Percorsi scolastici e scelte formative dei giovani Latinos in Lombardia 303 PERCORSI SCOLASTICI E SCELTE FORMATIVE DEI GIOVANI LATINOS IN LOMBARDIA CHIARA CAVAGNINI Universitá Cattolica del Sacro Cuore. Milano (Italia) LRESUMEN a escuela es uno de los principales agentes de socialización. En el caso de los hijos de latinoamericanos migrantes residentes en la provincia de la Lombardia, se hace necesario un análisis de los datos disponibles y un acercamiento a la realidad educativa, a las características de los estudiantes y a los principales problemas. En este artículo se presenta un análisis descriptivo de la situación y se apuntan algunas líneas de trabajo futuro. Palabras clave: escolarización de hijos de migrantes, Italia, escuela, socialización. I. INTRODUZIONE Negli ultimi anni le scuole italiane di ogni ordine e grado hanno visto aumentare in modo rilevante fra i propri iscritti il numero degli alunni con cittadinanza non italiana, tanto che, nell'anno scolastico 2003/2004 gli alunni stranieri hanno raggiunto le 282.683 unitá, il doppio rispetto a quelle regístrate nel 2000/2001, con un'incidenza sul totale della popolazione scolastica del 3,49%. Le presenze appiano diversifícate rispetto ai vari ordini di scuola 1 : se nella primaria é accolto il 40,78% del totale degli alunni stranieri, nella secondaria di primo grado si registra il 23,89%, seguita dalla scuola dell'infanzia, nella quale i numeri sonó in continuo aumento, con il 19,44% e infine dalla secondaria di secondo grado con il 15,89%. L'incidenza sul totale degli 1 La recente riforma dell'ordinamento scolastico italiano, denomínala rifonna Moralli (n. 53 del 2003), prevede la suddivisione degli ordini di scuola in: scuola dell'infanzia (3-5 anni, la cui frequenza non é obbligatoria), scuola primaria (6-10), scuola secondaria di primo grado (11-13), scuola secondaria di secondo grado (dai 14), ampliando a 12 anni il diritto-dovere all'istruzione e alia formazione.
304 Chiara Cavagnini alunni nei vari ordini di scuola si attesta su valori superiori alia media sia per la primaria (con il 4,47%), sia per la secondaria di primo grado, con il 4,01%, sia per la percentuale, leggermente inferiore, della scuola delpinfanzia, che é del 3,83%, mentre é decisamente al di sotto della media quella delle secondarie di secondo grado (1,87%). Sia i numeri assoluti che l'incidenza variano da cittá a cittá, mettendo in evidenza una situazione "a macchia di leopardo" che vede fra i primi quattro posti per numerositá delle presenze tre cittá del nord Italia: i numeri piú consistenti si registrano infatti a Milano, seguita da Roma, Torino e Brescia. Tale presenza pone la scuola italiana di fronte a nuove sfide che riguardano la conoscenza, non solo a livello quantitativo, di questi alunni e degli immigrati di seconda generazione, le modalitá di intendere la loro integrazione, nonché una riflessione interno alie strategie didattiche e ai contenuti dei curricoli, sinora impostati secondo un'ottica eurocentrica. L'istituzione scolastica italiana si colloca infatti all'inizio di un percorso giá intrapreso dai paesi europei da maggior tempo aree di destinazione dei flussi migratori, percorso che, se non progettato e valutato, rischia di mettere in campo soluzioni apparentemente innovative, a cui tuttavia sottostá un'ottica assimilativa, che richiede agli alunni stranieri di integrarsi conformandosi alie richieste e alie aspettative del contesto scolastico. II nodo, infatti, che in questi anni la scuola si trova a sciogliere mota interno alie modalitá con cui affrontare due diverse istanze: da un lato la garanzia della fruizione di diritti fondamentali e la costruzione di forme di appartenenza a partiré da una base egualitaria; dalpaltro l'assicurazione di percorsi di crescita che tengano contó delle diverse individualitá dei soggetti: a fronte di un'uguaglianza di opportunitá deve essere pertanto garantita l'attenzione alia diversitá dei bisogni e delle inclinazioni 2. Cruciale é quindi il modo di intendere 1'integrazione sociale e scolastica, che spesso, in un'ottica di tipo assimilazionista, va nella direzione di inglobare e ridurre la differenza e non, piuttosto, di mettere tutti gli alunni nelle condizioni di poter fruiré appieno delle risorse, di disporre delle chances per la piena realizzazione del sé. L'analisi dei contesti scolastici multiculturali, pertanto, se da un lato puó essere finalizzata alia creazione di interventi mirati, rivolti agli alunni stranieri, dalpaltro apre la questione del ripensamento 2 Besozzi E., Insegnare in una societá multietnica: tra accoglienza, indifferenza e rifiuto, in Giovannini G. (a cura di), Allievi in classe stranieri in cittá. Una ricerca sugli insegnanti di scuola elementare di fronte al/'immigrazione, F. Angelí, Milano 1996.
Percorsi scolastici e scelte formative dei giovani Latinos in Lombardia 305 dell'impostazione genérale del sistema scolastico, delle pratiche educative sediméntate al suo interno; si evidenzia quindi l'importanza non solo di riconoscere le specificitá culturali dei gruppi di minoranza, ma di attuare una riflessione interno alia cultura che oggi esprime l'istituzione scolastica. II presente lavoro si pone come un approfondimento nelf ámbito dei risultati emersi dalpindagine promossa dah'osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicitá riguardante la presenza degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole statali e non statali della Lombardia nell'anno scolastico 2003/2004 3, regione italiana che registra il piü alto numero di studenti stranieri e che da sola comprende circa un quarto delle presenze dell'intero territorio nazionale. In particolare, prendendo in esame i dati relativi alia presenza dei giovani Latinos nelle scuole lombarde, si sonó volute analizzare le specificitá di questa parte della popolazione scolastica straniera, sia in base alie differenze territoriali regístrate nelle undici cittá della regione, sia in base alia loro distribuzione nei vari ordini di scuola. Data la numerositá, fra i Latinos di seconda generazione, di alunni peruviani ed ecuadoriani, cittadinanza quest'ultima di recente immigrazione nel territorio lombardo e che ha registrato negli ultimi anni un notevole aumento delle presenze, si é focalizzata l'attenzione sui loro percorsi scolastici e sui processi legati alia scelta dell'indirizzo di studi superiori, particularmente significativa nell'ottica del futuro inserimento lavorativo e sociale. II. LA PRESENZA DEI LATINOS NELLE SCUOLE STATALI E NON STATALI DELLA LOMBARDIA DalPindagine Insieme a scuola 3 4 risulta che nelle scuole statali e non statali lombarde sonó presentí 71.114 alunni con cittadinanza straniera, corrispondenti al 6,7% dell'intera popolazione scolastica; tale incidenza é quasi il doppio di quella registrata a livello nazionale. Le presenze variano naturalmente da cittá a cittá, in base alie caratteristiche che fanno di ogni polo urbano e del suo territorio un ambiente consono all'insediamento di nuclei familiari; é interessante notare come negli ultimi anni le aree metropolitane, come Milano, pur avendo il primato per numero assoluto di presenze di alunni stranieri, abbiano súbito una flessione, in particolare rispetto all'incidenza sui totale della popolazione scolastica, mentre, in parallelo, le cittá di provincia hanno 3 L'anno scolastico italiano inizia a setiembre e termina a giugno dell'anno successivo. 4 L'indagine é stata effettuata nelle scuole statali e non statali di ogni ordine e grado della Lombardia presentí negli elenchi del Ministero dell'lstruzione, Universitá e Ricerca, le quali hanno compilato un questionario, direttamente disponibile sui sito del Ministero, per ogni alunno straniero iscritto.
3 1 8 Chiara Cavagnini derívate dalla cultura, utilizzate come categorie interpretative per spiegare le difficoltá scolastiche degli alunni stranieri 22. La differenza di appartenenza, racchiusa entro i confini, sovente costruiti, della differenza cultúrale, diviene in tal modo sinónimo di mancanza; la scuola finisce quindi, interrogandosi sul perché gli studenti stranieri abbiano difficoltá nella riuscita, con non indagare sui motivi per cui essa stessa risulta poco efficace nei confronti di questi alunni. La sfida che la scuola deve oggi affrontare é quella di un superamento di stereotipi, pregiudizi, attese di basso profilo nei confronti degli alunni provenienti da culture diverse da quella italiana. Come precedentemente evidenziato, spesso l'istituzione scolastica avanza nei confronti degli studenti richieste di omologazione e concede alia differenza pochi spazi di espressione se non per i suoi aspetti piú folclorici e rassicuranti, mettendo in luce la scarsa conoscenza dei contesti d'origine degli alunni da parte di insegnanti ed educatori e la scarsa capacita di riconoscere e valorizzare le competenze di partenza degli alunni stranieri. Tali considerazioni non valgono naturalmente alio stesso modo per tutti i contesti scolastici 23, ma in genérale si ravvisa l'esigenza di far fronte ad una serie di necessitá, non rinviabili, per rispondere efficacemente ai bisogni diversificati di tutti gli alunni e prevenire possibili forme di disagio. Innanzitutto, é evidente come la scuola debba garantiré pari opportunitá, a partiré da un'uguaglianza delle possibilitá basata sulle peculiaritá di ogni soggetto e sulla possibilitá di una piena realizzazione del sé e delle proprie aspirazioni riguardo il futuro. In particolare, alpinterno della scuola questo significa passare dalla garanzia dell'accesso alie strategie per il successo. E nell'orizzonte della garanzia del successo scolastico che, in secondo luogo, si deve porre un'attenzione particolare innanzitutto a creare interventi che permettano la diffusione delle "buone pratiche" 24, che maggiormente si sonó dimostrate efficaci nell'integrazione degli alunni stranieri e, inoltre, a garantiré agli insegnanti e agli educatori una formazione specifica. In terzo luogo, appare necessario, attraverso la ricerca scientifica, analizzare sempre piú approfonditamente i processi di inclusione ed esclusione scolastica e sociale, nonché ampliare la 22 Gobbo R, op. cit. 23 Molte scuole sonó ormai uscite dalla gestione dell'emergenza e hanno inscrito le attivitá interculturali all'interno dell'oñerta formativa dei singoli istituti. 24 Si intende buona pratica di educazione interculturale un progetto o intervento che ha avuto la capacita di trasí'ormare la realtá educativa e didattica, activando una comunicazione ira culture. Neü'ambito della ricerca lsmu (si veda Besozzi E. (a cura di), L'educazione interculturale in Lombardia. Dal monitoraggio alie buone pratiche, Fondazione lsmu, Milano 2005) gli indicatori per individuare le buone pratiche sonó stati: l'ampio coinvolgimento della realtá scolastica nei suo Ínsteme, l'ampia rete di progetto e la circolazione dei prodotti e dei risultati, i'esplicitazione di obiettivi, metodi, risorse, la valutazione dei risultati, l'incremento di professionalitá, l'innovazione di saperi, metodi, curricoli, il livello di documentazione e la riproducibilitá dell'esperienza.
Percorsi scolastici e scelte formative dei giovani Latinos in Lombardia 3 19 conoscenza relativamente alie seconde generazioni e ai processi di scelta scolastica e lavorativa 25. Si ravvisa quindi la necessitá di adottare un approccio multidimensionale alia riuscita scolastica, con il superamento, da parte della scuola e dei suoi insegnanti, di un'ottica di "assistenza" verso un'ottica di promozione alia piena realizzazione del sé di ogni alunno. BIBLIOGRAFÍA BERTOZZI R.,Dopo la terza media: lescelte, la riuscita e le aspettative dei giovani, in Giovannini G. (a cura di), La condizione dei minori stranieri in Italia, Fondazione Ismu, Milano 2005 BESOZZ1 E., nsegnare in una societá multietnica: tra accoglienza, indifferenza e rifiuto, in Giovannini G. (a cura di), Allievi in classe stranieri in cittá. Una ricerca sugli insegnanti di scuola elementare di fronte all'immigrazione, F. Angeli, Milano 1996 BESOZZI E., L'esperienzascolastica: mobilitá, riuscita esignificandell'istruzione, in Giovannini G., Queirolo-Palmas L., Una scuola in comune, Fondazione Agnelli, Torino 2002 BESOZZI E., Percorsi edesiti scolastici degli alunni con citiadinanza non italiana. Un 'analisi dei fattori in gioco, in Ministero dell'istruzione, dell'universitá e della Ricerca, Indagine sugli esiti degli Alunni con Citiadinanza Non Italiana, gennaio 2005 BESOZZ1 E. (a cura di), L 'educazione interculturale in Lombardia. Dal monitoraggio alie buone praliche, Fondazione Ismu, Milano 2005 BESOZZ1 E., Tiana M. T. (a cura di), ínsteme a scuola 3. La terza indagine regionale, Fondazione Ismu, Milano 2005 ESPARRAGOZA E., Guayaquil...Italia, in Fravega R., Queirolo Palmas L. (a cura di), Classi meticce. Giovani, studenti, insegnanti nelle scuole delle migrazioni, Carocci, Roma 2003 FRAVEGA R., Queirolo Palmas L. (a cura di), Classi meticce. Giovani, studenti, insegnanti nelle scuole delle migrazioni, Carocci, Roma 2003 GIOVANNINI G., Queirolo-Palmas L., Una scuola in comune, Fondazione Agnelli, Torino 2002 GIOVANNINI G., Le cittadinanze, in Besozzi E., Tiana M. T. (a cura di), Insieme a scuola 3. La terza indagine regionale, Fondazione Ismu, Milano 2005 GIOVANNINI G. (a cura di), La condizione dei minori stranieri in Italia, Fondazione Ismu, Milano 2005 GOBBO F., Pedagogía interculturale, Carocci, Roma 2004 LILLINI R., Diversi ed eguali. Gli studenti di fronte al futuro, in Fravega R., Queirolo Palmas L. (a cura di), Classi meticce. Giovani, studenti, insegnanti nelle scuole delle migrazioni, Carocci, Roma 2003 MAZZ1 D., Presentazione dei risultati generan, in Besozzi E., Tiana M. T. (a cura di), Insieme a scuola 3. La terza indagine regionale, Fondazione Ismu, Milano 2005 TIANA M.T., I percorsi e la riuscita scolastica, in Besozzi E., Tiana M. T. (a cura di), Insieme a scuola 3. La terza indagine regionale, Fondazione Ismu, Milano 2005 25 Besozzi E. (a cura di), op. cit., Milano 2005; Besozzi E., La scuola, in Fondazione Ismu, Décimo Rapporto sulle migrazioni 2004, F. Angeli, Milano 2005.