Piemonte industriale in trasformazione. Ruolo del credito, dell innovazione, delle start-up. Gabriele Barbaresco Area Studi Mediobanca



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Piemonte industriale in trasformazione. Ruolo del credito, dell innovazione, delle start-up Gabriele Barbaresco Area Studi Mediobanca Torino, 12 Novembre 2015

invito FULM_piemonte2_Layout 1 28/10/15 13.37 Pagina 1 con il patrocinio di in collaborazione con Per accedere alla sala è necessario accreditarsi presso: info@fulm.org - Tel. 06.6830.0795 Fondazione Ugo La Malfa Onlus www.fulm.org Fondazione Ugo La Malfa con il supporto di aflam al ogu enoizadnof con il contributo di Piemonte industriale in trasformazione. Ruolo del credito, dell innovazione, delle start-up Torino Auditorium - Grattacielo Intesa Sanpaolo Corso Inghilterra, 3 Giovedì 12 novembre 2015 ore 15.00

Apertura dei lavori Giorgio La Malfa Fondazione Ugo La Malfa Piero Fassino Sindaco di Torino Storicamente la struttura industriale del Piemonte è stata caratterizzata dalla presenza di imprese di grandi dimensioni intorno alle quali nascevano e si rafforzavano imprese di media e piccola dimensione fornitrici della grande industria. Nel corso di questi anni il peso della grande industria si è ridotto, mentre si è andata consolidando la presenza di industrie di medie e piccole dimensioni non necessariamente legate o non più solo legate a rapporti di fornitura con la grande industria. Con questo Convegno la Fondazione Ugo La Malfa intende fare il punto sulla trasformazione industriale del Piemonte e sul modo nel quale si è modificato e deve modificarsi il sistema del credito per adattarsi all evoluzione in corso della struttura industriale della regione. PRIMA SESSIONE La trasformazione della struttura produttiva del Piemonte Relazione Gabriele Barbaresco Direttore Ufficio Studi Mediobanca Interventi Licia Mattioli Presidente Unione Industriale Gianmaria Ajani Rettore Università di Torino Alfredo Altavilla Chief Operating Officer EMEA Region, FCA Mauro Moretti Amministratore Delegato e Direttore Generale Finmeccanica Bruno Di Stasio Presidente Seven Spa Conclusioni Sergio Chiamparino Presidente Regione Piemonte SECONDA SESSIONE Il ruolo del credito per lo sviluppo industriale Camillo Venesio Amministratore Delegato Banca del Piemonte Gian Maria Gros-Pietro Presidente Consiglio di Gestione Intesa San Paolo Conclusioni Antonio Patuelli Presidente ABI

Sommario 1. Il volto cattivo del declino 2. Il volto ambiguo del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi 3. Il Piemonte specchio dell Italia 4. Postfazione: il ruolo delle banche, oggi 2

Il volto cattivo del declino Sezione 1

Mala tempora currunt sed peiora parantur (?) Il volto cattivo del declino Sezione 1 22 Paesi OECD: tasso di crescita del Pil pro-capite reale 4,0 2,5 2,2 1,8 0,8 Anni '60 Anni '70 Anni '80 Anni '90 Anni '00 Italia: tasso di crescita del Pil pro-capite reale 0,6 0,8 1,9 1,5 5,6 2,7 0,6 1861-1876 1876-1900 1900-1913 1922-1940 1950-1970 1970-1992 1992-2013 2000-2013 -0,5 Ricolfi L., L enigmadella crescita, Oscar Mondadori, 2014, pag. 16 e Ciocca P., Storia dell IRI, Vol. 6, Editori Laterza, 2014, pag. 291 4

Il volto ambiguo del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2

Primo dualismo: produttività a volumi e a prezzi correnti La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 N. indice relativo dell Italia rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna ( market goods, numero indice della produttività a volumi e valori; 1995=100, per DE, FR ed ES media semplice) 110,0 105,0 104,5 100,0 98,0 95,0 95,2 90,0 86,1 85,0 Indice relativo reale Italia settori market (volumi) Indice relativo nominale Italia settori market (valori) Area Studi Mediobanca: elaborazioni su dati EUKLEMS 6

Secondo dualismo: produttività di manifattura e servizi La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 N. indice relativo dell Italia rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna ( market services, numero indice della produttività a volumi e valori; 1995=100, per DE, FR ed ES media semplice) 110,0 105,0 102,0 100,0 100,0 95,0 92,9 90,0 89,7 85,0 Indice relativo reale Italia servizi market (volumi) Indice relativo nominale Italia servizi market (valori) Area Studi Mediobanca: elaborazioni su dati EUKLEMS 7

Terzo dualismo: se la PA fosse sul mercato sarebbe premium price Declino italiano o nuovi dualismi? Sezione 2 N. indice relativo dell Italia rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna ( non market goods, numero indice della produttività a volumi e valori; 1995=100, per DE, FR ed ES media semplice) 125,0 120,0 117,2 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0 90,0 85,0 84,2 80,0 Area Studi Mediobanca: elaborazioni su dati EUKLEMS 8

L equivoco: oggi si compete ancora come faceva l industria fordista? La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 Competitività = E E e * w * a *(1+s )*(1+m ) = I I I I w * a *(1+s )*(1+m) E E e *P P I E = Tasso_di_cambio_reale notando che w * a = Clup dove, e: tasso di cambio nominale, ovvero unità della divisa italiana ( ) per una unità di quella estera; w: salario orario; a: ore di lavoro per produrre una unità di un dato bene o servizio; (1+s): mark-up rappresentato dai contributi sociali e previdenziali; (1+m): margine di profitto caricato dall impresa sui costi di produzione; apice E: grandezze relative al paese estero; apice I: grandezze relative all Italia Valore aggiunto R&D Dove si genera il valore oggi: qualità maggiore, non prezzi minori Design Marketing Servizi post-vendita Logistica Logistica Produzione fisica Attività pre-produttive Produzione fisica Attività post-produttive Fasi del ciclo 1970s 2000s OECD presentation at Bruegel workshop, Brussels, 27 June 2013 9

Non sono le quantità l arma in mano alla manifattura italiana La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 5.000 Valore aggiunto dei maggiori Paesi manifatturieri a prezzi correnti nel 2011 Dimensione media (VA per impresa in 000 di euro) 4.500 4.000 Svizzera 3.500 3.000 2.500 2.000 Germania 1.500 Paesi Bassi UK 1.000 Francia Svezia 500 Spagna ITALIA 0 Polonia 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 450.000 500.000 Valore aggiunto manifatturiero (mln di euro) Coltorti F., presentazione Osservatorio Nazionale Distretti Italiani - Rapporto 2014, Il quadro di riferimento, Senato della Repubblica, 9 aprile 2014 10

Saldi export-import: Italia vs Germania Saldi import export nel 2014 Coltorti F., presentazione Osservatorio Nazionale Distretti Italiani - Rapporto 2014, Il quadro di riferimento, Senato della Repubblica, 9 aprile 2014 11

Come le LEs hanno risolto il problema della competitività La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 Composizione % del fatturato manifatturiero dei gruppi maggiori (2014) Roi delle imprese maggiori: gruppi vs sole attività italiane Italia 10% 12,9 15,3 15,7 15,3 14,5 8,3 Estero su estero 66% Export 24% -0,1-3,2-6,7-9,6 2010 2011 2012 2013 2014 Imprese maggiori (attività mondiali) Imprese maggiori (attività italiane) Var. % dipendenti, maggiori gruppi industriali italiani 6,4 2,1 Var. % dipendenti, multinazionali europee 29,0 14,2-5,7 Italia Estero Totale Var. % (2014-2010) -10,1 Home country Abroad Employees Var. % (2013-2004) Area Studi Mediobanca: Annuario R&S, Dati Cumulativi di 2055 imprese italiane, edizione 2015 e Multinational financial aggregates, 2015 edition 12

Prima conclusione: il problema italiano sta più a sinistra che a destra La faccia ambigua del declino italiano: nuovi e vecchi dualismi Sezione 2 Coltorti F., Presentazione al MEM-Master Engineering Management, Ferentino, dicembre 2012 13

Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3

Il declino piemontese, osservato con occhiali mainstream Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Incidenza % del Pil regionale sul totale nazionale (1995 vs 2014) 20,1 22,3 8,6 7,8 9,3 9,1 8,8 8,9 Piemonte Lombardia Veneto Emilia_Romagna 1995 2014 Variazioni % del Pil regionale (2000-2014) 0,8 1,1 1,2 1,2 2,1 2,2 1,5 2,0 0,0 0,2 0,0 0,1-2,6-3,9-0,1-1,3-2,4-2,1-2,5-2,2-3,3-3,0-3,8-5,2 2000-2007 2007-2009 2009-2011 2012 2013 2014 Piemonte Lombardia Veneto Emilia-Romagna Area Studi Mediobanca: elaborazioni su dati Banca d Italia 15

Due istantanee dell economia Piemontese: 2000 e 2011 Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Peso % dei principali settori economici per fatturato: 2000-2011 (prezzi correnti) PA 15,5 Manifattura 26,1 PA 17,8 Manifattura 20,8 Finanza e servizi alle imprese 25,4 Costruzioni 4,6 Finanza e servizi alle imprese 27,2 Costruzioni 5,7 Commercio 24,6 Servizi 65,5 Commercio 25,2 Servizi 70,1 Area Studi Mediobanca: elaborazioni su dati Istat 16

Variazione del valore aggiunto in quattro regioni del Nord Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Variazione % dei principali settori economici: 2000-2011 (prezzi correnti): Piemonte 58,7 26,4 35,3 29,2 35,3 44,8 0,5 Totale Manifattura Costruzioni Servizi Commercio Finanza e servizi alle imprese PA Variazione % dei principali settori economici: 2000-2011 (prezzi correnti): Lombardia 36,6 12,6 66,8 46,3 34,0 59,0 45,0 Totale Manifattura Costruzioni Servizi Commercio Finanza e servizi alle imprese PA 31,8 Variazione % dei principali settori economici: 2000-2011 (prezzi correnti): Veneto 63,2 49,7 45,9 37,4 18,8 22,3 Totale Manifattura Costruzioni Servizi Commercio Finanza e servizi alle imprese PA 32,8 Variazione % dei principali settori economici: 2000-2011 (prezzi correnti): Emilia-Romagna 39,4 40,5 47,4 21,0 24,4 56,5 Totale Manifattura Costruzioni Servizi Commercio Finanza e servizi alle imprese PA Elaborazioni su dati Istat 17

Destini incrociati: Piemonte e grandi imprese Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Suddivisione regionale italiana per tipologia di impresa Indice di intensità regionale della presenza di medie imprese (z-score ricavato dalla media equiponderata di 7 indicatori) Medie imprese piemontesi: 328 società (9,2% del totale nazionale) per 12 mld. di fatturato e 38mila dipendenti; rappresentano il 13% del valore aggiunto manifatturiero Mediobanca e Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane (2004-2013), ed. 2015 e Coltorti F. in Handbook of Industrial Districts, Springer, 2009 18

Downsizing dei gruppi maggiori, safety net delle medie imprese Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Dipendenti, 2005-2013 (n. indice, 2005=100) 102,0 105,2 107,4 104,7 103,1 104,0 104,7 106,0 100,0 98,1 98,4 99,4 97,3 95,7 96,0 95,8 94,4 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte 100,0 103,2 99,8 107,0 101,3 Colletti bianchi, 2005-2013 (n. indice, 2005=100) 111,3 110,9 110,0 103,2 102,1 102,5 112,5 106,3 114,4 108,4 117,2 107,3 100,0 101,4 104,3 105,4 97,2 96,8 97,4 Tute blu, 2005-2013 (n. indice, 2005=100) 101,5 94,7 99,6 99,6 99,7 100,3 92,0 90,5 89,1 87,4 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Area Studi Mediobanca, Dati cumulativi di 2055 società italiane, ed. 2015 e Le medie imprese industriali italiane (2004-2013), ed. 2015 19

Medie imprese piemontesi più virtuose, gruppi maggiori meno Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Valore aggiunto in % del fatturato, 2005-2014 Roi, 2005-2014 20,0 24,0 15,0 20,0 10,0 16,0 5,0 12,0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 0,0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Medie imprese non Piemonte Gruppi maggiori non Piemonte Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Medie imprese non Piemonte Gruppi maggiori non Piemonte 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 Clup, 2005-2014 Investimenti 2005-2014 (n.indice 2005=100) 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 150,0 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Medie imprese non Piemonte Gruppi maggiori non Piemonte Medie imprese Piemonte Gruppi maggiori Piemonte Medie imprese non Piemonte Gruppi maggiori non Piemonte Area Studi Mediobanca, Dati cumulativi di 2055 società italiane, ed. 2015 20

Medie imprese piemontesi: livello di internazionalizzazione Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 Tipologia e dislocazione delle società consolidate 24,5 29,9 26,0 28,4 11,0 26,9 11,8 24,2 8,5 7,8 27,4 26,2 64,5 58,2 65,5 37,6 34,0 38,0 37,6 63,8 Piemonte Lombardia Veneto Emilia-Romagna Manifatturiere Italia Servizi Italia Manifatturiere estero Servizi estero N. Indice delle medie imprese acquisite da stranieri (Veneto=100) 165 123 116 100 Piemonte Lombardia Emilia-Romagna Veneto Area Studi Mediobanca, Dati cumulativi di 2055 società italiane, ed. 2015 21

II conclusione: facile motivare il declino piemontese (e non solo) Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 100,0 Numero di addetti delle imprese con oltre 1000 addetti (1981=100) 104,3 95,1 95,9 74,6 62,6 58,1 1981 1991 2001 2011 Piemonte Nord Ovest (ex Piemonte) Var % del VA del settore Produzione di mezzi di trasporto in regioni che ospitano siti Fiat (2000-2011) -2,9-37,9-27,4 Molise Basilicata Sicilia Campania Var % 2000-2011 -51,7 Area Studi Mediobanca su dati Istat, censimenti dell industria 22

ma la Fiat non è il problema e neanche la soluzione del Piemonte Il Piemonte specchio dell Italia Sezione 3 2010 2011 2012 2013 2014 Manif. piemontese (attività italiane ex Fiat) VA / Fatt (%) 23,5 22,2 23,1 24,0 24,7 Roi 7,4 7,4 7,8 7,3 7,7 Clup 76,1 76,2 76,6 75,1 74,5 N. Indice investimenti 100,0 83,6 86,1 79,0 97,3 Manif. piemontese (attività italiane) VA / Fatt (%) 16,7 15,2 14,4 14,7 14,6 Roi 6,5 4,1 3,3 2,4 1,5 Clup 96,0 99,9 108,2 104,5 107,0 N. Indice investimenti 100,0 100,7 89,2 93,2 109,9 Gruppo Exor VA / Fatt (%) 23,8 22,6 21,4 22,3 21,7 Roi 5,8 8,3 9,4 8,1 7,2 Clup 79,2 73,3 69,2 73,8 73,8 N. Indice investimenti 100,0 194,0 253,4 255,4 261,0 Area Studi Mediobanca, Dati cumulativi di 2055 società italiane, ed. 2015 e Annuario R&S, ed. 2015 23

Postfazione: il ruolo delle banche, oggi Sezione 4

E davvero più rischioso prestare alle imprese? Forse sì, ma Postfazione: il ruolo delle banche, oggi Sezione 4 Limiti tecnici del Regolatore. Il mercato va più veloce del Vigilante? ( ) M.me Nouy, presidente del Supervisory Council della BCE, ha riconosciuto in occasione di un audizione davanti alla Commissione Econ del Parlamento Europeo che durante l esercizio di valutazione approfondita (comprehensive assessment) non sono stati compiutamente valutati i rischi derivanti dagli strumenti finanziari di livello 3 data la difficoltà per gli ispettori di entrare nei complessi modelli di valutazione utilizzati dalle banche per prezzare tali categorie di attivi. Giovanni Sabatini, Audizione presso la VI Commissione (Finanze e Tesoro) del Senato della Repubblica, 10 marzo 2015 Limiti di visione del Regolatore. Rinuncia a una visione sistemica, progettuale e a valutazioni di merito. Preferenza per controlli di legittimità, conformità e correttezza formale di comportamenti e informazioni. Il rischio non dovrebbe essere la sola dimensione rilevante per la vigilanza bancaria: le ricadute collettive (esternalità) ne sono un altra componente. Un attività rischiosa è più accettabile se foriera di ricadute positive, una poco rischiosa lo è comunque meno se potenzialmente negativa. Esempio: finanziare un investimento in infrastrutture, un progetto produttivo imprenditoriale, una start-up o una PMI produce esternalità positive, sostenendo l economia reale; finanziare altre banche accresce l interconnessione del sistema finanziario, ne aumenta l instabilità e, in ultima istanza, può produrre esternalità negative. Soluzione: un regolatore lungimirante potrebbe introdurre penalizzazioni sui finanziamenti interbancari e agevolazioni su quelli alle imprese (specialmente piccole). Inoltre: il regolatore dovrebbe correggere le esternalità negative, non produrne di nuove. 25

Grazie per l attenzione Area Studi Mediobanca Milano Foro Buonaparte, 10 www.mbres.it 26