Lezione 22 - Il problema della trave

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Lezione 22 - Il problema della trave [Ultimarevisione: revisione:24 24gennaio gennaio2009] In questa lezione si inizia lo studio dettagliato del comportamento strutturale di un solido dalla particolare geometria: la trave. La descrizione del solido Si consideri un solido omogeneo B, a forma di cilindro retto, formato da materiale linearmente elastico ed isotropo. La sezione retta si ottiene tagliando il solido con un piano parallelo alle due basi, mentre l'asse del solido e' la retta cui appartengono i baricentri delle sezioni rette. I segmenti paralleli all'asse si chiamano fibre. E' usuale assumere come riferimento una terna ortogonale con origine in, baricentro di una delle due basi, ed assi X 1, X 2 contenuti nel piano di una delle due basi, mentre l'asse X 3 e' orientato verso l'interno del corpo. P S 1 S S 2 X 3 L X 1 X 2 Figura 1. - Il solido del tipo trave La posizione del problema Un' ipotesi fondamentale riguarda i carichi applicati alla trave. Si assume infatti che le forze di massa siano assenti, e che la superficie laterale sia scarica, sicche' le uniche forze ammesse sono le forze superficiali sulle due basi. S 1 e S 2. E' evidente che almeno l'ipotesi sulle forze di massa e' una approssimazione, attesa la presenza quanto meno delle forze di gravita'. Tuttavia, spesso l'influenza di tali forze e' trascurabile. Il problema (forte) di De Saint-Venant consiste nel ricercare gli spostamenti dei punti della trave omogenea B, in ipotesi di materiale isotropo e linearmente elastico, in assenza di forze di massa e di forze superficiali sul mantello laterale P, soggetta ai carichi p sulla base di sinistra S 1 e p sulla base di destra S 2.

164 Lezione 22 - Il problema della trave.nb Una condizione necessaria per la risoluzione del problema appena posto e' che il solido trave - considerato come un corpo rigido - sia in equilibrio nei riguardi delle tre traslazioni e delle tre rotazioni, ossia che si abbia: 1 p A + 2 p A = 0 (1) 1 r p A + 2 r p A =0 (2) dove r e' il vettore posizione di un punto rispetto all'origine. In questa ipotesi sulle forze, e con opportune condizioni di regolarita' per il mantello P e per le forze stesse, puo' dimostrarsi che il problema di De Saint-Venant ammette soluzione. Le caratteristiche della sollecitazione esterna Sulle due basi S 1 e S 2 si definiscono le caratteristiche della sollecitazione esterna, come i vettori risultanti ed i vettori momenti risultanti delle forze elementari. Sulla base S 1 si ha allora: o, scalarmente: F = 1 p A M = 1 r p A = 1 i j k i j k x 1 x 2 0 p 1 p 2 p 3 y z A { (3) (4) F 1 = 1 p 1 A ; F 2 = 1 p 2 A ; F 3 = 1 p 3 A ; (5) = 1 x 2 p 3 A ; = 1 x 1 p 3 A ; M 3 = 1 Hx 1 p 2 x 2 p 1 L A ; (6) Sulla base S 2 si hanno invece le caratteristiche della sollecitazione esterna: o, scalarmente: F = 2 p A M = 2 r p A = 1 i j k i j k x 1 x 2 L p 1 p 2 p 3 y z A { (7) (8) F 1 = 2 p 1 A ; F 2 = 2 p 2 A ; F 3 = 2 p 3 A; (9)

Lezione 22 - Il problema della trave.nb 165 = 2 x 2 p 3 A L 2 p 2 A; = 2 x 1 p 3 A + L 2 p 1 A; M 3 = 2 Hx 1 p 2 x 2 p 1 L A; (10) Definite queste quantita', le equazioni di equilibrio (1)-(2) forniscono sei relazioni tra le dodici caratteristiche della sollecitazione esterna: F i = F i ; M i = M i (11) Le (9-10) sono state tratte utilizzando un sistema di riferimento con origine nel baricentro della sezione di sinistra S 1. Se invece, come usuale, si trasla il suddetto sistema fino a portarlo con origine nel baricentro della sezione di destra S 2, allora si avrebbe che i momenti divengono: = 2 x 2 p 3 A = 2 x 1 p 3 A (12) e quindi le equazioni di equilibrio (1)-(2) divengono: F 1 = F 1 ;F 2 = F 2 ; F 3 = F 3 ; = + F 2 L; = F 1 L; M 3 = M 3 (13) (14) L'espressione delle c.s.e. in termini di tensioni Si noti che e' anche possibile esprimere le caratteristiche della sollecitazione esterna in termini di tensioni, anziche' di forze superficiali. Basta all'uopo utilizzare il teorema di Cauchy-Poisson, tenendo conto che la normale alla sezione S 1 ha coseni direttori (0,0,-1), mentre la normale alla sezione S 2 avra' coseni direttori (0,0,1). Sara' quindi: p 1 = σ 13 ; p 2 = σ 23 ; p 3 = σ 33 ; p 1 = σ 13 ; p 2 = σ 23 ; p 3 = σ 33 ; e quindi le c.s.e. sono esprimibili come: (15) (16) F 1 = 1 σ 13 A ; F 2 = 1 σ 23 A ;F 3 = 1 σ 33 A ; (17) = 1 x 2 σ 33 A ; = 1 x 1 σ 33 A ; M 3 = 1 Hx 1 σ 23 x 2 σ 13 L A ; (18) sulla base di sinistra, e:

166 Lezione 22 - Il problema della trave.nb F 1 = 2 σ 13 A ; F 2 = 2 σ 23 A ;F 3 = 2 σ 33 A ; (19) = 2 x 2 σ 33 A ; = 2 x 1 σ 33 A ; M 3 = 2 Hx 1 σ 23 x 2 σ 13 L A ; (20) sulla base di destra. Le dodici caratteristiche sono riportate in Figura 2. P S 1 S S 2 F 3 M 3 F 3 M 3 F 1 F 1 F 2 F 2 L Figura 2 - Le caratteristiche della sollecitazione esterna sulla trave Le caratteristiche della sollecitazione interna Si introduce ora un concetto di fondamentale importanza per l'analisi delle travi e delle piastre, ossia il concetto di caratteristiche della sollecitazione interna. Si consideri all'uopo un solido del tipo trave, e si operi un taglio secondo la sezione retta S, situata alla generica ascissa x 3, rimuovendo la parte del solido che non contiene l'origine. Si scelga come riferimento una terna ottenuta traslando la terna originaria fino a portare l'origine in S, sicche' l'asse X 3 resta inalterato, mentre i due êêêê êêêê nuovi assi X 1, X2 sono paralleli ad X1 ed X 2, rispettivamente. Sia t x3 il vettore tensione agente sulla sezione S, di normale equiversa ad X 3. Si definiscono caratteristiche della sollecitazione interna in S, le risultanti delle forze elementari t x3 da secondo êêêê êêêê i tre assi X 1, X2 ed X3, ed i momenti risultanti delle stesse forze rispetto agli stessi assi. Sara' quindi, per definizione: T 1 Hx 3 L = σ 13 da ; T 2 Hx 3 L = σ 23 da ; N Hx 3 L = σ 33 da ; (21)

Lezione 22 - Il problema della trave.nb 167 Hx 3 L = σ 33 x 2 da ; Hx 3 L = σ 33 x 1 da ; M t Hx 3 L = Hσ 23 x 1 σ 13 x 2 L da ; (22) e, sempre per definizione, T 1 e T 2 si chiamano sforzo di taglio secondo X 1 ed X 2, rispettivamente, N si chiama sforzo normale, ed si chiamano momenti flettenti relativi ad X 1 ed X 2, rispettivamente, ed M t si chiama momento torcente. S 1 S T 2 T 1 T 1 N M t M t N T 2 S S 2 Figura 3 - Le caratteristiche della sollecitazione interna In genere, queste sei caratteristiche coesistono. Tuttavia, per particolari sollecitazioni esterne, si possono ottenere dei casi piu' semplici, in cui una sola, o al massimo due, caratteristiche sono diverse da zero, mentre le altre si annullano. A questi casi semplici sono dedicate le prossime lezioni. à La relazione tra c.s.e. e c.s.i. Quando la sezione retta S viene scelta all'ascissa x 3 = L, essa viene a coincidere con la sezione di destra S 2, e le normali uscenti sono equiverse. Ne segue che le c.s.i. calcolate sulla sezione di destra coincidono, anche in segno, con le caratteristiche della sollecitazione esterna: T 1 Hx 3 =LL = F 1 ; T 2 Hx 3 = LL = F 2 ; N Hx 3 = LL = F 3 ; (23) Hx 3 =LL = ; Hx 3 = LL = ;M t Hx 3 = LL = M 3 ; (24) Se invece la sezione retta S viene scelta all'ascissa x 3 = 0, essa viene a coincidere con la sezione di sinistra S 1, ma le normali uscenti sono controverse, e quindi le c.s.i. sulla sezione di sinistra sono uguali e contrarie alle caratteristiche della sollecitazione esterna:

168 Lezione 22 - Il problema della trave.nb T 1 Hx 3 =0L = F 1 ; T 2 Hx 3 = 0L = F 2 ; N Hx 3 = 0L = F 3 ; Hx 3 =0L = ; Hx 3 = 0L = ; M t Hx 3 = 0L = M 3 ; (25) (26) Il problema "debole" di De Saint-Venant Nelle stesse ipotesi geometriche del problema di De Saint-Venant, si consideri ora il seguente Problema debole di De Saint-Venant: ricercare gli spostamenti dei punti della trave omogenea B, in ipotesi di materiale isotropo e linearmente elastico, in assenza di forze di massa e di forze superficiali sul mantello laterale P, soggetta alle tre forze risultanti F ed ai tre momenti risultanti M sulla base di sinistra S 1 ed alle tre forze risultanti F ed ai tre momenti risultanti M sulla base di destra S 2. Come gia' detto, di queste dodici quantita' solo sei sono effettivamente indipendenti, poiche' per l'equilibrio della trave dovranno valere le relazioni (13-14). Si vedra', nella prossima lezione, che sotto certe ipotesi il problema forte puo' ricondursi al problema debole, se si accetta il postulato di De Saint-Venant. rafici