4.1 Interventi negli ambienti forestali Diradamento selettivo di tipo Libero

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4. Quaderno delle opere e degli interventi TIPO 59

4.1 Interventi negli ambienti forestali 4.1.1 Diradamento selettivo di tipo Libero Il diradamento di tipo libero si prefigge di utilizzare in modo efficiente, ma sostenibile, la potenzialità produttiva del popolamento in termini di massa legnosa, conservando e migliorando la fertilità del suolo e creando un ambiente migliore e assicurare la stabilità del bosco con un opportuno portamento degli alberi ed una adatta struttura d insieme, al fine di ricreare una struttura verticale coerente con la tipologia forestale presente o che si intende perseguire (rinaturalizzazione). L obiettivo si raggiunge favorendo la crescita di determinati alberi nel piano dominante sui quali si concentra l intervento e si articola la struttura, mantenendo un soprassuolo accessorio il cui compito è quello di assicurare favorevoli condizioni ambientali. Nella prima fase di vita del bosco i tagli riguardano essenzialmente il piano dominante, ma successivamente vanno ad interessare una crescente porzione di alberi intermedi o dominati. E un diradamento di tipo socialmente libero. La selezione deve tendere ad agevolare la crescita di alberi con caratteri superiori di vigoria e qualità e delle specie prescelte. E da distinguere la selezione negativa, in particolare in popolamenti giovani, ricchi di alberi con caratteristiche scadenti o appartenenti a specie indesiderate, ed una selezione positiva che destina al taglio gli alberi che ostacolano la crescita di altri alberi dotati di caratteristiche di pregio. Il taglio di alcune piante ha lo scopo di favorire il manifestarsi di caratteri positivi degli alberi scelti con la selezione e di ostacolare il manifestarsi di caratteri negativi, mediante la creazione di condizioni ambientali favorevoli. I caratteri sui quali si può operare sono la forma del fusto, la nodosità, la regolarità dell accrescimento diametrale, la presenza di danni al fusto, di rami epicornici ecc.. nonché elementi di tipo ecologico al fine di ricreare una struttura verticale e orizzontale coerente con gli obiettivi gestionali di tipo naturalistico. L esecuzione della martellata, nel diradamento selettivo, avviene anzitutto con l individuazione delle piante da conservare (piante scelte) nel complesso di piante di buone caratteristiche (piante candidate). Successivamente si individuano gli alberi che esercitano una concorrenza nei riguardi delle piante scelte, e si tratta spesso di piante definite inizialmente candidate, ed infine si designa per l abbattimento quell albero (o alberi) che rappresenta il concorrente più dannoso alle piante scelte, il tutto in un ottica produttiva o naturalistica. Il tutto avviene secondo il concetto della cellula di diradamento. E vantaggioso eseguire precocemente il primo intervento di taglio che in realtà è più uno sfollo, ma che posside già i caratteri della selezione e dell educazione. Tenuto conto della precoce differenziazione degli individui, la selezione positiva è possibile anche in popolamenti giovani. Nel diradamento selettivo non esistono diversi gradi di intensità, ma i migliori risultati si ottengono con gradi forti, mantenendo l esistenza di un buon soprassuolo accessorio. Indicazioni di applicazione dei diradamenti liberi in funzione delle diverse fasi di sviluppo del popolamento forestale: 60

Fase di novellato: si napplica sostanzialmente una selezione negative con un lavoro di educazione in modo da ridurre la densità del popolamento per stimolare la differenziazione, aumentare la stabilità e mantenere o migliorare le qualità individuali. Fase di spessina: in questa fase di ha la maggior differenziazione degli individui più forti, l intervento deve essere effettuato con una selezione negativa ed in uno sviluppo della selezione positiva in favore di alberi con buone caratteristiche ed uniformemente distribuiti. In generale si deve rilasciare gli individui scelti, in condizioni ottimali, ad una distanza pari a 0,5-0,7 volte l altezza. Il diradamento è più efficace quando il popolamento è giovane, in quanto la capacità di reazione delle chiome diminuisce all aumentare dell altezza. Con questo trattamento si migliora l illuminazione al suolo facilitando le piante presenti nel piano intermedio o inferiore, quindi si salvaguardia una maggior quantità di piante e di specie diverse. Fase di perticaia: la perticaia originatasi dagli interventi precedenti dovrebbe essere costituita, indicativamente, da 2000-3000 soggetti per Ha, quindi l intervento di diradamento in questa fase dovrebbe portare all individuazione di alberi candidati per un numero di 600-1000 individui. Fasi successive: interventi di conservazione o naturalizzazione secondo i principi della selvicoltura sistemica, ovvero una serie di trattamenti mirati a conservare e ad aumentare la diversità biologica del sistema, assecondando la disomogeneità, la diversificazione strutturale e compositiva, il chè porta all esecuzione contemporanea di tagli al popolamento adulto e cure colturali alla rinnovazione. Indicativamente la provvigione minimale deve essere mantenuta in tutto il bosco e serve come parametro di riferimento per valutare l efficacia della gestione nel mantenere o migliorare l efficienza complessiva del sistema. Orientativamente la provvigione minimale è la seguente: Popolamenti costituiti prevalentemente da specie a temperamento intermedio = 200 250 mc/ha Popolamenti costituiti prevalentemente da specie che sopportano l aduggiamento (sciafile) = 300-350 mc/ha. 61

4.1.2 Tagli successivi a piccoli gruppi La rinnovazione inizia da punti in cui si è insediata accidentalmente o dove si effettua un taglio si sementazione di alcune decine o centinaia di metri quadri, oppure dei piccoli tagli a buche. Intorno a questi gruppi si procede, successivamente, con tagli successivi applicati ad anelli concentrici. Tale forma di trattamento facilita la diseneatizzazione del popolamento in senso spaziale. Questa tipologia d intervento consente anche di trasformare un bosco puro di origine artificiale in un bosco misto ecologicamente coerente con le caratteristiche stazionali. Il trattamento è molto elastico e consente di regolare gli interventi in funzione dell evoluzione del popolamento. La presenza di nuclei di pre-rinnovazione consente di rilevare la densità della copertura arborea che ha permesso lo sviluppo spontaneo di questi gruppi, quindi essere il parametro fondamentale per impostare i tagli di sementazione. 62

4.1.3 Tagli successivi a strisce Il taglio di sementazione viene attuato lungo una striscia larga da uno a due volte l altezza media degli alberi, e poi, successivamente, si esegue un nuovo taglio di sementazione su una striscia adiacente, quando la rinnovazione della prima striscia si è affermata. 2 striscia sottoposta a taglio di sementazione 1 striscia in cui si è insediata la rinnovazione La direzione della successione dei tagli a striscia deve essere contraria a quella dei venti dominanti. 63

4.1.4 Tagli successivi ad orlo Con tagli successivi ad orlo si intende un taglio eseguito ai margini di un soprassuolo, confinante con una superficie priva di copertura arborea come una striscia tagliata a raso, una buca, una radura ecc Si taglia a raso una striscia, accanto alla quale un altra striscia viene tagliata da sementazione. Ad intervalli più o meno regolari si ripeteranno i tagli di sementazione verso l interno del popolamento. Al taglio di sementazione seguiranno i tagli secondari ed, affermata la rinnovazione, quelli di sgombero. Striscia con taglio di sementazione Striscia tagliata a raso Per orlo si intende quella striscia delimitata dalle file di alberi più esterne del popolamento e dalla fascia priva di vegetazione arborea che risente delle modificazioni climatiche indotte dalle piante più esterne. La differenza con i tagli marginali di Wagner risiede nel fatto che in questi ultimi la strisciata a taglio raso e quella a taglio di sementazione è localizzata all interno del popolamento. 64

4.1.5 Tagli successivi a gruppi e a strisce Tale metodo combina i due precedenti, una volta ottenuta la rinnovazione dei gruppi, questi vengono collegati con un taglio a strisce. La rinnovazione inizia da un margine del popolamento. Tagli successivi a strisce Tagli successivi a gruppi Questa tipologia d intervento combinato è alquanto utile per realizzare in tempi relativamente brevi una certa disatenaizzazione spaziale del popolamento, molto importante per la fauna ungulata. 65

4.1.6 Tagli a buca/creazione di piccole radure interne Quando a causa della caduta di alberi decrepiti o per fenomeni meteorici si creano delle vaste radure o lacune nella copertura forestale, si originano le condizioni per l insediamento della rinnovazione naturale, simili a quelle che vengono a crearsi nelle tagliate (superficie sottoposte a trattamenti selvicolturali) di ampie dimensioni. Il popolamento arboreo che si crea (rinnovazione) assume una struttura coetanea, con una densità che permane elevata a tutte le età. Diversamente se le radure o lacune possiedono una superficie minore di 1.000 mq (ideale da 200 a 600 mq) vengono conservate le condizioni di bioclima e di suolo simili al soprassuolo circostante. I novelleti che si formano sono meno densi, rispetto a quelli delle grandi radure, e l evoluzione seguente induce ad una riduzione numerica ed a una più intensa selezione. Tutto ciò a causa dell effetto contorno (competizione, protezione laterale, illuminazione diretta discontinua, maggiore umidità, microclima marginale, ecc ), ovvero il novelleto è condizionato dall ambiente competitivo che lo circonda. La forte concorrenza avvantaggia gli individui meglio dotati, quindi di emergere precocemente e dominare quelli circostanti. Rilevi eseguiti nella foresta planiziale del bosco della Fontana indicano che l ampiezza dell area ottimale per lo sviluppo dei semenzali di farnia è di circa 250-300 mq e che le condizioni per l insediamento della rinnovazione hanno quando la forma della buca è ellittica con asse maggiore disposto in direzione Est-Ovest. Con il termine chablis è indicato un albero sradicato con la relativa massa vegetale e l apertura nella copertura forestale (gap). Sempre studi effettuati nel bosco della fontana indicano, che in un bosco planiziale in equilibrio, se il 30% della copertura forestale fosse rappresentato da chablis aventi una superficie di 200-300 mq ciascuno, verrebbero garantite le condizioni sufficienti all insediamento della rinnovazione della farnia e favorire le popolazioni faunistiche. Tali condizioni possono esse ricreate attraverso la realizzazione di tagli a raso di piccole 66

dimensioni, che possono essere a forma curvilinea (cerchi, ellissi) più irrigolari possibili. La buca deve avere una larghezza massima pari all altezza dominante del popolamento circostante, e avere un ampiezza massima di 1.000 mq, l ideale è realizzare delle tagliate a raso di superficie di 400-500 mq, in modo originare quelle condizioni descritte precedentemente. Al fine di migliorare le condizioni per l insediamento della rinnovazione naturale è utile provvedere ad effettuare un taglio di sementazione (taglio ad orlo) lungo tutto il margine della buca. Tale taglio ad orlo deve essere effettuato per un striscia avente una profondità pari all altezza media delle piante lungo l orlo stesso, quindi alcune decine di metri. Quando le buche hanno un elevata ampiezza è bene rilasciare alcune piante (taglio raso con riserve) all interno della tagliata al fine di facilitare una disseminazione omogenea su tutta l area. In generale questi microambienti (radura all interno di un bosco) sono utilizzati sia dalla fauna legata agli ambienti aperti, sia dalle specie boschive come territori di caccia, con effetti positivi sulla diversità faunistica complessiva in stretta relazione con l eterogeneità ambientale, dovuta a differenti stadi dinamici evolutivi della vegetazione. Le maggior specie interessate sono gli ungulati, i Rapaci, Picidi, Avifauna minore silvicola e di margine, Avifauna di passo e svernante. 67

4.1.7 Taglio saltuario a gruppi A differenza dal taglio saltuario a piede d albero, il taglio saltuario per gruppi ha come unità d intervento un gruppo di alberi di varia estensione e forma sul quale intervenire per innescare un processo di rinnovazione. I gruppi possono essere di ampiezza variabile, ma la superficie del taglio iniziale non deve avere un diametro superiore all altezza dominante del popolamento, per avere una buona garanzia di insediamento della rinnovazione. In pratica si esegue un taglio raso a buca. Nel caso di grandi gruppi il trattamento deve essere graduale e distribuito con più di un intervento, ma non deve essere applicato su superfici maggiori di 5.000 mq. Quando si interviene su un gruppo è necessario assicurarsi di non danneggiare la rinnovazione di un gruppo vicino trattato precedentemente. Il trattamento a fustaia a tagli saltuari prevede che vengano eseguiti contemporaneamente sia diradamenti sia tagli di rinnovazione, ed è per questo che gli interventi vengono denominati tagli di curazione. L intensità degli interventi di curazione è in funzione della tipologia forestale, della fertilità stazionale (statura del bosco), ma devono essere tesi al mantenimento di un adeguato livello di provvigione. Il taglio saltuario a gruppi è simile al taglio raso a buche, con la differenza che le buche vengono realizzate con una successione cronologica da ottenere un popolamento coetaneo su piccole superficie e disetaneo per gruppi, ovvero creare delle ecounità forestali a diversi stadi evolutivi (mosaico forestale). 68

4.1.8 Conversione del ceduo a fustaia disetanea con rilascio intensivo di allievi Questo modello di conversione prevede che allo scadere del turno ordinario si proceda con un taglio di avviamento da eseguirsi con il criterio colturale libero. La successione delle diverse fasi della conversione devono basarsi sul principio della lettura del bosco e scrittura dell intervento 1. La conversione deve prevedere una serie di interventi di diradamento di debole intensità, ripetuti a brevi intervalli di tempo, ogni 5-7 anni secondo la specie e la fertilità. La durata della conversione non viene predefinita, e quando inizia la rinnovazione naturale si procede con tagli di rinnovazione che preferibilmente devono essere effettuati a scelta in modo da originare una fustaia disetanea a gruppi. Il monitoriaggio della reazione del bosco agli interventi eseguiti permette di adattare la gestione in funzione della rinnovazione da seme. Modello colturale Conversione di ceduo a fustaia disetanea con matricinatura intensiva ( rilascio d allievi) Ceduo semplice matricinato CEDUO Tagli di avviamento con criterio colturale libero. Interventi di debole intensità ripetuti a brevi intervalli di tempo 5-7 anni Soprassuolo transitorio Taglio a scelta per favorire la rinnovazione naturale Fustaia disetanea a gruppi con ecomosaico forestale diversificato Manteniemto della fustaia 1 O. Cancio e S. Nocentini 69

4.1.9 Conversione del ceduo in ceduo sotto fustaia Il ceduo composto è caratterizzato dalla presenza di matricine (componente a fustaia) ripartite in classi cronologiche, il numero di matricine appartenenti alle diverse classi decresce all aumentare dell età e dei diametri della classe stessa. Il soprassuolo arboreo del ceduo composto è, quindi, costituito dal ceduo nel piano dominato e dalla fustaia nel piano dominante. Il popolamento risulta originato in parte dallo sviluppo di semi ed in parte dallo sviluppo di polloni. Mentre nel ceduo matricinato, normalmente, le matricine hanno un età massima pari al doppio del turno (2t), nel ceduo composto le matricine possono avere una un età massima variabile da tre a sei volte il turno (da 3t a 6t). La struttura verticale del ceduo composto è articolata in una serie di piani, di cui il primo è rappresentato dal ceduo semplice (polloni coetanei) e dalle matricine di I classe cronologica (allievi), i piani successivi sono rappresentati da alberi di dimensioni ed età diverse. Il numero complessivo di matricine che vengono rilasciate con la ceduazione è generalmente di 450 soggetti per le specie sciafile, e di 200-300 soggetti nel caso di specie eliofile. In linea generale la struttura del ceduo composto sarà caratterizzata da una distribuzione delle matricine nelle classi cronologiche con il seguente rapporto 8:4:2:1 e con un numero totale di matricine pari a 300 individui. La conversione viene effettuata attraverso una matricinatura progressiva, con rilascio di 250 allievi ad ogni ceduazione, utilizzando parte delle matricine dell ultima classe cronologica e parte di quelle deperienti in tutte le classi cronologiche. Il periodo di conversione dura generalmente 3 turni. Il mantenimento della struttura verticale viene poi eseguito con tagli di ceduazione e tagli a scelta a gruppi a carico della componente a fustaia. 70

Modello colturale Conversione di ceduo a ceduo sottofustaia Ceduo semplice matricinato CEDUO Aumento del numero di matricine da ripartire nelle classi diametriche con maricinatura progressiva, con un rilascio ad ogni ceduazione 250 allievi, utilizzando parte delle matricine dell ultima classe diametrica e eliminando le matricine deperienti e malformate delle classi diamentriche. Una parte delle matricine deve essere rilasciata a tempo indefinito. Avviamento a ceduo composto Ceduo composto con ripartizione delle matricine in classi cronologiche 8:4:2:1 con una quantità di matricine pari ad un minimo di 300 individui Conservazione del ceduo composto con interventi di tagli a scelta della componente a fustaia 2 2 Modificato da O. Cancio e S. Nocentini 71

4.1.10 Conversione del ceduo a fustaia diestanea a piccoli gruppi Il modello colturale della conversione a fustaia disetanea prevede l intervento di avviamento da effettuare alla scadenza del turno consuetudinario, con il quale su 400-600 ceppaie si rilasciano 1 o 2 due polloni, scelti tra quelli che presentano migliori caratteristiche,si rilasciano le migliori matricine presenti e si segue un intervento di diradamento dei polloni su tutte le restanti ceppaie. Il fine dell intervento è quello favorire l accrescimento delle piante d avvenire. Durante il periodo di transizione si effettuano 3-4 interventi di diradamento a cadenza di 10-20 anni. Tali interventi dovranno essere di maggior intensità delle zone prossime agli alberi d avvenire. Quando inizia la prerinnovazione naturale si interverrà con tagli a scelta in modo da ottenere una rinnovazione per gruppi. Modello colturale Conversione di ceduo a fustaia disetanea a piccoli gruppi Ceduo semplice matricinato CEDUO Diradamento su 400-600 ceppaie/ha (secondo la densità iniziale) con rilascio di 1 0 2 polloni meglio sviluppati, diradamento sulle restanti ceppaie per eliminare i polloni che disturbano gli alberi d avvenire e rilascio dei tutte le matricine presenti. Soprassuolo transitorio 3-4 interventi di diradamento libero per faorire gli alberi d avvenire e favorire la rinnovazione. Taglio a scelta Fustaia disetanea a piccoli gruppi (ecomosaico forestale diversificato) Manteniemto della fustaia disetanea per piccoli gruppi 3 3 Modificato da O. Cancio e S. Nocentini 72

4.1.11 Conversione del ceduo a fustaia chiara Il metodo di conversione a fustaia chiara è particolarmente indicato quando il soprassuolo d origine è rappresentato da numerose matricine e la parte a ceduo è rappresentata da ceppaie di specie tendenzialmente sciafile che ostacolano la rinnovazione naturale, ciò che succede per la farnia o in maniera minore per il rovere. Con l applicazione della conversione non si deve tendere ad aver una fustaia costituita da soggetti di età diversa e di dimensioni diverse e distribuiti a piccoli gruppi, con un soprassuolo secondario (parte a ceduo) controllato attraverso sfolli e diradamenti in modo da facilitare la potatura naturale delle matricine e creare una sufficiente qualità di luce e spazio per i semenzali. Gli interventi colturali devono essere effettuati ad intervalli brevi (5-10 anni), in modo tale di poter studiare la reazione del popolamento ed eventualmente correggere gli errori commessi. La conversione del cedo a fustaia chiara si avvia con la scelta delle matricine da rilasciare aventi età e dimensione molto diverse e raggruppate in piccoli gruppi. La fustaia chiara, a conversione ultimata avrà una densità di 150-200 alberi aventi un diametro a petto d uomo maggiore di 17,5 cm. Il metodo di conversione prevede un passaggio intermedio nel quale il popolamento assume le caratteristiche strutturali del ceduo composto. Raggiunta la configuarazione del ceduo composto ed iniziata la prerinnovazione si effettuano le operazioni della conversione vera e propria, ovvero si eliminano le matricine che ostacolano la rinnovazione delle specie del soprassuolo principale (fustaia) e contemporaneamente si interviene sul soprassuolo dominato secondario (ceduo) con diradamenti dei polloni e ripuliture per facilitare l insediamento e l affermazione della rinnovazione gamica. Di seguito si interviene con l applicazione del trattamento a scelta per piccoli gruppi. 73

Modello colturale Conversione di ceduo a fustaia chiara Ceduo semplice matricinato CEDUO Aumento delle matricine da ripartire in classi cronologiche con rapporto con rapporto 8:4:2:1. Avviamento a ceduo composto Ceduo composto con rapporto tra le classi di matricine 8:4:2:1 per una densità di 300 matricine/ha ceduo composto Taglio di parte delle matricine deperienti e diradamento del ceduo per favorire la rinnovazione da seme Avviamento del ceduo a fustaia chiara Taglio a scelta per piccoli gruppi Fustaia chiara 4 4 Modificato da O. Cancio e S. Nocentini 74

4.1.12 Matricinatura a gruppi Con la matricinatura a gruppi il taglio asporta circa il 25-50% della copertura, mentre nella restante parte vengono allevati gruppetti disetanei di raggio pari all altezza dominante del gruppo, scalati in cinque o sei classi di età e diradati in occasione del taglio del ceduo, contestualmente si tagliano anche i gruppi più vecchi. Questo sistema consente di raggiungere alcuni importanti obiettivi: 1)- Creazione e valorizzazione di microhabitat Le emergenze naturalistiche presenti nell ecosistema forestale (presenza di specie rare, ristagni, necromassa, punti franosi, ecc ) possono essere salvaguardate. Con questa tecnica si aumentano notevolmente le fasce ecotonale interne al popolamento e viene mantenuta in queste zone la diversificazione strutturale del bosco, evitando il taglio delle piante dominate e dello strato erbustivo. 2)- Biodiversità La maggior diversità strutturale (sia verticale che orizzontale) consentendo una maggiore presenza di fasce ecotonali garantisce una maggior ricchezza floristica e faunistica, soprattutto nel caso di gruppi con dimensioni maggiori all altezza dominante dei polloni o delle matricine. 3)- Protezione idrogeologica La matricinatura a gruppi consente maggiori garanzie nei confronti di rischi di erosione puntuali, anche se l effetto protettivo su l intera area è minore rispetto a quello svolto dalla matricinatura diffusa. 75

4.2 Interventi a supporto della biodiversità Nei sistemi forestali e agro-forestali il mantenimento ed il potenziamento della biodiversità viene perseguito anche attraverso particolari accorgimenti gestionali come il mantenimento di una certa quantità di necromassa forestale. Negli ultimi decenni la presenza di necromassa (legno morto) in bosco o nelle siepi campestri è sempre più considerata come elemento per il mantenimento di numerosissime specie e quindi per il mantenimento di un certo grado di naturalità all interno del sistema. Il legno morto rappresenta un microhabitat indispensabile per la vita di centinaia di invertebrati, di anfibi, piccoli mammiferi e uccelli. Ad esempio molti studi hanno rilevato che tra il 20% ed il 40% delle specie di uccelli di una comunità forestale è legata alla presenza di alberi con cavità. La necromassa del legno è rappresentata di alberi morti spezzati o sradicati, tronchi d alberi a terra, marcescenti o vetuste piante con cavità. Gli schemi seguenti indicano tre modi operativi per mantenere o ricreare una certa quantità di legno morto nei sistemi: mantenimento dei secconi, creazione di necromassa al suolo e le pile faunistiche, queste ultime non apportano grandi quantità di necromassa, ma sono strutture particolarmente adatte per il rifugio di numerose specie faunistiche. I secconi sono alberi morti di varie grandezze, per i quali il loro mantenimento necessita di effettuare operazioni di messa in sicurezza, al fine di evitare pericoli per le persone che frequentano il luogo. La necromassa a terra è rappresentata da tronchi abbandonati a terra e lasciati decomporre indefinitamente, mentre le pile faunistiche sono rappresentate da pezzi di tronchetti ricoperti da ramaglie. 4.2.1 Mantenimenti dei secconi Come già descritto i secconi sono alberi morti non ancora caduti a terra, che vengono utilizzati da numerose specie per il rifugio, la riproduzione e l alimentazione. I secconi che devono essere mantenuti devono possedere un diametro minimo di 18 cm, ma l ideale è un diametro maggiore di 30cm. Per non divenire un pericolo reale per le cose e le persone devono essere capitozzati ad un altezza media compresa tra i 3 e i 5 m, non si deve scendere sotto i 2m, ed il diametro del tronco al punto di capitozzatura deve essere maggiore di 10 cm. I secconi che già presentano delle cavità, e presumibilmente anche nidi, devono essere mantenuti e messi in sicurezza secondo gli schemi sotto riportati. La quantità di secconi da mantenere deve essere almeno 2 soggetti per Ha o un seccone ogni 150 ml di siepe campestre. 76

4.2.2 Le pile faunistiche La costruzione delle pile faunistiche è estremamente semplice, consiste nel deporre a terra dei tronchetti di diametro di circa 5-10 cm e sovrapporre ad essi altri rami aventi un diametro progressivamente minore, raggiunta l altezza voluta si ricopre con della ramaglia o delle frasche. La dimensione può variare da una larghezza compresa tra il metro ed i tre metri, ed un altezza normalmente inferiore al metro. Questi rifugi sono particolarmente indicati per i rettili, gli anfibi, per alcuni piccoli mammiferi come il coniglio selvatico e per alcune specie di uccelli. 77

4.2.3 La necromassa forestale a terra Aumentare la necromassa a terra in un bosco o in una siepe campestre è sufficiente deporre a terra, accatastandoli gli uni sugli altri, dei tronchi aventi un diametro maggiore di 20 cm fino a raggiungere un altezza massima di 1-1,5 m. Completata la costruzione delle piramide si deve stendere a ridosso di essa della ramaglia. Questo tipo di a struttura è particolarmente utile per gli insetti, i rettili e funghi. 78