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......, e i pagamenti delle imprese...... numero G e n n a i o 2 0 1 309

LA MAPPA DI CHI NON PAGA 20.000 Livelli record per i mancati pagamenti Società protestate 1q2007-2012 La recessione del 2009 porta ai massimi il numero di società protestate Con la ripresa calano i protesti, ma rimangono oltre i livelli Cresce di nuovo il numero delle società protestate, superando i livelli del 2009 22 MILA SOCIETA PROTESTATE 96 MILA PROTESTI 15.000 20072008 2009 2010 2011 2012 Distribuzione imprese per ritardi nei pagamenti Imprese che saldano le fatture entro i termini concordati Imprese in grave ritardo (oltre 2 mesi): casi che frequentemente si trasformano in default 40,2% 42,1% 6,7% 7,0% 2010 42,0% 6,2% 4q 1q 2q 45,8% 5,3% Con la ripresa aumentano le imprese puntuali e calano i gravi ritardi 2011 44,8% 5,6% 46,2% 6,0% 44,1% 6,0% 4q 1q 2q 43,7% 6,0% 2012 41,7% delle imprese sono puntuali delle imprese pagano 6,6% in grave ritardo Aumentano i ritardi di chi non paga Settori i ncremento medio protesti 2012 I settori che hanno sofferto di più nell'ultimo anno......e le regioni più colpite Aumento gravi ritardi incremento medio ritardi 1% 0% altri b.cons Solo in 2 settori calano protesti e gravi ritardi chimica 0% 13% Andamento dei protesti costruzioni meccanica metalli hi tech largo consumo sistema casa logistica e trasporti pr. intermedi +2,7% Gravi ritardi +14,3% Protesti 1,6% Società protestate +1,7% Gravi ritardi +19,8% Protesti 1,4% Società protestate +1,1% Gravi ritardi +44% Protesti 1,6% Società protestate +1,4% Gravi ritardi +20,9% Protesti 1,6% Società protestate Gravi ritardi: % di aziende con ritardi oltre 2 mesi nel rispetto alla % del Protesti: tasso di variazione del numero di società protestate / Società protestate: % societa' con almeno un protesto nel terzo trimestre nel settore o nella regione Regioni Aumento gravi ritardi 1% Emilia Romagna Liguria Piemonte i ncremento medio protesti Calabria Basilicata Puglia Lazio Sicilia Campania Valle d Aosta Sardegna incremento medio ritardi +2,3% Gravi ritardi +18,4% Protesti 1,4% Società protestate +1,6% Gravi ritardi +19,3% Protesti 1,5% Società protestate +1,5% Gravi ritardi +26% Protesti 0,9% Società protestate Il perimetro del cerchio è proporzionale alla % di società che hanno almeno un protesto +1,9% Gravi ritardi +13,6% Protesti 1,9% Società protestate +1,5% Gravi ritardi +18,7% Protesti 1,2% Società protestate 0% Solo in 3 regioni si riducono i gravi ritardi; i protesti aumentano ovunque 0% 13% Andamento dei protesti +1,1% Gravi ritardi +13,6% Protesti 1,3% Società protestate +1,3% Gravi ritardi +16,7% Protesti 1,4% Società protestate 2

09 e i pagamenti delle imprese Ancora un record per i protesti, superati i livelli del 2009... Sintesi dei risultati P rosegue anche nel terzo trimestre del 2012 la corsa dei protesti levati alle società italiane, che ormai hanno abbondantemente superato i livelli raggiunti durante la recessione del 2009. Il deterioramento delle condizioni finanziarie delle aziende è confermato anche dai dati sui ritardi nei pagamenti tratti da Payline, il database di Cerved Group che monitora le transazioni commerciali di oltre 2 milioni di imprese. Tra luglio e settembre dell'anno sono state protestate quasi 22 mila società: si tratta di un valore record in tutto il periodo osservato, cui corrisponde un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2011 e del 4,3% rispetto ai massimi del 2009. Nello stesso periodo dell'anno è scesa quasi ai minimi la percentuale di aziende puntuali nei pagamenti (41,7%) ed è aumentata quella di aziende che hanno accumulato ritardi di oltre due mesi rispetto agli impegni presi con i fornitori, casi che spesso sfociano in mancati pagamenti.... costruzioni, sistema casa e logistica sono i settori più in difficoltà sul doppio fronte ritardi-protesti 25.000 20.000 15.000 10.000 Le variabili osservate Imprese protestate: aziende (codici fiscali attribuibili a persone giuridiche o a persone fisiche cui corrisponde un'impresa individuale) cui è stato levato almeno un protesto in un dato trimestre. Termini concordati: giorni tra la data di emissione di una fattura e la sua scadenza. Giorni di pagamento: giorni tra la data di emissione e l'effettiva liquidazione della fattura. Puntualità dell'impresa e giorni di ritardo: differenza tra giorni di pagamento e termini concordati. Quando la differenza è negativa, l'impresa è puntuale, altrimenti la differenza corrisponde ai giorni di ritardo. Le società protestate Imprese non individuali con almeno un protesto 1q2007-2q2012 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 2007 2008 trimestre media anno Le imprese puntuali Percentuale di imprese che saldano le fatture entro i termini concordati 43,5% 42,5% 41,8% 41,7% 41,9% 1q 2q 4q 1q 2009 42,0% 40,2% 42,1% 42,0% 2q 4q 1q 2010 45,8% 44,8% 46,2% 2q 4q 1q 2011 44,1% 43,7% 2q 2012 41,7% 3

Dal punto di vista settoriale, la maggiore diffusione dei gravi ritardi nei pagamenti e l'incremento dei protesti non ha risparmiato alcun macrosettore, ma mentre nell'edilizia e nei servizi il numero di società protestate nel 2009 è stato abbondantemente superato (rispettivamente del +10% e del +8%), nell'industria rimane ancora al di sotto dei picchi di tre anni fa (-8%). Un'analisi di maggiore dettaglio condotta sulle tendenze dell'ultimo anno osservate nei singoli settori consente di individuare quelli in cui è più aumentata la presenza di imprese in grave ritardo e il numero di società protestate: costruzioni, sistema casa, logistica e trasporti, industria dei prodotti intermedi si caratterizzano per tendenze particolarmente negative su questi due fronti e per una diffusione dei protesti particolarmente elevata (rappresentata nel grafico dalla dimensione del cerchio). La chimica e la produzione di altri beni di consumo sono invece gli unici settori in controtendenza, evidenziando un miglioramento sia sui protesti, sia sui ritardi nei pagamenti. Aumento gravi ritardi (% di aziende in grave ritardo nel rispetto al ) Aumento gravi ritardi (% di aziende con ritardi oltre due mesi nel rispetto alla % del ) Andamento dei protesti e dei gravi ritardi nell'ultimo anno nei settori 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% -0,5% incremento medio ritardi altri b.cons chimica -1,0% -15,0% -10,0% -5,0% 0,0% Andamento dei protesti e dei gravi ritardi nell'ultimo anno nelle regioni 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% Emilia Romagna Liguria Piemonte Umbria Lombardia Veneto i ncremento medio protesti Calabria Basilicata Toscana 0,0% -10,0% -5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% Andamento dei protesti (tasso di variazione /) info e intratt. sistema moda i ncremento medio protesti mezzi trasporto immobiliari servizi non finanziari costruzioni meccanica metalli hi tech energia e utility 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% Andamento dei protesti (tasso di variazione del numero di società protestate /) sistema casa servizi finanziari e assicurativi aziende agricole logistica e trasporti largo consumo pr. intermedi distribuzione Nota: la dimensione del cerchio indica la diffusione dei protesti nella regione; i prodotti intermedi sono fuori scala (tasso di crescita dei protesti del 44%). Puglia Sicilia Campania Nota: la dimensione del cerchio indica la diffusione dei protesti nella regione; i valori del Trentino e del Friuli sono fuori scala (i protesti sono aumentati, rispettivamente, del 40% e del 35%) Lazio Abruzzo Dal punto di vista geografico, è proseguita la corsa a due velocità dei protesti, con aumenti del 16-18% nel Centro-Sud in cui i livelli del 2009 sono stati già superati e incrementi più moderati nel Nord (3-4%), area in cui la situazione rimane meno grave rispetto alla precedente recessione. Ad eccezione di Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, in cui i protesti sono in calo su base annua, in tutte le altre regioni italiane si osservano aumenti sia del numero di società cui è stato Valle d Aosta Marche Sardegna incremento medio ritardi Molise Friuli Trentino protestato almeno un titolo, sia dei gravi ritardi nei pagamenti. Le situazioni più preoccupanti sono proprio tra le regioni del Centro-Sud: Sicilia, Campania, Sardegna, Lazio, Puglia e Basilicata fanno registrare aumenti maggiori della media nazionale nelle due dimensioni e una diffusione dei protesti che ha già superato i livelli di guardia. A queste va aggiunta la Calabria, regione in cui i protesti sono aumentati nel corso dell'ultimo anno meno rispetto alla media nazionale, ma in cui la diffusione del fenomeno è la più alta tra quelle osservate in tutte le regioni italiane. 4

S I protesti econdo gli archivi di Cerved Group, tra luglio e settembre del 2012 sono stati levati 214 mila protesti a 67 mila società o imprenditori individuali, per un ammontare complessivo dei titoli protestati pari a circa 684 milioni di euro. Questi dati segnano, per il terzo trimestre consecutivo, un aumento su base annua (+4,3% per quanto riguarda il numero di titoli contestati, +3,5% per il numero di soggetti), con l'eccezione del valore dei titoli, per cui invece si registra un calo del 4% rispetto al terzo trimestre del 2011. Gli andamenti per forma giuridica evidenziano forti differenze tra le imprese individuali e gli altri tipi di società. Il numero di imprenditori individuali protestati si attesta nel terzo trimestre a circa 45 mila, un valore in linea con quello dell'anno precedente (-0,6%) e significativamente inferiore rispetto ai picchi toccati durante la recessione del 2009, quando il numero di imprese individuali protestate aveva superato quota 50 mila. Viceversa, le tendenze osservate tra le società (di capitale, di persone e nelle altre forme giuridiche) indicano un continuo peggioramento delle condizioni economico-finanziarie delle aziende italiane: tra luglio e settembre 2012 si è toccato il record di quasi 22 mila società con almeno un protesto, il 13% in più del valore dell'anno precedente. Il dato del terzo trimestre risulta non solo significativamente maggiore dei livelli (+43%), ma anche superiore ai picchi toccati durante la crisi del 2009 (+4,3%). Imprese protestate per forma giuridica Aziende cui è stato protestato almeno un titolo o una cambiale, valori assoluti e tassi di crescita I protesti tra le imprese Soggetti protestati e valori dei protesti alle società (scala dx, '000) 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 52.000 50.000 48.000 46.000 44.000 42.000 40.000 25.000 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 2007 2008 2007 2008 soggetti protestati importo protesti (scala dx) Le imprese individuali protestate Con almeno un protesto 1q2007-2q2012 trimestre media anno 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 38.000 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q Le società protestate Imprese non individuali con almeno un protesto 1q2007-2q2012 50.000 40.000-0,6% 20.000 30.000 20.000 10.000 0 Imprese individuali 16,2% Società di capitale 7,4% Società di persone 15.000 10.000 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 2007 2008 trimestre media anno 5

12.000 10.000 8.000 Società protestate per macro-settore Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto 6.000 4.000 2.000 1,6% 1,4% 1,2% 1,0% 0,8% 0,6% 0,4% 0,2% 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 Industria Costruzioni Servizi Altri settori Incidenza dei protesti per macrosettore Imprese non individuali con almeno un protesto sul numero di imprese operative 0,9% 0,9% Industria 1,5% 1,6% 0 Distribuzione Fonte: Cerved Group Servizi non finanziari 0,8% 0,8% 1,0% 0,8% Costruzioni Servizi Altri settori Servizi: società protestate per settore Aziende cui è stato levato almeno un protesto Logistica e trasporti Immobiliari Il forte deterioramento della congiuntura non ha risparmiato alcun settore, con aumenti con tassi a due cifre in tutta l'economia. Le costruzioni si confermano il comparto maggiormente colpito dalla difficile fase congiunturale che sta vivendo l'economia italiana: nel terzo trimestre si contano più di 5 mila società con almeno un protesto (+14% rispetto all'anno precedente), per un'incidenza del fenomeno pari all'1,6% delle società operative nel settore. Il dato, oltre a essere di tre quarti superiore rispetto ai valori, supera anche quello osservato durante la fase più acuta della recessione del 2009 (+10,3% rispetto alla media osservata tra il secondo trimestre 2009 e il primo 2010). Con quasi 12 mila società cui è stato levato almeno un protesto nel terzo trimestre 2012 (+14,8% rispetto all'anno precedente), i servizi sono il macrocomparto in cui si concentra il maggior numero di casi, anche se l'incidenza del fenomeno (0,8%) è molto inferiore rispetto a quella osservata nelle costruzioni (1,6%). Nell'ambito dei servizi, evidenziano le situazioni di maggiore difficoltà il settore della logistica e dei trasporti (+21% sull'anno precedente), la distribuzione (+18%), i servizi finanziari (+12%), quelli non finanziari (+11%), il comparto immobiliare (+12%), mentre l'incremento è più contenuto nella filiera informazioneintrattenimento (+3,6%). Nel complesso, anche nei ser- Informazione e intrattenimento Servizi finanziari vizi la situazione è peggiore rispetto a quella della prima recessione (+8,2% rispetto al picco del 2009), con gli incrementi più marcati tra le imprese che operano nei servizi non finanziari (+23%) e nel campo della logistica e dei trasporti (+14%), il settore del terziario con la maggiore diffusione dei protesti (sono state protestate nel terzo trimestre l'1,6% delle società operative nel settore). 6

L'industria, in cui il deterioramento della congiuntura si è manifestato più tardi rispetto a costruzioni e servizi, è il comparto che fa registrare il maggiore aumento del fenomeno nel terzo trimestre: +16% rispetto allo stesso periodo del 2011, con una diffusione dei protesti pari allo 0,9% delle società manifatturiere. Il numero di aziende protestate si impenna nella produzione di beni intermedi (+44%) e cresce con tassi a due cifre nel sistema casa (+19,8%), nel largo consumo (+19,7%), nella siderurgia (+17,1%), nell'hi tech (+16,7%), nella meccanica (+14,7%), nella filiera auto (+10%); più contenuto l'incremento del sistema moda (+7%), mentre risultano in controtendenza la chimica (-4,5%) e il settore degli altri beni di consumo (-8,6%). Nel complesso, il numero di protestati osservati nell'industria rimane al di sotto rispetto alla fase più acuta della recessione del 2009, anche se in alcuni segmenti la situazione è peggiore: nei mezzi di trasporto (+16,8%), nei prodotti intermedi (+5,4%), nel largo consumo (+5,2%) e nel sistema casa (+2,6%). Società protestate per macro-area Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto Nord Ovest Nord Est Industria: società protestate per settore Aziende cui è stato levato almeno un protesto Largo Consumo Sistema moda Sistema casa Mezzi trasporto Metalli Meccanica Prodotti intermedi Hi tech Altri beni consumo Chimica 100 200 300 400 500 Centro Sud Sud e isole: società protestate per regione Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto 6000 4000 2000 2000 4000 6000 8000 Dal punto di vista geografico, nel terzo trimestre prosegue la corsa a due velocità dei protesti, con una forte crescita nel Centro-Sud e un incremento più moderato nel Nord del Paese. Nelle regioni meridionali tra luglio e settembre si contano oltre 9 mila società con almeno un protesto (+18,1% sullo stesso periodo del 2011), pari all'1,4% di quelle che operano nel Mezzogiorno. Il peggioramento riguarda tutte le regioni dell area, con gli incrementi più rilevanti in Sardegna (+26%), in Molise (+24%), in Abruzzo (+20%) e in Campania (+19%). Nel Sud la situazione è ben più grave rispetto alla recessione del 2009: il numero di società protestate supera del 13,8% quello della precedente recessione, con peggioramenti più marcati nel Molise (+28%), in Sicilia (+24%) e in Sardegna (+17,8%). Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia 500 1000 1500 2000 2500 3000 7

Nel Centro le società protestate nel terzo trimestre sono oltre 6 mila, il 16,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2011, per una diffusione del fenomeno che riguarda l'1,1% delle società operative nell'area. Ad eccezione dell'umbria, in cui il numero di aziende protestate aumenta dell'8,5%, nelle altre regioni gli incrementi sono con tassi a due cifre: del 22% nelle Marche, del 18,7% nel Lazio, dell'11,3% in Toscana. Analogamente a quanto osservato nel Mezzogiorno, anche nelle regioni dell'italia Centrale sono stati superati i livelli del 2009, con incrementi che vanno dal +4,1% (Marche) al +25% (Umbria). La situazione dei protesti nel Nord Ovest è meno Centro: società protestate per regione Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto Lazio Marche Toscana Umbria 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 Incidenza dei protesti per macro-area Imprese con almeno un protesto sul numero di imprese operative Nord Ovest 0,5% 0,5% 0,7% 0,6% Nord Est 1,1% 1,1% Centro preoccupante: l'incidenza del fenomeno è dello 0,6%, il numero di società interessate cresce del 4,3% su base annua e rimane inferiore rispetto ai picchi del 2009 (-7,2%). Le tendenze dell'area sono disomogenee: in aumento i casi in Val d'aosta (+20%) e in Lombardia (+5,9%), mentre si registra un lieve calo in Liguria (-1,5%) e in Piemonte (-1%). 0,7% 0,6% Sud e Isole Nel Nord Est, che si conferma l'area in cui è minore la diffusione dei protesti (sono protestate lo 0,5% delle società dell'area), l'incremento rispetto all'anno precedente è del 3,4% e il numero di società protestate rimane ben al di sotto dei livelli del 2009 (-13,9%). L'incremento contenuto dei protesti è interamente attribuibile al calo osservato in Emilila Romagna (-15,4%): nelle altre regioni si registrano invece aumenti in Veneto (+7,4%) e a ritmi molto elevati in Friuli Venezia Giulia (+35%) e in Trentino Alto Adige (+40%). Nord Ovest: società protestate per regione Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto Nord Est: società protestate per regione Imprese non individuali cui è stato levato almeno un protesto Liguria Emilia Romagna Lombardia Piemonte Friuli V. G. Trentino A. A. Valle d Aosta Veneto 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 200 400 600 800 1000 1200 8

N I pagamenti el terzo trimestre dell'anno è proseguito il graduale peggioramento delle condizioni di pagamento delle piccole e delle medie imprese, investendo praticamente tutti i settori e le regioni italiane, mentre i segnali risultano più contrastanti tra le grandi imprese. Secondo i dati di Payline il database di Cerved Group sulle abitudini di pagamento di oltre 2 milioni di imprese italiane tra luglio e settembre del 2012 i giorni di pagamento delle fatture si sono attestati in media a 85,5 giorni. La riduzione di 0,5 giorni rispetto al trimestre precedente dipende dalla diminuzione dei ritardi (di circa un giorno, da 20,2 del secondo a 19,2 del terzo trimestre), che hanno più che compensato l'allungamento dei termini pattuiti (da 65,7 a 66,3 giorni). Questi dati medi, che sono ponderati per la dimensione aziendale, riflettono soprattutto le tendenze osservate tra le grandi imprese che, pur essendo molto meno delle PMI, 'pesano' di più in termini di valori delle merci scambiate: i dati per volume di fatturato indicano infatti un accorciamento dei tempi di pagamento e dei ritardi proprio tra le società con ricavi oltre i 50 milioni di euro, mentre continua l'allungamento dei pagamenti e dei ritardi delle PMI. A evidenziare il deterioramento delle condizioni finanziarie della generalità delle aziende italiane vi è il netto calo di quelle che saldano le fatture nei tempi concordati con i propri fornitori: nel terzo trimestre solo il 41,7% delle imprese ha rispettato le scadenze, un dato di due punti inferiore al trimestre precedente e storicamente molto basso (solo nel terzo trimestre del 2010 si osserva una percentuale minore). Questo dato è accompagnato da un ulteriore aumento nella quota di aziende che saldano le fatture in grave ritardo, di oltre due mesi, che tocca nel terzo trimestre il 6,6%. Le imprese puntuali % di imprese che saldano le fatture entro i termini concordati 41,8% 41,9% 42,5% 41,7% 43,5% 42,0% 40,2% 42,1% 42,0% 45,8% 44,8% 46,2% 44,1% 43,7% 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 41,7% 90,5 87,1 91,5 Giorni di pagamento tra le imprese Medie ponderate, 1q2009-2012 87,6 86,8 62,2 61,5 65,2 65,2 67,1 gg ritardo 82,2 85,6 83,9 82,3 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 87,3 gg termine 27,9 25,3 26,0 22,1 19,8 19,6 19,8 22,9 19,3 18,6 18,7 20,1 19,5 20,2 19,2 30 27,9 25 20 15 10 5 0 82,8 84,8 84,4 86 85,5 62,6 65,8 64,4 64,6 63,7 64,1 64,8 64,9 65,7 66,3 Giorni di ritardo nei pagamenti tra le imprese Medie ponderate, 1q2009-2012 25,3 26,0 22,1 19,8 19,6 19,8 22,9 19,3 18,6 18,7 20,1 19,5 20,2 trimestre media anno 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q Giorni di pagamento per dimensione dell impresa Medie ponderate, 2-2012 13,1 14,0 53,2 54,8 ritardi termini 13,5 14,4 13,7 15,0 24,2 64,0 65,3 65,8 66,9 67,9 2q 2012 2q 2012 2q 2012 2q 2012 0-2 mil 2-10 mil 10-50 mil oltre 50 mil Le imprese in grave ritardo Imprese con oltre 2 mesi di ritardo rispetto la scadenza concordata 6,6% 6,4% 7,2% 7,2% 6,6% 6,2% 6,7% 7,0% 6,2% 5,3% 5,6% 6,0% 6,0% 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 4q 1q 2q 19,2 21,9 68,1 6,0% 6,6% 9

Dal punto di vista settoriale, il calo dei tempi medi di liquidazione delle fatture è limitato al terziario (da 85,2 del secondo trimestre a 81,7 giorni del terzo) e agli altri settori (da 80 a 73,3 giorni), mentre i tempi si sono dilatati nell'industria (di oltre 5 giorni, da 87 ai 92,5) e nelle costruzioni, settore in cui è stata superata la soglia dei 100 giorni medi. La riduzione dei tempi medi di pagamento nel terziario e negli altri settori è dovuta alle dinamiche osservate in poche grandi imprese: l'incremento del numero di aziende in grave ritardo è infatti un fenomeno che interessa tutti i settori, con percentuali che toccano il 6,7% nelle costruzioni e nel terziario e il 5% nell'industria. Nella manifattura, i dati indicano un aumento dei gravi ritardi in tutti i comparti, ad eccezione della chimica, in cui la presenza di aziende che ha sforato gli impegni di oltre due mesi è diminuita dal 3,9% al 3,7%. Con una percentuale del 6,8%, l'industria del largo consumo è quella con la maggiore presenza di aziende in grave ritardo (in aumento rispetto al 5,9% del trimestre precedente), seguita dalla filiera auto (5,9%), dal sistema moda e dal sistema casa (5,2%), dalla produzione di beni intermedi (4,5%). Al di fuori della manifattura, la presenza di aziende in difficoltà è in crescita ovunque, con percentuali particolarmente elevate tra le aziende agricole (9,4%), tra quelle che operano nel campo della logistica e dei trasporti (7,9%), dei servizi non finanziari (7%), della distribuzione (6,9%); in crescita, ma inferiori alla media, le percentuali osservate nel settore dei servizi finanziari (2,7%), dell'informazione e intrattenimento (4,4%), delle società immobiliari (4,5%), dell'energia e delle utility (4,6%). Gravi ritardi per macrosettore di attività % di imprese che salda le fatture oltre 2 mesi dopo i termini concordati 8,0% 8,6% 5,9% 2q 2012 6,7% 4,3% 5,0% 6,2% Altri settori Costruzioni Industria Servizi 6,7% Industria: gravi ritardi per settore % di imprese che saldano oltre 2 mesi dopo i termini concordati Largo Consumo Mezzi trasporto Sistema moda Sistema casa Prodotti intermedi Metalli Meccanica Altri beni consumo Chimica Hi tech 5,9% 5,0% 5,9% 4,4% 5,2% 4,3% 5,2% 3,8% 4,5% 3,8% 4,4% 3,2% 3,9% 3,6% 3,8% 3,9% 3,7% 2,7% 3,6% 2q 2012 Servizi e altri settori: gravi ritardi per settore % di imprese che saldano oltre 2 mesi dopo i termini concordati 6,8% Giorni di pagamento per macrosettore Medie ponderate Aziende agricole Logistica e trasporti 7,0% 7,9% 9,1% 9,4% 80,0 73,3 99,0 2q 2012 102,0 92,5 87,0 85,2 81,7 Servizi non finanziari Distribuzione Energia e utility 4,2% 4,6% 6,4% 7,0% 6,4% 6,8% Immobiliari 3,5% 4,5% Altri settori Costruzioni Industria Servizi Informazione e intrattenimento Servizi finanziari 2,4% 2,7% 3,4% 4,4% 2q 2012 10

Dal punto di vista geografico, i tempi medi di pagamento risultano in forte calo al Centro (da 93 giorni a 81 giorni), in lieve diminuzione nel Sud e nelle Isole (da 86,5 a 85,4 giorni), mentre sono in aumento sia nel Nord Est (da 73,5 a 79,1) sia nel Nord Ovest (da 88,6 a 91,9). Queste divergenti dinamiche geografiche si accompagnano con un fenomeno comune a tutta la Penisola: aumenta in tutta Italia la presenza di aziende in grave ritardo, con percentuali che superano il 10% nel Mezzogiorno e nelle Isole, sfiorano l'8% nel Centro e si attestano intono al 5% del Nord Italia. Tra le regioni, le situazioni più critiche si osservano in Sicilia (il 13,9% delle aziende liquida le fatture oltre due mesi dopo la scadenza), in Calabria (11,3%), in Campania (10%), in Puglia (9,8%), nel Lazio (9,6%). Le regioni più virtuose risultano invece il Trentino Alto Adige (3,3%), il Veneto (4,2%) e la Lombardia (4,8%). Giorni di pagamento per area geografica Medie ponderate Nord Ovest Centro 8,1 % 9,1 % 9,6 % 7,1 % 7,7 % 10 % 13,8 % Nord Est 88,6 73,5 91,9 79,1 6,3 % 5,3 % 6,7 % 5,4 % 4,8 % 4,2 % 5,1 % 6,7 % 5,1 % Sud e isole 93,3 86,5 81,1 85,4 Valle d Aosta Piemonte Sardegna Lombardia Liguria Toscana 2q 2012 Trentino Alto Adige 3,3 % Umbria Lazio Veneto Campania Sicilia Imprese in grave ritardo per area geografica % di aziende con ritardi superiori a 2 mesi rispetto alle scadenze concordate 7,4 7,9 Nord Ovest 4,4 5,1 Centro 2q 2012 Imprese in grave ritardo per regione % di imprese con ritardi di oltre 2 mesi; Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Marche Abruzzo Molise Balilicata Nord Est 3,8 4,6 Sud e isole 9,8 % 6,8 % 11,3 % 9,8 10,1 Puglia Calabria 11

Protesti e pagamenti nei settori e nelle regioni e informazioni sui pagamenti delle imprese, lette insieme a quelle sui protesti, L forniscono utili indicazioni per individuare i settori e le regioni più colpite dalla recessione e per interpretare le possibili tendenze future. L'andamento dei protesti indica infatti di quanto sono cresciuti i mancati pagamenti, mentre le tendenze relative ai gravi ritardi, possono anticipare quelli dei prossimi mesi. Per tutti i settori dell'economia italiana si sono quindi considerate le variazioni annue del numero di società protestate (sull'asse delle a- scisse) e l'incremento nella presenza di aziende in grave ritardo nel corso dell'anno (asse delle ordinate); la grandezza del cerchio indica invece quanto sono diffusi i protesti nei settori. Solo due comparti, chimica e altri beni di consumo, hanno sperimentato nell'ultimo anno un contemporaneo calo del numero di società protestate e di presenza di aziende in grave ritardo. In tutti gli altri settori, con l'eccezione delle società agricole, sono aumentati sia i gravi ritardi, Aumento gravi ritardi (% di aziende in grave ritardo nel rispetto al ) Aumento gravi ritardi (% di aziende con ritardi oltre due mesi nel rispetto alla % del ) Andamento dei protesti e dei gravi ritardi nell'ultimo anno nei settori 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% -0,5% incremento medio ritardi altri b.cons chimica -1,0% -15,0% -10,0% -5,0% 0,0% Andamento dei protesti e dei gravi ritardi nell'ultimo anno nelle regioni 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% Emilia Romagna Liguria Piemonte Umbria Lombardia Veneto i ncremento medio protesti Calabria Basilicata Toscana 0,0% -10,0% -5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% Andamento dei protesti (tasso di variazione /) Andamento dei protesti (tasso di variazione del numero di società protestate /) Nota: la dimensione del cerchio indica la diffusione dei protesti nella regione; i prodotti intermedi sono fuori scala (tasso di crescita dei protesti del 44%). Puglia Sicilia Campania Nota: la dimensione del cerchio indica la diffusione dei protesti nella regione; i valori del Trentino e del Friuli sono fuori scala (i protesti sono aumentati, rispettivamente, del 40% e del 35%) Lazio Abruzzo info e intratt. sistema moda i ncremento medio protesti mezzi trasporto immobiliari servizi non finanziari costruzioni meccanica metalli hi tech energia e utility sistema casa servizi finanziari e assicurativi aziende agricole 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% sia i protesti: le tendenze più preoccupanti, con aumenti superiori alla media e un livello già molto elevato dei protesti, si osservano nelle costruzioni, nel sistema casa, nella logistica e trasporti, nei prodotti intermedi. logistica e trasporti largo consumo pr. intermedi distribuzione Dal punto di vista geografico, i gravi ritardi sono in aumento rispetto allo scorso anno in tutte le regioni italiane, mentre i protesti diminuiscono in Piemonte, Liguria Valle d Aosta Marche Sardegna incremento medio ritardi Molise Friuli Trentino ed Emilia Romagna. Nel resto della Penisola i due fenomeni sono ovunque in aumento, con le tendenze più preoccupanti nel Centro-Sud: Sicilia, Campania, Sardegna, Lazio, Puglia e Basilicata sono le regioni che associano una forte crescita dei protesti a un aumento maggiore della media nei gravi ritardi e una diffusione dei protesti già a livelli critici. A queste regioni va aggiunta la Calabria, regione in cui i protesti sono aumentati nel corso dell'ultimo anno meno rispetto alla media nazionale, ma in cui la diffusione del fenomeno è la più alta tra quelle osservate in tutte le regioni italiane. 12

Nota metodologica L'Osservatorio trimestrale sui protesti e sui pagamenti delle imprese italiane analizza i protesti levati verso l'universo delle aziende italiane e le abitudini di pagamento di insiemi estesi di imprese monitorate in Payline, il database di Cerved Group che contiene 40 milioni di informazioni sulle esperienze di pagamento delle aziende italiane (circa 2 milioni di imprese censite), fornite dagli aderenti alla business community sulle abitudini dei loro clienti nelle transazioni commerciali. I dati sui protesti si riferiscono all'universo delle imprese italiane e sono ottenuti selezionando tra i protesti quelli che si riferiscono a codici fiscali di persone fisiche titolari di imprese individuali e a codici fiscali che corrispondono a persone giuridiche. Le statistiche sulle abitudini di pagamento si riferiscono a insiemi di imprese chiusi a un anno che devono rispettare alcuni criteri di qualità e di continuità nella disponibilità dei dati. In base all'aggiornamento dei campioni, in ogni nuovo numero si aggiornano i valori relativi agli ultimi trimestri esposti nel precedente Osservatorio. Il campione di imprese relativo agli ultimi quattro trimestri comprende circa 576 mila imprese. 13