ALBERGO DIURNO VENEZIA MILANO



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ALBERGO DIURNO VENEZIA MILANO BREVI NOTE INTRODUTTIVE Indirizzo: piazza Oberdan Milano Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi Tipologia specifica: bagni pubblici e servizi Configurazione strutturale La struttura si trova all interno della zona di Porta Venezia, sotto il livello del suolo corrispondente alla parte nord occidentale di piazza Oberdan, tra via Tadino, corso Buenos Aires e viale Vittorio Veneto. All esterno sono identificabili alcuni elementi architettonici di raccordo che rimandano agli ambienti sottostanti: le aperture dei lucernari (recentemente modificati), due colonne in cemento con funzione di camino e parte della struttura in ferro di una delle due pensiline d ingresso originarie. Epoca di costruzione: 1923-1925 Autore: Piero Portaluppi, progetto Uso attuale: non utilizzato Uso storico: terziario e bagno pubblico Condizione giuridica: proprietà comunale

DESCRIZIONE La struttura è a pianta rettangolare e misura circa 15 x 80 metri, copre una superficie totale di 1200 mq. Si articola in due zone principali: il salone, preceduto da un atrio e come questo destinato ai servizi commerciali e per la cura del corpo, e le terme, composte dall insieme dei bagni disposti lungo due corridoi paralleli, in asse con il salone. I locali tecnici, infine, sono localizzati in corrispondenza del lato verso viale Vittorio Veneto e delle due colonne sulla piazza. Atrio L atrio prospicente il lato di corso Buenos Aires è un ambiente a pianta rettangolare costituito da uno spazio centrale con funzione di ingresso e da due spazi laterali per i servizi commerciali. La separazione di questi ambienti è segnata da pilastri in cemento armato rivestiti in marmo. Il soffitto è a volta ed è illuminato da un apertura in vetrocemento, frutto di una serie di modifiche all originario lucernario ovale. Il pavimento è realizzato con blocchetti sagomati in grès di vari colori (bianchi, gialli e neri), articolati secondo motivi circolari e incorniciati da una fascia in tessere policrome. Salone Il salone costituisce l ambiente più ampio della struttura e presenta una divisione in tre navate, con pilastri binati in cemento armato rivestiti di marmo di colore ambrato e cornici angolari in legno. La soglia tra atrio e salone è segnata da due gradini sagomati in marmo e da un arco con colonne in marmo ambrato e capitelli in marmo nero. Il soffitto dell aula centrale è a volta, con ampie aperture modificate di recente. L attuale rivestimento monocromo è frutto di una delle stesure successive alla decorazione originaria, opera del pittore Alfredo Scocchera (1887-1954) e, in base alle analisi ad oggi, probabilmente perduta. Il pavimento, realizzato dalla ditta Bellini e Sgorlon, è una palladiana di marmo sui toni dell ocra, del bianco e del rosso con motivi a greca e a fasce. Dell arredo originario restano le boiserie in noce di gusto déco tra i pilastri laterali, dotata di aperture e vetrine. La navata sinistra è divisa in tre vani. I primi due, dedicati a parrucchiere per signora e pedicure presentano pannelli in laminato e arredi risalenti agli anni Sessanta; il terzo vano è costituito da una sala d attesa per i bagni e conserva quella che probabilmente era la boiserie originaria. La navata destra era destinata alla cassa (di cui è ancora in loco il bancone) e ai locali per la direzione, la manicure e il barbiere da uomo. Questi ultimi hanno mantenuto in parte le finiture originarie, costituite da rivestimenti in piastrelle di vetro-civer (vetro opalino di brevetto belga, prodotto dalla ditta Gaetano Monti di Milano), specchi e lavabi in ceramica. La parete di fondo del salone è anch essa rivestita da boiserie, comprendete due specchiere dal coronamento sagomato e due basse vetrine, poste ai lati della scala di accesso al reparto terme. La porta di comunicazione è inserita al centro della parete, entro un vano ad arco con profilo a lobi convessi simile a quello delle boiserie laterali.

Il pianerottolo davanti alla porta è datato 1925 e presenta un pavimento a mosaico di marmi colorati realizzato dalla ditta Toffolo, Miotto & C. Terme Il reparto terme occupa la superficie maggiore (circa due terzi) del Diurno e si articola in numerosi ambienti diversi. Un breve corridoio, rivestito come tutti i locali di questo reparto da piastrelle in vetro-civer, porta ai gabinetti da toilette, disposti lateralmente in due schiere da cinque elementi ciascuna. In fondo al corridoio si trova una fontana, composta da una vasca semiottagonale in marmo e una statua in bronzo raffigurante Igea, opera firmata dello scultore veneto Luigi Fabris (1883-1952). Ai lati della fontana si dipartono due corridoi paralleli, corrispondenti al settore maschile e femminile. I sei bagni di lusso sono dotati di lavabo, gabinetto e vasca in ceramica sagomata. I rivestimenti in vetro-civer presentano tre tipi diversi di decorazione. La cabina n. 25 del reparto femminile, unica del suo tipo, ha piastrelle quadrate cremisi e nero alternate a scacchiera con piastrelle rettangolari bianco avorio. Le cabine ai nn. 3 e 4 del reparto femminile hanno fasce orizzontali e verticali alternate di piastrelle bianche e grigio/verdi e infine le cabine n. 28, 45 e 46 del reparto maschile hanno un rivestimento in piastrelle di vetro-civer nero, interrotto in alto e in basso da due fregi a scacchi bianchi e neri tra due sottili fasce bianche. Adiacenti alle cabine di lusso si trovano quelle con doccia, cui seguono, proseguendo verso via Tadino i bagni semplici, privi di gabinetto, attrezzati con vasca con piedini e rivestiti in piastrelle bianche. Il disimpegno intermedio verso l uscita presenta la medesima pavimentazione in graniglia di marmo delle cabine ed è dotato di armadi. A destra della porta di accesso si trova un intercapedine che corre tutt intorno alla struttura, con funzione di isolamento dall umidità; sul lato sinistro sono invece collocati gli accessi ai magazzini e alla centrale termica, che si sviluppa lungo il lato di viale Vittorio Veneto. Ingresso su via Tadino L atrio dell ingresso secondario comunica con un altro ambiente dotato di gabinetti. Una serie di gradini di marmo e un cancello di ferro battuto conducono all esterno e alla coppia di scale simmetriche che salgono alla quota stradale. Dirimpetto alla porta si trova una nicchia con fontana in pietra artificiale. NOTIZIE STORICHE 1923, 24 novembre Viene siglata una convenzione per la concessione trentennale della piazza. Le due parti dell accordo sono il Comune di Milano, responsabile dell area di proprietà demaniale e rappresentato dall Assessore all Edilizia Cesare Chiodi, e gli ingegneri Marcello Troiani, Carlo Cavacini e Giuseppe Masini, promotori del progetto edilizio e fondatori della Società Anonima Imprese Metropolitane (SAIM).

1923, dicembre Il Registro dei lavori dell architetto Piero Portaluppi, attualmente conservato presso la Fondazione Portaluppi, riporta un Albergo Diurno, e i relativi calcolo di 579 ore lavorative e compenso di 8000 lire. Significativo, sotto questo punto di vista, è anche il legame di amicizia di Portaluppi con l ingegnere Carlo Cavacini, uno dei principali finanziatori del progetto e socio della SAIM. Dal punto di vista stilistico inoltre, numerose analogie tra elementi ornamentali e architettonici degli interni e quelli di opere coeve di Portaluppi sembrano comprovare la partecipazione dell architetto al progetto, soprattutto per quel che concerne gli apparati decorativi. 1925 Data riportata sul mosaico del pavimento, a testimonianza della fine dei lavori. 1926, 18 gennaio Inaugurazione dell Albergo Diurno. Servizi e attività commerciali: oltre ai bagni pubblici e ai servizi per la cura del corpo (barbiere, parrucchiere, manicure, pedicure), l Albergo comprendeva anche casellario postale, ufficio cambio, telefono, deposito bagagli e valori, agenzia di viaggio, sportello bancario, servizio di dattilografia, lavanderia e stireria per abiti, vendita di abbigliamento e noleggio di oggetti per uso personale. Un impianto di radiodiffusione infine era previsto nell intera area del salone. 1960-1964 circa In occasione della costruzione della stazione di Porta Venezia della linea 1 della metropolitana, hanno luogo modifiche strutturali rilevanti, I lavori infatti comportano la distruzione dell ingresso originario verso corso Buenos Aires, la rimozione della relativa pensilina e la riduzione dell atrio di ingresso, che perde la prima campata. 1961 Rinnovo trentennale della concessione alla Società Anonima Imprese Metropolitane (SAIM). 1970/1980 circa La diffusione dei bagni privati nelle abitazioni cittadine fa progressivamente decadere la richiesta per i servizi offerti dagli alberghi diurni, soprattutto per quanto riguarda il settore dei bagni pubblici. 1985 La Società Anonima Imprese Metropolitane (SAIM) chiude il reparto termale e attua la risoluzione del contratto con il Comune. 1991 La parte comprendente l atrio e il salone viene data in concessione al Consorzio Oberdan Sevizi, costituito dagli artigiani già attivi al diurno.

1993 Dichiarazione di inagibilità per atrio e salone. 1995 circa Gran parte degli artigiani presenti chiude l attività e vende parte degli arredi, la cui proprietà spetta ai singoli titolari. 2005 La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia sottopone l Albergo Diurno a vincolo di tutela. 2006 Il Comune intima lo sfratto all ultimo negozio di barbiere ancora in attività e chiude definitivamente il Diurno. Il decadimento conservativo già in atto subisce da questo momento un progressivo aggravamento per quanto riguarda sia l edificio che gli apparati decorativi. 2014, 14 febbraio Presentazione al pubblico a cura della Delegazione FAI di Milano e di L. Borromeo del testo Il tempo sepolto. L Albergo Diurno Metropolitano Venezia di Milano tra architettura e arti decorative. Proposte di recupero, di S. Masi e P. Sacerdoti. Interventi degli autori e di: P. Castellini, L. Molinari, C. Rozza. Milano, Villa Necchi Campiglio. 2014, 22-23 marzo In occasione delle Giornate FAI di Primavera, la Delegazione FAI di Milano apre al pubblico la visita del Diurno. 2015, 12 maggio Viene siglato un accordo di valorizzazione per l ex Albergo Diurno tra il Comune di Milano e il FAI Fondo Ambiente Italiano e la Delegazione FAI di Milano. Riferimenti bibliografici Masi, S.- Sacerdoti, P., Il tempo sepolto. L Albergo Diurno Metropolitano Venezia di Milano tra architettura e arti decorative. Proposte di recupero, in Romeo, C. R. (a cura di), Un primo approccio all arte e all architettura liberty. Tra conoscenza e restauro, Savigliano (Como), 2013. Masi, S.- Sacerdoti, P., Piero Portaluppi e il Diurno Venezia a Milano in Ananke, N. 74 gennaio 2015, pp. 108-113. Compilatore: Lucia Borromeo Dina (2015)