ha che C e un sottinsieme ortonormale di W; viceversa, se C e un sottinsieme ortonormale di W, allora T e una trasformazione ortogonale ; riassumendo: fissata in V n una base ortonormale, dare una trasformazione ortogonale V n W equivale a dare una sequenza di n vettori ortonormale in W ( cfr. appunti lezione ). Fissata nel piano vettoriale euclideo F (O) una base ordinata ortonormale (e, e ), si ha che dare una trasformazione ortogonale T : F (O) F (O) equivale a dare una base ordinata ortonormale ( f, f ) di versori f i in F (O); si puo prendere come f un versore qualsiasi, e per ogni f fissato si puo prendere come f uno dei due versori ortogonali a f ; a una scelta di f corrisponde una rotazione attorno ad O,

all altra scelta corrisponde una una rotazione attorno ad O seguita da una simmetria rispetto ad una retta per O ( cfr. appunti lezione ). Sia T : V n W n una trasformazione lineare fra i due spazi vettoriali euclidei V n e W n della stessa dimensione n; date una base ordinata ortogonale B = (e,..., e n ) di V n, e una base ordinata ortogonale B di W n, sia M = M BB (T) = ( (Te ) B... (Te n ) B ) Mn (R) la matrice che rappresenta T rispetto a B e B. Per quanto visto in precedenza, le seguenti affermazioni sono equivalenti: () la trasformazione lineare T e una trasformazione ortogonale; () i vettori Te,..., Te n formano una base ortonormale di W n ; (3) i vettori (Te ) B,..., (Te n ) B formano una base ortonormale di R n ; (4) vale la relazione t M M = I n, che a sua volta implica la relazione M t M = I n. Si ha dunque che T e una trasformazione ortogonale se e solo se la matrice M = M BB (T) e una matrice ortogonale ( cfr. appunti lezione, Proposizione 8.9 ). Approfondimento sulle matrici ortogonali. Sia A M n (R) tale che t AA = I n ; questa relazione si puo leggere dicendo che A e invertibile a sinistra e che la trasposta t A di A e un inversa sinistra di A; applicando ad entrambe i membri il determinante e ricordando il teorema di Binet e l invarianza del determiante per trasposizione, si ha det(a) =, da cui det(a) = ±, in particolare, det(a) = ; dunque A e invertibile, e la trasposta t A di A e l inversa bilatera di A : t A A = I n = A t A. Le matrici ortogonali di ordine n ad elementi in R formano un gruppo rispetto al prodotto di matrici, che viene detto gruppo ortogonale di ordine n, e viene indicato con O n (R); fra queste matrici, quelle aventi determinante uno vengono dette matrici ortogonali proprie e formano a loro volta un gruppo, che viene detto gruppo speciale ortogonale di ordine n, e viene indicato con SO n (R). ( cfr. appunti lezione, definizione 3., Proposizione 3.8, Proposizione 3. ). Si e ricavato che le matrici ortogonali di ordine sono dei due tipi ( ) ( ) a a a a,, con a a a a a, a R : a + a =, equivalentemente ( cos ϑ sin ϑ sin ϑ cos ϑ ), ( cos ϑ sin ϑ sin ϑ cos ϑ ), con ϑ R; qui sopra le matrici ortogonali proprie sono quelle che compaiono a sinistra ( cfr. appuunti lezione, Esempio 3. ).

Alle matrici ortogonali di ordine corrispondono gli operatori ortogonali sul piano vettoriale euclideo F (O); alle matrici ortogonali proprie corrispondono le rotazioni attorno ad O, e alle altre matrici ortogonali corrispondono le le composizioni di una rotazione attorno ad O e di una simmetria rispetto ad una retta per O ( cfr. appunti lezione; per un approfondimento, cfr. 6 orientazione di uno spazio vettoriale euclideo ).. Complementi ortogonali e proiezioni ortogonali Sia V uno spazio vettoriale euclideo. Due sottinsiemi X, Y V si dicono ortogonali, e si scrive X Y, se ogni x X e ortogonale ad ogni y Y; se X Y, si ha X Y = {} oppure. La relazione di ortogonalita fra sottinsiemi si comporta bene rispetto all operazione di chiusura lineare di sottinsiemi; per ogni X, Y V si ha che le seguenti affermazioni sono equivalenti: X Y; L(X) Y; X L(Y); L(X) L(Y) ( cfr. appunti lezione ). Nello spazio vettoriale euclideo F 3 (O), per X = {a, a } e y = {b} con a, a, b vettori non nulli, la proposizione di sopra viene a significare che le seguenti affermazioni sono equivalenti: i vettori a e a sono ortogonali al vettore b; tutti i vettori sul piano generato da a e a sono ortogonali al vettore b;... ( cfr. appunti lezione ). Per ciascun sottinsieme X V, l insieme dei vettori di V ortogonali a ciascun vettore di X viene detto complemento ortogonale di X e viene indicato con X. Dalla definizione segue direttamente che {} = V, e V = {}, e che per ogni X, X V con X X si ha X X ( cfr. Definizione 8.8 ). Dalle proprieta della relazione di ortogonalita rispetto all operazione di chiusura lineare segue che per ogni X V si ha: X e un sottospazio di V; L(X) = X ( cfr. Proposizione 8., (a), (b) ). Sia B = {e,..., e n } una base ortogonale di V; per ciascun sottinsieme X B e facile determinare il complemento ortogonale X; consideriamo per semplicita un sottinsieme del tipo {e,..., e h }; scritto il generico vettore v V nella forma v = n e i, v e i, si ha che v {e,..., e h } se e solo se e, v = = e h, v =, cioe se e solo se v = n h+ e i, v e i, cioe sse v L(e h+,..., e n ). In generale per ogni X B si ha X = L( c X), o L(X) = L( c X), dove c X e il sottinsieme complementare di X in B. ( cfr. appunti lezione ). Con considerazioni simili si puo provare il seguente Teorema: per ogni sottospazio U di V si ha V = U U

( cfr. Teorema 8. (b) ). Per questo teorema, ogni vettore v V si puo scrivere in uno ed un solo modo come v = v // + v, con v // U, v U. E dunque ben definita l applicazione pr U : V V, pr U (v) = v // ; questa applicazione e un operatore lineare du V, detto proiezione ortogonale sul sottospazio U ( cfr. appunti lezione, Definizione 8. ) Un metodo per determinare la proiezione ortogonale di un vettore su un sottospazio e dato dalla seguente proposizione: se U e un sottospazio dello spazio vettoriale V e { f,..., f h } e una base ortogonale di U, allora per ogni vettore v V si ha ( cfr. appunti lezione ). Per compito: pr U (v) = h pr fi (v) = h f i, v f i, f i f i Si e considerato lo spazio vettoriale euclideo F 3 (O), con una base ordinata ortonormale B = (e, e, e 3 ) e si sono usati il processo di Gram-Schmidt e questa proposizone per determinare la proiezione ortogonale del generico vettore v di F 3 (O) sul sottospazio L(e + e 3, e + e 3 ) ( cfr. appunti lezione ).. Sia V 3 uno spazio vettoriale euclideo di dimensione 3, sia B = (e, e, e 3 ) una sua base ordinata ortonormale, e siano T, T, T 3, T 4 gli operatori lineari su V 3 rappresentati relativamente a B rispettivamente dalle matrici A = A 3 =, A = 3 3 A 4 =, 3 3 Per ciascun operatore, stabilire se e un operatore ortogonale; per ciascun operatore ortogonale, stabilire se e diagonalizzabile e in tal caso scrivere una matrice diagonale che lo rappresenta..

. Nello spazio vettoriale euclideo 4 dimensionale standard R 4 sono dati i vettori a = (,,, ), a = (,,, ), a 3 = (,,, ). Per ciascuno sottospazio U = L(a ), U = L(a, a ), U 3 = L(a, a, a 3 ), si determini una base e la dimensione del rispettivo complemento ortogonale U, U, U 3. 3. Sia V 3 uno spazio vettoriale euclideo di dimensione 3, sia B = (e, e, e 3 ) una sua base ordinata ortonormale; siano a = e + e + e 3, b = e + e 3 + e 4 vettori in V 3, e sia U = L(a, b) il sottospazio da essi generato. Si determini la proiezione ortogonale del vettore v = e + e + e 3 + e 4 sul sottospazio U, e si verifichi il risultato trovato.