Indirizzi alle Aziende Sanitarie della Regione Sardegna nel settore assicurativo SOMMARIO



Documenti analoghi
MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Allegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS AV2/07/11 ARTEMIDE.

Genova 28/11/2012. Avv. Tiziana Rumi

Comune di San Martino Buon Albergo

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

Allegato 3. Indice generale 1. OGGETTO DEL SERVIZIO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO OBBLIGHI DEL BROKER OBBLIGHI DI ANSF...

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA

MANDATO INTERNAL AUDIT

Linee di indirizzo per la gestione del rischio clinico.

EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

1 La politica aziendale

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E

AUDIT. 2. Processo di valutazione

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane

GUIDA DI APPROFONDIMENTO IL CONTROLLO DI GESTIONE: IL SISTEMA DI REPORTING

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Il sistema di gestione del rischio clinico

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

Obiettivi generali del revisore

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Evidenziare le modalità con le quali l azienda agrituristica produce valore per i clienti attraverso la gestione dei propri processi.

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Codice di Comportamento

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

FORMULARIO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI FORMATIVI PER LA PARTECIPAZIONE AL GRAN PRIX DELLA FORMAZIONE EDIZIONE N 5 ANNO 2015

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business

LINEE DI INDIRIZZO PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO

Appendice III. Competenza e definizione della competenza

Codice Comportamentale (Delibera 718/08/CONS)

Policy. Le nostre persone

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

Incidenti ed Incidenti Mancati

Economia e gestione delle imprese - 05

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

PROFILO RIASSUNTIVO DELLE AREE


COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

Milano, 21 marzo Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni

LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

Seminario su D.Lgs.81/08

Obiettivo formativo: Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie


Strategia della Fondazione svizzera per la promozione dell allattamento al seno

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

Allegato A Guida ai Diritti Guida al sito dell Autorità

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane

LE INDAGINI DI LABORATORIO IL RISCHIO HIV

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS DA LAVORO CORRELATO

ILSISTEMA INTEGRATO DI PRODUZIONE E MANUTENZIONE

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

M U L T I F A M I L Y O F F I C E

PROFILO FORMATIVO Profilo professionale e percorso formativo

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

Il Modello 231 e l integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendali

Concorso Premiamo i risultati DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE

PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE. Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico

REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITA E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Transcript:

Allegato alla Delib.G.R. n. 5/20 del 29.1.2013 Indirizzi alle Aziende Sanitarie della Regione Sardegna nel settore assicurativo SOMMARIO Premesse Parte I 1) Rischio clinico in sanità 2) Gestione del rischio 3) Aziende Sanitarie e Sistema assicurativo Parte II 1) Esito dell analisi effettuata sulle aziende Sanitarie della regione Sardegna in materia di rischio clinico e obiettivi da raggiungere per implementare la sicurezza nelle attività del SSR 2) Predisposizione del progetto aziendale 3) Valutazione dei progetti 4) La formazione 5) Istituzione Tavolo Tecnico 1/12

Premesse Il tema della sicurezza nelle aziende sanitarie è oggi, insieme agli aspetti economici, uno dei principali nodi critici dell offerta di servizi sanitari. Spesa sanitaria, sicurezza dei pazienti, appropriatezza ed efficacia delle cure sono al primo posto nell agenda politica a livello globale. La crescita della popolazione, la sua composizione, le attese e le esigenze per un livello crescente di buona salute, le possibilità di informarsi e informare hanno modificato qualitativamente e quantitativamente la domanda. Le aziende sanitarie hanno scoperto che la dimensione della sicurezza riveste aspetti di complessità e di rilevanza insospettati fino a pochi anni fa, non risolvibili con l affidamento della gestione a un soggetto terzo. Il sistema delle assicurazioni, che dovrebbe supportare le aziende e i professionisti nella gestione e nel trasferimento del rischio, da un lato richiede una serie di informazioni che spesso non sono disponibili, o non consentono, una risposta corrispondente da parte delle aziende sanitarie, dall altro lato è guidato da obiettivi di redditività, che non possono cogliere le specificità del mondo dei servizi sanitari. Il nodo dell asimmetria informativa è quindi la cifra caratteristica che qualifica i rapporti tra aziende sanitarie e cittadini e tra aziende sanitarie e sistema assicurativo. Più specificamente ciò che si è riscontrato è l evoluzione di tre ambiti di attività: il modo in cui le imprese assicurative approcciano il mondo della sanità, l evoluzione dei criteri di interpretazione della responsabilità civile sanitaria, lo sviluppo di metodologie e strumenti di clinical risk management all interno delle aziende sanitarie. Tali linee di azione, tuttavia, sembra stiano evolvendo in modo indipendente, perseguendo ciascuna propri obiettivi specifici non sempre tra loro coerenti: la redditività delle imprese assicurative si contrappone al contenimento della spesa delle aziende sanitarie, la gestione dei sinistri si modella su criteri amministrativo-burocratici, la gestione del rischio clinico sembra concentrata su interventi tecnico-professionali a limitato impatto organizzativo. Le traiettorie lungo le quali si sta evolvendo oggi lo scenario della gestione del rischio richiede quindi un attento esame in merito. Parte I 1) Rischio clinico in sanità Per definire le caratteristiche dell assicurazione del rischio in sanità, occorre preliminarmente distinguere le differenti tipologie di rischio nelle organizzazioni sanitarie: rischio occupazionale: riguarda gli operatori, sanitari e non, nello svolgimento della loro attività lavorativa. Questi rischi sono generalmente classificati, in rischio fisico, chimico e biologico; 2/12

rischio non clinico : sono i problemi di sicurezza generale, ad esempio gli eventi catastrofici (incendi, terremoti), i rischi finanziari e organizzativi generali oltre che quelli economici e di immagine legati ai danni per i pazienti; rischio clinico: riguarda i pazienti e fa riferimento alla possibilità per gli stessi di essere danneggiati dal trattamento sanitario. Per rischio clinico si intende la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile anche se in modo involontario, alle cure prestate durante il periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte(kohn, IOM- Institute of Medicine 1999). L'esperienza mostra, però, che i tre tipi di rischio sono tra loro connessi e un medesimo rischio può appartenere a più aree. Quando si affronta il tema del rischio clinico, poi, è necessario soffermarsi a definire l'errore e i possibili danni che ne possono derivare. In letteratura è possibile ritrovare molte definizioni di errore e di evento avverso. Tutte condividono alcune caratteristiche sostanziali: l'errore è una insufficienza del sistema che condiziona il fallimento delle azioni programmate; l'errore è un'azione non sicura o una omissione con conseguenze negative potenziali sull'esito del processo di cura; l'errore è un comportamento che può essere giudicato inadeguato al momento in cui il fatto si verifica, indipendentemente se ci siano state o no conseguenze negative per il paziente; l'errore può causare un evento avverso, cioè un evento indesiderabile che comporta un danno al paziente non dovuto alle sue condizioni cliniche, ma correlato al processo assistenziale. L'evento avverso è, quindi, per sua natura, indesiderabile, non intenzionale, dannoso per il paziente; l'evento avverso derivato da errore è definito prevenibile. Ai fini della identificazione delle misure di prevenzione da attuare, grande importanza riveste non solo l'analisi degli eventi avversi, ma anche quella dei quasi eventi o near miss. Una delle distinzioni più importanti è quella tra errore attivo ed errore latente. L'errore attivo è per lo più ben identificabile, prossimo in senso spazio temporale, al verificarsi dell'evento avverso; spesso esso è riconducibile ad un'azione sbagliata commessa da un operatore o ad un incidente. Gli errori latenti sono invece, per lo più, insufficienze organizzative gestionali del sistema, che hanno creato le condizioni favorevoli al verificarsi di un errore attivo. 3/12

Solo attraverso opportune analisi è possibile identificare le cause di errore, attive e latenti e apportare le azioni correttive che miglioreranno i processi al fine di ridurre la probabilità che lo stesso errore si ripeta. La maggior parte degli incidenti nelle organizzazioni complesse come quelle sanitarie, è generato dall'interazione tra le diverse componenti del sistema: tecnologica, umana e organizzativa. In ambito sanitario sono molteplici i fattori che concorrono a definire il grado di rischiosità del sistema, che possono essere schematizzati nelle seguenti classi: a) Fattori strutturali-tecnologici caratteristiche del fabbricato e della impiantistica (progettazione e manutenzione) sicurezza e logistica degli ambienti apparecchiature e strumentazioni (funzionamento, manutenzione,verifica elettrica, taratura) infrastrutture, reti, digitalizzazione. b) Fattori organizzativo gestionali e condizioni di lavoro struttura organizzativa (ruoli, responsabilità, distribuzione del lavoro) politica e gestione delle risorse umane: organizzazione, stili di leadership, sistema premiante, supervisione e controllo, formazione e aggiornamento, carico di lavoro, turnazione sistema di comunicazione organizzativa coinvolgimento degli stakeholder aspetti ergonomici (postazione di lavoro, monitor, allarmi, rumore, luce) politiche per la promozione della sicurezza del paziente: linee guida, percorsi diagnosticoterapeutici, sistemi di segnalazione degli errori. La struttura organizzativa, la gestione del personale, la definizione delle competenze e delle responsabilità, l'attenzione della direzione alla promozione della sicurezza del paziente, la realizzazione sistematica di programmi di formazione e l'aggiornamento professionale sono fattori che concorrono a produrre una cultura aziendale connotata da senso di appartenenza e orientata al miglioramento continuo, che può modificare i comportamenti individuali e collettivi verso livelli di maggiore responsabilizzazione e condizionare in modo significativo il grado di rischiosità aziendale. c) Fattori umani 4/12

personale: caratteristiche individuali (percezione, attenzione, memoria, capacità di prendere decisioni, percezione della responsabilità, condizioni mentali e fisiche) e competenza professionale dinamiche interpersonali e di gruppo. Le risorse umane rappresentano il fattore di maggior criticità. La prestazione sanitaria è il risultato di una pluralità di interventi specialistici in cui diverse figure professionali devono integrarsi, scambiandosi informazioni critiche in modo efficiente e efficace. Di conseguenza l'efficacia della comunicazione interpersonale e il grado di collaborazione tra le diverse figure dell'équipe, sono fattori fondamentali per il buon esito degli interventi e la riduzione dei rischi correlati. d) Caratteristiche dell'utenza aspetti socioculturali rete sociale e) Fattori esterni normativa e obblighi di legge vincoli finanziari contesto socio-economico e culturale influenze della opinione pubblica e dei media, delle associazioni professionali e di pubblica tutela assicurazioni. 2) Gestione del rischio La gestione del rischio, ovvero gestire la sicurezza in una organizzazione significa individuare le attività per evitare, prevenire o ridurre gli eventi rischiosi a cui la stessa può essere soggetta. La gestione del rischio si deve svolgere per fasi successive: identificazione, analisi e valutazione, trattamento, monitoraggio. Nelle aziende sanitarie italiane, negli ultimi anni le attività di gestione del rischio si sono in particolare rivolte alla gestione dei rischi derivanti dalle richieste di risarcimento avanzate dai terzi per i danni conseguenti a prestazioni sanitarie da essi ricevute. Più in generale si può affermare che ci si è soffermati sulla gestione di una parte dei «rischi puri» ed in particolare su quelli «di responsabilità». Dal punto di vista economico il problema dei danni ai terzi a seguito di prestazioni sanitarie ha acquisito una crescente importanza negli ultimi quindici anni. Fino alla prima metà degli anni 90, le richieste di risarcimento avanzate dai pazienti per danni erano 5/12

numericamente poco rilevanti ed ancora meno rilevante era la quantificazione economica del danno subito. Nei casi di richiesta di risarcimento per danni non risultava facile dimostrare il nesso di causalità tra danno e prestazione sanitaria, ed i lunghi tempi della giustizia rendevano poi ancora più irta la strada per ottenere un risarcimento che, se riconosciuto, veniva solitamente quantificato in somme non particolarmente elevate. In questo clima, il rischio di provocare danni ai terzi veniva trasferito dalle aziende sanitarie all esterno tramite la stipula di contratti di assicurazione del tipo RCTO (Responsabilità Civile Terzi e Operai/dipendenti), anche perché ai pochi risarcimenti facevano riscontro bassi premi assicurativi. Dalla seconda metà degli anni 90 è cresciuto significativamente il numero delle richieste di risarcimento per danni e si è avuto un mutamento nell orientamento delle istituzioni giudiziarie nella quantificazione dei danni. E doveroso ricordare, poi che il concetto di responsabilità medica da semplice «obbligazione di mezzi» si è evoluto alla ben più ampia «responsabilità contrattuale», con un incremento delle sentenze che riconoscono danni subiti dai pazienti per prestazioni erogate anche molti anni prima. La strategia di gestione del rischio delle aziende sanitarie, ha continuato però ad essere quella di esternalizzazione del rischio attraverso l acquisto di polizze di RCTO, benché con spazi decrescenti di offerta e con sempre più limitati livelli di concorrenza da parte delle compagnie. Il mercato assicurativo, caratterizzato dall aumento dei premi richiesti e dall introduzione di sostanziali novità dal punto di vista contrattuale ha subito un notevole cambiamento: si è passati dal sistema detto del loss occurrence (la polizza copre i danni conseguenti ad errori provocati nel periodo di validità del contratto) ad un sistema di claims made (la polizza copre i danni conseguenti a richieste di risarcimento pervenute nel periodo di validità del contratto); in tal modo le compagnie hanno limitato il loro intervento alle richieste relative a contratti in corso (e su cui percepiscono ancora premi). Dal punto di vista economico, al crescere delle richieste di risarcimento è parimenti cresciuto il valore attribuito ai danni in sede giudiziaria. Valga a titolo d esempio l aumento decretato nel 2009 delle Tabelle per il calcolo degli indennizzi effettuata dal Tribunale di Milano (con aumenti fino al 30%). 3) Aziende Sanitarie e Sistema assicurativo Le aziende sanitarie hanno tradizionalmente regolato l acquisto di servizi assicurativi concentrandosi più sulle problematiche legate all applicazione delle regole sugli appalti pubblici, in una logica di completa esternalizzazione che sull indagine interna dei fabbisogni legati ad un analisi degli specifici rischi aziendali. Il mercato assicurativo ha fatto registrare, di recente, rilevanti restrizioni alle coperture assicurative di responsabilità civile delle aziende sanitarie pubbliche o a esse equiparate, tendendo a limitare l operatività delle polizze sia in termini temporali sia nella gestione dei sinistri, talvolta mutando in modo opportunistico politiche interpretative di definizioni 6/12

giuridiche ormai consolidate. Ciò ha determinato notevoli difficoltà alle aziende sanitarie, le quali hanno dovuto spesso gestire direttamente i casi di contenzioso, senza aver maturato alcuna esperienza pregressa. Dall analisi degli atti trasmessi dalle Aziende sono stati evidenziati da un lato gli elevati livelli dei premi richiesti dalle compagnie Assicuratrici dall altro la scarsa partecipazione delle stesse compagnie alle gare ad evidenza pubblica. Se è vero che di tali fenomeni possono dipendere, in termini di causa-effetto, nel mutamento del rischio di responsabilità sanitaria che non consentirebbe più alcuna redditività nel settore, non si può escludere però che vi sia una notevole difficoltà per le imprese operanti nel settore di quotare il rischio assicurativo per l assenza dei dati. Sul piano della competizione tra assicuratori: data la scarsità di dati relativi ai sinistri disponibili presso le aziende sanitarie, queste hanno impostato le gare, fornendo i dati statistici richiesti e ottenuti (quando previsto dalle norme contrattuali) dall assicuratore precedente. Questa prassi di fatto determina una nuova forma di asimmetria informativa, prodotta dall assicuratore giunto a scadenza contrattuale, il quale fornisce all azienda propria cliente dei dati sovrastimati sul contenzioso aperto, in modo da indurre i concorrenti a sovrastimare a loro volta i sinistri attesi. Solo il detentore dei dati attendibili è pertanto in grado di stimare le perdite attese effettive: gode così di un vantaggio competitivo sugli altri partecipanti nella gara di rinnovo del contratto. Si riscontra, dunque, un asimmetria informativa bilaterale, dove ciascuna delle parti favorisce ed alimenta comportamenti speculativi. Tutto ciò non solo può pregiudicare il buon esito delle procedure di gara ma può condizionare la stessa validità e durata dei contratti di assicurazione, sottoponendo le Aziende al rischio di trovarsi improvvisamente prive di copertura assicurativa. Si ritiene quindi necessario promuovere in modo deciso le politiche di risk management per garantire la qualità dei servizi erogati e per affrontare in maniera idonea le principali criticità cliniche e gestionali i cui effetti negativi si riverberano sul versante assicurativo. I vantaggi offerti dallo sviluppo e dall applicazione di un sistema di gestione del rischio sono molteplici ed presentano ricadute positive: sulla qualità dell assistenza, riducendo i rischi legati al processo diagnostico, terapeutico assistenziale e offrendo maggiori garanzie di sicurezza al paziente; sui professionisti che operano nell organizzazione, tutelandoli rispetto alle accuse di malpractice; sull immagine dell azienda; sulla corretta valutazione da effettuare ai fini dell individuazione delle azioni preventive per limitare il rischio e per stabilire la migliore modalità assicurativa (autoassicurazione con la 7/12

creazione di appositi fondi, il ricorso a forme contrattuali con le compagnie assicurative, forme miste tra le due precedenti); sui premi assicurativi (con un idea più circostanziata della tipologia di rischio cui è esposta l azienda e delle misure di prevenzione da mettere in atto per ridurli, è possibile individuare meglio il tipo di polizza necessaria a coprire il rischio rimasto a carico dell azienda o chiedere all assicuratore una polizza su misura, facendo valere nella quantificazione del premio, l analisi effettuata e le misure di prevenzione adottate con il Sistema di Risk Management). È importante ricordare, poi, che la legge n. 189/2012 prevede che le aziende sanitarie studino e adottino le misure per gestire i rischi, prevenire il contenzioso e ridurre gli oneri assicurativi. La disposizione mira a diffondere gli strumenti e le procedure di risk management, necessari per un maggiore controllo dei rischi e dei costi connessi allo svolgimento delle attività sanitarie. Parte II 1) Esito dell analisi effettuata sulle aziende Sanitarie della regione Sardegna in materia di rischio clinico e obiettivi da raggiungere per implementare la sicurezza nelle attività del SSR In merito al contesto specifico della Regione Sardegna si è potuto riscontrare una carenza di intervento da parte della Regione volto a ricondurre a sistema, secondo criteri omogenei, la gestione del rischio clinico nelle sue varie dimensioni. Sono mancati fino a questo momento gli indirizzi relativi ai profili organizzativi e alla scelta degli strumenti preventivi (onde evitare gli eventi avversi in un ottica di riduzione del rischio) ma anche quelli relativi alla copertura dei danni derivanti dal verificarsi degli eventi avversi. Si è proceduto, pertanto ad una ricognizione presso le aziende sanitarie per verificare come le stesse stanno affrontando la materia e con quali strumenti. L analisi delle situazioni aziendali ha rilevato una primaria criticità rispetto all impianto organizzativo con assenza di identificazione dei relativi processi ed in particolare della raccolta dei dati e delle informazioni necessarie per definire i livelli di rischio. Detta criticità comporta notevoli conseguenze in quanto incide sulla capacità di intervenire con scelte appropriate sia ai fini preventivi, rimuovendo le cause che generano il rischio, sia sulla possibilità di reperire adeguate e competitive coperture assicurative. Va da se che la carenza del dato inficia la corretta costituzione e manutenzione dei fondi a gestione diretta e, comunque, la definizione degli elementi fondamentali per le relative gare 8/12

d appalto in caso di trasferimento del rischio a compagnie assicurative previo pagamento di un premio. Da quanto precedentemente evidenziato risulta indispensabile stabilire le prime direttive per poter raggiungere i seguenti obiettivi: acquisire conoscenze sul fenomeno dell errore in sanità tramite studi ad hoc e la utilizzazione di dati correnti di attività; promuovere l analisi e la socializzazione delle conoscenze relative alle fonti di errore; prevedere, nell ambito del più ampio processo di coinvolgimento dei professionisti e dei cittadini nel miglioramento della qualità assistenziale, interventi volti a ridurre quanto più possibile o, ove possibile, ad abbattere il rischio clinico, attraverso appositi programmi di intervento; ridurre i danni alla salute derivanti da errori a qualunque titolo commessi da operatori, strutture, condizioni lavoratori e/o ambientali; ottimizzare le procedure aziendali relative agli aspetti medico legali e assicurative collegate con la gestione del rischio clinico; garantire la copertura dei danni derivanti dall accadimento di eventi avversi secondo modalità che tengano conto anche dell impatto economico e temporale (quest ultimo inteso come tempistica risarcitoria). 2) Predisposizione del progetto aziendale Le Aziende Sanitarie della Regione Sardegna entro due mesi dall emanazione delle presenti Linee di indirizzo dovranno predisporre un progetto che consenta di catalogare tutte le macro-attività e la sistematica analisi de i processi e dei sotto-processi svolti all interno delle strutture aziendali, individuando le aree a maggior rischio e le tipologie e i livelli di rischio. Il progetto, inoltre, deve prevedere un efficace sistema di rilevazione dei dati, la realizzazione di un data base aziendale che contenga le segnalazioni e gli alert report e la creazione di un flusso informativo che garantisca la correttezza e la tempestività nella trasmissione dei dati all interno delle rispettive strutture In particolare il progetto dovrà essere così articolato: Organizzazione delle attività individuazione, monitoraggio e controllo delle aree a rischio; individuazione delle fasi critiche dei processi e delle possibili azioni correttive; 9/12

possibili soluzioni per riduzione dei danni al paziente a causa di un errore umano o di processi inadeguati possibili soluzioni per la riduzione del contenzioso legale e per il contenimento dei costi assicurativi elementi per miglioramento dei rapporti con l utenza e dell immagine aziendale modalità per garantire il sostegno dell attività professionale degli operatori sanitari e tecnici. Modello organizzativo la nomina di un referente per la gestione del rischio clinico in ogni azienda sanitaria; la costituzione di un gruppo di lavoro aziendale per la gestione del rischio clinico coordinato dal referente per la gestione del rischio clinico; la costituzione di un comitato aziendale per la sicurezza del paziente con funzioni consultive e di indirizzo, coordinato dal referente per la gestione rischio clinico; la creazione in ogni presidio ospedaliero di un apposito spazio per la discussione degli eventi avversi e la previsione di campagne di informazione per la sicurezza del paziente sui temi proposti e condivisi a livello regionale; l individuazione dei facilitatori-delegati alla sicurezza del paziente che avranno il compito di promuovere e raccogliere le segnalazioni, organizzare gli audit e redigere gli alert report. 3) Valutazione dei progetti I progetti trasmessi dalle Aziende saranno sottoposti all esame di una Commissione Tecnica nominata con determinazione del Direttore Generale della Direzione Generale della Sanità e composta da dirigenti regionali e professionisti di comprovata esperienza nel settore. Il progetto selezionato dalla suddetta Commissione sarà adottato dalle Aziende Sanitarie della Regione Sardegna che nei successivi sei mesi avranno il compito di dare attuazione a quanto nello stesso previsto garantendo altresì la predisposizione di report semestrali (annuali) da sottoporre all approvazione del Tavolo tecnico di cui al successivo articolo 5. 4) La Formazione L Assessorato dell Igiene e Sanità e dell Assistenza sociale organizza un percorso di formazione rivolto prioritariamente a tutte le figure di staff e delle direzioni sanitarie e mediche ospedaliere, con 10/12

possibilità di estensione anche ad altre figure, che devono intraprendere il processo di specializzazione nelle aree dell operations management e della gestione del rischio, caratterizzate da competenze in materia di qualità, gestione per processi, project management, tecniche di analisi organizzativa, tecniche di audit clinico, logistica aziendale. Il percorso formativo volto ad approfondire approcci e strumenti per il governo della qualità e della sicurezza dei processi clinico-assistenziali, in collegamento con le finalità istituzionali e strategiche delle aziende sanitarie e dovrà fornire strumenti concreti per l analisi e la riprogettazione dei processi di cura del paziente negli ospedali, presentando soluzioni e modelli innovativi. In particolare, il percorso formativo avrà i seguenti Obiettivi : riconoscere le motivazioni, anche etiche, per l impegno nei confronti della prevenzione e della gestione del rischio clinico nella pratica professionale quotidiana; applicare una metodologia appropriata nella propria pratica professionale per : 1. identificare i rischi clinici nella specifico contesto professionale; 2. riconoscere e segnalare gli eventi avversi; 3. analizzare le cause delle insufficienze attive e di quelle latenti; 4. scegliere ed applicare interventi per la prevenzione dei rischi e per la gestione degli eventi avversi e delle relative conseguenze 5. riconoscere il valore e le potenzialità della documentazione clinica e gestionale per la prevenzione del rischio clinico e per l analisi degli eventi ad esso correlati; compilare in forma corretta la documentazione e collaborare alla sua adeguata gestione ed archiviazione anche in relazione all utilizzo dei relativi supporti informatici; identificare le funzioni connesse al rischio per le diverse figure professionali e le relative responsabilità; istruire i pazienti, i familiari, i volontari e gli operatori per la identificazione dei rischi, la prevenzione, la protezione dagli stessi, nonché la gestione dei danni e delle relative conseguenze; comunicare ai pazienti ed ai familiari eventuali eventi avversi, utilizzando metodi e strumenti efficaci; identificare le implicazioni in termini di rischio clinico delle tecnologie sanitarie; riconoscere le implicazioni organizzative ed economiche del rischio. 11/12

5) Istituzione Tavolo Tecnico Con Decreto dell Assessore dell Igiene e della Sanità e dell Assistenza Sociale sarà istituito presso la Direzione Generale della Sanità un tavolo tecnico, costituito dal Direttore Generale della Sanità o suo delegato in qualità di presidente e da cinque esperti nell ambito delle materie di competenza del Tavolo che siano alle dipendenze della Regione o delle aziende del SSR.. Il Tavolo tecnico avrà come finalità quella di garantire il collegamento e l integrazione tra le attività svolte dalle Direzioni aziendali e le attività di competenza della Regione, e dovrà monitorare l esecuzione del progetto, garantendo l omogeneità di realizzazione su scala regionale. In particolare al Tavolo Tecnico saranno assegnati i seguenti i compiti 1. Coordinamento 2. Supporto tecnico 3. Consulenza 4. Monitoraggio 5. Implementazione dei sistemi informativi 6. Valutazione e epidemiologica e qualità 7. Formazione. 12/12